Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

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1 I.5 Idrometria I corsi d acqua trentini sono caratterizzati da un ciclo del deflusso contraddistinto da due magre, coincidenti con il periodo invernale e tardo-estivo, e da morbide, nei periodi tardo-primaverile in corrispondenza dello scioglimento delle nevi in montagna e autunnale, quando si hanno le maggiori precipitazioni. I deflussi naturali, sono molto spesso influenzati dalle molteplici opere di derivazione ed in modo particolare dalle grandi derivazioni a scopo idroelettrico (con potenza nominale superiore a kw). Queste opere, hanno causato un cambiamento, e a volte un vero e proprio stravolgimento, dei regimi delle portate. Risulta spesso difficile, per i bacini maggiormente sfruttati, risalire a quello che ipoteticamente dovrebbe essere il deflusso naturale con lo scopo di definire i bilanci idrologici tipici. Tale obbiettivo potrebbe essere raggiunto conoscendo le superfici drenanti coinvolte nell alimentazione delle centrali idroelettriche ed analizzando i criteri di gestione degli impianti. In Trentino il monitoraggio del livello idrometrico è effettuato con diverse modalità, che si possono essenzialmente raggruppare in tre tipologie: sensori ad ultrasuoni, sensori piezorestivi ed aste idrometriche. I sensori ad ultrasuoni, installati sui ponti a debita distanza dalla superficie dell acqua, per la loro robustezza e per la limitata precisione sulla misura di bassi tiranti idrici, vengono soprattutto utilizzati nel misurare e controllare gli eventi estremi per la determinazione delle portate di piena. I sensori piezorestivi invece, a diretto contatto con il flusso e molto precisi nel cogliere minime variazioni nel tirante idrico ma più fragili e soggetti a errori nel caso di eventi estremi in cui vi sia molto trasporto solido a sporcare il sensore, sono più indicati nelle misure dei regimi di magra e di deflusso ordinario. Le aste idrometriche infine, affiancano, in tutte le sezioni idrometriche dei corsi d acqua e nei laghi, le centraline elettroniche di misura ed hanno essenzialmente finalità di calibratura delle stesse. Le principali strutture provinciali dedite al monitoraggio sono il Servizio Opere Idrauliche che gestisce la propria rete di piena CAE e parte di quella del Magistrato alle Acque di Venezia e l Ufficio Idrografico che gestisce la rete per il monitoraggio idrometrico dei laghi e dei deflussi ordinari e di magra. Le due reti utilizzate in modo integrato consentono di effettuare lo studio dei bilanci idrici e degli eventi di piena necessari alla tutela del territorio. La definizione dei regimi idrometrici ai fini del presente Piano è stata eseguita sulla base dei dati di portata media giornaliera forniti dall Ufficio Idrografico, elaborando le curve di durata relative all anno tipico (inteso come l anno effettivamente misurato che meno si discosta dall anno mediato su tutta la serie considerata). Si è inoltre individuata per ciascun bacino di 1 livello la superficie sottesa alle grandi derivazioni idroelettriche, ciò al fine di poter valutare le ripercussioni di queste ultime sul regime naturale dei corsi d acqua trentini. Tale analisi si basa sui dati forniti dal Servizio Utilizzazione delle Acque Pubbliche; in particolare il tracciato dei bacini individuati dalle opere di captazione è frutto di una digitalizzazione sulla CTP PARTE I: Quadro conoscitivo di base 91

2 1: L analisi considera come contribuente alle diverse derivazioni qualsiasi goccia d acqua, anche quella eventualmente sottesa ad altre opere di captazione poste a monte (si suppone vi sia sempre rilascio), che obbedisce alla gravità. Sono quindi compresi i canali di gronda, ma sono esclusi i percorsi dell acqua indotti da stazioni di pompaggio. Si ottiene una superficie che, salendo verso monte, comprende altre opere di grande derivazione. L analisi è solo qualitativa per finalità di natura idrologica, la sua evoluzione in senso quantitativo richiede infatti dati oggi non disponibili (come ad esempio i regimi d uso dei serbatoi). I risultati complessivamente ottenuti sono riportati di seguito per ciascuno dei 9 bacini idrografici principali e riguardano: la sezione di misura del bacino dove viene calcolato l anno tipico con relativa curva di durata delle portate; l elenco degli impianti idroelettrici con potenza nominale superiore ai 3000 kw; la porzione di bacino sottesa agli stessi impianti. 92 PARTE I: Quadro conoscitivo di base

3 Il fiume Adige La sezione idrometrica caratterizzante il bacino dell Adige è quella relativa a Trento, Ponte San Lorenzo. La serie di dati analizzati è completa dal 1990 al 2000 e da tale serie emerge che l anno tipico per tale sezione è il Figura I.5.1: Curva di durata delle portate relativa all anno tipico a Ponte San Lorenzo sull Adige. Con riferimento alle captazioni delle grandi derivazioni idroelettriche che riguardano il bacino dell Adige, si osserva che le maggiori si concentrano nella zona meridionale, prelevando l acqua direttamente dal fiume Adige (Tabella I.5.1). Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino Bussolengo 845,42 89 Ala 720,02 76 S. Colombano 2 165,66 17 S. Colombano 1 50,30 5 Maso Corona 42,33 4 Avio Pradastua 25,33 3 Valbona 15,60 2 Tabella I.5.1: Impianti idroelettrici nel bacino dell Adige: denominazione e superficie sottesa. PARTE I: Quadro conoscitivo di base 93

4 Figura I.5.2: Porzioni di bacino dell Adige captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. 94 PARTE I: Quadro conoscitivo di base

5 Il torrente Avisio La stazione idrometrica considerata, caratterizzante il bacino dell alto Avisio, è quella relativa a Soraga. Per tale stazione le misurazioni di portata disponibili vanno dal 1990 al 2000; manca però nella serie l anno 1997 ed il 2000 risulta incompleto. Dalle elaborazioni l anno tipico è risultato essere il Figura I.5.3: Curva di durata delle portate dell anno tipico per la sezione di Soraga sull Avisio. I grandi impianti idroelettrici presenti nel bacino sono descritti nella seguente Tabella I.5.2. Si osservi che la centrale di Caoria, che capta quasi tutto il deflusso del bacino del Travignolo, si trova nel bacino del Vanoi: in questo caso l acqua viene trasferita da un bacino all altro. La parte di bacino imbrifero captato dal lago della Fedaia non è qui considerato in quanto la centrale idroelettrica si trova in Veneto. Pur non essendo calcolabile in questo contesto il contributo tolto al deflusso dell Avisio, esso è da ritenersi potenzialmente consistente in quanto proveniente dallo sciolglimento del ghiacciaio della Marmolada. Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino S. Floriano 727,8 77 Predazzo 253,15 27 Caoria 100,78 11 Tabella I.5.2: Impianti idroelettrici nel bacino dell Avisio: denominazione e superficie sottesa. PARTE I: Quadro conoscitivo di base 95

6 Figura I.5.4: Porzioni di bacino dell Avisio captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. 96 PARTE I: Quadro conoscitivo di base

7 Il fiume Brenta La stazione idrometrica principale scelta per caratterizzare il bacino del Brenta è quella relativa a Borgo. Per essa la serie delle portate è completa dal 1990 al 1999 mentre l anno 2000 non è completo. L anno tipico è risultato essere il Figura I.5.5: Curva di durata delle portate dell anno tipico per la sezione di Borgo Valsugana sul Brenta. Le superfici sottese dagli impianti idroelettrici presenti nel bacino sono riportate nella seguente Tabella I.5.3. Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino Carzano 124,37 20 Grigno 75,76 12 Tabella I.5.3: Impianti idroelettrici nel bacino del Brenta: denominazione e superficie sottesa. PARTE I: Quadro conoscitivo di base 97

8 Figura I.5.6: Porzioni di bacino del Brenta captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. Il torrente Chiese La stazione idrometrica principale caratterizzante il bacino del Chiese è quella relativa a Ponte dei Tedeschi. La serie di portate disponibili va in questo caso dal 1997 al 2000 compreso, con il 1997 in parte però incompleto. Su questa serie ridotta l anno tipico è risultato essere il Figura I.5.7: Curva di durata dell anno tipico per la sezione di Ponte dei Tedeschi sul Chiese. Le superfici di bacino sottese dai grandi impianti idroelettrici sono riportate nella seguente Tabella I PARTE I: Quadro conoscitivo di base

9 Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino Storo 264,13 64 Cimego 2 169,38 41 Cimego 1 166,12 41 Boazzo 74,70 17 Tabella I.5.4: Impianti idroelettrici nel bacino del Chiese: denominazione e superficie sottesa. Figura I.5.8: Porzioni di bacino del Chiese captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. Il torrente Cismon Non sono attualmente disponobili dati di portata per caratterizzare il regime di deflusso del torrente Cismon. Con riferimento invece alla superfici invasate dagli impianti idroelettrici presenti nel bacino si faccia riferimento alla Tabella I.5.5. PARTE I: Quadro conoscitivo di base 99

10 Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino Val Noana 123,24 59 Castelpietra 42,41 20 Zivertaghe 32,69 16 Tabella I.5.5: Impianti idroelettrici nel bacino del Cismon: denominazione e superficie sottesa. Figura I.5.9: Porzioni di bacino del Cismon captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. 100 PARTE I: Quadro conoscitivo di base

11 Il torrente Fersina La stazione idrometrica principale caratterizzante il bacino del Fersina è quella relativa a Trento subito a monte della confluenza del torrente nel fiume Adige. Esistono in questo caso misure relative agli anni 1995, 1996, 1997, mentre gli anni 1993, 1994, 1998 non presentano serie complete. L anno tipico risulta essere il Figura I.5.10: Curva di durata dell anno tipico per la sezione di Trento sul torrente Fersina. Il bacino non presenta grandi derivazioni idroelettriche, il deflusso dovrebbe quindi avvicinarsi maggiormente a quello naturale rispetto agli altri bacini analizzati. PARTE I: Quadro conoscitivo di base 101

12 Il torrente Noce La stazione idrometrica principale caratterizzante il bacino del Noce è quella relativa a Ponte Rupe, situata in prossimità della confluenza dello stesso in Adige. La serie delle portate è completa dal 1990 al L anno tipico è risultato essere il Figura I.5.11: Curva di durata dell anno tipico per la sezione di Ponte Rupe sul Noce. La Tabella I.5.6 riporta le superfici di bacino captate dai grandi impianti idroelettrici. Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino Mezzocorona 1214,88 89 Taio 1047,32 77 Cogolo 2 49,6 4 Cogolo 1 44,09 3 Malga Mare 12,04 1 Tabella I.5.6: Impianti idroelettrici nel bacino del Noce: denominazione e superficie sottesa. 102 PARTE I: Quadro conoscitivo di base

13 Figura I.5.12: Porzioni di bacino del Noce captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. PARTE I: Quadro conoscitivo di base 103

14 Il fiume Sarca Per il bacino del Sarca la stazione idrometrica principale caratterizzante è quella relativa a Torbole. La serie delle portate è in questo caso completa dal 1990 al L anno tipico è risultato essere il Figura I.5.13: Curva di durata relativa all anno tipico per la sezione di Torbole sul Sarca. Il Sarca rappresenta uno dei bacini maggiormente sfruttati dalle grandi centrali idroelettriche che captando gran parte della superficie del bacino ne condizionano fortemente il deflusso (Tabella I.5.7). Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino Dro 942,09 74 Torbole 925,74 73 Fies 918,96 72 S. Massenza 2 714,38 56 Nembia 529,89 42 S. Massenza 1 519,61 41 Riva del Garda 1 101,21 8 La Rocca 36,75 3 Duina 22,11 2 Tabella I.5.7: Impianti idroelettrici nel bacino del Sarca: denominazione e superficie sottesa. 104 PARTE I: Quadro conoscitivo di base

15 Figura I.5.14: Porzioni di bacino del Sarca captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. PARTE I: Quadro conoscitivo di base 105

16 Figura I.5.15: Porzioni di bacino del Sarca captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. Il torrente Vanoi Per questo bacino non sono disponibili dati di portata relativi al torrente Vanoi. Le superfici captate dai grandi impianti idroelettrici presenti nel bacino sono riportate nella Tabella I.5.8. L impianto di Caoria, come già sottolineato, riceve acqua dal bacino dell Avisio. Impianti idroelettrici Denominazione Superficie sottesa (km 2 ) Percentuale sull intero bacino S. Silvestro 147,70 62 Caoria 29,40 12 Tabella I.5.8: Impianti idroelettrici nel bacino del Vanoi: denominazione e superficie sottesa. Figura I.5.16: Porzioni di bacino del Vanoi captate dalle grandi derivazioni idroelettriche. 106 PARTE I: Quadro conoscitivo di base

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