Esportatori abituali e plafond Iva

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1 Esportatori abituali e plafond Iva Marta Castelli Settore Fisco e Diritto d Impresa Questo materiale è predisposto da Assolombarda per i propri associati. Ogni altra forma di utilizzo o riproduzione non è consentita senza preventiva autorizzazione. 1

2 PREMESSA I contribuenti IVA che effettuano prevalentemente operazioni non imponibili (esportazioni, cessioni intracomunitarie,...) presentano rilevanti crediti IVA. Per evitare il recupero di tali crediti in tempi abbastanza lunghi (istanza di rimborso o compensazione) esiste un meccanismo che consente di effettuare acquisti di beni e servizi senza applicazione di IVA, entro un determinato ammontare c.d. plafond. Plafond = insieme delle operazioni non imponibili IVA (esportazioni dirette, indirette, triangolari, operazioni assimilate, cessioni intracomunitarie di beni,...) fatturate nell anno solare precedente o nei 12 mesi precedenti. I contribuenti che possono avvalersi di tale facoltà sono definiti: «ESPORTAITORI ABITUALI» Articolo 8, comma 1, lettera c) del D.P.R. 633/1972 2

3 STATUS ESPORTATORE ABITUALE SOGGETTI AMMESSI Possono acquistare beni e servizi senza applicazione d imposta i contribuenti che nell anno solare precedente o nei 12 mesi precedenti hanno registrato esportazioni, cessioni intracomunitarie e altre operazioni assimilate per un ammontare superiore al 10% del volume di affari IVA. N.B. Possono acquisire lo status di esportatore abituale anche i soggetti passivi non residenti che hanno nominato in Italia un rappresentante fiscale o che si sono identificati direttamente*. * Risoluzioni 21 giugno 1999, n.102/e e 4 agosto 2011, n. 80/E: «il soggetto estero con rappresentante fiscale o identificato direttamente in Italia matura plafond fatturando esportazioni, cessioni intracomunitarie e cessioni di beni e/o prestazioni di servizi non imponibili territorialmente rilevanti in Italia (quest ultime operazioni nei confronti di altri soggetti non residenti ovvero di privati). Infatti il soggetto estero non realizza mai operazioni rilevanti ai fini della costituzione del plafond nel caso in cui effettui cessioni e/o prestazioni di servizi non imponibili nei confronti di soggetti passivi italiani. 3

4 STATUS ESPORTATORE ABITUALE SOGGETTI ESCLUSI Non possono effettuare acquisti senza applicazione dell IVA con utilizzo di plafond: i soggetti IVA che hanno iniziato l attività, limitatamente al primo anno, in quanto occorre avere alle spalle un anno solare di attività (plafond fisso) oppure 12 mesi di attività (plafond mobile); i soggetti che non possono esercitare il diritto alla detrazione, quali: i produttori agricoli in regime speciale di cui all art. 34 del D.P.R. n. 633/72; i contribuenti minimi. 4

5 STATUS ESPORTATORE ABITUALE REQUISITI La qualifica di esportatore abituale si ottiene nel caso in cui il coefficiente percentuale risultante dal seguente rapporto sia superiore a 0,10 : Esportazioni + Operazioni assimilate + Cessioni Intracee (registrate nell anno solare o nei 12 mesi precedenti) Volume di affari IVA rettificato Qualora sia uguale o inferiore lo status di esportatore abituale non viene acquisito e non è possibile acquistare senza l applicazione dell IVA. 5

6 VOLUME DI AFFARI «RETTIFICATO» Il Volume di affari IVA è dato dall ammontare delle operazioni imponibili, non imponibili, esenti (al netto delle cessioni di beni ammortizzabili materiali e di beni immateriali: diritti di brevetti industriali, di utilizzazione delle opere dell ingegno, di concessioni e marchi di fabbrica) registrate nell anno solare precedente (plafond fisso) o nei 12 mesi precedenti (plafond mobile). Il volume di affari «rettificato» è uguale al volume di affari come sopra determinato meno: le cessioni di beni in transito; le cessioni di beni depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale; le operazioni extraterritoriali di cui all art. 21, co. 6-bis, lett. a) e b) del DPR 633/72. N.B. Le fatture differite rilevano con riferimento all anno della consegna dei beni. Ad esempio una fattura differita emessa il 15 gennaio 2015 a fronte di una consegna dei beni effettuata nel mese di dicembre 2014, rileva come volume di affari nell anno

7 OPERAZIONI EXTRATERRITORIALI Art. 21, co. 6-bis, lett. a) e b) del DPR.n.633/72 Le operazioni extraterritoriali (art. 21, c. 6-bis, lett. a) e b)) dal 1 gennaio 2013 pur non essendo soggette ad IVA: devono essere fatturate e registrate nel registro IVA vendite; concorrono alla determinazione del volume di affari IVA. N.B. Tuttavia per gli esportatori abituali ai fini della acquisizione dello Status di esportatore, tali operazioni sono escluse dal volume di affari. 7

8 OPERAZIONI EXTRATERRITORIALI Art. 21, co. 6-bis, lett. a) e b) del DPR.n.633/72 Dal 1 gennaio 2013 è stato ampliato l obbligo di emissione della fattura per le seguenti operazioni extraterritoriali: a) cessioni di beni e prestazioni di servizi, (diverse da quelle di natura finanziaria, bancaria, creditizia e assicurativa*), rese nei confronti di soggetto passivo CEE: cessioni di beni art. 7-bis; prestazioni di servizi non soggette IVA artt. 7-ter, 7- quater e 7-quinquies. b) cessioni di beni e prestazioni di servizi rese nei confronti di soggetti stabiliti fuori dalla Unione Europea. * Articolo 10, comma 1, nn. 1) 4) e 9 del D.P.R. n. 633 del 1972: operazioni di finanziamento, di assicurazione, di riassicurazione e di vitalizio; quelle relative a valute estere, operazioni relative ad azioni, obbligazioni o altri titoli non rappresentativi di merci, operazioni di intermediazione finanziaria, ecc. 8

9 STATUS ESPORTATORE ABITUALE Per verificare se sussiste la qualifica di esportatore abituale occorre fare riferimento alle operazioni registrate. Rientrano nel calcolo per la determinazione dello Status di esportatore abituale anche gli importi correlati con: l emissione anticipata delle fatture; il pagamento di acconti. Mentre le fatture differite rilevano sempre con riferimento all anno della consegna dei beni. CASO PARTICOLARE In caso di attività separate, per verificare la sussistenza del requisito del 10%, i dati devono essere considerati con riferimento alle attività complessivamente esercitate dal contribuente IVA. 9

10 OPERAZIONI CHE CONCORRONO ALLO STATUS DI ESPORTATORE e ALLA FORMAZIONE DEL PLAFOND Esportazioni dirette (comprese le cessioni a titolo di consignment stock al momento del prelievo dal deposito e quelle di beni usati per il margine positivo) Art. 8, co. 1, lett. a) Esportazioni dirette triangolari Esportazioni indirette (il soggetto non residente provvede ad esportare entro 90 giorni). Art. 8, co. 1, lett. b Cessioni verso Repubblica di S. Marino e Città del Vaticano Art. 71, co. 1 Cessioni di beni destinati ad essere impiegati nel mare territoriale per la costruzione, riparazione, manutenzione, trasformazione, equipaggiamento e rifornimento di piattaforme di perforazione e sfruttamento e per la realizzazione di collegamenti fra dette piattaforme e la terraferma Operazioni assimilate alle cessioni all esportazione «effettuate nell'esercizio dell'attività propria dell'impresa» Art. 8, co. 5 Art. 8-bis, co. 1 Servizi internazionali Art. 9, co. 1 Cessioni e prestazioni nei confronti di consolati, ambasciate, basi Nato, ONU, comandi militari degli Stati membri, ecc. Art

11 OPERAZIONI CHE CONCORRONO ALLO STATUS DI ESPORTATORE e ALLA FORMAZIONE DEL PLAFOND Cessioni intracomunitarie di beni Art. 41 Cessioni intracomunitarie triangolari (es. ITA vende a FR ma su incarico della medesima consegna i beni a ES) Cessioni intracomunitarie interne Triangolari: ITA1 vende a ITA2 ma consegna a FR Cessioni intra-ue di beni prelevati da un deposito IVA con trasporto o spedizione in altro Stato UE Cessioni di beni prelevati da un deposito IVA, con trasporto o spedizione fuori dalla UE Margini positivi delle esportazioni non imponibili riguardanti i beni usati. Art. 41 Art. 58, c. 1 Art. 50-bis, co. 4, lett. f) Art. 50-bis, co. 4, lett. g) Art. 37, co. 1, DL 41/95 11

12 OPERAZIONI CHE non CONCORRONO ALLO STATUS DI ESPORTATORE e ALLA FORMAZIONE DEL PLAFOND Cessioni di beni e prestazioni di servizi ad esportatori abituali. Art. 8, co.1, lett. c) Cessioni a viaggiatori extracomunitari Art. 38-quater, co. 1 Cessioni beni in transito "doganale" nel territorio dello Stato o depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale Cessioni di beni destinati ad essere introdotti in depositi IVA (cessioni a soggetto UE mediante introduzione in un deposito IVA e cessioni di beni di cui alla Tabella a-bis, a soggetti diversi da quelli identificati nella UE). Art. 7-bis Art. 50-bis, co. 4, lett. c) e d) Cessioni di beni custoditi in un deposito IVA e prestazioni di servizio aventi ad oggetto beni ivi custoditi. Art. 50-bis, co. 4, lett. e) ed h) Trasferimenti di beni da un deposito IVA ad un altro deposito. Art. 50-bis, co. 4, lett. i) 12

13 OPERAZIONI CHE non CONCORRONO ALLO STATUS DI ESPORTATORE e ALLA FORMAZIONE DEL PLAFOND Cessioni di beni e relative prestazioni accessorie per finalità umanitarie ad Amministrazioni dello Stato o ad ONG, che provvedono ad effettuare il trasporto o la spedizione di tali beni all'estero, per scopi umanitari. La restante parte dei corrispettivi che non costituisce margine nelle esportazioni di beni usati (coincidente con il prezzo di acquisto). Art. 14, co. 4 L. 49/1987 D.M. 10 marzo 1988, n. 379 Art. 37, co. 1, DL 41/95 Prestazioni di servizi rese fuori dalla UE da agenzie di viaggio e turismo, rientranti nel regime speciale del D.M. 340/99. Tutte le cessioni e le prestazioni di servizi extraterritoriali, che dal 1 gennaio 2013 concorrono al volume di affari IVA. Art. 74-ter, DPR 633/72 Artt. 7-bis, 7-ter, 7- quater, 7-quinquies (ai sensi dell art. 21, co. 6-bis del DPR. n. 633/72) 13

14 OPERAZIONI CHE non CONCORRONO ALLO STATUS DI ESPORTATORE e ALLA FORMAZIONE DEL PLAFOND Esportazioni gratuite di beni oggetto della attività di impresa Art. 8, co.1, lett. a) Esportazioni gratuite di campioni gratuiti di modico valore, appositamente contrassegnati in modo indelebile, di beni oggetto della attività Esportazioni gratuite di beni estranei all oggetto della attività di costo unitario non superiori a 50 euro Esportazioni gratuite di beni estranei all oggetto della attività di costo unitario superiore a 50 euro con IVA indetraibile in fase di acquisto Art. 2, co. 3, lett. a) Art. 2 Art. 2 Esportazioni oggetto di garanzia contrattuale (operazioni fuori campo) Art. 2 Esportazione definitiva di beni senza effetto traslativo della proprietà (es. beni in conto lavorazione, riparazione, conto visione, per esposizioni fieristiche (esportazioni valide ai soli fini doganali, scortate da pro-forma o lista valorizzata) Esportazioni temporanee di beni inviati all estero per subire determinati trattamenti al termine dei quali i beni rientrano in Italia Esportazioni temporanee di beni inviati all estero per la tentata vendita con utilizzo di carnet ATA e successivamente venduti all estero (la cessione è fuori campo IVA art. 7-bis) 14

15 STATUS ESPORTATORE ABITUALE ESEMPIO Nel 2014 è esportatore abituale il contribuente che nella dichiarazione annuale IVA relativa all anno 2013* indica operazioni nel rigo VE30 per un ammontare > 10% del rigo VE 40 (depurato dalle cessioni di beni in transito o depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale e delle operazioni del rigo VE39). Esempio VE30 «Totale operazioni che concorrono alla formazione del plafond» = VE40 «Volume d affari»= VE39 «operazioni non soggette all imposta ai sensi degli artt. Da7 a 7-septies = Cessioni di beni in transito o depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale = 0 Calcolo verifica Status esportatore abituale = / x 100 = 13,1 % * Oppure nei 12 mesi precedenti in caso di plafond mobile. Sussiste lo Status di esportatore abituale 15

16 PLAFOND Dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti per l acquisizione dello Status di esportatore abituale, il contribuente deve quantificare l ammontare del plafond disponibile. Le operazioni che concorrono alla formazioni del plafond: sono le medesime che concorrono al conseguimento della qualifica di esportatore abituale (vedi slide 10 e 11); concorrono, come per la verifica dello status di esportatore abituale, in base al principio della registrazione delle relative fatture nell anno solare o nei 12 mesi precedenti. Devono essere considerati anche gli acconti incassati e le fatture anticipate. N.B. In caso di fatturazione anticipata di una esportazione o di cessione intracomunitaria è necessario a posteriori comprovare l effettiva uscita dei beni dal territorio doganale della Comunità e in caso di cessione intracee dal territorio italiano. In mancanza di tale prova, gli importi di tali operazioni riducono l ammontare del plafond disponibile, con il conseguente obbligo di regolarizzare eventuali ipotesi di splafonamento. 16

17 PLAFOND UNICITÀ DEL PLAFOND L esportatore abituale, nel caso in cui effettui più tipologie di operazioni non imponibili che concorrono alla costituzione del plafond IVA (cessioni all esportazione, servizi internazionali, cessioni intracomunitarie,...) determina un plafond unico, nel senso che non è obbligato a gestire separatamente le diverse tipologie di plafond e i relativi utilizzi *. * L unicità del plafond è stata disposta dalla Legge 18 febbraio 1997 n. 28 in sostituzione della pluralità di plafond (ex art. 8 oppure ex art.8-bis oppure ex art.9 del D.P.R. n. 633/1972) che era prevista dalla previgente normativa. 17

18 PLAFOND: casi particolari CASO PARTICOLARE: esportazione di beni introdotti in regime di temporanea importazione Ai fini della costituzione del plafond la cessione a titolo di esportazione definitiva di beni acquistati in regime di temporanea importazione deve essere assunta per il corrispettivo complessivo addebitato al cliente estero. Ciò anche nell ipotesi in cui la lavorazione sia stata eseguita da terzi per conto dell importatore. Risoluzione 20 agosto 1998, n. 109/E 18

19 PLAFOND: casi particolari Plafond libero e plafond vincolato Nella triangolare all esportazione: fornitore italiano (ITA 2) vende per 1000 euro ad una impresa svizzera (CH) dei beni precedentemente acquistati per 800 euro da impresa italiana (ITA 1) la quale è stata incaricata da ITA 2 di consegnare i beni in dogana per il successivo invio in Svizzera. ITA1 Fattura Flusso dei beni ITA2 CH Le fatture (non imponibili art. 8, lett. a)) emesse da ITA 1 verso ITA 2 e da ITA 2 nei confronti di CH concorrono entrambe alla formazione del plafond dell esportatore abituale ma con effetti diversi. 19

20 PLAFOND: casi particolari Per ITA 1: la fattura di 800 euro (non imponibile art. 8, lett.a)) emessa nei confronti di ITA 2 genera un plafond liberamente utilizzabile per l acquisto senza IVA di beni e servizi. Per ITA 2: la fattura di 1000 euro (non imponibile art. 8, lett.a)) emessa nei confronti del cliente CH genera un duplice plafond: un plafond c.d. libero e un plafond c.d. vincolato : Il plafond libero o incondizionato = alla differenza tra il prezzo di vendita (1000) fatturato al cliente CH e il prezzo di acquisto interno (800) fatturato da ITA 1, (nell esempio è = a 200 euro) è utilizzabile per qualsiasi acquisto di beni e servizi (tranne aree fabbricabili, fabbricati e beni e servizi indetraibili). Il plafond vincolato = al prezzo di acquisto fatturato da ITA 1 (nell esempio è = a 800 euro) è utilizzabile per l acquisto di beni da esportare nello stato originario (non successivamente lavorato) entro 6 mesi dalla consegna. 20

21 PLAFOND: casi particolari Plafond libero e plafond vincolato Nella triangolare comunitaria : una impresa italiana (ITA 2) effettua una cessione intracomunitaria di beni (non imponibile art. 41) per 5000 euro nei confronti di una impresa comunitaria (UE), acquistando i beni per 3000 euro (non imponibile art. 58) da un fornitore italiano (ITA 1) incaricato da ITA 2 di consegnare i beni nel Paese dell acquirente (UE). ITA1 Fattura Flusso dei beni ITA2 UE Le fatture emesse da ITA1 verso ITA2 e da ITA2 nei confronti di UE concorrono entrambe alla formazione del plafond dell esportatore abituale ma con effetti diversi. 21

22 PLAFOND: casi particolari Per ITA 1: la fattura di 3000 euro (non imponibile art. 58) emessa nei confronti di ITA 2 genera un plafond liberamente utilizzabile per l acquisto senza IVA di beni e servizi. Per ITA 2: la fattura di 5000 euro (non imponibile art. 41) emessa nei confronti del cliente UE genera un duplice plafond: un plafond c.d. libero e un plafond c.d. vincolato : Il plafond libero o incondizionato = alla differenza tra il prezzo di vendita (5000) fatturato al cliente UE e il prezzo di acquisto interno (3000) fatturato da ITA 1, (nell esempio è = a 2000 euro) è utilizzabile per qualsiasi acquisto di beni e servizi (tranne aree fabbricabili, fabbricati e beni e servizi indetraibili). Il plafond vincolato = al prezzo di acquisto fatturato da ITA 1 (nell esempio è = a 3000 euro) è utilizzabile per l acquisto di beni da inviare all estero (a titolo di cessioni intracomunitaria o esportazione) nello stato originario (non successivamente lavorato) entro 6 mesi dalla consegna. 22

23 PLAFOND: casi particolari Plafond libero e plafond vincolato Nella triangolare comunitaria : una impresa italiana (ITA 2) acquista i beni da una impresa CEE (UE1) per 6000 euro e li rivende a euro ad altra impresa CEE (UE 2) residente in altro Paese membro, incaricando il suo fornitore UE 1 di consegnare i beni a UE 2. UE1 Fattura Flusso dei beni ITA2 UE2 23

24 PLAFOND: casi particolari L acquisto intracomunitario effettuato da ITA2 è una operazione non imponibile IVA (art. 40, co. 2). Per ITA 2 la fattura di cessione intracomunitaria (non imponibile art. 41) genera un duplice plafond: un plafond c.d. libero e un plafond c.d. vincolato : Il plafond libero o incondizionato = alla differenza tra il prezzo di vendita (8000) fatturato al cliente UE2 e il prezzo di acquisto interno (6000) fatturato da UE 1, (nell esempio è = a 2000 euro) è utilizzabile per qualsiasi acquisto di beni e servizi (tranne aree fabbricabili, fabbricati e beni e servizi indetraibili). Il plafond vincolato = al prezzo di acquisto fatturato da UE1 (nell esempio è = a 6000 euro) è utilizzabile per l acquisto di beni da inviare all estero (a titolo di cessioni intracomunitaria o esportazione) nello stato originario (non successivamente lavorato) entro 6 mesi dalla consegna. 24

25 METODI DI CALCOLO DEL PLAFOND L esportatore abituale può scegliere tra 2 sistemi di calcolo di plafond, differenziati a seconda del periodo di riferimento. TIPO DI PLAFOND PERIODO DI RIFERIMENTO Plafond fisso, detto anche Plafond annuale Operazioni registrate nell anno solare precedente Plafond mobile, detto anche Plafond mensile Operazioni registrate nei 12 mesi precedenti (devono essere trascorsi più di 12 mesi dall inizio dell attività) 25

26 METODI DI CALCOLO DEL PLAFOND Plafond mobile: caratteristiche Il metodo del plafond mobile è abbastanza complesso dal punto di vista gestionale in quanto occorre verificare in ciascun mese: la sussistenza dello Status di esportatore abituale; il plafond disponibile. Tale metodo può risultare vantaggioso per i contribuenti IVA che prevedono un trend di operazioni di esportazioni, operazioni assimilate e cessioni intracomunitarie in crescita. E quindi vantaggioso ad esempio per i contribuenti che hanno iniziato l attività da almeno 12 mesi, infatti, tale metodo consente di utilizzare il plafond già dal mese successivo a quello della sua formazione. 26

27 METODI DI CALCOLO DEL PLAFOND Il contribuente IVA che si avvale del plafond mobile deve verificare, all inizio di ogni mese: la sussistenza dello Status di esportatore abituale ovvero che le operazioni che concorrono alla formazione del plafond, registrate nei 12 mesi precedenti, superino il 10% del volume d affari riferito al medesimo periodo; l ammontare del plafond disponibile all inizio di ciascun mese che è dato dalla differenza tra: Ammontare delle esportazioni, operazioni assimilate, cessioni comunitarie registrate nei 12 mesi precedenti MENO Gli acquisti non imponibili in sospensione di imposta effettuati nel medesimo periodo al netto delle esportazioni del 13 mese, fino a concorrenza massima degli utilizzi. Qualora il progressivo utilizzo assuma valore negativo (perché le esportazioni del 13 mese precedente superano tale importo), occorre considerare come valore: zero. 27

28 DIFFERENZE PLAFOND FISSO E PLAFOND MOBILE PLAFOND FISSO PLAFOND MOBILE Anno solare precedente si può cominciare ad utilizzarlo dal 1 gennaio dell anno solare successivo all inizio attività. 12 mesi precedenti si può cominciare ad utilizzarlo dal 13 mese successivo all inizio attività. Tipico di imprese con un ammontare di esportazioni con trend stabile Tipico di imprese con molte esportazioni con trend in crescita VANTAGGIO: semplicità del calcolo. SVANTAGGIO: plafond disponibile all inizio dell anno solare successivo all effettuazione delle operazioni che lo hanno originato. VANTAGGIO: plafond disponibile immediatamente il mese successivo l effettuazione delle operazioni che lo hanno originato. SVANTAGGIO: complessità di calcolo. 28

29 VARIAZIONE METODO DI PLAFOND La scelta del plafond viene manifestata a posteriori nella dichiarazione annuale IVA dell anno di riferimento (quadro VC). Il contribuente può passare dal plafond fisso a quello mobile e viceversa, ma una volta scelto il metodo non è possibile modificarlo in corso d anno, ma occorre attendere il 1 gennaio dell anno successivo. Se il contribuente vuole transitare dal plafond fisso a quello mobile non ci sono problemi, in quanto il plafond disponibile all inizio dell anno è pari alle esportazioni registrate nell anno solare precedente. Se il contribuente vuole transitare dal plafond mobile a quello fisso, il plafond disponibile all inizio dell anno è pari al plafond che sarebbe risultato disponibile per il mese di gennaio se si fosse mantenuto il metodo mobile*, tale importo costituisce l ammontare del plafond solare disponibile per l intero anno. * Risoluzione del 6 marzo 2002, n. 77/E. 29

30 PLAFOND E NOTE DI VARIAZIONE NOTE DEBITO: nel caso in cui successivamente all emissione di una fattura sopraggiunga un evento che determina l aumento dell imponibile o dell imposta, il fornitore è obbligato ad emettere una fattura integrativa, in relazione al maggior imponibile e tributo dovuto sull'operazione. In particolare la nota debito: se emessa nel corso dell'anno va direttamente ad aumentare il plafond disponibile dell esportatore abituale; se emessa l'anno successivo non aumenta il plafond disponibile di quell'anno ma aumenta il plafond dell anno precedente nel quale è stata effettuata l'operazione principale (se ne può tener conto mediante una annotazione nel prospetto di utilizzo del plafond); se emessa in anni ancora successivi non può aumentare il plafond disponibile nell anno in cui tale fattura integrativa viene registrata, né serve ad aumentare il plafond originario relativo all'anno in cui è stata effettuata l'operazione principale, perché ormai tale plafond è già stato utilizzato, di fatto l'effetto va perduto. Tuttavia tali note potrebbero tornare utili per controbilanciare gli effetti negativi di eventuali note credito. * Ciò si verifica per esempio nel caso in cui si è avverata una condizione che comporta la rideterminazione dei corrispettivi previsti nel contratto, oppure nel caso di errore di fatturazione, da non confondere con incremento d beni che genera nuova operazione. 30

31 PLAFOND E NOTE DI VARIAZIONE NOTE CREDITO (quelle che comportano una riduzione dell'imponibile o dell'imposta), diversamente dalle note di variazioni in aumento, sono facoltative*. Tuttavia le note di credito, anche se non emesse (in quanto facoltative) riducono sempre l ammontare il plafond disponibile. In particolare la nota credito: emessa (anche come fuori campo IVA art. 26 ) lo stesso anno dell'operazione principale: riduce sempre il plafond disponibile dell anno; emessa (o non emessa) l'anno successivo: non diminuisce il plafond disponibile di tale anno successivo, ma riduce il plafond dell anno precedente. A tal fine si può operare una variazione sul prospetto relativo all utilizzo del plafond; emessa (o non emessa) in anni ancora successivi: diminuisce il plafond disponibile dell anno in cui è stata effettuata l'operazione principale e potrebbe determinare per quell'anno uno splafonamento nel caso in cui il plafond di quell anno fosse stato interamente consumato. * Art. 26, co.2 DPR 633/

32 Tabella riepilogativa note variazione (operazioni attive) NOTE DI VARIAZIONE Periodo di emissione Variazione del plafond NOTE DI DEBITO Stesso anno dell operazione originaria Anno successivo Anni ancora successivi Aumentano il plafond dell anno Aumentano il plafond dell anno precedente Non aumentano il plafond disponibile dell anno in cui sono registrate ma quello dell operazione originaria di fatto inservibile. Stesso anno dell operazione originaria Riducono il plafond disponibile per lo stesso anno NOTE DI CREDITO (anche se non emesse) Anno successivo Riducono il plafond disponibile non dell anno di registrazione ma dell anno precedente (rischio splafonamento) Anni ancora successivi Diminuiscono comunque il plafond disponibile dell anno dell operazione originaria (rischio splafonamento) 32

33 UTILIZZO DEL PLAFOND Il contribuente esportatore abituale può utilizzare il plafond per acquistare o importare, senza pagamento dell'imposta: beni e servizi di qualsiasi natura, inerenti all attività ad eccezione dei fabbricati e delle aree edificabili e dei beni e servizi con Iva indetraibile E pertanto possibile acquistare senza applicazione dell IVA, beni ammortizzabili e anche le spese generali (es.: fatture del centro elaborazione dati, del commercialista, dell avvocato, cancelleria, prestazioni alberghiere diverse dalle spese di rappresentanza, energia, ecc.) anche se non inerenti all attività di esportazione o di scambi comunitari. Il plafond può essere utilizzato anche per acquisti intracomunitari di beni e servizi detraibili e per gli acquisti oggetto di c.d: «reverse charge» domestico. 33

34 UTILIZZO DEL PLAFOND I contribuenti esportatori abituali NON possono avvalersi del plafond per acquistare: fabbricati e aree edificabili (costruiti in economia, acquisiti in leasing* o mediante contratto di appalto); beni e servizi con IVA indetraibile (es.: spese di rappresentanza, spese trasporto di persone, ecc. ), anche per effetto del pro-rata**; Con riferimento ai fabbricati è utile ricordare che il divieto riguarda il contratto di appalto e il leasing, ma non il contratto di locazione (Ris. 60 del 2010). Pertanto l esportatore abituale può chiedere mediante dichiarazione di intento al proprio fornitore, di fatturare senza IVA i canoni di locazione di un immobile strumentale. * Per altro la Cassazione (Sentenze n.1362 del 8 febbraio 2000 e n.2888 del 27 gennaio 2001) ha ritenuto lecito l utilizzo del plafond nel leasing immobiliare. ** Ai sensi degli artt. 19 e 19-bis 1 del DPR. n. 633/72. 34

35 UTILIZZO DEL PLAFOND Casi particolari In mancanza di chiarimenti ministeriali si ritiene che non sia possibile acquistare mediante plafond: beni con IVA parzialmente detraibile (es.: autovetture, relativi carburanti, cellulari); beni oggetto di cessione gratuita con esercizio di rivalsa dell imposta da parte del fornitore. CONTRIBUENTI SOGGETTI AL PRO-RATA I contribuenti soggetti a pro-rata possono utilizzare il plafond nei limiti dell ammontare corrispondente al pro-rata provvisorio di detrazione. In sede di dichiarazione annuale IVA il contribuente, dopo avere calcolato il prorata definitivo, dovrà applicarlo anche all imposta sul valore aggiunto che non ha pagato ai propri fornitori in relazione agli acquisti di beni e servizi effettuati mediante utilizzo di plafond. 35

36 UTILIZZO DEL PLAFOND MOMENTO DI UTILIZZO Il plafond si considera utilizzato nel momento di effettuazione dell operazione di acquisto o di importazione. Pertanto non si applica il criterio della registrazione delle fatture d acquisto o delle bollette doganali, MA quello relativo alla effettuazione dell operazione di acquisto dei beni e dei servizi. REGOLE GENERALI Acquisti di beni consegna o spedizione (art. 6, co.1, DPR n. 633/72) Acquisti di servizi pagamento del corrispettivo (art. 6, co. 3, DPR n. 633/72) Importazioni data di accettazione della bolletta doganale Acquisti intracomunitari data di consegna dei beni (art. 39, co. 1, DL n. 331/93) 36

37 UTILIZZO DEL PLAFOND Se non è ancora pervenuta la fattura di acquisto in quanto per esempio il fornitore emette fattura differita, ai fini dell utilizzo del plafond vale la data della consegna dei beni. Esempio: L impresa Alfa «esportatrice abituale» acquista mediante plafond beni che gli vengono consegnati dal fornitore Beta nel mese di dicembre Beta emette fattura differita in data 15 gennaio Alfa riceve la fattura lo stesso giorno in data 15 gennaio 2015 e la registra in tale mese. Alfa deve scaricare il plafond nel mese di dicembre

38 ACQUISTO INTERNO DI BENI Con riferimento agli acquisti interni di beni occorre considerare: UTILIZZO DEL PLAFOND momento di effettuazione la data di consegna dei beni se precedente alla fattura o il pagamento; la data del pagamento se precedente la consegna o il ricevimento della fattura; la data di ricevimento della fattura se precedente la consegna dei beni o il pagamento. ACQUISTO DI SERVIZI Con riferimento agli acquisti di servizi occorre considerare: la data del pagamento (se precedente il ricevimento della fattura); la data di ricevimento della fattura del prestatore se precedente il pagamento. IMPORTAZIONI Con riferimento all importazione di beni l utilizzo del plafond deve essere effettuato alla data di accettazione della bolletta doganale, indipendentemente dal pagamento del corrispettivo o dal ricevimento della fattura del fornitore estero. 38

39 UTILIZZO DEL PLAFOND NOTE DI DEBITO: Se ricevute nello stesso anno in cui è stato effettuato l'acquisto mediante plafond, vanno direttamente ad incrementare il plafond utilizzato. Se ricevute negli anni successivi, pur annotate nel registro degli acquisti, non devono essere contabilizzate in quegli anni, ma nel periodo precedente in cui è stato effettuato l'acquisto non imponibile (rischio splafonamento). NOTE DI CREDITO (facoltative): Se il fornitore non le ha emesse, il cessionario non assume alcun obbligo e logicamente non incrementano mai plafond. Se emesse e il cliente esportatore abituale riceve la nota credito del fornitore entro lo stesso anno in cui ha effettuato l'acquisto in sospensione di imposta, questi deve ridurre il plafond utilizzato dell anno (nel senso che la nota credito va ad aumentare il plafond residuo ancora da spendere). Se emesse e il cliente esportatore abituale riceve la nota credito del fornitore in anni successivi, questi dovrà fare attenzione a non usufruire del maggior plafond in tale anno. 39

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