[ ] 1 2 Rg µν. d x σ. + Γ ρσ dλ. dλ 2. φ = a. ! F g. e r r 2! = GMm! = m!

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "[ ] 1 2 Rg µν. d x σ. + Γ ρσ dλ. dλ 2. φ = a. ! F g. e r r 2! = GMm! = m!"

Transcript

1 Nonostante sia la forza piu debole (10-36 volte meno intensa di quella elettromagnetica) la forza di gravita e quella piu rilevante su scale cosmologiche ed astrofisiche. Ne consegue che ogni spiegazione dei fenomeni astronomico-cosmologici deve basarsi su una teoria della gravitazione. La migliore teoria elaborata fino ad ora e quella della Relativita Generale di Einstein. (anche se in molti casi l approccio Newtoniano e sufficientemente preciso). L idea alla base della Relativita Generale e quella di interpretare la forza di gravita come una prorieta (geometrica) dello spazio-tempo.! F g = GMm! F g = m! Newton e r r 2! [ 2 φ = 4πGρ] [ ] a! φ = a! R µν 1 2 Rg µν = 8πGT µν d 2 x µ dλ 2 Einstein µ d x ρ + Γ ρσ dλ d x σ dλ = 0

2 La legge di Newton della gravitazione universale (o, equivalentemente l equazione di Poisson) descrive il modo in cui la forza gravitazionale (o il suo potenziale) e determinata dalla distribuzione di materia! F = GMm! g r 2 e r [ 2 φ = 4πGρ] Le equazioni di Einstein descrivono il modo in cui le proprieta geometriche dello spazio-tempo rispondono alla distribuzione di materia-energia R µν 1 2 Rg µν = 8πGT µν

3 La II legge della dinamica descrive come lo stato dinamico delle particelle di materia viene modificato dal campo di gravita! F = m! g a! [ ] φ =! a In RG l equazione delle geodetiche descrive le traiettorie delle particelle In presenza di una curvatura dello spazio-tempo d 2 x µ dλ 2 d x ρ + Γ µ ρσ dλ d x σ dλ = 0 Le informazioni sulla curvatura dello spazio-tempo sono contenute nel tensore metrico g µν che quantifica la deviazione dal teorema di Pitagora Δl 2 =Δx 2 +Δy 2 +Δz 2

4 La teoria della relativita speciale pone sullo stesso piano spazio e tempo in un sistema unico di coordinate: lo spazio-tempo. Al contrario, la teoria Newtoniana tratta il tempo come una variabile privilegiata per cui si puo dividere lo spazio in diverse istantanee. I punti dello spazio-tempo (eventi) sono caratterizzati da 3 coordinate spaziali + 1 coordinata temporale. (t, x, y,z) x µ {µ = 0,1,2,3} x µ (λ) Una particella descrive una traiettoria nello spazio tempo (successione di eventi) detta linea di universo. λ e un parametro che non coincide necessariamente con t. Teoria Newtoniana Il tempo e una variabile privilegiata. Il concetto di contemporaneita e assoluto. Le informazioni possono viaggiare a qualsiasi velocita. Relativita Speciale Nessuna differenza tra variabili temporali e spaziali. Il concetto di contemporaneita e relativo. La massima velocita permessa e quella della luce nel vuoto

5 t v=c Eventi simultanei possono essere definiti in modo non ambiguo come appartenenti alle superfici a tempo costante. E possibile immaginare traiettorie a tempo costante, ovvero velocita arbitrariamente elevate. Definito un cono-luce come il luogo dei cammini di tutti i possibili raggi di luce che passano attraverso un punto dello spazio tempo, le traiettorie possibili sono quelle all interno dei coni luce. Eventi contemporanei sono definiti relativamente alla scelta delle coordinate ma non hanno realta fisica.

6 - -

7 Δ Δ - Δ Δ Δ

8 Benche la scelta del sistema di coordinate sia arbitraria, alcune proprieta dello spaziotempo sono indipendenti da tale scelta. Per esempio la distanza tra 2 punti rimane costante al variare della scelta di coordinate. In quelle Cartesiane: Δl 2 =Δx 2 +Δy 2 +Δz 2 In RS la variabile tempo e indistinguibile dalle variabili spaziali. Possiamo cosi definire dei sistemi di coordinate detti inerziali che sono equivalenti tra loro e che differiscono solo per una traslazione spaziale, temporale, rotazione o boost. In ambito Newtoniano un set di coordinate (t,x,y,z ) deve essere tale che, rispetto a quello (t,x,y,z) sussista la relazione t =t+cost indipendentemente dalla scelta delle coordinate. In RS questo non e piu vero. Lo spazio definito a t costante non e in generale equivalente a quello definito a t costante. Possiamo comunque definire in modo univoco un intervallo spazio-temporale, che specifica la distanza tra due eventi infinitamente vicini e che non dipende dalla scelta delle coordinate. In RS questo intervallo, espresso in coordinate Cartesiane, e ds 2 = (cdt) 2 + dx 2 + dy 2 + dz 2 = η µν dx µ dx ν Dove abbiamo introdotto la Metrica (o tensore metrico) di Minkowski η µν che specifica le proprieta geometriche dello spazio tempo. La quantita c e una velocita costante che sperimentalmente coincide con quella della luce nel vuoto.

9 Altrove x t Futuro B ( x j =, t 1) Cono di Luce i A = ( x, to) Passato y Un intervallo e detto: Di tipo Tempo se ds 2 <0. Questo intervallo e interno al cono luce. Di tipo Luce se ds 2 =0 Esso definisce le pareti cono luce. Di tipo Spazio se ds 2 >0 Esso e esterno al cono luce). Poiche l intervallo ds 2 e invariante per cambio di coordinate, neppure la sua tipologia varia. Consideriamo unita naturali (c=1). Per intervalli di tipo tempo e conveniente definire il tempo proprio dτ 2 =-ds 2 che rappresenta l intervallo temporale infinitesimo misurato da un osservatore ad una locazione spaziale fissata. Convine anche definire la distanza propria misurata allo stesso tempo τ: dl 2 = dx 2 + dy 2 + dz 2 = ds 2

10 Tempo proprio τ e coordinata temporale t non sono necessariamente coincidenti. Questa differenza e all origine di alcuni paradossi della RS, come quello dei gemelli. Si consideri il tempo proprio misurato lungo 2 diverse traiettorie con identici punti di partenza e di arrivo, A e C. Consideriamo le traiettorie: ABC ed AB C. Nella seconda traiettoria il punto B viene raggiunto con velocita costante v=δx/δt per poi poi arrivare al punto C con velocita -v. t C - v Δτ AB = 1 2 Δt Δτ AB' = 1 2 Δt 2 Δx 2 = v 2 Δt B B Δτ ABC = Δt Δτ AB'C = 1 v 2 Δt < Δt = Δt ABC A + v x Δτ AB'C < Δτ ABC Questo risultato costituisce il famoso paradosso dei gemelli

11 Obiettivo della RS e quello di definire le trasformazioni tra sistemi inerziali. Queste vengono definite imponendo che l intervallo spazio-temporale ds 2 sia invariante per traslazioni x µ =δ µ µ (x µ +a µ ), per rotazioni spaziali e per boost ovvero per un offset rappresentato da un vettore velocita Questa classe di trasformazioni e detta delle trasformazioni di Lorentz: x µ =Λ µ ν x ν or x =Λx η=λ T η Λ or η ρσ =Λ µ ρη µ ν Λ ν σ = Λµ ρλ ν ση µ ν cosϑ sinϑ 0 0 sinϑ cosϑ Questa rappresenta una rotazione nel piano x-y coshϕ sinhϕ 0 0 sinhϕ coshϕ Questa rappresenta un boost in direzione x Dalle trasformazioni boost-like e immediato ricavare le note formule relative alla contrazione spaziale e del ritardo temporale

12 Ricaviamo le trasformazioni di Lorentz per gli intervalli di tempo e di lunghezza. Partendo dalle trasformazioni boost-like: x ʹ = Λx t ʹ = t coshϕ x sinhϕ x ʹ = t sinhϕ + x coshϕ Vediamo che il punto x =0 si muove con una velocita v = x t = sinhϕ coshφ = tanhϕ Da cui, sostituendo φ=tanh -1 vmsi ottengono le trasformazioni di Lorentz t ʹ = γ(t vx) x ʹ = γ(x vt) γ =1 1 v 2

13 In ogni punto dello spazio tempo possiamo definire un vettore (campo vettoriale) che, grazie alla metrica di Minkowski, sappiamo trasportare in ogni altro punto dello spazio tempo. Cosa che non si puo fare in presenza di una curvatura, ovvero di una diversa metrica dello spazio-tempo. E quindi utile pensare i vettori in modo locale, associati ad un punto dello spazio tempo, senza presumere di poterli trasportare da un punto ad un altro in modo univoco, come accade in uno spazio piatto. L insieme dei vettori definiti relativamente ad punto p e detto Spazio Tangente a p, un nome che deriva dall associare un piano tangente in p ad una varieta curva. Lo spazio tangente puo essere pensato come spazio vettoriale, ovvero un insieme di vettori che possono essere composti linearmente tra loro. (a + b)(v +W ) = av + bv + aw + bw E spesso utile esprimere i vettori in termini di componenti definite rispetto ad un sistema di basi. Una base e un insieme di vettori definiti nello spazio vettoriale per cui ogni vettore e decomponibile in termini delle basi mentre, viceversa, i vettori basi non sono ulteriormente decomponibili. La scelta delle basi possibili e infinita, ma il numero di vettori che compone la base, ovvero la dimensione dello spazio, e sempre la stessa. Ogni vettore A e quindi decomponibile in termini delle basi e A = A µ ˆ e (µ ) A µ = componenti

14 Un tipico esempio e il vettore tangente ad una curva x µ (λ): V µ = dx µ dλ ; V V µ ˆ Sotto una trasformazione, (es. di Lorentz), le componenti del vettore si modificano: e (µ ) V µ' = Λ ν µ' V ν Mentre il vettore V in se non varia Questa considerazione ci permette di ricavare la regola di trasformazione per i vettori base: V = V µ e ˆ (µ ) = V ʹ ν e ˆ ( ʹ ν ν ) = Λ µʹ V µ ˆ ν ) e ˆ (µ ) = Λ µʹ e ( ʹ ν e ˆ ( ν ʹ ) Dove µ Λ ν ' rappresenta la trasformazione di Lorentz inversa I vettori le cui componenti (e basi) si trasformano secondo le regole di cui sopra sono detti vettori controvarianti e sono denotati da indici in basso.

15 In un punto dato p in cui si e definito uno spazio vettoriale si puo definire un altro spazio vettoriale detto spazio vettoriale duale in modo tale che lo spazio tangente allo spazio duale e detto spazio cotangente. Lo spazio duale di uno spazio vettoriale e definito come lo spazio di tutte le mappe lineari che vanno dallo spazio vettore iniziale allo spazio dei numeri reali. Quindi se ω e un vettore duale allora ω(av+bw)=aω(v)+bω(w) e un numero reale. Tali mappe formano esse stesse uno spazio vettoriale. Se ω e η sono vettori duali (aω+bη)(v)=aω(v)+bη(w) Possiamo definire le basi duali θ ˆ (ν ) richiedendo che θ ˆ (ν ) µ (ˆ e (µ ) ) = δ ν Possiamo quindi definire i vettori vettori covarianti indicanoli con indici in alto w = w µ' ˆ θ µ' E ricavando la regole di trasformazione sotto cambio di coordinate: w µ' = Λ ν µ' w ν ; θ ρ' = Λ ρ' σ θ σ Un tipico esempio di vettore covariante e il gradiente di una funzione scalare

16 I tensori possono essere definiti generalizzando i concetti precedenti. Definiamo tensore una mappa multilineare tra spazi vettoriali e/o duali e lo spazio reale R. Ad esempio un tensore di ordine (k,l) e definito come T : T p *... T p * k volte T p... T p l volte R Dove x rappresenta il prodotto Cartesiano e * si riferisce ai vettori duali. Cosi che, ad esempio, T p xt p rappresenta lo spazio delle coppie ordinate di vettori. Essendo una mappa multilineare, un tensore agisce linearmente su ogni argomento. Ne consegue che tensore (0,0) e uno scalare; (1,0) e un vettore; (0,1) e un duale. Lo spazio formato da tensori di uno ordine (k,l) e esso stesso uno spazio vettoriale in cui, oltre alle operazioni di somma e prodotto per uno scalare si definisce il prodotto tensoriale. Il prodotto tensoriale tra 2 tensori di ordine (k,l) ed (m,n) e definito come T S(ω (1),...,ω (k +m),v (1).,...,V (l +n) ) = = T(ω (1),...,ω (k),v (1).,...,V (l ) ) S(ω (k +1),...,ω (m),v (l +1).,...,V (l +n) ) Da qui si puo definire un set di basi per lo spazio dei tensori di ordine (k,l) e, rispetto a queste, ricavare le componenti del tensore. e ˆ (µ1)... e ˆ (µk) θ ˆ (ν1)... θ ˆ (νn ) µ1...µk T = T ν1...νn e ˆ ( µ1)... e ˆ ( µk) θ ˆ (ν1)... θ ˆ (νn) µ1...µk T ν1...νn

17 Il modo in cui i tensori agiscono su vettori e vettori duali e simile a quello in cui I vettori duali agiscono sui vettori: ω(v ) = ω ˆ µ θ (µ) (V ν e ˆ ν ) = ω µ V ν θ ˆ (µ ) (ˆ e ν ) = ω µ V ν δ ν µ = ω µ V µ R T(w (1),...,w (k),v (1).,...,V (l ) ) = T µ1...µk ν1...νlw (1) (k µ1...w ) µk V (1)ν1 (l )νl...v L ordine degli indici e importante poiche il tensore non agisce necessariamente allo stesso modo su tutti i vettori. Il modo in cui le componenti di un tensore si modificano sotto trasformazioni (es. di Lorentz) e ricavabile dalle analoghe leggi per i vettori e i vettori duali. T ʹ µ 1... µ k ʹ µ ν 1 ʹ... ν l ʹ = Λ 1 µ µ1ʹ...λ k ʹ ν µk Λ 1 ν ν 1ʹ...Λ 1 ν lʹ T µ 1...µ k ν 1...ν l Anche se i tensori sono definiti come mappe lineari su R nulla vieta di applicarli a collezioni di argomenti per ottenere mappe su campi vettoriali o tensoriali V µ = T µ νv ν U µ ν = T µ σu σ ν I tensori possono essere operativamente definiti come tabelle di numeri, rappresentabili come matrici, che si trasformano sotto le regole che abbiamo visto. Non bisogna dimenticare che, in RG, tensori e campi tensoriali sono sempre definiti relativamente ad un punto dello spazio-tempo

18 η µν Un esempio gia incontrato e quello dal tensore metrico (0,2) che definisce la metrica nello spazio di Minkowski. Da questo possiamo definire il prodotto scalare η(a,b) = A B = η µν A µ B ν A e B sono detti ortogonali se il loro prodotto scalare si annulla. Tale prodotto, essendo un numero reale, e invariante per trasformazioni di Lorentz. La norma di un vettore e definita come il prodotto scalare del vettore con se stesso. Diversamente dal caso Euclideo la norma non e necessariamente positiva. < 0 V µ e' un vettore di tipo tempo η µν V µ V ν = 0 V µ e' un vettore di tipo luce > 0 V µ e' un vettore di tipo spazio Altro esempio di tensore (1,1) e la δ di Kronecker, δ µ ρ, che definisce la mappa identita tra vettori e vettori. Legata a questa quantita e la metrica inversa (2,0): η µν η νρ = η ρν η νµ = δ ρ µ che, in uno spazio di Minkowski, ha le stesse componenti del tensore metrico. Questa proprieta non e in generale valida in caso di spazi curvi.

19 Definiamo operazioni permesse quelle che trasformano tensori in altri tensori. Ovviamente si possono anche eseguire altre operazioni che pero, in generale, hanno una validita solamente locale e non mantengono la natura tensoriale dell oggetto. Una importante operazione permessa e la contrazione. Essa trasforma un tensore (k,l) in uno (k-1,l-1) sommando su un indice in alto e su uno in basso: S µρ σ = T µνρ σν T µνρ σν T µρν σν dove la seconda diseguaglianza indica che l ordine degli indici conta. Il tesore metrico puo essere usato per alzare o abbassare gli indici T αβµ δ = η µν T αβ νδ T µ β γδ = η µα T αβ γδ Questa operazione non modifica la posizione relativa degli indici. Questa operazione trasforma vettori in vettori duali e viceversa V δ = η δα V α w β = η βν w ν Si definiscono tensori simmetrici in n indici quelli che non varano scambiando n indici tra loro. In modo analogo si definiscono i tensori antisimmetrici. Infine nello spazio di Minkowski e possibile definire la derivata parziale di un tensore (che e pure un tensore). α R µ ν = T α µ ν

20 Le rappresentazioni dei tensori dipendono dal sistema di coordinate utilizzato. La natura e le relazioni tra tensori non dipendono dal sistema di coordinate. Consideriamo una particella che si muove su una traiettoria di tipo tempo. In questo caso e conveniente parametrizzare la sua linea di mondo utilizzando il tempo proprio, x µ (τ). In questo caso il vettore tangente e detto quadrivelocita. U µ = dx µ dτ Dal momento che dτ 2 = η µν dx µ dx ν allora η µν U µ U ν = 1 Ovvero la quadrivelocita e automaticamente normalizzata e costante in tutto lo spazio-tempo. La sua norma e negativa essendo un vettore di tipo tempo. Nel sistema di riferimento della particella le componenti della quadrivelocita sono U µ = (1,0,0,0)

21 Dalla quadrivelocita definiamo il quadrimomento di una particella come: p µ = m dx µ dτ = mu µ Dove m definisce la massa a riposo della particella (invariante). L energia della particella e definita come la componente di tipo tempo del quadrimomento E=p 0 e pertanto non si conserva. Nel sistema della particella vale che Ovvero la famosa relazione E=mc 2 p i = 0 E = p 0 = m c = =1 mc 2 In un sistema in moto uniforme possiamo definire la norma del quadrimomento: p µ p µ = m 2 ; E = m 2 + p 2 ; p 2 = δ ij p i p j E le componenti di p µ possono essere ottenute attraverso una trasformazione di Lorentz. Se consideriamo un il caso particolare si una particella che si muove con 3-velocita v lungo l asse x, abbiamo p µ = (γm,γmv,0,0); γ =1/ 1 v 2 v<<1 p 0 = m mv 2 p 1 = mv

22 Il quadrimomento caratterizza completamente energia e momento di una singola particella. Tuttavia, i sistemi fisici sono tipicamente composti da molte particelle. In questo caso, anziche specificare i singoli quadrimomenti delle particelle e piu conveniente descrivere il sistema come un fluido, ovvero come un mezzo continuo caratterizzato da variabili macroscopiche quali pressione, densita entropia etc. Benche il fluido sia composto da molte particelle con le loro qudrivelocita, possiamo definire un campo di quadrivelocita per il fluido nel suo insieme. Un singolo campo quadrivettoriale e tuttavia insufficiente per descrivere le proprieta energetiche del fluido. Dobbiamo infatti andare oltre e definire il Tensore Energia-Momento (detto anche Tensore Stress-Energia) T µν. Questo e un tensore di ordine (2,0), simmetrico, che contiene tutte le informazioni relative agli aspetti energetici del sistema: densita di energia, pressione, stress, ecc.

23 Una definizione generale di tale tensore e flusso di qudrimomento p µ momento attraverso superfici con x ν costante. Consideriamo quindi un elemento infinitesimo di fluido nel suo sistema di riferimento: T 00 e il flusso di energia p 0 nel tempo x 0. Rappresenta la densita di energia del fluido nel suo sistema di riferimento. T 0i =T i0 e il flusso di momento p i nel tempo x 0. Rappresenta la densita di momento. T ij e il flusso di momento p i attraverso x j. Rappresenta le forze tra elementi contigui di fluido (stress). T ii e il flusso di momento p i attraverso x i. Rappresenta la forza per unita di area (pressione) esercitata lungo la direzione i.

24 Consideriamo il caso di un fluido di polvere ovvero composto da particelle di materia con velocita relativa nulla. In questo caso il campo di quadrivelocita coincide con la quadrivelocita U µ di ogni particella. Definiamo il quadrivettore flusso del numero di particelle N µ =nu µ dove n rappresenta la densita numerica di particelle misurata nel loro sistema di rifermento. N 0 rappresenta la densita di particelle misurata in ogni altro sistema di riferimento mentre N ι e il flusso di particelle lungo la direzione x i. Assumiamo che le particelle abbiano tutte la tesssa massa m Ιn questo caso ρ=mn rappresenta la densita di energia della polvere misurata nel sistema delle particelle. Per definizione la densita di energia caratterizza completamente un fluido di polvere. ρ e il suo valore nel sistema delle particlle. Notiamo che m ed n rappresentano le 0-componenti dei quadrivettori N µ =(n,0,0,0) e p µ =(m,0,0,0). Quindi ρ e la componente 0-0 del tensore p N sempre misurata nel sistema a riposo. E quindi naturale definire il tensore energiamomento per un fluido di polvere nel seguente modo: T µη p µ N ν = mnu µ U ν = ρu µ U ν Si noti che, come ci si aspetta, la pressione e nulla in ogni direzione.

25 Un fluido di polvere non e sufficientemente generico da rappresentare i fluidi che possono avere rilevanza in RS. Piu utile e il concetto di fluido perfetto. Un fluido perfetto e completamente caratterizzato da due quantita : la densita di energia ρ e la pressione isotropa p, definite nel sistema di riferimento del fluido. Una conseguenza dell isotropia e che il tensore energia-momento T µν e diagonale nel suo sistema di riferimento, senza flusso di momento nelle direzioni ortogonali. Inoltre le componenti diagonali spaziali T ii che rappresentano la pressione sono tutte uguali tra loro. Gli unici elementi del tensore che sono indipendento sono quindi la denita di energia T 00 e la pressione T 11 =T 22 =T 33 T ην = ρ p p p

26 Vogliamo ora generalizzare al caso di un sistema di riferimento qualunque. Se per la polvere T µη = ρu µ U ν allora un ipotesi e a questo punto pero basta aggiungere Il tensore energia-momento ha l ulteriore, importante proprieta di essere conservato ovvero di avere divergenza nulla T µη = (p + ρ)u µ U ν + pη µν µ T µν T mν Che pero nel sistema di riferimento del fluido corrisponde a T ην = Per ottenere il tensore Energia Momento del fluido perfetto Le caratteristiche di un particolare fluido perfetto e la sua evoluzione sono determinate dall equazione di stato p(ρ) p p 0 0 pη ην = 0 0 p p p = 0 p = ρ 3 = (p + ρ)u µ U ν ρ + p polvere fotoni = 0 ν = 0 continuity ν 0 Euler

[ ] 1 2 Rg µν. d x σ. + Γ ρσ dλ. dλ 2. φ = a. ! F g. e r r 2! = GMm! = m!

[ ] 1 2 Rg µν. d x σ. + Γ ρσ dλ. dλ 2. φ = a. ! F g. e r r 2! = GMm! = m! La forza piu rilevante per la cosmologia e l astrofisica e quella di gravita. Ne consegue che per comprendere i fenomeni su scale astronomico-cosmologiche e necessario elaborare una teoria della gravitazione.

Dettagli

dx σ + Γ ρσ dλ = dxν dλ ν dλ 2 dλ dxν dλ d 2 x µ

dx σ + Γ ρσ dλ = dxν dλ ν dλ 2 dλ dxν dλ d 2 x µ Consideriamo ora la fisica della gravitazione in uno spazio-tempo curvo. Come per il caso Newtoniano le domande sono due. (1) In che modo il campo gravitazionale influenza il comportamento della materia?

Dettagli

Trasformazioni di Lorentz

Trasformazioni di Lorentz Trasformazioni di Lorentz Regole di trasformazione fra un sistema inerziale S (descritto da x, y, z, t) ed uno S (descritto da x, y, z, t ) che viaggia a velocità V lungo x rispetto a S: x = γ(x V t) y

Dettagli

Fisica in uno spazio-tempo curvo 1

Fisica in uno spazio-tempo curvo 1 Fisica in uno spazio-tempo curvo 1 Consideriamo ora la fisica della gravitazione in uno spazio-tempo curvo. Come per il caso Newtoniano le domande sono due. (1) In che modo il campo gravitazionale influenza

Dettagli

Trasformazioni di Lorentz, Quadrivettori, Impulso ed Angoli

Trasformazioni di Lorentz, Quadrivettori, Impulso ed Angoli Trasformazioni di Lorentz, Quadrivettori, Impulso ed Angoli Trasformazioni tra Sistemi di Riferimento Quantita di interesse in un esperimento: sezioni d urto, distribuzioni angolari, polarizzazioni. Confrontabili

Dettagli

dilatazione dei tempi

dilatazione dei tempi dilatazione dei tempi un orologio segna il tempo in base al tempo impiegato da un raggio di luce per andare avanti e indietro dalla sorgente luminosa al ricevitore l orologio (verde) segna un tempo quando

Dettagli

Teoria dei mezzi continui

Teoria dei mezzi continui Teoria dei mezzi continui Il modello di un sistema continuo è un modello fenomenologico adatto a descrivere sistemi fisici macroscopici nei casi in cui le dimensione dei fenomeni osservati siano sufficientemente

Dettagli

Trasformazione della metrica per cambiamenti di coordinate

Trasformazione della metrica per cambiamenti di coordinate TERZA ESERCITAZIONE Trasformazione della metrica per cambiamenti di coordinate Consideriamo lo spazio di Minkowski in coordinate cartesiane {x µ } (x, x, x, x 3. La sua metrica è ds (dx + (dx + (dx + (dx

Dettagli

Elettromagnetismo. Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano. Lezione n

Elettromagnetismo. Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano. Lezione n Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano Lezione n. 24 1.04.2019 Quadrivettori e trasformazioni di Lorentz Cinematica e dinamica relativistiche Forza magnetica e relatività

Dettagli

1 Trasformazione di vettori e 1-forme per cambiamenti

1 Trasformazione di vettori e 1-forme per cambiamenti Trasformazione di vettori e -forme per cambiamenti di coordinate Consideriamo lo spazio di Minkowski in coordinate cartesiane {x µ } (x,x,x 2,x 3 ). La sua metrica è ds 2 (dx ) 2 +(dx ) 2 +(dx 2 ) 2 +(dx

Dettagli

1 Trasformazione di vettori e 1-forme per cambiamenti

1 Trasformazione di vettori e 1-forme per cambiamenti PRIMA ESERCITAZIONE Trasformazione di vettori e -forme per cambiamenti di coordinate Consideriamo lo spazio di Minkowski in coordinate cartesiane {x } (x,x,x 2,x 3 ). La sua metrica è ds 2 (dx ) 2 +(dx

Dettagli

Appunti di Relatività Ristretta

Appunti di Relatività Ristretta Appunti di Relatività Ristretta (per il corso di Elementi di Fisica Nucleare e Subnucleare 2007/08) Fiorenzo Bastianelli 1 Introduzione Agli inizi del 1900 erano conosciute due grandi teorie fisiche: 1)

Dettagli

... νm. ˆ θ (µ ) (ˆ e (ν ) ) = δ ν µ

... νm. ˆ θ (µ ) (ˆ e (ν ) ) = δ ν µ I matematici hanno sviluppato l Analisi in spazi Euclidei R n. Ed e in spazi Euclidei R n che sappiamo differenziare, integrare etc. Sappiamo anche che esistono spazi curvi non Euclidei (la sfera per esempio)

Dettagli

CAPITOLO 3 LA LEGGE DI GAUSS

CAPITOLO 3 LA LEGGE DI GAUSS CAPITOLO 3 LA LEGGE DI GAUSS Elisabetta Bissaldi (Politecnico di Bari) - A.A. 2017-2018 2 Premesse TEOREMA DI GAUSS Formulazione equivalente alla legge di Coulomb Trae vantaggio dalle situazioni nelle

Dettagli

3. Vettori, Spazi Vettoriali e Matrici

3. Vettori, Spazi Vettoriali e Matrici 3. Vettori, Spazi Vettoriali e Matrici Vettori e Spazi Vettoriali Operazioni tra vettori Basi Trasformazioni ed Operatori Operazioni tra Matrici Autovalori ed autovettori Forme quadratiche, quadriche e

Dettagli

Elettromagnetismo. Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano. Lezione n

Elettromagnetismo. Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano. Lezione n Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano Lezione n. 25 6.04.2018 Campo elettrico di una carica accelerata Quadrivettori e trasformazioni di Lorentz Cinematica e dinamica

Dettagli

Università del Sannio

Università del Sannio Università del Sannio Corso di Fisica 1 Lezione 6 Dinamica del punto materiale II Prof.ssa Stefania Petracca 1 Lavoro, energia cinetica, energie potenziali Le equazioni della dinamica permettono di determinare

Dettagli

Geometria dello Spaziotempo

Geometria dello Spaziotempo Geometria dello Spaziotempo Stefano Ansoldi Dipartimento di Fisica Teorica Università degli Studi di Trieste Corso di Laurea in Fisica Anno Accademico 2002/2003 Premesse algebriche. Strutture su uno spazio

Dettagli

24.1. Gruppo di Lorentz e trasformazioni di Möbius.

24.1. Gruppo di Lorentz e trasformazioni di Möbius. 24.1. Gruppo di Lorentz e trasformazioni di Möbius. 24.1.1. Il gruppo SL(2, C) e il gruppo di Lorenz. Il gruppo di Lorentz L è il gruppo delle trasformazioni lineari in R 4 che preserva la forma T 2 X

Dettagli

τ (τ vettore tangente al posto di u) ^ ^ G. Bracco - Appunti di Fisica Generale

τ (τ vettore tangente al posto di u) ^ ^ G. Bracco - Appunti di Fisica Generale Consideriamo ancora l accelerazione scomposta in comp.tang e radiale e vediamo di ricavare analiticamente le relazioni già incontrate. u(t+δt) Δθ Δu Ricordiamo che la derivata di un vettore w=(x,y,z) in

Dettagli

Relatività Ristretta

Relatività Ristretta Relatività Ristretta (Appunti per il corso di Teoria dei Campi 1-2010/11) Fiorenzo Bastianelli 1 Introduzione Agli inizi del 1900 erano conosciute due grandi teorie fisiche: 1) la meccanica di Galileo

Dettagli

produzione di particelle in laboratorio

produzione di particelle in laboratorio produzione di particelle in laboratorio In un urto tra due particelle, può essere prodotta una particella pesante a spese dell energia cinetica dello stato iniziale In questo modo possono essere prodotte

Dettagli

CAPITOLO 18. g 00 = 1 2M r. + O(r 3 ) g 0i = 2 ε ijk S j xk r 3 + O(r 3 ) g jk = 1 + 2M ) (18 1) dove g. δ jk + g jk

CAPITOLO 18. g 00 = 1 2M r. + O(r 3 ) g 0i = 2 ε ijk S j xk r 3 + O(r 3 ) g jk = 1 + 2M ) (18 1) dove g. δ jk + g jk CAPITOLO 18 Il tensore energia-impulso in RG La definizione del tensore energia-impulso si trasporta senza difficoltà in RG, basandosi sul principio di equivalenza. Basta infatti partire da un RIL, dove

Dettagli

Cinematica dei moti relativi

Cinematica dei moti relativi Cinematica dei moti relativi Carattere relativo del moto --> scelta sistema di riferimento Cercheremo le leggi di trasformazione classiche dei vettori v e a di uno stesso punto materiale tra due sistemi

Dettagli

Fisica Quantistica III Esercizi Natale 2009

Fisica Quantistica III Esercizi Natale 2009 Fisica Quantistica III Esercizi Natale 009 Philip G. Ratcliffe (philip.ratcliffe@uninsubria.it) Dipartimento di Fisica e Matematica Università degli Studi dell Insubria in Como via Valleggio 11, 100 Como

Dettagli

Prodotto scalare, covarianza e controvarianza, tensore metrico

Prodotto scalare, covarianza e controvarianza, tensore metrico Prodotto scalare, covarianza e controvarianza, tensore metrico Marco Bonvini 29 settembre 2005 1 Prodotto scalare Sia V spazio lineare su R; dati u, v V il loro prodotto scalare, indicato con (u, v), è:

Dettagli

PROGRAMMA DEL CORSO DI FISICA TEORICA 1 PROF. E. PACE CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN FISICA A. A

PROGRAMMA DEL CORSO DI FISICA TEORICA 1 PROF. E. PACE CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN FISICA A. A PROGRAMMA DEL CORSO DI FISICA TEORICA 1 PROF. E. PACE CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN FISICA A. A. 2013-2014 ELETTROSTATICA NEL VUOTO Equazione di Poisson ed equazione di Laplace. Teorema di Green; I e II

Dettagli

In questo caso dovremo costruire un atlante U. ovvero un sistema di mappe che si φ(u) congiungono le une alle altre in modo

In questo caso dovremo costruire un atlante U. ovvero un sistema di mappe che si φ(u) congiungono le une alle altre in modo I matematici hanno sviluppato l Analisi in spazi Euclidei R n. Ed e in spazi Euclidei R n che sappiamo differenziare, integrare etc. Sappiamo anche che esistono spazi curvi non Euclidei (la sfera per esempio)

Dettagli

CAPITOLO 14. u v = v u u: u v = 0 v = 0.

CAPITOLO 14. u v = v u u: u v = 0 v = 0. CAPITOLO 14 La metrica Come già sappiamo, una varietà (semi)riemanniana è caratterizzata da una metrica. Possiamo ora darne una definizione precisa. Definizione: Diremo metrica un prodotto scalare sui

Dettagli

Cinematica. Velocità. Riferimento Euleriano e Lagrangiano. Accelerazione. Elementi caratteristici del moto. Tipi di movimento

Cinematica. Velocità. Riferimento Euleriano e Lagrangiano. Accelerazione. Elementi caratteristici del moto. Tipi di movimento Cinematica Velocità Riferimento Euleriano e Lagrangiano Accelerazione Elementi caratteristici del moto Tipi di movimento Testo di riferimento Citrini-Noseda par. 3.1 par. 3.2 par 3.3 fino a linee di fumo

Dettagli

3. Vettori, Spazi Vettoriali e Matrici

3. Vettori, Spazi Vettoriali e Matrici 3. Vettori, Spazi Vettoriali e Matrici Vettori e Spazi Vettoriali Operazioni tra vettori Basi Trasformazioni ed Operatori Operazioni tra Matrici Autovalori ed autovettori Forme quadratiche, quadriche e

Dettagli

Le Basi Fisiche della Relatività Generale e la derivazione delle Equazioni di Friedmann

Le Basi Fisiche della Relatività Generale e la derivazione delle Equazioni di Friedmann Capitolo 5 Le Basi Fisiche della elatività Generale e la derivazione delle Equazioni di Friedmann Fino ad ora ci siamo occupati di caratterizzare la geometria di un universo omogeneo ed isotropo in espansione

Dettagli

19. Le trasformazioni di coordinate spazio-temporali nella teoria della relatività ristretta

19. Le trasformazioni di coordinate spazio-temporali nella teoria della relatività ristretta 19. Le trasformazioni di coordinate spazio-temporali nella teoria della relatività ristretta 1 Le trasformazioni di Galileo Consideriamo per semplicità un moto unidimensionale. Come abbiamo più volte sottolineato,

Dettagli

Relativita speciale. A. Palano. Testo di riferimento: P.J. Nolan, Complementi di Fisica, fisica moderna, Zanichelli

Relativita speciale. A. Palano. Testo di riferimento: P.J. Nolan, Complementi di Fisica, fisica moderna, Zanichelli Relativita speciale A. Palano Testo di riferimento: P.J. Nolan, Complementi di Fisica, fisica moderna, Zanichelli Sistemi di riferimento in moto relativo. Moti relativi S: Assoluto, S : relativo, Moto

Dettagli

Equazioni di Maxwell. I campi elettrici e magnetici (nel vuoto) sono descritti dalle equazioni di Maxwell (in unità MKSA)

Equazioni di Maxwell. I campi elettrici e magnetici (nel vuoto) sono descritti dalle equazioni di Maxwell (in unità MKSA) Equazioni di Maxwell I campi elettrici e magnetici (nel vuoto) sono descritti dalle equazioni di Maxwell (in unità MKSA) E = ϱ ɛ 0 (1) E = B (2) B = 0 (3) E B = µ 0 j + µ 0 ɛ 0 (4) La forza che agisce

Dettagli

dλ + Γµ ναu ν V α = 0 (3)

dλ + Γµ ναu ν V α = 0 (3) SESTA ESERCITAZIONE Trasporto parallelo Lungo una curva di parametro λ, di vettore tangente U µ = dxµ dλ, (1) il vettore V µ è trasportato parallelamente se soddisfa le equazioni del trasporto parallelo

Dettagli

Sistemi di coordinate

Sistemi di coordinate Sistemi di coordinate Servono a descrivere la posizione di una punto nello spazio. Un sistema di coordinate consiste in Un punto fisso di riferimento chiamato origine Degli assi specifici con scale ed

Dettagli

Una approssimazione allo spazio della fisica classica. Spazi affini euclidei.

Una approssimazione allo spazio della fisica classica. Spazi affini euclidei. Una approssimazione allo spazio della fisica classica. Spazi affini euclidei. Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Una introduzione allo spazio della fisica classica. 1/20 Lo spazio E 3 (il piano

Dettagli

Le Basi Fisiche della Relatività Generale e la derivazione delle Equazioni di Friedmann

Le Basi Fisiche della Relatività Generale e la derivazione delle Equazioni di Friedmann Capitolo 5 Le Basi Fisiche della elatività Generale e la derivazione delle Equazioni di Friedmann Fino ad ora ci siamo occupati di caratterizzare la geometria di un universo omogeneo ed isotropo in espansione

Dettagli

parametri della cinematica

parametri della cinematica Cinematica del punto Consideriamo il moto di una particella: per particella si intende sia un corpo puntiforme (ad es. un elettrone), sia un qualunque corpo esteso che si muove come una particella, ovvero

Dettagli

Derivata materiale (Lagrangiana) e locale (Euleriana)

Derivata materiale (Lagrangiana) e locale (Euleriana) ispense di Meccanica dei Fluidi 0 0 det 0 = [ (0 ) + ( ( ) ) + (0 0 ) ] = 0. Pertanto, v e µ sono indipendenti tra loro e costituiscono una nuova base. Con essi è possibile descrivere altre grandezze,

Dettagli

TEORIA DELLA RELATIVITA RISTRETTA

TEORIA DELLA RELATIVITA RISTRETTA TEORIA DELLA RELATIVITA RISTRETTA EVOLUZIONE DELLE TEORIE FISICHE Meccanica Classica Principio di Relatività Galileiano Meccanica Newtoniana Gravitazione (Newton) Costante Universale G = 6,67*10^-11Nm^2/Kg^2

Dettagli

25 - Funzioni di più Variabili Introduzione

25 - Funzioni di più Variabili Introduzione Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Statistica per l Analisi dei Dati Appunti del corso di Matematica 25 - Funzioni di più Variabili Introduzione Anno Accademico 2013/2014 M. Tumminello

Dettagli

0.1 Arco di curva regolare

0.1 Arco di curva regolare .1. ARCO DI CURVA REGOLARE 1.1 Arco di curva regolare Se RC(O, i, j, k ) è un riferimento cartesiano fissato per lo spazio euclideo E, e se v (t) = x(t) i + y(t) j + z(t) k è una funzione a valori vettoriali

Dettagli

Innalzamento e abbassamento di indici

Innalzamento e abbassamento di indici TERZA ESERCITAZIONE Innalzamento e abbassamento di indici Consideriamo lo spazio di Minkowski in coordinate sferiche {x µ } (t, r, θ, φ). La sua metrica è con ds dt + dr + r dθ + r sin θdφ g µν dx µ dx

Dettagli

11 luglio Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... ISTRUZIONI

11 luglio Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... ISTRUZIONI COGNOME.......................... NOME.......................... N. MATRICOLA............. La prova dura ore. ISTRUZIONI Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi

Dettagli

CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE

CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE Regole di derivazione per il prodotto scalare e per il prodotto vettore Sia v funzione di un parametro reale t, t.c. 5 v : R R 3 t 7 v (t). (1) Proprietà: 1. Limite. Il concetto

Dettagli

CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE: MOTI RETTILINEI E INTRODUZIONE AL MOTO IN PIÙ DIMENSIONI PROF. FRANCESCO DE PALMA

CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE: MOTI RETTILINEI E INTRODUZIONE AL MOTO IN PIÙ DIMENSIONI PROF. FRANCESCO DE PALMA CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE: MOTI RETTILINEI E INTRODUZIONE AL MOTO IN PIÙ DIMENSIONI PROF. FRANCESCO DE PALMA Sommario INTRODUZIONE ALLA CINEMATICA... 3 MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO...

Dettagli

La Relatività Generale come Fonte di Ispirazione

La Relatività Generale come Fonte di Ispirazione La Relatività Generale come Fonte di Ispirazione Augusto SAGNOTTI Scuola Normale Superiore e INFN - Pisa GR @ 100 s Parma, 20 Novembre 2015 Con l Europa nel pieno della I Guerra Mondiale, Einstein completava

Dettagli

CAPITOLO 16. (nella (16 2) gli indici i, k a secondo membro non possono essere 0 causa l antisimmetria

CAPITOLO 16. (nella (16 2) gli indici i, k a secondo membro non possono essere 0 causa l antisimmetria CAPITOLO 16 E finalmente torniamo alla fisica Riprendiamo il filo del discorso dal Cap. 1, dove abbiamo visto che in un RIL la fisica è (localmente) lorentziana. Dunque possiamo trovare coordinate {x α

Dettagli

2 Forma canonica metrica delle ipequadriche

2 Forma canonica metrica delle ipequadriche 26 Trapani Dispensa di Geometria, 1 Iperquadriche Sia A una matrice reale simmetrica n n, non nulla, sia b un vettore colonnna in R n e sia c R. L insieme delle soluzioni in R n dell equazione X t AX +

Dettagli

TEORIA DEI SISTEMI ANALISI DEI SISTEMI LTI

TEORIA DEI SISTEMI ANALISI DEI SISTEMI LTI TEORIA DEI SISTEMI Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale Indirizzo Gestione Industriale TEORIA DEI SISTEMI ANALISI DEI SISTEMI LTI Ing. Cristian

Dettagli

Dinamica del Manipolatore (seconda parte)

Dinamica del Manipolatore (seconda parte) Dinamica del Manipolatore (seconda parte) Ph.D Ing. Michele Folgheraiter Corso di ROBOTICA2 Prof.ssa Giuseppina Gini Anno. Acc. 2006/2007 Equilibrio Statico Manipolatore Il manipolatore può essere rappresentato

Dettagli

Si chiama campo di forze una zona di spazio in cui sia possibile associare ad ogni punto un vettore forza

Si chiama campo di forze una zona di spazio in cui sia possibile associare ad ogni punto un vettore forza Lavoro ed Energia Si chiama campo di forze una zona di spazio in cui sia possibile associare ad ogni punto un vettore forza F= F r cioè la forza agente sul punto dipende dalla sua posizione. Un campo di

Dettagli

CU. Proprietà differenziali delle curve

CU. Proprietà differenziali delle curve 484 A. Strumia, Meccanica razionale CU. Proprietà differenziali delle curve Richiamiamo in questa appendice alcune delle proprietà differenziali delle curve, che più frequentemente vengono utilizzate in

Dettagli

Richiamiamo quanto detto nell esercitazione precedente sul trasporto parallelo. Lungo una curva di parametro λ, di vettore tangente

Richiamiamo quanto detto nell esercitazione precedente sul trasporto parallelo. Lungo una curva di parametro λ, di vettore tangente Trasporto parallelo Richiamiamo quanto detto nell esercitazione precedente sul trasporto parallelo. Lungo una curva di parametro λ, di vettore tangente U µ = dxµ, (1) il vettore V µ è trasportato parallelamente

Dettagli

Compito di Meccanica Razionale

Compito di Meccanica Razionale Compito di Meccanica Razionale Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale 6 Giugno 08 (usare fogli diversi per esercizi diversi) Primo Esercizio i) Assumiamo che Q sia un punto di un corpo rigido piano

Dettagli

LEZIONE 24. a 1,1 x 2 + a 2,2 y 2 + a 3,3 z 2 + 2a 1,2 xy + 2a 1,3 xz+ + 2a 2,3 yz + 2a 1,4 x + 2a 2,4 y + 2a 3,4 z + a 4,4 = 0 (24.1.

LEZIONE 24. a 1,1 x 2 + a 2,2 y 2 + a 3,3 z 2 + 2a 1,2 xy + 2a 1,3 xz+ + 2a 2,3 yz + 2a 1,4 x + 2a 2,4 y + 2a 3,4 z + a 4,4 = 0 (24.1. LEZIONE 24 24.1. Riduione delle quadriche a forma canonica. Fissiamo nello spaio un sistema di riferimento Oxy e consideriamo un polinomio q(x, y, ) di grado 2 in x, y, a meno di costanti moltiplicative

Dettagli

x(t) = R 0 + R(t) dx(t) dt v(t) = = dr(t) dt Moto circolare uniforme Principi della dinamica

x(t) = R 0 + R(t) dx(t) dt v(t) = = dr(t) dt Moto circolare uniforme Principi della dinamica Il moto con velocità scalare costante si dice moto. La traiettoria è una circonferenza, caratterizzata dunque da un punto centrale e da un raggio, e giacente su un piano. Si tratta quindi di un moto bidimensionale.

Dettagli

Antonella Abbà APPUNTI DI MECCANICA RAZIONALE

Antonella Abbà APPUNTI DI MECCANICA RAZIONALE Antonella Abbà APPUNTI DI MECCANICA RAZIONALE 1 Chapter 1 Cinematica 1.1 Invarianza rispetto alle rotazioni Siano dati due sistemi di riferimento cartesiani ortogonali X 1,X 2,X 3 e x 1,x 2,x 3 con la

Dettagli

Tensore degli sforzi di Maxwell. Il campo elettromagnetico nel vuoto è descritto dalle equazioni di Maxwell (in unità MKSA)

Tensore degli sforzi di Maxwell. Il campo elettromagnetico nel vuoto è descritto dalle equazioni di Maxwell (in unità MKSA) Tensore degli sforzi di Maxwell Il campo elettromagnetico nel vuoto è descritto dalle equazioni di Maxwell (in unità MKSA) B 0 (1) E B (2) E ϱ (3) ɛ 0 B µ 0 j + µ 0 ɛ 0 E La forza di Lorentz che agisce

Dettagli

Lavoro ed energia. A.Solano - Fisica - CTF

Lavoro ed energia. A.Solano - Fisica - CTF Lavoro ed energia Lavoro Energia cinetica Teorema dell energia cinetica Forze conservative Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica Potenza Lavoro di una forza costante m F

Dettagli

Didattica della Matematica per il triennio Geometria sintetica e geometria analitica

Didattica della Matematica per il triennio Geometria sintetica e geometria analitica Didattica della Matematica per il triennio Geometria sintetica e geometria analitica anno acc. 2012/2013 Univ. degli Studi di Milano Cristina Turrini (Univ. degli Studi di Milano) Didattica della Matematica

Dettagli

Forma covariante delle equazioni di Maxwell

Forma covariante delle equazioni di Maxwell Forma covariante delle equazioni di Maxwell 1 Indice 1 Introduzione ai tensori 3 2 Rappresentazione quadridimensionale delle trasformazioni di Lorentz 11 3 Cinematica relativistica 15 4 Equazioni di Maxwell

Dettagli

Lezione 5 Dinamica del punto

Lezione 5 Dinamica del punto ezione 5 Dinamica del punto rgomenti della lezione avoro Potenza Energia cinetica avoro forza peso avoro forza d attrito avoro Studiando cosa succede integrando la forza nel tempo siamo arrivati alla definizione

Dettagli

PARITA. Parità Parità intrinseca Conservazione della Parità

PARITA. Parità Parità intrinseca Conservazione della Parità PARITA Parità Parità intrinseca Conservazione della Parità PARITÀ L operatore di inversione spaziale è una trasformazione discreta che inverte il segno delle tre coordinate spaziali: P x, y, z -x, -y,

Dettagli

Geometria 3 primo semestre a.a

Geometria 3 primo semestre a.a Geometria 3 primo semestre a.a. 2014-2015 Esercizi Forme differenziali Ricordiamo alcune definizioni date a lezione. s-forma definite da Siano ω una k-forma e φ una ω = I a I dx I, φ = J b J dx J Definizione

Dettagli

Scattering Cinematica Relativistica

Scattering Cinematica Relativistica Scattering Cinematica Relativistica V Trasformazioni di Lorentz, 4-vettori, imulsi e angoli 3/5/9 E.Menichetti - Univ. di Torino Trasformazioni di Lorentz Per due riferimenti in configurazione tiica: '

Dettagli

Principio di inerzia

Principio di inerzia Dinamica abbiamo visto come si descrive il moto dei corpi (cinematica) ma oltre a capire come si muovono i corpi è anche necessario capire perchè essi si muovono Partiamo da una domanda fondamentale: qual

Dettagli

Cinematica in due o più dimensioni

Cinematica in due o più dimensioni Cinematica in due o più dimensioni Le grandezze cinematiche fondamentali: posizione, velocità, accelerazione, sono dei vettori nello spazio a due o tre dimensioni, dotati di modulo, direzione, verso. In

Dettagli

14 febbraio Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a COGNOME... NOME... N. MATRICOLA...

14 febbraio Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... COGNOME.......................... NOME.......................... N. MATRICOLA............. La prova dura ore. ISTRUZIONI Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi

Dettagli

CAPITOLO 9. Sia data poi una funzione scalare f su M:

CAPITOLO 9. Sia data poi una funzione scalare f su M: CAPITOLO 9 Introduzione alla geometria differenziale Lo sviluppo teorico della RG richiede particolari strumenti matematici: geometria differenziale e analisi tensoriale. La geometria differenziale nasce

Dettagli

Stage Estivi LNF 2013

Stage Estivi LNF 2013 Stage Estivi LNF 2013 Riferimenti Inerziali Sistema di Riferimento: sistema di coordinate (3 spaziali + 1 temporale) solidale con osservatore (riferimento di quiete) Riferimento Inerziale (R.I.): qualunque

Dettagli

Enrico Borghi DESCRIZIONI CLASSICHE DEI FENOMENI ELETTROMAGNETICI

Enrico Borghi DESCRIZIONI CLASSICHE DEI FENOMENI ELETTROMAGNETICI Enrico Borghi DESCRIZIONI CLASSICHE DEI FENOMENI ELETTROMAGNETICI La materia ordinaria contiene, fra altre, particelle di due tipi, elettroni e protoni, che interagiscono scambiando fra loro particelle

Dettagli

B = 0 E. Usando queste equazioni, ponendo le sorgenti (J e ρ) a zero, si ottengono le equazioni delle onde elettromagnetiche nel vuoto 2 E

B = 0 E. Usando queste equazioni, ponendo le sorgenti (J e ρ) a zero, si ottengono le equazioni delle onde elettromagnetiche nel vuoto 2 E Gruppo di Lorentz Typeset in TEX in date 17 10 2007 1.Introduzione storica Nel 1873 J. C. Maxwell riunisce in A treatise on electricity and magnetism i fenomeni riconducibili all elettricità e al magnetismo

Dettagli

Rette e piani in R 3

Rette e piani in R 3 Rette e piani in R 3 In questa dispensa vogliamo introdurre in modo elementare rette e piani nello spazio R 3 (si faccia riferimento anche al testo Algebra Lineare di S. Lang). 1 Rette in R 3 Vogliamo

Dettagli

Il linguaggio della relatività: le geometrie non euclidee

Il linguaggio della relatività: le geometrie non euclidee Il linguaggio della relatività: le geometrie non euclidee Luca Lussardi Università Cattolica del Sacro Cuore Einstein 1916-2016 Università degli Studi di Brescia 6 Aprile 2016 Non sono certo che la geometria

Dettagli

Analisi Matematica 2. Curve e integrali curvilinei. Curve e integrali curvilinei 1 / 29

Analisi Matematica 2. Curve e integrali curvilinei. Curve e integrali curvilinei 1 / 29 Analisi Matematica 2 Curve e integrali curvilinei Curve e integrali curvilinei 1 / 29 Curve in R 2 e R 3 Intuitivamente: una curva é un insieme di punti nello spazio in cui una particella puó muoversi

Dettagli

Spazi Vettoriali e Vettori

Spazi Vettoriali e Vettori Spazi Vettoriali e Vettori Basilio Bona DAUIN-Politecnico di Torino 2007 2008 Basilio Bona (DAUIN-Politecnico di Torino) Spazi Vettoriali e Vettori 2007 2008 1 / 20 Vettori e Spazi vettoriali Il concetto

Dettagli

Modellistica dei Manipolatori Industriali 01BTT Esame del 18/02/2002 Soluzione

Modellistica dei Manipolatori Industriali 01BTT Esame del 18/02/2002 Soluzione Modellistica dei Manipolatori Industriali BTT Esame del 8/2/22 Soluzione Sistemi di riferimento e cinematica di posizione In Figura a) il manipolatore è stato ridisegnato per mettere in evidenza variabili

Dettagli

Geometria analitica: rette e piani

Geometria analitica: rette e piani Geometria analitica: rette e piani parametriche Allineamento nel piano nello spazio Angoli tra rette e distanza 2 2006 Politecnico di Torino 1 Esempio 2 Sia A = (1, 2). Per l interpretazione geometrica

Dettagli

SISSA Area Matematica Esame di ammissione per il corso di Analisi Matematica, Modelli e Applicazioni 27 marzo 2019

SISSA Area Matematica Esame di ammissione per il corso di Analisi Matematica, Modelli e Applicazioni 27 marzo 2019 SISSA Area Matematica Esame di ammissione per il corso di Analisi Matematica, Modelli e Applicazioni 27 marzo 2019 Il candidato risolva CINQUE dei seguenti problemi, e indichi chiaramente sulla prima pagina

Dettagli

GEOMETRIA 1 quarta parte

GEOMETRIA 1 quarta parte GEOMETRIA 1 quarta parte Cristina Turrini C. di L. in Fisica - 2014/2015 Cristina Turrini (C. di L. in Fisica - 2014/2015) GEOMETRIA 1 1 / 36 index Forme bilineari 1 Forme bilineari 2 Il caso reale: spazi

Dettagli

Curve nel piano ane euclideo e nello spazio ane euclideo

Curve nel piano ane euclideo e nello spazio ane euclideo Curve nel piano ane euclideo e nello spazio ane euclideo 13 Dicembre 2018 Federico Lastaria. Analisi e Geometria 1. Curve nel piano e nello spazio. 1/29 Curve parametrizzate regolari e biregolari. Denizione

Dettagli

Richiami di Algebra Lineare

Richiami di Algebra Lineare Richiami di Algebra Lineare Eduardo Rossi Università degli Studi di Pavia Corso di Econometria Marzo 2012 Rossi Algebra Lineare 2012 1 / 59 Vettori Prodotto interno a : (n 1) b : (n 1) a b = a 1 b 1 +

Dettagli

24 giugno Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a COGNOME... NOME... N. MATRICOLA...

24 giugno Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... 4 giugno 010 - Soluzione esame di geometria - 1 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 009-010 COGNOME.......................... NOME.......................... N. MATRICOLA............. La prova dura ore.

Dettagli

Appunti di relatività ristretta

Appunti di relatività ristretta Appunti di relatività ristretta (per il corso di Fisica Nucleare e Subnucleare 2014/15) 17.10.2014 Fiorenzo Bastianelli 1 Introduzione Agli inizi del 1900 erano conosciute due grandi teorie fisiche: 1)

Dettagli

Numero progressivo: 6 Turno: 1 Fila: 1 Posto: 1 Matricola: Cognome e nome: (dati nascosti per tutela privacy)

Numero progressivo: 6 Turno: 1 Fila: 1 Posto: 1 Matricola: Cognome e nome: (dati nascosti per tutela privacy) Numero progressivo: 6 Turno: 1 Fila: 1 Posto: 1 Matricola: 0000695216 Cognome e nome: (dati nascosti per tutela privacy) 1. Di quanto ruota in un giorno sidereo il piano di oscillazione del pendolo di

Dettagli

Vettori applicati. Capitolo Richiami teorici. Definizione 1.1 Un sistema di vettori applicati Σ è un insieme

Vettori applicati. Capitolo Richiami teorici. Definizione 1.1 Un sistema di vettori applicati Σ è un insieme Capitolo 1 Vettori applicati 1.1 Richiami teorici Definizione 1.1 Un sistema di vettori applicati Σ è un insieme {(P i,v i ), P i E, v i V, i = 1,...,N}, (1.1) dove P i è detto punto di applicazione del

Dettagli

Corpo affine elastico vincolato

Corpo affine elastico vincolato Esercizio [5-1] 1 Corpo affine elastico vincolato e 2 e 1 Un corpo a forma di parallelepipedo retto, con spigoli paralleli a e 1 di lunghezza l 1, spigoli paralleli a e 2 di lunghezza l 2 e spigoli paralleli

Dettagli

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Sistemi di riferimento in R 3 e vettori 2 / 25 In fisica, grandezze fondamentali come forze, velocità, campi elettrici e magnetici vengono convenientemente descritte

Dettagli

E K = 1 2 mv 2. A.A. 2014/15 Fisica 1 1

E K = 1 2 mv 2. A.A. 2014/15 Fisica 1 1 Lavoro ed energia Le relazioni ricavate dalla cinematica e dalla dinamica permettono di descrivere il moto di un oggetto puntiforme note le variabili cinematiche e le forze applicate all oggetto in funzione

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA REGISTRO. DELLE LEZIONI ESERCITAZIONI SEMINARI Anno accademico 2016/17

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA REGISTRO. DELLE LEZIONI ESERCITAZIONI SEMINARI Anno accademico 2016/17 REGISTRO DELLE LEZIONI ESERCITAZIONI SEMINARI Anno accademico 2016/17 Cognome e Nome: BISI FULVIO Qualifica: PROFESSORE ASSOCIATO MAT/07 DIPARTIMENTO DI MATEMATICA Insegnamento (6 CFU su un totale di 6+3

Dettagli

R è definita infine dall insieme delle curve percorse da ogni singolo punto della corda.

R è definita infine dall insieme delle curve percorse da ogni singolo punto della corda. 1. Problema della corda vibrante Si consideri una corda monodimensionale, di sezione nulla avente densità per unità di lunghezza ρ e modulo elastico lineare E. Una corda reale approssima quella ideale

Dettagli

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI TEORIA DEI SISTEMI Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale Indirizzo Gestione Industriale TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI Ing. Cristian Secchi Tel.

Dettagli

Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1. Federico Lastaria. Curve nello spazio Gennaio Lunghezza d arco

Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1. Federico Lastaria. Curve nello spazio Gennaio Lunghezza d arco Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1 Federico Lastaria Curve nello spazio Gennaio 013 Indice 1 Lunghezza d arco 1 1.1 Parametrizzazione alla lunghezza d arco..................... 1. Ogni

Dettagli

FM210 - Fisica Matematica I

FM210 - Fisica Matematica I FM21 - Fisica Matematica I Seconda Prova Scritta [16-2-212] Soluzioni Problema 1 1. Chiamiamo A la matrice del sistema e cerchiamo anzitutto gli autovalori della matrice: l equazione secolare è (λ + 2β)λ

Dettagli

GEOMETRIA ANALITICA NELLO SPAZIO (3D Geometry)

GEOMETRIA ANALITICA NELLO SPAZIO (3D Geometry) GEOMETRIA ANALITICA NELLO SPAZIO (3D Geometry) SISTEMA DI RIFERIMENTO NELLO SPAZIO La geometria analitica dello spazio è molto simile alla geometria analitica del piano. Per questo motivo le formule sono

Dettagli