HEALTH MANAGEMENT ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO FIRENZE

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1 1 OGGETTO MODALITÀ DI ACCESSO DEI PAZIENTI RICOVERATI QUESITO (posto in data 4 gennaio 2014) Lavoro da circa 5 anni in un reparto di medicina Interna di elezione ubicato in un padiglione dove insistono altri quattro reparti di medicina interna e un reparto di cardiologia riabilitativa. Questi reparti costituiscono il dipartimento di medicina insieme alla dermatologia ubicata in altro padiglione. Ribadisco che si tratta di medicina interna di elezione: la medicina d'urgenza come è ovvio che sia si trova ubicata nel padiglione del DEA e costituisce dipartimento a parte con altre unità operative specialistiche deputate all'urgenza. Orbene, da sempre codesti reparti di medicina di elezione vengono bersagliati di ricoveri provenienti dal DEA a tutte le ore del giorno ma soprattutto della notte, quando di turno vi è un solo medico il quale non solo deve sorvegliare i pazienti già degenti nei 5 reparti di medicina e nel reparto di cardiologia (per un ammontare puntualmente di più di 150 ammalati) ma deve anche inquadrare i nuovi ricoveri. Faccio presente che nel DEA del nostro ospedale vi sono deputati alla gestione dei pazienti "urgenti" ovvero che afferiscono al Pronto soccorso, ben quattro reparti: il Pronto soccorso stesso, l'osservazione breve, l'osservazione breve 2 e la medicina d'urgenza. Noi dirigenti medici abbiamo rappresentato ai primari e al direttore sanitario l'estremo disagio a noi ma soprattutto ai pazienti, ma al di là di chiacchiere e false promesse non abbiamo ottenuto niente. I quesiti che pongo alla sua osservazione sono i seguenti: ٧ è lecito che in un reparto di elezione giungano ricoveri oltre le ore 20.00? in altri termini, fino a che ora è consentita l'attività ordinaria in un reparto di elezione? ٧ è sancito in modo formale il numero massimo di pazienti che un solo medico possa sorvegliare durante un turno di guardia? ٧ nei reparti di questo padiglione sono mediamente ricoverati 12 pazienti per ciascun reparto in barella! è lecita questa costanza presenza in esubero di malati?

2 2 RISPOSTA (inviata in data 9 gennaio 2014) I quesiti posti non trovano risposta in puntuali e specifiche norme, ma devono essere affrontati e risolti nell ambito di regolamenti aziendali che traducano in protocolli di comportamento quei principi di carattere generale che sono alla base del miglioramento continuo della qualità delle cure e della prevenzione del rischio clinico, che ogni azienda deve adottare e deve tradurre in linee guida e regolamenti aziendali. Questo è quanto si deduce da una lettura attenta e coordinata di disposizioni normative purtroppo largamente disattese. Il processo di riordino del servizio sanitario nazionale avviato con la legge delega 23 ottobre 1992 e che trova nel decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 il quadro normativo di riferimento generale, è stato purtroppo interpretato enfatizzandone l attenzione all efficienza ed all economicità (pur ineludibili al fine di una sostenibilità di lungo periodo) e trascurando le disposizioni, che pur nel decreto 502 sono formulate con assoluta chiarezza, che indicano la verifica e revisione della qualità delle cure come metodo ordinario di governo del sistema. L articolo 8 del citato decreto 502 avvia di fatto un processo (che non è stato ancora compiutamente realizzato) che pone l accreditamento istituzionale come prerequisito per l esercizio delle attività sanitarie tanto per le strutture private quanto per le strutture pubbliche. Soltanto quattro anni dopo la data prevista (31 dicembre 1993), è stato approvato, con il DPR 14 gennaio 1997, l atto di indirizzo e coordinamento con il quale si definiscono requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private. Tra questi particolare rilievo rivestono i requisiti organizzativi minimi generali, che prevedono tra l altro che In tutte le articolazioni organizzativo funzionali siano predisposte con gli operatori, linee guida, regolamenti interni che indichino il processo assistenziale con cui devono essere gestite le evenienze cliniche più frequenti o di maggiore gravità. Questa è la strada da seguire, con un coinvolgimento diretto del collegio di direzione, al quale il recente decreto 13 settembre 2012, n. 158, conferisce lo status di organo aziendale, riformulando l articolo 17 del decreto legislativo 502, che nella versione previgente attribuiva al collegio di direzione funzioni meramente consultive.

3 3 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 Articolo 8. Disciplina dei rapporti per l'erogazione delle prestazioni assistenziali 4. Ferma restando la competenza delle regioni in materia di autorizzazione e vigilanza sulle istituzioni sanitarie private, con atto di indirizzo e coordinamento, emanato d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, sentito il Consiglio superiore di sanità, sono definiti i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi richiesti per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private e la periodicità dei controlli sulla permanenza dei requisiti stessi. L'atto di indirizzo e coordinamento è emanato entro il 31 dicembre articolo. 10. Controllo di qualità 1. Allo scopo di garantire la qualità dell'assistenza nei confronti della generalità dei cittadini, é adottato in via ordinaria il metodo della verifica e revisione della qualità e della quantità delle prestazioni, nonché del loro costo, al cui sviluppo devono risultare funzionali i modelli organizzativi ed i flussi informativi dei soggetti erogatori e gli istituti normativi regolanti il rapporto di lavoro del personale dipendente, nonché i rapporti tra soggetti erogatori, pubblici e privati, ed il Servizio sanitario nazionale.

4 4 Decreto del presidente della repubblica 14 gennaio 1997 Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private 5) GESTIONE, VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ, LINEE GUIDA E REGOLAMENTI INTERNI La Direzione è responsabile della creazione delle condizioni organizzative che facilitino e consentano la promozione e il supporto ad attività valutative e di miglioramento dei processi di erogazione dei servizi e delle prestazioni, secondo le indicazioni contenute n questo stesso documento o nella normativa già emanata a livello nazionale o locale. In tutti i presidi devono essere attivati programmi di valutazione e miglioramento delle attività. I programmi vengono selezionati in rapporto alle priorità individuate. In ogni azienda deve esistere una struttura organizzativa (o un responsabile in relazione alla complessità della stessa) che presiede alle attività di valutazione e miglioramento della qualità. Annualmente ogni struttura organizzativa effettua al proprio interno o partecipa ad almeno un progetto di valutazione e verifica di qualità favorendo il coinvolgimento di tutto il personale. Tale attività sarà utilizzata anche per lo studio dell appropriatezza nell utilizzo delle risorse, con particolare riferimento agli episodi di ricovero e all utilizzo di tecnologie complesse. In tutte le articolazioni organizzativo funzionali è favorito l utilizzo delle linee guida predisposte dalle Società scientifiche o da gruppi di esperti per una buona pratica clinica nelle varie branche specialistiche. Inoltre devono essere predisposte con gli operatori, linee guida, regolamenti interni che indichino il processo assistenziale con cui devono essere gestite le evenienze cliniche più frequenti o di maggiore gravità.

5 5 Ogni struttura organizzativa predispone una raccolta di regolamenti interni, linee guida, aggiornati per lo svolgimento delle procedure tecniche più rilevanti (selezionate per rischio, frequenza, costo). Il personale deve essere informato sull esistenza di tali documenti, che sono facilmente accessibili, e che vanno confermati o aggiornati almeno ogni tre anni. Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 Articolo 17. Collegio di direzione 1. Le regioni prevedono l'istituzione, nelle aziende e negli enti del Servizio sanitario regionale, del collegio di direzione, quale organo dell'azienda, individuandone la composizione in modo da garantire la partecipazione di tutte le figure professionali presenti nell azienda o nell'ente e disciplinandone le competenze e i criteri di funzionamento, nonché le relazioni con gli altri organi aziendali. Il collegio di direzione, in particolare, concorre al governo delle attività cliniche, partecipa alla pianificazione delle attività, incluse la ricerca, la didattica, i programmi di formazione e le soluzioni organizzative per l'attuazione dell'attività liberoprofessionale intramuraria. Nelle aziende ospedaliero universitarie il collegio di direzione partecipa alla pianificazione delle attività di ricerca e didattica nell'ambito di quanto definito dall'università; concorre inoltre allo sviluppo organizzativo e gestionale delle aziende, con particolare riferimento all'individuazione di indicatori di risultato clinico assistenziale e di efficienza, nonché dei requisiti di appropriatezza e di qualità delle prestazioni. Partecipa altresì alla valutazione interna dei risultati conseguiti in relazione agli obiettivi prefissati ed é consultato obbligatoriamente dal direttore generale su tutte le questioni attinenti al governo delle attività cliniche. Ai componenti del predetto collegio non é corrisposto alcun emolumento, compenso, indennità o rimborso spese.

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