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2 Dir. Resp.: Fabio Tamburini Tiratura: Diffusione: Lettori: : da enti certificatori o autocertificati MAG-2019 da pag. 9 foglio 1 / 2 Superficie: 34 %

3 Dir. Resp.: Fabio Tamburini Tiratura: Diffusione: Lettori: : da enti certificatori o autocertificati MAG-2019 da pag. 9 foglio 2 / 2 Superficie: 34 %

4 Dir. Resp.: Virman Cusenza Tiratura: Diffusione: Lettori: : da enti certificatori o autocertificati MAG-2019 da pag. 17 foglio 1 Superficie: 18 %

5 Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi Tiratura: Diffusione: Lettori: : da enti certificatori o autocertificati MAG-2019 da pag. 28 foglio 1 Superficie: 22 %

6 Dir. Resp.: Rocco Valenti Tiratura: Diffusione: Lettori: : da enti certificatori o autocertificati MAG-2019 da pag. 13 foglio 1 Superficie: 6 %

7 30/5/2019 Spirits: consumi ridotti negli ultimi tre anni. Alta la richiesta nel weekend FOOD MANIA Spirits: consumi ridotti negli ultimi tre anni. Alta la richiesta nel weekend A rilevarlo è l Osservatorio Wine & Spirits lanciato da Federvini in occasione dell Assemblea Annuale e realizzato in partnership con Nomisma e Mediobanca Roma- Calo generalizzato in Italia del consumo degli spirits: secondo l Osservatorio Wine & Spirits lanciato da Federvini in occasione dell Assemblea Annuale e realizzato in partnership con Nomisma e Mediobanca il 23% dei consumatori ha dichiarato di aver ridotto negli ultimi 2-3 anni il consumo di amari/liquori dolci fuori casa (in ristoranti, winebar, altri locali), contro un 17% di chi ha riscontrato un aumento e un 60% di chi non ha notato cambiamenti. Il saldo si conferma negativo anche nell ambito dei consumi fra le mura domestiche: hanno affermato di aver diminuito i consumi il 20% dei consumatori mentre è del 14% la quota di chi dichiara di aver aumentato le quantità bevute. Inoltre, il consumo è sempre più legato al cibo e alla convivialità: l 82% dei consumatori beve amari/liquori dolci principalmente dopo i pasti (89% tra i soli Baby Boomers), mentre solo una quota del 10% (che sale al 14% tra i Millennials) li consuma soprattutto all aperitivo. Il weekend, indicato dal 67% dei consumatori (78% tra i Millennials) è il momento di consumo preferito. In merito alle motivazioni di acquisto, gli amari/liquori dolci da consumare in casa vengono scelti soprattutto in base alla marca (il 28% dei consumatori la indica come primo criterio di scelta), mentre prezzo basso, origine e presenza di ingredienti specifici sono i primi driver di scelta solo per una quota minore di italiani (10%). Sulle modalità di consumo si predilige l assunzione in purezza, non miscelata, senza ghiaccio (48%), a temperatura ambiente (31%), freddo con ghiaccio (21%). Quanto ai canali di consumo prevalente, non emergono differenze tra consumi domestici e fuori casa: il 51% dei consumatori italiani ha difatti bevuto amari/liquori dolci soprattutto tra le mura domestiche mentre il restante 49% away from home (il 32% al ristorante/pizzeria e il 17% in winebar). Questi ultimi spendono in media 4,5 euro per un bicchiere di amaro/liquore dolce ordinato fuori casa agroalimentarenews.com/news-file/spirits--consumi-ridotti-negli-ultimi-tre-anni--alta-la-richiesta-nel-weekend.htm 1/1

8 30/5/2019 Made in Italy: Pallini, 2018 molto positivo per export spirits - Vino - ANSA.it Made in Italy: Pallini, 2018 molto positivo per export spirits In Usa associati a stile di bere moderato, ma a rischio dazi Redazione ANSA ROMA 29 maggio :16 (ANSA) - ROMA - "Il 2018 è stato un anno molto positivo per l'export degli spirits made in Italy, con una crescita del 7% delle vendite sui mercati esteri, e un ritorno in auge dei prodotti storici nei mercati Usa. I nostri distillati, amari e liquori hanno una connotazione particolarmente positiva tra i consumatori americani, perché associati a un bere alcolico moderato". Lo ha detto Micaela Pallini, presidente Gruppo Spiriti di Federvini, all'assemblea annuale della Federazione italiana Industriali produttori, esportatori ed importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti e affini. Tuttavia, ha aggiunto lady Mistrà, sul comparto "pesa una grande incognita, dopo l'interrogazione Usa all'organizzazione mondiale del commercio (Wto) che ipotizza aiuti di stato Ue ai vini, spiriti e estratti di frutta. La loro richiesta è stata accettata ed il primo luglio - ha precisato Pallini - dovremmo conoscere l'esito della querelle. Anche Brexit preoccupa gli operatori, perché il Regno Unito è il nostro terzo mercato, ed è importantissimo sia per l'export che per l'import". Secondo il nuovo Osservatorio Wine&Spirits di Federvini, elaborato da Nomisma Wine Monitor e Mediobanca, tra i top exporter di spirits l'italia si posiziona in ottava posizione, con un valore 1/2

9 30/5/2019 Made in Italy: Pallini, 2018 molto positivo per export spirits - Vino - ANSA.it dell'export di 970 milioni di euro nel (ANSA). RIPRODUZIONE RISERVATA Copyright ANSA 2/2

10 30/5/2019 Wine & Spirits, consumi drink in calo ma ora sono di moda - Business - ANSA.it Wine & Spirits, consumi drink in calo ma ora sono di moda Volano dopo i pasti, all'aperitivo, e nel fine settimana Redazione ANSA ROMA 29 maggio :18 Si bevono meno drink, ma cocktail e alcolici sono di tendenza in Italia. E un must all'aperitivo e nel fine settimana. Secondo l'osservatorio Wine &Spirits, lanciato da Federvini in partnership con Nomisma e Mediobanca, si registra un calo generalizzato dei consumi che è diventato un trend: il 23% dei consumatori ha dichiarato di aver ridotto negli ultimi 2-3 anni il consumo di amari/liquori dolci fuori casa (in ristoranti, winebar, altri locali), contro un 17% di chi ha riscontrato un aumento e un 60% di chi non ha notato cambiamenti. Il saldo si conferma negativo anche nell'ambito dei consumi fra le mura domestiche: hanno affermato di aver diminuito i consumi il 20% dei consumatori mentre è del 14% la quota di chi dichiara di aver aumentato le quantità bevute. Inoltre, il consumo è sempre più legato al cibo e alla convivialità: l'82% dei consumatori beve amari/liquori dolci principalmente dopo i pasti (89% tra i soli Baby Boomers), mentre solo una quota del 10% (che sale al 14% tra i Millennials) li consuma soprattutto all'aperitivo. Il weekend, indicato dal 67% dei consumatori (78% tra i Millennials) è il momento di consumo preferito. In merito alle motivazioni di acquisto, gli amari/liquori dolci da consumare in casa vengono scelti soprattutto in base alla marca (il 28% dei consumatori la indica come primo criterio di scelta), mentre prezzo basso, origine e presenza di ingredienti specifici sono i primi driver di scelta solo 1/2

11 30/5/2019 Wine & Spirits, consumi drink in calo ma ora sono di moda - Business - ANSA.it per una quota minore di italiani (10%). Sulle modalità di consumo si predilige l'assunzione in purezza, non miscelata, senza ghiaccio (48%), a temperatura ambiente (31%), freddo con ghiaccio (21%). Quanto ai canali di consumo prevalente, non emergono differenze tra consumi domestici e fuori casa: il 51% dei consumatori italiani ha difatti bevuto amari/liquori dolci soprattutto tra le mura domestiche mentre il restante 49% fuori casi (il 32% al ristorante/pizzeria e il 17% in winebar). Questi ultimi spendono in media 4,5 euro per un bicchiere di amaro/liquore dolce ordinato in bar e locali. RIPRODUZIONE RISERVATA Copyright ANSA 2/2

12 30/5/2019 Nasce l'osservatorio Wine & Spirits, Italia star del mercato - Mondo Agricolo - ANSA.it Nasce l'osservatorio Wine & Spirits, Italia star del mercato Iniziativa Federvini, in collaborazione Nomisma e Mediobanca Redazione ANSA ROMA 29 maggio :00 (ANSA) - ROMA, 29 MAG - Nasce l'osservatorio Wine & Spirits. Un 'think tank' in grado di monitorare l'evoluzione del settore dei vini e degli spiriti, con particolare attenzione alla struttura delle aziende in un mercato sempre più complesso, senza dimenticare l'evoluzione del consumatore. Questi gli obiettivi dell'osservatorio lanciato da Federvini in occasione dell'assemblea Annuale oggi a Roma e realizzato in partnership con Nomisma e Mediobanca. Sia il vino che gli alcolici si caratterizzano per scambi internazionali molto intensi: nel 2018 a livello mondiale i flussi commerciali di vino hanno superato i 32 miliardi di euro con un tasso di crescita medio annuo su base decennale del +4,2%, mentre quelli degli spirits hanno quasi raggiunto i 29 miliardi di euro con una crescita del +6,0%. Nel commercio internazionale di vino, l'italia, sottolinea Federvini, "gioca un ruolo da protagonista e rappresenta il secondo esportatore mondiale dopo la Francia grazie a 6,2 miliardi di euro di export nel 2018 ed un peso a livello mondiale del 20%, tra l'altro in aumento rispetto al 2008". E i primi mesi del 2019 sono "positivi" per il vino italiano, anche per la creazione di valore sul mercato interno, cresciuto, nei primi 4 mesi dell'anno, del 5,5% rispetto allo stesso periodo del Passando ai distillati, l'italia si posiziona in ottava posizione con un valore dell'export di 970 milioni di euro nel 2018 ed una market share a livello mondiale di appena il 4%, ma in 1/2

13 30/5/2019 Nasce l'osservatorio Wine & Spirits, Italia star del mercato - Mondo Agricolo - ANSA.it crescita su base decennale negli scambi internazionali. (ANSA). RIPRODUZIONE RISERVATA Copyright ANSA 2/2

14 HOME 2019 MAGGIO 29 EXPORT LIQUORI: ITALIA AL SECONDO POSTO TRA I TOP PLAYER MONDIALI. IL VINO VALE 32 MILIARDI NEL MONDO, ITALIA PROTAGONISTA CON 6,2 MILIARDI DI EXPORT EXPORT LIQUORI: ITALIA AL SECONDO POSTO TRA I TOP PLAYER MONDIALI. IL VINO VALE 32 MILIARDI NEL MONDO, ITALIA PROTAGONISTA CON 6,2 MILIARDI DI EXPORT PUBLISHED ON 29 MAGGIO 2019 BY FOODAFFAIRS.IT

15 Gli scambi internazionali di spirits nel mondo hanno quasi raggiunto i 29 miliardi di euro con un CAGR del +6%. A dominare i mercati sono UK (6,7 miliardi di euro di export, principalmente scotch) e Francia (4,5 miliardi di euro, con un peso predominante del cognac), mentre l Italia ricopre un ruolo decisamente minore. Secondo il nuovo Osservatorio Wine&Spirits di Federvini elaborato da Nomisma Wine Monitor e Mediobanca, tra i top exporter di spirits l Italia si posiziona solo in 8 ottava posizione con un valore dell export di 970 milioni di euro nel 2018 e una market share a livello mondiale di appena il 4%, ma in crescita su base decennale. I liquori costituiscono la principale voce dell export italiano di spirits: 405 milioni di euro nel 2018 e un peso sul totale delle esportazioni di settore del 42%. Grazie a tali valori, l Italia si colloca al secondo posto a poca distanza dalla Germania nel ranking dei principali esportatori mondiali di tale tipologia di spirits.

16 Grazie alla forte crescita dell export nel corso dell ultimo decennio (CAGR del +4,5%), i liquori Made in Italy sono riusciti a conquistare market share in numeroso mercati internazionali, primi fra tutti USA, UK e Francia. Spostando l analisi dagli scambi internazionali ai consumi nazionali si nota come il mercato degli spirits in Italia sia ormai da anni in costante calo: CAGR del -1,5% per 1,2 milioni di ettolitri consumati nel 2018.

17 30/5/2019 Nasce l'osservatorio Wine & Spirits - Il NordEst Quotidiano Nasce l Osservatorio Wine & Spirits Iniziativa di Federvini in collaborazione Nomisma e Mediobanca. Di Redazione 29 Maggio 2019 Nasce l Osservatorio Wine & Spirits, un pensatoio in grado di monitorarel evoluzione del settore dei vini e degli spiriti, con particolare attenzione alla struttura delle aziende in un mercato sempre più complesso, senza dimenticare l evoluzione del consumatore. L iniziativa è stata presentata nel corso dell assemblea annuale di Federvini ed è realizzata in collaborazione con Nomisma e Mediobanca. Sia il vino che gli alcolici si caratterizzano per scambi internazionali molto intensi: nel 2018 a livello mondiale i flussi commerciali di vino hanno superato i 32 miliardi di euro con

18 30/5/2019 Nasce l'osservatorio Wine & Spirits - Il NordEst Quotidiano un tasso di crescita medio annuo su base decennale del +4,2%, mentre quelli degli spiriti hanno quasi raggiunto i 29 miliardi di euro con una crescita del +6,0%. Nel commercio internazionale di vino, l Italia, sottolinea Federvini, «gioca un ruolo da protagonista e rappresenta il secondo esportatore mondiale dopo la Francia grazie a 6,2 miliardi di euro di export nel 2018 ed un peso a livello mondiale del 20%, tra l altro in aumento rispetto al 2008». I primi mesi del 2019 sono positivi per il vino italiano, anche per la creazione di valore sul mercato interno, cresciuto, nei primi 4 mesi dell anno, del 5,5% rispetto allo stesso periodo del Passando ai distillati, l Italia si posiziona in ottava posizione con un valore dell exportdi 970 milioni di euro nel 2018 ed una quota di mercato a livello mondiale di appena il 4%, ma in crescita su base decennale negli scambi internazionali. A dominare il mercato degli spiriti, secondo i dati del neonato l Osservatorio Wine & Spirits di Federvini, sono il Regno Unito (6,7 miliardi di euro di export, principalmente scotch) e Francia (4,5 miliardi di euro, con un peso predominante del cognac). I liquori costituiscono la principale voce dell export italiano di spiriti: 405 milioni di euro nel 2018 ed un peso sul totale dell export di settore del 42%. Grazie a tali valori, l Italia si colloca al secondo posto a poca distanza dalla Germania nel ranking dei principali esportatori mondiali di tale tipologia. Grazie alla forte crescita dell export nel corso dell ultimo decennio (+4,5%), i liquori Made in Italy sono riusciti a conquistare una quota di mercato in numerosi mercati internazionali, primi fra tutti Usa, Regno Unito e Francia. Vuoi per la patente a punti, vuoi per la crescente attenzione degli italiani a regimi alimentari salutari, il mercato degli spiriti in Italia è da anni in costante calo: -1,5% dal 2013 al 18 per 1,2 milioni di ettolitri consumati nel Aumenta il valore soprattutto nel canale della Gdo (Grande distribuzione organizzata): nei primi 4 mesi del 2019 si registra un incremento del 10% con performance notevoli per spumanti, gin e rum.

19 30/5/2019 Nasce l'osservatorio Wine & Spirits - Il NordEst Quotidiano Per quanto riguarda invece il vino, nello stesso anno in Italia ne sono stati consumati 22,9 milioni di ettolitri: dopo il calo degli ultimi decenni, nel i consumi hanno segnato una lieve ripresa per poi tornare a ridursi. La produzioni di distillati, secondo la geografia delineata dall Osservatorio, vede primeggiare Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. Le aziende del comparto si segnalano anche per una crescita costante: la variazione media del fatturato tra il 2013 e il 2017 si è attestata su un +2,1% per gli spiriti e un +2,6% per i liquori. Si tratta di aziende vocate all esportazione con una media del 57% per gli alcolici e addirittura un 62,4% per i liquori. Rimane però da sciogliere il nodo degli investimenti, ancora bassi: 3,6% liquori e 3,9% distillati.

20 30/5/2019 Spritz economy, aperitivo da 4,3 miliardi - Il Sole 24 ORE I TREND DEL MADE IN ITALY Spritz economy, aperitivo da 4,3 miliardi di Micaela Cappellini30 maggio 2019 C è un Italia del vino, medaglia d argento mondiale delle esportazioni dietro alla Francia. E poi c è un Italia dei liquori: più piccola per fatturato aggregato, ma più rampante. E a sorpresa, garantisce a chi li produce margini di ricavi superiori al vino. Lo dicono i dati del nuovo Osservatorio Wine & Spirits che oggi Federvini lancia in occasione della sua assemblea annuale: il rapporto tra Ebit e fatturato in Italia è del 9,3% per il vino, e del 17,1% per i liquori. È un mondo variegato, quello dei cosiddetti spirits: comprende le grappe, i distillati - come il gin o il rum - e tutti i liquori, che spaziano dal Nocino all Aperol. Ed è un mondo in movimento, soprattutto sul fronte dell export: «Tradizionalmente - spiega Sandro Boscaini, presidente di Federvini - siamo sempre stati forti nell export di liquori per il dopo pasto. Non c è consumatore di alcolici al mondo, per intenderci, che non conosca il Fernet Branca. Negli ultimi anni, però, siamo cresciuti molto soprattutto nell esportazione di liquori per gli aperitivi. Come l Aperol, o il vermouth». In percentuale, siamo cresciuti addirittura più della Francia, che con 4,5 miliardi di euro è il secondo esportatore di liquori al mondo. Tutto merito dei Millennials: dall Europa agli Stati Uniti sono i giovani, con i loro happy hour, a decretare il successo dei cocktail a base di made in Italy. 1/1

21 Federvini: nasce l Osservatorio Wine&Spirits in collaborazione con Nomisma e Mediobanca Paola Pagani 29 maggio 2019 Un think tank in grado di monitorare l evoluzione del settore dei vini e degli spiriti, con particolare attenzione alla struttura delle aziende in un mercato sempre più complesso, senza dimenticare l evoluzione del consumatore. Questi gli obiettivi dell Osservatorio Wine & Spirits lanciato da Federvini in occasione dell Assemblea Annuale e realizzato in partnership con Nomisma e Mediobanca. Il valore delle filiere Sia il vino che gli spirits si caratterizzano per scambi internazionali molto intensi: nel 2018 a livello mondiale i flussi commerciali di vino hanno superato i 32 miliardi di euro con un tasso di crescita medio annuo su base decennale del +4,2%, mentre quelli degli spirits hanno quasi raggiunto i 29 miliardi di euro con una crescita del +6,0%. Nel commercio internazionale di vino, l Italia gioca un ruolo da protagonista e rappresenta il secondo esportatore mondiale dopo la Francia grazie a 6,2 miliardi di euro di export nel 2018 ed un peso a livello mondiale del 20%, tra l altro in aumento rispetto al A trainare l export italiano è la categoria degli sparkling in virtù dell enorme successo del Prosecco su alcuni mercati chiave (primi fra tutti USA e UK): nel giro di 10 anni le esportazioni di spumanti sono più che triplicate, superando gli 1,5 miliardi di euro, arrivando a pesare per un quarto sul totale delle esportazioni vitivinicole italiane. Si riduce invece il ruolo dei vini imbottigliati (dal 78% al 69% dell export totale) che registrano tassi di crescita decisamente meno sostenuti ma comunque positivi (+47% nell ultimo decennio): nonostante ciò, essi rimangono la principale voce dell export di settore con un valore di 4,2 miliardi di euro. In virtù di tali trend, il vino italiano, in particolare lo spumante, ha conquistato spazi di mercato nella gran parte dei mercati mondiali. I primi mesi del 2019 sono positivi anche per la creazione di valore sul mercato interno, cresciuto, nei primi 4 mesi dell anno, del 5,5% rispetto allo stesso periodo del Passando agli spirits, l Italia si posiziona in 8^ posizione con un valore dell export di 970 milioni di euro nel 2018 ed una market share a livello mondiale di appena il 4%, ma in crescita su base decennale negli scambi internazionali, a dominare sono UK (6,7 miliardi di euro di export, principalmente scotch) e Francia (4,5 miliardi di euro, con un peso predominante del cognac). Impostazioni sulla privacy

22 I liquori costituiscono la principale voce dell export italiano di spirits: 405 milioni di euro nel 2018 ed un peso sul totale dell export di settore del 42%. Grazie a tali valori, l Italia si colloca al secondo posto a poca distanza dalla Germania nel ranking dei principali esportatori mondiali di tale tipologia. Grazie alla forte crescita dell export nel corso dell ultimo decennio (+4,5%), i liquori Made in Italy sono riusciti a conquistare market share in numerosi mercati internazionali, primi fra tutti USA, UK e Francia. Spostando l analisi dagli scambi internazionali ai consumi nazionali, il mercato degli spirits in Italia è da anni in costante calo: -1,5% dal 2013 al 18 per 1,2 milioni di ettolitri consumati nel Aumenta però il valore soprattutto nel canale della GDO: nei primi 4 mesi del 2019 si registra un incremento del 10% con performance notevoli per spumanti, gin e rum. Per quanto riguarda invece il vino, nello stesso anno in Italia ne sono stati consumati 22,9 milioni di ettolitri: dopo il calo degli ultimi decenni, nel i consumi hanno segnato una lieve ripresa per poi tornare a ridursi. La struttura delle aziende L Osservatorio ha anche analizzato la struttura economico/finanziaria dei produttori di spirits italiani: emerge un mercato abbastanza concentrato, votato all export e con un buon equilibrio finanziario. La concentrazione è in primo luogo geografica: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto sono i produttori principali, con un indice di concentrazione settoriale elevato per spiriti (1.998) e liquori (2.749). Le aziende del comparto si segnalano anche per una crescita costante: la variazione media del fatturato tra il 2013 e il 2017 si è attestata su un +2,1% per gli spirits e un +2,6% per i liquori. Si tratta di aziende vocate all esportazione con una media del 57% per gli spirits e addirittura un 62,4% per i liquori. La governance appare maggiormente collegiale con record di quote rose nel settore dei distillati: 36% contro 23,1% del vino e 21,9% dei liquori. Anche i margini rapporto tra EBIT e fatturato sono molto interessanti, addirittura superiori al vino: 15,4 gli spirits e 17,1 per i liquori contro il 9,3 dei vini. Il rendimento del capitale risulta remunerativo, specie se lo paragoniamo alla media europea del comparto (6,5%): 11,8 liquori e 12,4 spiriti. Siamo quindi al doppio rispetto alle aziende degli altri paesi EU. A riprova della solidità finanziaria, è opportuno citare il credit scoring: 87,2 per gli spirits, 83,3 per i liquori e oltre il 90% per i distillati. Rimane però da sciogliere il nodo degli investimenti, ancora bassi: 3,6% liquori e 3,9% distillati. Gli italiani e le abitudini di consumo degli spirits Scopo dell Osservatorio è infine quello di indagare le abitudini di consumo che hanno subito, nel corso dell ultimo decennio, un cambiamento notevole. Da un lato, si registra un calo generalizzato dei consumi che è diventato un trend: il 23% dei consumatori ha dichiarato di aver ridotto negli ultimi 2-3 anni il consumo di amari/liquori dolci fuori casa (in ristoranti, winebar, altri locali), contro un 17% di chi ha riscontrato un aumento e un 60% di chi non ha notato cambiamenti. Il saldo si conferma negativo anche nell ambito dei consumi fra le mura domestiche: hanno affermato di aver diminuito i consumi il 20% dei consumatori mentre è del 14% la quota di chi dichiara di aver aumentato le quantità bevute. Inoltre, il consumo è sempre più legato al cibo e alla convivialità: l 82% dei consumatori beve amari/liquori dolci principalmente dopo i pasti (89% tra i soli Baby Boomers), mentre solo una quota del 10% (che sale al 14% tra i Millennials) li consuma soprattutto all aperitivo. Il weekend, indicato dal 67% dei consumatori (78% tra i Millennials) è il momento di consumo preferito. In merito alle motivazioni di acquisto, gli amari/liquori dolci da consumare in casa vengono scelti soprattutto in base alla marca (il 28% dei consumatori la indica come primo criterio di scelta), mentre prezzo basso, origine e presenza di ingredienti specifici sono i primi driver di scelta solo per una quota minore di italiani (10%). Sulle modalità di consumo si predilige l assunzione in purezza, non miscelata, senza ghiaccio (48%), a temperatura ambiente (31%), freddo con ghiaccio (21%). Quanto ai canali di consumo prevalente, non emergono differenze tra consumi domestici e fuori casa: il 51% dei consumatori italiani ha difatti bevuto amari/liquori dolci soprattutto tra le mura domestiche mentre il Impostazioni sulla privacy

23 restante 49% away from home (il 32% al ristorante/pizzeria e il 17% in winebar). Questi ultimi spendono in media 4,5 euro per un bicchiere di amaro/liquore dolce ordinato fuori casa. I principali dossier I temi che preoccupano maggiormente l Associazione riguardano, da un lato, lo scenario internazionale e i forti stravolgimenti che potrebbero generarsi in particolare rispetto ai dazi che Stati Uniti ed Unione Europea vorrebbero applicare nei reciproci scambi commerciali, toccando con i vini e gli spiriti anche importanti interessi italiani; dall altro, le previsioni economiche a livello nazionale legate soprattutto alle incertezze sui contenuti della prossima manovra di bilancio. Occorre ricordare, poi, l importanza di completare la piena operatività del Testo Unico della Vite e del Vino, visto che a due anni dalla sua entrata in vigore mancano ancora alcune disposizioni applicative; e di monitorare il futuro, in particolare i nuovi assetti europei che si andranno a definire nella nuova Politica Agricola Comune: l Italia deve essere in grado di esprimere una voce forte ed unica, a testimonianza della leadership conquistata dal settore vitivinicolo. La promozione rimane una leva fondamentale per sostenere la naturale vocazione internazionale dei nostri settori e la continuità delle azioni deve essere una costante imprescindibile. La tutela della proprietà intellettuale, infine, è materia di costante apprensione perché da essa dipendono le nostre denominazioni ed indicazioni geografiche ed i nostri marchi: la loro difesa e la loro salvaguardia restano cruciali per preservare il valore delle nostre eccellenze. Impostazioni sulla privacy

24 30/5/2019 Federvini: nasce osservatorio Wine & Spirits con Nomisma e Mediobanca comunicalo.it Federvini: nasce osservatorio Wine & Spirits con Nomisma e Mediobanca 29 Maggio 2019 Redazione 0 Commenti Agrigento, enogastronomia, trapani,vino 0 Un think tank in grado di monitorare l evoluzione del settore dei vini e degli spiriti, con particolare attenzione alla struttura delle aziende in un mercato sempre più complesso, senza dimenticare l evoluzione del consumatore. Questi gli obiettivi dell Osservatorio Wine & Spirits lanciato da Federvini in occasione dell Assemblea Annuale e realizzato in partnership con Nomisma e Mediobanca. Sia il vinoche gli spirits si caratterizzano per scambi internazionali molto intensi: nel 2018 a livello mondiale i flussi commerciali di vinohanno superato i 32 miliardi di euro con un tasso di crescita medio annuo su base decennale del +4,2%, mentre quelli degli spirits hanno quasi raggiunto i 29 miliardi di euro con una crescita del +6,0%. Nel commercio internazionale di vino, l Italia si legge nel rapporto gioca un ruolo da protagonista e rappresenta il secondo esportatore mondiale dopo la Francia grazie a 6,2 miliardi di euro di export nel 2018 ed un peso a livello mondiale del 20%, tra l altro in aumento rispetto al A trainare l export italiano è la categoria degli sparkling in virtu? dell enorme successo del Prosecco su alcuni mercati chiave (primi fra tutti USA e UK): nel giro di 10 anni le esportazioni di spumanti sono più che triplicate, superando gli 1,5 miliardi di euro, arrivando a pesare per un quarto sul totale delle esportazioni vitivinicole italiane. Si riduce invece il ruolo dei vini imbottigliati (dal 78% al 69% dell export totale) che registrano tassi di crescita decisamente meno sostenuti ma comunque positivi (+47% nell ultimo decennio): nonostante ciò, essi rimangono la principale voce dell export di settore con un valore di 4,2 miliardi di euro. In virtù di tali trend, il vino italiano, in particolare lo spumante, ha conquistato spazi di mercato nella gran parte dei mercati mondiali. I primi mesi del 2019 sono positivi anche per la creazione di valore sul mercato interno, cresciuto, nei primi 4 mesi dell anno, del 5,5% rispetto allo stesso periodo del Passando agli spirits, l Italia si posiziona in 8^ posizione con un valore dell export di 970 milioni di euro nel 2018 ed una market share a livello mondiale di appena il 4%, ma in crescita su base decennale negli scambi internazionali, a dominare sono UK (6,7 miliardi di euro di export, principalmente scotch) e Francia (4,5 miliardi di euro, con un peso predominante del cognac). I liquori costituiscono la principale voce dell export italiano di spirits: 405 milioni di euro nel 2018 ed un peso sul totale dell export di settore del 42%. Grazie a tali valori, l Italia si colloca al secondo posto a poca distanza dalla Germania nel ranking dei principali esportatori mondiali di tale tipologia. Grazie alla forte crescita dell export nel corso dell ultimo decennio (+4,5%), i liquori Made in Italy sono riusciti a conquistare market share in numerosi mercati internazionali, primi fra tutti USA, UK e Francia. Spostando l analisi dagli scambi internazionali ai consumi nazionali, il mercato degli spirits in Italia è da anni in costante calo: -1,5% dal 2013 al 18 per 1,2 milioni di ettolitri consumati nel Aumenta però il valore soprattutto nel canale della GDO: nei primi 4 mesi del 2019 si registra un incremento del 10% con performance notevoli per spumanti, gin e rum. Per quanto riguarda invece il vino, nello stesso anno in Italia ne sono stati consumati 22,9 milioni di ettolitri: dopo il calo degli ultimi decenni, nel i consumi hanno segnato una lieve ripresa per poi tornare a ridursi. comunicalo.it/2019/05/29/federvini-nasce-osservatorio-wine-spirits-con-nomisma-e-mediobanca/ 1/1

25 30/5/2019 Nasce l'osservatorio Wine&Spirits, Italia star del mercato - Il Mattino di Padova Padova Nasce l'osservatorio Wine&Spirits, Italia star del mercato La produzione di distillati, secondo la geografia delineata dall'osservatorio, vede Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto. Le aziende del comparto si segnalano anche per una crescita costante: la variazione media del fatturato tra il 2013 e il 2017 si è attestata su un +2,1% per gli spirits e un +2,6% per i liquori 29 MAGGIO 2019 ROMA. Nasce l'osservatorio Wine & Spirits. Un 'think tank' in grado di monitorare l'evoluzione del settore dei vini e degli spiriti, con particolare attenzione alla struttura delle aziende in un mercato sempre più complesso, senza dimenticare l'evoluzione del consumatore. Questi gli obiettivi dell'osservatorio lanciato da Federvini in occasione dell'assemblea Annuale oggi a Roma e realizzato in partnership con Nomisma e Mediobanca. Sia il vino che gli alcolici si caratterizzano per scambi internazionali molto intensi: nel 2018 a livello mondiale i flussi commerciali di vino hanno superato i 32 miliardi di euro con un tasso di crescita medio annuo su base decennale del +4,2%, mentre quelli degli spirits hanno quasi raggiunto i 29 miliardi di euro con una crescita del +6,0%. Nel commercio internazionale di vino, l'italia, sottolinea Federvini, «gioca un ruolo da protagonista e rappresenta il secondo esportatore mondiale dopo la Francia grazie a 6,2 miliardi di euro di export nel 2018 ed un peso a livello mondiale del 20%, tra l'altro in aumento rispetto al 2008». E i primi mesi del 2019 sono «positivi» per il vino italiano, anche per la creazione di valore sul mercato interno, 1/2

26 30/5/2019 Nasce l'osservatorio Wine&Spirits, Italia star del mercato - Il Mattino di Padova Padova cresciuto, nei primi 4 mesi dell'anno, del 5,5% rispetto allo stesso periodo del Passando ai distillati, l'italia si posiziona in ottava posizione con un valore dell'export di 970 milioni di euro nel 2018 ed una market share a livello mondiale di appena il 4%, ma in crescita su base decennale negli scambi internazionali. A dominare il mercato degli spirits, secondo i dati del neonato l'osservatorio Wine &Spirits di Federvini, in occasione dell'assemblea Annuale, e realizzato in partnership con Nomisma e Mediobanca, sono UK (6,7 miliardi di euro di export, principalmente scotch) e Francia (4,5 miliardi di euro, con un peso predominante del cognac). I liquori costituiscono la principale voce dell'export italiano di spirits: 405 milioni di euro nel 2018 ed un peso sul totale dell'export di settore del 42%. Grazie a tali valori, l'italia si colloca al secondo posto a poca distanza dalla Germania nel ranking dei principali esportatori mondiali di tale tipologia. Grazie alla forte crescita dell'export nel corso dell'ultimo decennio (+4,5%), i liquori Made in Italy sono riusciti a conquistare market share in numerosi mercati internazionali, primi fra tutti Usa, Uk e Francia. Vuoi per la patente a punti, vuoi per la crescente attenzione degli italiani a regimi alimentari salutari, il mercato degli spirits in Italia è da anni in costante calo: -1,5% dal 2013 al 18 per 1,2 milioni di ettolitri consumati nel Aumenta però il valore soprattutto nel canale della Gdo (Grande distribuzione organizzata): nei primi 4 mesi del 2019 si registra un incremento del 10% con performance notevoli per spumanti, gin e rum. Per quanto riguarda invece il vino, nello stesso anno in Italia ne sono stati consumati 22,9 milioni di ettolitri: dopo il calo degli ultimi decenni, nel i consumi hanno segnato una lieve ripresa per poi tornare a ridursi. La produzione di distillati, secondo la geografia delineata dall'osservatorio, vede Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto. Le aziende del comparto si segnalano anche per una crescita costante: la variazione media del fatturato tra il 2013 e il 2017 si è attestata su un +2,1% per gli spirits e un +2,6% per i liquori. Si tratta di aziende vocate all'esportazione con una media del 57% per gli alcolici e addirittura un 62,4% per i liquori. Rimane però da sciogliere il nodo degli investimenti, ancora bassi: 3,6% liquori e 3,9% distillati 2/2

27 30/5/2019 Vino, il 2019 sarà ancora un anno di crescita, seppur moderata: il sentiment delle imprese italiane - WineNews Vino, il 2019 sarà ancora un anno di crescita, seppur moderata: il sentiment delle imprese italiane I dati dell Osservatorio Wine&Spirits di Federvini, in assemblea a Roma. Le prospettive dopo 10 anni di crescita tumultuosa sui mercati top del mondo ROMA, 29 MAGGIO 2019, ORE 12:05 1 / 5 Il vino italiano viene da una cavalcata di 10 anni di crescita sui mercati mondiali, con una crescita tumultuosa, se si guarda al periodo , che però, soprattutto nell ultimo anno, ha rallentato il suo ritmo. Ciò nonostante, anche il 2019, ormai prossimo al giro di boa, e con trend abbastanza delineati, dovrebbe essere un anno di crescita, al netto delle difficoltà dell economia interna, e di uno scenario internazionale che tra un processo della Brexit sempre più confuso, e una guerra dei dazi tra Usa, Cina ed Europa che vive di fiammate improvvise. Una crescita modera, ma solida, fino ad un +5%, almeno secondo il 66,7% degli operatori sondati dall Osservatorio Wine&Spirits di Federvini, curato da Wine Monitor - Nomisma e Mediobanca, di scena oggi nell Assemblea Nazionale della Federvini a Roma. Secondo cui, se a crescere sarà il fatturato complessivo del vino italiano, per il 61,1%, questa crescita passerà soprattutto dall export. Veniamo da un anno di luci ed ombre come il 2018, i mercati tengono, ma dazi e altre incognite preoccupano un po - ha detto a WineNews il presidente Federvini Sandro Boscaini - e se il 2019 no fosse un anno di crescita tumultuosa non sarebbe un dramma. Veniamo da 10 anni di crescita importante, in cui abbiamo conquistato la leadership in tanti mercati, servono anche dei momenti di riflessione, di consolidamento e di riorganizzazione, anche sulla promozione, che è stata gestita bene dalle imprese, meno dalle istituzioni. E che siano stato 10 anni di crescita, lo dicono i numeri. Se tra il 2008 ed il 2018 il mercato del vino ha visto un aumento del +4,2% a livello mondiale, toccando i 32,1 miliardi di euro, l Italia, nei suoi mercati top (che coincidono con i maggiori importatori di vino mondiale), in molti casi, ha quasi raddoppiato le proprie performance. Come in Usa, dove le esportazioni hanno raggiunto 1,6 miliardi di euro nel 2018 (+90% in 10 anni), o la Germania (971 milioni di euro, 1/2

28 30/5/2019 Vino, il 2019 sarà ancora un anno di crescita, seppur moderata: il sentiment delle imprese italiane - WineNews +26%), o ancora il Regno Unito (744 milioni di euro, +107% sul 2008), e ancora la Svizzera (367 milioni di euro, +61%), il Canada (354 milioni di euro, +75%), la Russia (265 milioni, +161%), il Giappone (166 milioni, +48%), la Francia (164, +88%), la Svezia (161, +104%) e i Paesi Bassi (148, +100%). Con il Belpaese che ha conquistato posizioni prominenti in molti Paesi, con i vini fermi che valgono il 33% del mercato dei vini di importazioni in Usa, il 43% in Germania, il 17% in Uk, il 21% in Canada ed il 37% in Svizzera, mentre gli spumanti valgono il 34% in Usa, il 47% in Uk, il 21% in Germania, il 33% in Svizzera, il 31% in canda, il 45% in Francia. Dai dati, emerge proprio come gli spumanti, locomotiva del mercato e dell export degli ultimi anni, abbiamo fatto crescere il proprio peso, con i vini fermi imbottigliati che nel 2008 valevano il 78% dell export, e oggi il 69%, mentre gli spumanti sono passati dal 13% al 25% del valore esportato. Tra i dati interessanti, ed incoraggianti il fatto che nel decennio in esame, l Italia si l unico grande Paese esportatore ad aver visto crescere la sua quota sul mercato mondiale, passando dal 18% al 20%, mentre la Francia (che domina, con 9,3 miliardi), è scesa dal 34% al 30%, e la Spagna è passata dal 10% al 9%. Un export, dunque, che come noto è stato fondamentale per la crescita del vino italiano. Ma gli scenari attuali, e quelli che si intravedono nell immediato futuro, impongono delle riflessioni, a partire dalla enorme varietà di offerta e dalla crescita della competizione anche da parte di Paesi produttori come Usa, Australia, Cile, Argentina e così via, ma anche dalla struttura del commercio internazionale del vino nel mondo, con il 73% delle aziende che si affida ad intermediari, e con solo il 7,6% delle cantine che ha una rete di proprietà. Nell analisi di Federvini, anche un focus sugli spirits, con grappe, amari ed altri liquori che fanno parte della storia del beverage italiano. Un mercato dominato dal Regno Unito (6,7 miliardi di euro di export) e dalla Francia (4,5 miliardi), con l Italia a 970 milioni i euro, ed una market share a livello mondiale del 4%, ma in crescita. 2/2

29 31/5/2019 Federvini lancia l Osservatorio Wine e spirits con Nomisma e Mediobanca Aziende in Campo Federvini lancia l Osservatorio Wine e spirits con Nomisma e Mediobanca Anche Federvini si fa un Osservatorio, non solo del vino ma di wine & spirits. Segue la strada dell Osservatorio del vino varato oltre due anni fa dalla concorrente Unione italiana vini in partnership con Ismea, Sda Bocconi e, nel primo biennio, con Wine Monitor Nomisma. Il think tank di Federvini che dovrà monitorare l evoluzione del se ore dei vini e degli spiriti e realizzato in partnership con Wine Monitor Nomisma e Mediobanca. L Osservatorio prende in considerazione gli spirits perché Federvini ne rappresenta una parte rilevante. Nell ultimo anno la Federazione si è stru urata anche nella comunicazione, varando un sito al passo con i tempi. Bollicine frizzanti Secondo l Osservatorio di Federvini a trainare l export italiano è la categoria degli sparklingin virtù dell enorme successo del Prosecco su alcuni mercati chiave primi fra tu i Usa e Uk : nel giro di dieci anni le esportazioni di spumanti sono triplicate, superando gli, miliardi di euro, arrivando a pesare per un quarto sul totale delle esportazioni vitivinicole italiane. Si riduce invece il ruolo dei vini imbo igliati dal % al % dell export totale che registrano tassi di crescita decisamente meno sostenuti ma comunque positivi + % nell ultimo decennio : nonostante ciò, essi rimangono la principale voce dell export di se ore con un valore di, miliardi di euro. In virtù di tali trend, il vino italiano, in particolare lo spumante, ha conquistato spazi di mercato nella gran parte dei mercati mondiali. I primi mesi del sono positivi anche per la creazione di valore sul mercato interno, cresciuto, nei primi mesi dell anno, del, % rispe o allo stesso periodo del. Il rank mondiale Passando agli spirits, l Italia si posiziona in o ava posizione con un valore dell export di milioni di euro nel e una market share a livello mondiale di appena il %, ma in crescita su base decennale negli scambi internazionali, a dominare sono Uk, miliardi di euro di export, principalmente scotch e Francia, miliardi di euro, con un peso predominante del cognac. Spostando l analisi dagli scambi internazionali ai consumi nazionali, il mercato degli spirits in Italia è da anni in costante calo: -, % dal al per, milioni di e olitri consumati lo scorso anno. Aumenta però il valore sopra u o nel canale della Gdo: nei primi mesi del si registra un incremento del % con performance notevoli per spumanti, gin e rum. Per quanto riguarda invece il vino, nello stesso anno in Italia ne sono stati consumati, milioni di e olitri: dopo il calo degli ultimi decenni, nel - i consumi hanno segnato una lieve ripresa per poi tornare a ridursi. 1/2

30 31/5/2019 Federvini lancia l Osservatorio Wine e spirits con Nomisma e Mediobanca Aziende in Campo I comparti L Osservatorio ha anche analizzato la stru ura economico/finanziaria dei produ ori di spirits italiani: emerge un mercato abbastanza concentrato, votato all export e con un buon equilibrio finanziario. La concentrazione è in primo luogo geografica: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto sono i produ ori principali, con un indice di concentrazione se oriale elevato per spiriti. e liquori.. Le aziende del comparto si segnalano anche per una crescita costante: la variazione media del fa urato tra il e il si è a estata su un +, % per gli spirits e un +, % per i liquori. Si tra a di aziende vocate all esportazione con una media del % per gli spirits e addiri ura un, % per i liquori. Anche i margini rapporto tra Ebit e fa urato sono molto interessanti, addiri ura superiori al vino:, gli spirits e, per i liquori contro il, dei vini. Il rendimento del capitale risulta remunerativo, specie se lo paragoniamo alla media europea del comparto, % :, % i liquori e, % spiriti. 2/2

31 anno 10 - n maggio 2019 trebicchieri Il settimanale economico del Gambero rosso L, ITALIA DEGLI SPIRITS HA IL SUO OSSERVATORIO. FINALMENTE UE Quale scenario nel dopo elezioni? La Lega punta al Commissario agricoltura, resta il nodo Brexit DENOMINAZIONI Il Prosecco cambia il disciplinare: Veneto: in Francia: dal 2020 si inizia con la versione rosata COOPERATIVE Doppia fusione nel Lombardo- le operazioni Valpantena e Vitevis ESTERI Vigneti sempre più cari ecco quali sono le Aoc che valgono di più TERRITORI I Vini del Trentino pensano alla Docg. E le bollicine vanno verso 10 milioni di bottiglie

32 LE STORIE NASCE L OSSERVATORIO WINE & SPIRITS FEDERVINI. IL THINK TANK CHE MANCAVA a cura di Loredana Sottile TRE BICCHIERI 16 GAMBERO ROSSO

33 Player solidi, forte propensione all'export, notevole crescita annuale (soprattutto per la voce liquori). Sono queste le maggiori caratteristiche del settore spiriti in Italia, che da oggi sarà monitorato dal nuovo Osservatorio Federvini. Ecco quali sono i 5 trend per il futuro Adesso anche il settore degli spiriti avrà il suo Osservatorio, un think tank lanciato da Federvini, in partnership con Nomisma e Mediobanca per monitorare l'evoluzione del settore, a confronto con quello dei vini. D'altronde quello degli spirits è un segmento in crescita, con una naturale propensione all'export e spazi tutti da conquistare. Parliamo di prodotti per cui la via dell'estero è necessaria, a fronte di un mercato interno piccolo e immobile spiega Micaela Pallini, presidente del Gruppo Spiriti di Federvini Il 2018 è stato un anno particolarmente positivo per le esportazioni soprattutto negli Usa. Un trend che le aziende al momento sono costrette a cavalcare da sole, ma che avrà sempre più bisogno di una visione strategica. La buona notizia è che l'ice ha riconosciuto agli spiriti una valenza a sé, rispetto al settore vino, e ci sta a fianco in questa difficile rincorsa degli altri Paesi. Le sfide del vino secondo Federvini Oltre alla presentazione del nuovo Osservatorio Wine&Spirits, sono stati tanti e diversi i temi afrontati da Federvini nella sua assemblea annuale. A partire dalle esportazioni vitivinicole. L'estero al momento è quello che fa sorridere il settore dice il presidente Sandro Boscaini grazie anche al sistema dell'ocm Promozione che ha funzionato bene. Tuttavia, ci sono diverse ombre sul settore. Dalla questione del valore, che deve essere un punto di arrivo per il settore, ino al dialogo tra Stato e Regioni e ad una strategia di promozione nazionale. Ci sono, poi, le due incognite che non fanno dormire sonni tranquilli ai produttori (non solo vitivinicoli): la Brexit e i dazi Usa. Sul fronte interno, invece, rimane da completare il Testo Unico della Vite e del Vino che, a due anni dalla sua entrata in vigore, è ancora mancante di alcune disposizioni applicative. Per quanto riguarda le side nella prossima Europa, Boscaini è categorico: L Europa è fondamentale perché ha in mano le leve normative, ma noi italiani abbiamo una responsabilità speciica: dettare l agenda, non inseguirla. Troppo spesso ci siamo fatti imporre le scelte dai Paesi del Nord Europa, nonostante il peso speciico dell'italia nella produzione mondiale. Ci auguriamo che i nuovi equilibri ci mettano nella condizione di essere più protagonisti. Sotto la lente anche il sistema della autorizzazioni. A tal proposito Pietro Mastroberardino, presidente del Gruppo Vini di Federvini ha ribadito la posizione dell'associazione: Il nostro settore è contingentato: c'è una domanda superiore all'oferta. Bisogna trovare un sistema ainché il vino, che è oggi una delle voci fondamentali dell'economia italiana, possa liberare il suo potenziale di valore.

34 LE STORIE Tra le ombre che si stagliano all'orizzonte ci sono, però, la Brexit da una parte (con l'inghilterra terzo Paese di sbocco per gli spirits italiani) e i dazi Usa. I nostri prodotti conclude Pallini figurano nella black list proposta dall'amministrazione Trump, con dazi fino al 100% he potrebbero entrare in vigore già a partire dal primo luglio. Siamo in attesa di capire cosa succederà, ma senz'altro non è una buona notizia, visto che al momento gli Stati Uniti rappresentano il nostro secondo mercato di destinazione, con 146milioni di euro raggiunti nel Top 5 importatori di vino* (2018/2008 in mln ) fonte: Osservatorio Federvini Wine&Spirits su dati GTI Top 10 esportatori (2018/2008 in mln ) fonte: Osservatorio Federvini Wine&Spirits su dati UN COMTRADE TOP EXPORTER E IMPORTER MONDIALI Prima di focalizzarci sulle esportazioni e i consumi italiani, vediamo qual è la situazione mondiale del settore. Nell'ultimo decennio, l'import mondiale degli spirits è stato più dinamico di quello del vino. Complessivamente quest'ultimo ha raggiunto 32,1 miliardi di euro nel 2018 (con un tasso di crescita medio annuo su base decennale del 4,2%) contro i 28,9 miliardi del comparto spirits, che però è anche quello che è cresciuto di più (+6% su base decennale). In quali mercati (vedi grafico sotto)? In primis in Usa che, con 7,4 miliardi di euro, si conferma essere il primo acquirente, superando di gran lunga anche le importazioni di vino (5,3 miliardi di euro). A seguire troviamo la Germania con quasi 1,5 miliardi di euro. Interessante il terzo posto della Cina con 1,2 miliardi (per l'import di vino il Paese del Dragone è il quarto Paese con 2,4 miliardi di euro). Dall'altra parte, chi sono i top ive exporter (vedi graico a ianco)? Al primo posto c'è il Regno Unito con 6,7 miliardi di euro (predominante è la voce scotch), seguito dalla Francia (4,5 mld di euro, con un peso maggiore della voce cognac). Si prosegue, poi, con Stati Uniti (1,9 mld di euro), Messico (1,4 mld di euro) e Germania (1,2 mld di euro). E l'italia? Trend decennale dell export italiano di spirits per tipologia fonte: Osservatorio Federvini Wine&Spirits su dati Istat TRE BICCHIERI 18 GAMBERO ROSSO

35 SPIRITS L'EXPORT Trend dell import dall Italia nei top 10 mkt di riferimento ITALIANO. TRAINANO I LIQUORI Per quel che riguarda le esportazioni, il Belpaese non igura nelle prime posizioni (è solo ottava; vedi tabella nella pagina precedente) ma, con 970 milioni di euro, è tra i Paesi che cresce di più: +7,4% nel I maggiori mercati fonte: Osservatorio Federvini Wine&Spirits su dati UN COMTRADE di destinazione sono Germania (198 milioni di euro nel 2018), Stati Uniti (146 milioni di di euro) e Regno Unito (119 milioni di euro, ma con l'incremento più evidente nell'ultimo anno: +117%; come nella tabella sopra). Vale la pena sottolineare che a fare la parte del leone sono i liquori (che da soli valgono praticamente quasi la metà delle esportazioni). Se, infatti, si analizza solo questo segmento, il Belpaese arriva addirittura in seconda posizione tra gli esportatori con 405 milioni di euro (+3,9% rispetto al 2008), sotto soltanto alla Germania con 446 milioni di euro. Viceversa, i Paesi che importano più liquori italiani sono in prima battuta la Francia, con una quota del 46% (era del 35% nel 2008), e a seguire la Germania, con una quota del 43% (dieci anni fa era del 35%). Da tenere d'occhio il mercato australiano che registra una quota di mercato del 19%, ma che cresce più degli altri (nel 2008 la quota era del 6%). anni: Per lo più ci dice si tratta di uomini, sopra i 55 anni e del Sud Italia. Da evidenziare che parliamo di un prodotto poco interessante per i Millennials, molto più per i Baby Boomers. Con il 51% di preferenze, il luogo preferito per bere amari o liquori è a casa propria, mentre il primo canale di acquisto è la Gdo (79%). Nella percezione degli italiani, l'associazione immediata resta quella con il relax, il divertimento/convivialità e le occasioni speciali. Come provenienza geograica, invece, amari e liquori vengono collocati soprattutto al Sud Italia, in particolare, Sicilia, Calabria e Campania. Tra i criteri di acquisto, spiccano la marca, le proprietà digestive e il prezzo. Molto meno inluente la provenienza rispetto a quanto succede, invece, col vino. Non ci sono, inine, dubbi sulla modalità di consumo: per il 99% degli intervistati liquori e amari si bevono da soli, non mixati nei cocktails. Quale sarà, invece, il futuro di questi prodotti? Secondo il 38% degli intervistati risponde Pantini ad avere la meglio IL MERCATO DOMESTICO PER GLI SPIRITS saranno i liquori della tradizione italiana, seguiti dai prodotti Zoomando sul mercato domestico si vedrà che il settore spirits non fa eccezione rispetto a ottenuti con particolari erbe/spezie e da quelli biologici. quello wine. Se i consumi di vino, Consumo alcolici Italia 2018 in calo da anni, si sono stabilizzati intorno a 22,9 milioni di ettolitri, quelli di spirits orbitano intorno a 1,2 milioni di ettolitri, in calo dell'1,5% in cinque anni. Nella classiica degli alcolici più bevuti, vino e birra si giocano la partita con 88% per ognuno, mentre a seguire ci sono i liquori (55%) e gli amari (49%). L'identikit del consumatore di questi due segmenti? Ce lo svela Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor, che ha analizzato il comportamento di 800 consumatori italiani di liquori e amari, di età compresa tra18 e 73 Osservatorio Federvini Wine&Spirits GAMBERO ROSSO 19 TRE BICCHIERI

36 LE STORIE FOCUS GRAPPA Capitolo a parte merita la grappa, che rispetto ad amari e liquori ha una penetrazione più bassa: siamo intorno al 31%. Appare, poi, più spiccata la propensione al consumo tra gli uomini, nelle regioni del Centro, tra i Baby Boomers e tra chi ha redditi elevati. Nel caso specifico spiega il direttore di Wine Monitor-Nomisma l'approccio dei giovani è negativo: al 60% dei Millennials non interessa. Per cui mi soffermerei, più che altro, sui motivi di non consumo, ovvero 'non mi piace' per il 46% degli intervistati, 'è troppo forte' per il 39%. Se,invece, si analizzano le diverse tipologie, vince senza dubbio quella invecchiata (per il 60% delle preferenze) da monovitigno (50% delle preferenze). Non proprio in linea con i gusti dei Millenials, che la vogliono bianca, aromatizzata e ottenuta da più uve. Le regioni a cui è più legata nella percezione dei consumatori (e anche quelle dove effettivamente si produce) sono Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. SPIRITI E VINI A CONFRONTO. UN'ANALISI FINANZIARIA Capovolgiamo, adesso, la prospettiva per guardare alla struttura delle aziende che producono spirits in Italia. Il panorama che si presenta è quello di un settore abbastanza concentrato, votato all export e con un buon equilibrio finanziario. Ma quanto differisce questo comparto da quello vitivinicolo? Di certo spiega Gabriele Barbaresco, responsabile dell'area studi di Mediobanca, nel settore degli spirits c'è una maggiore presenza di player internazionali: 21% contro 7,5%. Emerge, poi, una maggiore concentrazione, mentre I 5 trend 1 Dessert-inspired spirits 2 Low and no alchool 3 Alchoolic-Hybrids 4 Craft Spirits 5 Cannabis drink i vini si caratterizzano per una maggiore parcellizzazione. La dimensione degli operatori è, infatti, decisamente più grande per il settore dei liquori, con un fatturato medio di 144,6 milioni di euro, con il vino che si ferma a 47,2 milioni di euro. Più basso quello del settore distillati, a 29,5 milioni di euro. La concentrazione, però, è anche geografica: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto sono i produttori principali, con un indice di concentrazione settoriale elevato per spiriti (1.998) e liquori (2.749). Si aggiunga, un elemento non secondario: la maggiore presenza di quote rosa e di Millennials all'interno della governance. Solo Board imprese % per età media fonte: Osservatorio Federvini Wine&Spirits TRE BICCHIERI 20 GAMBERO ROSSO

37 SPIRITS I trend per gli anni a venire Verso quali direzioni si muove il comparto degli spirits? Per rivitalizzare il settore spiega Gabriele Barbaresco di Mediobanca senz'altro una strada è quella della miscelazione di liquori a dessert e dolci, in modo da assecondare la preferenza dei Millennials per gusti morbidi e aromatici. In questo senso è, quindi, necessaria una maggiore collaborazione con il settore food. Penso ad esempio ai gelati che contengono alcolici. Altra sida, non facile è quella di assecondare la preferenza, che si sta afermando negli ultimi anni, per i prodotti a bassa gradazione alcolica. Pensiamo a tal proposito al successo dei cosiddetti Mocktail dice il responsabile area studi di Mediobanca o alla comparsa sugli scafali di Tesco e Asda dei vini dealcolizzati. Altro trend, vede protagonista la miscelazione tra sapori contrastanti, che hanno portato in questi anni alla nascita di ibridi come Vodquila, Rumquila, ma anche alla sempre più gettonata Vodka+Spakling wine. C'è, poi, la categoria dei cosiddetti craft spirits, nati sulla scia della craft beer: Ci riferiamo continua Barbaresco al controllo del brand su tutta la iliera: dalla distillazione al confezionamento. Per esempio, va in questa direzione il lancio di Pernord Ricard del progetto Our/Vodka. La crescita di questo segmento negli Usa è attesa dal 15-20% entro il Ultimo trend che sembra quasi una provocazione, in questo momento è il consumo di cannabis drink, che in Usa si prevede potrebbe arrivare a 4 miliardi di dollari Usa entro il Non a caso grandi gruppi, come Constellation Brands e Southerm Glazer's Wine&Spirits vi stanno investendo parecchio. per i distillati le donne rappresentano il 36% (i liquori sono al 21,9%) contro il 23,1% del vino, mentre i millannials rappresentano l'8,9% contro i 4,1% dei vini. Se guardiamo al valore aggiunto, colpirà come i liquori, pur avendo un fatturato che vale metà di quello dei vini, presentino una percentuale del 33,3% contro il 18,8% dei vini. Anche i margini rapporto tra EBIT e fatturato sono molto interessanti, addirittura superiori al vino: 15,4 gli spirits e 17,1 per i liquori contro il 9,3 dei vini. Tra i fattori di criticità, rimane però da sciogliere il nodo degli investimenti, ancora bassi: 3,6% liquori e 3,9% distillati. Ad oggi l'aggregato dei main player di spirits e vino rappresenta un fatturato di 12,2 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi relativi agli spirits (3,61 mld liquori; 0,65% distillati) e 7,93 mld al vino. I big player di vino e spirits fonte: Osservatorio Federvini Wine&Spirits GAMBERO ROSSO 21 TRE BICCHIERI

38 Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi Tiratura: Diffusione: Lettori: : da enti certificatori o autocertificati GIU-2019 da pag. 23 foglio 1 Superficie: 9 %

MERCATO E SCENARI EVOLUTIVI PER I VINI ITALIANI

MERCATO E SCENARI EVOLUTIVI PER I VINI ITALIANI 5 giugno 2015 MERCATO E SCENARI EVOLUTIVI PER I VINI ITALIANI DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare Nomisma Responsabile Wine Monitor Outline PARTE 1 Mercato Italia Produzioni, consumi, export di

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