delle società e degli enti ex D.Lgs. 231/2001
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- Gioacchino Cristoforo Pinna
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1 La responsabilità amministrativa delle società e degli enti Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231/2001 a cura di Gabriella Nardelli per il Comitato Pari Opportunità dell ODCEC di Torino Comitato Pari Opportunità Gruppo di Lavoro L. 120/2011
2 Modello Organizzativo Sistema strutturato e organico di procedure nonché di attività di controllo, volto a prevenire la commissione delle diverse tipologie di reati contemplate dal D.Lgs. 231/2001 e successive modifiche Nella redazione del Modello si devono considerare: le tipologie di attività svolte dalla Società la relazione tra queste ed i singoli reati presupposto 2
3 Modello Organizzativo Può avere efficacia esimente dalla responsabilità amministrativa se idoneo ad evitare il rischio di commissione i dei reati presupposto prendendo come riferimento il singolo illecito presupposto e le procedure poste in essere dall ente al fine di evitare tale illecito di l i d i f ti t tti i tti 3 divulgazione ed informativa a tutti i soggetti coinvolti
4 La valutazione giudiziale circa la sussistenza della causa di esclusione della responsabilità a favore delle persona giuridica imputata si basa, oltre che sull idoneità del Modello stesso, sulla: Verifica della concreta attuazione delle procedure preventive adottate 4
5 Struttura tt del Modello Organizzativo Parte generale Scopo del modello Struttura del modello Destinatari del modello Sistema approvazione, modifiche ed integrazioni del Modello (organo amministrativo) Sistema di governance, struttura assetto organizzativo, il sistema delle deleghe (definizione delle responsabilità di ogni soggetto) 5
6 Struttura tt del Modello Organizzativo Parte generale Funzioni, poteri, Reporting, Flussi informativi dell Organismo di Vigilanza Formazione e informativa Sistema disciplinare (sanzioni per i lavoratori dipendenti, misure nei confronti dei dirigenti, degli Amministratori, collaboratori esterni e partner) 6
7 Struttura tt del Modello Organizzativo Parte speciale Descrizione della tipologia dei reati Individuazione delle attività e l identificazione dei rischi Reati nei rapporti con la pubblica amministrazione contratti, convenzioni, concessioni con soggetti pubblici mediante procedure negoziate (affidamento diretto, trattativa, privata), evidenza pubblica (aperta o ristretta) ottenimento di autorizzazioni e licenze; rapporti per gli aspetti che riguardano sicurezza e igiene sul lavoro; acquisizione/gestione di contributi e finanziamenti da soggetti 7 pubblici;
8 Struttura tt del Modello Organizzativo Parte speciale Principi generali di comportamento e di attuazione del processo decisionale nelle aree delle attività a rischio Reati nei rapporti con la pubblica amministrazione divieto di elargizione di denaro, omaggi fuori dalla prassi aziendale, rilascio dichiarazioni non veritiere a organismi pubblici per ottenere contributi o finanziamenti agevolati, destinare tali somme a finalità diverse rispetto a quelle per cui erano state erogate 8
9 Struttura tt del Modello Organizzativo Parte speciale Descrizione delle modalità operative Reati nei rapporti con la pubblica amministrazione nominare un Responsabile Interno compilare una Scheda Evidenza per ogni singola operazione a rischio da cui risulti: descrizione dell operazione, la P.A. competente, nome del Responsabile Interno; indicazioni degli adempimenti svolti per l espletamento dell operazione; indicazione di eventuali Collaboratori/Partner altri elementi e dati attinenti le operazioni a rischio 9
10 Gruppi Aziendali Parte generale Parte speciale Si applica a tutte le società del gruppo Si modifica a seconda delle tipologie di attività svolte e della mappa di rischio delle singole società 10
11 Legge 183/2011 (Legge di stabilità 2012) art. 14 comma 12 Facoltà di affidare al Collegio Sindacale le funzioni dell OdV Viene inserito nell art. 6, d.lgs. 231/2001 il comma 4-bis: nelle società di capitali il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione possono svolgere le funzioni dell organismo di vigilanza di cui al comma 1, lettera b) 11
12 Opzione di identità fra OdV e Collegio Sindacale suggeribile per aziende di medio-piccole dimensioni I componenti del Collegio Sindacale si devono dotare direttamente o indirettamente (consulenze esterne) delle competenze tecnico-giuridiche che si rendono opportune per svolgere il ruolo di OdV 12
13 Collegio Sindacale Organismo di Vigilanza Art c.c.: Il collegio sindacale vigila sull'osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento. Vigilanza sul funzionamento e sull osservanza del Modello e cura del suo aggiornamento; Verifica dei comportamenti aziendali affinché questi siano coerenti con quanto previsto dal Modello stesso. 13
14 Collegio Sindacale Organismo di Vigilanza Poteri impeditivi No poteri impeditivi Art. 40, cpv. c.p.: non impedire un evento, che si ha l obbligo giuridico idi di impedire, equivale a cagionarlo Dovere di sorveglianza su violazione o disapplicazione del Modello L art. 40 cpv c.p. non si ritiene estendibile al sindaco che svolge le funzioni di Organismo di Vigilanza, il la posizione ii di garanzia tipicizzata i i 14 dall art. 40 viene mantenuta soltanto nelle funzioni di sindaco
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