Decisione N del 19 maggio 2016

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1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) MARINARI (NA) CARRIERO (NA) MAUGERI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) CAPOBIANCO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) BARTOLOMUCCI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore CAPOBIANCO ERNESTO Nella seduta del 30/03/2016 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Con ricorso del 3 settembre 2015 la ricorrente esponeva che il 9 gennaio 2015 presentava presso la propria banca (di seguito anche banca negoziatrice ovvero banca A) n. 11 effetti cambiari di 2.500,00 cad., con scadenze consecutive dal al , per un totale complessivo di ,00. Detti effetti dovevano essere presentati per la riscossione alla banca domiciliataria (ovvero banca B) e le somme dovevano essere accreditate sul suo conto corrente presso la banca negoziatrice con la modalità denominata dopo incasso. All inizio del mese di luglio 2015, la ricorrente, constatando il mancato accredito degli importi portati dai quattro effetti cambiari aventi scadenza dal 20 marzo al 20 giugno si rivolgeva alla propria banca, venendo in tal modo a conoscenza del fatto che non risultavano pervenuti i flussi d incasso da parte della banca corrispondente. L attrice, quindi, verificato che il traente aveva puntualmente onorato i propri impegni di pagamento e cercato inutilmente di ottenere chiarimenti dall intermediario domiciliatario, si risolveva a sporgere reclamo nei confronti di entrambe le banche. Pag. 2/6

2 In data prosegue la ricorrente - con valuta , venivano accreditati gli importi portati dagli effetti cambiari con scadenza 20 giugno e 20 luglio 2015, ma nessuna notizia veniva resa circa le tre cambiali aventi scadenza marzo, aprile e maggio. In seguito le pervenivano i riscontri degli intermediari, tuttavia tali nel contenuto da non consentire di individuare il responsabile del mancato accredito. In particolare, la banca negoziatrice invitava la cliente a rivolgersi alla banca corrispondente per accertare se quest ultima avesse correttamente inoltrato il flusso presso le sue casse; la banca domiciliataria, dal canto suo, si limitava a rappresentare di stare svolgendo accertamenti nel merito. Ritiene la ricorrente che il comportamento della propria banca sia contrario agli obblighi di legge ed alla buona fede in quanto la banca alla quale viene consegnato un titolo di credito per la sua riscossione assume la veste di mandatario per l incasso e, come tale, deve eseguire il mandato con la dovuta diligenza. Di conseguenza, la banca negoziatrice avrebbe dovuto richiedere tempestivamente alla domiciliataria una formale comunicazione dell avvenuto incasso ed informare [la cliente] dell esito dell incasso, accreditando il relativo valore o piuttosto restituendo i titoli protestati. Lamenta più in generale la ricorrente che i comportamenti degli intermediari avrebbero determinato una situazione tale da ingenerarle gravi danni, non avendo essa potuto far fronte a numerosi debiti in difetto dei puntuali accrediti delle somme di cui agli effetti posti all incasso: in particolare costei segnalava di non aver potuto pagare le tasse in scadenza nel mese di agosto 2015, corrispondere le rate di [un] vitalizio, e di essere stata costretta a utilizzare l intero fido concesso dalla banca [negoziatrice] sul conto corrente., pagando i relativi interessi passivi. A ciò aggiungeva che la banca [negoziatrice] le aveva bloccato le carte di credito e l addebito [omissis] per sconfinamento. Ha chiesto conclusivamente all Arbitro di dichiarare gli intermediari tenuti a corrispondere l importo di ,00 portato dagli effetti cambiari con scadenza , , e , oltre agli interessi legali ed alla rivalutazione monetaria dalle singole scadenze all effettivo pagamento, e un equo risarcimento economico e di immagine quantificabile in via equitativa in 4.000,00, ritenuto che, qualora [la parte] avesse potuto utilizzare le somme indebitamente trattenute, avrebbe potuto onorare i suoi debiti. Chiedeva inoltre la pubblicazione della decisione su tre quotidiani nazionali e il rimborso delle spese legali. La banca negoziatrice (banca A) costituitasi osservava che, a seguito della ricezione degli (n. 11) effetti cambiari, essa si assumeva l obbligo di presentare i titoli per la riscossione alle rispettive scadenze, specificando trattandosi di effetti cambiari con la formula dopo incasso sì che l accredito delle somme corrispondenti avviene al momento della riscossione dell importo dalla banca corrispondente presso la quale gli effetti sono pagabili. Affermava di aver agito, per tutta la durata del mandato, con professionalità e diligenza, lasciando all istituto di credito corrispondente ogni onere relativo alla riscossione delle somme da parte del debitore con successivo invio alla banca [negoziatrice] dei flussi di pagamento, al fine del successivo accredito in favore della cliente. Ciò posto, segnalava che, all esito degli accertamenti all uopo svolti, sarebbe emerso il mancato inoltro dei flussi da parte dell istituto corrispondente relativamente all incasso delle quattro cambiali delle quali la ricorrente lamentava il mancato incasso e che, tuttavia, dalle sue ultime verifiche era risultato che gli effetti datati 20.3, 20.4 e 20.8 erano stati pagati ed accreditati sul conto corrente della ricorrente. Quanto all effetto datato , l unico il cui importo alla data delle controdeduzioni non risultava ancora Pag. 3/6

3 pervenuto sul conto corrente della ricorrente, riferiva di aver sollecitato la banca B a fornire i dovuti riscontri. In ogni caso affermava l infondatezza della richiesta dei danni, patrimoniali e non, formulata dalla ricorrente, non solo perché nessun danno era derivato alla cliente dalla condotta tenuta dalla banca negoziatrice ma altresì per l assenza di prova del pregiudizio asseritamente subito. Si opponeva infine al richiesto rimborso delle spese legali, non essendo obbligatorio, per adire l ABF, l operato di un professionista. Costituitasi altresì la banca domiciliataria (nel prosieguo anche banca B), quest ultima eccepiva che col ricorso la cliente aveva ampliato le contestazioni di cui al reclamo del , ricomprendendo tra gli effetti cambiari di cui lamentava il mancato accredito in conto un titolo non ricompreso tra quelli oggetto di reclamo, anche perché avente scadenza successiva (il ). Nel merito sottolineava che, nel caso di specie, era la banca A ad assumere la veste di mandatario per l incasso con la conseguenza che solo a costui poteva richiedersi l osservanza dei doveri di diligenza verso il proprio cliente, mentre la banca B è mera domiciliataria degli effetti e in quanto tale non entra nel rapporto cambiario, ma agisce in veste di rappresentante del traente essendo unico onere a suo carico quello di comunicare, su istanza della banca negoziatrice, l esito degli effetti, cosa che avrebbe puntualmente fatto, avendo comunicato tempo per tempo quanto richiesto, come si poteva evincere dalla documentazione dalla procedura telematica diposizioni di portafoglio che depositava. Non ravvisando elementi di criticità nel proprio operato, si opponeva alla richiesta risarcitoria di parte avversa, in quanto infondata anche per la mancanza di sussistenza di un nesso di causalità tra il danno lamentato e la propria condotta. DIRITTO Va preliminarmente esaminata l eccezione sollevata dall intermediario (banca B) con la quale è stato dedotto che la cliente avrebbe ampliato le contestazioni di cui al reclamo del 24 luglio 2015, ricomprendendo tra gli effetti cambiari di cui costei lamentava il mancato accredito in conto, di un titolo non ricompreso tra quelli oggetto appunto di reclamo, anche perché avente scadenza successiva allo stesso (20 agosto 2015). L eccezione è fondata giacchè, rispetto al titolo in oggetto, la ricorrente non risulta aver preventivamente proposto reclamo. Il ricorso va quindi considerato irricevibile quanto al capo della domanda di pagamento del titolo in discorso. Nel corso del procedimento è poi emerso l avvenuto accredito sul conto della ricorrente gli effetti scadenti il 20 marzo 2015 e 20 aprile 2015 sicchè può considerarsi cessata la materia del contendere con riguardo al capo della domanda relativa all accertamento del diritto del ricorrente all accredito del relativo controvalore sul proprio conto. Quanto all effetto scadente il 20 maggio 2015 l istituto domiciliatario risulta aver provveduto a comunicare all altro intermediario convenuto tempo per tempo l intervenuto incasso dei titoli ed ha accluso a supporto della sua affermazione puntuale documentazione. In particolare, ha attestato il regolare inoltro dei flussi informativi attraverso i documenti e tabulati della c.d. procedura telematica denominata diposizioni di portafoglio. Dalla documentazione risulta che l incasso del titolo scadente il 20 maggio è stato comunicato in data 24 maggio. Ciò premesso, ritiene il Collegio che, come del resto osservato in altre decisioni (Coll. Napoli, n del 3 aprile 2013; Coll. Milano, n del 30 giugno 2015), la banca alla Pag. 4/6

4 quale viene consegnato un titolo di credito per l incasso assume la veste di mandatario per l incasso e, come tale, deve eseguire il mandato con la diligenza propria della categoria di appartenenza, ossia sia quella del bonus argentarius, come costantemente ribadito dalla Suprema Corte soprattutto in riferimento all'adempimento degli obblighi assunti nei confronti dei clienti (cfr., Cass., 12 giugno 2007, n. 1377). In particolare la banca negoziatrice ha riconosciuto la sussistenza dello specifico rapporto di mandato nella nota in atti del 13 agosto 2015 nella quale deduce appunto di curare per conto dell istante l incasso dei titoli in questione, nonché nelle sue controdeduzioni. Orbene la banca che riceva l incarico dal proprio cliente non può rimanere esente da responsabilità allegando il comportamento del proprio corrispondente del cui operato essa deve comunque rispondere affinché l esecuzione dell incarico venga eseguita (sul punto si veda Cass., 22 giugno 2001, n. 8524); peraltro nel caso di specie, per le ragioni innanzi precisate, non appaiono sussistere elementi tali da consentire qualsivoglia addebito di responsabilità a carico della banca domiciliataria (banca B). Pacifico quindi che del ritardo, o del mancato adempimento dell obbligo di accreditare il controvalore dell importo del titolo che risulta in atti pacificamente riscosso, debba rispondere la banca negoziatrice (banca A), va dichiarato il diritto del ricorrente di riceversi da quest ultima il pagamento del titolo scadente in data 20 maggio 2015 dell importo di euro 2.500,00, oltre interessi legali dalla data del mancato pagamento che può essere individuato a far data quantomeno, in difetto di diverse previsioni contrattuali, dalla comunicazione del ricevuto incasso (24 maggio 2015) in applicazione dell art c.c. Quanto alla domanda di danni ritiene il Collegio che le dedotte circostanze e i documenti prodotti non siano sufficienti ad attestarne la sussistenza in punto di an (anche quanto al rapporto causale) e di quantum. Non può essere accolta neppure la richiesta di pubblicazione della decisione su tre quotidiani nazionali trattandosi di misura non consentita dalla vigente procedura dinanzi all Abf la quale, è di per sé, già dotata delle note conseguente reputazionali connesse alla pubblicità delle sue decisioni ai sensi dell art. 6, commi 6 e 7, delib. Cicr 29 luglio 2008, n Quanto alla rifusione delle spese per l attività difensiva, richiesta dalla ricorrente, il Collegio, conformemente alla propria giurisprudenza, ritiene che essa possa essere riconosciuta non già quale autonoma voce di rimborso bensì quale componente del più ampio pregiudizio patito dalla parte ricorrente quantificabile, in via equitativa, in euro 200,00. Vanno altresì rimborsate le spese del procedimento nella misura di 20,00 euro. P.Q.M. In parziale accoglimento del ricorso, il Collegio accerta nei confronti della banca negoziatrice il diritto al pagamento del titolo indicato in motivazione oltre agli interessi dalla data del mancato pagamento. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00 quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente la somma di 20,00 quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE Pag. 5/6

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