IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Avv. Bruno De Carolis... Dott. Comm. Girolamo Fabio Porta Avv. Alessandro Leproux Membro designato dalla Banca d Italia, che svolge le funzioni di Presidente ai sensi dell art. 4 del Regolamento per il funzionamento del Collegio Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone... Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario per le controversie in cui sia parte un consumatore Prof.ssa Liliana Rossi Carleo. Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 9/3/2012, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto La ricorrente è titolare presso l intermediario di un conto corrente, cointestato con il coniuge e sul quale operano due carte bancomat, una delle quali nella disponibilità della figlia. In data 31 dicembre 2010, quest ultima subiva il furto del portafoglio nel quale, tra l altro, si trovava la carta Bancomat rilasciata dalla resistente. In particolare, esponeva la ricorrente che la richiesta di blocco della carta, effettuata dalla figlia mediante chiamata al servizio assistenza della banca - al quale si segnalava la presenza di due carte bancomat collegate al medesimo conto corrente - veniva riscontrata con il rilascio del relativo codice blocco ; nonostante tali accorgimenti, in data 3 gennaio 2011, la ricorrente accertava la presenza di sei prelievi fraudolenti (in un arco temporale Pag. 2/6

2 compreso tra il 31 dicembre 2010 ed il 3 gennaio 2011, per un importo totale di 2.246,00). La cliente informava l intermediario dell accaduto e presentava contestuale denuncia presso le Autorità competenti. In tale occasione la banca, dopo aver accertato che il blocco era stato disposto solo per una delle due carte bancomat, rassicurava positivamente i propri clienti sul rimborso degli importi indebitamente sottratti, attribuendo l imputabilità dell errore ad un proprio dipendente. Detta disponibilità non veniva tuttavia confermata in sede di risposta al reclamo (inoltrato dalla cliente in data 4 gennaio 2011). La ricorrente presentava l odierno ricorso in data 7 luglio 2011 nel quale, rilevando di aver comunicato correttamente le generalità di entrambi i cointestatari del rapporto di conto corrente nonché la presenza di due carte bancomat collegate al medesimo conto, precisava altresì che: l errore nel blocco delle carte da parte del servizio preposto veniva espressamente riconosciuto dal personale della filiale della banca; i codici di accesso erano stati correttamente custoditi; il primo prelevamento è avvenuto tre ore dopo il furto ; l intermediario aveva arbitrariamente sospeso il servizio di sms alert. Ciò posto, la ricorrente chiedeva all ABF: 1. la condanna dell intermediario alla restituzione delle somme corrispondenti ai prelevamenti pari a euro 2.246,00; 2. il risarcimento del danno patrimoniale, e non, subito dalla stessa per un importo totale pari a 2.421,00. Con controdeduzioni del 16 settembre 2011, la resistente eccepiva la violazione del divieto contrattualmente stabilito in capo al titolare di cedere a terzi il bancomat (art. 2, co. 1, delle Clausole contrattuali); la medesima evidenziava altresì: - che la richiesta di blocco della carta era stata effettuata sul nominativo del cointestatario e dunque a valere su una diversa carta bancomat da quella indicata; - che per ciascuno strumento di pagamento, il call center forniva distinti numeri di blocco; - la violazione degli obblighi di custodia dei codici di accesso in capo al titolare, posto che la carta Bancomat non era in suo possesso (ma nella disponibilità della figlia) al momento del furto; - l assenza di un servizio di segnalazione mediante SMS di allarme a copertura di tutte le tipologie di operazioni, posto che il servizio attivo a favore dei ricorrenti è reso gratuitamente dalla banca al fine di informare la clientela dei prelievi (o pagamenti POS) Pag. 3/6

3 che, per importo e/o luogo geografico, evidenziano possibili anomalie, peraltro, non riscontrabili nel caso in questione. Per le ragioni che precedono, la resistente - non ravvisando profili di responsabilità ad essa ascrivibili - chiedeva all ABF il rigetto del ricorso in quanto infondato. Diritto L intermediario deduce che la regolarità delle transazioni addebitate sul conto della cliente sarebbe comprovata dalla corretta digitazione dei codici personali per l utilizzo della carta; ravvisando profili di negligenza nella custodia delle predette credenziali da parte del titolare - e in particolare la violazione del divieto contrattualmente stabilito di cedere a terzi il bancomat - la resistente assume che alcuna responsabilità possa esserle attribuita. Il rilievo è infondato. Questo Collegio ha già avuto modo di osservare che le norme contrattuali che disciplinano il rilascio di uno strumento di pagamento devono essere interpretate secondo il principio di buona fede e che lo stesso non può considerarsi violato a seguito di un affidamento temporaneo della carta ad un familiare, specie se trattasi del figlio del titolare. È ragionevole ritenere infatti che l affidamento temporaneo della carta al figlio non possa concretare una significativa violazione della regola contrattuale invocata dalla resistente che impone l obbligo di custodia della carta e del relativo PIN; è plausibile infatti che, nell ambito del nucleo familiare, uno stretto congiunto possa essere delegato a procedere ad un determinato utilizzo della carta nell interesse comune (v. in tal senso, ABF, Collegio di Roma, Decisioni n. 174/2012 e n. 924/2010). Ciò posto, si rileva che ai sensi dell art. 12 del d. lgs. 27 gennaio 2010, n. 11, di attuazione della direttiva 2007/64/CE sui servizi di pagamento nel mercato interno, il rischio di prelievi fraudolenti, eseguiti da terzi a seguito di furto o smarrimento dello strumento di pagamento e/o del PIN, prima della comunicazione che deve essere fatta al prestatore circa l utilizzo non autorizzato (ai sensi dell articolo 7, comma 1, lettera b, del citato decreto legislativo), viene posto a carico del cliente limitatamente all importo massimo di euro 150,00 e per il rimanente a carico della banca, salvo che il cliente non sia incorso in violazione dolosa o gravemente colposa degli obblighi di custodia della carta o del PIN. Inoltre, salvo il caso in cui abbia agito in modo fraudolento, l utilizzatore non sopporta alcuna perdita derivante dall utilizzo di uno strumento di pagamento smarrito, sottratto o utilizzato indebitamente intervenuto dopo la citata comunicazione. Pag. 4/6

4 Ora, in base ai principi che regolano la responsabilità contrattuale (art c.c.) l onere di dimostrare la colpa grave o il comportamento fraudolento del cliente spetta all intermediario. Deve quindi valutarsi se l intermediario abbia, o meno, adempiuto a tale onere: abbia cioè fornito la prova della violazione, se non dolosa, gravemente colposa degli obblighi contrattuali da parte dell odierno ricorrente. Al riguardo, si sottolinea che la colpa grave è comunemente identificata in una straordinaria ed inescusabile imprudenza, negligenza od imperizia e, quindi, nella violazione, non solo della diligenza media del buon padre di famiglia (vale a dire di una persona di media avvedutezza e accortezza, consapevole dei propri impegni e delle relative responsabilità (Cass. 18 maggio 2009, n ), ma anche di quel grado minimo ed elementare di diligenza generalmente osservato da tutti (Cass. 19 novembre 2001, n ), Nella specie, non può ritenersi che l onere probatorio sia stato correttamente assolto dalla resistente avendo la stessa fatto ricorso, sostanzialmente, ad un asserita incauta custodia della carta e ad una mera presunzione (non accompagnata da ulteriori specifici elementi) di omessa o negligente custodia dei codici da parte della ricorrente. In realtà, non può negarsi che il furto è stato prontamente denunciato dall interessata, come altrettanto prontamente è stato richiesto il blocco della carta. Il fatto che, a quanto afferma l intermediario, il blocco avrebbe riguardato una carta diversa da quella oggetto di furto non può essere ascritto alla responsabilità della denunciante, la quale circostanza non contestata dalla banca non ricordava il numero della carta. Deve allora ritenersi che il mancato blocco di ambedue le carte, a titolo prudenziale, data l incertezza manifestata dalla denunciante, sia da ascrivere a fattori tecnici estranei alla ricorrente (e alla stessa denunciante), ma riconducibili alla sfera di responsabilità dell intermediario e dei suoi incaricati di provvedere con la dovuta diligenza rafforzata, propria di chi opera nel settore. Giova, infatti, ricordare con riguardo ai profili di responsabilità della banca, che la diligenza posta a carico del professionista ha natura tecnica e deve essere valutata tenendo conto dei rischi tipici della sfera professionale di riferimento ed assumendo quindi come parametro la figura dell'accorto banchiere (Cass. n.13777/2007). Dalla documentazione agli atti appare che le operazioni disconosciute siano state effettuate decorse circa tre ore dalla comunicazione di blocco. Ora, ai sensi dell articolo 12 del citato d.lgs n. 11/2010, le perdite economiche derivanti dall utilizzo abusivo successivo al blocco della carta, sono a carico all intermediario; il medesimo infatti, una volta informato dell evento, è tenuto ad impedire il verificarsi (o il ripetersi) di pregiudizi della specie, rispondendo, in caso contrario, per le carenze del servizio di pagamento fornito. Pag. 5/6

5 In considerazione di quanto innanzi il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che l importo delle operazioni disconosciute, pari a complessivi euro 2.246,00, (sul quale non v è contestazione) sia posto a carico della resistente e che, per l effetto, sia rimborsato alla ricorrente, oltre agli interessi nella misura legale, maturati dalla data del reclamo sulla somma così determinata. Respinge ogni altra domanda. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6