30264 Scienza delle Finanze Cles 15, A. Casarico. La finanza locale (2)
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1 30264 Scienza delle Finanze Cles 15, A. Casarico La finanza locale (2)
2 Teoria della finanza locale Argomento generale: analisi delle relazioni finanziarie tra diversi livelli di governo territoriale (Stato, Regioni, Comuni...) Principali problemi: 1. Vantaggi e svantaggi del decentramento 2. Attribuzione delle funzioni pubbliche tra diversi livelli di governo (ripartizione delle competenze) 3. Modalità di finanziamento degli enti decentrati Teoria della Finanza Locale 2
3 Vantaggi del decentramento Differenze territoriali nelle preferenze fiscali Se le preferenze dei cittadini per il livello e la composizione della spesa pubblica e dell imposizione sono differenziate territorialmente: differenti modalità nella fornitura/finanziamento pubblico determinano un guadagno di efficienza. Maggiore responsabilizzazione dei policy-maker locali (accountability) La maggiore vicinanza tra elettori e policy maker locali incentiva questi ultimi a perseguire maggiormente gli interessi collettivi Federalismo sperimentale La differenziazione può stimolare la sperimentazione nella formulazione ed applicazione delle politiche pubbliche, facendo emergere le soluzioni più adeguate e favorendone la diffusione negli altri territori Teoria della Finanza Locale 3
4 Costi del decentramento Mancato sfruttamento delle economie di scala Se nelle produzioni pubbliche esistono economie di scala, queste possono essere meglio sfruttate dal governo centrale Esternalità territoriali (spillover o effetti di traboccamento) Gli interventi dei governi locali possono determinare esternalità negative o positive sugli altri territori. Se questi costi esterni non sono compensati, il livello di fornitura potrà essere sub-ottimale Costi di duplicazione, costi di coordinamento Concorrenza fiscale dannosa Giurisdizioni locali riducono eccessivamente le aliquote per attrarre base imponibile, costringendo ad un livello inefficiente di spesa pubblica Indebolimento della portata della redistribuzione e stabilizzazione Indebolimento del coordinamento sovra-regionale attuato dallo Stato attraverso le sue politiche redistributive e di stabilizzazione macroeconomica Teoria della Finanza Locale 4
5 Attribuzione delle funzioni pubbliche Quale dovrebbe essere il ruolo degli enti decentrati rispetto alle tre grandi funzioni pubbliche? Stabilizzazione macroeconomica Redistribuzione del reddito Allocazione dei beni Ripartizione delle competenze dovrebbe: Minimizzare le esternalità Sfruttare le economie di scala Teoria della Finanza Locale 5
6 Attribuzione delle funzioni pubbliche STABILIZZAZIONE Funzione centrale o addirittura sovra-nazionale Scarsa efficacia delle politiche di stabilizzazione a livello locale a causa dell elevato grado di apertura delle economie locali Teoria della Finanza Locale 6
7 Attribuzione delle funzioni pubbliche REDISTRIBUZIONE Funzione prevalentemente centrale Forti motivazioni di uniformità dei criteri di equità distributiva (livelli minimi dei servizi pubblici garantiti su tutto il territorio nazionale) Rischi di migrazioni a livello locale e di polarizzazione della società Teoria della Finanza Locale 7
8 Attribuzione delle funzioni pubbliche Ad esclusione dei beni pubblici puri, quasi tutti i servizi pubblici costituiscono beni pubblici locali e possono essere offerti efficientemente a livello decentrato ALLOCAZIONE E la funzione privilegiata per i livelli decentrati Teoria della Finanza Locale 8
9 Le modalità di finanziamento degli enti territoriali Imposte con separazione delle fonti con riparto delle fonti sovraimposte addizionali Trasferimenti intergovernativi Tariffe Teoria della Finanza Locale 9
10 Imposte con separazione delle fonti (tributi propri) Imposte istituite dagli (o devolute agli) enti decentrati su basi imponibili esclusive Gli enti decentrati possono -Amministrare il tributo -Determinare alcuni importanti parametri (aliquota, minimi imponibili, struttura delle detrazioni, ecc.): entro limiti
11 Imposte con riparto delle fonti Imposte attribuite agli enti decentrati su basi imponibili condivise con enti di livello superiore Sovrimposta L ente decentrato applica una propria aliquota (generalmente variabile entro limiti prefissati) al gettito di un imposta prelevata da un livello superiore di governo Livello centrale: T c =t c BI c Livello locale:t l =t l BI l =t l (T c )=t l (t c BI c ) Addizionale L ente decentrato applica una propria aliquota (generalmente variabile entro limiti prefissati) alla base imponibile di un imposta prelevata da un livello superiore di governo Livello centrale: T c =t c BI c,l Livello locale: T l =t l BI c,l T TOT =(t c +t l )BI c,l Compartecipazione Una parte del gettito dell imposta centrale viene devoluta al livello di governo locale Compartecipazione = α (T c ) α stabilito a livello centrale La compartecipazione è un trasferimento
12 Italia: i tributi propri di Regioni e Comuni Regioni a statuto ordinario IRAP (aliquota standard 3,9%, Le regioni possono aumentare l'aliquota al massimo dello 0,92% e ridurla fino ad azzerarla (con vincoli); possono differenziarla per settori e categorie) Addizionale IRPEF (aliquota base 1,23%, aumentabile) Tassa automobilistica regionale Tassa regionale per il diritto allo studio universitario Anche: Compartecipazione all accisa sulla benzina e al gettito IVA Comuni IMU Imposta diretta Presupposto: possesso di fabbricati, aree fabbricabili, terreni agricoli situati nel territorio dello Stato e destinati a qualsiasi uso Base imponibile: abitazioni = rendita catastale (rivalutata del 5%) x 160; per terreni agricoli si usano moltiplicatori inferiori; aree fabbricabili = valore di mercato Aliquota 4 per mille per abitazione principale (Detrazione = 200 euro, maggiorata di 50 euro per ciascun figlio, max 400 euro; +/- 2 per mille per autonomia) 7,6 per mille su altri immobili (+/- 3 per mille per autonomia) Addizionale Irpef (aliquota base + facoltativa = 0,8% al max) Teoria della Finanza Locale 12
13 Tariffe Prezzo pagato dagli utenti di un servizio pubblico con caratteristiche di divisibilità (trasporti urbani, raccolta dei rifiuti, fornitura acqua, gas ed elettricità) Copre parzialmente o totalmente i costi di produzione. % di costo complessivo coperto da tariffa: Servizi alle persone: 39% Servizi produttivi: 100% Teoria della Finanza Locale 13
14 Finalità: Trasferimenti intergovernativi finanziamento dell attività generale dell ente locale integrare entrate tributarie per garantire il finanziamento dei compiti istituzionali degli enti territoriali redistribuzione territoriale delle risorse con finalità perequative per ridurre le differenze nelle entrate tributarie pro-capite tra enti locali di uno stesso livello Per garantire risorse sufficienti a finanziarie la fornitura di determinati servizi a livelli omogenei su tutto il territorio nazionale compensazione delle esternalità Teoria della Finanza Locale 14
15 Trasferimenti intergovernativi: classificazione Determinazione dell ammontare Discrezionali Automatici Utilizzazione Generici (non-condizionati) Specifici (condizionati) Criteri di distribuzione Oggettivi Discrezionali Perequativi Non-perequativi Incentivanti Non-incentivanti Soggetti coinvolti Verticali Orizzontali Teoria della Finanza Locale 15
16 Formule distributive Trasferimenti in somma fissa pro-capite (proporzionali alla popolazione): C i =k P i P i = popolazione locale Trasferimenti legati alla spesa storica: C i,t =αc i,t-1 Trasferimenti perequativi del fabbisogno: C i =(g-t i y im )P i g= ammontare procapite desiderato di spesa fissato dal governo centrale t i = aliquota locale y i m = base imponibile locale media pro-capite nella regione i Trasferimenti perequativi del fabbisogno e incentivanti lo sforzo fiscale: C i =(g-τy im )P i τ = aliquota standard fissata a livello centrale Se t i < τ l ente ha meno risorse a disposizione, non c è incentivo a ridurre l aliquota; se t i > τ l ente può usare come vuole le risorse eccedenti quelle necessarie per garantire g a tutti Trasferimenti perequativi della capacità fiscale: C i =(τy m -τy im )P i y i = base imponibile locale media pro-capite nel totale delle regioni I trasferimenti eliminano le differenze tra regioni nei gettiti locali (all aliquota standard), dovute a differenze nelle basi imponibili pro-capite
17 Federalismo fiscale in Italia 1. La riforma del titolo V della Costituzione (2001): art La legge delega sull attuazione dell art.119 della Costituzione (l.42/2009) 3. I decreti legislativi di attuazione della delega
18 Riforma del Titolo V: art. 114 La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principî fissati dalla Costituzione. Teoria della Finanza Locale 18
19 Riforma del Titolo V: art. 117 Ripartizione delle materie tra le competenze legislative di Stato e Regioni 1) Competenze esclusive dello Stato. Tra cui: perequazione delle risorse finanziarie (lettera e) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (lettera m) funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane (lettera p) 2) Competenze concorrenti Stato-Regioni (alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principî fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato). Tra cui: istruzione, salva l autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale tutela della salute armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario 3) Competenze esclusive delle Regioni: su ogni altra materia non esplicitamente inclusa nelle categorie precedenti Principio di sussidiarietà una funzione deve essere attribuita ad un livello di governo superiore solo quando non può essere svolta adeguatamente da un livello di governo inferiore Teoria della Finanza Locale 19
20 Riforma del Titolo V: art. 119 (1) I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate proprie, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio Teoria della Finanza Locale 20
21 Riforma del Titolo V: art. 119 (2) La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante (comma 3) Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite (comma 4) Teoria della Finanza Locale 21
22 Riforma del Titolo V: art. 119 (3) Richiamo a due principi perequativi potenzialmente contraddittori Perequazione delle capacità fiscali Trasferimenti integrano i gettiti fiscali dei territori con basi imponibili per abitante più limitate (senza considerare le eventuali differenze nei bisogni delle popolazioni dei diversi territori) - Perequazione dei fabbisogni Trasferimenti perequativi tali da finanziare integralmente le funzioni pubbliche attribuite a ciascun Ente Decentrato
23 Riforma del Titolo V: art. 119 (4) Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. Possono ricorrere all indebitamento solo per finanziare spese di investimento, con la contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna regione sia rispettato l equilibrio di bilancio Teoria della Finanza Locale 23
24 Attuazione dell art. 119 Cost. La legge delega: principi generali Principi generali Maggiore autonomia fiscale ma maggiore responsabilizzazione Superamento della spesa storica e riferimento ai fabbisogni standard Partecipazione al risanamento e rispetto delle compatibilità finanziarie
25 La legge delega: principi generali Tutela dei livelli essenziali delle prestazioni ma differenziazione delle spese autonome Sistemi di finanziamento/perequazione differenziati a seconda delle materie Regioni 1) perequazione sui fabbisogni standard integrale e verticale per le spese regionali relative ai livelli essenziali delle prestazioni (circa il 75% dell attuale spesa corrente delle Regioni) 2) perequazione sulle capacità fiscali incompleta per le spese regionali con portata equitativa minore (spese autonome ) (circa il 25% dell attuale spesa corrente delle Regioni)
26 La legge delega: principi generali Comuni 1) funzioni fondamentali tutela finanziaria forte: perequazione integrale dei fabbisogni standard in ogni Comune 2) funzioni non fondamentali tutela finanziaria più debole: equalizzazione (soltanto parziale) delle differenza di capacità fiscale tra Comuni sui tributi attribuiti a quelle funzioni
27 Quali sono le spese fondamentali e assistite dai LEP? Per le regioni le spese assistite dai LEP (livelli essenziali di prestazione): sanità, assistenza, trasporto pubblico locale (conto capitale) Per i comuni le funzioni fondamentali: funzioni generali di amministrazione e gestione per il 70%, polizia locale, istruzione pubblica, viabilità e trasporti, settore sociale. Categorie molto vaste.
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