IL COLLEGIO DI ROMA. Prof. Avv. Raffaele Lener Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario [Estensore]

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1 composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale IL COLLEGIO DI ROMA Presidente Dott.ssa Claudia Rossi Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Pietro Sirena Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Raffaele Lener Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario [Estensore] Prof. Avv. Claudio Colombo Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato nella seduta del 26/10/2012, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica; Fatto 1.1 Con ricorso del 25 maggio 2012, la società ricorrente lamenta l illegittimità della condotta dell intermediario, il quale avrebbe bloccato la sua operatività finanziaria e impedito il trasferimento dei fondi disponibili sul conto corrente anticipi in quello ordinario, nonché ridotto e revocato unilateralmente le linee di fido accordate, nonostante le buone condizioni economiche dell impresa, che aveva da poco eseguito un aumento di capitale (da ,00 a ,00) e, nell anno precedente, aveva registrato un aumento del 10% del proprio fatturato. Ulteriormente, la ricorrente denuncia l atteggiamento di assoluta chiusura e indifferenza mostrato dall istituto di credito dinanzi ai suoi molteplici reclami e richieste di chiarimenti, rimasti privi di riscontro. Per tali ragioni, essa domanda all Arbitro Bancario e Finanziario la condanna dell intermediario al risarcimento dei danni, quantificati in ,00, per il pregiudizio sofferto nella propria operatività finanziaria e per la lesione cagionata alla propria immagine, stante la necessità di posticipare il pagamento degli stipendi e dei fornitori. Pag. 2/8

2 1.2 Più in particolare, la società aveva stipulato con l intermediario un contratto di affidamento, sottoscritto il 28 gennaio 2011, relativo allo sconto e accredito s.b.f. di effetti, assegni, ricevute bancarie, titoli, altri documenti anche in forma elettronica / anticipi su fatture e su contratti / anticipi su certificati di conformità / finanziamenti all importazione e all esportazione / finanziamenti in valuta / operazioni di mercato monetario / documentale export / documentale import / lettre de change rélevé L.C.R. e billet à l ordre B.O.R. / incasso banconote fuori corso. Essa intratteneva altresì, con il medesimo intermediario, un apertura di credito a tempo indeterminato (con scadenza a revoca), per elasticità di cassa e con fido pari a 5.000,00, a valere sul conto corrente. 1.3 La ricorrente afferma che l intermediario, nel dicembre 2011, dopo aver accettato e lavorato una presentazione di portafoglio salvo buon fine, non le avrebbe reso disponibili i relativi fondi, nonostante essa avesse rappresentato la necessità di utilizzare quelle somme per il pagamento dei dipendenti. I successivi tentativi di comunicazione e le richieste di chiarimenti, inviati anche via fax e via mail, sarebbero rimasti privi di riscontro da parte dell intermediario, che, secondo l istante, avrebbe preferito addebitare le spese per lo scoperto e segnalare la società in Centrale Rischi. L unica comunicazione ricevuta da parte dell intermediario sarebbe stata una raccomandata del 18 gennaio 2012, con cui questo chiedeva di sistemare il saldo debitore di ,16 presente sul conto corrente ordinario, a fronte di un apertura di credito di 5.000, Anche i successivi reclami, inviati all intermediario dalla società, sarebbero rimasti privi di riscontro, fino a quando questo (con nota del 27/2/2012) comunicava l avvenuta riduzione dei fidi (da ,00 a ,00, sul conto anticipi, e da 5.000,00 ad 2.200,00, per apertura di credito in conto corrente) e la loro conversione a scadenza (i.e., revoca) appena tre giorni dopo (il 1 marzo 2012). 1.5 Costituitosi in giudizio, l intermediario chiede il rigetto del ricorso, difendendo la legittimità del proprio operato ed evidenziando che, nel corso del rapporto, si era verificato in più occasioni un utilizzo del saldo di conto corrente Pag. 3/8

3 oltre fido, in ragione della richiesta di rimborso di ricevute bancarie (Ri.Ba.) rimaste insolute. 1.6 La banca afferma inoltre che, più volte, nel 2011, in occasione di appositi incontri e accordi con la ricorrente, pur se in concreto non comprovati da alcun elemento probatorio, era stata evidenziata la necessità di provvedere alla sistemazione della situazione debitoria della stessa, concordando l utilizzo della linea anticipi esclusivamente a tal fine, onde evitare segnalazioni in Centrale Rischi. Il medesimo intermediario deduce, altresì, che, contrariamente a quanto sostenuto dalla ricorrente, esso, alla luce di quanto concordato e dell esposizione debitoria della società, in data 14 dicembre 2011 aveva accettato alcuni effetti per la lavorazione, anticipando un importo che consentiva di ripianare il saldo debitore registrato a quel momento. 1.7 In seguito (il 18 gennaio 2012 e il 7 febbraio 2012), in considerazione di ulteriori Ri.Ba. rimaste insolute, la banca ribadiva la necessità di sistemare la posizione debitoria registrata dal conto, che presentava un saldo pari a ,16, a fronte di un apertura concessa per 5.000,00, e rammentava gli accordi intercorsi circa le condizioni di utilizzo della linea anticipi. 1.8 Successivamente, in occasione della verifica periodica delle linee accordate, a cui gli istituti di credito sono generalmente tenuti, l intermediario notificava al cliente la variazione delle linee di affidamento, resasi necessaria in quanto il rapporto aveva in più occasioni registrato un utilizzo del saldo di conto corrente oltre il fido, per l avvenuta presentazione di un crescente numero di effetti rimasti insoluti. Al riguardo, la banca eccepisce che, in ogni caso, la facoltà di recedere in qualsiasi momento dall affidamento, o di ridurlo o sospenderlo, era stata espressamente prevista in suo favore in sede contrattuale (sia in relazione al conto anticipi che all apertura di credito in conto corrente). 1.9 Quanto alla lamentata indifferenza e all asserito mancato riscontro dei reclami, l intermediario eccepisce di aver ad essi puntualmente risposto, sostenendo che, per tutta la durata del rapporto, oltre che nella stessa fase di reclamo, il dialogo tra le parti era stato costante. Pag. 4/8

4 1.10 Con riferimento, infine, alla domanda risarcitoria avanzata dall istante, la banca ne eccepisce la carenza sul piano probatorio e ne domanda pertanto il rigetto, non avendo fornito, la società, alcuna dimostrazione dei danni in concreto patiti. Diritto 1.11 La controversia verte attorno alla legittimità della condotta dell intermediario, che, secondo le allegazioni della ricorrente: i) avrebbe rifiutato di trasferire i fondi presenti sul conto corrente della medesima ricorrente, bloccandone l operatività finanziaria; ii) avrebbe unilateralmente provveduto a ridurre e revocare le linee di fido, nonostante le buone condizioni economiche dell impresa; iii) avrebbe mancato di riscontrare i reclami e le richieste del cliente A difesa del proprio operato, l intermediario eccepisce che in numerose occasioni, nel corso del rapporto, la ricorrente avrebbe presentato per la lavorazione effetti (Ri.ba.) rimasti insoluti. Nella specie, dalla lista movimenti del conto corrente prodotta in giudizio, risultano, in effetti, 13 rimborsi addebitati alla ricorrente per Ri.Ba. insolute. Tale situazione, secondo quanto dedotto dalla banca, avrebbe indotto quest ultima a concordare con la ricorrente che l accettazione degli effetti per lo sconto sarebbe dovuta avvenire al solo fine di ridurre l esposizione debitoria della società e chiudere il rapporto. Di tali accordi non è stata, tuttavia, fornita alcuna evidenza probatoria in giudizio: ciò che impedisce al Collegio di apprezzarne e verificarne la portata ai fini della decisione Del resto, appare significativo che, dai documenti prodotti in giudizio, emerga che alla data in cui la ricorrente chiedeva l esecuzione del girofondo per il pagamento degli stipendi (19 dicembre 2011), il conto corrente ordinario presentava un saldo passivo di 4.971,45, nei limiti, dunque, del fido di 5.000,00 concessole: tale saldo, peraltro, conseguiva all avvenuto utilizzo, da parte della banca, di effetti salvo buon fine (per un importo di ,00) per il ripianamento dell esposizione debitoria Tanto premesso, ai fini della risoluzione della controversia occorre verificare se la condotta della banca, e, segnatamente, la revoca (conversione a Pag. 5/8

5 scadenza ) dell apertura di credito da essa operata, sia o meno legittima, sia sul piano della sua coerenza con le previsioni contrattuali, sia su quello della sua conformità ai principi di buona fede e correttezza Sul piano contrattuale, la condotta dell intermediario appare coerente con le relative clausole negoziali, le quali avevano attribuito alla banca la facoltà di recedere in qualsiasi momento dall affidamento, nonché di ridurlo o sospenderlo, con effetto immediato (salvo preavviso di cinque giorni per il pagamento delle somme dovute) Sul piano normativo, in tema di contratto di apertura di credito viene in rilievo l art c.c., il quale, nel caso di rapporto a tempo indeterminato (c.d. a revoca ), legittima il recesso della banca anche in assenza di una giusta causa, purché mediante preavviso nel termine stabilito dal contratto, dagli usi o, in mancanza, in quello di quindici giorni Secondo l opinione prevalente, la norma costituisce espressione di un principio generale, in base al quale, nei rapporti di durata, il recesso è consentito anche ad nutum, salvo, in ogni caso, l obbligo di preavviso a carico del recedente. Parimenti, la giurisprudenza dominante ha precisato come, nei contratti di apertura di credito a tempo indeterminato, l esercizio recesso, ammesso, come detto, anche ad nutum salvo l obbligo di preavviso, debba comunque essere improntato al rispetto dei principi di buona fede e correttezza, ex artt e 1375 c.c., i quali si pongono come generali regole di comportamento, non derogabili né disponibili dall autonomia privata (cfr. Cass. 13 aprile 2006, n. 8711, Cass. 13 agosto 2004, n ; v. ABF Collegio di Roma, dec. n del 17 novembre 2011; dec. n. 284 del 23 aprile 2010; Collegio di Milano, n. 1274/11). Si è, infatti, osservato come, secondo un principio generale, desumibile dal sistema, la previsione del diritto di recedere ad nutum non esclude un controllo in merito alla conformità a correttezza del suo esercizio, in punto di presupposti e modalità. Ove il recesso non risulti coerente con tali principi, esso dovrà pertanto ritenersi abusivo e illegittimo. Pag. 6/8

6 1.18 In tale prospettiva, la c.d. revoca brutale del fido da parte dell intermediario, operata in modo arbitrario e senza alcuna comunicazione preventiva, è considerata illegittima e non conforme ai suddetti principi di correttezza, ledendo la ragionevole aspettativa del cliente che sulla possibilità di disporre della provvista per un dato periodo di tempo può aver fatto affidamento Tanto osservato, avuto riguardo ai precedenti dell Arbitro Bancario e Finanziario, il Collegio ritiene, nel caso di specie, censurabile e contrario a correttezza e buona fede il recesso esercitato dalla banca. A tanto conduce, per un verso, l eccessivamente ristretto termine di preavviso (di soli tre giorni) in concreto riconosciuto alla cliente dall intermediario, e, per altro verso, l esame delle circostanze di fatto allegate da quest ultimo a giustificazione della revoca del fido, le quali non paiono idonee a fondare alcun ragionevole timore, per la banca, di insolvenza o di deterioramento delle condizioni economiche della ricorrente o, comunque, a far emergere una sua incapacità di rimborsare l accordato. Del resto, l invocata esistenza di accordi con il cliente, in forza dei quali, secondo quanto asserito dalla banca, la gestione del conto e degli affidamenti sarebbe dovuta avvenire al solo fine di consentire il rientro dall esposizione debitoria e chiudere il rapporto, non risulta essere stata dimostrata, atteso che l intermediario, come rilevato sopra, non ha fornito alcun elemento probatorio al riguardo Il comportamento della banca appare censurabile anche sotto il profilo della carente comunicazione con il cliente, e, segnatamente, del mancato riscontro alle richieste e ai reclami avanzate da quest ultimo. L intermediario, pur asserendo di aver riscontrato dette richieste, non ha, infatti, prodotto alcun elemento probatorio idoneo a suffragare dette affermazioni (la banca ha allegato la risposta asseritamente fornita al reclamo della ricorrente, datata 28/12/2011, senza però fornire evidenza né della sua spedizione né dell avvenuta ricezione) Rilevata, dunque, la non conformità della condotta dell intermediario ai principi di correttezza e buona fede, deve, però, osservarsi come la ricorrente non abbia, in concreto, provato l esistenza del pregiudizio lamentato quale conseguenza di quella condotta, limitandosi ad allegare generici e non Pag. 7/8

7 circostanziati danni all immagine e alla propria operatività finanziaria. La domanda risarcitoria dalla stessa avanzata non può, pertanto, trovare accoglimento, non essendo stato offerto alcun elemento da cui possa desumersi, con sufficiente certezza, il pregiudizio effettivamente patito Ciò premesso, il Collegio ritiene che debba essere in ogni caso censurato e stigmatizzato il comportamento complessivo della resistente, sia sotto il profilo delle modalità con cui essa ha esercitato il recesso dall apertura di credito, sia sotto quello della mancanza di tempestivi e puntuali riscontri alle richieste e ai reclami del cliente, e, in generale, in ragione del suo atteggiamento non collaborativo nei rapporti con quest ultima A tal riguardo, si raccomanda pertanto all intermediario di prestare la massima attenzione nel mantenere rapporti corretti con la propria clientela, e, segnatamente, nel curare e l adeguatezza e la tempestività delle comunicazioni ad essa rivolte, sia in sede di riscontro ad istanze e reclami, sia in sede di esecuzione, ed eventuale recesso, dai contratti di apertura di credito. Il principio di correttezza richiederà, in particolare, l invio di comunicazioni tempestive e puntuali, e, nei casi di revoca di aperture di credito a tempo indeterminato, la concessione di un preavviso adeguato, comunque più lungo rispetto ai soli tre giorni concessi nel caso di specie, e che, in difetto di una diversa previsione contrattuale, non potrà essere inferiore a 15 giorni. P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. Delibera, inoltre, di rivolgere all intermediario, nei sensi di cui in motivazione, indicazioni utili a migliorare le relazioni con la clientela. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 8/8