Le azioni della Regione Toscana per la tutela e gestione delle risorse idriche

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1 Giornate formative: Gestione integrata delle risorse idriche la Val di Cornia come laboratorio di innovazione 8,9,27 febbraio 2017 SCUOLA SUPERIORE SANT ANNA- PISA Le azioni della Regione Toscana per la tutela e gestione delle risorse idriche Ing. Marco Masi Dirigente Genio Civile Valdarno Centrale e Tutela dell Acqua Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile - Regione Toscana

2 GLI INDICATORI AMBIENTALI Buco nell ozono I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO A tutti è nota l importanza dell ozonosfera come filtro nei confronti degli ultravioletti che vengono intrappolati quasi totalmente in quanto vengono utilizzati nella importante reazione di formazione dell ozono Immagine del Polo Sud ottenuta da satellite Le zone in cui l'ozono è più rarefatto sono rappresentate in blu

3 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO Variazioni della temperatura della superficie della Terra misurata negli ultimi 140 anni e negli ultimi 1000 anni (Fonte: Sito Web dell IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change; un organismo intergovernativo sotto l egida dell ONU comprendente tra gli altri anche i governi dei paesi più industrializzati del mondo, fra i quali Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Francia e Germania)

4 GLI INDICATORI AMBIENTALI Numero eventi I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO AUMENTO EVENTI ESTREMI IN ITALIA

5 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO (Fonte: Rapporto Ance-Cresme 2012) 82% di comuni a rischio 10% di popolazione a rischio 3,7 mld /anno per calamità stima 60 mld per sicurezza

6 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO Il cambiamento climatico in atto dà luogo a sempre più frequenti eventi piovosi concentrati nello spazio e di forte intensità che sfuggono ai metodi standard di determinazione della pericolosità idraulica. Nel bacino dell'arno Caldine, 6 agosto 1940 Villastrada, 25 agosto 1934 Pescia, 26 settembre 1942 Nusenna in Chianti, 9 luglio mm 92 mm 91 mm 90 mm

7 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO 4 novembre giugno 1996 Cardoso, Alta Versilia 325 ottobre del 2011 Aulla, Lunigiana

8 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO La mappa della pericolosità da Flash Flood rappresenta la distribuzione nel bacino della propensione al verificarsi di eventi intensi e concentrati con possibile innesco di piene repentine. ELABORAZIONI DISTRETTO APPENNINO SETTENTRIONALE

9 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO Cambiamenti osservati nella temperatura : Aumento della temperatura media globale superficiale (Tmgs) trend lineare 0,85 C nel periodo aumento totale 0,78 C dal al C/decennio in Le tendenze su periodi brevi (ultimi 15 anni : ) sono statisticamente non significative C/decennio in Ultimi tre decenni sono stati più caldi dal L ultimo decennio è stato il più caldo.

10 I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO LE PROIEZIONI CLIMATICHE Media RCP C RCP C RCP C RCP C Entro la fine del nostro secolo la TMSG probabilmente sarà almeno 1.5 C oltre il livello preindustriale. Senza misure significative di mitigazione, la TMGS potrebbe crescere nel range di 2 C-4 C.

11 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO

12 I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO UNA CARTOLINA DALLE ALPI

13 GLI INDICATORI AMBIENTALI I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ITALIA E NEL MONDO

14 LA TUTELA DELLA RISORSA IDRICA LE POLITICHE EUROPEE, NAZIONALI E REGIONALI Acque pulite ed acque sicure. Due concetti che solo recentemente hanno iniziato ad essere intesi nel modo appropriato; non più come questioni distinte da trattarsi separatamente bensì come tematiche fortemente interconnesse la cui appropriata gestione deve e può riflettersi positivamente su entrambe. MSFD 2008/56 CE Marine Strategy Directive Sociale Ambiente Direttiva Alluvioni (FD) 2007/60/CE Economia Direttiva Acque (WFD) 2000/60/CE DIFESA DALLE ACQUE E TUTELA DELLE ACQUE

15 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE LE POLITICHE EUROPEE, NAZIONALI E REGIONALI Livello europeo Livello nazionale Water Framework Directive 2000/60 CE focus sulla tutela del corpo idrico superficiale sotterraneo - Piano di Gestione Acque Flood directive 2007/60 CE focus sulla tutela dalle alluvioni Piano di Gestione Rischio Alluvioni D. Lgs 152/2006 Parte III - Piano di Bacino che include 2 stralci 1. Piano di Gestione Acque (PGA) 2. Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PRGA) - Piano di tutela delle acque (PTA) Livello regionale Piano di tutela delle acque Declinazione di dettaglio a scala regionale del PGA Raccordo con gli strumenti di pianificazione della regione PIT, PRAE, Piano AIT, strumenti urbanistici, raccordo con il PRGA

16 dir. 2007/60 Art. 1 punto 3 dir. 2000/60 Art. 1 Scopo della direttiva 2000/60/CE è istituire un quadro per la protezione delle acque superficiali interne, di transizione, costiere e sotterranee che: impedisca un ulteriore deterioramento, protegga e migliori lo stato degli ecosistemi acquatici... agevoli un utilizzo idrico sostenibile riduca l inquinamento delle acque superficie e sotterranee contribuisca a mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità IL LIVELLO EUROPEO Gestione del rischio Non incremento della pericolosità buono al 2015 LE POLITICHE EUROPEE, NAZIONALI E REGIONALI obiettivo di qualità Scopo della direttiva 2007/60/CE ( extending the scope ) è istituire un quadro per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvione volto a ridurre le conseguenze negative per la salute umana, l ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche connesse con le alluvioni. (...) le misure per ridurre tali rischi, per essere efficaci, devono essere coordinate a livello di bacino idrografico (...)

17 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE LE AZIONI STRATEGICHE PER LA PREVENZIONE LA MISSIONE ISTITUZIONALE PREVENZIONE PIANIFICAZIONE TERRITORIALE TUTELA DELLA RISORSA IDRICA PROTEZIONE CIVILE GESTIONE DEL DEMANIO IDRICO STATO REGIONE PROVINCIA COMUNE un sistema che aiuta a salvaguardare i cittadini e l ambiente

18 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE LE AZIONI STRATEGICHE PER LA PREVENZIONE GLI OBIETTIVI PRIORITARI a) La salute umana riduzione del rischio per la vita, la salute umana; mitigazione dei danni ai sistemi che assicurano l'operatività dei sistemi strategici (ospedali e strutture sanitarie, scuole, etc.) b) L'ambiente riduzione del rischio per le aree protette e i corpi idrici dagli effetti negativi dovuti a possibile inquinamento in caso di eventi alluvionali; c) Il patrimonio culturale riduzione del rischio per il costituito dai beni culturali, storici ed architettonici esistenti; mitigazione dei possibili danni dovuti ad eventi alluvionali sul sistema del paesaggio. d) Le attività economiche mitigazione dei danni alla rete infrastrutturale primaria, al sistema produttivo, alle proprietà, etc.

19 LE AZIONI STRATEGICHE PER LA PREVENZIONE Rafforzamento della resilienza naturale degli ecosistemi Protezione e miglioramento dei processi naturali Integrazione consapevole dei processi naturali nella pianificazione e nello sviluppo territoriale Prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico Cultura della prevenzione e la comunicazione istituzionale

20 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE LE AZIONI DELLA REGIONE PER LA TUTELA DELL ACQUA I PRINCIPI GENERALI Regia unitaria delle modalità di approvvigionamento della risorsa idrica; Integrazione funzionale tra settori (servizio idrico integrato, irriguo e idroelettrico) e tra finalità (gestione della risorsa per gli usi e gestione del rischio per la sicurezza) Coordinamento delle linee di intervento per la difesa del suolo e per la risorsa idrica Condivisione delle azioni con cittadini, associazioni e portatori d interesse pubblici e privati

21 LE AZIONI DELLA REGIONE PER LA TUTELA DELL ACQUA OBIETTIVI: prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo delle acque, sia superficiali che sotterranee migliorare lo stato delle acque gestire le risorse idriche sulla base di bacini idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative Promuovere la partecipazione STRUMENTI: PIANO DI GESTIONE Direttiva Acque WFD

22 LE AZIONI DELLA REGIONE PER LA TUTELA DELL ACQUA D.P.G.R. 61/R/2016 del 16 agosto 2016 Regolamento di attuazione dell art. 11 della l.r. 80/2015 (Norme in materia di difesa del suolo, tutela delle risorse idriche e tutela della costa e degli abitati costieri) REGOLAMENTO RECANTE DISPOSIZIONI PER L'UTILIZZO RAZIONALE DELLA RISORSA IDRICA E PER LA DISCIPLINA DEI PROCEDIMENTI DI RILASCIO DEI TITOLI CONCESSORI E AUTORIZZATORI PER L'USO DI ACQUA.

23 LE AZIONI DELLA REGIONE PER LA TUTELA DELL ACQUA In un unico regolamento si fondono le finalità ed i contenuti dei commi 1 e 2 dell art. 11 della LR 80/2015 SU TUTTO IL TERRITORIO REGIONALE CON CARATTERE DI OMOGENEITÀ A B garantire, la riduzione dei consumi da parte degli utilizzatori di acqua Riallineare gli usi delle acque e Disciplinare i procedimenti di rilascio dei titoli concessori e autorizzatori relativi al prelievo Incentivare i risparmio ed il riuso dell acqua anche attraverso l applicazione di canoni di concessione che tengano conto dei costi ambientali e dei costi della risorsa

24 IL PROGETTO REWAT SVILUPPO INNOVAZIONE REWAT PROJECT (sustainable WATer management in the lower Cornia valley through demand REduction, aquifer REcharge and river REstoration) Il progetto REWAT nasce con l'obiettivo di sviluppare una strategia partecipata per la gestione sostenibile delle risorse idriche con una sperimentazione pratica nella bassa Val di Cornia. Attraverso le azioni di razionalizzazione dei consumi di acqua (civile e agricola) e di conservazione delle acque meteoriche si potrà favorire lo sviluppo socio-economico e il mantenimento degli agro-ecosistemi mitigando gli stress attualmente in atto sulla risorsa.

25 LA GESTIONE DELLE ACQUE La buona gestione dell'acqua è uno dei temi strutturanti del progetto Condivisione delle conoscenze e delle criticità locali Condivisione degli obiettivi di recupero, tutela, sicurezza e sviluppo Acquisizione di responsabilità da parte di tutti i soggetti competenti ad operare per la realizzazione del Piano e il coinvolgimento dei cittadini

26 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Miglioramento Qualità Ambientale Urbana QUALCHE ESEMPIO

27 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA La strategia dell approccio integrato Esempi internazionali : Strasburgo

28 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Demostration Project: sistema integrato di Bio-Fitodeputarazione sistemi di biofitodepurazione e bio-lago integrati in contesto urbano Esempi internazionali : Strasburgo

29 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Esempi internazionali : Strasburgo

30 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA sistema integrato di aree verdi produttive

31 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Giardini e Orti urbani ex-quartiere industriale di Godsbanearealet Aalborg Danimarca 1

32 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Bottière Chenaie, eco-quartiere Nantes, Francia. Il canale all'interno del quartiere e strutture eoliche 2

33 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Bottière Chenaie, eco-quartiere a Nantes, Francia. Orti e giardini condivisi 3

34 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Bottière Chenaie, eco-quartiere a Nantes, Francia. Il canale all interno del quartiere 4

35 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA Bottière Chenaie - eco-quartiere a Nantes, Francia. La piazza inondabile come bacino di esondazione

36 LE GIORNATE FORMATIVE REWAT LA GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Programma 1 a giornata 8 febbraio 2017 STRUMENTI NORMATIVI E DI PROGRAMMAZIONE COMUNITARI, NAZIONALI E REGIONALI LA TUTELA DEI CORPI IDRICI E LA GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE normativa comunitaria e nazionale e relazioni tra i livelli e gli strumenti di pianificazione: Piano di Gestione Distrettuale, Piano di Tutela, Piano d Ambito, PIT. PIANO DI GESTIONE RISCHIO ALLUVIONI (2007/60/CE) E PIANO DI GESTIONE ACQUE coordinamento e obiettivi ed interventi. Linea Guida CIS e Misure WIN-WIN. PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE AGGIORNAMENTO AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE. LA TUTELA QUANTITATIVA DELLE RISORSE IDRICHE finalità, criteri e lineamenti delle disposizioni comunitarie, nazionali e regionali: LR 80/2015 e Regolamenti Regionali 51/R/2015, 61/R/2016. Regolazione dei prelievi. SISTEMI DI MONITORAGGIO DELLE ACQUE SOTTERRANEE PROGETTO REWAT: obiettivi e azioni per la gestione sostenibile delle risorse idriche della Val di Cornia. SISTEMA INFORMATIVO DEL PROGETTO LIFE REWAT. 1 CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE, IDROMORFOLOGICA ED ECOLOGICA DEL FIUME CORNIA.

37 LE GIORNATE FORMATIVE REWAT LA GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Programma 2 a giornata 9 febbraio 2017 RICARICA DELLA FALDA IN CONDIZIONI CONTROLLATE E RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE LA RICARICA DELLA FALDA IN CONDIZIONI CONTROLLATE: aspetti teorici e applicativi. IL RUOLO DELLA RICARICA CONTROLLATA PER LA GESTIONE DI PROBLEMATICHE DI DESERTIFICAZIONE, INQUINAMENTO DIFFUSO ED USO COMPETITIVO DELLE RISORSE IDRICHE. DM RICARICA DELLA FALDA RELAZIONI CON IL D.LGS. 152/2006 E D.LGS. 30/2009. RICARICA DELLE FALDE IN CONDIZIONI CONTROLLATE IN REGIONE VENETO: esperienze recenti a confronto. LE AREE FORESTALI DI INFILTRAZIONE E LA LORO MULTIFUNZIONALITÀ. BILANCI IDRICI ED ECOLOGICAL FLOW. 2 LA RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE: PRINCIPI E BUONE PRATICHE PER INTEGRARE TUTELA AMBIENTALE, RISCHI IDROGEOLOGICI E SVILUPPO LOCALE. I CONTRATTI DI FIUME COME STRUMENTI PER LA GOVERNANCE PARTECIPATIVA NELLA GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA: obbiettivi e approcci metodologici. Risultati dell'esperienze nella Regione Lombardia.

38 LE GIORNATE FORMATIVE REWAT LA GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Programma 3 a giornata 27 febbraio 2017 RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE NORMATIVA SUL RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE: quadro internazionale e nazionale e problematiche relative agli aspetti ambientali ed igienico sanitari. Superare le limitazioni e le barriere al riuso delle acque reflue in agricoltura: le esperienze dell AG WIRE (EIP WATER). Il riutilizzo irriguo delle acque reflue del depuratore di Mancasale (Reggio Emilia). IL RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE IN TOSCANA: L'esperienza di ASA in val di Cornia e val di Cecina in ambito industriale. UTILIZZO DELLA RISORSA IDRICA IN AGRICOLTURA: la micro-irrigazione sotto-superficiale per l'intensificazione sostenibile delle colture irrigue. IL RISPARMIO IDRICO DAL LATO DEL GESTORE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO E DELL UTENTE. RIDUZIONE DELLE PERDITE DELLE RETI ACQUEDOTTISTICHE. 3

PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA TOSCANA

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