COLLEGIO DI ROMA. Membro designato dalla Banca d'italia. (RM) CARATELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) MARZIALE (RM) SIRENA (RM) MELI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) CARATELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) MARINARO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore CORAPI DIEGO Nella seduta del 28/07/2014 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica Fatto La controversia verte sulla contestazione di alcuni addebiti relativi a una carta bancomat rilasciata dalla convenuta. In particolare, in base alla dinamica riferita da parte attrice, in data 22 aprile 2013, il ricorrente veniva contattato dal direttore della propria filiale, che lo aggiornava sullo stato del conto corrente, a debito a seguito di numerose transazioni e prelievi di contante eseguiti a mezzo di carta Bancomat. Il giorno successivo, il cliente sporgeva denuncia presso la competente Autorità di Pubblica Sicurezza, disconoscendo 61 operazioni, tra pagamenti POS e prelievi, disposte a partire dal giorno 10 marzo 2013 al giorno 22 aprile 2013, a suo dire, con una carta mai possedut[a] né utilizzat[a]. Parte attrice dichiarava, altresì, di non [aver] mai subito alcun furto, in casa o in auto, né smarrimenti in Pag. 2/6

2 genere. Il verbale di denuncia veniva integrato in data 26 aprile In tale occasione il cliente riconosceva la tessera come propria e ricollegava il furto alla sua partecipazione a una manifestazione ciclistica, durante la quale, ricordava, erano state forzate numerose autovetture accanto alla propria. Quest ultima, debitamente chiusa, non presentava segni di effrazione, e, al suo interno, l istante aveva ritrovato tutti i propri effetti personali, compreso il borsello, nascosto sotto il sedile con il portafoglio e tutti i documenti, tanto da non aver sporto denuncia non ritene[ndo] di aver subito alcun furto. In data 3 giugno 2013, il ricorrente presentava, pertanto, formale reclamo alla convenuta con istanza di rimborso degli addebiti contestati. L istituto di credito riscontrava negativamente la richiesta con nota del 4 luglio Ritenendo non soddisfatte le proprie istanze, con ricorso pervenuto il 7 marzo 2014, il ricorrente rinnova le lamentele già espresse, e chiede la restituzione dell importo in contestazione, per euro ,27, sottratto attraverso l utilizzo indebito del bancomat, oltre a commissioni e a interessi passivi applicati, detratta la sola somma di [euro] 150,00 così come previsto dal d.lgs. 11/10. Nelle motivazioni parte attrice contesta qualsiasi addebito di grave negligenza, giacché ignaro di quanto accaduto. Non appena contattato tardivamente dalla banca, si è, altresì, attivato prontamente, proponendo denuncia querela avanti l Autorità Giudiziaria. Il blocco dello strumento di pagamento è stato invece - a suo dire - disposto, in via cautelativa, dallo stesso istituto, in data 23 aprile Sull apposizione del blocco la resistente fornisce una differente versione, sostenendo che la richiesta sia partita da parte attrice, così come da modulo contestazione carte di pagamento sottoscritto dal cliente e allegato agli atti. Al ricorso replica la convenuta. L intermediario evidenzia, prima di tutto, la condotta gravemente negligente del ricorrente, che, come testimonia la denuncia del 23 aprile, dimentica di aver richiesto e di possedere una carta di debito rilasciatagli dalla banca - peraltro, con massimali molto elevati -, e per la quale, pur in assenza di frequenti utilizzi, continuava a pagare annualmente il canone previsto. Il cliente ha, altresì, trascurato di verificare, nel giorno del furto, la presenza della tessera all interno del proprio borsello, seppur a conoscenza dell avvenuta effrazione di diversi autoveicoli nello stesso luogo in cui aveva lasciato la propria auto. Per di più, il mancato controllo della carta, e/o [del] saldo Pag. 3/6

3 del proprio conto corrente, ha fatto sì che le operazioni indebite si siano protratte per 24 giorni. Nelle proprie controdeduzioni, la resistente evidenzia ulteriori elementi che concorrerebbero a configurare un profilo di grave imprudenza nel comportamento di parte attrice. Le operazioni disconosciute sono state, ad esempio, tutte effettuate con corretta digitazione del PIN e con l utilizzo di tecnologia a microchip, che, secondo l intermediario, rende inviolabile la carta e permette il suo utilizzo solo in presenza del codice segreto. Tale circostanze, per la convenuta, non fa che ritenere verosimile una grave trascuratezza anche nella custodia del PIN. Tutto ciò premesso, l intermediario ritiene che nessuna responsabilità o violazione possa essergli contestata, e chiede dunque che l Arbitro rigetti ogni pretesa prospettata dalla controparte, ovvero ne limiti l importo, sulla base del concorso di colpa da valutarsi in via equitativa. Diritto Il Collegio è chiamato a decidere in merito al mancato accoglimento di una richiesta di rimborso di somme sottratte a seguito del furto di una carta bancomat. Ai fini della decisione, vanno anzitutto considerate quali siano le eventuali responsabilità ascrivibili alle parti, alla luce dei criteri indicati dal d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 11, che regola la materia dei servizi di pagamento nel mercato interno. Tale provvedimento dispone all art. 12, comma 3, che le perdite derivanti da operazioni che il titolare disconosce vengano poste a carico del cliente qualora l intermediario provi che questi abbia agito in modo fraudolento oppure non abbia adempiuto, con dolo o colpa grave, a uno degli obblighi a suo carico. Tra questi obblighi rientrano, secondo quanto previsto dall art. 7 delle medesime disposizioni di legge, tra l altro: il solerte blocco dello strumento di pagamento in caso di sottrazione, oltre alla diligente custodia dei dispositivi personalizzati che ne consentono l utilizzo. Nel caso in esame, considerati i fatti così come ricostruiti dalle parti, occorre verificare se possa ritenersi sussistere una colpa grave del cliente nell aver lasciato il borsello, contenente la carta di debito, incustodito nell auto, in un luogo alla merce di terzi estranei, dimenticandosi, altresì, di controllare la disponibilità della carta, nel giorno del furto - seppur a conoscenza dell avvenuta effrazione Pag. 4/6

4 di diversi autoveicoli nello stesso luogo in cui aveva lasciato la propria auto - e nei giorni a seguire, tanto che le operazioni indebite si sono protratte per 24 giorni. In più occasioni l ABF ha avuto modo di sottolineare come la funzione svolta dagli strumenti di pagamento, di consentire la movimentazione in via elettronica di somme di denaro, richieda una particolare diligenza nella loro custodia, in considerazione della possibilità tutt altro che remota di frodi e malversazioni effettuabili tramite gli stessi. Tenuto conto di tali elementi, il Collegio si è sempre pronunciato ritenendo che circostanze come quelle in esame consentano di ravvisare gli estremi della colpa grave, che non rende possibile l applicazione della disciplina di favore prevista dall art. 12, comma 3, del d.lgs. n. 11/2010 (cfr. in tal senso, fra le più recenti, Decisione n del 14 aprile 2014). Sotto diverso profilo assumono tuttavia rilievo, ai fini della decisione, gli obblighi posti a carico dell intermediario dalle medesime disposizioni di legge, e in particolare quello previsto dall art. 8, comma 1, lett. a), di assicurare che i dispositivi personalizzati che consentono l utilizzo di uno strumento di pagamento non siano accessibili a soggetti diversi dall utilizzatore legittimato ad usare lo strumento medesimo, fatti salvi gli obblighi posti in capo a quest ultimo ai sensi dell articolo 7. In questa ottica, non sembra che l intermediario abbia adottato particolari strumenti di protezione diretti a prevenire l utilizzo fraudolento dello strumento di pagamento, e in particolare non risulta che fosse in funzione il sistema di allarme tramite sms (c.d. SMS alert), che avrebbe consentito al cliente di avvedersi tempestivamente dell uso non autorizzato del bancomat fin dalle prime operazioni. In relazione a quanto precede, il Collegio ravvisa nel comportamento delle parti un concorso di colpa ai sensi dell art c.c., da ascrivere al ricorrente per il comportamento gravemente trascurato e incauto - che si è concretato nella violazione degli obblighi di cui al richiamato art. 7 del citato decreto -, e all intermediario per aver omesso di approntare adeguate misure di sicurezza a tutela della controparte. Il Collegio accoglie, quindi, il ricorso e per l effetto dispone che le conseguenze dannose derivanti dalle operazioni indebite debbano essere poste a carico delle parti in ragione delle rispettive colpe. Si decreta, pertanto, che la convenuta corrisponda al ricorrente l importo di euro 4.477,64, oltre interessi legali da calcolarsi a partire dalla data del reclamo a quella del soddisfo. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio dispone che l intermediario corrisponda al ricorrente la somma complessiva di euro 4.477,64 con interessi legali dalla data del reclamo al saldo. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6