Sociologia della comunicazione
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- Alfonsina Arcuri
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1 Corso di Sociologia della comunicazione Sapienza Università di Roma Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Corso di laurea in Comunicazione pubblica e d impresa Prof. Marco Bruno (canale A-L) Anno accademico Slide corso 8 Modelli della comunicazione 1/2 NOTA BENE Questo materiale è solo un supporto alle lezioni tenute in aula e non è MAI sostitutivo dei testi d'esame. L uso scientifico e divulgativo di questi materiali è libero, a condizione che se ne citi l autore e la provenienza. (M. Bruno, 2018, Materiali del corso di Sociologia della comunicazione, Sapienza Università di Roma, Dip. di Comunicazione e Ricerca sociale) Per informazioni: marco.bruno@uniroma1.it 1
2 I modelli della comunicazione
3 I modelli della comunicazione Modello s.m. 1. L oggetto o il termine atto a fornire un conveniente schema di punti di riferimento ai fini della riproduzione o dell imitazione, talvolta dell emulazione: copiare fedelmente il m.; il Petrarca è stato per lungo tempo il m. preferito dei poeti d amore; con funzione attributiva: uno scolaro m. # La persona che posa davanti G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader s Digest, 1987 Ia edizione
4 I modelli della comunicazione Modello Processo di traduzione tra la teoria e la realtà; spiegazione e analisi della teoria attraverso un linguaggio derivante dalla logica, dalla matematica o dalla statistica
5 I modelli della comunicazione In una teoria matematica che cerchi di spiegare e prevedere gli eventi nel mondo che ci circonda si prende sempre in esame un modello semplificato del mondo, un modello matematico contenente soltanto gli elementi relativi al comportamento in esame N. Wiener, Cybernetics. Control and Communication in the Animal and the Machine, 1948, cit. in J.R. Pierce, La teoria dell informazione. Simboli, codici, messaggi, 1963
6 I modelli della comunicazione I modelli della comunicazione costituiscono delle sintesi grafiche riguardanti singoli o molteplici aspetti del processo comunicativo È possibile stabilire un percorso evolutivo dei modelli della comunicazione che, però, non va assolutamente considerato come dato cronologicamente
7 I modelli della comunicazione In generale, però, è possibile operare una distinzione fondamentale relativa ai differenti tipi di modelli Modelli lineari Modelli circolari
8 I modelli della comunicazione Domande sui modelli A quale paradigma della comunicazione appartiene? È presente il feedback? Quali sono gli elementi della comunicazione presenti nel modello? Quali sono le loro caratteristiche?
9 I modelli della comunicazione IMPORTANTE La linearità o la circolarità di un modello non dipende in alcun modo dalla sua forma grafica. 1. I modelli lineari sono privi di feedback. 2. I modelli circolari sono dotati di feedback.
10 I modelli della comunicazione: Letteralmente, l espressione nasce dal verbo inglese to feed alimentare, nutrire unitamente al termine back all indietro il feedback Il primo a introdurre il concetto è stato lo scienziato inglese J.C. Maxwell nel 1868, il quale pubblicò uno studio sui sistemi automatici (governor) in cui metteva in evidenza come essi fossero in grado di autocorreggersi proprio grazie al ritorno di informazione. UNISCE L IDEA DI CONTROLLO DI SISTEMA A QUELLA DI RITORNO DELL INFORMAZIONE
11 I modelli della comunicazione: il feedback "Il regolatore è una parte della macchina attraverso la quale la velocità della macchina stessa è mantenuta costante a dispetto di variazioni della potenza erogata o della resistenza (al moto) J.C. Maxwell, On governors, 1868
12 I modelli della comunicazione: il feedback Il feedback può essere definito come: possibilità di risposta da parte del ricevente ciclo di restituzione della risposta retroazione
13 Modello ipodermico
14 Modello ipodermico Il comportamentismo behaviorismo dal termine inglese Behavior = comportamento è quell approccio che interpreta i fenomeni psicologici in termini di eventi di natura fisica piuttosto che mentale L esempio più classico è quello del riflesso condizionato di Pavlov
15 Modello ipodermico Secondo il comportamentismo, un animale sottoposto ad uno stimolo risponde attuando un comportamento che dipende esclusivamente dai suoi caratteri biologici Dunque ad un medesimo stimolo corrisponde una medesima risposta, indipendentemente dall esemplare sottoposto all esperimento
16 Modello ipodermico Attraverso un operazione di parallelismo tra animali e uomini, inizialmente si ritenne che la comunicazione, considerata uno stimolo di massa, potesse attivare un medesimo comportamento in ciascun essere umano che si sottoponeva ad essa
17 Modello ipodermico Per quanto concerne l aspetto teorico il richiamo più diretto è relativo alla teoria dell ago ipodermico o alla teoria del proiettile magico
18 Modello ipodermico Veniva dunque attribuito ai mezzi di comunicazione di massa un potere incredibilmente grande e pericoloso MANIPOLAZIONE E Messaggio R
19 Diagramma di flusso In sostanza, per un mezzo di comunicazione di massa era sufficiente inviare un messaggio, affinché il ricevente capisse esattamente ciò che l emittente si proponeva di trasmettere Tale modello prende il nome di DIAGRAMMA DI FLUSSO E Messaggio R
20 Modello ipodermico Diagramma di flusso E
21 Modello ipodermico Onnipotenza dei media Masse atomizzate ed indifese Uniformità della risposta Esistenza di un nesso causale Manipolazione
22 Evoluzione degli effetti dei media MANIPOLAZIONE PROPAGANDA PERSUASIONE INFLUENZA? QUALE INFLUENZA?
23 La scoperta delle I.V. Nel 1948 Berelson scrive: certi tipi di comunicazione su certi temi sottoposti all attenzione di certi tipi di persone in certe condizioni hanno certi effetti Per la prima volta, si parla di certi effetti e non di effetti certi
24 La formula segreta degli effetti S R Dall iniziale teoria behaviourista S R, una volta inserite le variabili intervenienti (I.V.), a seconda della prospettiva analitica con cui esse vengono prese in considerazione, si ottengono tutte le teorie sugli effetti S I.V. R
25 La formula segreta degli effetti E Ad esempio: teoria dell influenza selettiva, teoria degli usi e gratificazioni, teoria della coltivazione, teoria della spirale del silenzio
26 Modello S IV R E I.V. Intervening Variables Indicano tutte le variabili intervenienti, cioè tutti quei fattori che intervengono nel processo comunicativo favorendo, oppure ostacolando, la risposta al messaggio - stimolo
27 Modello matematico informazionale
28 Sviluppi della teoria dell informazione 1933 Ludwig von Bertalanffy pubblica Modern Theories of Development, in cui vengono gettate le basi della teoria dei sistemi 1948 Claude Elwood Shannon pubblica The Mathematical Theory of Communication Nello stesso anno Norbert Wiener pubblica Cybernetics or Control and Communication in the Animal and Machine, in cui si delinea la formulazione teorica della società dell'informazione, nonché il concetto di entropia: «La misura del grado di disorganizzazione di un sistema».
29 Modello comunicativo della teoria dell informazione di Shannon e Weaver Attenzione focalizzata: dal punto di vista metodologico, sulla scomposizione del processo comunicativo nei suoi elementi costitutivi; dal punto di vista tecnico, sull efficienza del processo comunicativo; dal punto di vista dell efficacia comunicativa, sulla capacità diffusiva delle comunicazioni di massa di trasmettere a vasti pubblici gli stessi contenuti.
30 Modello comunicativo della teoria dell informazione di Shannon e Weaver Matematico americano, nato nel 1916 in Michigan, autore della Teoria dell informazione - The Mathematical theory of Communication (University of Illinois Press, Urbana, 1949; trad. it, La teoria matematica della comunicazione, Etas Kompass, Milano, 1971) Lavorava come ricercatore presso i Bell Telephone Laboratories Claude Elwood Shannon
31 Modello comunicativo della teoria dell informazione di Shannon e Weaver Matematico americano, nato nel 1894, traduce in un linguaggio più idoneo a scopi divulgativi il lavoro di Shannon, con il quale diventa coautore della teoria matematica. È professore di matematica presso la Wiscounsin University. Warren Weaver
32 Modello comunicativo della teoria dell informazione di Shannon e Weaver Nella sua forma pura, la teoria dell informazione è stata la scoperta di un ingegnere. I suoi successi pratici più cospicui si sono avuti nelle trasmissioni televisive a colori, nella progettazione dei sistemi radar di avvistamento a grande distanza, nella ricostruzione dei messaggi provenienti da lontani veicoli spaziali. Trattando l informazione in termini definiti chiaramente, ma del tutto astratti, Shannon riuscì a generalizzarla.
33 Teoria matematica dell informazione La comunicazione viene descritta come un processo lineare e monodirezionale Shannon e Weaver, 1949
34 Modello matematico dell informazione Fonte Trasmittente Ricevente Destinatario Segnale Segnale ricevuto Fonte del rumore Elementi fondamentali del modello: Input Output Rumore Entropia Ridondanza Shannon e Weaver, 1949
35 Teoria matematica dell informazione Interrogativi: Che tipo di canale di comunicazione può trasmettere la massima quantità di segnale? Quanto del segnale trasmesso sarà disturbato dal rumore nel passaggio da emittente a ricevente?
36 Teoria matematica dell informazione 1. La fonte produce un messaggio o una catena di messaggi che devono essere comunicati. 2. Il messaggio è trasformato in segnali da un apparato trasmittente. 3. L apparato ricevente ha la funzione di ricostruire il messaggio a partire da questi segnali (bit). 4. La trasmissione del messaggio può essere disturbata dalla presenza di rumore. 5. Totale assenza di feedback.
37 Modello matematico dell informazione Vantaggi: il modello è importante perché fonda lo studio della comunicazione come oggetto autonomo. Svantaggi: il significato del messaggio è sostanzialmente irrilevante in quanto la codificazione è un problema di misura dell informazione.
38 Teoria dell informazione «Le grandi conquiste della teoria dell informazione sono: 1) l aver stabilito la capacità di canale e, in particolare, il numero delle cifre binarie necessarie a trasmettere l informazione da una particolare sorgente; 2) l aver mostrato che un canale disturbato ha un ritmo di informazioni in bit per carattere o per secondo al di sotto del quale è possibile una trasmissione senza errori nonostante la presenza del rumore» J.R. Pierce, La teoria dell informazione. Simboli, codici, messaggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1963, p.54
39 Teoria matematica dell informazione glossario Bit termine inglese, contratto da binary digit (cifra binaria), che viene impiegato per designare la più piccola unità di informazione trasmissibile. La velocità di trasmissione di un segnale sarò quindi espressa in bit per secondo e l entropia di una sorgente verrà espressa in bit per simbolo o per secondo Ridondanza la codificazione ridondante di un messaggio è quella che attribuisce ad ogni simbolo un numero di bit maggiore dell entropia del messaggio, in modo da dare al ricevente un certo numero di chiavi per la correzione di eventuali errori J. R. Pierce, La teoria dell informazione. Simboli, codici, messaggi, Milano, Mondadori, 1963
40 Teoria matematica dell informazione glossario Rumore il rumore e il suo sinonimo, disturbo, sono termini generici impiegati per significare qualsiasi segnale che si sovrapponga a quello trasmesso Entropia concetto introdotto nell ambito della termodinamica; nella teoria dell informazione, è la misura della quantità di informazione effettivamente trasmessa da un messaggio: più alta è l entropia, minore è l informazione veicolata.
41 Teoria matematica dell informazione glossario Ad esempio, se in una biblioteca i libri sono collocati a caso, la probabilità di trovare il libro che si cerca è bassa e l entropia alta; se i libri sono ordinati per autore la probabilità aumenta e l entropia si riduce; se infine sono ordinati per autore e per argomento, la probabilità è ancora più elevata e l entropia ancora più bassa. * Pagina 41
42 Teoria matematica dell informazione Entropia - disordine Nella figura 4 è riportato un contenitore diviso in due parti da un setto mobile. In ciascuna parte in cui è diviso il recipiente vi sono molecole di un gas diverso. Se togliamo il setto divisorio le molecole si saranno spontaneamente mescolate come in figura 5. Si può certamente dire che la configurazione di figura 4 è più ordinata di quella di figura 5. Figura 4 Figura 5
43 Teoria matematica dell informazione Ridondanza la parte di un messaggio che può essere eliminata senza sostanziale perdita di informazione Per controllare che il messaggio sia stato ricevuto in maniera corretta: il messaggio si può reiterare per intero o in parte; si può chiedere al ricevente di ripetere il messaggio. In un caso e nell'altro si devono inviare molti segnali non indispensabili. La ridondanza aumenta il lavoro il costo della comunicazione e perciò viene spesso considerata un limite.
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