L imposta sui profitti societari
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1 Università Bocconi a.a Scienza delle Finanze CLEAM Classe 4 L imposta sui profitti societari IRES Alberto Zanardi
2 Caratteri generali Presupposto: possesso di redditi in denaro o in natura Soggetti passivi: residenti: Società per Azioni (S.p.a.), Società in accomandita per azioni (S.a.p.a.), Società a Responsabilità limitata (S.r.l), società cooperative, enti pubblici e privati diversi dalle società non residenti: società ed enti di ogni tipo
3 Caratteri generali Base imponibile: reddito complessivo da qualsiasi fonte proveniente (es: redditi di capitale, redditi di fabbricati, ecc.) considerato reddito d impresa (cd. principio di attrazione nel reddito d impresa) Reddito d impresa = utile/perdita risultante t dal conto economico (codice civile) corretto per tener conto delle variazioni in aumento e in diminuzione previste dalla normativa fiscale Si applica il principio di competenza Le regole di definizione del reddito d impresa ai fini Ires (società di capitali) e ai fini Irpef (società di persone e imprese individuali) sono sostanzialmente le stesse, salvo tre eccezioni: trattamento degli interessi passivi trattamento dei dividendi trattamento delle plusvalenze e delle minusvalenze Pex
4 Caratteri generali Aliquota: t = 27,5% => imposta proporzionale p Periodo d imposta: esercizio di gestione (può coincidere o meno con l anno solare) Riporto delle perdite: se la base imponibile <0 (su redditi 2008: 35% delle società di capitali in perdita) la perdita può essere portata in deduzione negli esercizi successivi senza limiti temporali ma entro il limite dall 80% del reddito realizzato in ciascun esercizio
5 Base imponibile Ammortamenti ecanonidi leasing Interessi attivi Interessi passivi B = R L M A + S + IA αip + βd + W Ricavi Variazioni scorte Costi di lavoro dipendente Costi variabili Dividendi Plusvalenze l patrimoniali nette
6 Ricavi, costi del lavoro e costi variabili R = ricavi: corrispettivi della cessione di beni e della prestazione di servizi alla cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività dell impresa Rientrano fra i ricavi anche i corrispettivi delle cessioni di azioni e obbligazioni che non costituiscono immobilizzazioni finanziarie L = costi del lavoro: spese per prestazioni di lavoro dipendente, comprensive di tutti gli oneri contributivi M = costi variabili: costi per materie prime, semilavorati e prestazioni di servizi
7 Ammortamenti L ammortamento è il procedimento con il quale il costo di un bene strumentale di durata pluriennale è ripartito fra i diversi esercizi di utilizzo Si calcola applicando il coefficiente d ammortamento al costo storico d acquisto del bene i coefficienti i sono stabiliti dal Ministeroi dell economia percategorie di beni e settori d attività sono costanti (la quota d ammortamento del primo periodo è ridotta del 50%)
8 Ammortamenti Tradizionalmente tre tipologie di ammortamento: Ammortamento ordinario: i coefficienti del Ministero dell economia dovrebbero riflettere il logorio normale dei beni strumentali costo storico = 100; coeff. = 30% anno tot A Ammortamento accelerato: quote di ammortamento maggiori che riflettono il più intenso logorio dei beni Ammortamento anticipato: la misura massima dell ammortamento ordinario è elevata fino a 2 volte nell esercizio i in cui i beni sono entrati in funzioneenei i 2 successivi ( differimento del carico fiscale) anno tot A Legge finanziaria 2008: non sono più previsti ammortamenti anticipati e accelerati annunciata revisione dei coefficienti di ammortamento ordinario
9 Variazione delle scorte Variazione scorte = rimanenze finali - consistenze iniziali se la differenzaen è positiva la base imponibile aumenta e viceversa e se negativa In presenza di prezzi non costanti rilevante il criterio adottato di valutazione delle scorte: FIFO (first in - first out): si assume che l impresa abbia utilizzato innanzitutto le materie prime entrate per prime nel suo magazzino rimanenze valutate ai prezzi correnti se i prezzi aumentano, il valore delle rimanenze aumenta e quindi il profitto aumenta e la base imponibile IRES aumenta non conveniente se inflazione LIFO (last in - first out): si assume che l impresa abbia utilizzato innanzitutto le materie prime entrate per ultime nel suo magazzino rimanenze valutate al costo storico conveniente se inflazione Italia: libertà alle imprese nella determinazione del valore delle rimanenze
10 Variazioni scorte Esempio: In ogni periodo: R costanti (in termini fisici e monetari) M (acquisto di materie prime) = 10 unità * prezzo delle materie prime Scorte costanti nel tempo in termini fisici (10 unità) Se prezzi delle materie prime costanti (p=10) M = 10*10 = 100 FIFO e LIFO coincidono: - S = 10*10-10*10 = 0 -B=R-M+S = R = R-100 Se aumenta il prezzo delle materie prime (p=15): M = 10*15 = 150 FIFO (rimanenze valutate ai prezzi correnti): S = 10*15-10*10 = 50 - B = R-M+S =R = R 100 LIFO (rimanenze valutate ai prezzi correnti storici): S = 10*10-10*10 = 0 -B=R-M+S =R 150+0= R 150 riduce il carico fiscale 10
11 Interessi attivi e passivi Gli interessi attivi (IA) rientrano in misura integrale nella base imponibile del reddito d impresa impresa. Gli interessi passivi (IP) sono deducibili secondo il coefficiente α che varia fra società di persone e imprese individuali da un lato, e società di capitali dall altro. lt Società di persone e imprese individuali (soggetti IRPEF): gli interessi passivi sono deducibili nei limiti del rapporto tra i ricavi e i proventi che concorrono a formare il reddito d impresa (o non vi concorrono in quanto esclusi) e tutti i ricavi e i proventi compresi gli esenti. Generalmente α=1 (dopo tassazione interessi su titoli pubblici) Società di capitali (soggetti IRES): α 1: - se IA>IP =1 - se IP>IA, il massimo valore deducibile degli interessi passivi è dato da IA+30% ROL (valore della produzione costi della produzione + ammortamenti e canoni di leasing)
12 Interessi passivi (IP) Se gli interessi passivi eccedono la capienza del ROL: gli interessi ipassivi iche non possono essere dedottid in un determinato periodo di imposta sono però deducibili nei successivi periodi d imposta nei limiti della capienza residua del 30% ROL (ossia dopo aver tenuto conto degli interessi passivi dell esercizio successivo eccedenti gli interessi attivi) Se la capienza del ROL non è totalmente utilizzata: la quota di ROL non utilizzata per la deduzione degli interessi in un determinato periodo di imposta può essere aggiunta al ROL dei successivi periodi di imposta, aumentando così il livello della soglia di deducibilità degli interessi
13 Esempio: riporto degli IP Nell anno t: IA=3.000, IP=13.000, ROL= Max deduzione = IA+30% ROL = 9000 IP indeducibili d ibili = = 4000 (riporto in t+1) In t+1: IA=3000, IP=5000, ROL=20000 IP da riportare = 4000 Max deduzione = IA+30% ROL = 9000 IP da dedurre = = 9000 IP indeducibili = 0 (si deducono gli IP di t e di t+1)
14 Esempio: riporto del ROL Nell anno t: IA=3000, IP=5000, ROL=20000 Max deduzione = IA+30% ROL = 9000 IP indeducibili d ibili = 0 (deduco d tutti tti 5000 di IP) Eccedenza inutilizzata = = 4000 (riporto) In t+1: IA=3000, IP=13000, ROL=20000 Eccedenza da riportare = 4000 Max deduzione = IA+30% ROL+Eccedenza = IP da dedurre = IP indeducibili = 0 (IP da dedurre=limite max)
15 Dividendi I dividendi D ottenuti dalla partecipazione in altre società di capitali entrano nella base imponibile secondo un coefficiente β che varia a seconda che questi siano percepiti da soggetti IRPEF o IRES: β=49,72% se percepiti da società di persone e imprese individuali (soggetti IRPEF) β=5% se percepiti dasocietà di capitali (soggetti IRES) Di conseguenza, il 50,28% e il 95% dei dividendi percepiti non concorrono a formare il reddito d impresa dimpresa in quanto esclusi dalla base imponibile β=100% nel caso in cui D siano ottenuti dalla partecipazione p in una società residente in un paradiso fiscale (percepiti sia da soggetti IRPEF che da soggetti IRES)
16 Plusvalenze e minusvalenze patrimoniali W sono le plusvalenze patrimoniali nette date dalla differenza tra plus e minusvalenze (se la differenza è positiva la base imponibile aumenta e viceversa se negativa) Plusvalenze realizzate cedendo a titolo oneroso beni relativi all impresa Plusvalenza = differenza tra corrispettivo della cessione e costo non ammortizzato Varie modalità di attenuazione della tassazione: se relative a beni posseduti da più di 3 anni: possono essere rateizzate in quote costanti ti nell esercizio i di realizzazione i e nei 4 successivi ii possibilità di rivalutare periodicamente alcuni beni di impresa assoggettando le corrispondenti plusvalenze ad un regime fiscale agevolato (per non gravare eccessivamente sulle plusvalenze realizzate dalle imprese a causa di fenomeni inflazionistici)
17 Plusvalenze PEX Per le plusvalenze ottenute cedendo partecipazioni societarie (in società di persone e di capitali), si applica il regime della partecipation exemption (Pex) a condizione che: possesso della partecipazione per almeno 12 mesi prima della cessione iscrizione in bilancio della partecipazione nelle immobilizzazioni finanziarie la società partecipata svolga effettivamente attività commerciale la società partecipata non sia residente in un paradiso fiscale Finalità: evitare la doppia tassazione per favorire la localizzazione di holding straniere in Italia
18 Plusvalenze PEX Società di persone e imprese individuali (soggetti IRPEF): se vale la Pex, le plusvalenze rientrano nella base imponibile del reddito d impresa per il 49,72% delloro ammontare se la Pex non si applica, le plusvalenze rientrano integralmente nel reddito d impresa Società di capitali (soggetti IRES): se vale la Pex, le plusvalenze rientrano nella base imponibile del reddito d impresa per il 5% del loro ammontare se la Pex non si applica, le plusvalenze rientrano integralmente nel reddito d impresa
19 Minusvalenze PEX Società di persone e imprese individuali (soggetti IRPEF): se vale la Pex, le minusvalenze sono deducibili per il 49,72% del loro ammontare se la Pex non si applica, le minusvalenze sono integralmente deducibili Società di capitali (soggetti IRES): se vale la Pex, le minusvalenze sono indeducibili se la Pex non si applica, le minusvalenze sono integralmente deducibili
20 Dividendi e plusvalenze: collegamento II regime di esenzione delle plusvalenze, similare a quello di esclusione dei dividendi, consente di evitare fenomeni di doppia tassazione, ma solo se si ipotizza che le plusvalenze si siano formate con utili non distribuiti e vadano quindi tassate, al momento della loro realizzazione, come dividendi Se invece le plusvalenze riflettono altri fattori quali, per Se invece le plusvalenze riflettono altri fattori quali, per esempio, l andamento generale dei mercati azionari, l esenzione appare immotivata
21 Riassumendo Società di persone e imprese individuali id Società di capitali αip IA>IP α=1 (entro certi limiti) α=1 IA<IP α=1 (entro certi limiti) deduzione max = IA+30%ROL, possibilità di riporto degli interessi indeducibili e delle eccedenze di ROL Dividendi 49,72% 5% da società white-listed Plus Pex 49,72% 5% No Pex 100% 100% Minus Pex 49,72% 0 No Pex 100% 100%
22 Consolidato fiscale L opzione per il consolidato fiscale implica che i risultati economici delle società del gruppo siano considerati unitariamente dal punto di vista fiscale. E consentita, come opzione, alle società con rapporti di partecipazione i diretta e indiretta della controllante superiore al 50% del capitale sociale della controllata FINALITÀ: evitare l inconveniente finanziario del pagamento dell imposta da parte delle società in utile nonostante un reddito a livello di gruppo pari a zero MODALITÀ DI APPLICAZIONE: tutte le società (consolidante/controllante e consolidate/controllate) determinano redditi e perdite autonomamente che sonopoi imputati tialla consolidante, laquale calcola l un imponibileibil di gruppo (attraverso la somma algebrica di questi) e la relativa imposta unitaria, che poi viene versata dalla consolidante stessa ULTERIORE VANTAGGIO: la consolidante può operare una compensazione tra interessi non dedotti da una o più società del gruppo ed eventuali eccedenze di ROL in capo a una o più società del gruppo
23 Regime di tassazione per trasparenza Le società di capitali possono optare per l attribuzione degli utili (perdite) ai soci, in proporzione alla relativa quota di partecipazione e indipendentemente dalla percezione degli stessi, divenendo redditi propri di questi L eventuale distribuzione di dividendi alle società partecipanti è completamente esclusa da tassazione evita la doppia tassazione e sono possibili al socio compensazioni tra utili e perdite Possono optarvi: le società di capitali i cui soci sono solo società di capitali, ciascuna con percentuale di partecipazione 10% (ma < 50% => gruppi) le S.r.l. con ristretta base proprietaria (composta solo da persone fisiche non superiori a 10) e rientranti nell ambito di applicazione degli studi di settore Finalità: Estensione di un regime analogo al consolidato fiscale anche a società che non formano un gruppo evitare (per le società di capitali che non hanno i requisiti iiiper la tassazione di gruppo) l indeducibilità delle perdite
24 Imposta personale e imposta societaria Due problemi Giustificazione dell imposta societaria: capacità contributiva della società rispetto a quella dell individuo Se le società di capitali godono di una propria capacità contributiva doppia tassazione dei dividendi (società e socio) Se solo l individuo gode di una propria capacità contributiva tassazione su società oppure su socio Neutralità dell imposta rispetto alle scelte di distribuzione degli utili Il sistema fiscale è neutrale se il carico fiscale complessivo non varia al variare della quota degli utili distribuiti (dividendi)
25 Integrazione tra imposta personale e imposta societaria 1. Sistema classico L imposta societaria si applica a tutto l utile d impresa U (n.b. B=U) t= aliquota imposta societaria L imposta personale si applica a tutti gli utili distribuiti D t p = aliquota imposta personale T ToTT = T società + T personale =tu + t p D = tu+ t p [du(1-t)] d=d/un = % utili netti distribuiti UN = U(1-t) utili al netto imposta societaria, potenzialmente distribuibili Carico fiscale per unità di utile: = T ToT /U = t+t p [d (1-t)] aumenta all aumentare di d (doppia tassazione degli utili distribuiti) d =0 =t d=1 =t+t p -t p t t 1 p t 0 d Non neutralità nei confronti delle scelte di distribuzione ib i degli utili
26 1. Sistema classico Italia: partecipazioni i i in società di capitale Non qualificate: T TOT = tu+ 0,2 d U(1-t) d=0= t=27,5% d=1 = 42% Qualificate: T TOT =tu+ t p 0,4972 d U(1-t) d=0= t=27,5% d=1 = 0,275+0,36 0,36 t p Se t p =43% =0,275+0,155=0,43 cioè 49,72% è la percentuale che garantisce l'uguaglianzal di carico fiscale complessivo sugli utili di una società di persone e di una società di capitali nel caso di socio con t p = 43% in entrambi i casi doppia tassazione, cioè non-neutralità
27 2. Integrazione completa (partnership approach) L utile d impresa rientra nella base imponibile dell imposta personale del socio, indipendentemente dalla sua distribuzione =T ToT /U = t p Neutralità Vincoli di liquidità In Italia: Società di persone Dal 2004 opzione per la trasparenza fiscale per società di capitali
28 3. Esenzione totale Utili tassati esclusivamente in capo alla società Dividendi esenti = T ToT /U =t Neutralità USA, proposta nel 2003 Correzione per la differenza fra aliquota effettiva ed aliquota formale
29 4. Credito d imposta (Italia fino al 2004) (non in programma!) Meccanismo per evitare la doppia tassazione dei dividendi mantenendo imposta societaria + imposta personale Società: T società = tu Individuo: T personale =t p [du] - t[du] du = utili lordi distribuiti t[du] = Ires pagata dalla società sugli utili lordi distribuiti = credito d imposta dimposta Se t>t p il contribuente va in credito T ToT =T società +T personale = tu + t p [du] - t[du] Se d=1 T ToT =T personale =T ToT /U = t+d (t p-t) Non neutrale (neutrale solo se t= t p ): d=0 = t t p t dd d=1 =t p Evita la doppia tassazione degli utili distribuiti ma non garantisce neutralità rispetto alla distribuzione degli utili
30 4. Credito d imposta in pratica (non in programma!) Individuo: T personale =t p [du] - t[du] Ma il socio conosce D= du(1-t), cioè i dividendi, e non conosce du Perapplicare il meccanismo del credito d imposta, dati i dividendi: nella BI Irpef: D t du D(1 ) 1 t 1 t t credito d imposta: tdu [ ] D 1 t t t Tp tp 1 D D 1 t 1 t Se t=34% (come quando era in vigore il credito d imposta) t 0,34 51,51 1t 10,34
31 Imposta societaria e investimento Neutralità dell imposta societaria 1. Scelte di investimento (quanto investire) 2. Modalità di finanziamento (mediante debito o azioni) Il sistema tributario è neutrale quando non influenza 1 e/o 2 il comportamento delle imprese non varia in seguito all introduzione di imposte
32 La scelta di investimento Partendo da: B=R-L-M+βD+IA-IP-A+S+Wβ cioè: B=[R-L-M+ βd+ia+s+w] S ] -A-IP cambiamo parzialmente simbologia e generalizzando: B ( I ) I ii P U ( I ) I ii P profitto rendimento al netto dei costi dell'investimento I ammortamenti ii oneri finanziari (NB: interessi passivi o remunerazione degli azionisti)
33 Investimento: no imposte P ( I) I ii L impresa sceglie I che max P '( I *) i ' i condizione che determina la scelta del livello di investimento ' rendimento marginale i costo del capitale
34 i ' ( ' ) i I* I Se i I* (e viceversa)
35 Investimento: imposte con BU Se la base imponibile coincide con il vero profitto economico BU=P l imposta limposta è neutrale rispetto alle scelte di investimento P B ( I ) I ii P PtB ( I) I ii (1 t) netto I Condizione di ottimo ' I* (1 t) i(1 t) ' * i L imposta riduce nella stessa proporzione (1-t) il rendimento marginale al netto degli ammortamenti e il costo del capitale
36 Investimento: imposte con BU
37 Non-neutralità delle imposte societarie Tuttavia in generale la base imponibile dell imposta societaria non coincide con il profitto economico per varie ragioni: a) la base imponibile è in genere definita in termini nominali e non reali (non in programma) b) gli ammortamenti fiscali non coincidono con il vero ammortamento economico (non in programma) c) la deducibilità/indeducibilità degli oneri finanziari ii differente trattamento tra debito e azioni: debito: =1 azioni: =0
38 c) Parziale indeducibilità degli oneri finanziari Consideriamo i il generico caso in cui solo unafrazione [0;1] degli oneri finanziari sia deducibile Hp. ammortamento fiscale coincide con quello economico B = (I) I ii vero profitto Profitto netto = [(I) I ii] t[(i) I ii] =(1 t) [(I) I ] (1 t) ii Investimento ottimo I*: ' I * (1 t) i 1 t (1 t t ) 1 1aumenta il costo del finanziamento 1 t (equivalentemente, si riduce il rendimento marginale dell'investimento) I* (riduce l'investimento) Non-neutralità rispetto alle scelte di investimento
39 c) Parziale indeducibilità degli oneri finanziari
40 Ires e scelte di investimento: debito c) Deducibilità/indeducibilità degli oneri finanziari ii Differente trattamento tra finanziamento con debito e finanziamento con emissione di azioni c1) Debito: In Italia (e nella generalità dei sistemi fiscali) gli interessi passivi sono interamente deducibili (a meno di particolari norme anti- elusive + capienza ROL in Italia): =1 da: ' I* se =1: ' I* (1 t) i 1t i Neutralità rispetto alle scelte di investimento
41 Ires e scelte di investimento: azioni c2) Azioni: Nella generalità dei sistemi fiscali non è concessa (ma rimando per Italia => agevolazione ACE) alcuna deduzione dall imponibile per gli oneri corrispondenti alla remunerazione degli azionisti: =0 Quali effetti? Ipotesi aggiuntive (semplificatrici e non): 1. la remunerazione degli azionisti ( A ) rappresentata soltanto dagli utili distribuiti (no plusvalenze) 2. prescindiamo da considerazioni relative al rischio delle diverse forme di finanziamento degli investimenti 3. Assumiamo partecipazione non qualificata: imposta sostitutiva t x=20% Condizione di arbitraggio: A (1 - t x ) = i (1 - t x ) A = i
42 Ires e scelte di investimento: azioni (partecipazione non qualificata) 1 Condizione di ottimo: ' I * 1 t (1 t ) Si può utilizzare: ' I* i 1 t Azioni: 0 e i A i Non-neutralità rispetto alle scelte d investimento: I* l impresa realizza un investimento maggiore se si finanzia con debito rispetto al finanziamento azionario
43 Imposte neutrali Riassumendo: l imposta societaria (IRES) 1. non è neutrale rispetto alle scelte d investimento quando l impresa si finanziai concapitale di rischio (neutrale sesi finanzia con debito) 2. non è neutrale rispetto alle modalità di finanziamento (debito più conveniente del capitale di rischio) Possibili soluzioni: Cash flow tax (Rapporto Meade 1978 per UK) Comprehensive Business Income Tax (no deducibilitàd interessi passivi) Allowance for Corporate Equity (ACE) una versione dell ACE è stata applicata in Italia dal 1997 al 2003 con il nome di Dual Income Tax (DIT) nel 2011 è stata introdotto un agevolazione con il cd Aiuto per la crescita economica che riprende il modello ACE
44 Aiuto alla crescita economica (ACE) Dal 2011 possibilità di dedurre integralmente dalla base imponibile IRES un importo pari al rendimento nozionale degli incrementi del capitale proprio Obiettivo: eliminare il disincentivo al ricorso al finanziamento con capitale di rischio (per deducibilità interessi passivi) Tasso di rendimento nozionale: per i primi tre anni = 3% dal quarto anno é determinato tenendo conto dei rendimenti finanziari medi dei titoli obbligazionari pubblici, aumentabili di ulteriori tre punti a titolo di compensazione per il maggior rischio Gli incrementi di capitale proprio sono determinati a partire dal capitale esistente al 31/12/ IRES
45 Aiuto alla crescita economica (ACE) ACE nella forma di detrazione da IRES: Profitto netto = [(I) I I] t [(I) I ] + t I =(1 t)[(i) I I ] IRES ACE Quindi se tasso di interesse su debito = rendimento su capitale di rischio: i = => neutralità della tassazione rispetto alle fonti di finanziamento IRES 45
46 Esempio applicazione ACE Reddito complessivo = 20 Incremento capitale proprio = 100 (i (rispetto al 31/12/2010) Rendimento nozionale capitale = 3% Senza ACE: T = * 20 = 5.5 Con ACE: T = * ( * 100) = IRES 46
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