IL SISTEMA DI RELAZIONI FINANZIARIE
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- Raffaello Bevilacqua
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1 Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche IL SISTEMA DI RELAZIONI FINANZIARIE Anno Accademico LEZIONE 5 1
2 OBIETTIVI 1. Definire cosa si intende per finanziamento della gestione. 2. Evidenziare come il finanziamento dipenda dalla distribuzione dei poteri di prelievo della ricchezza tra i vari livelli di governo. 3. Analizzare le caratteristiche dei due principali modelli: Finanza accentrata Finanza decentrata (autonomia enti locali) 2
3 OBIETTIVI 4. Esplicitare i vantaggi e gli svantaggi/limiti dei due modelli. 5. Discutere le problematiche connesse al loro funzionamento. 6. Analizzare le tendenze in atto. 3
4 FINANZIAMENTO DELLE AZIENDE PUBBLICHE 1. Per finanziamento delle Aziende Pubbliche, si intende la raccolta delle risorse finanziarie necessarie alla gestione. 2. La quantità e la qualità delle risorse finanziarie dipende dalla distribuzione dei poteri di prelievo della ricchezza da parte dei diversi livelli di governo in senso lato: prelievo dei tributi,determinazione dei prezzi dei servizi, ricorso al prestito. 4
5 FINANZIAMENTO DELLE AZIENDE PUBBLICHE 3. Si hanno due principali modelli/sistemi: FINANZA ACCENTRATA (i poteri sono accentrati prevalentemente nello Stato). FINANZA DECENTRATA o AUTONOMA (gli enti locali hanno ampia autonomia in materia). 5
6 IL SISTEMA DI FINANZA ACCENTRATA (O DERIVATA) E coerente e possibile nei Paesi in cui prevale il modello di Stato unitario, per quanto riguarda il funzionamento. Viene introdotto e rafforzato nei periodi in cui occorre costruire o rafforzare una identità e omogeneità dello Stato. Tramite esso si perseguono anche obiettivi di perequazione e redistribuzione della ricchezza. 6
7 VANTAGGI MODELLO ACCENTRATO 1. Minor numero di tributi che consente maggiore coordinamento ed efficacia (almeno in teoria). 2. Imposizione correlata alla capacità contributiva (di individui, famiglie e imprese). 3. Organico inserimento delle politiche di finanza pubblica (tributi, prezzi dei servizi, indebitamento). 4. Possibilità di applicazione dei principi della specializzazione e della professionalità alla funzione di raccolta tributi. 7
8 SVANTAGGI DI UN SISTEMA ACCENTRATO 1. E più difficile raccordare la dinamica delle entrate e quella delle uscite (specie degli enti locali). 2. I corpi professionali sviluppano in genere un loro potere autonomo che possono esercitare anche in forme improprie (es. forme di corruzione in campo fiscale). 3. Deresponsabilizzazione degli enti locali riguardo l economicità della loro gestione. 8
9 PROBLEMI RILEVANTI DEL SISTEMA ACCENTRATO Il sistema di finanziamento accentrato presenta tre problematiche legate: alle relazioni tra diversi livelli di governo alle logiche sottostanti i trasferimenti di fondi ai criteri per la determinazione dell ammontare dei trasferimenti 9
10 TIPOLOGIE DI RELAZIONI TRA DIVERSI LIVELLI DI GOVERNO 1. RIDUCE L AUTONOMIA POLITICO- ISTITUZIONALE DEGLI ENTI LOCALI In una realtà dinamica determina forti conflitti sul piano politico e dei comportamenti degli amministratori locali 10
11 TIPOLOGIE DI RELAZIONI TRA DIVERSI LIVELLI DI GOVERNO 2. VIENE CONSIDERATO IDONEO A REALIZZARE UN PIU RIGIDO E RAZIONALE CONTROLLO DELLA SPESA SUL PIANO MACROECONOMICO Nel concreto tale obiettivo viene vanificato da comportamenti che causano disavanzi a consuntivo o disavanzi sommersi 11
12 TIPOLOGIE DI RELAZIONI TRA DIVERSI LIVELLI DI GOVERNO 3. PER LE AZIENDE DEGLI ENTI LOCALI RENDE POSSIBILE ATTUARE UN COORDINAMENTO DELLE POLITICHE DI SPESA E DEL SUO FINANZIAMENTO Ciò con riguardo sia alla ricerca di coerenza tra tipologie di spese ed entrate, sia ai tempi e alle politiche di copertura dei disavanzi/perdite. 12
13 LOGICHE DEI TRASFERIMENTI Il Sistema Accentrato implica che la gestione delle aziende degli enti locali sia in larga parte finanziata da trasferimenti dello Stato, che possono avere le seguenti logiche: 1. FONDI INDISTINTI servono a finanziare la gestione corrente sono (o dovrebbero essere) collegati alla natura delle funzioni (proprie o delegate) attribuite agli enti/istituzioni locali sono in genere legati a parametri generici quali popolazione, territorio o più semplicemente alla spesa degli anni precedenti (parametro molto criticato e poco razionale). 13
14 LOGICHE DEI TRASFERIMENTI 2. FONDI A FINALIZZAZIONE GENERALE sono, ad esempio, i fondi perequativi o destinati allo sviluppo devono essere impiegati coerentemente con gli scopi per cui sono erogati danno ampia autonomia circa le modalità di utilizzo. 14
15 LOGICHE DEI TRASFERIMENTI 3. FONDI A DESTINAZIONE SPECIFICA E VINCOLATA Sono, ad esempio quelli destinati alla costruzione di particolari opere per far fronte a calamità naturali o per realizzare specifici interventi (ad esempio: recupero dei centri storici o di zone archeologiche, realizzazione di eventi particolari quali riunioni di organismi internazionali, olimpiadi, giubileo, ecc ) 15
16 LOGICHE DEI TRASFERIMENTI 4. TRASFERIMENTI SETTORIALI sono legati a specifici settori d intervento quali la riconversione di settori industriali, ecc danno in genere ampia autonomia all interno delle scelte riguardanti i settori di attività eventuali risparmi non possono essere impiegati per altri scopi 16
17 CRITERI DI TRASFERIMENTO 1. I fondi indistinti e quelli a finalizzazione generica sono definiti annualmente attraverso la Legge Finanziaria. 2. I fondi a destinazione specifica sono definiti da leggi speciali per periodi pluriennali e con la distinzione tra spese correnti e spese di investimento, distinzione peraltro non sempre agevole. 3. I fondi settoriali sono definiti in genere per periodi pluriennali e collegati a obiettivi definiti nei piani di settore. 17
18 MODELLO DECENTRATO finanza locale autonoma 1. Caratterizzato da una distribuzione, tra i vari livelli di governo, del potere decisionale sulle forme di finanziamento correlato alle funzioni attribuite. 2. E coerente con il modello di distribuzione delle funzioni dello Stato alle autonomie locali. 3. In teoria riduce l area di conflitto politicoistituzionale fra i livelli di governo. 18
19 VANTAGGI DEL MODELLO DECENTRATO La politica delle entrate viene considerata come componente della politica di gestione e quindi correlata alla politica dei servizi e delle funzioni. 2. Possibilità di una più elevata differenziazione qualitativa delle entrate in rapporto alle caratteristiche della gestione. 3. Possibilità di differenziazione della struttura delle entrate: esistono solo criteri e vincoli di ordine generale (es: aliquota minima e massima per i contributi o per le addizionali ai tributi dello Stato).
20 VANTAGGI DEL MODELLO DECENTRATO 4. Stretto legame tra scelte di politica di finanziamento da parte degli organi istituzionali e loro coerente applicazione da parte degli organi tecnici (es: aggiornamenti catastali degli immobili per l applicazione dell ICI). 5. Semplificazione delle procedure i riduzione dei costi connessi al prelievo dei tributi locali e alla gestione delle entrate (possibilità di controlli più diretti). 20
21 SVANTAGGI DEL MODELLO DECENTRATO 1. Necessità di avere una molteplicità di tributi. 2. I tributi dei diversi enti possono non essere tra loro coordinati (es: tutti applicano l aliquota massima). 3. Impossibilità di attuare politiche di perequazione e redistribuzione. 4. Impossibilità di attuare il principio della progressività (solo alcune categorie economiche e sociali non lo considerano un vantaggio). 5. Maggiore difficoltà ad avere organi specializzati per tali funzioni, oppure duplicazioni (in ogni ente). 21
22 EFFETTI DEL SISTEMA DECENTRATO 1. MAGGIORE RESPONSABILIZZAZIONE, con riguardo: All equilibrio della gestione All efficienza della spesa, in quanto elevati livelli di spesa comportano la necessità di imporre tributi locali (costo politico di tali scelte). Alla mancanza dei prezzi per i servizi o domanda individuale che vengono rapportati ai costi di produzione. 22
23 EFFETTI DEL SISTEMA DECENTRATO 2. COMPETIZIONE TRA ENTI dato che: Differenti livelli dei tributi o dei prezzi dei servizi o delle infrastrutture, possono modificare le scelte di localizzazione delle famiglie e, soprattutto, delle imprese. Quella fiscale è una delle principali leve del cosiddetto marketing territoriale. 23
24 COMPETIZIONE TRA ENTI Effetti positivi: Scelte più razionali e più elevati livelli di efficienza amministrativa consentono: di raggiungere livelli di economicità della gestione mantenendo più basso i livelli dei tributi un più soddisfacente rapporto benefici costi per i soggetti privati, come ad esempio una migliore qualità dei servizi pubblici 24
25 COMPETIZIONE TRA ENTI Effetti negativi: Nelle aree economicamente più arretrate gli enti hanno minore capacità di entrata e, a parità di efficienza, minore capacità di offrire servizi di qualità alle famiglie e alle imprese. Potenzialmente si ha una crescente divaricazione tra aree economicamente sviluppate e aree arretrate. 25
26 ALCUNE RIFLESSIONI 1. Un certo grado di competizione è comunque utile e necessario ma non può essere troppo accentuato affinché non prevalgano gli effetti negativi su quelli positivi 2. L obiettivo di introdurre un livello fisiologicamente sopportabile di competitività può essere ottenuto realizzando una equilibrata struttura del finanziamento tramite risorse autonome e risorse trasferite dal livello di governo sovraordinato 26
27 ALCUNE RIFLESSIONI 3. La competizione agisce positivamente solo se i differenziali competitivi iniziali non sono troppo elevati 4. La competizione penalizza gli enti di piccole o grandissime dimensioni, il sistema di finanza decentrata dovrà quindi prevedere meccanismi perequativi 27
28 IL FEDERALISMO FISCALE E la forma più accentuata di autonomia, caratterizzata da: 1. Funzioni del governo centrale in materia di prelievo tributario correlate alle poche funzioni istituzionali riservate allo Stato 2. Riconoscimento agli enti federati di poteri legislativi, e non solo amministrativi, in campo tributario 3. Possibilità per gli enti federati di modificare la struttura del sistema fiscale applicando o meno alcuni tributi 28
29 CONTENUTI DEL FEDERALISMO FISCALE In genere il federalismo si attua nei seguenti termini: 1. Rilevante incidenza delle imposte sul patrimonio e della tassazione indiretta 2. Possibilità per gli enti federati di applicare addizionali sulle imposte dirette sul reddito 3. Estesa applicazione dei tributi di scopo (sanità, ambiente, ecc.) 4. Diffuso ricorso a forme di pagamento dei servizi o dell utilizzo delle infrastrutture 29
30 DOMANDE DI VERIFICA 1. Cosa si intende per sistema di finanza accentrata e decentrata? 2. In quale altro modo possono essere definiti i due sistemi? 3. Quali relazioni esistono tra modello di finanza e modello di Stato? 4. Vantaggi e svantaggi del modello di finanza accentrata. 30
31 DOMANDE DI VERIFICA 5. Vantaggi e svantaggi del modello di finanza decentrata. 6. Cosa significa dire che il sistema di finanza decentrata produce effetti di responsabilizzazione degli enti? Competizione tra gli enti? 7. Giudicate la competizione fiscale tra gli enti un fenomeno positivo? (Motivare la risposta) 31
32 DOMANDE DI VERIFICA 8. Quale differenza esiste tra modello di finanza decentrata e federalismo fiscale? 9. Quali sono i principali criteri di trasferimento nel modello di finanza accentrata? 32
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