Collegio di Milano. - Prof.ssa Antonella Maria Sciarrone Alibrandi Membro designato dalla Banca d'italia

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1 Collegio di Milano composto dai signori: - Prof. Avv. Antonio Gambaro Presidente - Prof.ssa Antonella Maria Sciarrone Alibrandi Membro designato dalla Banca d'italia - Prof. Avv. Emanuele Cesare Lucchini Membro designato dalla Banca Guastalla d Italia (Estensore) - Dott. Dario Purcaro Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario - Prof. Avv. Alberto Monti Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato nella seduta del 26 giugno 2012 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario; la relazione istruttoria della Segreteria Tecnica. FATTO Con reclamo del 7/3/2011 il cliente, per il tramite di un legale, contestava quanto segue: a febbraio 2009, l allora responsabile di una filiale della convenuta assicurava al [ cliente] la somma di euro ,00 avvalorando una aspettativa concreta in ordine alle attività della ditta ; il cliente non otteneva nulla perché il direttore che da lì ad un anno subentrava [ ] non osservava l impegno del suo predecessore e con delibera tardiva faceva maturare al [ ] cliente una sofferenza di euro ,00. Chiedeva quindi un risarcimento del danno subito o comunque [ ] un rientro del debito maturato. La banca riscontrava il reclamo il successivo 14/04/2011, precisando quanto segue: la filiale ha sempre prestato la massima attenzione alle [ ] esigenze del cliente e in ogni caso qualsiasi affidamento si concretizza solo al momento della sottoscrizione di apposito contratto ; in proposito, era stato sottolineato che, all epoca, il cliente beneficiava d interventi di sostegno al reddito in base all accordo con il M.E.F. ABI Banche con la sospensione temporanea del pagamento delle rate del mutuo intestato al[ cliente] ; sempre per venire incontro alle esigenze del cliente, gli era stato erogato un finanziamento di Euro ,00 con rientri mensili di Euro 1.000,00 a partire dal 31/03/2010 sino al 31/10/2011; contestualmente veniva rivisto [ ]l[ ]affidamento Pag. 2/6

2 per smobilizzo di Euro ,00 con delibera del 22/01/2010, accettata dal cliente il successivo 5/2/2010; la filiale era a disposizione del cliente per chiarire la posizione debitoria nonché il pignoramento presso terzi di ,62 a suo carico, ricevuto il 17/02/2011. Con ricorso pervenuto il 24/1/2012, il ricorrente ha fatto riferimento al reclamo e ha chiesto: la risoluzione di controversia in fieri risarcimento del danno [ ] forfettario [ ] e/o rientro agevolato del debito maturato ; soluzione problematica di incaglio ; osservanza degli accordi presi. Con le controdeduzioni pervenute in data 11/04/2012, l intermediario ha esposto quanto segue: - il ricorrente legale rappresentante d[i un]a ditta individuale è titolare di un conto corrente aperto il 26/7/2004 e di un mutuo chirografario di originari Euro ,00 stipulato il 28/10/2008 con scadenza 28/10/2012; - ad aprile 2009, il cliente contattava l agenzia per richiedere un aumento delle linee di credito, in particolare un mutuo chirografario finalizzato a dare liquidità alla sua azienda ; - esaminata la documentazione, la banca rigettava la richiesta in considerazione della debole struttura patrimoniale dell azienda e dei numerosi insoluti di portafoglio [ ] riguardo ai quali il Ricorrente non forniva spiegazioni né tempi di sistemazione ; - a fine 2009 il cliente, a fronte di sconfinamenti sul conto corrente e rate impagate sul mutuo, richiedeva di aderire alla moratoria per le piccole imprese, che prevedeva la sospensione delle rate del suo finanziamento per 12 mesi e quindi dal luglio 2009 al luglio 2010 ; conseguentemente, veniva concessa un apertura di credito di Euro ,00 con rientri di Euro 1.000,00 mensili a partire dal 31/3/2010 fino al 31/10/2011; contestualmente, il castelletto s.b.f. veniva ridotto da Euro ,00 a Euro ,00 a causa dell elevata percentuale di insoluti ; tali deliberazioni venivano formalizzate il 22/1/2010 e sottoscritte dal cliente il successivo 5/2/2010; - il 17/2/2011 la resistente riceveva un atto di pignoramento presso terzi per euro ,62, da parte di un fornitore della ditta [cliente] ; il ricorrente, chiamato a fornire chiarimenti comunicava di essere in gravi difficoltà economiche anche presso altri istituti di credito e di non essere di fatto in grado di pagare i propri fornitori ; - dalla notifica del pignoramento il cliente non effettuava più presentazioni di portafoglio e lasciava il conto corrente sconfinato ; in particolare, dall estratto al 31/3/2011 emergeva che il saldo a debito del conto corrente veniva decurtato unicamente dalle liquidazioni delle partite SBF già in essere, presentate al netto degli insoluti pervenuti ; - da maggio 2011 non risultava più alcun deconto né risulta che il Ricorrente si sia mai preoccupato di saldare il debito ; - con riferimento al mutuo il ricorrente beneficiava dell anzidetta sospensione dei pagamenti; tuttavia, esauritosi tale beneficio, sono state pagate tre rate trimestrali, scadute il 28/08/ /10/2010 e 28/01/2011, ma nulla più è stato decurtato e, alla data di presentazione delle controdeduzioni, il finanziamento presentava quattro rate impagate; Pag. 3/6

3 - il 29/11/2011 la convenuta ha poi ricevuto un altro pignoramento presso terzi per euro ,74 da parte di un creditore del[ cliente] a testimonianza dello stato di insolvenza del Ricorrente ormai conclamato. La banca ha poi ribadito quanto già rappresentato al cliente nella fase del reclamo; in particolare, i contratti di affidamento si concretizzano solamente dopo la sottoscrizione di accordi scritti e non per accordi verbali e la filiale ha sempre mostrato attenzione alle esigenze del cliente; in particolare pur ricorrendone i presupposti, non sono ancora state revocate le linee di credito in essere, né il [convenuto] ha intimato formalmente il pagamento del debito, concedendo sostanzialmente al Ricorrente il tempo necessario per inquadrare meglio i propri impegni e le proprie risorse economiche e per formulare un nuovo piano di rientro. Ciò nonostante, la banca non ha finora ricevuto alcuna proposta dal Cliente stesso. Pertanto, la convenuta, nel respingere le accuse di negligenza da parte del cliente e nel considerare pretestuosa la richiesta di risarcimento danni, ha chiesto al Collegio di ritenere infondato il ricorso. Le controdeduzioni sono state trasmesse al ricorrente con mail del 13/4/2012. DIRITTO Prima di esaminare nel merito la controversia sembra, tuttavia, opportuno riportare alcuni aspetti essenziali ai fini della decisione. Con il ricorso, parte attrice ha chiesto: la risoluzione della controversia e/o rientro agevolato del debito maturato ; un risarcimento danni forfettario; sia nella corrispondenza intercorsa nella fase del reclamo, sia nel ricorso, parte attrice fa riferimento a problematiche di incaglio o di sofferenza, senza, contestare espressamente alcuna eventuale segnalazione, di cui, peraltro, non risulta alcun riscontro documentale agli atti. Nella fase del reclamo il cliente ha lamentato asseriti ritardi nell erogazione di un fido di Euro ,00 e ha affermato di non ave[r] ottenuto alcun risultato. In proposito, la banca convenuta ha affermato, in sede di controdeduzioni, di non aver accolto tale richiesta dopo analisi del merito di credito; ha poi fatto presente l insieme delle linee di fido di cui gode il cliente e che qui vengono riepilogate: mutuo chirografario di originari Euro ,00 concesso il 28/1/2009, con rate trimestrali di Euro 2.278,68 e scadenza finale del prestito: 28/10/2012. Su tale forma di finanziamento il cliente aveva ottenuto la sospensione dei pagamenti in base all accordo ABI Ministero dell Economia, sottoscritto il 18/11/2009; in base al documento agli atti, la ricorrente avrebbe pagato fino alla rata scaduta il 28/4/2009, ma non avrebbe pagato le rate scadute il 28/7/2009, 28/10/2009, 28/1/2010 e 28/4/2010, chiedendo la sospensione (accordata) per le predette rate; apertura di credito in conto corrente di Euro ,00, concessa il 22/1/2010 (e sottoscritta per accettazione dal ricorrente il successivo 5/2/2010) con rientro in venti rate mensili di Euro 1.000,00 cadauna a partire dal successivo 31/3/2010; fido a revoca di Euro ,00 concesso sempre il 22/1/2010 mediante anticipo sbf; in base a quanto riferito dalla banca si tratta, in realtà, di una riduzione di un precedente fido di Euro ,00; di quest ultimo affidamento non vi sono tracce agli atti. Pag. 4/6

4 La banca ha affermato di non aver attivato alcuna procedura nei confronti del cliente, di non aver revocato le linee di fido e di non avergli inviato alcuna dichiarazione di decadenza dal beneficio del termine pur ricorrendone i presupposti. In particolare, in base a quanto affermato dalla banca in sede di controdeduzioni, risulterebbero impagate diverse rate del mutuo e non risulterebbe che il cliente sia mai rientrato, nemmeno parzialmente, dal fido di Euro ,00; il conto corrente, a far data dal maggio 2011, risulta movimentato solo per addebito di interessi e commissioni. L esposizione è conseguentemente aumentata da Euro ,00 a Euro ,00 circa a fine Sia nella fase del reclamo, sia nel ricorso, parte attrice ha fatto riferimento a problemi di incaglio e sofferenza, senza tuttavia contestare espressamente eventuali segnalazioni, delle quali, peraltro, non fornito alcuna evidenza. Le circostanze ora illustrate depongono nel senso dell infondatezza di tale ultima istanza. Residuano, dunque, due questioni rilevanti per la decisione: 1. la rinegoziazione delle condizioni contrattuali di un finanziamento; 2. la richiesta di risarcimento danni da responsabilità precontrattuale. Quanto alla prima problematica, questo Collegio ha già avuto occasione sottolineare che, in generale, non sussiste al di fuori delle specifiche previsioni di legge (che, tuttavia, nella fattispecie in questione non appaiono ricorrere) un generale obbligo di rinegoziazione del contratto di finanziamento in funzione perequativa. Infatti, la possibilità di rivedere le condizioni contrattuali salvi i limiti posti dall ordinamento rientra nella più ampia autonomia delle parti, le quali possono ridefinire i propri interessi in una fase successiva alla genesi del contratto, ma ogni modifica delle condizioni del contratto di finanziamento in essere, non può prescindere dal consenso di entrambe le parti, che deve formarsi in piena libertà. L ultima questione da analizzare è parzialmente collegata a quella appena illustrata. Infatti, come già si è avuto occasione di sottolineare (cfr., ad esempio, decisione n. 969 del e decisione n. 886 del ) nel nostro ordinamento non si può in alcun modo rinvenire un obbligo di erogazione del credito in capo agli intermediari. L attività delle imprese bancarie deve, infatti, ispirarsi ai principi di una sana e prudente gestione e deve essere esercitata, con tutta la discrezionalità e l insindacabilità che caratterizzano le politiche gestionali di ciascun intermediario, avendo riguardo alla stabilità complessiva, all efficienza e alla competitività del sistema finanziario (arg. ex art. 5, d.lgs. 1 settembre1993, n. 385). Il fatto che non si possa ravvisare un obbligo come quello appena illustrato non esclude radicalmente la possibilità di riconoscere che, in determinate ipotesi, il mancato accoglimento della richiesta di credito possa essere fonte di responsabilità per le banche, ma ciò può avvenire solo qualora l intermediario non impronti le proprie relazioni d affari secondo i criteri di buona fede e correttezza puntualizzati dalle Disposizioni emanate dalla Banca d Italia in tema di trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari, disposizioni che, com è noto, costituiscono specificazione dei principi enunciati, in via più generale, dal codice civile. Chiarito, dunque, che nell attività di concessione del credito la banca esplica la propria autonomia imprenditoriale e fermo restando l obbligo di correttezza e buona fede anche nella fase dell istruttoria, nel caso che ne occupa non possono ravvisarsi profili di illegittimità del comportamento dell intermediario, il quale, nell ambito della propria autonomia, ha effettuato alcune scelte che non sono in alcun modo sindacabili dal ricorrente, le cui doglianze risultano, quindi, non degne di accoglimento. P.Q.M. Pag. 5/6

5 Il Collegio non accoglie il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6