Comune di Seravezza (LU) Piano Regolatore Generale Art. 53 L.R. 1/05 REGOLAMENTO URBANISTICO LINEE GUIDA, INDIRIZZI E PROGRAMMA DI LAVORO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Comune di Seravezza (LU) Piano Regolatore Generale Art. 53 L.R. 1/05 REGOLAMENTO URBANISTICO LINEE GUIDA, INDIRIZZI E PROGRAMMA DI LAVORO"

Transcript

1 Comune di Seravezza (LU) Piano Regolatore Generale Art. 53 L.R. 1/05 REGOLAMENTO URBANISTICO LINEE GUIDA, INDIRIZZI E PROGRAMMA DI LAVORO Aprile

2 Comune di Seravezza (LU) PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO LINEE GUIDA, INDIRIZZI E PROGRAMMA DI LAVORO 1. PROGRAMMA DI LAVORO Il presente documento rappresenta il primo atto del processo analitico-progettuale e del conseguente procedimento amministrativo di formazione del Regolamento Urbanistico; esso è redatto in coerenza e conformità con quanto indicato all articolo 59 del Piano Strutturale che recita in particolare: l ufficio di Piano elabora in via preliminare il documento programmatico contenente il piano di lavoro per la redazione ed elaborazione del R.U. sulla base della disciplina del P.S. argomentandone la conformità ed individuando al contempo le linee guida per la Valutazione Integrata del R.U. e le attività di informazione e comunicazione che si intendono adottare. Scopo prioritario del documento è quindi quello di aprire sin dalle prime fasi di elaborazione del R.U. il confronto aperto e trasparente, con tutti i soggetti interessati, sui contenuti dello strumento urbanistico ed in particolare sul percorso metodologico, tecnico, scientifico, nonché di partecipazione e comunicazione che si intende adottare, sui tempi e le modalità per la costruzione dei quadri analitici e propositivi e sullo svolgimento dei percorsi di democrazia partecipata. Si tratta inoltre di un primo momento per puntualizzare i riferimenti disciplinari e normativi entro cui possono essere elaborate le scelte progettuali, ovvero la cornice - definita dalle disposizioni legislative e regolamentari regionali e dallo stesso Piano Strutturale entro cui si definiscono le proposte di assetto urbanistico, territoriale e/o di sviluppo sostenibile, conformanti il regime dei suoli, per la comunità di Seravezza. Il programma di lavoro delineato dall Ufficio di Piano in concerto con l amministrazione comunale, che si conta di sviluppare e concludere nell arco di circa un anno, prevede quattro fasi tra loro strettamente interconnesse e consequenziali; in particolare: 1 fase. L avvio dei lavori e del percorso di partecipazione-comunicazione. Comprende una serie di attività preliminari che vanno dalla pubblicazione del Piano Strutturale approvato con le modifiche apportate a seguito della pronuncia sulle osservazioni, alla formalizzazione del gruppo di lavoro incaricato della redazione del Regolamento Urbanistico, e che prevede come caposaldo della fase la divulgazione, condivisione e successiva approvazione (con modalità da stabilire di concerto con l amministrazione comunale) del presente documento di indirizzi e linee guida per la formazione del R.U.. 2 fase. La costruzione dei quadri conoscitivi, interpretativi e valutativi. Comprende la redazione delle analisi e delle indagini di dettaglio che risultano preliminari alla definizione del quadro progettuale e che prevedibilmente occuperanno il gruppo di lavoro per circa due/tre mesi. Si tratta in particolare, coerentemente con quanto prescritto ed indicato dal P.S., di avviare una vera e propria campagna di analisi e di rilievo del territorio (di cui si da conto, nel dettaglio, al successivo capitolo 4 del presente documento) che risulta in particolare articolata secondo i seguenti quattro grandi tematismi: - l allestimento dei nuovi supporti cartografici necessari alla redazione del R.U. ed in particolare la realizzazione di un nuovo volo aereo a colori per l acquisizione di riprese aeree zenitali riferite allo stato attuale e il successivo aggiornamento della Carta Tecnica Regionale (C.T.R.) in scala 1:2.000 relativamente al sistema territoriale della pianura e ai centri antichi della montagna; 2

3 - l analisi e indagini sul territorio aperto che comprende l affinamento a maggiore dettaglio della carta dell uso del suolo (precedentemente redatta per il P.S. alla scala 1:10.000) alla scala 1:5.000 per il sistema territoriale della montagna e alla scala 1:2.000 per il sistema territoriale della pianura, nonché la schedatura-catalogazione degli edifici di impianto storico (presenti nel catasto vecchio) e di quelli presenti al catasto di impianto, nonché la verifica e l eventuale integrazione della schedatura delle aree produttive presenti nelle aree a prevalente ed esclusiva funzione agricola; - l analisi e indagini sul territorio urbanizzato che comprende il rilievo urbanistico alla scala 1:2000 degli insediamenti e dei centri abitati con particolare attenzione per l identificazione delle funzioni, delle destinazioni d uso, delle tipologie insediative ed edilizie, degli spazi aperti di pertinenza degli edifici, degli spazi pubblici (Standard Urbanistici); nonché la schedatura e catalogazione degli edifici di impianto storico (presenti al catasto vecchio) e di quelli presenti al catasto di impianto; - le indagini geologico-tecniche di supporto allo strumento urbanistico con particolare attenzione per la identificazione delle classi di fattibilità (idraulica e geomorfologica) da definirsi in funzione delle classi di pericolosità indicate dal Piano Strutturale e del livello di esposizione dato dalle previsioni del R.U.. Di quanto sinteticamente elencato si da ampia descrizione argomentazione (in ordine a metodologie e tecniche delle analisi) nel successivo capitolo fase. La definizione di sintesi delle indagini e dello Schema Generale (direttore) del R.U. Comprende la redazione e presentazione di una serie di elaborati sia analitici che metaprogettuali che permettano l avvio di un precoce confronto, da aprirsi con la comunità locale, il consiglio comunale e gli altri soggetti interessati, sulle idee e le ipotesi di assetto urbanistico e territoriale del R.U. e che consentano al contempo la contemporanea verifica e valutazione preliminare integrata (ambientale e strategica) delle stesse ipotesi. In particolare si prevede la realizzazione: - di un documento analitico-interpretativo di sintesi delle analisi e delle indagini realizzate nella seconda fase che permetta la visione generale ed onnicomprensiva delle principali informazioni e dei dati desunti con la campagna di rilievo e facenti parte del quadro conoscitivo del R.U.. Si prevede in particolare la redazione di una cartografia di sintesi, estesa all intero territorio comunale, corredata di un rapporto descrittivo, che risulta organizzata in un inquadramento generale alla scala 1:5000 e in cartografie di dettaglio alla scala 1:2000 relativamente alle parti di territorio maggiormente insediate e quindi più dense di informazioni (pianura e centri antichi della montagna); - del rapporto intermedio di valutazione integrata del R.U. che comprende la valutazione strategica in riferimento alla disciplina dello Statuto del Territorio e della Strategia dello Sviluppo del P.S., nonché la valutazione effetti ambientali in riferimento alla disciplina della sostenibilità e integrità delle risorse dello stesso P.S.; - di uno schema generale di assetto generale del territorio costituito da una cartografia in scala 1:5.000 contenente le principali indicazioni di ordine progettuale (zonizzazione, disciplina degli insediamenti esistenti, disciplina delle principali trasformazioni territoriali, rete infrastrutturale e servizi, ecc.) con eventuali schemi a scala maggiore per i temi o le aree di maggiore interesse strategico, con particolare attenzione per le U.T.O.E.. in questo quadro sarà inoltre fornito un indice e i principali parametri di sintesi delle Norme tecniche di attuazione del R.U. Questa fase prevede tra l altro la verifica e la sintesi degli esiti dell attività di partecipazione che saranno esplicitate nel Rapporto del Garante della Comunicazione. E in questo contesto che si prevede ad esempio la redazione di una specifica mappa tematica dedicata alla rappresentazione delle attese e delle aspirazioni della comunità desunta dalle esperienze condotte con la partecipazione informale (i luoghi e le piazze), nonché la sintesi delle principali indicazioni emerse dal questionario porta a porta formulato dal Sindaco. Inoltre sarà il momento per fare il punto sulle indicazioni fornite dal nucleo tecnico intersettoriale costituito 3

4 internamente all Ente e per avviare al contempo la formalizzazione dei Forum Tematici con interlocutori privilegiati. Dell attività di partecipazione e comunicazione si da ampia descrizione al successivo capitolo La elaborazione delle proposta progettuale definitiva del R.U. Comprende la restituzione finale del Regolamento Urbanistico che, tenendo a riferimento le attività esplicate nella terza fase, sarà indicativamente costituito dai seguenti elaborati (aventi contenuti e forma compatibili con l adozione dell atto di governo del territorio in consiglio comunale): - cartografia del R.U.. comprendente la disciplina generale del territorio in scala 1:5000 (territorio rurale) e il dettaglio delle previsioni urbanistiche in scala 1:2000 (pianura e centri antichi); - norme tecniche di attuazione con allegate le schede-norma per le aree di nuovo impianto (Piani Attuativi) e le aree di trasformazione urbanistica (Piani di Recupero); - relazione generale contenente in particolare il rapporto di valutazione integrata del R.U. e la relazione di incidenza; - indagini Geologico Tecniche comprendenti in particolare le carte della fattibilità idralica e geomorfologica; - il Rapporto del Garante della Comunicazione e la Relazione del Responsabile del procedimento. 2. DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI 2.1. Contenuti e articolazione del R.U. Il Regolamento Urbanistico è, ai sensi dell articolo 10 della L.R. 1/2005, l atto di governo del territorio che esplicita e attuata la disciplina del Piano Strutturale comunale (strumento della pianificazione territoriale). Come disciplinato all articolo 55 del Piano Strutturale comunale infatti, l atto di governo del territorio obbligatorio per l attuazione delle previsioni del P.S., direttamente precettivo ed operativo, è il Regolamento Urbanistico. Esso, in conformità con quanto disciplinato all articolo 55 della L.R. 1/2005, disciplina l attività urbanistica ed edilizia per l intero territorio comunale, e si compone di due parti: a) la disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti (articolo 55 comma 2 lettera a L.R. 1/2005); b) la disciplina delle trasformazioni e degli assetti insediamenti, infrastrutturali ed edilizi del territorio (articolo comma 2 lettera b L.R. 1/2005). Nella parte a) - previa elaborazione di un proprio quadro conoscitivo dettagliato, da aggiornare periodicamente in modo da andare ad implementare il sistema di conoscenze definito dal P.S., con particolare riguardo al patrimonio edilizio ed urbanistico esistente e alle funzioni in atto (vedi successivo capitolo 4) - il R.U: - individua il perimetro aggiornato dei centri abitati, da intendersi come delimitazione continua comprendente tutte le aree edificate e i lotti interclusi, le aree all interno di tale perimetro nelle quali è consentita l edificazione di completamento o di ampliamento degli edifici esistenti e le aree e gli ambiti sui quali perseguire prioritariamente la riqualificazione insediativa, le aree destinate alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria nel rispetto degli standard determinati dal P.S.; - definisce la disciplina dell utilizzazione, del recupero e della riqualificazione del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente e le azioni di tutela e valorizzazione degli edifici e manufatti 4

5 di valore storico ed artistico, la disciplina del territorio rurale e quella per le trasformazioni non materiali del territorio di cui al comma 3 dell articolo 54 della L.R. 120/05. - Nella parte b) il R.U. individua gli ambiti interessati da interventi di riorganizzazione del tessuto urbanistico, gli interventi di addizione agli insediamenti esistenti consentiti anche all esterno del centri urbani e quelli che, per la loro complessità, si attuano tramite Piani Attuativi, le infrastrutture da realizzare e le relative aree nonché i beni sottoposti a vincolo ai fini espropriativi; e redige la rispettiva disciplina di trasformazione caratterizzata dalla perequazione di cui all articolo 60 della legge regionale insieme al programma di intervento per l abbattimento delle barriere architettoniche ed urbanistiche, finalizzato a garantire un adeguata fruibilità delle strutture di uso pubblico e degli spazi comuni della città. Il R.U. inoltre esegue la valutazione di fattibilità idrogeologica degli interventi in base all approfondimento degli studi di natura idrogeologica, geologica ed idraulica facenti parte integrante e sostanziale dell atto di governo del territorio. Al contrario del P.S. l efficacia delle previsioni del R.U. non sono a tempo indeterminato, in particolare la disciplina e le previsioni indicate al punto b) ed i conseguenti eventuali vincoli preordinati alla espropriazione perdono efficacia se alla scadenza del quinquennio dall approvazione del R.U. non siano stati approvati i conseguenti piani attuativi e/o i progetti esecutivi. Nei casi in cui il R.U. preveda la possibilità di piani attuativi di iniziativa privata, la perdita di efficacia si verifica allorché entro cinque anni non sia stata stipulata la relativa convenzione ovvero i proponenti non abbiano formato un valido atto unilaterale d obbligo a favore del comune. L efficacia esclusivamente quinquennale di dette previsioni è stata ulteriormente ribadita e chiarita con il D.P.G.R. n 3/R del 9/2/2007 (Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della L.R. 1/2005) che all articolo 8 commi 5 e 6 recita: nel quadro previsionale strategico quinquennale del R.U. sono esplicitati, per ogni singola U.T.O.E., i dimensionamenti prelevati dal P.S., evidenziando altresì il saldo residuo per ciascuna delle funzioni principali (residenziale, industriale, artigianale, commerciale, direzionale, turistico-ricettiva, agricola) [ ] alla scadenza del quinquennio dall approvazione del R.U. i dimensionamenti che abbiano perduto efficacia rientrano nei quantitativi residui del P.S., disponibili per la definizione del successivo quadro previsionale strategico quinquennale. E pertanto chiaro che dovranno essere inserite nel primo R.U. esclusivamente le previsioni che si intende e si ritiene ragionevolmente possibile realizzare nell arco dei cinque anni di sua efficacia, rimandando ai successivi R.U. quegli interventi ed opere che per sua natura o per condizioni oggettive non potranno con molta probabilità avere attuazione. Alla luce di quanto espresso l accertamento della decadenza di efficacia di alcune delle previsioni del R.U. è quindi uno dei motivi per cui alla scadenza di ogni quinquennio dall approvazione dello strumento urbanistico il comune è tenuto a redige una Relazione di monitoraggio degli effetti del R.U. ai sensi della disciplina sulla valutazione integrata (Titolo II capo I della L.R. 1/2005). Detta relazione è da intendersi integrata con il Rapporto sullo stato del governo del territorio comunale che l ufficio di Piano, ai sensi dell articolo 59 del P.S., è tenuto a redigere ogni due anni dall approvazione del P.S. stesso (esso contiene infatti la contabilità del dimensionamento del P.S. e il controllo sull attuazione delle previsioni insediative e infrastrutturali). E da tenere inoltre presente che il P.S. dispone e prevede la eventuale definizione del Programma Complesso di Intervento. Le trasformazioni del territorio previste dal P.S. che richiedono l esecuzione programmata e contestuale di interventi pubblici e privati, possono essere infatti anche attuate mediante la redazione del P.C.I.; quest ultimo diventa inoltre obbligatorio quando lo stesso P.S. ne prescrive esplicitamente l utilizzo per specifici interventi o opere. Tale piano, in conformità con il P.S., individua le risorse del territorio utilizzate, le aree e gli ambiti su cui operare la riqualificazione insediativa, i beni eventualmente da espropriare, e definisce la fattibilità economico-finanziaria delle trasformazioni in esso previste con particolare riferimento alla programmazione delle risorse finanziarie del comune, la disciplina della perequazione di cui all art. 60 della legge regionale e gli impegni giuridici vincolanti che 5

6 dovranno essere assunti dai soggetti privati che intendono partecipare alla realizzazione del piano. Inoltre, il P.C.I. deve essere corredato dalla valutazione integrata e dal monitoraggio degli effetti del governo del territorio ai sensi del R.U.. Esso integra il R.U. con efficacia limitata alla permanenza in carica della Giunta Comunale che l ha promosso così come disposto dall art. 57 della L.R. 01/05. Ai fini della costruzione di un sistema di atti di governo del territorio coerenti tra loro è bene infine ricordare che sono strumenti di dettaglio attuativi di alcune previsioni del R.U. o dei P.C.I. al fine del coordinamento degli interventi sul territorio, i Piani Attutivi. Essi, in rapporto agli interventi previsti, possono avere i contenuti e l efficacia dei piani o programmi particolareggiati, quale quelli di lottizzazione, quelli per l edilizia economica e popolare, quelli per gli insediamenti produttivi e quelli di recupero del patrimonio edilizio. L atto di approvazione del P.A. individua le disposizioni legislative di riferimento e i beni soggetti ad espropriazione, ed è corredato dal quadro conoscitivo di riferimento, dalle relazioni illustrativa e di fattibilità, nonché dalla specifica normativa di attuazione, oltre agli altri elaborati di dettaglio di cui al comma 1 dell articolo 67 della L.R. 01/05. Nella loro formazione il comune attua la concertazione fra i soggetti pubblici e privati che partecipano all attuazione del piano Specifiche indicazioni regolamentari per il R.U. La regione Toscana ha recentemente approvato buona parte dei regolamenti di attuazione previsti e disciplinati in attuazione delle disposizioni della L.R. 1/2005, in particolare quelli riferiti alla valutazione integrata (articolo 11 comma 5), al territorio rurale (Titolo IV Capo III), al sistema informativo geografico regionale (articolo 29 coma 5), alla tutela e valorizzazione degli insediamenti (articolo 37 comma 3), agli strumenti della pianificazione territoriale e agli atti di governo del territorio (Titolo V). Mentre si rimanda al successivo capitolo 5 per i contenuti della valutazione integrata del R.U. in questa sede preme evidenziare i principali contenuti degli ultimi due regolamenti citati che con maggiore interesse e proprietà di argomenti vanno ad interessare il processo e il procedimento di formazione del R.U.. Le disposizioni regolamentari relative in specifico alla tutela e valorizzazione degli insediamenti, che si applicano agli strumenti della Pianificazione e agli Atti di Governo del Territorio (quindi anche al R.U. e ai Piani Attuativi) definiscono i parametri e gli indirizzi diretti a garantire che tutti gli interventi di trasformazione del territorio siano compiuti nel rispetto dei requisiti di qualità urbana, ambientale, edilizia e di accessibilità al fine di prevenire e risolvere i fenomeni di degrado (articolo 1 del regolamento). Esse riguardano in particolare le seguenti tematiche: a) la dotazione di infrastrutture per la mobilità, parcheggi, verde urbano e di connettività urbana, percorsi pedonali e ciclabili, infrastrutture per il trasporto pubblico, arredo urbano ed altre opere di urbanizzazione primaria; b) la qualità e la quantità degli interventi realizzati per il contenimento dell impermeabilizzazione del suolo, il risparmio idrico, la salvaguardia e la ricostruzione delle riserve idriche anche potenziali; c) la dotazione di reti differenziate per lo smaltimento e per l adduzione idrica, nonché il riutilizzo delle acque reflue; d) la salubrità degli immobili (edilizia sostenibile) e del territorio, il contenimento energetico, il rispetto dei requisiti di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli insediamenti per ogni tipologia di utenza. Le disposizioni regolamentari relative in specifico agli Strumenti della Pianificazione Territoriale e agli Atti di Governo del Territorio definiscono in dettaglio i caratteri, gli elementi costituitivi e i contenuti di questi strumenti e piani. In particolare il regolamento definisce: a) le disposizioni per il Piano Territoriale di Coordinamento; 6

7 b) le disposizioni per il Piano Strutturale e precisamente il rapporto tra lo Statuto del Territorio e le Strategie di sviluppo, il dimensionamento in generale e sua articolazione e parametri, la quantificazione delle dimensioni massime sostenibili, il raccordo tra piano strutturale e regolamento urbanistico, l individuazione delle aree connotate da condizioni di degrado; c) le disposizioni per il Regolamento Urbanistico e precisamente la gestione del patrimonio edilizio esistente, il recupero del patrimonio edilizio esistente, gli interventi relativi al riutilizzo dei manufatti dismessi siti nel territorio rurale, il Pubblico avviso, le addizioni agli insediamenti esistenti. In questo contesto, di significativo rilievo ed importanza metodologica risultano evidentemente le disposizioni indicate al punto c) che divengono il riferimento obbligatorio per la costruzione del R.U.. Nel dettaglio, rimandando al capitolo 6 gli approfondimenti relativi ai contenuti e alle modalità per la formazione degli avvisi pubblici, il regolamento stabilisce che: - le disposizioni relative alla gestione del patrimonio edilizio esistente (articolo 10 del regolamento), contenuta nel R.U., sono riferite sia a singoli immobili che a complessi edilizi, siano essi isolati o appartenenti a tessuti edificati. Tali immobili e complessi edilizi sono classificati sulla base di parametri riferiti ai caratteri morfotipologici, architettonici e urbanistici, nonché al valore storico-culturale, paesaggistico o testimoniale. In questo ambito sono considerati e classificati gli immobili ritenuti di rilevante valore storico-architettonico o storico-testimoniale, esistenti nelle zone agricole, ivi compresi quelli privi della dichiarazione di interesse culturale ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Questa disciplina può ricomprendere e valorizzare, assoggettandoli alla tutela relativa, anche beni e manufatti diversi da quelli sopraindicati, comunque ritenuti di interesse storicoculturale, paesaggistico, o testimoniale; - il R.U. contiene le disposizioni relative agli interventi urbanistico-edilizi ammissibili (articolo 11 del regolamento) per le varie categorie di immobili classificati come sopra indicato, con riferimento alle disposizioni di cui agli articoli 78 e 79 della L.R. 1/2005. Il R.U. può inoltre contenere una specifica disciplina volta a favorire il mutamento di destinazioni d uso in atto che risultino incompatibili con la natura e le caratteristiche degli immobili classificati. Inoltre in relazione agli obiettivi e alle finalità da perseguire per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, i comuni, in sede di formazione del R.U., accertano e valutano anche lo stato dei servizi e delle infrastrutture urbane esistenti; - il R.U. contiene le norme in materia di interventi relativi al riutilizzo dei manufatti dismessi siti nel territorio rurale (articolo 12 del regolamento). In particolare il R.U. individua gli edifici e i manufatti non più utilizzati per le attività produttive delle aziende agricole, assoggettandoli ad apposita disciplina. Sono comunque esclusi gli edifici e i manufatti per i quali è prevista la rimozione, nel rispetto delle limitazioni e delle prescrizioni contenute nel P.S., ed in applicazione altresì degli indirizzi e dei criteri dettati dal P.T.C. e dal P.I.T., per la tutela e la valorizzazione del territorio rurale. Eventuali interventi di sostituzione edilizia o di ristrutturazione urbanistica consentiti dal R.U. sugli edifici e manufatti dismessi, sono dimensionati prendendo a riferimento la superficie utile lorda legittima esistente, e comunque valutando preventivamente la compatibilità paesaggistica e ambientale della volumetria ricostruita con il contesto rurale di riferimento; - il R.U. contiene le disposizioni in materia di interventi di riorganizzazione del tessuto urbanistico (articolo 15 del regolamento) che consiste nell insieme di opere e interventi volti alla sostituzione di una parte degli assetti insediativi esistenti. Sono compresi nella riorganizzazione del tessuto urbanistico anche gli interventi comportanti la demolizione di edifici non compatibili, dal punto di vista morfologico, paesaggistico, ambientale o funzionale, con il contesto urbano di riferimento. Qualora gli interventi si riferiscano a porzioni significative dell edificato, ovvero a complessi edilizi di particolare rilevanza per dimensioni o localizzazione, essi si realizzano mediante i Piani Attuativi o mediante i Piani Complessi di Intervento. 7

8 Il regolamento stabilisce infine alcune indicazioni di dettaglio per l applicazione della disciplina relativa alla perequazione urbanistica i cui contenuti, peraltro estremamente articolati e complessi, esulano dalle finalità del presente documento Procedimento di adozione e approvazione del R.U. Come meglio specificato dalla D.G.R. n 289 del 21/02/2005 ai regolamenti urbanistici che alla data di entrata in vigore della L.R. 1/2005 non risultano adottati si applica: a) il procedimento di cui agli articoli 15, 16 e 17 se si rende contestualmente necessario variare il P.S. o altro strumento della pianificazione territoriale. In tale ipotesi, è necessario comunicare l avvio del procedimento ai soggetti interessati e, comunque, alla Regione e alla provincia, ai sensi dell articolo 15. b) il procedimento di cui agli articoli 16 e 17 se detti regolamenti non comportano variante al P.S. e o ad altro strumento della pianificazione territoriale. Pertanto, ferma restando il percorso di formazione del R.U. precedentemente descritto al precedente capitolo 1, il procedimento amministrativo per l approvazione definitiva dell atto di governo del territorio prevede che: a) Il soggetto istituzionalmente competente all adozione del R.U. comunica tempestivamente il provvedimento adottato alla Provincia e alla Regione e trasmette ad essi i relativi atti. Entro e non oltre sessanta giorni dalla data del ricevimento della notizia o del provvedimento adottato, tali soggetti possono presentare osservazioni al piano adottato. b) Il provvedimento adottato è depositato presso l'amministrazione competente per quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del relativo avviso sul Bollettino ufficiale della Regione. Entro e non oltre tale termine, chiunque può prenderne visione, presentando le osservazioni che ritenga opportune. c) L amministrazione competente all approvazione, in relazione alla complessità del provvedimento, ha facoltà di raddoppiare i termini nel rispetto delle previsioni minime in essi contenute. d) Decorsi i termini indicati con l adozione l amministrazione competente provvede all approvazione del R.U.. Il provvedimento di approvazione contiene il riferimento puntuale alle osservazioni pervenute, e l espressa motivazione delle determinazioni conseguentemente adottate. e) Gli avvisi relativi all approvazione del R.U. sono quindi pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione decorsi almeno trenta giorni dall approvazione stessa. Lo strumento acquista efficacia dalla data di tale pubblicazione. f) Il provvedimento di approvazione è comunicato alla Provincia e alla regione ed è reso accessibile ai cittadini anche in via telematica. Le norme del P.S. consentono inoltre che alcune limitate previsioni in esso contenute, considerate di prevalente interesse pubblico e ritenute prioritarie per la crescita sociale del territorio e il benessere dei cittadini, possano essere anticipate rispetto all approvazione del R.U., tramite specifiche varianti al P.R.G.C. vigente, da rendere efficaci, nel periodo tra l approvazione del P.S. e quella del R.U., mediante gli accordi di pianificazione di cui al Capo I del Titolo III della L.R. 01/05. Tali varianti dovranno essere corredate di adeguato quadro conoscitivo e di tutte le valutazioni derivanti dalle leggi e dal P.S. stesso proprie degli atto di governo del territorio attuativi, nonché supportate da indagini geologiche di dettaglio. Dette disposizioni devono però oggi fare i conti con le limitazioni imposte dal nuovo P.I.T. recentemente adottato che individua specifiche misure di salvaguardia riferite in particolare all attuazione delle previsioni di P.R.G. e P.d.F. ancora vigenti. In questo caso infatti (articolo 36 comma 1 del P.I.T. adottato) le previsioni dei vigenti P.R.G. e P.d.F. riguardanti aree di espansione edilizia soggette a piano attuativo, per le quali non sia stata stipulata la relativa convenzione ovvero non sia stata avviata una specifica procedura espropriativa al momento ella 8

9 entrata in vigore del P.I.T., sono attuabili esclusivamente a seguito di deliberazione comunale che - per i Comuni che hanno approvato ovvero solo adottato il P.S. verifichi e accerti la coerenza delle previsioni in parola ai principi, agli obiettivi e alle prescrizioni del P.S., vigente o adottato, nonché alle direttive e alle prescrizioni del P.I.T. stesso. Ulteriori misure di salvaguardia, sono definite inoltre in ordine al rispetto delle prescrizioni riferite allo Statuto del Territorio del P.I.T.. 3. INDICAZIONI E PRESCRIZIONI DEL P.S Articolazione e disciplina del P.S. Il P.S. disciplina, in coerenza e conformità con il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana (P.I.T.) ed il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca (P.T.C.), l insieme delle attività relative all uso del territorio con riferimento sia agli aspetti conoscitivi che a quelli normativi e gestionali riguardanti la tutela, la valorizzazione e le trasformazioni delle risorse territoriali e ambientali. Il P.S. contiene: - lo Statuto del territorio comunale ovvero la struttura identitaria definita attraverso l individuazione di sistemi e sub-sistemi territoriali e le invarianti strutturali; - la Strategia di sviluppo che definisce il dimensionamento sostenibile e i principali temi per la crescita del territorio e il benessere dei cittadini individuando sistemi e sub-sistemi funzionali per i temi trasversali, nonché Unità Territoriali Organiche Elementari (U.T.O.E.) per quelli locali, oltre a disciplinare la sostenibilità mediante la valutazione integrata degli effetti territoriali, ambientali e socioeconomici e la tutela dell integrità delle risorse essenziali del territorio. Il P.S. costituisce, quindi, il riferimento primario per l azione ordinaria di organizzazione e gestione del territorio, dell attività amministrativa, degli enti e delle aziende che svolgono un ruolo di gestione e tutela del territorio e delle risorse ambientali. Le disposizioni del P.S. si attuano attraverso gli atti di governo del territorio ovvero, principalmente il Regolamento Urbanistico comunale, ma anche i Piani Complessi di Intervento e i Piani attuativi. Infine, qualora incidano sull assetto costituito del P.S. determinando modifiche o variazione di esso, si attuano con Piani e Programmi di Settore, accordi di programma e altri atti della programmazione negoziata Statuto del territorio Disciplina delle Invarianti Strutturali Lo Statuto del territorio di Seravezza è la parte statutaria della pianificazione territoriale che assume e ricomprende le invarianti strutturali, quali elementi cardine dell identità dei luoghi, consentendo l individuazione delle regole di insediamento e trasformazione del territorio la cui tutela garantisce, nei processi evolutivi sanciti e promossi dal P.S. stesso, lo sviluppo sostenibile. Inoltre esso definisce gli obiettivi, gli indirizzi e le azioni progettuali prioritarie e strategiche riferite all articolazione del territorio in sistemi e sub-sistemi, nonché il nucleo di regole, vincoli e prescrizioni per la verifica di compatibilità degli atti di governo del territorio previsti per l attuazione del P.S.. 9

10 Sono quindi inserite nella parte statutaria del P.S. le disposizioni che garantiscono la salvaguardia dello spirito e la specificità culturale e naturale del territorio nonché il senso di appartenenza della comunità al proprio luogo; esse prevalgono sulle altre norme del P.S.. La disciplina delle invarianti strutturali è genericamente individuata all interno delle norme tecniche riferite allo Statuto del Territorio e, in maniera più puntuale, è raccolta nelle specifiche sedici schede di riferimento. Da queste schede, articolate in quattro punti (A. Descrizione ed Elementi territoriali di Valore ed Emergenza, B. Funzioni caratterizzanti ed Obiettivi prestazionali non negoziabili, C Azioni prioritarie di valorizzazione connesse con la strategia di sviluppo del P.S., D. Criteri e indirizzi per gli elementi costituenti l invariante strutturale) sono di seguito estrapolati, per ogni singola invariante, i compiti del R.U. discendenti in particolare dal punto B) tralasciando quelli del punto C) in quanto definiti nel capitolo riferito ai Sistemi Funzionali. Invariante strutturale n 1 - Paesaggi delle Alpi Versiliesi e Monte Altissimo La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) valorizzare l ambito territoriale come luogo riservato alla realizzazione di un polo didattico e di documentazione ricerca scientifica degli ecosistemi della montagna versiliese; b) individuare una meta - punto tappa attrezzata da integrarsi nel più ampio circuito di valorizzazione e fruizione delle Alpi Apuane (Camminapuane, Apuane trekking, ecc.); c) dettare norme per la riqualificazione urbanistica e funzionale degli insediamenti produttivi di recente formazione; d) individuare i progetti e le previsioni connesse con gli strumenti della pianificazione territoriale e regolamentarne l attuazione al fine della loro realizzazione in coerenza con le disposizioni del P.S.. Invariante strutturale n 2 - Paesaggi insediati di Azzano La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) prevedere la dotazione di servizi e attrezzature, per la fruizione degli itinerari del Parco delle Alpi Apuane; b) individuare una specifica normativa per la valorizzazione del centro di Azzano che favorisca lo sviluppo di attività e iniziative economico-produttive finalizzate alla valorizzazione e utilizzazione delle risorse della montagna; c) dare attuazione ai progetti e alle previsioni per la riqualificazione dell intero ambito territoriale da definire con la programmazione della Comunità Montana. Invariante strutturale n 3 - Fiume Serra e contesti della Desiata e Riomagno La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) individuare azioni specifiche per il riconoscimento del contesto territoriale come porta di accesso al Parco delle Alpi Apuane; b) verificare puntualmente le caratteristiche naturalistiche-ambientali degli spazi fluviali e delle zone contermini di pertinenza, nonché quelle circostanti i paesi Malbacco e Riomagno per concretizzare la possibilità di istituire un area protetta di interesse locale (A.N.P.I.L. L.R. 49/90); c) determinare azioni in grado di ripristinare e favorire la funzionalità ecosistemica del fiume anche in collaborazione con le iniziative di settore promosse da Provincia, Comunità Montana e Parco. Invariante strutturale n 4 - Paesaggi insediati di Basati La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) regolamentare la rifunzionalizzazione, anche in forme innovative e moderne e in termini economicamente sostenibili, delle regole di uso e organizzazione delle strutture edilizie non utilizzate o in abbandono; 10

11 b) determinare azioni per migliorare le condizioni di vivibilità e di efficienza dell insediamento e della rete infrastrutturale; c) individuare progetti che tendano a qualificare l ambito territoriale e in particolare il centro di Basati come insediamento di riferimento per la ricerca e la sperimentazione di azioni innovative e originali per attuare il tema delle Politiche per la casa; d) assicurare la formazione e lo sviluppo di iniziative economico-produttive, in armonia con le politiche della Comunità Montana; in particolare valorizzare Basati come principale snodo montano per l organizzazione delle attività e delle imprese orientate all utilizzazione delle risorse silvo-pastorali con particolare attenzione per quelle legnose e del bosco. Invariante strutturale n 5 - Canale del Giardino e Ruosina La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) favorire e promuovere la nascita e lo sviluppo di attività economiche compatibili e strutture pubbliche di interesse generale, in grado di sostenere il recupero e l utilizzazione, anche in chiave ricettiva e ricreativa, dei manufatti tradizionali e dei siti di importanza archeomineraria e di interesse storico-documentale; b) consentire la realizzare un sistema museale diffuso strettamente e significativamente relazionato con le aree di maggiore interesse naturalistico-ambientale garantendo il riconoscimento dell ambito territoriale come principale luogo logistico di accoglienza al parco archeominerario delle Alpi Apuane; c) determinare azioni in grado di ripristinare e dichiarare gli spazi fluviali e le aree contermini di pertinenza del Canale del Giardino e quelle circostanti il paese di Ruosina, area di particolare interesse naturalistico ambientale, con l eventuale istituzione di un area protetta di interesse locale (A.N.P.I.L. L.R. 49/90), in collaborazione con le iniziative di settore promosse da Ministero per i Beni Culturali e Parco. Invariante strutturale n 6 - Paesaggi agrari di Minazzana e Giustagnana La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) promuovere lo sviluppo delle attività esistenti in chiave turistico-ricettiva e/o con funzioni agricolo produttive indirizzate verso segmenti di mercato di alta qualità e con marchio certificato; b) individuare un sistema articolato di strutture pubbliche e di uso pubblico, di servizi integrati e di spazi aperti in grado di caratterizzare i centri abitati come luoghi esclusivi ad elevata qualità della vita; c) agevolare la realizzazione di un sistema di spazi e strutture ricettive costituenti l albergo diffuso; d) assicurare la formazione e lo sviluppo di iniziative economico-produttive finalizzate alla valorizzazione e tutela del castagneto da frutto e dei prodotti di filiera ad esso legati, favorendo iniziative per la certificazione ambientale e la definizione di forme consortili e cooperative di produzione e commercializzazione. Invariante strutturale n 7 - Complesso storico-culturale della Cappella e Fabiano La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) individuare forme di tutela dei beni e dei documenti materiali di valore storicomonumentale; b) valorizzare il patrimonio insediativo e le cave antiche da orientare verso usi collettivi e di interesse civico tali da garantire la fruizione pubblica; c) determinare progetti volti a costruire un sistema articolato di spazi attrezzati, strutture pubbliche e di uso pubblico, di servizi integrati in grado di realizzare un eco-museo all aperto, costituente una Eritage Area di livello territoriale, destinata alla prevalente fruizione turistico-ricreativa e all uso comune; d) incentivare e promuovere iniziative pubbliche di elevato contenuto sociale finalizzate alla definitiva cessazione delle attività estrattive e al conseguente recupero paesaggistico e 11

12 ambientale delle aree degradate o caratterizzate da dissesti, anche attraverso la prioritaria messa in sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture. Invariante strutturale n 8 - Crinale della Linea Gotica e alpeggio di Cerreta San Nicola La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) definire progetti e azioni per realizzare un itinerario didattico documentale da mettere in relazione con la fruizione naturalistico ambientale dell ambito territoriale e più in generale da raccordare con gli altri itinerari escursionistici di fruizione della montagna versiliese e apuana; ciò in sinergia con la programmazione della Provincia e della Comunità Montana nonché con altri progetti presenti nei comuni limitrofi; b) individuare norme specifiche per il mantenimento delle attività silvo-pastorali; c) determinare e regolamentare le attività compatibili e le azioni di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio per un equilibrato utilizzo dell alpeggio, prevedendo il potenziamento degli spazi di fruizione turistica e ricettiva e la valorizzazione degli elementi percettivi del paesaggio legati all elevata panoramicità del sito. Invariante strutturale n 9 - Complesso storico culturale Mediceo e Monte Costa La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) definire progetti e azioni volti ad assicurare il ripristino ambientale degli assetti territoriali e delle strutture storiche (alterate da azioni recenti), in sinergia con la programmazione della Provincia e del Ministero per i Beni culturali; b) promuovere azioni per garantire la gestione integrata, polifunzionale e coordinata degli spazi (con funzioni pubbliche e di uso pubblico); c) attivare il recupero del patrimonio architettonico in cattive condizioni con funzioni espositive e di interesse generale (eventualmente con l ausilio di sistemi tecnologici ed informativi ad elevata prestazione e ad alto contenuto tecnologico); d) individuare forme di mitigazione degli impatti provocati dal traffico e realizzare percorsi e spazi verdi di relazione tra ambito territoriale e centro storico del capoluogo; e) prevedere la formazione e lo sviluppo di iniziative pubbliche e/o private, ad elevato contenuto ambientale, finalizzate al recupero delle cave storiche e di quelle recenti e al conseguente ripristino paesaggistico delle aree degradate o caratterizzate da dissesti con la prioritaria messa in sicurezza dei monumenti e delle infrastrutture. Invariante strutturale n 10 - Colline terrazzate del poggio di Ripa La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) individuare forme di controllo delle dinamiche insediative; b) determinare azioni di sviluppo delle attività agricole esistenti, anche con funzioni produttive da indirizzare verso segmenti di mercato di alta qualità e con marchio certificato; c) prevedere azioni per promuovere attività integrative a quella agricola principale con lo sviluppo dell agricoltura part-time e per l autoconsumo, orientando le pratiche colturali verso quelle in grado di mantenere viva la produzione di risorse agro-ambientali tipiche e caratterizzanti la collina versiliese; d) definire progetti e azioni per promuovere, organizzare e realizzare un parco rurale diffuso strettamente relazionato con le U.T.O.E. e gli insediamenti di pianura, qualificato da infrastrutture pubbliche e di uso pubblico strettamente integrate con di spazi aperti e in grado di caratterizzare l ambito come luogo di originale interesse per la comprensione della cultura e delle pratiche rurali tradizionali e come ambito ad elevata qualità e coesione paesistica. Invariante strutturale n 11 - Rupe e Rocca di Corvaia La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: 12

13 a) individuare specifica normativa per la formazione di un parco tematico, pubblico e/o di uso pubblico, in grado di valorizzare le risorse archeologiche e ambientali considerate significativamente rappresentative della storia medievale versiliese; b) definire progetti e azioni per promuovere adeguate campagne di scavo e il recupero delle strutture a fini didattici, documentali ed espositivi, adoperando eventualmente sistemi tecnologici ed informativi ad elevata prestazione e ad alto contenuto tecnologico, c) definire progetti e azioni necessari alla realizzazione di percorsi pedonali ed itinerari di visita strettamente relazionati con spazi a verde, privilegiando gli scorci e i punti di vista ad elevata panoramicità, da porre in stretta relazione e connessione funzionale con il centro urbano di Corvaia; d) determinare specifiche norme per la riqualificazione delle aree oggetto di trasformazioni urbanistiche ed edilizie recenti con l eliminazione dei manufatti incongrui e la riorganizzazione tipologica degli edifici degradanti, anche con l individuazione di nuove funzioni e destinazioni d uso significativamente correlate (informative, ricettive, commerciali, ecc.) con l ambito territoriale. Invariante strutturale n 12 - Paesaggi rurali di Cafaggio, Bonazzera La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) determinare una normativa generale che riconosca l ambito territoriale come area a prevalente funzione agricola; b) assicurare la salvaguardia e il ripristino nonché il presidio e la manutenzione del sistema dei coltivi di ulivo e a seminativo, con le originarie partizioni fondiarie e sistemazioni agrarie; c) definire progetti e azioni necessari a garantire la tutela dei modelli insediativi, edilizi e di utilizzazione del territorio tradizionali, la riconoscibilità del patrimonio di impianto storico, in modo da evitare trasformazioni e comportamenti estranei alla cultura e alla tradizione locale; d) perseguire la valorizzazione del centro storico di Cafaggio e del relativo crociale come sito baricentrico e di riferimento per la sperimentazione di azioni volte al consolidamento delle storiche relazioni tra borghi e territorio rurale circostante; e) definire progetti e azioni la riappropriazione dei luoghi di interesse culturale e degli spazi di relazione, compreso percorrenze pedonali, giardini, corti e verde di pertinenza; f) individuare specifica normativa per la riqualificazione degli standard abitativi per un utenza residenziale. Invariante strutturale n 13 - Aree agricole del Frasso e del Puntone La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) determinare una normativa generale che favorisca azioni tese a garantire il consolidamento e l irrobustimento delle attività rurali esistenti partendo dal riconoscimento dell ambito territoriale come area a prevalente funzione agricola; b) assicurare la salvaguardia e il ripristino nonché il presidio e la manutenzione del sistema dei coltivi, con le originarie partizioni fondiarie e sistemazioni agrarie e la valorizzazione dei contesti rurali c) definire progetti e azioni necessari a garantire il presidio e la manutenzione delle aree agricole, la conservazione delle forme del paesaggio; d) definire progetti per la sperimentazione di azioni innovative tese a realizzare un equilibrato sviluppo del turismo rurale sostenibile in particolar modo nel borgo del Frasso e nel contesto insediativo del Puntone ; e) individuare specifica normativa per il miglioramento delle condizioni di manutenzione degli edifici, nonché per la tutela dei modelli insediativi, edilizi e di utilizzazione del territorio, in modo da evitare trasformazioni e comportamenti estranei alla cultura e alla tradizione locale. Invariante strutturale n 14 - Paesaggi dell'uliveto di Pozzi La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: 13

14 a) dettare specifiche prescrizioni per la tutela e il mantenimento della consistenza fisica, dimensionale e spaziale del sistema degli oliveti quercetani; b) individuare azioni per la conservazione e valorizzazione (anche in chiave economica e produttiva) degli impianti e delle partizioni fondiarie tradizionali, dei filari e delle altre sistemazioni agrarie di origine storica, delle essenze e qualità arboree tipiche dei luoghi, del prodotto agro-alimentare finito (oliva) e delle conseguenti produzioni di filiera; c) definire una disciplina che favorisca la funzionalità e la redditività delle attività agricole con forme di conduzione innovative anche di tipo cooperativo e consortile; d) studiare e riconoscere i modelli insediativi e urbanistici tradizionali e prevedere la normativa di recupero e la rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio di impianto storico anche con standard abitativi per un utenza residenziale stabile; e) determinare regole per la riappropriazione degli spazi di relazione, compreso percorrenze pedonali, giardini, corti, aie e verde di pertinenza; f) prevedere progetti e azioni per l adeguamento e la riqualificazione del sistema infrastrutturale e della viabilità (garantendone al contempo il mantenimento dei caratteri tipologici locali) e la valorizzazione del centro storico di Pozzi e del relativo crociale. Invariante strutturale n 15 - Ambito della Serra tra Ponterosso e Mignano La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: a) determinare una normativa generale atta ad assicurare la salvaguardia dell ambito fluviale e la conservazione dei limitati caratteri ed elementi di naturalità ancora presenti, al fine di realizzare un corridoio ecologico e funzionale tra pianura e collina; b) definire progetti e azioni per la fruizione, lo svago e il godimento degli spazi aperti (in chiave sportiva, ricreativa, turistica e per il tempo libero); c) individuare una corretta disciplina per la riorganizzazione delle attività e degli spazi ritenuti non compatibili introducendo nuove destinazioni; d) prevedere l adeguamento della rete infrastrutturale di accesso all area anche con la formazione del percorso ciclo-pedonale lungo fiume. Invariante strutturale n 16 - Aree umide residue del Lago di Porta a) La disciplina del Regolamento Urbanistico dovrà: b) determinare una normativa generale per conservare le valenze paesaggistico - ambientali e la tutela del patrimonio naturale con il mantenimento delle attività agricole, salvaguardando la copertura vegetale esistente e difendendo l assetto idrogeologico, nonché a ripristinare e consolidare la funzionalità ecologica e le continuità biologiche degli spazi aperti, con il prioritario recupero delle aree in stato di degrado; c) prevedere la riqualificazione funzionale degli insediamenti e il consolidamento delle strutture ricettive contermini agli spazi naturali; d) definire progetti per la creazione di spazi all aperto di supporto all attività turistica (ludiche e ricreative), con la promozione di azioni volte a valorizzare (in termini di fruizione) i diversi ambienti naturali con l individuazione di percorsi ciclo perdonali Disciplina dei sistemi e sub-sistemi territoriali Il P.S. articola il proprio territorio nel Sistema Territoriale della Montagna Versiliese (A), suddiviso nei sub-sistemi territoriali: Monte Altissimo (A1), Valle del Serra (A2) e Valle del Vezza (A3), e nel Sistema Territoriale della Costa Versiliese (B) suddiviso nei subsistemi territoriali: Pianura della Versilia Storica (B1) e Pianura del Lago di Porta (B2). La disciplina dei Sistemi e Sub-sistemi territoriali è costituita dagli obiettivi generali strategici di sistema e dagli obiettivi specifici nonché dagli indirizzi, criteri e prescrizioni per la redazione degli atti di governo del territorio di sub-sistema, riferiti alle categorie di risorse individuate dal P.I.T.. 14

15 Il primo compito che dovrà svolgere il Regolamento Urbanistico è quello di ridefinire e particolareggiare, ad una scala di maggior dettaglio, i perimetri dei Sistemi e Sub-sistemi territoriali individuati dal P.S. che, comunque, potranno subire solo lievi modifiche cartografiche. Gli atri compiti sono di seguito riportati per ogni sistema e subsitema territoriale di riferimento. Sistema Territoriale (A) Montagna Versiliese In riferimento al territorio rurale il Regolamento Urbanistico dovrà: a) dettagliare le aree agricole da sottoporre alla specifica disciplina sul territorio rurale ed in particolare quelle ad esclusiva funzione agricola - di cui al Titolo IV Capo III della L.R. 1/05, nonché quelle escluse da tale applicazione come indicato dal P.I.T. (territorio aperto), tenendo conto delle perimetrazioni indicate nella tavola n 2 del quadro progettuale del P.S. e delle specifiche prescrizioni definite per ogni sub-sistema territoriale in applicazione delle prescrizioni del P.T.C.; b) nelle aree riconosciute con destinazione agricola e nel territorio aperto, ovvero nelle aree naturali caratterizzate per la prevalenza di boschi, praterie, pascoli, arbusteti e rocce affioranti, definire una disciplina dettagliata e l ammissibilità delle seguenti attività e delle trasformazioni ammesse, compatibilmente con la disciplina della sostenibilità dello sviluppo di cui al titolo IV del P.S.: - la manutenzione, l adeguamento e la realizzazione di strutture e opere di difesa del suolo, idraulica e idrogeologica e di protezione dei terreni, con particolare attenzione per il recupero di terrazzamenti, ciglionamenti e lunette; - la protezione degli alberi monumentali, delle foreste e delle macchie di bosco con caratteri notevoli e di interesse botanico vegetazionale; - l esercizio delle attività selvicolturali e degli interventi di rinaturalizzazione e di riforestazione, la manutenzione, l adeguamento delle piste di esbosco e di servizio forestale; con particolare attenzione per le conversioni e le trasformazioni boschive volte a migliorare la stabilità biologica e un migliore assetto ambientale delle aree boscate degradate; - l esercizio di servizi e la realizzazione di opere volte a prevenire gli incendi boschivi o reprimere o difendere il bosco da attacchi parassitari e da danni di altra origine; con particolare attenzione per la realizzazione di piste frangifuoco e di punti e spazi di riserva d acqua per lo spegnimento del fuoco e anche attraverso la modifica dei tracciati delle piste pubbliche o di uso pubblico che potranno essere variati al fine di assicurare la necessaria flessibilità in fase di realizzazione di piste forestali o antincendio; - l esercizio del pascolo e dell ordinaria coltivazione del suolo, nonché la manutenzione e l adeguamento dei percorsi e delle strade poderali e interpoderali, con esclusione della nuova realizzazione; - l esercizio delle attività relazionate con i beni di uso civico, basato su una preliminare indagine che accerti la reale consistenza, le fonti del diritto, e gli ambiti territoriali e i soggetti interessati; - l esercizio delle attività estrattive in coerenza con la disciplina del P.R.A.E.R. e dei conseguenti piani provinciali, nonché del Piano del Parco (per le aree contigue di cava) da sottoporre comunque a valutazione di impatto ambientale e di incidenza secondo quanto disciplinato in materia; - l esercizio delle attività sportive e ricreative, la manutenzione e l adeguamento delle opere, degli impianti e delle strutture esistenti, nonché l eventuale nuova realizzazione di strutture e impianti limitatamente a quelli esclusivamente connessi e relazionati con le attività escursionistiche e alpinistiche. In questo caso potrà essere individuata un area destinata alla realizzazione di un campeggio, secondo le prescrizioni di sub-sistema, le cui caratteristiche tipologiche e funzionali dovranno armonizzarsi con i valori paesaggistici e ambientali presenti sul territorio; 15

16 - la manutenzione e l adeguamento, con esclusione della nuova realizzazione, di impianti e infrastrutture tecnologiche a rete; c) nelle sole aree riconosciute ad esclusiva funzione agricola", disciplinare la costruzione di nuovi edifici rurali ad uso abitativo, nonché di nuovi annessi agricoli connessi e necessari alla conduzione dei fondi e all esercizio dell attività agricola, da realizzarsi previo Programma Aziendale Pluriennale di miglioramento agricolo ambientale, secondo quanto indicato dall art. 41 della L.R. 01/05, nel rispetto delle prescrizioni e dei parametri indicati agli articoli 66 e 67 del P.T.C. con particolare riferimento alle superfici minime fondiarie da mantenere in produzione (vedi tabelle riferite all area A). In particolare sono prescrizioni per il R.U.: - nuovi edifici rurali ad uso abitativo non potranno avere superficie utile netta superiore a 110 mq; - nuovi edifici rurali e annessi agricoli connessi e necessari alla conduzione dei fondi e all esercizio dell attività agricola dovranno avere strutture, materiali e organizzazione tipo morfologica, adeguata ai caratteri dei luoghi e conforme alle tradizioni locali sulla base di uno specifico quadro conoscitivo; d) nelle aree comunque riconosciute a destinazione agricola disciplinare la costruzione di nuovi annessi agricoli e manufatti precari, diversi dai precedenti, non connessi alla conduzione o che eccedano la capacità produttiva del fondo, che dovranno avere limitate dimensioni ed essere realizzati con materiali e tecniche compatibili e comunque facilmente rimovibili che non comportino modificazione dello stato dei luoghi. In particolare sono prescrizioni per il R.U.: - nuovi annessi agricoli, diversi dai precedenti, non potranno avere superficie utile netta superiore a 12 mq ed avere strutture in legno semplicemente appoggiate al suolo; e) definire la disciplina degli interventi sul patrimonio edilizio esistente e diffuso nel territorio rurale ed in particolare, secondo i caratteri indicati dal P.S.: - schedare gli edifici di impianto storico e di interesse tipologico, con riferimento a quelli individuati nel catasto vecchio e in quello di impianto, definendo una disciplina puntuale degli interventi ammessi, secondo i diversi caratteri tipologici, prevalentemente orientata al restauro, al risanamento, al recupero conservativo e alla ristrutturazione edilizia, che garantisca il rispetto degli elementi architettonici storico-tradizionali ritenuti di valore, compatibilmente con le necessità di adeguamento strutturale e igienico sanitario; - classificare gli edifici e i manufatti di recente costruzione con destinazione d uso agricola per i quali, secondo i caratteri di ognuno e in relazione al contesto territoriale e paesaggistico, devono essere prescritti gli interventi ammessi, che potranno essere anche di sostituzione edilizia e ampliamento, secondo quanto indicato dall art. 43 della L.R. 01/05, al fine di favorire il mantenimento e la crescita delle attività agricole. Il mutamento di destinazione d uso agricola degli edifici potrà essere ammesso nel rispetto delle prescrizioni di cui all articolo 70 del P.T.C. ferma restando la necessità di individuare specifici interventi di sistemazione ambientale connessi con la realizzazione degli interventi; - classificare gli edifici e i manufatti estranei all attività agricola per i quali, secondo i caratteri di ognuno e in relazione al contesto territoriale e paesaggistico, devono essere prescritti gli interventi ammessi che potranno essere anche di ristrutturazione edilizia, nonché di ampliamento e sopraelevazione, secondo quanto indicato dall art. 44 della L.R. 01/05, in funzione degli specifici caratteri tipologici e ambientali (sopraelevazione per gli edifici ad un piano, ampliamento per gli altri edifici) al fine di garantire un presidio stabile sul territorio; - individuare in dettaglio le aree e i manufatti caratterizzati da evidenti condizioni di degrado fisico, socio-economico, igienico e ambientale per i quali possono essere predisposti anche piani di recupero, compatibilmente con il dimensionamento del P.S., che prevedano progetti di recupero funzionale, tipologico e ambientale, con interventi di sostituzione edilizia e ristrutturazione urbanistica in cui l ampliamento del volume 16

17 esistente risulti vincolato alla eliminazione dei fenomeni di degrado e alla formazione di spazi, infrastrutture e attrezzature pubbliche o di uso pubblico in coerenza con il Piano di Sviluppo Rurale; In riferimento alle città e gli insediamenti il Regolamento Urbanistico dovrà: a) verificare e valutare lo stato di attuazione del Piano di recupero dei centri di antica formazione, previo controllo ed eventuale approfondimento delle analisi esistenti, accertando il livello di efficacia della normativa esistente in termini di tutela e valorizzazione del tessuto storico con caratteri tradizionali, conseguentemente determinare una specifica disciplina degli interventi che nel rispetto delle regole edilizie che storicamente hanno caratterizzato il processo di formazione degli assetti insediativi, preveda forme di riuso idonee a favorire la residenza stabile e il recupero a fini turistici, e più in generale la manutenzione del patrimonio edilizio e degli spazi aperti di pertinenza tendendo nel contempo ad eliminare le eventuali criticità rilevate con il quadro conoscitivo; b) verificare in dettaglio le previsioni e lo stato di attuazione delle aree di recupero e rinnovo urbano presenti all interno del Piano di recupero dei Centri di antica formazione, stabilendo quelle che si intendono confermare e quelle che, qualora non attuate, si intendono eventualmente da ristudiare definendo nuove previsioni con una disciplina di dettaglio che contenga criteri, prescrizioni e modalità attuative secondo gli obiettivi espressi dal P.S. valutando in particolare le motivazioni che hanno impedito la piena attuazione delle previsioni; c) individuare prioritariamente eventuali ulteriori Aree di recupero e rinnovo urbano, compatibilmente col dimensionamento individuato del P.S., privilegiando le aree con edifici e manufatti caratterizzati da evidenti condizioni di degrado fisico, socio-economico, igienico e ambientale o le parti del tessuto insediativo che risultano in abbandono mal configurati o non coerenti con la struttura tipologica e il tessuto urbano di carattere storico. In questo caso dovrà comunque essere garantita, mediante piano attuativo, la realizzazione e la cessione gratuita di spazi pubblici e di uso pubblico. Il R.U. dovrà inoltre indicare le prescrizioni esecutive volte a definire e assicurare quel complesso di aree tra loro coerentemente integrate formate generalmente da superfici fondiarie, viabilità, attrezzature, servizi, spazi pubblici, spazi a verde; d) classificare il tessuto edilizio recente esterno al Piano di recupero per il quale devono essere rilevati i caratteri prevalenti degli edifici e degli spazi aperti di pertinenza e conseguentemente prescritti gli interventi ammessi che potranno essere anche di ristrutturazione edilizia, nonché di ampliamento e sopraelevazione, in funzione degli specifici caratteri tipologici e ambientali e nel rispetto di un giusto equilibrio tra spazi scoperti e volumi edificati al fine di favorire il processo di rigenerazione delle famiglie e la residenza stabile; e) individuare singoli lotti liberi per l edificazione, compatibilmente col dimensionamento individuato del P.S, tenendo conto delle indicazioni specifiche e dei criteri di sub-sistema territoriale, da realizzarsi con progetti pubblici e/o privati che uniscano interventi redditizi e onerosi tali da garantire la realizzazione di parti organiche di insediamento strettamente e funzionalmente relazionato con le strutture urbane esistenti. Tali aree devono pertanto prioritariamente essere localizzate in stretta continuità con i centri di antica formazione al fine di migliorare la qualità degli insediamenti, equilibrare la dotazione di standard e rinnovare complessivamente il disegno e la qualità urbana. Non sono pertanto previste nel sistema aree di nuovo impianto. In riferimento alla rete delle infrastrutture il Regolamento Urbanistico dettaglia le indicazioni contenute nello specifico sistema funzionale e nei relativi sub-sistemi. Per quelle esistenti, non direttamente disciplinate dallo specifico sistema funzionale, il R.U. dovrà: a) regolamentare le attività e gli interventi per la manutenzione e l adeguamento funzionale della viabilità ordinaria, anche con nuove opere e tratte di rettifica o raccordo; b) dettagliare i percorsi storici con particolare attenzione per le mulattiere e le vie di lizza, individuando una specifica normativa di recupero orientata alla loro tutela. 17

18 Sub-sistema Territoriale (A1) Monte Altissimo La disciplina del Regolamento urbanistico dovrà dare attuazione agli obiettivi specifici di subsitema che sono: - l'individuazione di specifici progetti di recupero ambientale e culturale che permettano la valorizzazione di aree di significativa emergenza storico paesaggistica della montagna, attraverso lo sviluppo delle attività di ricerca scientifica, di comunicazione sociale, di educazione ambientale e di interpretazione del Parco delle Alpi Apuane, anche in coerenza con gli obiettivi e le finalità del sub-sistema funzionale dei Paesaggi degli alpeggi ; - l attivazione di politiche tese alla realizzazione di condizioni di redditività delle attività rurali e silvo-pastorali, con particolare riferimento per quelle connesse con l uso dei pascoli e delle praterie, la gestione del bosco e delle risorse legnose, in sinergia con la programmazione settoriale della Comunità Montana e in accordo con le politiche di tutela e di uso razionale delle risorse naturali definite da appositi piani di gestione o da opportune misure di conservazione; - il recupero e la valorizzazione, in chiave turistica ed escursionistica, della complessa trama dei percorsi che spesso ricalcano i vecchi tracciati delineati in epoca preromana, romana o medievale, talvolta di valenza panoramica, corredati delle relative infrastrutture e opere d arte, in relazione al più ampio circuito di fruizione del Parco delle Alpi Apuane, con particolare attenzione per il Camminapuane e l apuane trekking; - il ripristino e la valorizzazione dei beni collettivi di uso civico mediante la prioritaria ricognizione e verifica delle consuetudini connesse agli usi esistenti, riconoscendo le originarie motivazioni socio-economiche che hanno determinato l istituzione del diritto; - la razionalizzazione e reintegrazione paesistico ambientale delle attività estrattive, in coerenza con le finalità del Parco delle Alpi Apuane, attraverso il recupero ambientale dei siti estrattivi e dei ravaneti dismessi, l eliminazione delle attività, strutture e manufatti impropri e degli elementi di degrado; nonché attraverso la definizione di una specifica disciplina (nel rispetto delle risorse ambientali e paesaggistiche), delle aree attive secondo bacini marmiferi in modo tale da determinare delle unità omogenee sotto l aspetto storico, morfologico, giacimentologico e infrastrutturale (viabilità, distribuzione ed approvvigionamento dei servizi elementari, discariche di cava,...). Il R.U. dovrà inoltre definire: - la disciplina riferita al territorio rurale tenendo conto che l intero sub-sistema è costituito da territorio a prevalente naturalità di crinale (di cui all art. 51 del P.T.C.) che risulta escluso dall applicazione della disciplina sul territorio rurale ai sensi dell art. 23 del P.I.T.; - la disciplina riferita alla rete infrastrutturale presente all interno del sub-sistema tenendo conto delle disposizioni applicative del P.T.C. (di cui all art. 93) oltre alle specifiche indicazioni contenute nelle norme della strategia per lo sviluppo articolata per sistemi e subsistemi funzionali ed U.T.O.E. Sub-sistema Territoriale (A2) Valle del Serra La disciplina del Regolamento urbanistico dovrà dare attuazione agli obiettivi specifici di subsitema che sono: - la difesa, promozione e sviluppo delle attività zootecniche in particolare nelle aree tipicamente montane e negli alpeggi, in modo da favorire il presidio stabile sul territorio con il mantenimento e il ripristino associazioni vegetazionali tipiche, delle sistemazioni agrarie, degli impianti verdi non agricoli e delle formazioni lineari; - il recupero e riqualificazione del patrimonio storico-architettonico legato al mondo dell escavazione e della lavorazione del ferro e del marmo attraverso adeguate iniziative di conservazione e valorizzazione e la mirata programmazione degli interventi; - il restauro degli ambienti storici e naturali degradati attraverso il recupero e il riuso di quelli alterati o abbandonati, con particolare riferimento per la valorizzazione in chiave turisticoricettiva dell Alpeggio di Cerreta San Nicola, mediante il prioritario ripristino paesaggistico 18

19 delle aree agricole e delle sistemazioni abbandonate e il recupero del patrimonio edilizio esistente, in coerenza con le specifiche prestazioni indicate per l Invariante Strutturale; - l individuazione e definizione di uno specifico progetto strategico di recupero ambientale e culturale che permetta la valorizzazione dell area de La Cappella, in coerenza con le specifiche funzioni e relative prestazioni indicate per l Invariante Strutturale. Il R.U. dovrà inoltre definire: - la disciplina riferita al territorio rurale delle zone a esclusiva funzione agricola presenti all interno del sub-sistema dovrà tenendo conto che esse sono costituite da territorio di interesse agricolo primario (art. 53 del P.T.C.), da aree marginali economia agricola debole (art. 27 del P.I.T.), da aree ad economia agricola debole determinata dall influenza urbana (art. 26 del P.I.T.) e quindi definire eventuali indicazioni in considerazione degli specifici caratteri. Inoltre per le altre aree, diverse dalla precedenti, dovrà considerare che esse sono costituite da territorio a prevalente naturalità diffusa (di cui all art. 52 del P.T.C.) che risulta escluso dall applicazione della disciplina sul territorio rurale ai sensi dell art. 23 del P.I.T.; - la disciplina riferita alle città ed insediamenti presenti all interno del sub-sistema tenendo conto che essi sono costituiti da aree urbane storiche (di cui all art. 83 del P.T.C. Azzano, Fabiano, Giustagnana, Riomagno, Malbacco), da aree produttive consolidate (di cui all art. 85 del P.T.C. Riomagno) e quindi definire eventuali indicazioni secondo gli specifici caratteri. Ciò in coerenza con quanto espresso nelle invarianti strutturali, integrandola con la normativa di riferimento relativa alla strategia per lo sviluppo articolata per sistemi e subsistemi funzionali e per U.T.O.E.; - la disciplina riferita alla rete infrastrutturale presente all interno del sub-sistema tenendo conto delle specifiche indicazioni contenute nelle norme della strategia per lo sviluppo articolata per sistemi e subsistemi funzionali e per U.T.O.E.. Sub-sistema Territoriale (A3) Valle del Vezza La disciplina del Regolamento urbanistico dovrà dare attuazione agli obiettivi specifici di subsitema che sono: - la valorizzazione delle tradizionali attività agro-silvo-pastorali, con innovazione nelle tecniche e nelle pratiche, tali da ridurre gli impatti negativi sugli ecosistemi, da consolidare e migliorare i servizi ambientali e da tutelare e ricostituire le matrici ambientali, con particolare riferimento per l alpeggio di Betigna; - il recupero e riqualificazione del patrimonio storico-architettonico legato al mondo dell escavazione e della lavorazione del ferro e del marmo attraverso adeguate iniziative di conservazione e valorizzazione e la mirata programmazione degli interventi; - la messa in sicurezza, il recupero funzionale e la valorizzazione in chiave turisticodocumentale della cava del Monte Costa e in particolare cava Barghetti, con la realizzazione di uno specifico percorso di fruizione culturale e documentale, la formazione di spazi a verde attrezzato con funzioni ricreative, nonché l eliminazione dei manufatti e delle infrastrutture produttive esistenti e/o dismesse e la loro riconversione. Il R.U. dovrà inoltre definire: - la disciplina riferita al territorio rurale delle zone a esclusiva funzione agricola presenti all interno del sub-sistema tenendo conto che esse sono costituite da aree di interesse agricolo primario (di cui all art. 53 del P.T.C.), da aree marginali economia agricola debole (di cui all art. 27 del P.I.T.) e aree ad economia agricola debole determinata dall influenza urbana (di cui all art. 26 del P.I.T.) e quindi definire eventuali indicazioni che tengano conto degli specifici caratteri. Inoltre per le altre aree, diverse dalla precedenti, si dovrà considerare che esse sono costituite da territorio a prevalente naturalità diffusa (di cui all art. 52 del P.T.C.) che risulta escluso dall applicazione della disciplina sul territorio rurale ai sensi dell art. 23 del P.I.T.; - la disciplina riferita alle città ed insediamenti presenti all interno del sub-sistema tenendo conto che essi sono costituiti da aree urbane storiche (di cui all art. 83 del P.T.C. Basati, Ruosina, Minazzana, Cerreta S. Antonio), da aree produttive consolidate (di cui all art

20 del P.T.C. Ruosina) e quindi definire eventuali indicazioni secondo gli specifici caratteri. Ciò in coerenza con quanto espresso nelle invarianti strutturali, integrandola con la normativa di riferimento relativa alla strategia per lo sviluppo articolata per sistemi e subsistemi funzionali e per U.T.O.E.; - la disciplina riferita alla rete infrastrutturale presente all interno del sub-sistema tenendo conto delle disposizioni applicative del P.T.C. (di cui all art. 93) oltre alle specifiche indicazioni contenute nella norme della strategia per lo sviluppo articolata per sistemi e subsistemi funzionali e per U.T.O.E.. Sistema Territoriale (B) Piana Versiliese In riferimento al territorio rurale il Regolamento Urbanistico dovrà: a) dettagliare le aree agricole da sottoporre alla specifica disciplina sul territorio rurale ed in particolare quelle ad prevalente funzione agricola - di cui al Titolo IV Capo III della L.R. 1/05, nonché quelle escluse da tale applicazione come indicato dal P.I.T. (territorio aperto), tenendo conto delle perimetrazioni indicate nella tavola n 2 del quadro progettuale del P.S. e delle specifiche prescrizioni definite per ogni sub-sistema territoriale in applicazione delle prescrizioni del P.T.C.; b) nelle aree riconosciute con destinazione agricola e nel territorio aperto, ovvero nelle aree naturali caratterizzate per la prevalenza di aree nude, ambienti umidi, boschi e macchie di vegetazione mesofila, pascoli, alvei e ambienti fluviali, definire una disciplina dettagliata e l ammissibilità delle seguenti attività e delle trasformazioni ammesse: - la manutenzione, l adeguamento e la realizzazione di strutture e opere di difesa del suolo, idraulica e idrogeologica e di protezione dei terreni, con particolare attenzione per il recupero del rapporto e delle relazioni naturali tra Fiume Versilia comprensivo dei suoi principali affluenti (Bonazzera, ) e spazi aperti contermini; - la protezione degli alberi monumentali, delle alberate e degli altri filari con colture arboree di vite e olivo, delle siepi, delle altre sistemazioni agrarie di pianura (terrazze a gradoni, ciglioni e muri a secco lungo strada, scoline, gorili, bottacci, ecc.); - la protezione delle aree umide e delle macchie di bosco mesofilo anche con l esecuzione di interventi di ingegneria idraulica, naturalistica e di recupero ambientale, con particolare attenzione per le conversioni e le trasformazioni vegetazionali volte a migliorare la stabilità biologica e a migliore l assetto dei terreni nudi degradati o in abbandono; - l esercizio e l ordinaria coltivazione del suolo, con particolare attenzione per gli orti urbani e periurbani, nonché la manutenzione e l adeguamento dei percorsi e delle strade poderali e interpoderali; - il recupero delle discariche e più in generale delle aree critiche per condizioni di degrado in atto o potenziale dovuto ad abbandono, scarico incontrollato e deposito non autorizzato, incuria, cattiva o incauta manutenzione, uso incongruo o comunque non compatibile con le caratteristiche geolitologiche dei terreni; - l esercizio delle attività sportive e ricreative, la manutenzione e l adeguamento delle opere, degli impianti e delle strutture esistenti, nonché l eventuale nuova realizzazione di strutture e impianti limitatamente a quelli esclusivamente connessi e relazionati con il Sub-sistema funzionale dei Servizi al cittadino e alle associazioni. In questo caso dovrà essere individuata un area destinata alla realizzazione di un campo sportivo polifunzionale, secondo le prescrizioni di sub-sistema funzionale e le cui caratteristiche tipologiche e funzionali dovranno armonizzarsi con i valori paesaggistici e ambientali presenti sul territorio; - la manutenzione e l adeguamento, anche con la possibilità di realizzare nuove tratte o nodi, di impianti e infrastrutture tecnologiche a rete; c) nelle sole aree riconosciute ad prevalente funzione agricola", disciplinare la costruzione di nuovi annessi agricoli connessi e necessari alla conduzione dei fondi e all esercizio dell attività agricola, secondo quanto indicato dall art. 41 della L.R. 01/05, da realizzarsi previo Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale, nel 20

Comune di Seravezza (LU) Piano Regolatore Generale Art. 53 L.R. 1/05 REGOLAMENTO URBANISTICO. Quadro progettuale RELAZIONE GENERALE

Comune di Seravezza (LU) Piano Regolatore Generale Art. 53 L.R. 1/05 REGOLAMENTO URBANISTICO. Quadro progettuale RELAZIONE GENERALE Comune di Seravezza (LU) Piano Regolatore Generale Art. 53 L.R. 1/05 REGOLAMENTO URBANISTICO Quadro progettuale RELAZIONE GENERALE Dicembre 2008 INDICE 1. INTRODUZIONE...4 1. QUADRO NORMATIVO E LEGISLATIVO

Dettagli

Provincia di Massa-Carrara PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (approvazione) Premessa... 3

Provincia di Massa-Carrara PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (approvazione) Premessa... 3 INDICE Premessa... 3 1. Conformità del quadro conoscitivo del P.T.C. al P.I.T. e sue integrazioni e specificazioni... 3 2. Conformità del quadro conoscitivo del P.T.C. in relazione agli indirizzi e prescrizioni

Dettagli

IL REGOLAMENTO URBANISTICO alcuni cenni per la definizione dei principali contenuti e della struttura organizzativa. IL REGOLAMENTO URBANISTICO

IL REGOLAMENTO URBANISTICO alcuni cenni per la definizione dei principali contenuti e della struttura organizzativa. IL REGOLAMENTO URBANISTICO Venerdì,, 9 giugno 2006 Forum Città Futura I cittadini partecipano alle scelte del Regolamento Urbanistico alcuni cenni per la definizione dei principali contenuti e della struttura organizzativa. Venerdì,

Dettagli

Comune di Breno Piano di Governo del Territorio. Nuovo quadro normativo

Comune di Breno Piano di Governo del Territorio. Nuovo quadro normativo L.R. 51/1975 L.R. 12/2005 PIANO REGOLATORE GENERALE PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO APPROVAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE FDSFASDFASF APPROVAZIONE COMUNALE CON PARERE DI COMPATIBILITA AL P.T.C.P. Nuovo quadro

Dettagli

DICHIARAZIONE DEL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO AI SENSI DELL ART.16 DELLA L.R. 01/05 OGGETTO:ADOZIONE REGOLAMENTO URBANISTICO

DICHIARAZIONE DEL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO AI SENSI DELL ART.16 DELLA L.R. 01/05 OGGETTO:ADOZIONE REGOLAMENTO URBANISTICO ALLEGATO n 1 DICHIARAZIONE DEL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO AI SENSI DELL ART.16 DELLA L.R. 01/05 OGGETTO:ADOZIONE REGOLAMENTO URBANISTICO Premessa: IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Il Responsabile del

Dettagli

Piano Paesaggistico Regionale

Piano Paesaggistico Regionale Regione Umbria Giunta Regionale Direzione Ambiente Territorio e Infrastrutture Piano Paesaggistico Regionale NORME REGIONALI DI RIFERIMENTO PER IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE estratte dalla LEGGE REGIONALE

Dettagli

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA 1 NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA ADEGUATE ALLA DELIBERA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL ABRUZZO, N.122/2 IN DATA 30 DICEMBRE 2008, DI APPROVAZIONE DEL PIANO TITOLO I DISPOSIZIONI

Dettagli

La pianificazione urbanistica in Toscana: il Piano territoriale di coordinamento PTC

La pianificazione urbanistica in Toscana: il Piano territoriale di coordinamento PTC Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: il Piano territoriale

Dettagli

1. TERMINI, GRANDEZZE E PARAMETRI URBANISTICO EDILIZI 2. CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI ED INDIVIDUAZIONE DELLE PARTI DEL TERRITORIO

1. TERMINI, GRANDEZZE E PARAMETRI URBANISTICO EDILIZI 2. CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI ED INDIVIDUAZIONE DELLE PARTI DEL TERRITORIO DIREZIONE URBANISTICA Scheda DISCIPLINA 2015 GUIDA ALLA NUOVA DISCIPLINA URBANISTICO-EDILIZIA 2015 I - Inquadramento generale 1. TERMINI, GRANDEZZE E PARAMETRI URBANISTICO EDILIZI 2. CLASSIFICAZIONE DEGLI

Dettagli

IL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI VENEZIA STRUTTURA E PRIMI CONTENUTI. Mestre 14 Novembre

IL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI VENEZIA STRUTTURA E PRIMI CONTENUTI. Mestre 14 Novembre IL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI VENEZIA STRUTTURA E PRIMI CONTENUTI Mestre 14 Novembre LA LEGGE REGIONALE 11/2004 I PRINCIPI INNOVATIVI 1.Fase di concertazione obbligatoria, preliminare

Dettagli

Piano del Governo del Territorio Attività per la formazione del nuovo COMUNE DI STEZZANO. UrbanStudio

Piano del Governo del Territorio Attività per la formazione del nuovo COMUNE DI STEZZANO. UrbanStudio COMUNE DI STEZZANO Attività per la formazione del nuovo Piano del Governo del Territorio 2007 UN PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO? ASPETTI METODOLOGICI Il PGT è articolato in tre strumenti: - il documento

Dettagli

Consiglio regionale della Toscana

Consiglio regionale della Toscana Consiglio regionale della Toscana SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL 24 LUGLIO 2013. Presidenza del Presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci. Deliberazione 24 luglio 2013, n. 74: Adozione dell

Dettagli

IL PIANO PAESAGGISTICO DELLE TOSCANA PROSPETTIVE DI ATTUAZIONE ALLA DIMENSIONE LOCALE

IL PIANO PAESAGGISTICO DELLE TOSCANA PROSPETTIVE DI ATTUAZIONE ALLA DIMENSIONE LOCALE IL PIANO PAESAGGISTICO DELLE TOSCANA PROSPETTIVE DI ATTUAZIONE ALLA DIMENSIONE LOCALE Arch. Fabrizio Cinquini INU Sezione Toscana 1 PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE REGIONALE (P.I.T.) CON VALENZA DI PIANO

Dettagli

9 - I PROGRAMMI COMPLESSI. Prof. Pier Luigi Carci

9 - I PROGRAMMI COMPLESSI. Prof. Pier Luigi Carci 9 - I PROGRAMMI COMPLESSI Prof. Pier Luigi Carci Introduzione Introduzione Programmi complessi si occupano della Riqualificazione urbana urbanistica sociale 3 Introduzione Argomento: I Programmi Complessi:

Dettagli

PROPOSTA DI DELIBERA N 63 DEL 21 SETTEMBRE Relazione: vedi interno

PROPOSTA DI DELIBERA N 63 DEL 21 SETTEMBRE Relazione: vedi interno Oggetto: APPROVAZIONE DEL PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA PER IL MUTAMENTO DI DESTINAZIONE D USO E L AMPLIAMENTO DI UN FABBRICATO AGRICOLO UBICATO IN FABBIANO, LOC. LA CAPPELLA, VIA AZZANO. PROPOSTA

Dettagli

Variante Semplificata al Piano Strutturale Norme Tecniche di attuazione variate. Stato vigente

Variante Semplificata al Piano Strutturale Norme Tecniche di attuazione variate. Stato vigente Variante Semplificata al Piano Strutturale Norme Tecniche di attuazione variate Stato vigente (omissis) TITOLO VI IL FABBISOGNO E IL DIMENSIONAMENTO Art. 100 LA CITTÀ E I SUOI FABBISOGNI CAPO I I FABBISOGNI

Dettagli

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4 Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica Norme di Attuazione: Titolo 4 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 1 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO dei diversi STRUMENTI

Dettagli

COMUNE DI VIDOR. Relazione di sintesi. Adeguamento comunale alla D.G.R. n-1047 del

COMUNE DI VIDOR. Relazione di sintesi. Adeguamento comunale alla D.G.R. n-1047 del COMUNE DI VIDOR Adeguamento comunale alla D.G.R. n-1047 del 18.06.2013 LR n.50 del 28.12.2012 Indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale di sintesi Data 19.12.2013 Versione 1.0 accompagnatrice di

Dettagli

REGOLAMENTO URBANISTICO - RAPPORTO SULLA VALUTAZIONE INTEGRATA

REGOLAMENTO URBANISTICO - RAPPORTO SULLA VALUTAZIONE INTEGRATA Caratteristiche Parametri Urbanistici ed Edilizi pubblici SINTESI DELLA VALUTAZIONE UTOE 6 Zona ID pub. tria / 1 700 500 200 1 330 115 6,50 0,20 Residenziale 200 2 600 450 150 1 330 115 6,50 0,20 Residenziale

Dettagli

CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP 2007

CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP 2007 CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP 2007 Piacenza, Sala del Consiglio Provinciale, 12 febbraio 2008 DAL QUADRO CONOSCITIVO AL DOCUMENTO PRELIMINARE Il sistema del territorio rurale Elena Fantini Servizio

Dettagli

Provincia Autonoma di Trento Assessorato all Urbanistica, enti locali e personale

Provincia Autonoma di Trento Assessorato all Urbanistica, enti locali e personale Provincia Autonoma di Trento Assessorato all Urbanistica, enti locali e personale DOCUMENTO PRELIMINARE Elementi per la redazione del documento al fine dell accordo-quadro di programma per l adozione del

Dettagli

REGIONE TOSCANA Giunta Regionale

REGIONE TOSCANA Giunta Regionale REGIONE TOSCANA Giunta Regionale DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE TERRITORIALI ED AMBIENTALI E PER LA MOBILITA Settore Pianificazione del territorio Oggetto: Comune di San Vincenzo (Li) - Adozione di

Dettagli

Comune di Monteriggioni Provincia di Siena Area Assetto del Territorio ed Attività Produttive

Comune di Monteriggioni Provincia di Siena Area Assetto del Territorio ed Attività Produttive All. lettera A) Comune di Monteriggioni Provincia di Siena Area Assetto del Territorio ed Attività Produttive RELAZIONE DEL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO (redatta ai sensi dell art. 18 della L.R. 10 novembre

Dettagli

Estratto tavola di Struttura Tav.1a.2_Ambiti di conservazione e riqualificazione su CTR

Estratto tavola di Struttura Tav.1a.2_Ambiti di conservazione e riqualificazione su CTR ESTRATTO PIANO URBANISTICO COMUNALE DI GORRETO Palazzo Centurione Estratto tavola di Struttura Tav.1a.2_Ambiti di conservazione e riqualificazione su CTR Estratto tavola di Struttura Tav.1b.2_Ambiti di

Dettagli

dichiarazione di conformità del Piano Strutturale al P.I.T. della Regione Toscana e al P.T.C. della Provincia di Lucca

dichiarazione di conformità del Piano Strutturale al P.I.T. della Regione Toscana e al P.T.C. della Provincia di Lucca COMUNE DI PESCAGLIA Provincia di Lucca PIANO REGOLATORE GENERALE PIANO STRUTTURALE L.R. 16 gennaio 1995 n 5 art. 24 dichiarazione di conformità del Piano Strutturale al P.I.T. della Regione Toscana e al

Dettagli

SCHEDA 1 Romano Centro LOCALIZZAZIONE

SCHEDA 1 Romano Centro LOCALIZZAZIONE SCHEDA 1 Romano Centro LOCALIZZAZIONE L area è situata lungo la provinciale SP 148 Via Roma, in prossimità del centro storico di Romano Centro. Verso nord-ovest l area confina con un area agricola mentre

Dettagli

IL PIANO DEGLI INTERVENTI (PI) Documento del Sindaco del PI Aree per le attività economiche

IL PIANO DEGLI INTERVENTI (PI) Documento del Sindaco del PI Aree per le attività economiche Regione Veneto Provincia di Rovigo COMUNE DI LENDINARA IL PIANO DEGLI INTERVENTI (PI) Documento del del PI Aree per le attività economiche 4 luglio2011 Consiglio PIANO DEGLI INTERVENTI 1 2 COS È IL PIANO

Dettagli

ALLEGATO D - DISCIPLINA DELLA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI

ALLEGATO D - DISCIPLINA DELLA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI ALLEGATO 7 ALLEGATO D - DISCIPLINA DELLA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI art. 1 Disciplina della distribuzione e della localizzazione delle funzioni / Contenuti e finalità l articolo riassume

Dettagli

l.p. 4 agosto 2015, n. 15 legge provinciale per il governo del territorio

l.p. 4 agosto 2015, n. 15 legge provinciale per il governo del territorio l.p. 4 agosto 2015, n. 15 legge provinciale per il governo del territorio step 19 aprile 2016 Recupero del patrimonio edilizio esistente Riduzione del consumo di suolo Valorizzazione del paesaggio Ridefinizione

Dettagli

INCONTRI DI URBANISTICA. Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale 1. Dal PRG al PSC

INCONTRI DI URBANISTICA. Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale 1. Dal PRG al PSC INCONTRI DI URBANISTICA Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale Comune di Sant Ilario d Enza 1. Dal PRG al PSC Percorso di partecipazione Ascoltare il territorio Assessorato all

Dettagli

LR 11/04, "Norme per il governo del territorio" Sostituisce il regime urbanistico della LR 61/85 e della LR 24/85

LR 11/04, Norme per il governo del territorio Sostituisce il regime urbanistico della LR 61/85 e della LR 24/85 LA NUOVA LEGGE URBANISTICA LR 11/04, "Norme per il governo del territorio" Sostituisce il regime urbanistico della LR 61/85 e della LR 24/85 PRG PRC Piano Regolatore Generale Piano Regolatore Comunale

Dettagli

che costituiscono parti integranti e sostanziali del presente provvedimento.

che costituiscono parti integranti e sostanziali del presente provvedimento. REGIONE PIEMONTE BU50 14/12/2017 Deliberazione della Giunta Regionale 1 dicembre 2017, n. 52-6051 L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di Strambino (TO). Approvazione della Variante Strutturale

Dettagli

COMUNE DI GAVORRANO PROVINCIA DI GROSSETO

COMUNE DI GAVORRANO PROVINCIA DI GROSSETO BANDO DI PARTECIPAZIONE PER LA PROPOSTA E LOCALIZZAZIONE DI ALBERGHI RURALI AI SENSI DELL ART.45 del REGOLAMENTO URBANISTICO Premesso che: Il Consiglio Comunale ha approvato con delibera n 40 dell 11/08/2006

Dettagli

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PER LE SCHEDE INTERVENTO 41/2 E 41/3 E IL COMPARTO RESIDENZIALE IN CORSO OGGETTO RELAZIONE GENERALE

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PER LE SCHEDE INTERVENTO 41/2 E 41/3 E IL COMPARTO RESIDENZIALE IN CORSO OGGETTO RELAZIONE GENERALE VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PER LE SCHEDE INTERVENTO 41/2 E 41/3 E IL COMPARTO RESIDENZIALE IN CORSO OGGETTO RELAZIONE GENERALE Mattagnano - Inquadramento paesaggistico dell area d intervento

Dettagli

Città di Mesagne. Norme per la rigenerazione urbana. Programmi di rigenerazione urbana

Città di Mesagne. Norme per la rigenerazione urbana. Programmi di rigenerazione urbana Città di Mesagne Norme per la rigenerazione urbana Programmi di rigenerazione urbana Obiettivi Le Norme per la Rigenerazione Urbana istituiti con Legge Regionale 29 luglio 2008, n. 21 e i Programmi di

Dettagli

legge regionale per il governo del territorio (legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) 14 febbraio 2015

legge regionale per il governo del territorio (legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) 14 febbraio 2015 legge regionale per il governo del territorio (legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) 14 febbraio 2015 legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 Parte I - Pianificazione del territorio: strumenti di governo

Dettagli

REVISIONE GENERALE DEL COMUNALE COMUNE DI BARDONECCHIA NUOVO PIANO REGOLATORE COMUNALE

REVISIONE GENERALE DEL COMUNALE COMUNE DI BARDONECCHIA NUOVO PIANO REGOLATORE COMUNALE REVISIONE GENERALE DEL PIANO REGOLATORE COMUNALE 2 CHE COS E UN PRGC Due fondamentali ruoli: - Regolare le trasformazioni edilizie e urbanistiche secondo un disegno organico - Costruire un quadro strategico

Dettagli

Preambolo. Visto l articolo 117, terzo e quarto comma della Costituzione;

Preambolo. Visto l articolo 117, terzo e quarto comma della Costituzione; Proposta di legge: Disposizioni per il recupero del patrimonio edilizio esistente situato nel territorio rurale. Modifiche alla legge regionale 10 novembre 2014, n.65 (Norme per il governo del territorio).

Dettagli

Le fasi di formazione della pianificazione comunale. Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità»

Le fasi di formazione della pianificazione comunale. Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità» Le fasi di formazione della pianificazione comunale Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità» Piano regolatore del nucleo urbano esistente; piano regolatore di ampliamento; norme per l

Dettagli

COMUNE DI FORTE DEI MARMI

COMUNE DI FORTE DEI MARMI COMUNE DI FORTE DEI MARMI DISCIPLINA DELLA ALLEGATO 10 Disciplina della Distribuzione e localizzazione delle Funzioni ILLUSTRATIVA (ai sensi art. 109 LR 65/2014) settembre 2015 PREMESSA: La presente disciplina,

Dettagli

n. 98 Localizzazione GRAGNOLA Dati catastali Foglio 4 map. 1082

n. 98 Localizzazione GRAGNOLA Dati catastali Foglio 4 map. 1082 n. 98 Localizzazione GRAGNOLA Dati catastali Foglio 4 map. 1082 A) STATO VIGENTE Destinazione Urbanistica Sezione: C Foglio: 4 Mappale: 1082 - Disciplina dei Sistemi Territoriali: Area interna all UTOE

Dettagli

REGIONE TOSCANA. Legge Regionale 65/2014 Norme per il governo del territorio come modificata dalle LR 43/2016, 91/2016 e 50/2017

REGIONE TOSCANA. Legge Regionale 65/2014 Norme per il governo del territorio come modificata dalle LR 43/2016, 91/2016 e 50/2017 REGIONE TOSCANA Legge Regionale 65/2014 Norme per il governo del territorio come modificata dalle LR 43/2016, 91/2016 e 50/2017 OBIETTIVI E PRINCIPI Garantire lo sviluppo sostenibile delle attività rispetto

Dettagli

Art Norme specifiche per Unità Territoriali Organiche Elementari

Art Norme specifiche per Unità Territoriali Organiche Elementari Art. 27 - Norme specifiche per Unità Territoriali Organiche Elementari 1. La disciplina delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie oltre che dalle disposizioni di carattere generale e dalle norme specifiche

Dettagli

Piano Urbanistico Generale Intercomunale

Piano Urbanistico Generale Intercomunale Provincia di Lecce Comune di Otranto Piano Urbanistico Generale Intercomunale 8 febbraio 2010 Auditorium Porta d Oriente, Otranto 1 Provincia di Lecce Comune di Otranto Piano Urbanistico Generale Intercomunale

Dettagli

REGIONE LAZIO. LR 7/2017 Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio

REGIONE LAZIO. LR 7/2017 Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio REGIONE LAZIO LR 7/2017 Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio OBIETTIVI E PRINCIPI La presente legge, in attuazione dell'articolo 5, comma 9, del decreto-legge 13 maggio 2011,

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

PIANO OPERATIVO COMUNALE

PIANO OPERATIVO COMUNALE verso il nuovo PIANO OPERATIVO COMUNALE (nuova denominazione del REGOLAMENTO URBANISTICO ai sensi della LR 65/14) COSA E IL PIANO OPERATIVO? Strumento che definisce la programmazione e il coordinamento

Dettagli

Paesaggio e governance in Piemonte tra conservazione e innovazione. Il Piano paesaggistico del Piemonte. Torino, Villa della Regina 19 aprile 2016

Paesaggio e governance in Piemonte tra conservazione e innovazione. Il Piano paesaggistico del Piemonte. Torino, Villa della Regina 19 aprile 2016 Paesaggio e governance in Piemonte tra conservazione e innovazione Il Piano paesaggistico del Piemonte Torino, Villa della Regina 19 aprile 2016 Regione Piemonte Direzione Ambiente Governo e Tutela del

Dettagli

B.1. ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEL QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO

B.1. ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEL QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO B.1. RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA B.1.1 ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEL QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO B.1.3 DESCRIZIONE DELLA DESTINAZIONE URBANISTICA B.2 TABELLA DELLE PROPRIETA B.1. ILLUSTRAZIONE SINTETICA

Dettagli

Comune di. Albizzate. Provincia di Varese INDIRIZZI STRATEGICI. Marco Banderali Fabio Cervi Helga Destro Gianfredo Mazzotta Fabrizio Monza PGT

Comune di. Albizzate. Provincia di Varese INDIRIZZI STRATEGICI. Marco Banderali Fabio Cervi Helga Destro Gianfredo Mazzotta Fabrizio Monza PGT Comune di Albizzate Provincia di Varese INDIRIZZI STRATEGICI Marco Banderali Fabio Cervi Helga Destro Gianfredo Mazzotta Fabrizio Monza PGT 16 SETTEMBRE 2010 Comune di Albizzate Provincia di Varese Relazione

Dettagli

Disegno di Legge: NORME PER LA RICOSTRUZIONE DELLE AREE COLPITE DAGLI EVENTI SISMICI DEL 24 AGOSTO 2016, 26 E 30 OTTOBRE 2016 E SUCCESSIVI

Disegno di Legge: NORME PER LA RICOSTRUZIONE DELLE AREE COLPITE DAGLI EVENTI SISMICI DEL 24 AGOSTO 2016, 26 E 30 OTTOBRE 2016 E SUCCESSIVI Disegno di Legge: NORME PER LA RICOSTRUZIONE DELLE AREE COLPITE DAGLI EVENTI SISMICI DEL 24 AGOSTO 2016, 26 E 30 OTTOBRE 2016 E SUCCESSIVI Testo adottato dalla Giunta Regionale Parole chiave SVILUPPO SEMPLIFICAZIONE

Dettagli

n. 97 Localizzazione MOLINA DI EQUI Dati catastali Foglio 151 mapp (ex 79)

n. 97 Localizzazione MOLINA DI EQUI Dati catastali Foglio 151 mapp (ex 79) n. 97 Localizzazione MOLINA DI EQUI Dati catastali Foglio 151 mapp. 625 774 (ex 79) A) STATO VIGENTE Destinazione Urbanistica Sezione: A Foglio: 151 Mappale: 625 - Disciplina dei Sistemi Territoriali:

Dettagli

Sintetica descrizione dell Allegato 5. Disposizioni per le attività estrattive nelle Alpi Apuane

Sintetica descrizione dell Allegato 5. Disposizioni per le attività estrattive nelle Alpi Apuane Sintetica descrizione dell Allegato 5 Disposizioni per le attività estrattive nelle Alpi Apuane Riferimenti alle attività estrattive presenti all'interno del Piano Elaborati del Piano Disciplina del Piano

Dettagli

LU Regolazione urbanistica. Lettura degli strumenti urbanistici vigenti. Andrea Di Giovanni LABORATORIO DI URBANISTICA

LU Regolazione urbanistica. Lettura degli strumenti urbanistici vigenti. Andrea Di Giovanni LABORATORIO DI URBANISTICA M1 LU 08032019 Regolazione urbanistica Lettura degli strumenti urbanistici vigenti Andrea Di Giovanni Politecnico di Milano Scuola di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni Corso di Laurea

Dettagli

ELABORATO ESTRATTO N.T.A. VARIANTE

ELABORATO ESTRATTO N.T.A. VARIANTE ELABORATO 02 e ESTRATTO N.T.A. VARIANTE Art. 6 Zone urbanistiche Ai fini della organizzazione ed applicazione della disciplina urbanistica e paesistico - ambientale nel territorio comunale, il Piano individua

Dettagli

1 UTOE CHIANNI (1, 1a, 1b)

1 UTOE CHIANNI (1, 1a, 1b) 1 UTOE CHIANNI (1, 1a, 1b) GLI STANDARDS URBANISTICI POPOLAZIONE: 1054 abitanti esistenti POPOLAZIONE: 211 abitanti insediabili Standards totali esistenti: 65.563 mq - destinati a servizi collettivi: 12.401

Dettagli

Piano di Assetto del Territorio. Regione del Veneto. Provincia di Venezia MARCON. Comune di MARCON. Ambiente, paesaggio e territorio nel PAT

Piano di Assetto del Territorio. Regione del Veneto. Provincia di Venezia MARCON. Comune di MARCON. Ambiente, paesaggio e territorio nel PAT Regione del Veneto Piano di Assetto del Territorio Provincia di Venezia Comune di MARCON MARCON Ambiente, paesaggio e territorio nel PAT LA RIFORMA URBANISTICA DELLA L. R. 11/2004 Nuova Legge Regionale

Dettagli

VARIANTE prg PEEP 6 Torre del Lago via Aurelia ADOZIONE GIUGNO 2009 RELAZIONE TECNICA NORME TECNICHE ATTUAZIONE

VARIANTE prg PEEP 6 Torre del Lago via Aurelia ADOZIONE GIUGNO 2009 RELAZIONE TECNICA NORME TECNICHE ATTUAZIONE COMUNE DI VIAREGGIO Ufficio progettazione urbanistica VARIANTE prg PEEP 6 Torre del Lago via Aurelia ADOZIONE GIUGNO 2009 RELAZIONE TECNICA NORME TECNICHE ATTUAZIONE Cap.1 Premesse e Valutazioni Generali

Dettagli

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo

Dettagli

L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di PIANEZZA (TO). Approvazione della Variante Generale al P.R.G.C..

L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di PIANEZZA (TO). Approvazione della Variante Generale al P.R.G.C.. REGIONE PIEMONTE BU12 24/03/2016 Deliberazione della Giunta Regionale 14 marzo 2016, n. 27-3044 L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di PIANEZZA (TO). Approvazione della Variante Generale al

Dettagli

L.R. 16 luglio 2009 n. 13. Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia

L.R. 16 luglio 2009 n. 13. Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia L.R. 16 luglio 2009 n. 13 Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia Principi ispiratori semplificazione: procedure più agili per avviare

Dettagli

DELIMITAZIONE DEL CENTRO URBANO E DELLE AREE DEGRADATE (art. 3, comma 1, lett. m), L.R. 50/2012) Schede aree degradate

DELIMITAZIONE DEL CENTRO URBANO E DELLE AREE DEGRADATE (art. 3, comma 1, lett. m), L.R. 50/2012) Schede aree degradate COMUNE DI PAESE Provincia di Treviso Elaborato B DELIMITAZIONE DEL CENTRO URBANO E DELLE AREE DEGRADATE (art. 3, comma 1, lett. m), L.R. 50/2012) Schede aree degradate Il Sindaco Dott. Francesco Pietrobon

Dettagli

3. PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE

3. PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE 3. PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE 22 3. Programmazione e pianificazione sovracomunale 3.1 Il P.T.C.P di Sondrio Il Piano Territoriale Provinciale di Sondrio è uno strumento urbanistico a

Dettagli

RELAZIONE TECNICA - SCHEDA INFORMATIVA. Capacità edificatoria prevista dallo strumento urbanistico vigente

RELAZIONE TECNICA - SCHEDA INFORMATIVA. Capacità edificatoria prevista dallo strumento urbanistico vigente La Legge Regionale 6 giugno 2017 n.14, come si legge nella relazione della Seconda Commissione consigliare regionale alla Legge, segna l inizio di un nuovo percorso che, in vista dell obiettivo comunitario

Dettagli

COMUNE DI PIETRASANTA

COMUNE DI PIETRASANTA COMUNE DI PIETRASANTA PROVINCIA DI LUCCA OGGETTO: Variante Generale al P.R.G.C. vigente ai sensi della L.R. 5/95. RELAZIONE TECNICA AREA VIA VERSILIA (Marina di Pietrasanta) La Variante urbanistica si

Dettagli

RELAZIONE DI SINTESI - ILLUSTRATIVA DELLA VARIANTE E RELAZIONE DI VERIFICA DEL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

RELAZIONE DI SINTESI - ILLUSTRATIVA DELLA VARIANTE E RELAZIONE DI VERIFICA DEL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO ALL. A) OGGETTO: ADOZIONE DI UNA VARIANTE PUNTUALE AL REGOLAMENTO URBANISTICO PER INSERIMENTO DI UN AMBITO DI RECUPERO DENOMINATO AUR 1.25 RECUPERO AREA PRODUTTIVA L INGRESSO SUD DEL CAPOLUOGO PARCO AUTO

Dettagli

INDICE PARTE PRIMA PRINCIPI, FUNZIONI, SOGGETTI. pag. Prefazione alla Sesta edizione. Prefazioni alle precedenti edizioni. Principali abbreviazioni

INDICE PARTE PRIMA PRINCIPI, FUNZIONI, SOGGETTI. pag. Prefazione alla Sesta edizione. Prefazioni alle precedenti edizioni. Principali abbreviazioni INDICE Prefazione alla Sesta edizione Prefazioni alle precedenti edizioni Principali abbreviazioni XIII XV XXV PARTE PRIMA PRINCIPI, FUNZIONI, SOGGETTI CAPITOLO I NOZIONI GENERALI 1. Cosa si intende per

Dettagli

PIANIFICAZIONE OPERATIVA Rif. Convenzione del 28 gennaio 2014

PIANIFICAZIONE OPERATIVA Rif. Convenzione del 28 gennaio 2014 COMUNE DI TREVIGNANO (TV) PIANO DEGLI INTERVENTI LOCALIZZAZIONE DELLE AREE PER STRUTTURE DI VENDITA SUPERIORI A 1.500 METRI QUADRATI PIANIFICAZIONE OPERATIVA Rif. Convenzione del 28 gennaio 2014 Il Sindaco

Dettagli

Piano Strutturale Intercomunale dell area pisana Elaborati prodotti e ulteriori materiali da produrre

Piano Strutturale Intercomunale dell area pisana Elaborati prodotti e ulteriori materiali da produrre Piano Strutturale Intercomunale dell area pisana Elaborati prodotti e ulteriori materiali da produrre Avvio del procedimento ai sensi dell art.17 della LR 65/2014 1 ELABORATI PRODOTTI Quadro Conoscitivo

Dettagli

COMUNE DI BORGO A MOZZANO

COMUNE DI BORGO A MOZZANO COMUNE DI BORGO A MOZZANO PIANO ATTUATIVO IN VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO PER IL RECUPERO E LA RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO DENOMINATO BORGO GIUSTO IN LOCALITA SOCCOLOGNOLA - FRAZIONE PARTIGLIANO

Dettagli

PROGRAMMA RIGENERAZIONE URBANA

PROGRAMMA RIGENERAZIONE URBANA PROGRAMMA RIGENERAZIONE URBANA AVVISO PUBBLICO (Art. 2 - L.R. n. 23/2018) L Amministrazione comunale di Carcare, vista la legge regionale 29 novembre 2018, n. 23 recante Disposizioni per la rigenerazione

Dettagli

Per rendere attuabili tali proposte si propongono strumenti mirati a programmi territoriali complessivi quali Corona Verde.

Per rendere attuabili tali proposte si propongono strumenti mirati a programmi territoriali complessivi quali Corona Verde. GRUPPO DI LAVORO 2 Gli obiettivi principali del progetto e risultati attesi dalla realizzazione degli interventi in via di definizione, discussi nell ambito del gruppo di lavoro 2 sono: - recupero della

Dettagli

Provincia di Ancona. Progetto urbanistico Arch. Roberto Serenelli. Collaboratori Elaborazioni grafiche - GIS Geom. Luca Mariani

Provincia di Ancona. Progetto urbanistico Arch. Roberto Serenelli. Collaboratori Elaborazioni grafiche - GIS Geom. Luca Mariani COMUNE DI SENIGALLIA Provincia di Ancona VARIANTE AL PRG. TRASFORMAZIONI TERRITORIALI IN LOCALITÀ BRUGNETTO. (Area di compensazione idraulica e modifiche alla S.P. Corinaldese) ADOZIONE DEFINITIVA ADOZIONE

Dettagli

DIREZIONE CNA COSTRUZIONI MODENA 16 LUGLIO 2018 N. 24 PERIODO MODENA -SEDE CNA

DIREZIONE CNA COSTRUZIONI MODENA 16 LUGLIO 2018 N. 24 PERIODO MODENA -SEDE CNA ART DIREZIONE CNA COSTRUZIONI MODENA 16 LUGLIO 2018 RT.. 4 C. 3 L.R.24/12/2017 N. 24 PERIODO MODENA -SEDE CNA PERIODO TRANSITORIO Chiunque avrà i requisiti, potrà in base al presente Avviso Pubblico presentare

Dettagli

n. 70 Localizzazione TENERANO Dati catastali NCT Fg. 164 mpp 721

n. 70 Localizzazione TENERANO Dati catastali NCT Fg. 164 mpp 721 n. 70 Localizzazione TENERANO Dati catastali NCT Fg. 164 mpp 721 A) STATO VIGENTE Destinazione Urbanistica Sezione: A Foglio: 164 Mappale: 721 - Disciplina dei Sistemi Territoriali: Area interna all A.P.I.S.

Dettagli

Norme Generali di Piano

Norme Generali di Piano VARIANTE GENERALE AL PIANO DEL PARCO DEL CONERO 2 Indice quaderno 0 Norme Generali di Piano pag 3 VARIANTE GENERALE AL PIANO DEL PARCO DEL CONERO 3 Norme Generali di Piano art. comma. OGGETTO, CAMPO DI

Dettagli

Comune di Seriate. Piano di Governo del Territorio

Comune di Seriate. Piano di Governo del Territorio Comune di Seriate Piano di Governo del Territorio Parte generale Dicembre 2011 AEGIS s.r.l. Cantarelli & Partners L.R. 51/1975 L.R. 12/2005 PIANO REGOLATORE GENERALE (P.R.G.) PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Dettagli

Articolo 2.12 Schede di progetto degli ambiti di trasformazione

Articolo 2.12 Schede di progetto degli ambiti di trasformazione Articolo 2.12 Schede di progetto degli ambiti di trasformazione Ambito di trasformazione n. 1 32 33 Localizzazione A nord dell abitato di Terzago, sul confine con il territorio comunale di Gavardo. Inquadramento

Dettagli

REGIONE LIGURIA. LR 36/1997 Legge urbanistica regionale come modificata dalle LR 11/2015, 29/2015 e LR 29/2016

REGIONE LIGURIA. LR 36/1997 Legge urbanistica regionale come modificata dalle LR 11/2015, 29/2015 e LR 29/2016 REGIONE LIGURIA Legge urbanistica regionale come modificata dalle LR 11/2015, 29/2015 e LR 29/2016 LR 49/2009 Misure urgenti per il rilancio dell'attività edilizia e per la riqualificazione del patrimonio

Dettagli

PIANO REGOLATORE GENERALE

PIANO REGOLATORE GENERALE REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO CITTA' DI SAN MAURO TORINESE L.R. 5 DICEMBRE 1977 N.56 E S.M.I. PIANO REGOLATORE GENERALE APPROVATO CON DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE 142-3494 DEL 18/O2/1986 VARIANTE

Dettagli

SCHEDA n. AD/1 AREA DI VIA BORGO VICENZA

SCHEDA n. AD/1 AREA DI VIA BORGO VICENZA SCHEDA n. AD/1 AREA DI VIA BORGO VICENZA Individuazione ambito L area è posta nel centro urbano, come definito dalla LR 50/2012, di Borgo Vicenza all intersezione tra le Vie Borgo Vicenza e Via Muri d

Dettagli

Piano di Governo del Territorio dei comuni di Sermide e Felonica. di Carlo Peraboni

Piano di Governo del Territorio dei comuni di Sermide e Felonica. di Carlo Peraboni L adeguamento del PTCP Piano di Governo del Territorio dei comuni di Sermide e Felonica di Carlo Peraboni 16 luglio 2009 2 L approvazione della Legge 12/05 ha rappresentato un importante momento di riflessione

Dettagli

IL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO DEL COMUNE DI SANSEPOLCRO AI SENSI DELL ARTICOLO 224 DELLA L.R. 65/2014

IL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO DEL COMUNE DI SANSEPOLCRO AI SENSI DELL ARTICOLO 224 DELLA L.R. 65/2014 IL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO DEL COMUNE DI SANSEPOLCRO AI SENSI DELL ARTICOLO 224 DELLA L.R. 65/2014 RELAZIONE TECNICA Settembre 2015 COMUNE DI SANSEPOLCRO Provincia di Arezzo SINDACO Prof.

Dettagli

PSC - POC - RUE POC N. Comune di Castell'Arquato II PIANO OPERATIVO COMUNALE ELABORATI DI PROGETTO NORMATIVA DI ATTUAZIONE E SCHEDE D'AMBITO

PSC - POC - RUE POC N. Comune di Castell'Arquato II PIANO OPERATIVO COMUNALE ELABORATI DI PROGETTO NORMATIVA DI ATTUAZIONE E SCHEDE D'AMBITO Regione Emilia-Romagna Provincia di Piacenza PSC - POC - RUE Approvazione C.C. n.21 del 26/04/2004 Comune di Castell'Arquato II PIANO OPERATIVO COMUNALE ELABORATI DI PROGETTO Redazione: GIANFRANCO PAGLIETTINI

Dettagli

Il paesaggio delle cascine: esemplificazione metodologica per l'analisi paesisitica ed un progetto di fruizione del territorio

Il paesaggio delle cascine: esemplificazione metodologica per l'analisi paesisitica ed un progetto di fruizione del territorio Il paesaggio delle cascine: esemplificazione metodologica per l'analisi paesisitica ed un progetto di fruizione del territorio arch. Antonio rubagotti PREMESSA METODOLOGICA ESEMPLIFICAZIONE DI UNA METODOLOGIA

Dettagli

RELAZIONE PROGRAMMATICA

RELAZIONE PROGRAMMATICA Comune di Monteforte d Alpone Regione del Veneto PIANO DEGLI INTERVENTI (PI) Legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio a RELAZIONE PROGRAMMATICA

Dettagli

TERRITORIO E SVILUPPO: IL PIANO TERRITORIALE DELLA COMUNITA

TERRITORIO E SVILUPPO: IL PIANO TERRITORIALE DELLA COMUNITA Governo del territorio TERRITORIO E SVILUPPO: IL PIANO TERRITORIALE DELLA COMUNITA 1 Piano territoriale della comunità PIANO TERRITORIALE DELLA COMUNITA Piano territoriale della comunità (art. 21, l.p.

Dettagli

REGOLAMENTO URBANISTICO APPROVATO IN DATA 2 DICEMBRE 2009, CON DELIBERA CONSILIARE. Relazione tecnica

REGOLAMENTO URBANISTICO APPROVATO IN DATA 2 DICEMBRE 2009, CON DELIBERA CONSILIARE. Relazione tecnica REGOLAMENTO URBANISTICO APPROVATO IN DATA 2 DICEMBRE 2009, CON DELIBERA CONSILIARE N 101 - RETTIFICA MERO ERRORE MATERIALE E CONSEGUENTE AGGIORNAMENTO CARTOGRAFIA RELATIVAMENTE ALLA PERIMETRAZIONE DELLA

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA. Norme in materia di piano territoriale regionale. CAPO I

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA. Norme in materia di piano territoriale regionale. CAPO I LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 13-12-2005 REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA Norme in materia di piano territoriale regionale. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE FRIULI- VENEZIA GIULIA N. 50 del 14 dicembre

Dettagli

LR 20/00 capo A-IV - Territorio Rurale

LR 20/00 capo A-IV - Territorio Rurale Obiettivi LR 20/00 capo A-IV - Territorio Rurale promuovere un agricoltura sostenibile e multifunzionale, salvaguardare il paesaggio rurale preservare i suoli ad alta vocazione agricola, il loro consumo

Dettagli

COMUNE DI VILLALGARINA PROVINCIA DI TRENTO

COMUNE DI VILLALGARINA PROVINCIA DI TRENTO COMUNE DI VILLALGARINA 1 1. Introduzione Il processo di revisione dei contenuti del Piano Regolatore Generale, avviato nel 2008 dall Amministrazione Comunale di Villa Lagarina, ha portato fino ad oggi

Dettagli

C O M U N E D I U R B I N O Provincia di Pesaro e Urbino

C O M U N E D I U R B I N O Provincia di Pesaro e Urbino C O M U N E D I U R B I N O Provincia di Pesaro e Urbino Immediatamente eseguibile Pratica n. o.d.g. SETTORE/SERVIZIO URBANISTICA E LAVORI PUBBLICI SERVIZIO/UFFICIO Proposta di deliberazione del Consiglio

Dettagli

I CONTENUTI DEL RUE NELLA L.R. 20/2000

I CONTENUTI DEL RUE NELLA L.R. 20/2000 INU Emilia Romagna Istituto Nazionale Urbanistica Summer School Cesenatico, 17-18-19 settembre 2009 Il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) nel sistema di pianificazione riformato dell Emilia Romagna

Dettagli

Raccolta Normativa della Regione Toscana 1

Raccolta Normativa della Regione Toscana 1 Regolamento 09 febbraio 2007, n. 3/R Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio). (Bollettino Ufficiale n.

Dettagli

ROMA, Venerdì 6 luglio 2018 Auditorium Parco della Musica

ROMA, Venerdì 6 luglio 2018 Auditorium Parco della Musica REGIONE LIGURIA ASSESSORATO ALL URBANISTICA ED EDILIZIA Vice Direzione Generale Urbanistica e Pianificazione Territoriale ROMA, Venerdì 6 luglio 2018 Auditorium Parco della Musica I MOTIVI DEL DDL LE QUESTIONI

Dettagli

COMUNE DI GAVORRANO PROVINCIA DI GROSSETO

COMUNE DI GAVORRANO PROVINCIA DI GROSSETO PROPOSTA DI NUOVO PIANO URBANISTICO ATTUATIVO CONFERMA DI PIANO URBANISTICO ATTUATIVO - GIÁ REGOLAMENTATO DAL REGOLAMENTO URBANISTICO - CONTRIBUTO TECNICO-NORMATIVO PROPOSTA NUOVA UTILIZZAZIONE IMMOBILE

Dettagli

LE INNOVAZIONI DELLA LEGGE TOSCANA PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO

LE INNOVAZIONI DELLA LEGGE TOSCANA PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO REGIONE TOSCANA Direzione generale delle politiche territoriali e ambientali Settore Indirizzi della Pianificazione arch. Marco Gamberini LE INNOVAZIONI DELLA LEGGE TOSCANA PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO

Dettagli

Regione Lazio. Leggi Regionali

Regione Lazio. Leggi Regionali 12/08/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 64 Pag. 10 di 300 Regione Lazio Leggi Regionali Legge Regionale 8 agosto 2014, n. 8 Modifiche alle leggi regionali 6 luglio 1998, n. 24 (Pianificazione

Dettagli

Articolo 1 Finalità. Articolo 2 Interventi regionali

Articolo 1 Finalità. Articolo 2 Interventi regionali Legge Regionale 5 febbraio 2010, n. 12 Istituzione del Parco Urbano delle Cantine di interesse regionale ( B.U. REGIONE BASILICATA n.7 del 05 febbraio 2010 ) Articolo 1 Finalità 1. La Regione, al fine

Dettagli