IL COLLEGIO DI ROMA. [estensore] Finanziario. Fatto

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Avv. Bruno De Carolis... Dott. Comm. Girolamo Fabio Porta... Prof. Avv. Andrea Gemma... Prof. Avv. Raffaele Lener... Membro designato dalla Banca d Italia, che svolge le funzioni di Presidente Membro designato dalla Banca d'italia [estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Daniela Primicerio... Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 11/04/2012 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Con ricorso dell 8 agosto 2011 il ricorrente, titolare di una carta di credito revolving emessa dall intermediario resistente e di un conto corrente presso lo stesso, lamenta l illegittimità della revoca della carta con effetto immediato, in quanto non giustificata e senza preavviso. Il medesimo evidenzia la scorrettezza del comportamento tenuto dalla banca in occasione della revoca dello strumento di pagamento che ha determinato, tra l altro, l illegittima segnalazione del proprio nominativo in CAI; il medesimo rileva altresì che: a fronte degli utilizzi effettuati nei limiti dell'accordato operativo mensile in conto corrente, l intermediario non ha mai intimato l immediato pagamento del saldo a debito, né respinto alcun addebito connesso a tale carta; non si sono verificate variazioni del proprio merito creditizio durante il periodo di utilizzo della carta; l intervenuta revoca della carta e la conseguente segnalazione in CAI hanno comportato disagi per le difficoltà nel mantenimento dei finanziamenti già concessi da altri istituti, ovvero per Pag. 2/6

2 l ottenimento di ulteriore credito dal sistema, nonché limitazioni nell attività professionale. Ritenendo scorretta la condotta dell intermediario, il ricorrente chiede all'abf: - di accertare l illegittimità della revoca della carta di credito nonché della segnalazione nell'archivio CAI; - di disporre la cancellazione dei dati censiti a suo nome nel predetto archivio; - di riconoscere il risarcimento dei danni patrimoniali patiti, dal medesimo quantificati in euro ,00. Resiste l intermediario con controdeduzioni pervenute il 14 ottobre 2011 deducendo che: - la segnalazione, conseguita alla revoca della carta di credito, è stata legittimamente effettuata ai sensi dell'art. 10 bis, co. 1, lett. e), della Legge n. 386/1990, a mente del quale le banche e gli intermediari finanziari segnalano all'archivio CAI le generalità dei soggetti ai quali sia stata revocata l'autorizzazione all'utilizzo di carte di pagamento; - il blocco della carta di credito è stato disposto a fronte di un utilizzo eccedente la disponibilità presente sul conto di appoggio (da aprile a giugno 2011), non conforme alle previsioni contrattuali che, in assenza di affidamento, consentono l operatività nei limiti del saldo ivi disponibile; - il cliente è stato informato con raccomandata del 20 maggio 2011 dell intervenuta revoca della carta da parte dell'emittente della stessa; - la richiesta risarcitoria è da ritenersi infondata in quanto generica e sprovvista di allegazioni probatorie. Ciò posto la resistente chiede al Collegio il rigetto del ricorso in quanto infondato. Diritto Il ricorrente lamenta l illegittimità della revoca della carta e della conseguente segnalazione in CAI in quanto effettuata dalla resistente in mancanza di preavviso e di motivazione, avanzando altresì richiesta risarcitoria. Pag. 3/6

3 Osserva anzitutto il Collegio che ai sensi dell articolo 125-quater, comma 2, del T.U.B. (introdotto dal D. Lgs. n. 141/2010, di recepimento della Direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, e applicabile ratione temporis al caso in esame) i contratti di credito a tempo indeterminato possono prevedere il diritto del finanziatore a: recedere dal contratto con un preavviso di almeno due mesi, comunicato al consumatore su supporto cartaceo o altro supporto durevole; sospendere, per una giusta causa, l utilizzo del credito da parte del consumatore, dandogliene comunicazione su supporto cartaceo o altro supporto durevole in anticipo e, ove ciò non sia possibile, immediatamente dopo la sospensione. Alla stregua di tale norma è dunque possibile contemplare, nei contratti della specie, il potere di recesso a favore dell intermediario nel rispetto di un termine minimo di preavviso, indicato in due mesi, posto a tutela del cliente che come nel caso in esame rivesta la qualifica di consumatore e comunicato al medesimo secondo le citate modalità. E altresì consentito all intermediario il diritto di sospendere l utilizzo del credito in presenza di un giustificato motivo. Ritiene il Collegio che il suddetto preavviso non rappresenti un requisito di legittimità in senso proprio del recesso bensì una condizione di efficacia dello stesso; in mancanza di preavviso (nel termine legale di due mesi o convenzionale se superiore) il recesso non è atto a produrre i propri effetti. Ciò può rilevare sotto il profilo della correttezza di condotte successive (quale l iscrizione in CAI) o ai fini risarcitori, ove il cliente dimostri di aver subito un pregiudizio per non aver usufruito del previsto lasso temporale tra la comunicazione e la chiusura del rapporto. Peraltro, l unica deroga alla necessità di un congruo preavviso potrebbe essere rappresentata dalla sussistenza di una giusta causa, come desumibile dalla disciplina generale del Codice del Consumo secondo cui Si presumono vessatorie fino a prova contraria le clausole che hanno per oggetto, o per effetto tra l altro, di consentire al professionista di recedere da contratti a tempo indeterminato senza un ragionevole preavviso, tranne nel caso di giusta causa (D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206, art. 33, co. 2, lett. h). Pag. 4/6

4 Nella fattispecie in esame la resistente, pur avendo esercitato un diritto legalmente e convenzionalmente riconosciuto, ha inteso sciogliere unilateralmente il rapporto di credito revolving, revocando la carta, senza rispettare il termine di preavviso di cui sopra né fornire al cliente una motivazione giustificativa. Tale giustificazione è stata indicata - peraltro in maniera non esaustiva - solo in sede di replica al reclamo invocando una clausola del contratto secondo cui il cliente è tenuto ad utilizzare le disponibilità del conto nei limiti del saldo disponibile, malgrado la stessa stabilisca che la banca può consentire al Cliente di utilizzare fondi in eccedenza rispetto al saldo del conto corrente, in assenza di apertura di credito ovvero rispetto all importo dell apertura di credito concessa ( sconfinamento ). Pertanto l iscrizione in CAI è avvenuta sulla base di una revoca inefficace, in violazione dei presupposti di cui alla disciplina di settore nonché di quei canoni generali di buona fede, correttezza e diligenza professionale cui la condotta dell intermediario deve essere sempre improntata; ciò nella misura in cui la resistente non solo ha effettuato la segnalazione in assenza di una revoca efficace, ma non ha neanche informato il cliente delle conseguenze pregiudizievoli derivanti dal blocco della carta e dalla contestuale decadenza dal beneficio della dilazione. Va osservato, altresì, che il ricorrente ha ricevuto una comunicazione di blocco della carta - non direttamente dalla banca ma dall ente gestore per conto di quest ultima - senza alcuna motivazione; in proposito, si richiama il disposto dell art.6 del D.Lgs. n.11 del 2010 che prevede il blocco in caso di significativo aumento del rischio che il pagatore possa divenire inadempiente, circostanza non sussistente nella fattispecie, prevedendo inoltre la riattivazione dello strumento di pagamento al venir meno delle ragioni che hanno portato al blocco. Ritiene dunque il Collegio che la segnalazione del ricorrente in CAI debba essere cancellata, in quanto illegittima. Ciò posto, occorre valutare l eventuale fondatezza della domanda di risarcimento dei danni patrimoniali che il ricorrente assume di aver subito. Pag. 5/6

5 Sul punto il medesimo non fornisce specifici elementi probatori circa la sussistenza di conseguenze dannose di carattere patrimoniale derivanti dal recesso unilaterale con effetto immediato da parte della banca. In proposito, va richiamato il principio giurisprudenziale in base al quale spetta al danneggiato l'onere di fornire la prova di un concreto pregiudizio economico subito ai fini della determinazione quantitativa e della liquidazione del danno (cfr. tra le tante: Cass., Sez. I, n del 25/3/2009). Si osserva altresì che, in mancanza della prova del danno, non è possibile neppure procedere alla liquidazione in via equitativa, trovando applicazione l'ulteriore principio giurisprudenziale secondo cui l'esercizio del potere discrezionale di liquidare il danno in via equitativa, conferito al giudice dagli artt e 2056 cod. civ. [ ] presuppone che sia provata l'esistenza di danni risarcibili e che risulti obiettivamente impossibile o particolarmente difficile, per la parte interessata, provare il danno nel suo preciso ammontare (Cass., Sez. III, n del 30/04/2010). Per le ragioni che precedono il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che l intermediario provveda a che sia cancellata con effetti retroattivi la segnalazione del nominativo del ricorrente dalla Centrale d Allarme Interbancaria. Rigetta l istanza risarcitoria. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6