COLLEGIO DI MILANO. Membro designato dalla Banca d'italia. (MI) SANTARELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) GAMBARO (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) ORLANDI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) SANTARELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) GIRINO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) GAMBARO Nella seduta del 19/09/2013 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Nel proprio ricorso all ABF la ricorrente, titolare di una ditta individuale, ha ricordato di avere in essere presso la convenuta: - un conto corrente non affidato, acceso nel 2003 e oggetto di revoca in seguito alla negoziazione di due assegni bancari restituiti in assenza di disponibilità liquide sul conto; - un mutuo chirografario, erogato nel 2010, per ,00; - un conto corrente personale. Con reclamo del 15/6/2012 la ricorrente, titolare dei rapporti sopra indicati, faceva tra l altro presente che: la banca aveva restituito due assegni bancari, tratti sul proprio conto corrente (riferito alla ditta individuale) non affidato, in quanto privi di provvista alla data di presentazione per l incasso (rispettivamente l 11 maggio 2012 e il 17 maggio 2012), lamentando di non essere stata avvisata dai responsabili della dipendenza sia della segnalazione presso la centrale CAI sia della circostanza che il ì proprio conto corrente era stato bloccato ; Pag. 2/6

2 di avere appreso della segnalazione in CAI soltanto in data 3/6/2012 e da parte di un altro istituto di credito; di avere ricevuto la comunicazione di revoca del conto corrente il 2/6/2012, senza alcuna menzione della predetta segnalazione in CAI. Secondo la ricorrente, l intermediario, con riscontro del 25/6/2012, aveva precisato che, dalle verifiche effettuate, non erano emerse anomalie nel comportamento della filiale, in ordine alla gestione degli assegni bancari. Sulla vicenda aveva anche fatto presente che: l andamento del c/c presentava una situazione costante e prolungata di carenza dei fondi necessari a fronteggiare gli impegni successivamente presentati ; la filiale competente aveva provveduto ad inviare la comunicazione di revoca di convenzione di assegno, ovvero la facoltà di emettere ulteriori assegni in data 23 maggio 2012 e già relativamente al primo degli assegni presentato e privo di copertura; per entrambi gli assegni bancari risultavano essere già stati effettuati i pagamenti tardivi previsti dall art. 8 della L. 386/1990. Con la presentazione del ricorso, la ricorrente, facendosi assistere da un legale, ha ripercorso la vicenda precisando che: la convenuta non si era limitata solo all immediata revoca della convenzione d assegno, ma aveva anche azzerato l operatività del conto corrente, non permettendo così alla ricorrente di effettuare direttamente i versamenti sul conto corrente, dirottando invece le somme su un conto di transito ; contestualmente alla revoca della convenzione di assegno, nonostante non fossero decorsi i termini previsti dalla normativa per i pagamenti tradivi, aveva inviato alla Centrale Rischi tale segnalazione di revoca; tale segnalazione avrebbe determinato un peggioramento del rating assegnato alla posizione e da ciò sarebbe anche dipesa la mancata erogazione di un finanziamento di ,00, richiesto ad altro istituto di credito. Pertanto la ricorrente ha chiesto di dichiarare l illegittimità del blocco del conto corrente e della segnalazione presso la CR; di accertare e dichiarare che, a causa di detta segnalazione, la ricorrente ha perso la possibilità di accadere ad un finanziamento presso altro intermediario per ,00, e per l effetto condannare il resistente a risarcire detta somma alla ricorrente; infine, in via istruttoria, dato che il secondo intermediario non ha rilasciato documentazione relativa al rifiuto del finanziamento richiesto, la ricorrente chiede che l ABF acquisisca detta documentazione con particolare riguardo ai motivi del diniego. L intermediario, con la presentazione delle controdeduzioni, con PEC tramite il Conciliatore Bancario in data 16/1/2013, ha ripercorso preliminarmente la vicenda, riepilogando in premessa le richieste presentate con il ricorso. Con riferimento alle prime due richieste dichiarare l illegittimità del blocco dell operatività del c/c e della segnalazione in Centrale dei Rischi la banca ha fatto osservare che: a) il rapporto di contocorrente aveva da tempo evidenziato una situazione di costante e prolungata carenza di fondi ; b) fin dal mese di febbraio 2012 la ricorrente era stata avvisata dell imminente segnalazione nelle banche dati a causa dello stato di insolvenza delle rate del mutuo, facendo anche osservare che in CR l interessata era già segnalata per sconfinamenti di fido presso il sistema bancario; c) l operatività del conto veniva pertanto monitorata dalla filiale, costretta a segnalare più volte alla ricorrente la necessità di lavorare a credito e di versare i fondi per il pagamento delle rate in arretrato. Relativamente alla terza richiesta accertare e dichiarare che in conseguenza di tale segnalazione la ricorrente non ha potuto ottenere il finanziamento della somma di ,00 la convenuta ha precisato che la relazione era andata via via Pag. 3/6

3 deteriorandosi, in particolare dopo la presentazione dei due assegni bancari privi di copertura. Sul punto ha, inoltre, precisato che: - per l assegno n di 3.721,14, emesso in data 11/5/2012 e pervenuto il 14/5/2012, era stata attivata la pre-revoca Capri a fronte dell impagato, precisando anche che in relazione all attestazione del deposito da parte della ricorrente, datata 6/6/2012, a fronte del limite di pagamento previsto per il 27/7/2012 non è stata effettuata alcuna segnalazione nell archivio CAI ; - per l assegno n di 4.000,00, emesso in data 17/5/2012 e pervenuto il 22/5/2012 (all. 6), era stata attivata la revoca Capri per mancanza di autorizzazione e la conseguente iscrizione in Archivio CAI della sig.ra [ ] a far tempo dal 6/6/2012 ; ciò in quanto l assegno sarebbe stato respinto con causale 10 (mancanza di autorizzazione ex art. 1 L. 386/90) anziché 20 (mancanza fondi). Sul punto ha, inoltre, precisato che, in data 14/6/2012 aveva provveduto alla cancellazione della revoca erronea, con effetto dal 19 giugno 2012, facendo rilevare che la richiamata segnalazione erronea è rimasta attiva per 13 giorni. Contestualmente alla predetta rettifica, era stata inserita la segnalazione di pre-revoca Capri per mancanza di fondi, che non avrebbe dato seguito ad alcuna ulteriore segnalazione CAI, in quanto la ricorrente avrebbe costituito la necessaria provvista entro i termini previsti dalla normativa. Circa il risarcimento del danno, la banca ha fatto presente che la domanda non risulterebbe supportata da alcuna prova e quantificata in modo assolutamente generico. Pertanto l intermediario ha chiesto di dichiarare infondato il ricorso. DIRITTO Giova premettere che la domanda della ricorrente relativa all attivazione dei poteri di Collegio di acquisizione in via istruttoria di documenti detenuti da soggetti terzi, non può essere presa in considerazione, in quanto rivolta a sollecitare l uso di poteri che non sono attribuiti ai collegi ABF. Secondo le Disposizioni vigenti, i collegi ABF decidono sul procedimento sulla base della documentazione prodotta dalle parti. Circa il merito della controversia giova ricordare che con le prime tre domande la ricorrente chiede di accertare l illegittimità del comportamento della banca, che sulla base di quanto esposto dall interessata avrebbe determinato l illegittimo blocco del conto corrente e le erronee segnalazioni nelle banche dati di riferimento; con la quarta domanda la medesima ricorrente mira ad ottenere il risarcimento del danno, quantificato in ,00, in relazione al peggioramento del rating connesso all illegittimo comportamento, che avrebbe causato il rifiuto del finanziamento richiesto ad altro istituto bancario. Ciò posto, si deve considerare che la ricorrente ha lamentato il blocco del conto e la circostanza di essere stata informata della revoca dello stesso solo dopo essere stata impossibilitata ad effettuare il versamento. Sul punto ha allegato alcune distinte di versamento effettuate l 11 e 12 giugno 2012 che parrebbero confluite su un conto interno della banca. La convenuta sul punto si è limitata a far rilevare l andamento del conto corrente aveva da tempo evidenziato una situazione costante e prolungata di carenza di fondi, fornendo a giustificazione delle difficoltà, allegate evidenze contabili da cui emergono ritardi nel pagamento delle rate del mutuo chirografario e sconfinamenti sul conto non affidato. Il Collegio ritiene che al riguardo la condotta della banca non è stata corretta, perché la mancata copertura dei due assegni giustificava la revoca della convenzione di assegno, ma non il blocco del conto corrente, blocco che in effetti ha ostacolato, anche se non impedito, il pagamento tardivo. Né possono essere ritenute Pag. 4/6

4 convincenti le ragioni addotte dalla banca relative all andamento di altri rapporti con la ricorrente. Non è in questione la possibilità di recesso dal rapporto di conto corrente, ma le modalità con cui esso è stato attuato, che non possono andare esenti da rilievi. La ricorrente ha inoltre lamentato la segnalazione in CAI di cui è stata fatto oggetto. Al riguardo occorre precisare che la domanda deve essere interpretata, perché la ricorrente ha utilizzato una terminologia ondivaga. In sede di presentazione del ricorso ha contestato la trasmissione alla Centrale Rischi della segnalazione di Revoca della convenzione Assegno, facendo riferimento alla L. 386/90 che disciplina le segnalazioni nell Archivio CAI. In sede di reclamo è stata contestata solo l illegittima segnalazione in CAI. Non è dubbio però che per entrambi gli assegni la ricorrente abbia provveduto al pagamento tardivo, ma entro i termini normativamente previsti; mentre per il secondo degli assegni impagati, la banca ha ammesso di avere effettuato una erronea segnalazione in CAI, segnalando una emissione per mancanza di autorizzazione che era sicuramente errata, e che è stata revocata dopo 16 giorni. In riferimento a ciò la ricorrente ha avanzato domanda risarcitoria per la somma di ,00, pari a quella che avrebbe chiesto ad un intermediario terzo a titolo di finanziamento che non gli è stato concesso a causa della presenza di segnalazioni. Il Collegio deve però osservare che la mancata erogazione di un finanziamento equivale alla perdita di una chance, e che il risarcimento connesso alla perdita di una chance non può essere mai eguale all ammontare della utilità non conseguita. Inoltre l utilità non conseguita era costituita da un finanziamento bancario che deve essere restituito con gli interessi, mentre la medesima somma viene richiesta a titolo di risarcimento del danno che la ricorrente dovrebbe incamerare per intero. In queste condizioni la specifica domanda risarcitoria non può essere presa in seria considerazione, e ciò esime dal rilevare che il suo fondamento probatorio è alquanto evanescente. Ciò non toglie che l errata ed illegittima segnalazione in CAI effettuata dalla banca ha sicuramente leso la reputazione della ricorrente. Al riguardo il Collegio reputa che debba essere esclusa la risarcibilità del danno patrimoniale, perché a tal fine è necessario che di tale danno sia provato o, quanto meno, desumibile l an e il quantum del pregiudizio. Il che non ricorre nel caso in esame. Risarcibile appare invece il danno non patrimoniale rispetto al quale il Collegio può disporre di più ampi poteri di liquidazione equitativa, essendo notoriamente assai difficile dare la prova del suo ammontare. Al riguardo dalla giurisprudenza dei Collegi emerge che la liquidazione equitativa di tale tipo di danno è guidata da alcuni parametri tra cui la durata della segnalazione illegittima e la gravità della colpa dell intermediario segnalante ed, infine, la considerazione per cui l ammontare di tali risarcimenti si colloca all interno di una forbice compresa tra i 500 ed i 5000 euro. Considerata quindi la non lunga durata della segnalazione, ma la non lieve negligenza dell intermediario il Collegio reputa equo un risarcimento di euro 1.000,00. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso e dispone che l intermediario corrisponda la somma di 1.000,00 alla ricorrente equitativamente determinata. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla ricorrente la somma di 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6