Decisione N del 06 novembre 2015

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) LAPERTOSA (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) ORLANDI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) RONDINONE Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) TINA Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore LUCCHINI GUASTALLA EMANUELE Nella seduta del 08/09/2015 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Con riferimento ad un rapporto di conto corrente instaurato inter partes ed attualmente cessato, il ricorrente chiede all intermediario il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale per non aver fornito puntuali riscontri ai reclami ricevuti, per aver comunicato i propri dati personali a terzi e per aver lasciato che costoro si presentassero come dipendenti della banca e molestassero il ricorrente con richieste di pagamenti. Più precisamente, il ricorrente risultava intestatario di un conto corrente bancario aperto presso una filiale della convenuta. Nel periodo gennaio 2014 marzo 2014 il ricorrente riceveva numerose comunicazioni via mail, via SMS e via telefono da parte della Sig.ra P.Z., presentatasi quale dipendente della convenuta appartenente ad una task force per le attività di recupero crediti, la quale lo invitava a regolarizzare la propria posizione corrispondendo alla convenuta l importo di euro 3.507,00 relativo ad uno scoperto di conto corrente. Pag. 2/6

2 La Sig.ra P.Z. scriveva da un account non intestato alla convenuta, bensì alla società C.S.. Il ricorrente e i suoi avvocati svolgevano numerose ricerche, ma non riuscivano ad ottenere informazioni né sulla società C.S., né sulla Sig.ra P.Z., né sui loro rapporti con la convenuta. In data 8 maggio 2014 il ricorrente presentava, quindi, una richiesta di spiegazioni alla convenuta, inviata per conoscenza anche al Sig. R.S., il promotore finanziario tramite il quale aveva stipulato il rapporto di conto corrente. La convenuta non forniva alcun riscontro a tale richiesta. Il 15 maggio 2014 la convenuta comunicava al ricorrente il recesso dal rapporto di conto corrente a lui intestato. Il 30 maggio 2015 la convenuta comunicava, inoltre, al ricorrente un preavviso di segnalazione in CR relativamente al predetto rapporto di conto corrente. In data 11 giugno 2014 il ricorrente presentava un reclamo alla convenuta, inviato per conoscenza alla questura di Milano, alla Banca d Italia, al Garante della Privacy e all Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, lamentando le seguenti violazioni di legge da parte della convenuta: - in primo luogo, questa aveva omesso di rispondere alla richiesta di informazioni inviata dal ricorrente in data 8 maggio 2014 entro i 30 giorni previsti dalla normativa bancaria e non aveva nemmeno fornito copia della documentazione contrattuale; - secondariamente, la convenuta aveva comunicato i dati personali del ricorrente alla Sig.ra P.Z. e alla società C.S., in violazione di quanto prescritto dalla normativa sui dati personali; - inoltre, la Sig.ra P.Z. si era indebitamente presentata come dipendente della convenuta, come appartenente ad una task force per le attività di recupero crediti e come persona molto nota presso la convenuta, in violazione della normativa di pubblica sicurezza sull esercizio dell attività di agenzia di recupero crediti ; - la Sig.ra P.Z. aveva, inoltre, rivolto al ricorrente intimidazioni e molestie telefoniche, in violazione della legge penale e ne aveva indebitamente condizionato il comportamento economico, in violazione della normativa antitrust e consumeristica. Il ricorrente chiedeva, pertanto, un risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito. La convenuta non forniva alcun riscontro. In data 28 agosto 2014 la Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Milano comunicava che la società C.S. e la Sig.ra P.Z. risulta[va]no sconosciuti a questo Ufficio. Non si esclude[va] tuttavia, che la predetta società [fosse] in possesso di licenza di polizia in materia di recupero crediti rilasciata da altra questura, ex art. 115 del TULPS, in considerazione della validità del titolo autorizzatorio sul territorio nazionale, né che la predetta P.Z. [fosse] una collaboratrice esterna di un eventuale agenzia di recupero crediti e non la titolare. In data 11 settembre 2014 il ricorrente presentava un ulteriore reclamo alla convenuta, inviato per conoscenza alla Banca d Italia e all ABI, lamentando le seguenti violazioni di legge da parte della convenuta: - anzitutto, questa aveva omesso di rispondere al reclamo inviato dal ricorrente in data 11 giugno 2014 entro i 30 giorni previsti dalla normativa bancaria; - nel comunicare i propri dati personali a terzi, aveva violato la disciplina relativa al segreto bancario. Rinnovava, pertanto, la propria richiesta di risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale. La convenuta non forniva alcun riscontro. Pag. 3/6

3 Il ricorrente si rivolgeva, perciò, all ABF, reiterando le proprie richieste risarcitorie. Il ricorrente ha, dunque, chiesto che il Collegio condanni l intermediario a risarcirgli il danno patrimoniale e non patrimoniale subito in conseguenza delle violazioni normative indicate. Nelle proprie controdeduzioni l intermediario difendeva la correttezza del proprio operato. Anzitutto, ricordava di aver fornito riscontro scritto ai reclami del ricorrente dell 11 giugno 2014 e dell 11 settembre 2014 in data 30 settembre 2014 e al reclamo del ricorrente del 27 ottobre 2014 in data 31 ottobre 2014 e 9 dicembre Faceva presente, peraltro, che il ricorrente aveva inizialmente inviato i reclami dell 11 giugno 2014 e del 27 ottobre 2014 ad un indirizzo dell intermediario non abilitato a ricevere pec. Precisava, inoltre, che il ricorrente non aveva mai contestato il proprio debito nei confronti dell intermediario quantificabile in euro 3.699,12 alla data del 30 settembre 2014 e che non aveva mai provveduto al pagamento di quanto dovuto; pertanto, legittimamente l intermediario aveva proceduto a recedere dal rapporto di conto corrente in data 15 maggio 2014 e a inviare al ricorrente un preavviso di segnalazione in CR in data 30 maggio La società *** S.r.l. (che il ricorrente indica come C.S. ) aveva provveduto a contattare il ricorrente per il recupero del credito vantato dall intermediario, previo regolare mandato conferito da quest ultimo e soprattutto previo consenso espresso dallo stesso ricorrente al momento della conclusione del contratto di conto corrente. Come si poteva evincere dalle allegate dallo stesso ricorrente, la *** S.r.l. si era sempre comportata molto cordialmente ed educatamente, in vista di una conclusione bonaria della vertenza. Si osservava, peraltro, che i reclami del ricorrente erano iniziati dopo la comunicazione di recesso dal conto e di preavviso di segnalazione, e non dopo i contatti con la società di recupero crediti. L intermediario osservava, infine, che il danno patrimoniale e non patrimoniale lamentato dal ricorrente non era stato in alcun modo dimostrato o quantificato. L intermediario ha chiesto che il ricorso sia dichiarato irricevibile o in ogni caso che sia rigettato. Il ricorrente, in sede di replica, ribadiva che la Sig. P.Z. si era presentata come dipendente della convenuta e che l account da cui scriveva si riferiva alla società C.S., peraltro non individuabile, e non alla *** S.r.l. menzionata dall intermediario. I recapiti forniti in calce alle non erano riconducibili né alla convenuta né ad altre società esistenti. Nonostante le ripetute richieste, l intermediario non aveva mai fornito al ricorrente documentazione attestante l identità e i poteri della Sig. P.Z. e il mandato ricevuto dalla società di recupero crediti; non era stato possibile capire se tale società agisse conformemente all art. 115 TULPS. La Sig. P.Z. si era comportata in modo assolutamente non professionale, mentendo sulla propria identità e minacciando ripetutamente il ricorrente con continue telefonate, da questi ricevute anche all estero. Osservava che i riscontri forniti dall intermediario risultavano intempestivi, in quanto, con riferimento ai reclami dell 8 maggio 2014 e dell 11 giugno 2014, pervenivano ben oltre i 30 giorni previsti dalla normativa bancaria. Inoltre, nonostante le richieste, l intermediario non aveva mai fornito al ricorrente il contratto di conto corrente. Il ricorrente contestava, inoltre, l ammontare della somma pretesa dall intermediario e si riservava di farne oggetto di una diversa ed ulteriore contesa legale. Pag. 4/6

4 DIRITTO Prima di esaminare nel merito la controversia sembra opportuno riportare alcuni aspetti essenziali ai fini della decisione. Oggetto della presente controversia è un rapporto di conto corrente bancario inter partes stipulato in data 24 agosto 2012 a mezzo del promotore finanziario R.S. ed estinto in data 15 maggio 2014 in seguito all esercizio da parte dell intermediario della facoltà di recesso. Il ricorrente chiede il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale asseritamente subito in conseguenza di alcuni comportamenti tenuti dall intermediario nella gestione del rapporto e nella successiva azione di recupero crediti. Nel dettaglio, le condotte su cui si appuntano le doglianze del ricorrente risultano essere le seguenti: a) non aver fornito alcun riscontro nei termini prescritti dalla legge ai reclami presentati e non aver provveduto all invio del contratto di conto corrente; b) aver comunicato a terzi (società di recupero crediti) i propri dati personali; c) aver consentito che la Sig.ra P.Z. si presentasse quale dipendente della convenuta e che la società di recupero crediti *** S.r.l. molestasse il ricorrente con continue intimazioni di pagamento. L intermediario difende, invece, la correttezza del proprio operato, sostenendo: a) di aver fornito riscontri puntuali al ricorrente; b) di aver comunicato i dati del ricorrente ad una società di recupero crediti sulla base di un rapporto di mandato e previo consenso del ricorrente; c) che la predetta società si è sempre comportata secondo correttezza. Sono versati in atti i reclami del ricorrente presentati in data 11 giugno 2014, 11 settembre 2014 e 27 ottobre 2014 e i riscontri dell intermediario inviati in data 30 settembre 2014, 31 ottobre 2014 e 9 dicembre È versato in atti il contratto di conto corrente in cui il ricorrente dà il proprio consenso al trattamento dei propri dati in relazione all informativa di cui all art. 13 d.lgs. 30/06/2003, n. 196, che dichiara di aver ricevuto, nonché la predetta informativa, in cui si afferma che i dati personali del ricorrente potranno essere comunicati a determinate categorie di soggetti italiani e stranieri, tra cui i soggetti che svolgono attività di recupero crediti o esattori e che tali soggetti trattano i dati in qualità di titolari di un autonomo trattamento. Un elenco dettagliato di tali soggetti è disponibile presso la sede della banca. È versata in atti una nota della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Milano del 28 agosto 2014 in cui si comunicava che la società C.S. e la Sig.ra P.Z. risulta[va]no sconosciuti a questo Ufficio. Non si esclude[va] tuttavia, che la predetta società [fosse] in possesso di licenza di polizia in materia di recupero crediti rilasciata da altra questura, ex art. 115 del TULPS, in considerazione della validità del titolo autorizzatorio sul territorio nazionale, né che la predetta P.Z. [fosse] una collaboratrice esterna di un eventuale agenzia di recupero crediti e non la titolare. La *** S.r.l. è una società esercente attività di recupero crediti per conto di vari intermediari. La convenuta afferma di aver incaricato tale società dell attività di recupero crediti, autorizzandone i dipendenti ad operare anche presso i propri uffici. Non si conosce la posizione della Sig. P.Z.; si fa, tuttavia, presente che costei scrive dall account ... Sulla base di quanto appena osservato non può che concludersi che l operato dell intermediario resistente appare perfettamente legittimo e che le doglianze di parte ricorrente appaiono totalmente prive di se non, a volte, totalmente smentite dai riscontri probatori agli atti del presente procedimento, facendo così apparire il ricorso presentato a questo Collegio come pretestuoso e totalmente privo di qualsivoglia fondamento. Pag. 5/6

5 Il Collegio non accoglie il ricorso. PER QUESTI MOTIVI IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6