Andrea Mengozzi. LA BUTEGA DI TABEC. La coscienza di luogo come bussola educativa e di comunità

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1 Andrea Mengozzi LA BUTEGA DI TABEC. La coscienza di luogo come bussola educativa e di comunità

2 LA BUTEGA DI TABEC La coscienza di luogo come bussola educativa e di comunità.

3 Alcuni Riferimenti Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo di Alberto Magnaghi, 2010, ed. bollati boringhieri

4 Rimettere in valore lo spazio pubblico attraverso nuove alleanze di comunità. Essenziale è il sorgere di una "coscienza di luogo" (di quartiere, di città, di bioregione) che miri a tutelare i beni patrimoniali comuni, ossia culture, paesaggi urbani e rurali, produzioni locali, saperi.

5 Il percorso scolastico ha. fatto perno su attività laboratoriali (artigianato di tradizione, orto scolastico e manualità creativa) che hanno coinvolto sia interi gruppi classe sia gruppi di alunni con bisogni educativi speciali sia alunni con certificazione e, non ultimi, alunni con bisogni linguistici derivanti dalla recente immigrazione in Italia. E i loro nonni e genitori.

6 Alcune attività Video stampa su tela (Pascucci, nonne sarte) Orto (nonni ortolani) Manualità creativa ( mastro giocattolaio Roberto Papetti)

7 Co lusio i per ora I mosaici che da anni abbelliscono le basiliche ravennati furono realizzati da maestri artigiani bizantini portati a Ravenna per diffondere sapere e bellezza; È un tassello importante del discorso educativo che ette u a pre isa o u ità al e tro dell azio e: responsabilizzando i ragazzi ad un uso sobrio delle risorse e ad aver ura dell a golo di terra he i è to ato i sorte di a itare, e ori dell i seg a e to del ahat a Gandhi: Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l'ingordigia di po hi Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.

8 La butega di tabec La coscienza di luogo come bussola educativa e di comunità. Partendo dai testi di Becattini e Magnaghi, abbiamo adattato al nostro lavoro nella scuola l idea che sia il luogo a educare la comunità che lo abita; è il patrimonio di saperi, culture, esperienze, tradizioni, a fornire alle persone che vivono in un certo luogo la direzione da percorrere per la crescita, per il proprio arricchimento continuo nel tempo. Da qui la convinzione che sia necessario il sorgere di una "coscienza di luogo" (di quartiere, di città, di bioregione) che miri a tutelare i beni patrimoniali comuni, ossia culture, paesaggi urbani e rurali, produzioni locali, saperi. A scuola ( una scuola media di Ravenna) siamo allora partiti dal sapere di chi vive nella nostra comunità e lo abbiamo portato nelle aule. Il percorso scolastico ha fatto perno su attività laboratoriali (artigianato artistico, orto scolastico e manualità creativa) che hanno coinvolto sia interi gruppi classe sia gruppi di alunni con bisogni educativi speciali sia alunni con certificazione e, non ultimi, alunni con bisogni linguistici derivanti dalla recente immigrazione in Italia. E i loro nonni e genitori. Le attività sviluppate sono attività manuali (con momenti teorici propedeutici e di restituzione scritta al computer- finali), e hanno precise caratteristiche di realizzabilità pratica, così che i risultati raggiunti dai ragazzi siano gratificanti. In particolare si sono portati i ragazzi ad esplorare le potenzialità dei materiali e degli oggetti sottolineandone la loro connotazione territoriale ( nel nostro caso: mosaico, ceramica, stampa a mano su tela romagnola) che viene a costituire l identità del luogo in cui i ragazzi vivono, così concorrendo a determinare una presa di coscienza di luogo, la maturazione del senso di appartenenza ad una comunità, che è diventata l approdo necessario all itinerare di ragazzi che hanno lasciato la loro terra (come accade ad alcuni alunni che arrivano a scuola anche in corso d anno) o che faticano più degli altri a trovare un identità comunitaria. LA butega di tabec ( la bottega dei ragazzi nel dialetto ravennate) è una pagina di artigianato artistico oggi praticata dai ragazzi autonomamente e conduce alla produzione di tovaglie che vengono esibite ad un pubblico che con il suo apprezzamento gratifica ragazzi normalmente poco abituati a veder accogliere con entusiasmo le proprie produzioni elaborate in ambito scolastico.

9 La preparazione delle stoffe su cui vengono effettuate le stampe a mano avviene ad opera delle nonne dei ragazzi, che così partecipano il percorso educativo dei nipoti e così includendo nell attività scolastica un altra fetta della comunità in cui la scuola è ubicata. Nel lavoro nell orto scolastico i ragazzi vengono coinvolti sotto la guida di nonni esperti che si sono prestati a cedere il loro sapere, e questo è un ottimo modo per interagire con la realtà esterna alla scuola: i nonni sono ben felici di ritrovare un ruolo sociale e i ragazzi fruiscono della trasmissione di competenze da una generazione all altra. E questi nonni e genitori autoctoni a loro volta hanno esplorato pratiche che sono nel bagaglio culturale di chi è arrivato solo da poco nella nostra città: quando Marouane ci ha detto che le olive raccolte nel nostro orto condite con la sua ricetta avevano lo stesso sapore di quelle che trovava nel sacco sotto il tavolo nella casa di sua nonna in Marocco, noi abbiamo capito che non servono libri per spiegare che abitiamo tutti lo stesso pianeta. Questa attività è replicabile in ogni contesto territoriale. Occorre la disponibilità di artigiani esperti nella attività tipica del luogo (l Italia è il Paese dei mille mestieri artigiani di tradizione) e di nonni e genitori volonterosi. MA, soprattutto, occorre non fare l errore di pensare che la comunità locale sia un dato storico riservato agli autoctoni: che così sarebbe destinato ad inaridirsi! Va invece vissuto come un progetto di tutti gli abitanti del luogo che deriva dall interazione solidale fra persone che sono in grado di reinterpretare l anima del luogo per attivare forme migliori di convivenza, fondate sulla solidarietà e l autosostenibilità.

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