Mente e linguaggio negli animali non umani. Stefano Gensini Filosofia del linguaggio II modulo Dispensa n. 2

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1 Mente e linguaggio negli animali non umani Stefano Gensini Filosofia del linguaggio II modulo Dispensa n. 2

2 Le tre parole-chiave di Aristotele: suono, voce. «La voce è l'urto dell'aria inspirata contro la cosiddetta trachea, urto prodotto dall'anima che risiede in queste parti corporee. Difatti, come s'è detto, non ogni suono dell'animale è voce (giacché si può emettere un suono anche con la lingua o tossendo), ma il percuziente deve essere animato ed accompagnarsi ad un'immagine. In effetti la voce è un suono che significa qualcosa, e non semplicemente, come la tosse, il suono dell'aria inspirata Ed è anche manifesto perché i pesci sono privi di voce: perché non hanno laringe. E mancano di questa parte corporea perché non assumono l'aria e non respirano» (De anima, 420b a 8) Suono < psophos (privo di significato) Voce < phone (prodotta dalla laringe, dotata di significato = psophos semantikos) La voce si accompagna a una rappresentazione mentale, avviene «metà phantasías tinos»

3 . e logos (o dialektos) Logos è l implesso ragione/linguaggio, termine non traducibile in latino e in italiano, che A. usa ad es. nella Politica (avendo d occhio la portata semantica del logos) Dialektos è l equivalente di «voce articolata» A. usa questo termine nell Historia animalium, avendo d occhio la struttura del significante

4 Il logos al confine fra gli animali e l animale politico «Perciò è chiaro che l uomo è animale più socievole di qualsiasi ape o di qualsiasi altro animale che viva in greggi. Infatti, secondo quanto sosteniamo, la natura non fa nulla invano, e l uomo è l unico animale che abbia il logos. La voce è segno del piacere e del dolore e perciò l hanno anche gli altri animali, in quanto la loro natura giunge fino ad avere e a significare agli altri la sensazione del piacere e del dolore. Invece il logos serve a indicare l utile e il dannoso, e perciò anche il giusto e l ingiusto. E questo è proprio dell uomo rispetto agli altri animali: esser l unico ad avere nozione del bene e del male, del giusto e dell ingiusto e così via» Notare la differenza: la voce è semeion del piacere e del dolore, il logos consiste invece in un deloun, in un «indicare, manifestare» ciò che è utile o donnoso. Riflettiamo sul senso teorico della distinzione; essere segno di vs. indicare (Politica, libro 1, 1253 a7-30)

5 L approccio comparato dell Historia animalium (libro IV, 9) "la voce e il suono sono due cose diverse, e una terza è la voce articolata (dialektos). La voce non può venire emessa da nessun altra parte se non dalla laringe: perciò quegli animali che sono privi di polmoni neppure possono emettere la voce. Il linguaggio è l'articolazione (diarthrosis) della voce mediante la lingua (glotta)». «Dunque le vocali sono emesse dalla voce, cioè dalla laringe, mentre le consonanti dalla lingua e dalle labbra: e di queste consta la voce articolata (dialektos). Perciò quegli animali che non hanno lingua o non l'hanno sciolta, non possono articolare (la voce). È invece possibile emettere suoni (psophein) anche con altre parti. [ad es gli insetti]»

6 L articolazione nell essere umano Presupposto della voce è dunque la presenza di polmoni e della laringe. Perché sia abbia dialektos è necessario l intervento degli organi presenti nel cavo orale, come la lingua e anzitutto della lingua che col suo movimento «articola» cioè segmenta» il flusso della voce. Dialektos < dia-legein Il tratto sopralaringeo comprende la faringe, il velo palatino, il palato, i denti, le labbra.

7 Due casi che affascinano Aristotele: i delfini. «Anche il delfino emette stridi e mormorii quando balza fuori all'aria aperta, ma in modo ben diverso dagli animali suddetti [i pesci]: in questo caso si tratta di una voce perché esso possiede sia polmoni sia trachea: non ha però lingua sciolta e le labbra sì da poter articolare in qualche modo la voce». Studi recenti confermano l intuizione di Aristotele: i delfini hanno un raffinato sistema di comunicazione che per qualche verso (rudimentali capacità combinatorie) ricorda quello umano.

8 e gli uccelli canori Sia la voce sia la dialektos si differenziano secondo i luoghi. Quanto alla voce, sono constatabili soprattutto le differenze fra il timbro acuto e quello grave, mentre all'interno di uno stesso genere essa non si differenzia affatto quanto alla specie; la voce però che consta di suoni articolati, e che si potrebbe definire una sorta di dialektos, è differenziata sia fra gli animali appartenenti a generi diversi, sia, secondo il luoghi, fra quelli compresi nello stesso genere: così ad esempio certe pernici chiocciano, altre trillano. E fra i piccoli uccelli, alcuni non cantano con la stessa voce dei loro genitori, se sono stati allevati lontani da essi e hanno udito il canto di altri uccelli. E accaduto del resto di osservare una femmina di usignolo che insegnava a cantare a un suo piccolo, segno che il linguaggio non è altrettanto naturale della voce, e può essere plasmato. Anche gli uomini emettono la stessa voce, ma non certo la stessa voce articolata."

9 Gli uccelli canori dunque - Hanno una sorta di voce articolata - Questa sorta di dialektos si diversifica da specie a specie e all interno delle singole specie - Vi sono differenze in base ai luoghi - e in base all apprendimento: se allontanato dai suoi genitori il pulcino impara il canto di un altra specie. Anche su questo punto A. anticipa in modo sorprendente le scoperte dell etologia contemporanea (vedi gli studi di Peter Marler)

10 L unità del logos viene scomposta dagli Stoici, risolvendo il caso degli uccelli parlanti. Così ci tramanda Sesto Empirico: «[secondo gli stoici] l'uomo non differisce affatto dagli animali aloga in base al logos proferito/estenato [prophorikos] (ché anche corvi e pappagalli proferiscono voci articolate- ma in base al logos interno [endiathetos], né soltanto in base alla semplice capacità rappresentativa [phantasia] (ché anche gli animali si formano rappresentazioni), bensì in base a quella transitiva e compositiva (metabatike kai syntehtike] (< Contro i logici II, ) In latino si diffonde, ricalcando la distinzione stoica la dicotomia sermo intrinsecus / extrinsecus

11 Lo schema circola nella cultura antica: il caso di Filone Alessandrino (dal De animalibus, orig. perduto tr. lat. ottocentesca da una trad. armena) Verbi enim duplex est species. Una intus in consilio sita (quae dicitur Ratio) quae habet sicut fons, aut sedes in se animae principatum directivum. Altera pronuntiativa similis fluvio, per os et linguam naturali instrumento ad aures percurrens. Filosofo di lingua greca vissuto fra il 20 a.c. e il 50 d.c. (dal trattato Dei sogni) «Inoltre abbiamo qualche nozione della voce articolata [enárthrou phonés], che è solo [mónos] dell uomo tra tutti gli animali. Sappiamo, per esempio, che esso proviene dal pensiero [diánoia], che si articola nella bocca, che la lingua [glóssa] battendo imprime alla tensione della voce l articolazione in parole [tò enárthron kaì lógon] e che non si limita a produrre una voce pura e semplice [phonèn archén] o una specie di echeggiamento informe, ma che svolge invece il ruolo di banditore [kéryx] o di interprete [hermeneýs] in rapporto allo spirito [vous] che gli suggerisce quel che deve essere formulato»

12 Un balzo alla fine del Medioevo: Dante Alighieri sul linguaggio umano e degli altri animali ( ) soli homini datum est loqui, cum solum sibi necessarium fuerit. 2. Non angelis, non inferioribus animalibus necessarium fuit loqui, sed nequicquam datum fuisset eis: quod nempe facere natura aborret. 5. Inferioribus quoque animalibus, cum solo nature instinctu ducantur, de locutione non oportuit provideri: nam omnibus eiusdem speciei sunt iidem actus et passiones, et sic possunt per proprios alienos cognoscere; inter ea vero que diversarum sunt specierum non solum non necessaria fuit locutio, sed prorsus dampnosa fuisset, cum nullum amicabile commertium fuisset in illis. Loqui (<locutio) è solo dlel uomo, perché solo l uomo è dotato di ragione; Agli animali inferiori non serve la parola perché solo condotti dal solo istinto; Mentre il regno dell uomo è la differenza (dato che ciascuno ha in sé il principio della discretio individuale), la parola è mutevole nel tempo e nello spazio Viceversa il mondo animale è uniforme e stabile, e ciascuna specie è chiusa in se stessa. (Dal De vulgari eloquentia, libro I, cap. 2)

13 Tornano naturalmente gli animali parlanti 6. Et si obiciatur de serpente loquente ad primam mulierem, vel de asina Balaam, quod locuti sint, ad hoc respondemus quod angelus in illa et dyabolus in illo taliter operati sunt quod ipsa animalia moverunt organa sua, sic ut vox inde resultavit distincta tanquam vera locutio; non quod aliud esset asine illud quam rudere, neque quam sibilare serpenti. 7. Si vero contra argumentetur quis de eo quod Ovidius dicit in quinto Metamorfoseos de picis loquentibus, dicimus quod hoc figurate dicit, aliud intelligens. Et si dicatur quod pice adhuc et alie aves locuntur, dicimus quod falsum est, quia talis actus locutio non est, sed quedam imitatio soni nostre vocis; vel quod nituntur imitari nos in quantum sonamus, sed non in quantum loquimur. Unde si expresse dicenti pica resonaret etiam pica, non esset hec nisi representatio vel imitatio soni illius qui prius dixisset. 8. Et sic patet soli homini datum fuisse loqui.

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