IL POLIFONETA. Due articoli riguardanti la Catalogna. Foglio n. 175 Sabato 4 ottobre 2014

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1 IL POLIFONETA Foglio del Libero Maso de I Coi per la difesa e la promozione dei diritti delle persone e delle Comunità storiche Foglio n. 175 Sabato 4 ottobre 2014 Due articoli riguardanti la Catalogna I) LA «DICHIARAZIONE DI SOVRANITÀ E DEL DIRITTO DI DECIDERE DEL POPOLO DELLA CATALOGNA» (TRADUZIONE IN ITALIANO), DEL 23 GENNAIO Preambolo Il Popolo della Catalogna nel corso della sua storia, ha manifestato democraticamente la volontà di autogovernarsi, con l obiettivo di migliorare il progresso, il benessere e l uguaglianza di opportunità di tutti i suoi cittadini e di rinforzare la propria cultura e la propria identità collettiva. L autogoverno della Catalogna si fonda anche nei diritti storici del popolo catalano, nelle sue istituzioni secolari e nella tradizione giuridica catalana. Il parlamentarismo catalano ha i suoi fondamenti nel medioevo, con le assemblee di Pau i Treva e della Cort Comtal. Nel quattordicesimo secolo si creò la Diputaciò del General, o Generalitat, che acquisì via via più autonomia fino ad divenire, durante il sedicesimo e diciassettesimo secolo, governo del Principato di Catalogna. La caduta di Barcellona nel 714, nell ambito della guerra di successione, comportò, da parte di Filippo V, l abolizione, con il Decret de Nova Planta del diritto pubblico catalano e delle istituzioni di autogoverno. 1 Da: 1

2 Questo itinerario storico è stato condiviso con altri territori, fatto che ha configurato uno spazio comune linguistico, culturale, sociale ed economico, con vocazione di rinforzarlo e promuoverlo, a partire dal mutuo riconoscimento. Durante tutto il ventesimo secolo, la volontà di autogovernarsi delle catalane e dei catalani è stata una costante. La creazione della Mancomunitat de Catalunya che nel 1914 rappresentò un primo passo nel recupero dell autogoverno, fu abolita dalla dittatura di Primo de Rivera. Con la proclamazione della seconda Repubblica Spagnola si costituì un governo catalano nel 1931 con il nome di Generalitat de Catalunya che si dotò di uno statuto di autonomia. La Generalitat fu di nuovo abolita nel 1939 dal Generale Franco, che instaurò un regime dittatoriale fino al La dittatura si scontrò con una resistenza attiva del popolo e del governo di Catalogna. Uno dei momenti decisivi della lotta per la libertà fu la creazione dell Assemblea de Catalunya nel 1971 prima del recupero della Generalitat, con carattere provvisorio, con il ritorno nel 1977 del suo presidente dall esilio. Nella transizione democratica e nel contesto del nuovo sistema di autonomie definito nella costituzione spagnola del 1978, il popolo della Catalogna approvò in referendum lo Statuto di Autonomia della Catalogna nel 1979 e celebrò le prime elezione al Parlamento nella Catalogna nel Negli ultimi anni, nel corso dell approfondimento democratico, una maggioranza delle forze politiche e sociali catalane ha spinto misure di trasformazione del quadro politico e giuridico, la più recente delle quali è stata il processo di riforma dell Estatut d Autonomia de Catalunya, iniziato dal parlamento nel Le difficoltà e i rifiuti delle istituzioni dello stato spagnolo, tra le quali bisogna evidenziare la sentenza della Corte Costituzionale 31/2010, comportano una negazione radicale dell evoluzione democratica delle volontà collettive del popolo catalano nello stato spagnolo e creano le basi per un involuzione dell autogoverno, che oggi si esprime con totale chiarezza negli aspetti politici, di competenze, finanziari, sociali, culturali e linguistici. In tanti modi il popolo della Catalogna ha espresso la volontà di superare l attuale situazione di blocco nel seno dello stato spagnolo. Le manifestazioni moltitudinarie del 10 luglio del 2010, con il lemma siamo una nazione, noi decidiamo e quella dell 11 settembre 2012, con il lemma Catalogna nuovo stato d Europa, sono espressione del rifiuto dei cittadini verso la mancanza di rispetto alle decisioni del popolo della Catalogna. In data 27 settembre 2012, mediante la risoluzione 742/IX, il parlamento della Catalogna constatò il bisogno del popolo della Catalogna di poter determinare liberamente e democraticamente il proprio futuro collettivo mediante una consultazione popolare. Le ultime elezioni al parlamento della Catalogna del 25 di novembre 2012 hanno espresso e confermato questa volontà in modo chiaro ed inequivocabile. Allo scopo di portare a termine questo processo, il parlamento della Catalogna, riunito nella prima sessione della X legislatura, ed in rappresentazione della volontà dei cittadini della Catalogna, espressa democraticamente nelle ultime elezioni, formula la seguente dichiarazione di sovranità e del diritto di decidere del popolo della Catalogna. 2

3 Dichiarazione di sovranità e del diritto di decidere del popolo della Catalogna In accordo con la volontà maggioritaria espressa democraticamente dal popolo della Catalogna, il parlamento della Catalogna accorda iniziare il processo per rendere effettivo l esercizio del diritto di decidere per far si che i cittadini e le cittadine della Catalogna possano decidere il loro futuro politico collettivo, d accordo con i seguenti principi: -Sovranità. Il popolo della Catalogna ha, per ragioni di legittimità democratica, carattere di soggetto politico e giuridico sovrano. -Legittimità democratica. Il processo dell esercizio del diritto di decidere sarà scrupolosamente democratico, garantendo specialmente la pluralità di possibilità e il rispetto di tutte esse, attraverso la delibera e il dialogo nel seno della società catalana, con l obiettivo che il pronunciamento che ne risulti sia l espressione maggioritaria della volontà popolare che sarà il garante fondamentale del diritto di decidere. -Trasparenza. Si forniranno tutti gli strumenti necessari affinché l insieme della popolazione e della società civile catalana abbia tutta l informazione e la conoscenza precise per esercitare il diritto di decidere e se ne promuova la partecipazione nel processo. -Dialogo. Si dialogherà e si negozierà con lo stato spagnolo, le istituzioni europee e l insieme della comunità internazionale. -Coesione sociale. Si garantiranno la coesione sociale e territoriale del paese e la volontà espressa tante volte dalla società catalana di mantenere la Catalogna come un solo popolo. -Europeismo. Si difenderanno e si promuoveranno i principi fondativi dell Unione Europea, in particolare i diritti fondamentali dei cittadini, la democrazia, l impegno a garantire lo stato del benessere, la solidarietà tra i popoli d Europa e il progresso economico, sociale e culturale. -Legalità. Si utilizzeranno tutti i quadri normativi esistenti per consolidare la democrazia e rendere effettivo il diritto di decidere. -Ruolo principale del parlamento. Il parlamento, come istituzione che rappresenta il popolo della Catalogna, ha un ruolo principale in questo processo e pertanto si dovranno accordare e rendere concreti i meccanismi e le dinamiche di lavoro che garantiscano questo principio. -Partecipazione. Il Parlamento della Catalogna e il Govern de la Generalitat devono garantire in tutto questo processo la partecipazione attiva degli enti locali e del massimo numero di forze politiche, agenti economici e sociali, entità culturali e civiche del nostro paese e rendere concreti i meccanismi che garantiscano questo principio. Il Parlamento della Catalogna incoraggia l insieme dei cittadini e cittadine ad essere attivi e protagonisti di questo processo democratico dell esercizio del diritto di decidere del popolo della Catalogna. Palazzo del Parlamento, 23 gennaio 2013 *** 3

4 II) LA BOCCIATURA, DA PARTE DEL PARLAMENTO DI MADRID, DEL REFERENDUM PER L INDIPENDENZA, IL 9 APRILE Il Parlamento spagnolo ha detto «no». La Catalogna non potrà effettuare un referendum per ottenere l indipendenza da Madrid. La bocciatura della legge organica della Generalitat della Catalogna, che chiedeva il trasferimento delle competenze per convocare un referendum sull indipendenza catalana, è avvenuta in modo definitivo a larga maggioranza (299 no, 47 sì e un astenuto) dopo un dibattito nella Camera Bassa spagnola durato sette ore. «Non è possibile applicare quanto ci chiede il Parlamento di Catalogna, perché la Costituzione non lo permette», ha concluso il premier spagnolo Mariano Rajoy. Barcellona aveva programmato unilateralmente la consultazione per il prossimo 9 novembre. Il presidente catalano Artur Mas ha già fatto sapere prima del voto che la consultazione si terrà in ogni caso. (Generalitat è il nome con cui viene indicato il sistema amministrativo-istituzionale per il governo autonomo della comunità autonoma della Catalogna). 2 Da: 4

5 Gli sconfitti: «Andremo avanti» Ma gli sconfitti non si sono arresi.«il processo continua, andiamo avanti. Non ci può fermare la decisione del Parlamento spagnolo». Così il presidente della Generalitat catalana, Artur Mas, nelle sue dichiarazioni, ha commentato la bocciatura della proposta di legge catalana per un referendum indipendentista. «Oggi si è perduta un altra opportunità, l ha perduta il governo spagnolo», ha detto.«non ci hanno voluto dare una mano», ma «la nostra mano resterà tesa». Il governo regionale della Catalogna, con sede a Barcellona, intendeva tenere il referendum sull indipendenza il 9 novembre. La Costituzione spagnola prevede però che solo il governo centrale possa indire un referendum. Il presidente della regione della Catalogna, Artur Mas, prima della bocciatura in Parlamento aveva già insistito sul fatto che comunque la votazione ci sarà. I sondaggi mostrano che una leggera maggioranza di catalani è a favore dell indipendenza. A febbraio il Parlamento spagnolo aveva già approvato una mozione che respingeva il referendum, con 272 voti a favore e 43 contrari. Il premier spagnolo Mariano Rajoy Il premier spagnolo: «Io amo la Catalogna più di voi» Il dibattito è avvenuto in un aula affollata, con un unico grande assente: il presidente catalano Artur Mas (CiU), rimasto nel suo quartier generale. Nei quaranta minuti di intervento, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha fatto appello ad argomenti giuridici e sentimentali, insistendo sulle insidie del progetto secessionista, nello sforzo di convincere i catalani della sua volontà di dialogo. Che, ha ribadito, ha come limite insormontabile il dettato costituzionale. La potestà di convocare il referendum «è una competenza non delegabile dallo Stato senza negare a se stesso il diritto di essere», ha ricordato Rajoy. «Assieme vinciamo, separati perdiamo tutti», ha insistito. «Non è vero che in Catalogna si soffre un oppressione insopportabile, che si persegue la lingua catalana o si asfissia la sua cultura. E non è vero che, quando le regioni vogliono separarsi, si apra loro la porta. Nessuna costituzione al mondo lo consente», ha incalzato Rajoy. «E non parlatemi della Scozia, che ha presupposti sto- 5

6 rici o costituzionali molto diversi. Vedo secoli di storia congiunta, di benessere e sforzo comune», ha aggiunto il premier: «io amo la Catalogna più di voi» e «il futuro idillico che voi disegnate - ha detto rivolto ai partiti indipendentisti - non dice nulla dice sulle conseguenze: una Catalogna più povera, fuori dall euro sine die, dall Ue, dalla Nato e dai trattati internazionali. I catalani perderanno i vantaggi di europei, saranno fuori dal mercato unico, diranno addio a investimenti o ai fondi di pensione». Lo spiraglio Solo al termine dell intervento, Rajoy ha indicato una via d uscita: «Il no non significa chiudere tutte le porte. C è ne è una spalancata: chi non è d accordo con l attuale stato delle cose, attivi l iter per riformare la costituzione». E su una riforma della magna carta, «che attualizzi il nostro patto costituente», ha insistito anche il leader del Psoe, principale partito dell opposizione, Alfredo Rubalcaba. Rivolto agli indipendentisti, Rubalcaba ha detto: «Voi proponete, andiamo a votare, che ce ne andiamo. Noi diciamo: andiamo a sederci e dialoghiamo, per decidere come restare uniti». L unica via di uscita prospettata dal premier passa attraverso una riforma della Costituzione spagnola *** 6

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