NUOVO IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI SPECIALI LIQUIDI PROCEDURA DI V.I.A. E RICHIESTA DI A.I.A.
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1 Comune di CAMPI BISENZIO Provincia di FIRENZE NUOVO IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI SPECIALI LIQUIDI PROCEDURA DI V.I.A. E RICHIESTA DI A.I.A. --->Documento RA10: SINTESI NON TECNICA Proponente: CIPECO SRL Ubicazione intervento: Via Maestri del Lavoro s.n.c. Campi Bisenzio (FI) Gruppo di lavoro V.I.A. (progetto e S.I.A.) Coordinamento gruppo di lavoro: Aspetti impiantistici, di processo: Aspetti ambientali: Aspetti urbanistici e idraulici: Aspetti idraulici: Aspetti strutturali: Aspetti geologici e idrogeologici: Aspetti naturalistici: Aspetti chimici: Aspetti acustici: Ing. Roberto Baraglia Ing. Roberto Baraglia Ing. Giovanni Zecchini Arch. Marco Valentini Ing. Andrea Sorbi Ing. Marco Filardi Geol. Gianni Focardi, Geol. Elena Bonfanti Biol. Arianna Chines Chim. Chiara Corradi P.I. Paolo Paoli FEBBRAIO 2015
2 INDICE 0. PREMESSA UBICAZIONE IMPIANTO, TIPO E PORTATA DELLE SUE ATTIVITA MATERIE PRIME, ENERGIA E PRODOTTI DELL IMPIANTO FONTI, ENTITA E MISURE DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DELL IMPIANTO EMISSIONI IN ATMOSFERA SCARICHI IDRICI EMISSIONI SONORE (CFR. PUNTI 1.2 E 4.3 DEL SIA) GESTIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI DALLE ATTIVITA ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO EMISSIONI EMISSIONI IN ATMOSFERA SCARICHI IDRICI ACQUE DI FALDA RELAZIONI DEL PROGETTO CON LE NORME, I PROGRAMMI, I PIANI E I VINCOLI RELAZIONE DEL PROGETTO CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE DI PROGETTO CARATTERIZZAZIONE DELL AMBIENTE POSSIBILI EVENTI INCIDENTALI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
3 0. PREMESSA La società Cipeco S.r.l. intende realizzare un nuovo impianto di trattamento di rifiuti speciali liquidi nel Comune di Campi Bisenzio (FI) su un lotto di terreno distinto in catasto al Foglio n.8, particelle n. 407, 424, 428. L area è ubicata a nord dell abitato all interno del perimetro del Piano di Massima Unitario, PMU 2.5 del Regolamento Urbanistico, approvato con Del. C.C. n. 44 del 29/5/2006 e convenzionato in data 28 settembre Richiedente è il Sig. Paolo Ciervo, C.F: C R V P L A 5 8 B 1 1 I D, nella sua qualità di Amministratore Unico della Cipeco S.r.l., C.F: , con sede legale in Via Vittorio Emanuele n.11/1, cap Calenzano (FI). L area oggetto dell intervento è per intero di proprietà della medesima società Cipeco S.r.l. La presente sintesi non tecnica è presentata contestualmente alla domanda di Valutazione di Impatto Ambientale e di Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi dell art.23 e dell art.29-ter del Titolo II-bis del D.Lgs. 152/2006 del suddetto progetto. 1. UBICAZIONE IMPIANTO, TIPO E PORTATA DELLE SUE ATTIVITA Con riferimento alle tav.p1 e P2 il sito individuato per la realizzazione dell impianto di trattamento rifiuti liquidi si colloca all interno del lotto 1H del PMU 2.5 ed è costeggiato ad ovest dal Fosso Montalvo, ad est dalla viabilità di accesso a unico senso di circolazione Via Maestri del Lavoro e confina a nord e sud con altri due stabilimenti. 3
4 Zona industriale di Capalle (foto aerea google earth) La programmazione di governo del territorio del Piano Strutturale del Comune di Campi Bisenzio colloca l insediamento, con estensione di mq, all interno del sistema funzionale insediativo, sottosistema delle aree produttive. Nell ambito della pianificazione di dettaglio del Regolamento Urbanistico vigente il sito ricade all interno delle aree produttive di nuova definizione (zona D2, art.132 delle NTA e tav. E/a del R.U.). In dette aree sono ammesse le seguenti destinazioni d uso produttiva, di servizio e commerciale. 4
5 Foto aerea dell insediamento (fonte google earth) Il nuovo impianto di trattamento dei rifiuti speciali liquidi è dimensionato secondo le potenzialità ed i flussi materiali riportati nel prospetto seguente. Flussi in ingresso Rifiuti speciali liquidi Additivi del ciclo depurativo Acqua uso industriale Flussi in uscita Acque reflue alla fognatura pubblica Fanghi Oli minerali a recupero Mondiglia, grigliato e sabbie Potenzialità t/anno t/anno t/anno Produttività t/anno t/anno t/anno 160 t/anno 5
6 Con riferimento alla planimetria generale ed allo schema a blocchi riportati in calce al presente documento l opera in progetto consiste nella realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi caratterizzato in estrema sintesi da un ciclo di trattamento integrato di tipo chimico fisico e biologico. Il trattamento depurativo è concepito per consentire la reimmissione delle acque reflue di risulta da attività industriali e artigianali nel ciclo naturale della risorsa idrica, nel rispetto dei limiti per lo scarico in fognatura pubblica. Il dimensionamento dell impianto rende conseguibile su tre turni giornalieri una potenzialità massima di trattamento depurativo integrato di circa t/anno. L'impianto potrà trattare svariate tipologie di acque reflue raggruppabili in cinque macro tipologie di rifiuti speciali liquidi/fangosi pompabili, da avviare a differenti linee di trattamento: - Acque reflue da attività industriali e artigianali e percolati di discarica (Non Pericolosi) - Acque reflue da attività industriali e artigianali e percolati di discarica (Pericolosi) - Fanghi da fosse settiche (Non pericolosi) - Fanghi inorganici (Non Pericolosi) - Emulsioni di olio in acqua (Pericolose) 2. MATERIE PRIME, ENERGIA E PRODOTTI DELL IMPIANTO Le materie prime sono costituite dai rifiuti conferiti all impianto allo stato fisico di liquido o di fango pompabile. Le tipologie di rifiuti conferibili all impianto in base ai CER di identificazione autorizzati comprendono a titolo esemplificativo: acidi, soluzioni acquose di lavaggio, idrossidi, acidi e sostanza alcaline in soluzione, sali e loro soluzioni, emulsioni e lubrorefrigeranti, acque oleose, soluzioni chimiche di scarto, fanghi di lavaggio, trattamento e pulizia, liquidi di concia, percolato di discarica, fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane, dal trattamento in loco degli effluenti, residui di pulizia delle strade, fanghi di fosse settiche, rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento, rifiuti di sgrassaggio, rifiuti biodegradabili di cucine e mense. I consumi di energia e risorse ausiliarie sono riconducibili a energia elettrica, e additivi chimici. I consumi di energia elettrica sono imputabili: 6
7 - alle utenze elettromeccaniche necessarie all esercizio dell impianto (ventilatori, compressori, pompe centrifughe, mohno e dosatrici, coclee, agitatori, filtropressa, centrifuga) - alla alimentazione degli impianti luce, forza motrice, climatizzazione del laboratorio e dei servizi a supporto della attività Gli additivi chimici dosati in soluzione nella sezione di trattamento dei rifiuti risultano: Cloruro ferrico 41%, polielettrolita in granelli, soda caustica 30%, acido cloridrico 29%, solfato ferroso 10%, perossido di idrogeno al 30%, idrosolfuro di sodio 10%, ipoclorito di sodio 14%, calce spenta, acido solforico 50%, poli cloruro di alluminio 17 % in Al. 3. FONTI, ENTITA E MISURE DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DELL IMPIANTO Le attività dell impianto producono sostanzialmente uno scarico in atmosfera, uno in fognatura ed emissioni sonore. 3.1 EMISSIONI IN ATMOSFERA Le emissioni gassose provenienti dalle varie sezioni di impianto (chiusura e polmonazione delle apparecchiature di ricezione e deposito dei rifiuti liquidi, accumulo e condizionamento fanghi, reattori di trattamento chi-fisico e copertura delle vasche del modulo biologico, sezione di trattamento emulsioni) sono convogliate a impianto di abbattimento centralizzato. Tali emissioni sono sottoposte a lavaggio chimico a umido doppio stadio per la rimozione di sostanze eventualmente presenti quali (ammoniaca, composti di natura acida, composti organici ed inorganici idrosolubili, ecc). Considerati sia le tipologie di rifiuti trattati sia il ricorso ad un processo di trattamento sostanzialmente a freddo è atteso un quadro emissivo modesto, che rispetta largamente i limiti di emissioni in atmosfera previsti dalla normativa. Sono presenti altre emissioni definite dalla normativa scarsamente rilevanti correlate alla presenza di cappe di laboratorio, di bruciatori a metano, di un silo della calce e di una torre evaporativa. 7
8 3.2 SCARICHI IDRICI Dalle attività di trattamento dei rifiuti liquidi si originano acque reflue industriali che vanno a confluire nella fognatura nera di via Maestri del Lavoro. Alla rete fognaria bianca sono recapitate invece le acque meteoriche dilavanti non contaminate. E previsto uno scarico in fognatura nera di progetto per un quantitativo annuo massimo di circa mc recapitati presso il depuratore terminale gestito da Publiacqua. I limiti di scarico in fognatura delle acque trattate dall impianto Cipeco sono quelli indicati Tab.3 colonna b per scarico in fognatura pubblica di cui all All. 5 D.Lgs.152/06 Parte Terza. 3.3 EMISSIONI SONORE (cfr. punti 1.2 e 4.3 del SIA) Nell ambito della zonizzazione acustica l insediamento ricade in area classificata in Classe V Aree prevalentemente industriali ex D.P.C.M con limiti di emissione nel periodo diurno/notturno rispettivamente pari a 65 db(a) e 55 db(a) e limiti assoluti di immissione pari a rispettivamente a 70 db(a) e 60 db(a). Classificazione acustica I Cipeco S.r.l. II III IV V VI PCCA - Classificazione acustica del territorio limitrofo all intervento in progetto (fuori scala) 8
9 Con riferimento alla previsione di impatto acustico (elaborato RA8) il rumore prodotto dall attività e immesso all esterno è dato: - dalle apparecchiature delle varie sezioni di stoccaggio e trattamento rifiuti liquidi interne al fabbricato - dal passaggio di autocisterne in ingresso e uscita dall insediamento - dalle emissioni sonore correlate ai flussi gassosi convogliati sulla copertura e ai torrini di ricambio aria ambiente Gli impianti sono eserciti sette giorni su sette, su tre turni giornalieri. I conferimenti in autocisterna sono consentiti solo nel periodo diurno. Il numero di mezzi giornalieri in transito è stimato a pieno regime di circa 23 unità. La previsione di impatto acustico eseguita da tecnico competente in acustica attesta, nello stato di progetto, il rispetto dei valori limite di emissione e di immissione differenziale previsti dal Piano Comunale di Classificazione Acustica del Comune di Campi Bisenzio. 4. GESTIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI DALLE ATTIVITA Dal trattamento dei rifiuti conferiti si originano - fanghi disidratati, da inviare a discarica - fanghi pompabili di risulta dal trattamento delle emulsioni oleose, da inviare a smaltimento - oli minerali separati dal trattamento delle emulsioni oleose, da inviare a recupero - mondiglia di risulta dal pretrattamento di fanghi da fosse settiche da inviare a discarica - materiali di grigliatura, inerti e sabbie di risulta dal pretrattamento delle acque industriali, da inviare a discarica - oli minerali e idrocarburi in fase libera di soluzione acquosa di risulta del pretrattamento di disoleatura acque industriali, da inviare recupero E prevista la produzione sporadica e in quantitativi modesti di altre tipologie di rifiuti, quali ad esempio imballaggi danneggiati, rifiuti di laboratorio, carbone attivo esausto. 9
10 5. ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO EMISSIONI Come dettagliato nell Elaborato RA11 e indicato nella Planimetria punti di monitoraggio e controllo riportata a fine documento sono programmate attività di autocontrollo delle emissioni in atmosfera, dello scarico in fognatura nera e della qualità delle acque di falda. 5.1 EMISSIONI IN ATMOSFERA E previsto il monitoraggio periodico dell efficienza del sistema di abbattimento asservito all unica emissione convogliata in atmosfera. L efficienza è verificata, con periodicità diverse, sia con la ricerca delle concentrazioni degli inquinanti emessi in atmosfera dal camino sia con adeguati controlli di funzionamento e interventi di manutenzione programmata. 5.2 SCARICHI IDRICI Lo scarico delle acque reflue industriali in fognatura nera è monitorato ad ogni ciclo di trattamento. 5.3 ACQUE DI FALDA L impianto in progetto non prevede l utilizzo di vasche e serbatoi interrati correlati al processo di trattamento. Le aree operative interne al fabbricato e quelle di sosta degli automezzi che conferiscono i rifiuti sono impermeabilizzate con pavimentazione industriale in cls. Il campionamento dell acqua di falda, eseguito con frequenza annuale, è eseguito sui piezometri PZ1, PZ2 e PZ3. 6. RELAZIONI DEL PROGETTO CON LE NORME, I PROGRAMMI, I PIANI E I VINCOLI Dall analisi effettuata, si rileva che la destinazione urbanistica dell area è coerente con quella produttiva. Nello Studio di Impatto Ambientale è stato altresì analizzato il contesto delle norme, dei programmi, dei piani e dei vincoli in cui si inserisce il progetto. In particolare le principali 10
11 norme ambientali e paesaggistiche nonché i piani e programmi con valenza ambientale pertinenti per il territorio in oggetto, presi in considerazione nel studio, sono i seguenti: Decreto Legislativo n. 152/06 Norme in materia ambientale e smi Piano di indirizzo Territoriale Regionale (PIT) e relativa disciplina paesaggistica Legge regionale 10/2010 Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza,.e smi L.R. 20/06 Norme per la tutela delle acque dall inquinamento e DPGR 46/R del 8 settembre 2008 Regolamento di attuazione della legge regionale 31 maggio 2006, n.20. Legge Regionale 56/00 e smi, Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche Norme dell Autorità di Bacino del fiume Arno Piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Firenze (PTCP); Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico del Comune di Campi Bisenzio; Piano Regionale Toscana di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati (PRB); Piano per la Gestione dei Rifiuti Interprovinciale Firenze-Prato-Pistoia; Il progetto risulta in sostanziale coerenza con tutte le norme sopra citate. In particolare il progetto non ricade all interno delle aree non idonee alla realizzazione degli impianti di trattamento rifiuti e presenta alcuni criteri di localizzazione premianti. 7. RELAZIONE DEL PROGETTO CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI Allo scopo di prevenire e ridurre le emissioni di inquinanti nell'ambiente riducendo nel contempo i consumi di risorse da parte delle attività industriali la direttiva europea IPPC fornisce alle autorità competenti degli Stati membri disposizioni in merito al rilascio di autorizzazioni sul funzionamento degli impianti industriali elencati nell'allegato I della stessa, indicando le migliori tecniche dispobibili. A livello nazionale le migliori tecniche disponibili pertinenti il progetto sono quelle indicate nelle Linee guida rientranti nelle categorie IPPC di gestione rifiuti relative a: - Impianti di trattamento chimico-fisico e biologico dei rifiuti liquidi e per il deposito preliminare d i rifiuti 11
12 - Trattamento dei PCB, degli apparati e dei rifiuti contenenti PCB e per gli impianti di stoccaggio 8. VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE DI PROGETTO Sono state prese in considerazione alternative di progetto, compresa l alternativa zero, di seguito riassunte: Tale alternativa consentirebbe, come ovvio, di mantenere momentaneamente inalterato lo stato attuale dell ambiente locale. Per contro l area è comunque a vocazione industriale per cui ospiterebbe comunque, in un prossimo futuro un altra attività produttiva ancora da individuare; inoltre tale opzione avrebbe ripercussioni negative di tipo socio-economico ed occupazionale. Le alternative di localizzazione vagliate nel territorio di interesse sono risultate essere diversi capannoni industriali sfitti e disponibili nel comprensorio e altre aree da edificare. Il sito è stato preferito ad altri esaminati sulla base di fattori favorevoli quali presenza di un area di recente urbanizzazione con destinazione industriale, posizione strategica del sito rispetto ai potenziali clienti, possibilità di scarico delle acque reflue di processo fognatura nera, presenza di infrastrutture e viabilità adeguate, distanza da aree residenziali. Le principali alternativa impiantistiche valutate in sede di sviluppo del progetto hanno riguardato: - la realizzazione della sezione biologica con sedimentatore secondario o, in alternativa con reattori SBR. Tali soluzioni sono state scartate in primo luogo per mancanza di spazi - il trattamento delle emulsioni con tecnologie a caldo o di trattamento chimico-fisico. Tali soluzioni sono state scartate per problematiche connesse a sviluppo di vapori infiammabili, produzione di rifiuti pericolosi (melme acide) e al contenimento degli inquinanti e delle emissioni odorigene. 9. CARATTERIZZAZIONE DELL AMBIENTE Nello studio sono state riportate informazioni necessarie alla caratterizzazione dell ambiente pertinente all area di intervento. Tali informazioni sono state utilizzate al fine di individuare lo stato attuale e la vulnerabilità delle varie componenti ambientali. 12
13 Le informazioni sullo stato dell ambiente sono state reperite, ove ritenuto sufficiente, da precedenti studi e documenti (ad esempio il progetto VISP correlato alla possibile localizzazione di un nuovo impianto di termovalorizzazione nella piana fiorentina). Ove ritenuto necessario è stata invece effettuata una caratterizzazione dello stato dell ambiente con indagini sito specifiche. 10. POSSIBILI EVENTI INCIDENTALI Sono state valutate le seguenti possibilità di eventi incidentali: - Incendio - Fuoriuscita di sostanze pericolose Sono state altresì descritte le misure adottate per la prevenzione degli incidenti e la mitigazione degli impatti prodotti. Non sono stati individuati possibili eventi incidentali che costituiscano un rischio per la popolazione e le matrici ambientali circostanti. 11. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI Per valutare la sostenibilità ambientale del nuovo impianto di trattamento rifiuti speciali liquidi sono stati eseguiti: - Uno studio finalizzato alla verifica della fattibilità geologica dell intervento. Dallo studio non emergono particolari criticità. - Uno studio sulla previsione dell impatto acustico generato dalle nuove apparecchiature, che ha confermato il rispetto con il piano di zonizzazione acustica del territorio di Campi Bisenzio. - Un indagine sito specifica su vegetazione, fauna ed ecosistemi dalla quale emerge una modesta interferenza del progetto con le rilevanze naturalistiche presenti. - Uno studio idraulico che ha mostrato che l impianto risulta in sicurezza contro le esondazioni con tempi di ritorno di 200 anni. - Uno studio meteodiffusionale per la verifica della diffusione degli inquinanti in atmosfera dal quale si evince che le emissioni dell impianto non incideranno significativamente sulla qualità dell aria. 13
14 Nella tabella seguente si riporta una sintesi degli impatti ambientali attesi con l attuazione del progetto: Comp. ambientale Aria Tipo di impatto Emissioni in atmosfera Qualità impatto Impatto critico SI / NO NO Mitigazioni/ compensazioni/ proposti Modifica clima acustico NO Acqua Vegetazione flora e fauna Assetto territoriale Emungiment o acqua di pozzo Sottrazione habitat Modifica del traffico NO NO NO - recupero e riutilizzo delle acque meteoriche dilavanti non contaminate (acque delle coperture e acque parcheggi autovetture); - recupero e riutilizzo delle acque meteoriche dilavanti successive alle acque di prima pioggia; - riutilizzo delle acque di permeato dalla sezione biologica per il lavaggio delle macchine e delle platee; - creazione di siepi miste pluristratificate a perimetro dell area - mantenimento di prato rustico nella zona non edificata dell area - inserimento di rifugi artificiali per Chirotteri (bat box) sulle pareti esterne del fabbricato - realizzazione di una parete verde verticale sul lato nordovest dell edificio con utilizzo di specie rustiche ed autoctone. - riqualificazione dell area compresa tra Fosso di Montalvo e Canale Garille - protezione di zone di ristagno presenti in prossimità dell area di progetto Assetto socioeconomico Modifica settore occupazional e NO Legenda Impatto molto positivo Impatto lievemente positivo Impatto assente o non significativo Impatto lievemente negativo Impatto negativo, CRITICO 14
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