Attività d orientamento e formazione professionale rivolte a persone con problemi di disagio mentale organizzate dalla Provincia di Genova

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1 PROVINCIA DI GENOVA Assessorato alle Politiche del Lavoro e Formazione Professional AREA 10 A-Servizio Formazione Professionale Attività d orientamento e formazione professionale rivolte a persone con problemi di disagio mentale organizzate dalla Provincia di Genova A cura di Giuliano Govigli e Lidia Prato 1

2 INDICE La programmazione di interventi formativi Pag. 3 Presupposti teorici Pag. 5 Programmazione 2003/2004 Pag. 6 Esiti dei percorsi realizzati nel 2002/2003 Pag. 6 Riflessioni generali Pag.9 2

3 La programmazione di interventi formativi per persone con problemi di salute mentale e la rete di percorsi esistenti in Provincia di Genova. La Provincia di Genova ha attivato annualmente, dal 1999 ad oggi, alcuni interventi di formazione rivolti a persone in carico ai Centri di Salute Mentale, interventi che si presentano ormai in modo abbastanza riconoscibile nel panorama dei percorsi per l avvicinamento al lavoro di questo target di utenza. La finalità generale è quella di favorire il reinserimento nel contesto sociale e lavorativo di persone che, a causa della malattia da cui sono state colpite, hanno ridotto l utilizzo di risorse e competenze personali, a volte di alto livello, già possedute. La formazione può essere per queste persone un occasione di ri-allenare progressivamente le proprie capacità e competenze, in direzione di un inserimento nel mondo del lavoro. Il target cui gli interventi sono rivolti è composto di adulti. Il requisito della presa in carico da parte dei Servizi di Salute Mentale definisce già di per sé un target di età superiore ai 18 anni (età dopo la quale può avvenire la presa in carico). C è inoltre un età di insorgenza prevalente della malattia mentale e un tempo che deve trascorrere prima che avvenga, anche a seguito del percorso di cura, una stabilizzazione della stessa. Si tratta comunque di persone che, per problemi legati alla malattia, non riuscirebbero a sostenere i normali corsi di formazione per adulti. E possibile distinguere diverse fasi nel percorso di reinserimento e risocializzazione della persona con problemi psichiatrici: La fase zero, o della riabilitazione medico/psicologica, in cui i bisogni prevalenti della persona sono quelli della cura e della riaggregazione della propria identità. La fase uno, o della riabilitazione sociale, in cui i bisogni si differenziano e permettono alla persona di fare qualcosa con scopo, all interno di un contesto sociale. La fase due, o della professionalizzazione/riprofessionalizzazione, in cui la persona può dedicarsi al recupero di relazioni, ritmi, regole sociali, anche collegate ad attività di studio o di formazione al lavoro. La fase tre, o dell allenamento lavorativo, in cui è possibile per la persona sperimentarsi con la realtà, imparare a gestire difficoltà, fare bilanci delle proprie risorse La fase quattro, o del vero e proprio reinserimento sociale E importante rivolgere proposte adeguate alle persone tenendo conto della fase in cui si trovano. Le persone in fase zero, per esempio, troppo concentrate sul bisogno di cura, non potranno intraprendere utilmente alcun percorso, mentre la formazione può utilmente intervenire, con proposte a livello diverso, nella fase uno, due e tre descritte sopra. La metodologia di programmazione degli interventi è la seguente: a seguito delle richieste dei Servizi di Salute Mentale, si organizzano, in collaborazione con il Collocamento disabili, dei colloqui di orientamento, che funzionano da filtro rispetto alle segnalazioni dei servizi, e consentono un approfondimento delle varie problematiche delle persone. In base all esperienza maturata in questi anni, si ritiene più utile che una persona con problemi psichiatrici che inizia un percorso di avvicinamento al lavoro sia 3

4 orientata da chi conosce il mondo del lavoro, e non dal Servizio Territoriale che la cura. Quest ultimo tende, infatti, inevitabilmente a porsi in modo un po protettivo nei confronti della persona stessa, ricercando per lei esperienze o situazioni che possono permettere il contenimento della sua parte malata, senza saperne valutare le reali possibilità di avvicinamento al mondo del lavoro. Le consulenze orientative fatte da persone esperte del mondo del lavoro e dei percorsi necessari per arrivarci, oltre che delle problematiche psichiatriche, consente di filtrare domande improprie, evitando l inizio di percorsi intesi con sole finalità di parcheggio, in sintesi consente un migliore utilizzo delle risorse. Successivamente si attivano tre diversi percorsi formativi: 1 livello (Albatro), 2 livello (Start1 oppure Bussola), 2 livello ( Start 2 oppure Sestante). Albatro corrisponde alla fase uno delle possibilità di intervento, in una logica di recupero della persona dopo l insorgenza della malattia. In questo corso si dedica uno spazio maggiore alla crescita personale e delle autonomie, rispetto alla vera formazione al lavoro. Per questo è finanziato al 70% con il contributo dei Servizi Sociali di Regione Liguria. Gli altri progetti si collocano invece come precisi percorsi d avvicinamento al lavoro: Start1 e Bussola, propongono esperienze diverse che vanno dalla crescita, alla preformazione, alla formazione vera e propria, secondo i progetti individuali delle persone. Start2 e Sestante, sono strumento di formazione professionale realizzata con il modello della formazione in situazione, propedeutico a successivi collocamenti nel mondo del lavoro o, in ogni modo, all individuazione di un percorso stabile per la persona. Il finanziamento utilizzato è interamente a carico della Formazione Professionale - Fondi Regionali. Tutti i percorsi privilegiano l intervento sulle competenze di base e trasversali, in quanto la malattia mentale colpisce e fa regredire le persone soprattutto sugli aspetti dell autonomia, delle capacità relazionali, della tenuta sul compito, aspetti fondamentali del saper essere e del saper stare in un posto di lavoro. Spesso le persone hanno già acquisito, in percorsi scolastici e formativi precedenti, competenze professionali che, con la metodologia dell alternanza aula-lavoro e con un percorso personalizzato, si cerca di recuperare con la nuova formazione. Dalla Formazione si passa poi, per le persone sufficientemente pronte a collocarsi sul mercato del lavoro, alle esperienze di avvicinamento al lavoro: Allenamento al lavoro, progetto finanziato con i fondi dell Ob.3 Misura B1 e realizzato finora dalla Provincia di Genova; i vari progetti UCIL del Comune di Genova i tirocini del progetto O.L.P del Centro Studi della ASL 3 i moduli di mediazione al lavoro, anch essi finanziati sulla misura B1, organizzati dal collocamento disabili della Provincia di Genova, per l inserimento al lavoro mirato previsto dalla legge 68/99. Questo sistema ha avuto in questi anni un momento forte di coordinamento e monitoraggio da parte del Gruppo Tecnico Provinciale, istituito attraverso una convenzione tra la Provincia di Genova e la ASL 3, proprio con compiti di 4

5 programmazione, coordinamento, agevolazione dell articolazione della rete relativamente ai percorsi riservati alle persone con problemi di salute mentale. PRESUPPOSTI TEORICI Presupposti teorici ormai codificati del suddetto modello sono: 1) La coerenza interna del sistema: l integrazione tra le diverse parti del sistema di interventi permette di amalgamare le spinte innovative con le necessità di processare le diverse azioni in meccanismi codificati 2) Il modello delle fasi d intervento (si veda sopra), e delle camere contigue, (i vari progetti di formazione e avvicinamento al lavoro visti in maniera non chiusa ma comunicante) cioè un modello che privilegia la flessibilità e la possibilità per i soggetti di passare da esperienze di maggiore o minore protezione, funzionalmente ai loro bisogni, che, come si è visto, sono spesso condizionati dallo stare bene o male del momento, in relazione ai picchi della malattia e alla fase in cui la persona si colloca rispetto ad essa 3) Il concetto di allenamento per prove successive che consente, come l allenamento in palestra, di migliorare i punti forti tenendo sotto controllo i punti deboli, secondo una metodologia sperimentata negli scorsi anni, nella realizzazione del Progetto di Allenamento al lavoro. 4) La ricerca del benessere della persona. attraverso un percorso di crescita che, per mezzo dell empowerment, valorizzi le potenzialità, con il coinvolgimento della persona, spinta a diventare partecipe del suo progetto di vita, attraverso un informazione trasparente sulla sua situazione (vincoli e possibilità) e contemporaneamente, rendendola consapevole e protagonista delle scelte necessarie per realizzarlo. Contenuti e obiettivi dei diversi corsi: Albatro (pre-formazione): Obiettivi: crescita personale, risocializzazione, autonomia; orientamento al lavoro. Offre la possibilità di fare esperienze formative di gruppo o individuali, per alcuni propedeutiche al lavoro, per altri non strettamente finalizzate al raggiungimento di questo obiettivo. Contenuti: Informatica; stage individuali e di gruppo in Associazioni di volontariato, Enti, aziende; attività integrative nelle aree relazionali, dell autonomia, della cultura generale, attraverso laboratori espressivi, attività sportive e ricreative, animazione e role playing. Metodologia: individualizzazione dei percorsi, ma con utilizzo del gruppo come risorsa. Start1 o Bussola (primo livello): Obiettivi: migliorare le capacità relazionali, di gestione dei tempi e delle regole sociali, rendendole il più possibile adeguate alla realtà lavoro. Contenuti: Informatica; moduli di autonomia sociale, relazionale, operativa; formazione al lavoro attraverso laboratori; modulo sulle competenze trasversali per il lavoro (regole, organizzazione e ruoli; tempi); stage individuali e/o di gruppo in azienda. Start2 o Sestante (secondo livello): Obiettivi: formare per il lavoro; rafforzare competenze relazionali e di autonomia sociale 5

6 Contenuti: Informatica; formazione individuale attraverso stage in situazione aziendale; confronto e rielaborazione delle esperienze in gruppo; supporto attraverso colloqui individuali; incontri tematici di cultura generale Programmazione per l anno formativo 2003/2004 A seguito delle indicazioni emerse dalle segnalazioni dei Servizi Territoriali, filtrate, come descritto sopra, attraverso il lavoro di orientamento, sono stati attivati percorsi formativi per 46 persone, di cui 27 nuove segnalazioni, e 19 prosecuzioni, così suddivise: Corso Albatro1 : 9 allievi Corso Albatro 2: 10 allievi in prosecuzione. Corso Bussola (livello Start1): 9 allievi (di cui tre provenienti da Albatro) Corso New Start 2: 9 allievi Corso Start2: 9 allievi in prosecuzione I corsi sono attualmente tutti in via di realizzazione. La durata è di 600 ore. Le persone hanno la possibilità di prolungare il percorso, se i risultati che stanno raggiungendo sono positivi in direzione lavoro (lavoro vero o progetti socio-assistenziali). La composizione di genere è la seguente: corsi per utenti C.S.M F 39% M 61% Esiti dei corsi realizzati nel 2003: corsi Albatro1 e Albatro2 Erano previsti 20 allievi; nei due corsi ne sono transitati 22; di questi, ecco descritta la provenienza: il 40% erano allievi in prosecuzione (n.10); dei 12 nuovi, 10 provenivano dai Servizi territoriali, due invece sono stati segnalati direttamente dai C.S.M. Albatro2003-provenienza nuovi senza orient. 9% da Albatro 41% nuovi con orient. 50% 6

7 Questo il rapporto numerico tra presenze maschili e femminili: Albatro2003-genere femmine 27% maschi 73% Al termine del percorso, questi gli esiti: Albatro esiti dimissioni 6 restituzione al Servizio 3 prosecuzioni 10 passaggi a Start 3 Tenendo conto che si tratta dei due corsi rivolti all utenza più fragile, i cui obiettivi sono pre-formativi, possiamo osservare: Un alto numero di persone che hanno portato a termine il percorso (18 su 22).Il numero di dimessi (6, su due corsi, di cui 2 sono stati sostituiti) è da considerare fisiologico, dato il tipo di utenza, anche se va costantemente monitorato e tenuto sotto controllo, soprattutto valutando le possibilità reali di tenuta in fase di orientamento, migliorando così ancora l utilizzo delle risorse. Il dato restituzione ai servizi significa un interruzione negoziata al termine del primo anno, quando si valuta, insieme agli operatori del C.S.M, che in questa fase l offerta da fare alla persona è ancora più sul versante della cura. La prosecuzione al 2 anno di Albatro per 10 persone significa un ulteriore investimento in presenza di risposte positive; il nuovo corso non produrrà necessariamente percorsi in direzione lavoro, ma ha per obiettivo minimo il maggior benessere delle persone, coerente con la loro evoluzione e con gli obiettivi delle attività a finanziamento misto (Formazione-Servizi sociali) Il passaggio a Start di 3 persone indica un passaggio decisamente evolutivo in direzione lavoro. 7

8 Corsi Start 1 e Start 2 I corsi (1 Start1 e 2 Start2), sono stati attivati per 28 persone, ma frequentati da 26. Dei 26, questa la provenienza: 19 erano nuovi inserimenti; 6 provenivano da Start e 3 da Albatro start2003-provenienza da Start1 21% nuovo inserimento 68% da Albatro 11% Queste le percentuali per genere. start genere femmine 25% maschi 75% Infine, gli esiti start2003-esiti restituzioni al servizio 16% dimissioni 16% Allenamento 16% UCIL 4% PAL 4% progetti socio-lav 8% prosecuzioni 36% 8

9 In questo caso possiamo osservare: Non è stato possibile sostituire le due persone che non hanno iniziato il percorso, per mancanza di lista di attesa di persone con caratteristiche adeguate a Start2. Anche in questo caso ci sono dei dimessi, ma in proporzione molto bassa (4 su 3 corsi). Segno che l orientamento, comprensibilmente, funziona meglio per persone meno problematiche. Sono 4 le persone restituite ai Servizi per un percorso temporaneamente più vicino alla cura. Per nove persone si ipotizza un prolungamento del percorso formativo che, trattandosi di corsi Start dovrebbe significare un investimento in direzione lavoro. Sono invece esiti tutti inseribili nell area lavoro quelli relativi a 8 persone, anche se a vario titolo: 5 vanno in direzione del lavoro vero (4 attraverso Allenamento al lavoro e uno verso l UCIL) per 3 invece si ipotizza la costruzione di progetti socio-assistenziali (1 P.A.L, progetto di auto-realizzazione lavorativa, in cui l azienda contribuisce economicamente, anche se non con vera assunzione; 2 con progetto sociolavorativo, sul modello dell ILSA della disabilità). RIFLESSIONI GENERALI SUL PROGETTO COMPLESSIVO PER GLI UTENTI DEI SERVIZI DI SALUTE MENTALE Importanza della rete La Provincia di Genova ha investito particolarmente nel lavoro di costruzione della rete, per diversi motivi: rispetto ad altre tipologie (esempio l handicap), una relativa giovinezza degli interventi, quindi un minore consolidamento della rete stessa (è del 1994 l avvio dei primi interventi di borse lavoro dei Comuni); questa riflette la storia più generale della normativa sul reinserimento delle persone con problemi psichiatrici (la Legge 180 è del 1978, ma i Progetti obiettivo sono rispettivamente del 1994 e del la quasi totale mancanza nella nostra Provincia, fino al 1999, di interventi formativi specifici, con una collocazione precisa rispetto a un prima e a un dopo nel percorso di avvicinamento al lavoro delle persone seguite dai C.S.M, che fossero a disposizione in forma sufficientemente stabile da permettere ai Servizi di salute mentale e alle persone stesse di utilizzarli in modo progettuale. Era di conseguenza necessario che essi nascessero in rete con le risorse già esistenti sul territorio.. la particolare debolezza delle persone con problemi di salute mentale per quanto riguarda l approccio al lavoro, data dalla fragilità nella tenuta, pur spesso in presenza di buone risorse e competenze, rende particolarmente importante che la rete dei servizi per il lavoro esista, sia forte e integrata con la parte socio-sanitaria. le competenze della Provincia nella gestione della Legge 68/99, oltre che nella programmazione di percorsi formativi, rendono particolarmente importante il suo ruolo anche nel coordinamento delle diverse fasi di intervento. Punti di debolezza della rete Con il procedere dell esperienza, si sono evidenziate alcune carenze nella rete esistente, che vanno affrontate per perseguire obiettivi di miglioramento degli esiti degli interventi, anche in termini di continuità nel tempo. 9

10 La particolare fragilità delle persone, di cui si è detto sopra, e, insieme, le condizioni di forte competitività del mercato del lavoro, rendono difficile raggiungere l obiettivo del lavoro stabile per chi ha problemi di salute mentale. Anche nei casi in cui si ha un positivo esito occupazionale, senza i supporti opportuni ci possono essere cadute che inficiano la positività del risultato stesso, creando frustrazione e senso di inutilità. Da questo punto di vista resta centrale il ruolo della cooperazione sociale, in quanto realtà lavorativa in parte protetta, come sbocco occupazionale concreto e adeguato per queste persone. Se però si vuole evitare, come pare opportuno, di attribuire solo a questo canale il compito di offrire opportunità di inserimento alle persone con problemi psichiatrici, è necessario agire in direzione del rafforzamento di ciò che già esiste in quanto a Servizi di inserimento lavorativo. Infatti, per ottenere risultati di inserimento anche in aziende normali, è necessario: differenziare il più possibile gli strumenti e le metodologie di inserimento lavorativo, continuando a sperimentare, senza costruire contenitori progettuali rigidi. utilizzare le opportunità di flessibilità nell approccio al lavoro offerte dalla Legge 30/2003, leggendole dal punto di vista favorevole all utente. Tipi di contratti come il job sharing e il contratto a progetto, per esempio, possono risultare molto favorevoli, come il lavoro temporaneo, per chi ha problemi a reggere forme di lavoro più stabili e a full time. Possono essere proposte positive almeno in tutta una prima fase di allenamento, vista come propedeutica a un lavoro più stabile. E ovvio che la persona deve essere sostenuta in tutte le tappe dell inserimento e aiutata a passare da una all altra. considerare come esiti a pieno titolo anche i progetti di tipo socioassistenziale, sul modello del P.A.L. (autorealizzazione lavorativa) o dell ILSA. D altra parte è importante che tali risultati non siano considerati definitivi per la persona che li ha conseguiti, ma suscettibili di evoluzione e miglioramento in altri momenti della sua vita. Occorre cioè che queste forme di inserimento siano fortemente monitorate da un servizio di mediazione e la persona aiutata a passare da una modalità a un altra quando è pronta per farlo. 10

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