IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Dott. Claudia Rossi Avv. Massimiliano Silvetti Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Marco Marinaro Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 10/10/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Nel mese di giugno 2006 il ricorrente stipulava con la banca convenuta un contratto di mutuo ipotecario, a tasso fisso, per l erogazione dell importo di ,00, al fine dell acquisto di un immobile. Due mesi più tardi, il ricorrente otteneva dalla stessa banca un fido di ,00 per la migliore gestione della sua professione di architetto. Rappresenta il ricorrente che, nel corso dei mesi seguenti, la rata mensile di rimborso del mutuo si rivelava di importo troppo elevato per le sue possibilità, con conseguente mancato pagamento di alcune rate. Si rivolgeva quindi alla banca per avere informazioni circa la possibilità di abbassare la rata di rimborso, estendendo la durata del piano di ammortamento. Nel dicembre 2010, espone ancora il ricorrente, la banca gli prospettava la possibilità di modificare il piano di rimborso a condizione che fossero pagate le rate arretrate. Pag. 2/7

2 Pertanto, nel mese di febbraio 2011, avendo interamente saldato le rate arretrate, il ricorrente inoltrava richiesta formale per la rinegoziazione del mutuo. La banca tuttavia non forniva alcun riscontro alla predetta richiesta. Durante il periodo seguente, il ricorrente dichiara di aver ricevuto informali rappresentazioni dai funzionari della banca circa la possibilità di rinegoziare il mutuo, a condizione che fossero pagate le ulteriori rate che nel frattempo risultavano impagate; a fronte di tali ufficiose informazioni, la banca gli inviava tuttavia formali richieste di rientro del debito, che il mutuatario non riusciva a onorare completamente. Pertanto, con comunicazione del 3 dicembre 2012, il ricorrente inoltrava reclamo alla banca, contestando la condotta di quest ultima anche alla luce del già intervenuto pagamento, all atto della richiesta di rinegoziazione, del debito in essere ed invocando la concessione della possibilità di rinegoziare il mutuo. Il 27 dicembre 2012, la banca riscontrava negativamente il reclamo, dando conto delle criticità che caratterizzavano le condizioni patrimoniali del ricorrente. La banca affermava, segnatamente, che il consolidamento del debito non è mai stato effettuato poiché a febbraio 2011, alla richiesta avanzata dal [ricorrente], l istruttoria evidenziò la presenza a sistema di una sofferenza per ,00 circa, oltre a riscontrare un ipoteca legale a favore di una società terza. Con ricorso depositato in data 16 aprile 2013, il ricorrente si rivolge allora all Arbitro Bancario Finanziario dispiegando talune richieste, la principale delle quali consiste nella domanda di accertamento della illegittimità del comportamento della banca durante le trattative per la rinegoziazione, con conseguente richiesta di sentir dichiarare la banca tenuta a rinegoziare il mutuo secondo le modalità e i termini indicati nella richiesta del ricorrente di febbraio Al fine di veder accolta tale domanda principale, il ricorrente censura le due circostanze richiamate dalla banca nella missiva del 27 dicembre 2012: egli sostiene, in proposito, che la segnalazione a sofferenza sia imputabile a colpa della banca e comunque non più attuale, in quanto risolta a marzo 2011; e che l ipoteca legale iscritta a favore della società terza non pregiudicasse la preesistente garanzia ipotecaria della Banca e non fosse pertanto idonea a impedire la rinegoziazione. Il ricorrente svolge anche una domanda risarcitoria avendo prodotto il comportamento scorretto della banca riflessi pregiudizievoli anche sul suo affido professionale consistente nella richiesta di condanna della banca al ristoro dei danni in misura pari a tutti gli interessi di mora a lui addebitati da gennaio 2010 alla data della domanda. Pag. 3/7

3 La banca resistente, nel costituirsi in giudizio, chiarisce che la situazione del ricorrente è stata caratterizzata da una costante e ripetuta morosità. Già con lettera dell 11 novembre 2008, la banca aveva rilevato ritardi nel pagamento delle rate di rimborso del mutuo, invitando il cliente a provvedere. L intimazione di pagamento delle rate arretrate veniva poi rinnovata con lettere del 6 febbraio 2009 e dell 8 aprile 2009, a fronte delle quali il ricorrente assumeva impegni di rientro, poi disattesi. Con lettera del 30 giugno 2009, il ricorrente si impegnava a provvedere all adempimento delle sue obbligazioni, delle quali la banca si trovava nuovamente costretta a sollecitare il rispetto con lettera del 19 agosto Quindi, a seguito di un ulteriore richiesta di rientro datata 13 aprile 2010 e della vendita di alcuni piccoli immobili, nell aprile del 2010 il ricorrente regolarizzava l arretrato nel frattempo maturato. Afferma ancora l intermediario che, in data 4 aprile 2011, il ricorrente formulava una richiesta di rinegoziazione della sua intera posizione debitoria, al fine di addivenire a piani di rientro coerenti con i suoi redditi familiari. A seguito di tale richiesta, la banca avviava l istruttoria, richiedendo documentazione al cliente. L istruttoria evidenziava, tuttavia, la sussistenza di ostacoli insormontabili rispetto alle richieste del cliente e, in particolare, di una ipoteca legale a favore di un terzo soggetto e nella presenza di segnalazioni a sofferenza a carico del ricorrente. La banca prosegue dando atto delle successive infruttuose trattative, caratterizzate da promesse di versamenti e regolarizzazioni di posizione in tutto o in parte disattesi dal ricorrente, all esito dei quali la banca si determinava a segnalare la posizione a sofferenza conferendo mandato ad una società terza per la gestione della pratica e il recupero del credito. Posta questa ricostruzione dei fatti, la banca contesta la domanda principale del ricorrente osservando che la pretesa di imporre coattivamente la rinegoziazione di un contratto in mancanza dei requisiti di merito di credito del cliente non abbia alcun fondamento giuridico. Nella specie, la Banca afferma di aver accompagnato il ricorrente da novembre 2008 ad agosto 2009 e poi di nuovo ad aprile 2010 nella vana ricerca di conseguire la regolarità dei pagamenti, senza procedere alla risoluzione per inadempimento, come pure avrebbe potuto fare. Evidenzia inoltre che, trattandosi di un mutuo a tasso fisso, il cliente avrebbe potuto valutare fin dall inizio la propria capacità di far fronte agli obblighi assunti. Sostiene, infine, che la presenza di una ipoteca legale a favore di terzi e di segnalazioni a sofferenza a suo carico abbiano rappresentato un ostacolo insormontabile alla Pag. 4/7

4 rinegoziazione nei termini richiesti dal ricorrente. Con precipuo riferimento a tale duplice circostanza, la banca puntualizza che la segnalazione a sofferenza è stata preceduta da numerosi inviti di pagamento ed è comunque da ricondursi esclusivamente alla incapacità del ricorrente di assolvere alle proprie obbligazioni. Inoltre, alla data della segnalazione, erano già presenti altre segnalazioni a carico del ricorrente inserite da diversi istituti di credito, non appartenenti al gruppo della banca resistente, che denotano una costante e persistente incapacità del ricorrente di far fronte alle sue obbligazioni. In ordine all ipoteca legale a favore di terzi, la banca puntualizza che il possibile pregiudizio da essa temuto non riguardasse l iscrizione ipotecaria preesistente, bensì le conseguenze derivanti da una ristrutturazione dell intera posizione debitoria del ricorrente (mutuo, apertura di credito e scoperto di conto corrente). La ristrutturazione del debito infatti avrebbe potuto dar luogo ad una novazione del rapporto e, come tale, comportare la perdita del grado ipotecario favorevole. Per altro verso, con precipuo riferimento alla domanda risarcitoria, l intermediario ritiene la richiesta vaga e infondata, nonché sfornita di prova. L intermediario chiede che pertanto che il Collegio voglia rigettare il ricorso. DIRITTO 1. L oggetto della presente controversia, che rientra nella competenza dell Arbitro Bancario Finanziario, si incentra sulla valutazione della correttezza dell operato dell intermediario resistente nel riscontrare la richiesta del ricorrente di rinegoziazione del mutuo in essere. 2. La domanda non può trovare accoglimento. Non è infatti rinvenibile, al di fuori di alcune ipotesi eccezionali, un generico diritto alla rinegoziazione del contratto quale quello vantato dal ricorrente. La rinegoziazione presuppone infatti una nuova definizione consensuale del contenuto del regolamento negoziale. In altri termini, la modifica delle condizioni economiche di un contratto di mutuo, traducendosi in una facoltà concessa ad entrambe le parti e non in un diritto stabilito dal legislatore a favore del mutuatario, non può essere imposta e, pertanto, la rinegoziazione risulta possibile solo quando banca e cliente siano concordi sulle variazioni da apportare. Nell attuale cornice normativa un diritto alla rinegoziazione contrattuale del mutuo in deroga alla regola generale sopra richiamata è ipotizzabile solo con riguardo ai mutui a tasso variabile per l acquisto, la costruzione e la ristrutturazione dell abitazione Pag. 5/7

5 principale (c.d. rinegoziazione imposta ), ai sensi dell art. 3 D.L. n. 93/2008 (c.d. Decreto Tremonti ), convertito con modificazioni dalla L. n. 126/2008, tramite un meccanismo di riduzione e blocco dell importo della rata d ammortamento, con eventuale allungamento oneroso della durata del finanziamento. Ipotesi nella quale non rientra quella posta al vaglio del Collegio in questa sede. Come più volte precisato da questo Collegio, con la sola eccezione del suddetto caso di rinegoziazione imposta, la modifica dei termini del contratto di mutuo non può prescindere dal consenso della banca, nella veste di controparte contrattuale (cfr. Collegio di Roma, decisione n del 12 giugno 2013). 3. Con riferimento al caso di specie, deve ulteriormente osservarsi che, nella lettera del 4 aprile 2011, il ricorrente appare chiedere una rinegoziazione della sua complessiva posizione debitoria: riferita pertanto non soltanto al mutuo (con debito residuo di ,73), ma anche al fido (ammontante a ,43) e allo scoperto di conto corrente ( 6.819,80). Tale circostanza ha evidentemente indotto la banca, in forza di non incongrue motivazioni, a negare il proprio assenso alla ridefinizione dei vari rapporti in essere. Con particolare riguardo al contratto di mutuo, poi, nel corso del procedimento il ricorrente ha affermato che vi fosse la previsione della facoltà, per il mutuatario, di sospendere il pagamento delle rate per n. 6 mesi, senza aggravio di spese e interessi, per tre volte nel corso del rapporto ed inoltre di richiedere, dopo la sospensione, un allungamento della scadenza del mutuo per n. 5 anni. Sostiene quindi che la Banca abbia agito in palese violazione degli accordi assunti. Tuttavia, all esito dell istruttoria, non si evince che il contratto di mutuo in atti contenga alcuna disposizione in tal senso. Disposizioni non rinvenibili neppure nel foglio informativo della banca aggiornato al 1 ottobre 2013 ed offerto in comunicazione dal ricorrente, che, a dire di quest ultimo, disciplina la tipologia di mutuo in essere tra le parti (non emergono, tuttavia, elementi da cui possa desumersi che tale foglio informativo fosse vigente al momento della stipulazione del contratto). Né appaiono fondate o sufficientemente provate le doglianze espresse dal ricorrente in ordine alla duplice motivazione posta dalla banca a motivo del diniego della rinegoziazione della posizione debitoria del ricorrente. Come chiarito dalla banca, la ristrutturazione dell intera posizione del ricorrente avrebbe potuto dar luogo ad una novazione del rapporto e come tale comportare la perdita del grado ipotecario favorevole. La banca appare dunque aver legittimamente considerato Pag. 6/7

6 tale circostanza nell ambito del diniego prospettato al ricorrente a fronte della sua richiesta. Quanto alle segnalazioni in Centrale Rischi, la banca ha prodotto evidenza della situazione al gennaio 2011, dalla quale si evince la presenza di tali segnalazioni. A marzo 2013, la situazione del ricorrente è caratterizzata anche da ulteriori segnalazioni pregiudizievoli. La costante permanenza di tali segnalazioni non essendo dimostrata la loro cancellazione in epoca precedente la richiesta di rinegoziazione può essere considerata indice del fatto che il ricorrente non abbia correttamente adempiuto agli impegni assunti in sede di rinegoziazione delle posizioni debitorie con altre banche creditrici. Ulteriore circostanza che può aver legittimamente indotto la banca ad attribuire esito negativo all istruttoria conseguita alla richiesta di rinegoziazione effettuata a suo tempo dal ricorrente. 4. In ragione di quanto precede, ad avviso del Collegio, neppure sussistono i presupposti ed il necessario supporto probatorio per poter accogliere la domanda risarcitoria dispiegata dal ricorrente. 5. Pertanto, il Collegio ritiene che il ricorso non possa trovare accoglimento P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 7/7