IL COLLEGIO DI NAPOLI. - Prof. Avv. Ferruccio Auletta... membro designato dalla Banca d'italia

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1 IL COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: - Prof. Avv. Enrico Quadri..... Presidente - Prof. Avv. Ferruccio Auletta... membro designato dalla Banca d'italia - Prof. Avv. Giuseppe Leonardo Carriero... membro designato dalla Banca d'italia - Prof.ssa Marilena Rispoli Farina... membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario (estensore) - Avv. Roberto Manzione... membro designato dal C.N.C.U. Nella seduta del , dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica FATTO Con reclami del e del il ricorrente, titolare di una carta prepagata emessa dalla resistente, disconosceva un operazione di ricarica fraudolentemente effettuata il in favore di un altra carta. Il cliente chiedeva quindi il rimborso di 478,00 (di cui 477,00 di ricarica ed 1,00 di commissione) puntualizzando di aver sempre utilizzato la carta con la massima riservatezza non avendo mai smarrito o comunicato a terzi il codice segreto né ceduto o smarrito la carta stessa. Sull occorso provvedeva altresì a sporgere denuncia presso i Carabinieri. Il reclamo restava privo di riscontro. In sede di successivo ricorso all ABF il cliente insoddisfatto ha riproposto l esposizione dei fatti e delle circostanze così come già formulate in sede di reclamo ed imputando la responsabilità dell illecito all emittente per non aver adottato tutti i mezzi tecnici possibili per evitare l abusivo utilizzo della carta prepagata. Il ricorrente ha precisato di avere in uso una carta prepagata priva di microchip e, a conferma dell inadeguatezza dei presidi di sicurezza adottati dall emittente, ha reso noto che solo successivamente alla vicenda in contestazione l intermediario ha provveduto ad emettere una carta dotata di microchip e ad integrare le credenziali di accesso con un codice dispositivo dinamico. Al ricorso è stato allegato il disconoscimento dell operazione effettuato il , la denuncia presentata presso i Carabinieri lo stesso , la lista dei movimenti, con evidenza dell operazione contestata con addebito della relativa commissione. E stata infine prodotta la comunicazione della resistente indirizzata al ricorrente, ma priva di data, avente ad oggetto la creazione di una OTP (tramite un SMS inviato al cellulare) per Pag. 2/6

2 l utilizzo della carta prepagata per l effettuazione di ricariche su altre carte della stessa specie o ricariche telefoniche e per il pagamento di bollettini. La resistente ha preliminarmente esposto quanto in parte già reso noto dal ricorrente, ossia di aver reso operativo, fin dal , un sistema volto a rendere più affidabile e sicuro l uso della carta prepagata per l effettuazione di ricariche di altre prepagate, ricariche telefoniche e pagamento bollettini. In particolare, per le operazioni sopra menzionate, il sistema richiede la digitazione di una OTP inviata al numero di cellulare del titolare subito dopo la digitazione delle credenziali di utilizzo. Il suddetto sistema - automaticamente operativo per gli strumenti di pagamento emessi dal è stato offerto ai titolari di carte prepagate già emesse (come il ricorrente) che ne avessero fatto richiesta presso gli sportelli dell emittente. In merito è stata fornita adeguata informativa agli interessati, sia tramite il canale telematico (con messaggio pre e post login dal (cfr. nota istruttoria) e messaggio automatico all accesso che il cliente può decidere di non visualizzare dal ), sia per iscritto con apposita lettera inviata a fine giugno 2011 ai titolari di carte.registrati al sito. L intermediario ha quindi rilevato che alla data di effettuazione dell operazione fraudolenta, il , il ricorrente non aveva ancora provveduto ad attivare tale servizio. c. Ha soggiunto altresì che è stata prevista una adesione graduale al nuovo sistema di sicurezza rinviando l obbligatorietà dell adesione al sistema ad un successivo momento. E stato ancora osservato che l operazione on line è stata posta in essere mediante il corretto inserimento di tutti i codici identificativi (è stata, in particolare, richiesta la digitazione di userid, password nota solo al titolare e da lui modificabile, numero della carta, scadenza della carta e codice CVV2 riportato sul retro della carta). La resistente ha inoltre eccepito l assenza di prova dell inadempimento contrattuale ex art c.c. posto a fondamento della pretesa restitutoria. Gli ordini di pagamento sarebbero regolarmente pervenuti e correttamente eseguiti. Militerebbero in tal senso le condizioni di utilizzo della carta prepagata e le modalità con le quali sono state effettuate le transazioni in discorso. Le operazioni effettuate on line sono state infatti autorizzate in quanto avvenute, secondo quanto emerso dalle verifiche eseguite, ai sensi dell art. 7 delle condizioni contrattuali ossia con il corretto inserimento delle credenziali di utilizzo della carta che sono di esclusiva conoscenza del titolare o l apposizione della firma del titolare su moduli e ricevute. Le condizioni contrattuali prevedono a carico dell intermediario l obbligo di eseguire l ordine impartito con l uso dei codici personali con piena liberazione. Nel caso di specie, nel quale le operazioni effettuate con la carta consistono in pagamenti sia online che tramite POS esercenti, l'ordinante è stato correttamente identificato nel pieno rispetto di quanto contrattualmente Previsto.di talché [la banca] era obbligata ad autorizzare il pagamento ed ha validamente eseguito l'ordine impartito osservando i suoi impegni contrattuali. La resistente ha peraltro ribadito che i propri servizi on line sono blindati da sistemi di protezione che rispettano elevati standard di sicurezza per la salvaguardia delle informazioni trasmesse via internet. Sono state inoltre richiamate le iniziative informative assunte per allertare la clientela sui rischi dei furti on line e il fenomeno del phishing. Ciò posto, l intermediario ha evidenziato che la ricorrente non ha specificato il comportamento colposo su cui fondare il proprio diritto alla restituzione e che per contro non ha in alcun modo provato la corretta custodia dei propri codici identificativi ; in conclusione la resistente ha chiesto all ABF di rigettare il ricorso perché: Pag. 3/6

3 - non è stata fornita alcuna prova di un inadempimento contrattuale ai sensi dell art c.c. ; - il risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l ordinaria diligenza ai sensi dell art c.c. DIRITTO Il Collegio è chiamato a decidere un ennesimo caso di utilizzo abusivo di strumenti di pagamento, relativo ad una carta di pagamento prepagata. Il ricorrente, titolare di un conto on line presso l intermediario, e di una carta prepagata, disconosce un operazione di ricarica effettuata da ignoti a favore di un altra carta e chiede il rimborso della somma, sostenendo di aver sempre diligentemente custodito la carta e i codici di identificazione. Come in altri casi sottoposti all attenzione del Collegio, molti dei quali hanno interessato proprio l intermediario resistente, ai fini della decisione rileva la valutazione, da un lato, della condotta tenuta dal cliente ricorrente in relazione agli obblighi di custodia dei codici e, dall altro, della congruità e adeguatezza dei sistemi di sicurezza predisposti dall intermediario. In numerose decisioni dei Collegi ABF, la valutazione del comportamento dell intermediario ha assunto particolare rilievo, in quanto la mancata adeguatezza dei sistemi di sicurezza predisposti ha consentito l illegittima intrusione da parte di terzi non autorizzati. Le numerose decisioni adottate, fra cui si può segnalare, in particolare, quella del Collegio ABF di Napoli, n. 1720/2011, pongono in primo luogo in evidenza come la disciplina introdotta dal decreto di recepimento della direttiva sui servizi di pagamento, D.Lgs. n. 11 del 2010, stabilisca (art. 10, comma 2) che quando l utilizzatore di servizi di pagamento neghi di aver autorizzato un operazione di pagamento eseguita, l utilizzo di uno strumento di pagamento non è di per sé necessariamente sufficiente a dimostrare che l operazione sia stata autorizzata dall utilizzatore medesimo, né che questi abbia agito in modo fraudolento o non abbia adempiuto con dolo o colpa grave ad uno o più degli obblighi di cui all articolo 7. Ne consegue che l utilizzo dello strumento di pagamento non è di per sé bastevole a sostenere che ad utilizzarlo sia stato il cliente, ma anche che non spetta a quest ultimo l onere di provare che la banca sia inadempiente agli obblighi di legge (come, invece, afferma l intermediario nelle controdeduzioni, seppure senza fare riferimento al D.Lgs. n. 11/2010). Spetta, piuttosto, all intermediario provare che il cliente sia incorso in dolo o colpa grave rispetto agli obblighi di diligenza che le norme gli impongono, al fine di liberarsi dalla responsabilità sancita dal D.Lgs. n. 11 per le operazioni non autorizzate. A fronte del disconoscimento da parte del cliente, infatti, Il prestatore dei servizi di pagamento rimborsa immediatamente al pagatore l importo dell operazione medesima ( ) (così, l art. 11, comma 2, D.Lgs. n. 11/2010). Si vedano, sul punto, anche i precedenti di questo Arbitro: Collegio ABF di Napoli, decisioni nn. 204/2011, 244/11, 1534/10; Collegio ABF di Roma, decisione n. 1003/2010. Quindi, con riferimento al caso in esame, non appaiono fondate le eccezione della banca, basate sulla circostanza che l operazione contestata sarebbe stata conclusa regolarmente e, conseguentemente, addebitabile al cliente, in quanto disposta tramite il corretto inserimento dei tre diversi codici: quello del titolare assegnato dalla banca, quello personale (scelto dal cliente al primo accesso) e quello operativo impostato e conosciuto solo dal cliente. Questi, infatti, dopo aver disconosciuto le operazioni, in esame ha Pag. 4/6

4 ragionevolmente affermato che la carta era facilmente duplicabile in quanto non dotata di microchip, e che i sistemi di sicurezza erano inadeguati, tanto è vero che successivamente l intermediario stesso ha provveduto a consegnare una carta munita appunto di microchip. L intermediario, inoltre, fa riferimento agli ulteriori presidi di sicurezza che sostiene di aver predisposto a tutela delle operazioni on line fin dal e che egli assume essere rivolti a rendere più affidabile e sicuro l uso della carta prepagata per l effettuazione di ricariche di altre prepagate, ricariche telefoniche e pagamento bollettini. In particolare, per le operazioni sopra menzionate, il nuovo sistema richiede la digitazione di una OTP inviata al numero di cellulare del titolare subito dopo la digitazione delle credenziali di utilizzo. Il suddetto sistema - automaticamente operativo per gli strumenti di pagamento emessi dal sostiene l intermediario, è stato offerto ai titolari di carte prepagate già emesse (come il ricorrente) che ne avessero fatto richiesta presso gli sportelli dell emittente. In merito, sostiene sempre l intermediario è stata fornita adeguata informativa agli interessati, sia tramite il canale telematico (con messaggio pre e post login dal ) e messaggio automatico all accesso che il cliente può decidere di non visualizzare dal ), sia per iscritto con apposita lettera inviata a fine giugno 2011 ai titolari di carte.registrati al sito. Il ricorrente, di contro, ha prodotto la nota a lui indirizzata relativa all attivazione della OTP, priva di data e collocata temporalmente in epoca successiva all operazione fraudolenta in contestazione, ossia il D altronde lo stesso intermediario riconosce di aver curato l invio dell informativa scritta solo a partire da fine giugno 2011 e che il nuovo sistema di sicurezza, allo stato, è comunque ancora solo facoltativo per i vecchi possessori di carta prepagata. Si tratta, con evidenza, di sistemi di protezione oltre che tardivamente proposti almeno nella necessaria forma personalizzata ancora facoltativi e non obbligatori, così che, all epoca dei fatti contestati, non risultava cogentemente operativo un sistema di protezione effettivamente adeguato ad evitare accessi fraudolenti. Si vedano, in proposito, i rilevi formulati nella decisione del Collegio del 29 /11/2011, assunta nei confronti del medesimo intermediario da questo Collegio in seguito al ricorso n del 20/07/2011 (sul punto, si veda pure Collegio ABF Milano, decisione 1411/11, che considera, in ipotesi del tutto analoga, irrilevante, ai fini della difesa dell intermediario, la mera notizia della predisposizione del sistema Securecall sul sito per la generalità degli utenti). Infine, va rilevato che l intermediario ha reso noto di aver identificato l intestatario della carta abusivamente ricaricata che, però, poco dopo l operazione aveva prontamente prelevato la somma sottratta, sostenendo che la restituzione andava comunque richiesta al terzo, non essendo la somma più nella propria disponibilità. L argomento di difesa in questione va fortemente contestato. Come ha più volte ribadito questo Collegio (si veda, ad es., la decisione n. 1163/2011), appare infondata l affermazione, ripetutamente utilizzata dal convenuto intermediario, secondo cui sarebbe il cliente a dover agire nei confronti del percettore, per giunta conosciuto dall intermediario, essendo invece chiaro come sia solo sull intermediario a gravare la responsabilità di assicurare il corretto funzionamento del sistema anche sotto il profilo dell adeguato accesso ad esso dei fruitori, solo su di lui conseguentemente potendo pure gravare i rischi connessi all eventuale azione di recupero nei relativi confronti, ove beneficiari di operazioni fraudolentemente disposte. Pag. 5/6

5 L insieme degli argomenti su esposti induce questo Collegio ad accogliere la domanda del ricorrente. P.Q.M. In accoglimento del ricorso, il Collegio dichiara l intermediario tenuto alla restituzione dell importo di euro 478,00. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00 quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente la somma di 20,00 quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6