La Crisi dei Salari Crescita, Occupazione e Redditi perduti negli anni Duemila

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1 Istituto per le ricerche economiche e sociali La Crisi dei Salari Crescita, Occupazione e Redditi perduti negli anni Duemila presentazione a cura di: Agostino Megale Riccardo Sanna Taranto, 18/9/2010 elaborazioni a cura di: Lorenzo Birindelli Giuseppe D Aloia Riccardo Sanna Riccardo Zelinotti

2 Scenario macro: la crescita persa, l occupazione perduta, la finanza pubblica dispersa. 2

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5 L occupazione in crisi Dall inizio della crisi al secondo trimestre 2010 sono stati persi oltre un milione di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione a luglio 2010 è arrivato all 8,4%, circa 2 milioni e 105mila persone. Gli inattivi in Italia sono arrivati a quota 15 milioni. In Italia, nel 2009 sono stati oltre 450mila i posti di lavoro persi da parte dei giovani (16-24 anni). La disoccupazione giovanile a febbraio 2010 ha raggiunto il 28,2% e a luglio si attesta al 26,8%. La media europea nell anno 2009 è del 19,8%. 5 Fonte: elaborazioni su dati Istat.

6 L occupazione in crisi (2) Nel picco (III trim 2009) dei 508mila posti di lavoro persi, circa 220mila erano a tempo determinato e, per la prima volta dal 1999, 110mila a tempo indeterminato. Le lavoratrici e i lavoratori coinvolti dalla CIG sono oltre 1.200mila. Le imprese coinvolte sono oggi oltre (oltre 200 tavoli aperti) I lavoratori in collaborazione che hanno perso i lavoro nel 2009 sono stati 150mila, di cui solo hanno usufruito del bonus del governo, pari al 20% del reddito medio annuo (mediamente 287 euro). Nel 2010 il bonus è passato al 30% (!) e sono state presentate più domande, ma quelle accolte sono state solo Se consideriamo tra gli inoccupati anche gli scoraggiati (circa 300mila nuovi inattivi, soprattutto al Sud) il tasso di disoccupazione reale arriva all 11%. Il tasso di disoccupazione reale tornerà ai livelli pre-crisi solo nel Fonte: elaborazioni su dati Istat.

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10 L aumento delle disuguaglianze: il reddito perduto. 10

11 L indice di disuguaglianza in Europa Indice della disuguaglianza nei paesi Ocse (media ) 0,50 0,48 0,46 0,44 0,42 0,40 0,38 0,36 0,34 0,32 0,30 0,28 0,26 0,24 0,22 0,20 L Italia era già il sesto paese più diseguale tra i paesi Ocse nella distribuzione del reddito prima della crisi DNK SWE LUX AUT CZE SVK FIN BEL NLD CHE NOR ISL FRA HUN DEU AUS OECD-30 KOR CAN ESP JPN GRC IRL NZL GBR ITA POL USA PRT TUR MEX 11 Fonte: elaborazioni Ires-Cgil su dati Ocse. Indice di concentrazione del reddito disponibile misurato con il coefficiente di Gini.

12 La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e della ricchezza Secondo l ultima Indagine di Banca d Italia sui redditi delle famiglie italiane, il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell'intera ricchezza netta delle famiglie italiane, che vuol dire che famiglie possiedono ognuna mediamente euro. Così come il 50% della popolazione (la metà più povera) possiede solo il 9,8% della ricchezza netta complessiva: ovvero famiglie posseggono mediamente euro. La distanza tra la ricchezza netta media ( euro) e la ricchezza netta mediana (di quel 50% più povere, cioè euro) evidenzia l iniquità della distribuzione. Indice di concentrazione della ricchezza netta (0,614) è quasi il doppio dell Indice di concentrazione del reddito familiare (0,353). 12 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia.

13 La mediana di Trilussa In Italia, la distanza tra reddito medio e reddito mediano (del 50% popolazione più povera) risulta invece essere cresciuta più di tutti gli altri paesi OCSE, passando, negli ultimi 15 anni, dal 10,5% al 17,3% (prima della crisi). La nostra previsione è che nel 2011 tale distanza raddoppierà, superando il 20%. % Il 50% più povero della distribuzione La curva della distribuzione del reddito delle famiglie italiane, secondo tutte le indagini degli istituti più accreditati (ISTAT, Banca d Italia, etc.), risulta sempre più schiacciata a sinistra. A causa della suddetta asimmetria della distribuzione il 62% delle famiglie italiane perciò ha conseguito un reddito inferiore alla media e di queste oltre 2/3 sono residenti nelle regioni meridionali e insulari. migliaia di euro 13 Anno 2007 Fonte: elaborazioni su dati Istat (Indagine Eu-Silc).

14 La caduta del reddito reale: euro Nel I trim Il reddito disponibile reale delle famiglie ha subito un ulteriore flessione tendenziale rispetto al I trim pari al -2,6% a prezzi correnti (considerando la somma mobile di 4 trimestri). Se rapportiamo tale ammontare alla popolazione residente, ottenendo il reddito disponibile pro capite, la flessione passa al -3,2%. La caduta del potere d acquisto per abitante in realtà risulta già molto evidente prima del 2009: rispetto al picco del III trim la flessione del reddito in termini reali supera il 6%, che corrisponde ad oltre euro annui. Reddito disponibile per abitante a prezzi costanti. Perdita in % rispetto al III trim Fonte: elaborazioni su dati Istat, Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società.

15 Retribuzioni contrattuali e di fatto, lorde e nette: i salari perduti (l irrisolta questione salariale). 15

16 l Inflazione nella crisi 5,0 IPCA (Indice generale) gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. gen. feb. mar. apr. mag. giu lug 5,0 IPCA depurato da prodotti energetici e alimentari freschi gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. gen. feb. mar. apr. mag. giu lug 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 Area Euro Italia Area Euro Italia -1,0-1,0-2,0 La dinamica dell ultimo periodo indica un invesrine di tendenza che in Italia e in Europa dovrebbe scongiurare il pericolo di deflazione e, contemporaneamente, nessun rischio di forti aumenti dei prezzi (le stesse staff projections della BCE indicano un tasso annuo di inflazione armonizzata compreso tra l 1,5 e l 1,7% nel 2010 e tra l 1,2 e il 2,2% nel 2011 per l Europa), anche se l Italia registra un inflazione strutturalmente al di sopra di quella europea, anche nelle previsioni -2,0 16 Fonte: elaborazioni su dati Eurostat.

17 Retribuzioni e Inflazione nel biennio 2010 Deflatore dei consumi interni inflazione effettiva Retribuzioni contrattuali crescita zero ,7% +2,1% var. reale +0,4% Retribuzioni lorde di fatto con la produttività (esclusi i lavoratori in Cassa Integrazione) Retribuzioni nette di fatto al netto tasse e contributi +2,1% +0,4% +2,0% +0,2% Nella crisi +0,2% di maggiori pressione fiscale sul lavoro dipendente 17 Fonte: elaborazioni su dati Istat.

18 Le distribuzione primaria del reddito 40,0 Andamento delle quote distributive del reddito nazionale - Italia 85,0 Quota dei profitti (scala sinistra) Quota del lavoro dipendente (scala destra) 38,0 + 6,5 punti 80,0 75,0 36,0 34,0 32,0 Profitti crisi 70,0 65,0 60,0 30,0 Salari -0,5 punti effetto occupazione 55,0 28,0 50, Fonte: elaborazioni su dati Istat, Conti economici nazionali.

19 Retribuzioni di fatto e inflazione effettiva 135 Inflazione (DEF) Retr. contr lorde Retr. di fatto lorde Numeri indice 1999 = 100 Produttività media annua inflazione +2,62% produttività salari +2,64% Produttività = 2,67% medio annuo Le retribuzioni di fatto lorde, tra il 2000 e il 2010, confrontate con l inflazione effettiva hanno recuperato terreno, ma hanno accumulato una perdita di potere d acquisto nei primi anni Duemila ancora da recuperare. 19 Fonte: elaborazioni su dati Istat.

20 135 Retribuzioni nette, inflazione e tasse Inflazione (DEF) Retr. di fatto lorde Retr. di fatto nette Numeri indice 1999 = 100 media annua inflazione +2,62% salari +2,47% 100 Maggiori tasse su produttività = 10,4% Anche le retribuzioni nette hanno accumulato una perdita nei primi anni Duemila, dovuta anche al fiscal drag che equivale a maggiori entrate complessivamente sottratte al potere d acquisto dei salari. 20 Fonte: elaborazioni su dati Istat.

21 Il carico fiscale negli anni Duemila...tutto su lavoro dipendente e pensioni 115,0 Entrate totali Altre entrate Entrate da reddito da lavoro dipendente 110,0 105, ,1% 100, , * 90,0 85,0-7,1% -1,6% 80,0 (*) Gettito deflazionato. Numeri indice 2000 = Fonte: elaborazioni su dati Agenzia delle Entrate.

22 Produttività, prima e dopo la crisi: gli investimenti mancati e la produttività perduta. 22

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24 Produttività a confronto Valore aggiunto reale per addetto del settore privato Numeri indice 1995= ,0 135,0 130,0 125,0 120,0 Regno Unito Germania Francia Italia +32,2% +27,0% +24,8% 115,0 110,0 105,0 +1,8% 100,0 95,0 90, Fonte: elaborazioni su dati Eurostat.

25 La dinamica della produttività in Italia 6,0 Valore aggiunto ai prezzi base - valori concatenati - per ora lavorata Valore aggiunto a prezzi base - Valori concatenati - anno di riferimento 2000 / ULA totali 5,0 4,0 3,0 Media = Ø 2,0 1,0 - -1,0-2,0-3,0-4,0-5, Fonte: elaborazioni su dati Istat.

26 Competitività e Costo del lavoro Costo del lavoro e Retribuzione netta (PPP s in dollari) Anno Costo del lavoro Salario netto Germania Regno Unito Francia Sv ezia Giappone USA Spagna Italia 26 Fonte: elaborazioni su dati Ocse.

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