La qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei della provincia di Forlì-Cesena

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1 Provincia di Forlì-Cesena arpa agenzia regionale prevenzione e ambiente dell'emilia-romagna SEZIONE PROVINCIALE DI FORLÌ-CESENA La qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei della provincia di Forlì-Cesena Report

2 INDICE 1. Introduzione...pag Riferimenti normativi...pag Acque superficiali...pag Criteri di classificazione delle acque superficiali...pag Criteri di classificazione dei laghi...pag Criteri di classificazione delle acque marino costiere...pag Acque sotterranee...pag Criteri di classificazione dei corpi idrici sotterranei...pag Le acque superficiali...pag L ecosistema fluviale...pag La rete di monitoraggio della qualità ambientale...pag La qualità chimico - microbiologica...pag La qualità biologica...pag Classificazione ecologica - ambientale - SECA...pag Classificazione ecologica - ambientale dell invaso artificiale di Ridracoli...pag La rete di monitoraggio delle acque idonee alla vita dei pesci...pag Classificazione ecologica - ambientale...pag La rete delle acque superficiali ad uso potabile...pag La rete di monitoraggio delle acque marine costiere...pag Classificazione ambientale...pag La rete delle acque idonee alla vita dei molluschi...pag La qualità delle acque idonee alla vita dei molluschi...pag La rete della balneazione...pag La qualità delle acque di balneazione...pag Le acque sotterranee...pag La rete di monitoraggio delle acque sotterranee...pag Classificazione ambientale...pag

3 1. Introduzione Un report sulle acque rappresenta un importante strumento di conoscenza, analisi e comunicazione dei fondamentali problemi ambientali del territorio attraverso cui fornire un quadro delle cause di tali problemi, dei loro effetti sull ambiente, delle azioni svolte e programmate e delle aree che necessitano di interventi. L acqua è una risorsa strategica e preziosa: senza acqua la vita sulla Terra non sarebbe possibile, infatti, le cellule e i tessuti degli organismi viventi, animali e vegetali, sono costituiti prevalentemente da acqua, che è quindi indispensabile per la realizzazione dei processi vitali e a volte, anche, come mezzo di vita. Solo recentemente si sta acquisendo consapevolezza del rischio di perdita di questa sostanza preziosa e il risparmio e la tutela idrica, considerati un tempo solo come risposta d emergenza, diventano prassi e fanno parte sia dei provvedimenti legislativi sia della pianificazione territoriale. Un report sulle acque e su tutte le altre matrici, per svolgere quelle funzioni sopra citate, si costruisce utilizzando degli indicatori e indici che nei paragrafi successivi verranno analizzati in dettaglio. Di seguito si riportano le definizioni di indicatore e indice date dall OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development): L indicatore è un parametro, o un valore derivato da parametri che indica/fornisce informazioni su/descrive lo stato di un fenomeno/ambito/area con un significato che va oltre ciò che è direttamente associato al valore del parametro. L indice è un insieme di parametri o indicatori aggregati o pesati. Gli indicatori devono possedere i seguenti requisiti: rappresentatività - devono essere chiaramente correlabili con il fenomeno o la caratteristica di interesse e generalizzabili a situazioni analoghe anche se non identiche; oggettività - devono consentire a operatori diversi di ottenere gli stessi risultati; sensibilità - devono riflettere in modo sensibile le modificazioni del livello di qualità in relazione alla loro ampiezza e all importanza relativa delle variabili d interesse; affidabilità - devono essere affetti da minimi errori sistematici; accessibilità - devono essere misurabili e campionabili facilmente e possedere una soglia di rilevabilità analitica accessibile con tecniche standard. Il primo modello proposto dall OECD è conosciuto come PSR (Pressures-State- Responses), ed è il primo vero modello di riferimento per la sua capacità di facilitare - 3 -

4 una lettura integrata dei fenomeni, in quanto caratterizza gli indicatori in base alle loro principali caratteristiche in una relazione di causalità: le attività umane esercitano una pressione sull ambiente, che provoca un mutamento delle condizioni ambientali iniziali (stato), a seguito del quale vengono predisposte delle politiche di risposta da parte degli organismi pubblici (sviluppo di politiche ambientali). Tale modello trova successivamente completa definizione nel modello DPSIR (Driving forces-pressures-state-impact-responses) messo a punto dall Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e successivamente ripreso ed integrato dall Agenzia Europea dell Ambiente (EEA). Rispetto al modello PSR, quest ultimo introduce una rappresentazione più articolata del sistema di causalità fra attività umane e stato dell ambiente, come si può vedere nella figura sottostante

5 Determinanti: (o pressioni indirette) sono le cause primarie ed indirette che portano al formarsi di particolari pressioni che modificano lo stato dell ambiente, come per esempio il numero di abitanti residenti in una certa area. Pressioni: (dirette) sono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali, come ad esempio il numero degli scarichi depurati in acqua superficiale. Stato: rappresenta le condizioni ambientali che si vengono a creare a seguito delle pressioni di cui sopra come ad esempio i parametri indicati dal D.Lgs. 152/99 (ossigeno disciolto, BOD, COD, indice SECA, ecc.). Impatti: descrivono gli effetti ultimi dei cambiamenti relativi allo stato ambientale su ecosistemi, salute, funzioni, fruizioni, ecc., come ad esempio i test di biotossicità. Risposte: sono le azioni messe in campo dal sistema per la soluzione e/o mitigazione dei problemi ambientali, come politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione come ad esempio il Piano di Tutela delle Acque previsto dal D.Lgs. 152/99. Nei paragrafi successivi sono stati individuati e selezionati set di indicatori che rappresentano, quindi, uno strumento di sintesi ad elevato contenuto informativo che hanno come obiettivo primario quello di attualizzazione periodica delle conoscenze e di interpretazione dinamica delle problematiche esistenti e delle possibili evoluzioni spazio - temporali

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7 2. Riferimenti normativi La principale normativa nazionale di riferimento sulle acque è rappresentata dal Decreto Legislativo n.152/99 modificato dal D.Lgs. n.258/00. Nei due anni presi in esame, 2001 e 2002, si possono considerare recepiti e consolidati i molteplici elementi innovativi introdotti da questo decreto legislativo. Il D.Lgs. 152/99 recepisce le direttive europee 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole ed è volto al miglioramento e alla conservazione della qualità delle acque superficiali e sotterranee, identificando le fonti di inquinamento puntuali e diffuse, alla caratterizzazione qualitativa dei corpi idrici e al loro ordinamento in classi di qualità. La tutela di tutti i corpi idrici, superficiali e sotterranei si realizza attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi (articolo 1, comma 1): PREVENIRE E RIDURRE L INQUINAMENTO E ATTUARE IL RISANAMENTO DEI CORPI IDRICI INQUINATI CONSEGUIRE IL MIGLIORAMENTO DELLO STATO DELLE ACQUE ED ADEGUATE PROTEZIONI DI QUELLE DESTINATE A PARTICOLARI USI PERSEGUIRE USI SOSTENIBILI E DUREVOLI DELLE RISORSE IDRICHE, CON PRIORITA PER QUELLE POTABILI MANTENERE LA CAPACITA NATURALE DI AUTODEPURAZIONE DEI CORPI IDRICI E LA CAPACITA DI SOSTENERE COMUNITA ANIMALI E VEGETALI AMPIE E BEN DIVERSIFICATE Al fine della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee, il decreto individua, per i corpi idrici significativi, degli obiettivi minimi di qualità ambientale (Allegato 1) e degli obiettivi di qualità per specifica destinazione (Allegato 2). Il primo è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, il secondo individua lo stato dei corpi idrici idoneo a una particolare utilizzazione da parte dell uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi. L obiettivo di qualità ambientale esprime un concetto molto ampio che riguarda, non solo la qualità idrochimica, ma l intero ecosistema acquatico con acque, sedimenti, sponde e biota. L articolo 4 individua nel 31 dicembre 2016 la data in cui raggiungere per tutti i corpi idrici significativi, superficiali e sotterranei, l obiettivo di qualità ambientale relativo allo stato di BUONO e mantenuto, ove esiste, lo stato ELEVATO. Per i corpi idrici superficiali, l articolo 5 fornisce un obiettivo intermedio, il raggiungimento dello stato di SUFFICIENTE entro il Il raggiungimento di questi obiettivi è affidato a vari strumenti, tra cui il Piano di Tutela delle Acque

8 Attraverso il monitoraggio e la classificazione vengono definiti gli obiettivi e lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici significativi. In ambito comunitario la normativa di riferimento è la 2000/60/CE, in fase di recepimento, i cui obiettivi sono: EVITARE L ULTERIORE DEGRADO E MIGLIORARE LO STATO DEGLI ECOSISTEMI ACQUATICI E TERRESTRI COLLEGATI FAVORIRE UN UTILIZZO IDRICO SOSTENIBILE A LUNGO TERMINE GARANTIRE LA DISPONIBILITA FUTURA DELLE RISORSE E GLI USI PRIORITARI PROTEGGERE E MIGLIORARE L AMBIENTE ACQUATICO ATTRAVERSO LA GRADUALE RIDUZIONE DEGLI SCARICHI, EMISSIONI E PERDITE DI SOSTANZE PERICOLOSE PRIORITARIE RIDURRE RISCHI DI INONDAZIONI E SICCITA RIDURRE L INQUINAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE IMPEDIRE ED ELIMINARE L INQUINAMENTO MARINO

9 2.1 Acque superficiali Criteri di classificazione delle acque superficiali Il D.Lgs. 152/99 classifica i corpi idrici superficiali in cinque classi di merito, tali classi definiscono lo Stato Ambientale. ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi chimico fisici ed idromorfologici per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti antropici, o sono minime rispetto ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni indisturbate. La qualità biologica sarà caratterizzata da una composizione e un abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo. La presenza di microinquinanti è paragonabile alla concentrazione di fondo rilevabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica. I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli di alterazioni derivanti dall attività umana e si discostano solo leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. La presenza di microinquinanti è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivanti dall attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condizione di buono stato. La presenza di microinquinanti è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. La presenza di microinquinanti è in concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. I valori degli elementi della qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. La presenza di microinquinanti è in concentrazioni da comportare gravi effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. Lo stato di qualità ambientale per i corpi idrici superficiali è definito sulla base dello Stato Ecologico (SECA) e dello Stato Chimico del corpo idrico (Allegato 1, D.Lgs. 152/99). Lo Stato Ecologico (SECA) è l espressione di parametri (indicatori ambientali) chimici e microbiologici dell acqua (Tabella 7, Allegato 1, D.Lgs. 152/99) chiamati macrodescrittori (Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori - LIM), e di indicatori biologici, l I.B.E

10 (Indice Biotico Esteso) e altri metodi che dovranno essere definiti da un apposito decreto ministeriale su proposta dell APAT; lo stato chimico è definito in base alla presenza di sostanze chimiche pericolose elencate nella Tabella 1 dell Allegato 1 del D.Lgs. 152/99. Confrontando i dati dello Stato Ecologico (SECA) con quelli dello Stato Chimico otteniamo la classificazione, cioè lo Stato di Qualità Ambientale delle acque superficiali: LIM - Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori LIVELLO 1 LIVELLO 2 LIVELLO 3 LIVELLO 4 LIVELLO 5 Punteggio totale dei Macrodescrittori (LIM) > 60 COLORE SECA - Stato ecologico dei corsi d acqua (si considera il risultato peggiore tra IBE e LIM) SECA Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 I.B.E ,2,3 LIM (Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori) > 60 Stato ambientale dei corsi d acqua Stato ecologico ( SECA ) Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Concentrazione inquinanti di cui alla Tab. 1 (sostanze chimiche pericolose) Valore Soglia > Valore Soglia ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO Criteri di classificazione dei laghi La definizione dello stato di qualità ambientale dei laghi è basata su analisi effettuate sulla matrice acquosa, che riguardano due tipi di parametri, quelli di base (Tabella 10, Allegato 1, D.Lgs. 152/99) e quelli addizionali (Tabella 1, Allegato 1, D.Lgs. 152/99). I parametri di base comprendono i parametri chiamati macrodescrittori utilizzati per la classificazione dello Stato Ecologico dei laghi

11 Stato Ecologico dei laghi Parametro Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Trasparenza (m) > Ossigeno ipolimnico (% di saturazione) (valore minimo misurato nel periodo di massima stratificazione) > 80% 80% 60% 40% 20% Clorofilla a (µg/l) (valore massimo) < > 25 Fosforo totale (µg/l) (valore massimo) < > 100 Confrontando lo Stato Ecologico dei laghi con la presenza degli inquinanti chimici della Tabella 1 del D.Lgs. 152/99, si attribuisce lo Stato Ambientale. Stato Ambientale dei laghi Stato ecologico Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Concentrazione inquinanti di cui alla Tab. 1 (sostanze chimiche pericolose) Valore Soglia > Valore Soglia ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO Criteri di classificazione delle acque marino - costiere Per la classificazione della qualità delle acque marino costiere si eseguono determinazioni sulla matrice acquosa a cui, per definire il giudizio di qualità, andranno associate indagini sui sedimenti e sul biota allo scopo di individuare specifiche fonti di inquinamento. I parametri da analizzare sulle acque sono quelli di base e quelli chiamati macrodescrittori (Tabella 13, Allegato 1, D.Lgs. 152/99), utilizzati per la classificazione dello stato ambientale. In attesa della definizione di un approccio integrato per la valutazione dello stato di qualità ambientale, la prima classificazione delle acque marino costiere è stata condotta applicando l Indice Trofico (Trix) come riportato nella Tabella 16 del D. Lgs. 152/

12 Si deve considerare il valore medio derivato dai valori delle singole misure durante il complessivo periodo di indagine (24 mesi /2002). Ai sensi dell articolo 5 del decreto legislativo, per il tratto costiero compreso tra la foce del fiume Adige e il confine meridionale del comune di Pesaro, viene considerato obiettivo trofico intermedio, da raggiungere entro il 2008, un valore medio annuale dell indice trofico non superiore a 5. Classificazione delle acque marino costiere in base alla scala trofica Indice Trofico Stato Ambientale Stato ELEVATO Stato BUONO Stato MEDIOCRE Stato SCADENTE Condizioni Buona trasparenza delle acque Assenza di anomale colorazioni Assenza di sottosaturazione di ossigeno disciolto nelle acque bentiche Occasionali intorbidimenti delle acque Occasionali anomale colorazioni delle acque Occasionali ipossie nelle acque bentiche Scarsa trasparenza delle acque Anomale colorazioni delle acque Ipossie e occasionali anossie delle acque bentiche Stati di sofferenza a livello di ecosistema bentonico Elevata torbidità delle acque Diffuse e persistenti anomalie nella colorazione delle acque Diffuse e persistenti ipossie / anossie delle acque bentiche Morie di organismi bentonici Alterazioni/semplificazioni delle comunità bentoniche Danni economici nei settori del turismo, pesca ed acquacoltura 2.2 Acque sotterranee Criteri di classificazione dei corpi idrici sotterranei Lo Stato Ambientale delle acque sotterranee è definito in base allo stato quantitativo e a quello chimico. Il primo è definito da quattro classi : A= impatto antropico nullo o trascurabile con estrazioni di acqua sostenibili sul lungo periodo, B= impatto antropico ridotto con disequilibri del bilancio idrico che comunque consente l uso della risorsa, C= impatto antropico significativo con notevole incidenza dell uso sulla disponibilità, D= impatto antropico nulla o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici

13 con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica. Il secondo è definito da cinque classi e parametri indicati nelle Tabelle 19, 20 e 21 dell Allegato 1 del D.L.gs.152/99 e successive modifiche: 1= impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche, 2= impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo con buone caratteristiche idrochimiche, 3= impatto antropico significativo con caratteristiche idrochimiche buone, ma con segnali di compromissione, 4= impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti, 0= impatto antropico nullo o trascurabile, ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra della classe 3. La sovrapposizione delle classi chimiche e quantitative definisce lo stato ambientale del corpo idrico sotterraneo come indicato dalla Tabella 22 dell Allegato 1 del D.L.gs.152/99 e successive modifiche. Stato ambientale ( quali - quantitativo ) dei corpi idrici sotterranei Stato elevato Stato buono Stato sufficiente Stato scadente Stato particolare 1 A 1 B 3 A 1- C 0 A 2 A 3 B 2 C 0 B 2 B 3 C 0 C 4 C 0 D 4 A 1 D 4 B 2 D 3 D 4 D Definizioni dello stato ambientale delle acque sotterranee Stato Ambientale Condizioni ELEVATO Impatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità e quantità della risorsa, con l eccezione di quanto previsto nello stato naturale particolare BUONO SUFFICIENTE SCADENTE NATURALE PARTICOLARE Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa Impatto antropico ridotto sulla quantità con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere azioni mirate ad evitare il peggioramento Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni di risanamento Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentatndo un significativo impatto antropico, presentano limitazioni d uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo

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15 3. Le acque superficiali 3.1 L ecosistema fluviale Le acque correnti spaziano da ruscelli montani a torrenti vallivi e a grandi sistemi fluviali con habitat molto diversificati, che rendono gli ecosistemi fluviali estremamente complessi. Queste acque forniscono il legame tra le vaste riserve d acqua marina ed il ciclo che si completa con le precipitazioni a terra. L ecosistema fluviale è costituito da componenti biotiche (gli esseri viventi, animali e vegetali) e da componenti abiotiche (l ambiente in cui la componente biologica vive, alveo, sponde e le zone umide perifluviali ) che interagiscono tra loro. Un corso d acqua può essere considerato una successione di ecosistemi che sfumano gradualmente l uno nell altro e che sono interconnessi con gli ecosistemi terrestri circostanti: dalla sorgente alla foce variano i parametri morfologici, idrodinamici, fisici e chimici e in relazione ad essi i popolamenti biologici. La stretta dipendenza della struttura e delle funzioni delle comunità biologiche dalle condizioni geo-morfologiche ed idrauliche medie del sistema fisico, rappresentano il punto focale della teoria del River Continuum che propone una visione unificante dell ecosistema fluviale (Vannote et al., 1980, Minshall et al., 1985; Statzner et Higler, 1985). Un fiume sano, quindi, è un sistema aperto, scambia materia ed energia con l esterno, sia in senso longitudinale che trasversale, assolvendo molte funzioni e producendo molti benefici: contenimento degli apporti di nutrienti ed inquinanti, presenza di aree di riproduzione e svezzamento per l ittiofauna, rifugio per la fauna selvatica, rotte di transito per uccelli migratori e altri animali, regolazione idrogeologica, elevata diversità biologica, ricco pool genetico per la microevoluzione, regolazione e stabilizzazione del paesaggio e del clima, aree essenziali per anfibi, uccelli, rettili e alcuni mammiferi, ripari per i pesci durante le piene e collegamento (corridoi ecologici) tra ecosistemi diversi e/o frammentati. La sostanza organica che raggiunge un corso d acqua, sia essa di origine naturale (foglie, escrementi e spoglie di animali) o antropica (liquami fognari), viene demolita da microrganismi come batteri e funghi e i prodotti della mineralizzazione vengono riciclati dai vegetali rappresentati principalmente da microalghe. L insieme delle microscopiche comunità (batteri, funghi, microalghe, amebe, rotiferi, nematodi, ecc.) formano una sottile pellicola biologica, scivolosa al tatto, chiamata perifiton, che riveste i ciottoli e che rappresenta il primo sistema depurante dei corsi d acqua. Questo sistema supporta un

16 secondo sistema depurante rappresentato dai macroinvertebrati acquatici che funge da acceleratore e regolatore del processo: crostacei, molluschi, vermi, larve di insetti. I macroinvertebrati presentano molteplici specializzazioni alimentari (macro e microfiltratori, trituratori, erbivori, raschiatori di perifiton, predatori, parassiti) e adattamenti a particolari microambienti, che permette loro di occupare e sfruttare tutte le nicchie disponibili nel corso d acqua. La ricchezza di adattamenti e specializzazioni fa sì che vengano utilizzate tutte le forme di risorse alimentari possibili e rende la comunità in grado di rispondere in modo flessibile alle variazioni stagionali o antropiche del carico organico. Un ulteriore contributo alla rimozione di biomassa è fornito dai vertebrati, compresi quelli terrestri, che si nutrono di macroinvertebrati acquatici, come pesci, rettili, uccelli e mammiferi che nel loro insieme possono essere considerati il terzo grande sistema depurante naturale. L efficienza dei tre sistemi è a sua volta condizionata dall integrità dell ambiente terrestre circostante, soprattutto delle fasce di vegetazione riparia (quarto sistema depurante) che oltre a creare un ambiente favorevole agli organismi microscopici, ai macroinvertebrati e ai vertebrati, svolge una funzione depurante diretta agendo sia da filtro biologico sia da filtro meccanico. Questa vegetazione riparia intercetta le acque di dilavamento dei versanti, ne rallenta la velocità inducendo la sedimentazione del carico solido e degli inquinanti ad esso legati, inoltre, svolge un ruolo di protezione nei confronti dell eutrofizzazione fluviale, contribuendo alla rimozione di fosforo e azoto. Particolarmente importante risulta essere la diversità ambientale dei corsi d acqua, cioè quelle irregolarità morfologiche che restano stabili per un ampio intervallo di portate e che si automantengono (A da Keller et Brookes, 1984; B e C da Brookes, 1988; D da Chang, 1988). buche (pool): approfondimenti allungati, generalmente sul lato esterno delle anse con flusso convergente alle alte portate e bassa velocità alle basse portate e con presenza di sedimenti fini, barre di meandro (o barre a punta): zone di sedimentazione adiacenti alle buche, sul lato interno delle anse con sezione trasversale asimmetrica, raschi (riffle): aree rilevate, generalmente nei tratti rettilinei con flusso divergente alle alte portate, elevata velocità e turbolenza, anche alle basse portate, con substrato grossolano, con sezione trasversale asimmetrica e rischio di prosciugamento alle basse portate, vegetazione riparia: stabilizza l alveo, fornisce detrito organico (cibo per gli organismi acquatici), limita l eccessivo sviluppo della vegetazione acquatica, protegge dall eccessiva illuminazione e riscaldamento, intercetta filtra e depura le acque di dilavamento del suolo

17 La diversità ambientale è particolarmente importante per l ittiofauna, infatti ciascuna specie ittica, per compiere le proprie attività vitali, necessita di trasferirsi da un ambiente ad un altro: buche e ricoveri (grossi massi, rami incastrati sul fondo, sponde sottoescavate, radici arboree sommerse) sono utilizzati come aree di sosta e rifugio, raschi per l alimentazione e le aree di transizione tra buche e raschi forniscono un eccellente habitat per l ovodeposizione. Negli ambienti fluviali naturali la transizione tra ambiente acquatico e quello terrestre non è limitato alla ristretta fascia di vegetazione riparia, ma si estende molto di più includendo alvei secondari interessati da un debole deflusso, meandri abbandonati collegati al fiume o disgiunti da esso e comunicanti solo in occasione delle piene, stagni, acquitrini, paludi, boschi igrofili e aree inondabili. E evidente ed intuitiva la vulnerabilità di questo sistema, non solo l apporto di inquinanti, ma anche gli interventi strutturali ad opera dell uomo contribuiscono al degradamento e impoverimento delle funzioni degli ambiti fluviali. Le attività antropiche alterano lo stato trofico, i cicli dei nutrienti, le caratteristiche chimico - fisiche e microbiologiche dell acqua e di conseguenza anche le componenti vegetali e animali. Gli interventi strutturali (briglie, cementificazione, ecc.) impoveriscono la diversità naturale con conseguenze disastrose come per esempio la riduzione dei fenomeni di evapotraspirazione e di infiltrazione superficiale/profonda da parte delle acque di prima pioggia, aumento del fenomeno di scorrimento superficiale, aumento delle portate e delle sostanze inquinanti trasportate dalle acque di scorrimento, perdita di biodiversità. 3.2 La rete di monitoraggio della qualità ambientale La Regione Emilia-Romagna, in attuazione della legge n.319/76, sulla base delle L.R. 9/83 e L. 183/89, ha da tempo attivato, in collaborazione con le Province, una rete di monitoraggio delle acque superficiali finalizzata al controllo degli scarichi e alle condizioni dei corpi idrici regionali. L entrata in vigore del nuovo Decreto Legislativo n. 152/99 ha indotto la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con le Province e con il supporto tecnico di ARPA, sulla base dell esperienza maturata e dei dati prodotti negli anni, a procedere ad una revisione della rete di monitoraggio al fine di una sua ottimizzazione tecnico - economica. La rete di monitoraggio di riferimento è costituita dalle stazioni definite dalla D.G.R. 27/00 per il biennio e dalle stazioni definite dalla D.G.R 1420/2002 per l anno Gli obiettivi prefissati dalla nuova rete sono:

18 - classificare i corpi idrici significativi in funzione degli obiettivi di qualità ambientale; - valutare i carichi inquinanti veicolati nel fiume Po e nel mare Adriatico, in relazione alle variazioni stagionali di portata dei corsi d acqua, al fine di contenere il fenomeno dell eutrofizzazione; - valutare l efficacia degli interventi di risanamento effettuati in termini di riduzione effettiva dei carichi veicolati ai corpi idrici recettori per la salvaguardia dell ambiente e della tutela delle risorse; - valutare la capacità di ogni singolo corpo idrico di sostenere i naturali processi di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Le stazioni di monitoraggio sono suddivise per provincia, tipologia, codice, bacino, corpo idrico interessato e localizzazione. Le stazioni sono distinte in stazioni di tipo AS (situate sui corpi idrici significativi), AI (su corpi idrici ritenuti di interesse) e di tipo B (stazioni che sono ritenute utili per completare il quadro delle conoscenze in relazione agli obiettivi regionali). Per la provincia di Forlì-Cesena sono state individuate sui fiumi, 6 stazioni di tipo AS, 1 di tipo AI e 12 stazioni di tipo B; a queste si aggiunge una stazione che chiameremo di tipo C di interesse locale. Nella D.G.R. 1420/02 oltre ad essere indicate le stazioni di monitoraggio sono elencati i corpi idrici significativi ai sensi del D.Lgs. 152/99, Allegato 1. Tra i corpi idrici superficiali significativi è compreso anche l invaso artificiale di Ridracoli, con una stazione di tipo AS, il cui monitoraggio e classificazione in funzione degli obiettivi di qualità ambientale, differisce (Allegato 1 del D.Lgs. 152/99), come riportato nei paragrafi e 3.2.4, da quello dei fiumi. Stazioni di monitoraggio della provincia

19 3.2.1 La qualità chimico - microbiologica Ai fini della classificazione della qualità dei corsi d acqua si effettuano analisi mensili sulla matrice acquosa. I parametri chimico - fisici e microbiologici sono distinti in parametri di base (Tabella 4, Allegato 1, D.Lgs. 152/99) e macrodescrittori (Tabella 7, Allegato 1, D.Lgs. 152/99), i primi riflettono la pressione antropica tramite la misura del carico organico, del bilancio dell ossigeno, dell acidità, del grado di salinità e del carico microbiologico nonché le caratteristiche idrologiche del trasporto solido, mentre i secondi vengono utilizzati per la classificazione dello stato di qualità ambientale. Descrizione dei macrodescrittori Parametri chimici e microbiologici ( Macrodescrittori ) Ossigeno disciolto (100-OD % di saturazione) BOD 5 (O 2 mg/l) COD (O 2 mg/l) Azoto ammoniacale NH 4 (N mg/l) Azoto nitrico NO 3 (N mg/l) Fosforo totale (P mg/l) Escherichia coli (UFC/100 ml) Descrizione E essenziale per la vita acquatica, la sua carenza è un fattore limitante per le biocenosi acquatiche, mentre l eccesso può causare embolia alla fauna ittica. Misura il consumo di ossigeno (in 5 giorni ) utilizzato nei processi di degrado delle componenti organiche ad opera dei batteri. Se è elevato è indice di degrado. Ha un significato simile al BOD 5, ma è sempre più elevato in quanto misura anche la presenza di altre sostanze organiche che consumano ossigeno non degradabile dai batteri. E un indicatore di scarichi di acque reflue urbane o di certi residui industriali o agricoli. La forma non ionizzata è molto tossica per la fauna ittica. Rappresenta l ultimo stadio di ossidazione dell azoto, deriva generalmente dalla concimazione e fertilizzazione. Favorisce la proliferazione algale. E di origine antropica, deriva da scarichi domestici e industriali. E contenuto nei fertilizzanti e limitatamente nei detergenti. Favorisce la proliferazione algale. E un indicatore generico di contaminazione microbica di natura fecale ed è quindi un indicatore di scarichi non depurati o sversamenti di deiezioni animali o umane. Il Livello di Inquinamento dei Macrodescrittori si ottiene calcolando, per ogni parametro, il 75 percentile della serie annuale di misure, a cui si attribuisce un punteggio che sommato a tutti gli altri definisce il LIM

20 Livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori ( LIM ) Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello OD (% sat.) > 50 BOD 5 (O 2 mg/l) < 2, > 15 COD (O 2 mg/l) < > 25 NH 4 (N mg/l) < 0,03 0,10 0,50 1,50 > 1,50 NO 3 (N mg/l) < 0,3 1,5 5,0 10,0 > 10,0 Fosforo t. (P mg/l) < 0,07 0,15 0,30 0,60 > 0,60 E.coli (UFC/100 ml) < > Punteggio L.I.M < 60 Colore di riferimento del LIM LIVELLO 1 LIVELLO 2 LIVELLO 3 LIVELLO 4 LIVELLO 5 Punteggio totale dei Macrodescrittori ( LIM ) > 60 COLORE La qualità biologica Le determinazioni sul biota riguardano analisi sulle comunità di macroinvertebrati (calcolo dell abbondanza delle specie riscontrate) attraverso l applicazione dell Indice Biotico Esteso. L indice I.B.E. classifica la qualità di un corso d acqua in cinque classi di qualità su una scala che va da 12 (qualità elevata) a 1 (massimo degrado). Il monitoraggio biologico viene eseguito stagionalmente, cioè quattro volte l anno per tutte le stazioni di tipo AS e AI e due volte l anno per le stazioni di tipo B e C, nei regimi idrologici di morbida e di magra. Classi di qualità biologica attraverso l Indice Biotico Esteso CLASSI DI QUALITA VALORE DI I.B.E. GIUDIZIO Classe I Ambiente non inquinato o non alterato in modo sensibile Classe II 8-9 Ambiente in cui sono evidenti alcuni effetti dell inquinamento COLORE DI RIFERIMENTO Classe III 6-7 Ambiente inquinato Classe IV 4-5 Ambiente molto inquinato Classe V Ambiente fortemente inquinato

21 Per il calcolo dell I.B.E. il decreto legislativo prevede che per classi intermedie come 8/9 o 7/8, si attribuisca un valore decimale: 8/9 = 8.4, 7/8 = 7.4 Per trasformare la media in valori IBE si procede in modo contrario, utilizzando una tabella di riconversione delle frazioni decimali. La definizione di stato ecologico non prevede valori di IBE intermedi, quindi per convenzione si adotta il criterio di assumere come IBE il valore di sorgente: 9/10 = 9, 7/8 = 7, 8/7 = 8, ecc Classificazione ecologica - ambientale - SECA Integrando i dati dei macrodescrittori LIM (Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori) con i dati biologici, IBE (Indice Biotico Esteso), otteniamo, considerando il punteggio peggiore tra i due, lo Stato Ecologico dei Corsi d Acqua, SECA espresso in Classi 1,2,3,4 e 5. Integrando successivamente il SECA con i parametri della Tabella 1 dell Allegato 1 del D.Lgs. 152/99 definiamo lo Stato Ambientale. Ad oggi, pur non essendo stato effettuato un monitoraggio completo di queste sostanze, i risultati delle analisi confermano la loro assenza, facendo corrispondere la classificazione ecologica con quella ambientale. Anche in mancanza del dato di IBE, per inapplicabilità del metodo o per carenza di informazione, si è proceduto alla classificazione di Stato Ecologico sulla base del solo indice LIM. Stato ecologico - ambientale dei corsi d acqua ( SECA ) ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 I.B.E , 2, 3 L.I.M < 60 Di seguito si riportano, bacino per bacino, i risultati del monitoraggio chimico - microbiologico e biologico che ha permesso la classificazione dello stato di qualità ambientale a partire dall anno

22 Bacino Fiumi Uniti CORPO IDRICO STAZIONE TIPO IBE 1999 IBE 2000 IBE 2001 IBE 2002 F. MONTONE Rocca San Casciano B F. MONTONE Tangenziale Castrocaro B F. MONTONE Ponte del Braldo C T. RABBI Castel dell'alpe B T. RABBI P.te Strada San Zeno B 9 T. RABBI Vecchiazzano AI F. MONTONE Ponte Vico AS F. BIDENTE Santa Sofia B F. BIDENTE Ponte del Gualdo B F. RONCO Ponte Coccolia AS CORPO IDRICO STAZIONE TIPO LIM 1999 LIM 2000 LIM 2001 LIM 2002 F. MONTONE Rocca San Casciano B F. MONTONE Tangenziale Castrocaro B F. MONTONE Ponte del Braldo C T. RABBI Castel dell'alpe B T. RABBI P.te Strada San Zeno B 340 T. RABBI Vecchiazzano AI F. MONTONE Ponte Vico AS F. BIDENTE Santa Sofia B F. BIDENTE Ponte del Gualdo B F. RONCO Ponte Coccolia AS CORPO IDRICO STAZIONE TIPO SECA 1999 SECA 2000 SECA 2001 SECA 2002 F. MONTONE Rocca San Casciano B Classe 2 Classe 2 Classe 2 Classe 2 F. MONTONE Tangenziale Castrocaro B Classe 3 Classe 3 Classe 3 Classe 3 F. MONTONE Ponte del Braldo C Classe 3 Classe 4 Classe 3 T. RABBI Castel dell'alpe B Classe 2 Classe 2 T. RABBI P.te Strada San Zeno B Classe 2 T. RABBI Vecchiazzano AI Classe 3 Classe 4 Classe 4 Classe 3 F. MONTONE Ponte Vico AS Classe 3 Classe 3 Classe 4 Classe 3 F. BIDENTE Santa Sofia B Classe 2 Classe 2 Classe 2 Classe 2 F. BIDENTE Ponte del Gualdo B Classe 3 Classe 2 Classe 3 F. RONCO Ponte Coccolia AS Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4 * La stazione di Castel dell Alpe è stata sostituita, nel 2002 dalla stazione di P.te - Strada San Zeno Per quanto riguarda il Bacino dei Fiumi Uniti si può osservare che il trend del LIM mostra un miglioramento, nel 2002, nelle stazioni di Tangenziale Castrocaro, Vecchiazzano e Ponte del Gualdo, mentre nelle altre stazioni il livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori risulta costante. Significativa è la differenza di qualità espressa dai dati chimici - microbiologici e biologici, questi ultimi sono, in generale peggiori determinando spesso un declassamento della stazione. Il SECA mostra un trend costante e in alcuni casi migliorativo (Ponte del Braldo, Vecchiazzano, Ponte Vico), con valori al 2002 compresi tra la classe 2 e la classe 3, tranne per la stazione di Coccolia che ricade costantemente negli

23 ultimi quattro anni in classe 4. Le vallate del Montone e del Rabbi sono prive, soprattutto nella parte montana, di significative pressioni antropiche. A valle la presenza di scarichi fognari non depurati, di scarichi industriali depurati e di attingimenti idrici distribuiti lungo tutte le aste fluviali, fanno sentire i loro effetti giustificando la classe 3 della stazione Ponte Vico situata a valle sul fiume Montone dopo l immissione del torrente Rabbi. La vallata del Bidente - Ronco è sicuramente più antropizzata e da monte a valle insistono diversi fattori di pressione antropica che causano criticità soprattutto a valle dove la stazione di Ponte Coccolia, in classe 4, risente degli apporti inquinanti di fognature miste non depurate, del settore agrozootecnico, fortemente sviluppato nella vallata, dello scolmatore di piena all intercettazione dello scolo Cerchia, della presenza di industrie agrolimentari rilevanti, dello scarico del depuratore di Forlì ( AE) e dei numerosi attingimenti che riducono significativamente la portata. Bacino Bevano CORPO IDRICO STAZIONE TIPO IBE 1999 T. BEVANO Casemurate AS 6 IBE 2000 IBE 2001 IBE CORPO IDRICO STAZIONE TIPO LIM 1999 LIM 2000 LIM 2001 LIM 2002 T. BEVANO Casemurate AS CORPO IDRICO STAZIONE TIPO LIM 1999 LIM 2000 LIM 2001 LIM 2002 T. BEVANO Casemurate AS Il principale fiume del bacino del Bevano è il torrente omonimo, che è praticamente privo di sorgenti proprie, è alimentato da acque meteoriche drenate dai numerosi canali della campagna cesenate e ravennate e da acque reflue degli scarichi degli insediamenti produttivi e civili. La situazione generale è quindi piuttosto critica come rilevano sia i dati chimici - microbiologici sia i biologici. Il SECA ricade in classe 4, sia nel 2001 sia nel 2002, ma il punteggio è molto vicino ai valori della classe

24 Bacino Savio CORPO IDRICO STAZIONE TIPO IBE 1999 IBE 2000 IBE 2001 IBE 2002 F. SAVIO S. Piero in Bagno B F. SAVIO Mercato Saraceno B T. BORELLO Borello B F. SAVIO San Carlo AS F. SAVIO Ponte Matellica AS CORPO IDRICO STAZIONE TIPO LIM 1999 LIM 2000 LIM 2001 LIM 2002 F. SAVIO S. Piero in Bagno B F. SAVIO Mercato Saraceno B T. BORELLO Borello B F. SAVIO San Carlo AS F. SAVIO Ponte Matellica AS CORPO IDRICO STAZIONE TIPO SECA 1999 SECA 2000 SECA 2001 SECA 2002 F. SAVIO S. Piero in Bagno B Classe 3 Classe 2 Classe 2 F. SAVIO Mercato Saraceno B Classe 3 Classe 3 Classe 2 Classe 2 T. BORELLO Borello B Classe 2 Classe 4 Classe 3 Classe 3 F. SAVIO San Carlo AS Classe3 Classe 3 Classe 2 Classe 3 F. SAVIO Ponte Matellica AS Classe 3 Classe 3 Classe 3 Classe 3 Il bacino del fiume Savio è il bacino idrico della provincia di Forlì Cesena che presenta le caratteristiche qualitative migliori rilevando una capacità naturale di contenere le criticità ambientali determinate dagli impatti antropici, rilevanti lungo tutto il bacino. Da monte a valle si passa da una classe 2 a una classe 3, anche se nelle ultime tre stazioni è il valore di qualità biologica che fa declassare queste stazioni. Da sottolineare positivamente la classe 3 della stazione più a valle, in chiusura di bacino, Ponte Matellica, nonostante i diversi fattori critici rilevabili: numerosi scarichi civili non collettati, attività agricole e zootecniche molto sviluppate, rilevante attività industriale nel cesenate e lo scolmatore di piena di Cesuola, spesso causa di impatti puntuali. Bacino Porto Canale di Cesenatico CORPO IDRICO STAZIONE TIPO SECA 1999 SECA 2000 SECA 2001 SECA 2002 T. FOSSATONE Cesenatico B Classe 4 CORPO IDRICO STAZIONE TIPO SECA 1999 SECA 2000 SECA 2001 SECA 2002 T. FOSSATONE Cesenatico B Classe

25 Si tratta di una nuova stazione istituita per monitorare il sottobacino del porto canale di Cesenatico, in cui pervengono le acque della fitta rete di canali della zona di Cervia e di Cesena, scarichi civili non depurati, le acque del Rio Granarolo dove scarica il depuratore centrale di Cesena con oltre AE trattati e le acque dello scolo consorziale Mesola del Montaletto che raccoglie diversi scarichi collettati e non. Sulla base delle criticità indicate non stupisce la classe 4 rilevata. In questa stazione non è possibile effettuare il monitoraggio biologico per la presenza del cuneo salino di risalita, di conseguenza la classificazione dello Stato Ecologico corrisponde al valore del LIM. Bacino Rubicone CORPO IDRICO STAZIONE TIPO IBE 1999 IBE 2000 IBE 2001 IBE 2002 R. BALDONA Capanni - Rio Baldona B F. RUBICONE Capanni - Rubicone AS T. PISCIATELLO Ponte per Gatteo B CORPO IDRICO STAZIONE TIPO LIM 1999 LIM 2000 LIM 2001 LIM 2002 R. BALDONA Capanni - Rio Baldona B F. RUBICONE Capanni - Rubicone AS T. PISCIATELLO Ponte per Gatteo B CORPO IDRICO STAZIONE TIPO SECA 1999 SECA 2000 SECA 2001 SECA 2002 R. BALDONA Capanni - Rio Baldona B Classe 5 Classe 4 Classe 5 Classe 5 F. RUBICONE Capanni - Rubicone AS Classe 5 Classe 5 Classe 5 Classe 5 T. PISCIATELLO Ponte per Gatteo B Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4 La situazione di tutto il bacino risulta decisamente critica sia per i valori di LIM (livello 4 e 5) sia per i valori di IBE (classe IV e V), che fanno ricadere le stazioni della rete di monitoraggio in classe 4 e 5. I principali fattori di pressione sono la presenza di fognature non collettate, lo scarico del depuratore principale della zona (impianto di Bastia nel comune di Savignano sul Rubicone da AE) che rappresenta sicuramente un consistente elemento di pressione, ma anche l unico apporto in periodo estivo di acqua e infine la scarsa portata, sia naturale sia dovuta ai prelievi irrigui e all altrettanto scarso apporto dei suoi affluenti (Pisciatello, Baldona, Rigossa, Rigoncello). A questo si aggiunge, in un territorio di pianura fortemente antropizzato, un elevato sviluppo (n. di attività/ superficie di territorio) di attività zootecniche e industriali con un consistente comparto di attività di rottamazione e recupero metalli

26 Bacino Uso CORPO IDRICO STAZIONE TIPO IBE 1999 F. USO Pietra dell'uso B 7 IBE 2000 IBE 2001 IBE CORPO IDRICO STAZIONE TIPO LIM 1999 LIM 2000 LIM 2001 LIM 2002 F. USO Pietra dell'uso B CORPO IDRICO STAZIONE TIPO SECA 1999 SECA 2000 SECA 2001 SECA 2002 F. USO Pietra dell'uso B Classe 3 Classe 3 Classe 2 Classe 2 Il fiume Uso scorre in provincia di Forlì-Cesena per pochi chilometri, fino al comune di Borghi. La stazione Pietra dell Uso è situata a monte del bacino inserita in un contesto territoriale dove non sono rilevabili significative pressioni antropiche, infatti sia il punteggio del LIM, di livello 2 nel 2001 e 2002, sia il SECA, di classe 2 nel 2001 e 2002, sono indicativi di buone condizioni ecologiche ambientali. Il monitoraggio biologico dell anno 2001 non è stato eseguito per condizioni climatiche sfavorevoli, nel 2002 ricade in classe II. Sicuramente il principale problema del corso d acqua è la scarsa portata, che talvolta può creare condizioni non idonee all insediamento di comunità di macroinvertebrati. Si sottolinea che i dati mostrano un deciso miglioramento qualitativo a partire dall anno 2001, che segna il passaggio dalla classe 3 alla classe

27 Fiume Montone: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 Rocca S.C Tang. Castrocaro 2001 Ponte del Braldo 2001 Ponte Vico Fiume Montone: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 Rocca S.C Tang. Castrocaro 2002 Ponte del Braldo 2002 Ponte Vico

28 Torrente Rabbi: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 Castel dell'alpe 2001 Vecchiazzano Torrente Rabbi: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 P.te Strada San Zeno 2002 Vecchiazzano

29 Fiume Bidente - Ronco: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 Santa Sofia 2001 Ponte del Gualdo 2001 Ponte Coccolia Fiume Bidente - Ronco: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 Santa Sofia 2002 Ponte del Gualdo 2002 Ponte Coccolia

30 Torrente Bevano: andamento BOD 5 anni 2001 e BOD 5 (O 2 mg/l) Fiume Savio e T. Borello: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) S. Piero in Bagno 2001 Mercato Saraceno 2001 Borello 2001 San Carlo 2001 Ponte Matellica

31 Fiume Savio e T. Borello: andamento BOD 5 anno BOD 5 (O 2 mg/l) S. Piero in Bagno 2002 Mercato Saraceno 2002 Borello 2002 San Carlo 2002 Ponte Matellica Fiumi Rubicone e Rio Baldona: andamento BOD BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 Capanni - Rio Baldona 2001 Capanni - Rubicone

32 Fiumi Rubicone e Rio Baldona: andamento BOD BOD 5 (O 2 mg/l) 6.0 Capanni - Rio Baldona 2002 Capanni - Rubicone Fiume Montone: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) Rocca S.C Tange Castrocaro 2001 Ponte del Braldo 2001 Ponte Vico

33 Fiume Montone: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) Rocca S.C Tange Castrocaro 2002 Ponte del Braldo 2002 Ponte Vico Torrente Rabbi: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) Castel dell'alpe 2001 Vecchiazzano

34 Torrente Rabbi: andamento COD anno COD (O2 mg/l) P.te Strada San Zeno 2002 Vecchiazzano Fiume Bidente - Ronco: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) Santa Sofia 2001 Ponte del Gualdo 2001 Ponte Coccolia

35 Fiume Bidente Ronco: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) Santa Sofia 2002 Ponte del Gualdo 2002 Ponte Coccolia Torrente Bevano: andamento COD anni 2001 e COD (O 2 mg/l)

36 Fiume Savio e T. Borello: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) S. Piero in Bagno 2001 Mercato Saraceno 2001 Borello 2001 San Carlo 2001 Ponte Matellica Fiume Savio e T. Borello: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) S. Piero in Bagno 2002 Mercato Saraceno 2002 Borello 2002 San Carlo 2002 Ponte Matellica

37 Fiumi Rubicone e Rio Baldona: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) Capanni - Rio Baldona 2001 Capanni - Rubicone Fiumi Rubicone e Rio Baldona: andamento COD anno COD (O 2 mg/l) Capanni - Rio Baldona 2002 Capanni - Rubicone

38 Fiume Montone: andamento fosforo totale anno Fosforo totale (P mg/l) Rocca S.C Tang. Castrocaro 2001 Ponte del Braldo 2001 Ponte Vico Fiume Montone: andamento fosforo totale anno Fosforo totale (P mg/l) Rocca S.C Tang. Castrocaro 2002 Ponte del Braldo 2002 Ponte Vico

39 Torrente Rabbi: andamento fosforo totale anno Fosforo totale (P mg/l) Castel dell'alpe 2001 Vecchiazzano Torrente Rabbi: andamento fosforo totale anno Fosforo totale (P mg/l) P.te Strada San Zeno 2002 Vecchiazzano

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