Fattori di successo e sfide per le imprese italiane
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1 Fattori di successo e sfide per le imprese italiane Gregorio De Felice Chief Economist Milano, 16 gennaio 2019
2 Lo scenario macro globale 1 L economia mondiale continuerà ad espandersi anche nel 2019 a tassi di poco inferiori a quelli del 2018: Pil al 3,4% dal 3,7%. La svolta protezionistica delle politiche commerciali americane rischia di incidere sull andamento del commercio internazionale. L Eurozona ne risente maggiormente di altre aree perché più dipendente dalla domanda estera e interessata da shock specifici: Pil all 1,4% dall 1,7%. Le condizioni finanziarie complessive rimarranno accomodanti sia nell eurozona che in Giappone. La politica di rialzi della Federal Reserve dovrebbe concludersi nel corso dell anno. Il raffreddamento delle tensioni valutarie farà migliorare le condizioni finanziarie in diversi paesi emergenti. Le politiche fiscali ancora espansive accrescono la domanda di debito pubblico. A questa tendenza si affianca la crescita del debito privato.
3 2 La crescita mondiale resta solida. Permane il gap dell Italia p 2019p 2020p USA Area Euro Germania Francia Italia Spagna OPEC Est Europa Turchia Russia America Latina Brasile Giappone Cina India Mondo Fonte: Thomson Reuters-Datastream, previsioni Intesa Sanpaolo
4 La produttività del lavoro ristagna PIL per ora lavorata (1995=100; a prezzi costanti) Italia ( ): +0,4 medio annuo Germania ( ): +1,6 medio annuo Germania 131,7 125,5 120 Francia Italia 106, Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati OCSE
5 ma non per il manifatturiero Produttività del lavoro (valore aggiunto a prezzi costanti per ora lavorata, 2008=100) Grandi Produttività del lavoro nelle imprese manifatturiere italiane (valore aggiunto per addetto, var. % ) Medie Piccole * Micro Miglior 25% Peggior 25% Totale Manifatturiero * 2017 stimato per il settore manifatturiero Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su ISTAT Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su ISID
6 5 Italia saldamente al quinto posto per saldo commerciale Saldo commerciale con l estero 2017 (miliardi di dollari correnti, export-import*) USA Regno Unito Francia Hong Kong Paesi Bassi Italia Giappone Corea Germania Cina * Al netto del commercio di prodotti petroliferi Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su Comtrade
7 e al primo posto per diversificazione dell export ,6 Manifatturiero: diversificazione dei prodotti esportati (inverso dell indice di Herfindahl) 82,9 85,3 129,6 149,7 156,7 279,4 L Italia presenta un elevato grado di diversificazione dei prodotti esportati, superiore a quello che caratterizza Cina, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. 0 Regno Unito Francia Giappone Cina Germania Stati Uniti Italia Nota: Indice di diversificazione calcolato sul massimo livello di disaggregazione di prodotto disponibile Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati UNCTAD Comtrade
8 7 grazie alle filiere che restano ben radicate nel territorio Apporto di valore aggiunto domestico alle filiere (%) della Moda in della Metalmeccanica in Italia 78,7 83,6 Italia 74,4 79,4 Spagna 65,9 76,5 Germania 73,3 78,6 Germania 65,8 69,0 Spagna 72,0 74,5 Francia 60,5 72,5 Francia 59,3 74, Fonte: Prometeia-Intesa Sanpaolo Analisi dei settori industriali, Maggio 2017
9 Piccole e medie imprese pilastro del Made in Italy 8 90% 80% 70% 60% 50% Esportazioni manifatturiere per classe di addetti (%, 2016) Italia: 50% dell export manifatturiero da PMI (con meno di 250 addetti) 50,8% 40% 30% 20% 15,4% 31,4% 10% 0% 2,3% Italia Spagna Germania Francia Fonte: Intesa Sanpaolo su dati OECD e Eurostat
10 per sostenere un ulteriore aumento del saldo Manifatturiero italiano* Propensione all export e saldo commerciale 98 miliardi esportazioni/produzione (%, scala sinistra) saldo commerciale (miliardi di euro) * Al netto del commercio di prodotti petroliferi Fonte: Prometeia-Intesa Sanpaolo Analisi dei settori industriali, Ottobre 2018
11 Sui mercati esteri vincenti grazie ad un mix di strategie evolute Manifatturiero italiano- Strategie e performance: variazione % della produttività tra il 2008 e il 2017; valori mediani 10 Operatore estero CON strategie Marchi internazionali SENZA strategie Ambiente Brevetti 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali; sono state considerate le imprese con più di euro di fatturato nel 2017 e più di nel 2015
12 che richiedono investimenti e maggiori competenze 11 Partecipazione dei lavoratori a corsi di formazione negli ultimi 12 mesi Regno Unito 59,5 Germania 57,2 Italia 52,3 Spagna 51, Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Eurostat
13 12 Mismatch tra domanda e offerta di competenze soprattutto per materie scientifico-tecnologiche, sia per i laureati Italia: quota % di entrate previste dalle imprese nel 2017 ritenute di difficile reperimento per livello universitario (% su totale, in ordine di rilevanza) per ridotto numero di candidati per inadeguatezza dei candidati 5 0 Indirizzo ingegneria elettronica e dell'informazione Indirizzo ingegneria industriale Indirizzo scientifico, matematico e fisico Indirizzo linguistico, traduttori e interpreti Altri indirizzi di ingegneria Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Excelsior
14 che per i tecnici 18,8 Italia: quota % di entrate previste dalle imprese nel 2017 ritenute di difficile reperimento per livello secondario (% su totale, in ordine di rilevanza) 25,0 14,0 16,8 14,5 18,9 12,0 12,5 Per alcuni indirizzi sembra esserci un problema di qualità della formazione più che di disponibilità 10,8 9, Indirizzo meccanica, meccatronica ed energia Indirizzo informatica e telecomunicazioni Indirizzo elettronica ed elettrotecnica per ridotto numero di candidati per inadeguatezza dei candidati Indirizzo sistema moda Indirizzo turismo, enogastronomia, ospitalità Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Excelsior
15 14 Occorre recuperare sul piano degli investimenti fissi lordi Investimenti fissi lordi (2007=100; a valori concatenati) Germania Francia 113,4 102, Italia: -84mld Germania: +72mld Spread investimenti = 156mld Italia 77, Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat, Eurostat
16 e sugli investimenti immateriali In Italia il peso degli investimenti immateriali sul PIL non va oltre il 2,9% (media UE15: 4%) R&S (2017) Italia: 386 euro/abitante (324 nel 2008) Germania: euro/abitante (810 nel 2008) Spread R&S = 814 euro/abitante Investimenti immateriali (2008=100; a valori correnti) Germania Francia Italia Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Eurostat
17 Interagire con le start-up innovative 16 Lombardia Lazio Emilia Romagna Veneto Campania Piemonte Sicilia Toscana Puglia Marche Trentino Friuli Venezia Giulia Abruzzo Calabria Umbria Liguria Sardegna Basilicata Molise Valle d'aosta Start-up innovative per regione (*) Start-up innovative per regione ogni società di capitale (*) Trentino Valle d'aosta Molise Basilicata Friuli Venezia Giulia Umbria Marche Emilia Romagna Lombardia Calabria Veneto Abruzzo Italia Piemonte Liguria Sicilia Sardegna Campania Puglia Lazio Toscana 14,2 13,5 13,0 12,8 12,4 12,1 11,9 10,0 9,7 9,0 8,9 8,5 8,3 8,3 7,7 7,6 7,0 6,6 6,6 6,3 5, (*) Start-up al 7/1/2019 rapportate al numero di società di capitale attive al III trimestre Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Movimprese
18 Va favorito l ingresso in azienda di «nuove energie» Manifatturiero italiano (valori mediani) 17 Variazione % fatturato tra il 2015 e il 2017 EBITDA margin 2017 Impresa storica Impresa matura Impresa adulta Impresa nuova Startup 4,9 7,2 5,3 7,6 6,5 8,5 7,8 11,7 12,9 12,2 Impresa storica Impresa matura Impresa adulta Impresa nuova Startup 6,9 7,8 9,2 8,5 9,6 8,9 9,1 8,7 8,6 8, Imprese con quota di giovani nel CdA superiore inferiore al al 30% Imprese con quota di giovani nel CdA inferiore superiore al al 30% Imprese con quota di giovani nel CdA superiore inferiore al al 30% Imprese con quota di giovani nel CdA inferiore superiore al al 30% 30% Startup: nate dal 2010 fino al 2014; Nuove: dal 2000 al 2009; Adulta: dal 1990 al 1999; Mature: dal 1980 al 1989; Storiche: costituite prima del Età degli amministratori al Buona presenza di Giovani nel CdA se capo azienda giovane (fino a 35 anni) o quota giovani nel CdA superiore al 30% Nota: fatturato 2015 > euro; fatturato 2016 e 2017 > euro Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database)
19 e vanno sostenute le filiere produttive 18 Grandi imprese Manifatturiero: Variazione % del fatturato tra il 2008 e il 2017 (valori mediani) 25,0% 41,4% Medie imprese 26,6% 33,8% Piccole imprese 15,3% 25,9% Micro imprese -6,1% 7,0% Imprese in filiera Altre imprese -10% 0% 10% 20% 30% 40% 50% Nota: imprese con almeno euro di fatturato nel 2015, e almeno euro di fatturato nel 2016 e nel Micro imprese: fatturato fino a 2 milioni di euro; Piccole imprese: fatturato tra 2 e 10 milioni di euro di fatturato; Medie imprese: fatturato tra 10 e 50 milioni di euro di fatturato; Grandi imprese: almeno 50 milioni di euro di fatturato Imprese in filiera; Altre imprese Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo Integrated Database
20 Conclusioni Le piccole e medie imprese italiane, a cui si deve il 50% delle nostre esportazioni manifatturiere, rappresentano un fattore chiave della competitività italiana, garantendo la maggiore diversificazione di prodotto nel contesto internazionale. Grazie al fitto tessuto di relazioni sui territori e nelle filiere, il modello italiano è stato in grado di reggere l impatto della forte pressione concorrenziale dei paesi emergenti, mantenendo il saldo manifatturiero in positivo e su livelli tra i più elevati al mondo. Negli ultimi anni è emerso un nucleo di soggetti vincenti che ha puntato su un insieme di strategie evolute in termini di internazionalizzazione e innovazione, valorizzando la competenza ed i talenti del proprio capitale umano. In un contesto come quello attuale, in cui iniziano ad affiorare timori di brusco rallentamento dell economia, occorre rafforzare ulteriormente i fattori alla base di questi successi, anche con una crescita dimensionale. Saranno cruciali investimenti materiali e immateriali, creazione di start-up, formazione, rinnovo generazionale. 19
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