Manuale operativo per una gestione consapevole dei rifiuti in azienda CON IL SOSTEGNO DI

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1 SOLUZIONE RIFIUTI Manuale operativo per una gestione consapevole dei rifiuti in azienda CON IL SOSTEGNO DI

2 Il manuale è stato realizzato da Confindustria Firenze grazie ai progetti PRWaste 2006 Firenze, Partner A.E.R. S.p.A PRWaste , Publiambiente S.p.A 4R CFSAFI, Partner S.A.FI. S.p.A Testi a cura di: Carlotta Iarrapino Conchita Musumeci Contesti e Cambiamenti snc Luana Berbeglia, Giacomo Borselli Sara Andrei Confindustria Firenze Firenze, Ottobre 2009 Stampato su carta ecologica nel mese di gennaio 2010 Tipolitografia Mecocci - San Piero a Ponti (FI)

3 INDICE PREFAZIONE...4 A CHI SI RIVOLGE SOLUZIONE RIFIUTI... 6 GESTIONE STRATEGICA...7 PRINCIPI E OBIETTIVI DELLA NORMATIVA IN MATERIA DI RIFIUTI... 8 OBIETTIVI DI PREVENZIONE E RIDUZIONE DEI RIFIUTI OBIETTIVI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI CHE COSA È RIFIUTO...12 CHE COSA NON È RIFIUTO...14 MATERIE PRIME SECONDE (MPS) SOTTOPRODOTTI STRUMENTI OPERATIVI...17 DEFINIZIONE E IMPLEMENTAZIONE DELLA STRATEGIA DI GESTIONE DEI RIFIUTI DEFINIZIONE ORGANIGRAMMA E MANSIONARIO L Organigramma Il Mansionario AZIONI PER LA CONFORMITÀ NORMATIVA DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI Il Deposito Temporaneo Codici CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) Il Formulario di identificazione dei rifiuti (FIR) Registro Carico e Scarico Rifiuti Modello Unico Dichiarazione Ambientale (MUD) Il trasporto dei rifiuti in conto proprio Il conferimento dei rifiuti urbani assimilati e la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) Autorizzazioni Disposizioni Normative Specifiche Il Conai ed il recupero degli imballaggi PRINCIPALE NORMATIVA IN MATERIA DI RIFIUTI...41 PRINCIPALI PITTOGRAMMI...42 ALLEGATO 1. I 3 PROGETTI...43 ALLEGATO 2. CHECK UP DI CONTROLLO SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI...48 ALLEGATO CARATTERISTICHE DI PERICOLO PER I RIFIUTI OPERAZIONI DI SMALTIMENTO OPERAZIONI DI RECUPERO CATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTI (CER) LINK UTILI

4 Prefazione 4 SOLUZIONE RIFIUTI La richieste delle imprese alla nostra associazione, che chiedevano e chiedono di essere informate e supportate nell approfondimento di una tematica così complessa come la normativa sui rifiuti e indirizzate ad una corretta gestione, ha trovato nei tre Progetti territoriali sui rifiuti un attenta risposta. Infatti le imprese si sono dimostrate particolarmente interessate, consapevoli per prime come la riduzione della produzione dei rifiuti, la minimizzazione della loro pericolosità, il recupero della materia residuale e la minimizzazione dei quantitativi conferiti allo smaltimento siano azioni importanti per l efficienza operativa e la riduzione dei costi. Peraltro le aziende si sono dimostrate attente a tutte le forme di recupero tra cui quelle di energia, mostrandosi quindi sensibili alle tematiche di salvaguardia e protezione ambientale. Per Confindustria Firenze lo stare vicino alle imprese è importante, anche su questi temi di processo, e rappresenta un modo concreto di fare sistema, poiché insieme alla migliore gestione delle materie, la riduzione della produzione di rifiuti sia speciali che solidi urbani ed assimilati, si accompagna ad una migliore compatibilità delle imprese sul territorio. Questi principi sono stati il filo conduttore dei tre progetti ideati e realizzati da Confindustria Firenze. Fondamentale è stato il contributo della Provincia di Firenze che ha cofinanziato i tre progetti e il partenariato dei Gestori del Servizio Pubblico Locale (A.E.R. Spa, Publiambiente Spa, S.A.FI. Spa), che hanno supportato l iniziative attraverso una fattiva collaborazione, ma anche la convinta adesione di tante amministrazioni comunali che hanno potuto avere la dimostrazione di come tanti imprenditori abbiamo a cuore un modo sostenibile di intraprendere. Un particolare ringraziamento va quindi alle sessanta imprese, del Valdarno, Mugello e Val di Sieve, che aderendo ai tre Progetti hanno deciso di mettere in discussione, insieme a noi, i propri cicli produttivi, aprendo le porte delle proprie aziende al team work per confrontare e ridiscutere scelte aziendali. Questo manuale, per tutte le aziende associate, rappresenta in breve una guida per trovare la migliore soluzione, economicamente e ambientalmente possibile, indirizzando opportunamente l impresa nell articolato mondo delle leggi e dei regolamenti che regolano anche la TIA/TARSU. Francesco Caracciolo Direttore Confindustria Firenze

5 Presentazione SOLUZIONE RIFIUTI Soluzione Rifiuti è un manuale che intende proporre uno schema operativo che ha come obiettivo quello di aiutare le imprese della Provincia di Firenze a gestire in maniera corretta ed efficace i rifiuti aziendali. La gestione dei rifiuti, regolata da normative che negli anni sono diventate sempre più complesse, vede coinvolti vari attori, di natura anche molto diversa, che devono lavorare insieme perché i rifiuti non diventino un problema per il loro territorio. I principali soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti nella nostra Provincia sono: La Provincia di Firenze, ente a cui spettano la funzione di programmazione, effettuata attraverso i Piani di Gestione dei Rifiuti, e quella di controllo con il supporto degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) e i Comuni. I Gestori del Servizio Pubblico Locale e le altre aziende, iscritte all Albo nazionale Gestori Ambientali, che provvedono alla raccolta, al trasporto e allo smaltimento dei rifiuti. Tutti coloro che producono rifiuti, cittadini e aziende, che hanno il compito di gestirli correttamente e, per quanto possibile, prevenirne la produzione. La gestione dei rifiuti può trovare soluzioni efficaci, e quindi tali da raggiungere gli obiettivi prefissati, solo attraverso azioni volte a organizzare i lavori delle varie parti coinvolte in modo da risolvere insieme le difficoltà che, inevitabilmente, nascono nei sistemi complessi. Per questo motivo, Confindustria Firenze ha presentato alla Provincia di Firenze tre progetti (uno per ogni area servita dai gestori ambientali A.E.R., Publiambiente e S.A.FI. che hanno partecipato in qualità di partner) con l obiettivo di prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti attraverso un processo partecipato che coinvolgesse gli enti, i gestori e le aziende del territorio. Tali progetti sono stati approvati dalla Provincia di Firenze e premiati con cofinanziamenti che hanno già aiutato, attraverso sopralluoghi e check-up personalizzati, circa 60 aziende a prendere consapevolezza e risolvere le principali criticità legate alla gestione dei rifiuti e, nel contempo, innestato azioni concrete per la riduzione e prevenzione degli stessi. Visti i risultati ottenuti, Confindustria Firenze e i partner dei progetti hanno ritenuto che la metodologia sperimentata non dovesse rimanere patrimonio esclusivo delle aziende che avevano partecipato ma che tutte 5

6 le informazioni e le esperienze virtuose e innovative testate dovessero avere la maggiore diffusione possibile. Questo Manuale, Soluzione Rifiuti, vuole quindi essere un ulteriore elemento a supporto del raggiungimento dell obiettivo di riduzione dei rifiuti della Provincia di Firenze. A chi si rivolge Soluzione Rifiuti Soluzione Rifiuti è un manuale che si rivolge a tutte le persone che, a vario titolo, operano nella gestione dei rifiuti di una impresa. Agli Imprenditori... Gli imprenditori, insieme alla Direzione, hanno il compito di definire la strategia e gli obiettivi di gestione dei rifiuti della propria azienda e di controllarne i risultati raggiunti e gli scostamenti.... ai Responsabili Amministrazione e Produzione Nelle aziende il Responsabile Amministrativo e il Responsabile Produzione, hanno delle responsabilità in merito alla gestione operativa dei rifiuti e a tal fine organizzano gli addetti delle proprie aree.... al Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale Le aziende più strutturate, o con un Sistema di Gestione Ambientale certificato (ISO e/o EMAS) prevedono un Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale, che ha i compiti di organizzare, controllare e supervisionare l'operato delle varie aree aziendali coinvolte nella gestione dei rifiuti.... al Responsabile Risorse Umane Il responsabile del personale ha responsabilità indirette nella gestione dei rifiuti di una azienda. Questa figura, infatti, ha il compito di indagare i fabbisogni formativi delle persone che si occupano dei rifiuti e organizzarne la formazione.... a tutti gli operatori Tutte le persone delle varie aree aziendali hanno la responsabilità di portare avanti la politica di gestione dei rifiuti definita dalla Direzione. 6

7 Gestione Strategica Ogni imprenditore definisce la strategia della propria azienda e la modifica, quando necessario, sulla base di riscontri oggettivi. Gli imprenditori infatti, come ci hanno fatto notare quelli incontrati durante i sopralluoghi, al mutare delle situazioni sono in grado di cambiare rotta, spesso anticipando i cambiamenti e attivando comportamenti innovativi che poi diventano percorsi obbligati per tutti. Si tratta spesso di cambiamenti profondi, che non riguardano i soli prodotti, ma che sono necessari per garantire il successo in presenza di un mercato globale selvaggio, in cui vengono immessi articoli dei Paesi emergenti che non rispettano le regole a cui è sottoposta la nostra produzione, per non parlare della contraffazione e della crisi che sta attraversando il sistema nel suo complesso. Questa è solo una sintesi delle principali criticità sollevate dagli imprenditori intervistati ma illustra chiaramente il contesto in cui si ritrovano a lavorare gli Industriali della Provincia di Firenze. Cosa fare dunque per continuare a creare valore ed essere competitivi nel medio/lungo periodo? Gli imprenditori ci hanno spiegato che la gestione strategica non si esaurisce una volta definita l area di intervento della propria impresa (missione e core business), individuato il mercato di riferimento (clienti e concorrenti) e organizzato la struttura aziendale (contenendo i costi fissi e gestendo quelli variabili) ma le decisioni devono essere costantemente riviste in base a ciò che influenza, dall esterno, queste variabili. Ogni imprenditore che gestisce strategicamente la propria azienda, quindi, qualunque sia l attività svolta dalla stessa, deve anche tener conto delle politiche portate avanti sia a livello globale che locale. Tra queste una delle più normate negli ultimi anni è sicuramente quella relativa all ambiente. Infatti, a causa delle crescenti problematiche connesse all inquinamento, ai mutamenti climatici derivanti dal surriscaldamento globale e alla perdita di biodiversità del nostro pianeta, la normativa in materia è diventata sempre più complessa. Se questo da una parte ha portato difficoltà gestionali e incremento dei costi per gli imprenditori, dall altra ha sviluppato una sensibilità del mercato a produzioni Made in Italy che comunque necessitano di una tutela da parte della PA. Tali produzioni peraltro incorporano, oltre alla qualità e allo stile, anche una valenza etica risultante da un impatto sull'ambiente controllato. 7

8 In altre parole, le normative di tutela dell ambiente, sebbene spesso incidano sull andamento organizzativo ed economico dell azienda, possono creare il presupposto per nuove opportunità di sviluppo, visibilità e competitività, se correttamente integrate nelle strategie aziendali. Ovviamente la normativa dovrebbe proteggere le imprese dalla concorrenza sleale. Nello specifico la gestione dei costi relativi ai rifiuti se considerati attentamente dalla direzione e integrati nella strategia e negli obiettivi aziendali può trasformarsi nelle opportunità di cui abbiamo parlato poco sopra. Principi e obiettivi della normativa in materia di rifiuti PRINCIPI GENERALI PRINCIPIO «CHI INQUINA PAGA»: colui che produce un inquinamento è il responsabile che deve porre riparo ai danni causati all'ambiente. I costi necessari per ripristinare le condizioni ambientali precedenti l'inquinamento attraverso per es. opere di bonifica del suolo /sottosuolo, devono essere sostenuti dai soggetti responsabili dei danni e non posti a carico della società nel suo complesso. Pertanto anche la gestione dei rifiuti, in quanto attività potenzialmente inquinante deve essere gestita con le massime cautele per evitare inquinamenti del suolo, sottosuolo, acque sotterranee, ecc... PRINCIPIO DI RESPONSABILITÀ ESTESA DEL PRODUTTORE: un'impresa ha la responsabilità sull'intero ciclo di vita del bene prodotto poiché le sue scelte determinano le caratteristiche del prodotto stesso. Tale responsabilità si estende quindi anche su rifiuto prodotto fino allo smaltimento finale. La responsabilità del produttore di rifiuti è estesa infatti su tutta la filiera del rifiuto, dal conferimento allo smaltimento/recupero del rifiuto. UNIONE EUROPEA L obiettivo principale in materia di rifiuti è quello di ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e l ambiente. In conformità con il principio dello Sviluppo Sostenibile si dovrebbe altresì puntare a ridurre l uso di risorse e promuovere l applicazione pratica della gerarchia dei rifiuti secondo quanto proposto dalla Unione Europea. È stata definita infatti dalle UE una "gerarchia dei rifiuti"come ordine di priorità di ciò che costituisce la 8

9 migliore opzione per l ambiente: 1) prevenzione; 2) preparazione per il riutilizzo; 3) riciclaggio; 4) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; 5) smaltimento. Tale politica incoraggia una progettazione dei prodotti volta a ridurre i loro impatti ambientali e la minimizzazione della produzione di rifiuti durante la produzione. Naturalmente anche il successivo utilizzo dei prodotti ed il recupero e lo smaltimento degli stessi a fine vita, ovvero quanto divengono rifiuti devono avvenire in conformità con la gerarchia dei rifiuti. Tali misure incoraggiano lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti adatti all uso multiplo, tecnicamente durevoli e che, dopo essere diventati rifiuti, sono adatti a un recupero adeguato e sicuro e a uno smaltimento compatibile con l ambiente. PROVINCIA DI FIRENZE Il PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI (ANCHE PERICOLOSI) DELLA PROVINCIA DI FIRENZE è il piano cui devono fare riferimento tutte le aziende del territorio. Tale Piano, approvato nel 2006, si pone come obiettivi principali, tra gli altri: l indicazione di modalità e processi di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti speciali anche pericolosi; l innesco di rapporti orizzontali fra industrie e attività economiche diverse, finalizzati a massimizzare le possibilità di recupero reciproco degli scarti prodotti all interno della Provincia. Il PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI ED ASSIMILATI, indica i modi e i tempi per giungere alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati minimizzando la produzione di rifiuto, massimizzando il recupero e il riutilizzo dei rifiuti, ricorrendo a forme di gestione della quota residua dei rifiuti che privilegino il recupero di materiali e il risparmio e il recupero di energia e minimizzino gli effetti ambientali dalle attività di smaltimento, conseguendo, nel rispetto di quanto sopra, la riduzione dei costi di gestione. Il piano crea un sistema integrato di gestione dei rifiuti che potrà consentire una maggiore tutela dell ambiente. 9

10 Obiettivi di prevenzione e riduzione dei Rifiuti Per ridurre la quantità di rifiuti prodotti da una azienda la Direzione può decidere di agire attivando una strategia di prevenzione. Un eccessivo accumulo di rifiuti è infatti sintomo di processi di produzione inefficienti, di breve durata dei prodotti e di forme di consumo insostenibili. Una buona gestione dei rifiuti deve quindi anzitutto prevenirne la generazione. Prevenire vuol dire attivare misure prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto. Queste misure possono riguardare: il riutilizzo dei prodotti; l estensione/allungamento del loro ciclo di vita (no usa e getta ); la riprogettazione del ciclo produttivo; la valorizzazione degli scarti (rimmissione nel ciclo produttivo o vendita dei Sottoprodotti e delle Materie Prime Seconde); la sostituzione di particolari sostanze sia nei prodotti finali che negli imballaggi (si tratta di miglioramenti qualitativi attraverso l impiego di materiali meno inquinanti e meno pregiati a parità di prestazioni del prodotto finito); la diminuzione dei materiali utilizzati in termini di quantità (minor impiego di materia per lo stesso prodotto); la ricerca costante di nuovi fornitori che offrano servizi e prodotti che riducono i rifiuti inviati allo smaltimento; il recupero energetico degli scarti di produzione. Strumento utile per comprendere come ridurre l impatto in termini di rifiuti del nostro processo produttivo e dei prodotti che l azienda immette nel mercato è l Analisi del Ciclo di Vita di un prodotto (LCA). Il ciclo di vita comprende l'estrazione della materia prima e sua lavorazione, la fabbricazione del prodotto, il trasporto, la distribuzione, l'uso e l'eventuale riuso, la raccolta, lo stoccaggio, il recupero e lo smaltimento finale del rifiuto che deriva dall'utilizzo produttivo o di consumo. L analisi del ciclo di vita permette di identificare le opportunità di miglioramento relativo agli impatti ambientali (e quindi relativo anche ai rifiuti prodotti) del nostro bene in una prospettiva dalla culla alla tomba. 10

11 Obiettivi per il miglioramento della gestione dei rifiuti In tutte le aziende le attività dei vari stabilimenti generano dei rifiuti ma per garantirne una corretta gestione, in conformità con la normativa, devono essere adottate procedure e metodi aventi come obiettivi primari la tutela della salute delle persone e dell ambiente. La direzione deve pertanto darsi degli obiettivi per migliorare la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni. Le azioni di miglioramento relative a questi obiettivi possono essere effettuate attraverso: una più efficace raccolta differenziata; lo sviluppo di collaborazioni con il Gestore del Servizio Pubblico Locale per l'ottimizzazione dell attività di raccolta dei rifiuti assimilati; l organizzazione delle responsabilità del personale (organigramma, mansionario); la redazione e attivazione di procedure per la gestione dei rifiuti nei reparti produttivi e la relativa formazione; la creazione di procedure per garantire il flusso dei dati relativi ai rifiuti dai reparti produttivi verso l'ufficio dove avviene la registrazione amministrativa; il coinvolgimento delle maestranze nella gestione dei rifiuti; il controllo efficace e continuativo della conformità delle azioni aziendali con le prescrizioni normative relative alla gestione fisica e amministrativa dei rifiuti. I gestori partner dei progetti (A.E.R. Spa, Publiambiente Spa e S.A.FI. Spa) durante i seminari hanno chiaramente illustrato quanto le aziende che separano correttamente i propri rifiuti oltre a dimostrare sensibilità e responsabilità nel permettere un ulteriore ciclo vitale ai materiali riciclati e un migliore utilizzo degli impianti esistenti, riescono a ridurre i propri costi di smaltimento, nonché ad avere benefici relativi alla presa di coscienza di quanto l azienda effettivamente consuma. E fondamentale mettere in atto una gestione responsabilizzata dei rifiuti che produciamo perché gli impianti, da soli, non sono in grado di risolvere il problema. Dobbiamo eliminare dalla nostra mentalità il concetto che i rifiuti siano qualcosa che non serve più e che dobbiamo semplicemente allontanare da noi, senza alcun criterio. Dobbiamo riflettere sul fatto che i rifiuti non sono appannaggio esclusivo del gestore del servizio, ma la soluzione al problema rifiuti è una forma di responsabilità sociale che riguarda tutti e soprattutto chi li produce. Dobbiamo pensare a cosa avverrà dei nostri rifiuti una volta conferiti al servizio di recupero e quindi separarli correttamente. (tratto dall intervento di Franco Mori, Publiambiente) 11

12 Che cosa è Rifiuto SOLUZIONE RIFIUTI Ogni azienda deve valutare con attenzione le circostanze specifiche che fanno di un materiale, di un prodotto o di una sostanza un rifiuto. Si ha un rifiuto se si produce o si è in possesso di una sostanza di cui ci si vuole (per scelta) o ci si deve (per Legge) disfare. Nella definizione di rifiuto coesistono pertanto due aspetti: un aspetto soggettivo: una certa sostanza è per la mia azienda un rifiuto perché non mi serve più e pertanto me ne voglio disfare. un aspetto oggettivo: la normativa mi dice che una certa sostanza è un rifiuto e quindi la devo gestire come tale. La normativa classifica i rifiuti secondo l'origine in: rifiuti urbani rifiuti speciali e secondo le caratteristiche di pericolosità in: rifiuti pericolosi rifiuti non pericolosi. RIFIUTI URBANI SPECIALI DOMESTICI esclusivamente provenienti da civili abitazioni NON PERICOLOSI assim ilati agli urbani come da Regolamento Comunale NON PERICOLOSI PERICOLOSI Provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da civile abitazione (aziende private ed enti) 12

13 Nella tabella che segue sono sintetizzate le principali attività da svolgere per una corretta gestione dei rifiuti speciali e pericolosi. CLASSIFICAZIONE DEL RIFIUTO STOCCAGGIO DEL RIFIUTO CONFERIMENTO E SMALTIMENTO Per ogni rifiuto speciale è necessario che venga attribuito un codice CER. Dal 1 luglio 2009 sono entrati in vigore i valori limite e le condizioni di ammissibilità dei rifiuti in discarica, fra cui anche l obbligo di caratterizzazione del rifiuto a carico del produttore prima del conferimento. Nella caratterizzazione può essere necessario effettuare l analisi chimica e fisica degli stessi presso un laboratorio accreditato. I rifiuti devono essere depositati in una apposita area all interno dell impresa definita Deposito Temporaneo. I Rifiuti non devono essere miscelati tra loro ma tenuti separati e identificati (preferibilmente tramite cartelli con il rispettivo codice CER). Il Deposito Temporaneo deve avere delle caratteristiche strutturali tali da evitare che i rifiuti possano essere dispersi nell ambiente. I rifiuti possono giacere nei depositi temporanei solo per periodi limitati di tempo e secondo limiti quantitativi stabiliti dalla normativa. Il trasporto dei rifiuti può essere effettuato direttamente dalla azienda produttrice senza autorizzazione apposita, nei limiti di 30 kg e 30 litri per i rifiuti non pericolosi. Per quantitativi superiori, sia nel caso di trasporto in conto proprio di rifiuti che di conferimento ad altra azienda, è necessaria l'iscrizione all'albo Gestori Rifiuti che qualifica l'azienda al trasporto di determinati rifiuti (Codici CER). Se si conferiscono i rifiuti a terzi è quindi necessario richiedere al trasportatore copia dell'iscrizione all'albo per verificare l'autorizzazione al trasporto di quei determinati rifiuti e che include anche la lista dei veicoli autorizzati. 13

14 REGISTRAZIONI I rifiuti viaggiano accompagnati dal Formulario Identificativo dei Rifiuti (FIR) composto da 4 copie. La 1 e 4 copia del formulario devono essere allegati al Registro di Carico e Scarico dove sono registrati tutti i rifiuti mandati allo smaltimento/recupero. Ogni anno l azienda, se tenuta, deve compilare il MUD nel quale specifica le tipologie e le quantità dei rifiuti speciali che ha inviato allo smaltimento/recupero. Indicazioni di maggior dettaglio sono riportati nel paragrafo Azioni per la conformità normativa della gestione dei rifiuti. Che cosa non è Rifiuto Alcuni residui/scarti provenienti dai vari processi aziendali possono essere gestiti in maniera diversa rispetto ai Rifiuti poiché ricadono nelle categorie di Materie Prime Seconde o di Sottoprodotti se rispettano alcune determinate caratteristiche. Materie Prime Seconde (MPS) La cessazione della qualifica di rifiuto avviene quando alcune materie, sostanze o prodotti secondari rispettano i seguenti criteri, requisiti e condizioni: a) siano prodotti da un operazione di riutilizzo, riciclo o di recupero di rifiuti; b) siano individuate la provenienza, la tipologia e le caratteristiche dei rifiuti dai quali si possono produrre; c) siano individuate le operazioni di riutilizzo, di riciclo o di recupero che le producono, con particolare riferimento alle modalità e alle condizioni di esercizio delle stesse; d) siano precisati i criteri di qualità ambientale, i requisiti merceologici e le altre condizioni necessarie per l immissione in commercio, quali norme e standard tecnici richiesti per l utilizzo, tenendo conto del possibile rischio di danni all ambiente e alla salute derivanti dall utilizzo o dal trasporto del materiale, della sostanza o del prodotto secondario; e) abbiano un effettivo valore economico di scambio sul mercato. 14

15 Sottoprodotti Non sono rifiuti fin dall origine i sottoprodotti, le sostanze e i materiali dei quali il produttore non intende disfarsi e che soddisfino tutti i seguenti criteri, requisiti e condizioni: 1) siano originati da un processo non direttamente destinato alla loro produzione; 2) il loro impiego sia certo sin dalla fase della loro produzione, integrale e avvenga direttamente nel corso del processo di produzione o di utilizzazione preventivamente individuato e definito; 3) soddisfino requisiti merceologici e di qualità ambientale idonei a garantire che il loro impiego non dia luogo ad emissioni e ad impatti ambientali qualitativamente e quantitativamente diversi da quelli autorizzati per l impianto dove sono destinati ad essere utilizzati; 4) non debbano essere sottoposti a trattamenti preventivi o trasformazioni preliminari per soddisfare i requisiti merceologici e di qualità ambientale di cui al punto 3), ma posseggano tali requisiti sin dalla fase di produzione; 5) abbiano un valore economico di mercato. Nella figura che segue è rappresentato uno schema riassuntivo che può aiutare a separare Sottoprodotti e Materie prime Secondarie dai Rifiuti. 15

16 MATERIE PRIME AZIENDA PRODOTTI FINITI RESIDUI/SCARTI DI PRODUZIONE L utilizzo del materiale è certo? NO SÌ Sono individuabili la provenienza la tipologia e le caratteristiche degli scarti? NO La produzione del materiale è avvenuta nel corso di un processo aziendale individuato e definito? SÌ Il materiale può essere utilizzato senza essere sottoposto a trattamenti o trasformazioni e ha un valore economico di mercato? SÌ SOTTOPRODOTTO NO NO SÌ Può essere effettuata un attività di RIUTILIZZO RICICLO o RECUPERO che trasformi lo scarto in un prodotto con un valore di scambio sul mercato? SÌ L utilizzo o il trasporto del prodotto generato dal RIUTILIZZO RICICLO o RECUPERO determina rischi per l ambiente o per la salute? NO SÌ NO MATERIE PRIME SECONDARIE RIFIUTO 16

17 Strumenti Operativi Definizione e implementazione della Strategia di Gestione dei rifiuti Nella tabella che segue sono riportate alcune fasi che l'imprenditore dovrebbe seguire per definire e implementare efficacemente la propria strategia di gestione dei rifiuti. FASE 1. Conosci la tua azienda Esempi applicativi - Quanti sono i rifiuti prodotti dalla mia azienda? - Quanto costa smaltirli? - Chi si occupa in azienda della gestione dei rifiuti? - La gestione dei rifiuti dell'azienda è in regola con la normativa? Essere in grado di rispondere alle seguenti domande è un primo passo per acquisire consapevolezza sulle aree di miglioramento della gestione dei rifiuti della propria azienda. Per una indagine più approfondita si veda Check up (Allegato 2) 2. Conosci cosa succede all'esterno 3. Definisci gli obiettivi e le azioni - Quali politiche a livello locale e globale vengono perseguite in materia dei rifiuti? (Si veda paragrafo Principi e obiettivi della normativa in materia di rifiuti ) - Come si comportano i concorrenti? - I clienti sono attenti/sensibili alle tematiche ambientali? 1. Prevenzione e riduzione dei Rifiuti: Valorizzazione degli scarti (vendita o reimmissione nel ciclo produttivo); Riprogettazione del ciclo produttivo; Analisi del ciclo di vita dei prodotti (inclusi imballaggi); Miglioramento della gestione dei Rifiuti: Riduzione dei costi di smaltimento attraverso una più efficace raccolta differenziata; sviluppo di collaborazioni con il Gestore del servizio pubblico locale per l'ottimizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti assimilati; organizzazione delle responsabilità del personale e relativa formazione; controllo della conformità normativa; 17

18 FASE Esempi applicativi 4. Coinvolgi tutta la tua struttura interna e comunica all'esterno Coinvolgere dipendenti e collaboratori nella strategia relativa alla gestione dei rifiuti assicura maggiori possibilità di successo nel raggiungimento degli obiettivi e può rendere i dipendenti più motivati. Comunicare poi a clienti e fornitori il proprio impegno può essere un uno strumento utile per crearsi una reputazione di azienda responsabile e riuscire a conquistarsi nuove fette di mercato grazie a un aumento della soddisfazione dei clienti. Esempi per un efficace coinvolgimento: - Dichiarazione e pubblicazione degli obiettivi attraverso: riunioni, affissione in bacheca, invio e- mail, newsletter, su rete intranet/sito, in allegato alla busta paga,... - Definizione delle procedure per le varie attività relative alla gestione dei rifiuti - Divulgazione dei risultati ottenuti alla struttura interna, ai clienti, ai fornitori, agli enti locali e di controllo (strumenti di contabilità e comunicazione ambientale: es. bilanci ambientali, ) 18

19 Definizione Organigramma e Mansionario SOLUZIONE RIFIUTI È sempre una buona regola che Organigramma e Mansionario relativi a un processo aziendale siano portati a conoscenza di tutte le persone che operano in quel determinato processo. L'efficienza di una organizzazione, infatti, passa dalla consapevolezza che ogni persona ha del proprio ruolo all'interno della stessa. La rappresentazione grafica della struttura organizzativa (Organigramma) insieme alla lista dei compiti spettanti a ogni figura aziendale (Mansionario) offrono la possibilità a tutti di comprendere in maniera immediata "chi fa che cosa e quali sono le relazioni e le gerarchie aziendali. L'organigramma e il mansionario che seguono devono essere considerati puramente indicativi. Ogni azienda potrà infatti personalizzarli in base alle proprie esigenze specifiche. L ORGANIGRAMMA Di seguito è riportato un organigramma tipo nel quale sono rappresentate tutte le figure direttamente e indirettamente coinvolte nella gestione dei rifiuti aziendali. Ovviamente tutti i dipendenti dovranno seguire le piccole e quotidiane azioni individuali, come ad esempio la corretta raccolta differenziata che dovrà essere resa possibile in tutti i reparti, dagli uffici alla produzione ai magazzini, e facilitata da cartelli che indichino con chiarezza cosa/dove buttare. Direzione Responsabile Risorse Umane Responsabile Gestione Ambientale Responsabile Amministrazione Responsabile Produzione Addetti alla Amministrazione Addetti alla Produzione 19

20 IL MANSIONARIO Imprenditore Direzione Definizione della Strategia e comunicazione / divulgazione della stessa (anche verso l esterno) Definizione degli obiettivi di prevenzione e riduzione dei rifiuti e di miglioramento della gestione Delega di compiti e responsabilità alle diverse funzioni Controllo Responsabile Gestione Ambientale Check up /analisi del processo di gestione dei rifiuti Supporto alla direzione nella scelta delle azioni relative agli obiettivi di prevenzione e riduzione dei rifiuti e di miglioramento della gestione Supervisione e controllo delle attività operative relative ai rifiuti Analisi dei risultati e degli scostamenti della gestione dei rifiuti rispetto agli obiettivi stabiliti Responsabile Amministrativo Gestione del registro di carico e scarico Tenuta dei Formulari Redazione e invio della Dichiarazione MUD (se dovuta) Responsabile Produzione Supporto alla direzione nella scelta delle azioni relative alla riduzione dei rifiuti Gestione delle operazioni di trattamento (preparazione, recupero o smaltimento) dei rifiuti. Tale compito comporta il coordinamento delle attività di conferimento con il Gestore del Servizio Pubblico Locale (SPL) e con le altre imprese autorizzate a svolgere le attività di trasporto dei rifiuti, inclusa la gestione delle autorizzazioni dei trasportatori e l iscrizione all albo se il trasporto avviene per conto proprio. Gestione dei depositi temporanei dei rifiuti per lo smaltimento/ recupero 20

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