ACEGAS APS AMGA SERVIZI IDRICI. Qualità e innovazione per una gestione efficiente del ciclo idrico integrato

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1 ACEGAS APS AMGA SERVIZI IDRICI Qualità e innovazione per una gestione efficiente del ciclo idrico integrato

2 ACEGAS APS AMGA SERVIZI IDRICI La forza di un grande Gruppo: AcegasApsAmga appartiene a Hera, il secondo gestore italiano nel ciclo idrico integrato L acqua è un patrimonio collettivo da cui dipende la vita di ogni comunità. Per questo la gestione responsabile delle risorse idriche è uno dei principali valori a cui si ispira AcegasApsAmga nel gestire i servizi di captazione, approvvigionamento, trasporto e distribuzione di acqua potabile, oltre all intero sistema fognario e di depurazione delle acque reflue nelle aree di Trieste, Padova e Saccisica. I territori serviti utilizzano fonti d acqua abbondanti e di ottima qualità, sia dal punto di vista chimico-fisico, sia dal punto di vista organolettico. I numeri di Acegas Aps Amga m 3 Acqua potabile immessa in rete km Rete acquedotto m 3 Volumi fognatura km Rete fognatura m 3 Volumi depurazione Clienti AcegasApsAmga appartiene al Gruppo Hera, il secondo operatore nazionale nella gestione del servizio idrico integrato. Grazie a una rete complessiva di oltre 53 mila chilometri e a circa tra impianti di produzione, potabilizzatori e depuratori il Gruppo serve 3,6 milioni di cittadini. La sede del Gruppo Hera a Bologna

3 2 ACEGAS APS AMGA SE L ACQUA POTABILE DIVENTA... L oro blu L accesso alla risorsa idrica è una delle grandi sfide di un pianeta in cui, entro pochi decenni, abiteranno 9 miliardi di persone. Farne un uso più consapevole e razionale è fondamentale L acqua presente sulla terra è costante da millenni, grazie al suo trasformarsi continuamente di stato tra atmosfera, superficie terrestre e sottosuolo. Al contrario la popolazione mondiale continua a crescere a ritmo serrato: entro il 2050, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l Ambiente, raggiungerà circa i 9 miliardi. Considerando che già oggi la distribuzione della risorsa idrica nel pianeta è assai iniqua, la garanzia dell accesso all acqua per tutti gli abitanti del pianeta può già essere considerata una delle grandi sfide cui si trova di fronte l umanità. Una sfida di enorme complessità, che passa anche attraverso un utilizzo più consapevole e razionale di questa risorsa indispensabile per la vita: nei consumi civili, industriali e agroalimentari. La crescita dei consumi idrici negli anni (World Water Assessment Programme) Negli ultimi 100 anni i consumi d acqua sono aumentati proporzionalmente a un tasso doppio rispetto all incremento della popolazione mondiale. In futuro questo trend aumenterà in proporzione Numero di persone senza L accesso all acqua potabile nel mondo (2012) 10 milioni 196 milioni 200 milioni Fonte: Water.org 32 milioni 345 milioni Totale: 783milioni

4 SERVIZIO IDRICO 3 L Acqua del rubinetto Un privilegio per pochi In Occidente, nella maggior parte dei casi, per usare acqua potabile buona e sana basta aprire il rubinetto. Non è così per gli abitanti di molti paesi del mondo, dove la scarsità di questo elemento vitale è dovuta non solo a cause naturali, ma anche all assenza di infrastrutture adeguate per la sua captazione e potabilizzazione. A livello globale, la mancanza di accesso all acqua potabile sicura in quantità e a costi adeguati resta uno dei maggiori problemi per la salute umana. Nonostante l obiettivo di Sviluppo del Millennio sulla fornitura di acqua sia stato raggiunto già nel 2010 (si veda box), attualmente oltre 700 milioni di persone bevono ancora acqua non sicura, non avendo accesso agevole e a prezzo accettabile all acqua potabile. Metà di queste vivono nei paesi dell Africa sub sahariana, dove si registrano le più basse percentuali mondiali di accesso a fonti di acqua potabile. Il ricorso all uso di acqua di cattiva qualità contribuisce ad aumentare il rischio di diffusione di malattie endemiche come dissenteria, colera, tifo, malaria. Ogni anno muoiono oltre 10 mila persone per malattie legate alla mancanza di acqua o al consumo di liquidi contaminati. 8 OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO Nel settembre del 2000 tutti i 191 stati membri dell ONU hanno firmato la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, impegnandosi a raggiungere entro il 2015, 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Il 7 obiettivo è garantire la sostenibilità ambientale. Per il suo raggiungimento sono stati individuati vari punti, fra cui la necessità di ridurre della metà la percentuale di popolazione senza un accesso sostenibile all acqua potabile e agli impianti igienici di base, come la rete fognaria. 700 milioni di persone al mondo non hanno accesso all acqua potabile COME SI CONSUMA l ACQUA NEL MONDO 70% per uso agricolo 22% per uso industriale 8% per uso domestico Per approfondire:

5 4 ACEGAS APS AMGA Fognature e depurazione: un obiettivo non rimandabile Se non è un dato acquisito l accesso all acqua potabile, lo stesso può dirsi per i servizi fognario-depurativi, anch essi di estrema importanza per garantire qualità della vita e salute delle comunità. Anche se, secondo i dati divulgati dall Organizzazione Mondiale della Sanità nel recente rapporto annuale (2014), rispetto al 1990, dal 2012 oltre 2 milioni di persone in più hanno migliorato le condizioni igieniche di vita, c è ancora molto lavoro da fare. Infatti, più di un terzo della popolazione mondiale circa 2.5 miliardi di persone non utilizza impianti igienici adeguati; e tra questi, ancora 1 miliardo di persone non dispone nemmeno di un WC. Complessivamente in 46 Paesi del mondo meno della metà della popolazione ha accesso a una rete fognaria idonea. LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI IGIENICI NEL MONDO Esistono 46 Paesi in cui meno della metà della popolazione ha accesso a una rete fognaria adeguata Percentuale di popolazione che dispone di impianti igienici adeguati (dati 2012) Percentuale di popolazione che dispone di impianti igienici adeguati (dati 2012) % % 76-90% 50-75% <50% dati insufficienti o non applicabili 76-90% 50-75% <50% dati insufficienti o non applicabili Fonte: Rapporto OMS-Unicef Progress on Drinking Water and Sanitation 2014

6 SERVIZIO IDRICO 5 DA ACEGAS APS AMGA INVESTIMENTI SULLE RETI IDRICHE PER 20 MILIONI ALL ANNO Dalle estensioni di rete, alle bonifiche e ai potenziamenti di reti e impianti, fino agli adeguamenti normativi di fognatura e depurazione Anche in Italia esistono rilevanti criticità nel sistema fognario-depurativo, se si considera che, secondo i dati di Federutility, il 25% dei cittadini non è collegato alle fognature e il 30% scarica i reflui a mare, con gravi danni ambientali. Un quadro serio su cui pende l inadempienza alle direttive comunitarie sulla depurazione e fognature. Nell aprile 2014 la Corte di Giustizia europea ha confermato l infrazione della Direttiva sulla gestione delle acque reflue (91/271/CEE) da parte dell Italia. Il 31 dicembre 2015, è il termine stabilito per il raggiungimento degli obiettivi di qualità sulle acque: se non saranno raggiunti, le multe previste per l Italia potranno arrivare fino a 700 milioni di euro l anno. Appare, dunque, sempre più indispensabile investire risorse economiche sia nella realizzazione di impianti efficienti (ad esempio depuratori), sia nella manutenzione delle reti. In questo contesto, AcegasApsAmga investe in media ogni anno circa 20 milioni di euro nel ciclo idrico, principalmente in estensioni di rete, bonifiche e potenziamenti di reti e impianti, oltre che per adeguamenti normativi riguardanti in particolare i settori della fognatura e della depurazione. In Europa netti miglioramenti, ma le disparità restano Secondo la legislazione UE stabilita nel 1991, gli Stati membri sono tenuti a ridurre la quantità di inquinanti riversati nell ambiente, con l obbligo, per i centri abitati con almeno 2 mila abitanti, di raccogliere e trattare le acque in impianti di trattamento che rispettino una serie di standard minimi di qualità. La maggior parte degli Stati membri ormai, ha adattato i propri sistemi di trattamento delle acque reflue per soddisfare i requisiti stabiliti dalla direttiva, mentre i nuovi Stati membri hanno tempo fino al Per i Paesi che non ottemperano alla direttiva sono previste sanzioni pecuniarie. Gli ultimi dati disponibili, relativi al periodo , evidenziano che il tasso di raccolta è molto elevato, con 15 Stati membri che raccolgono il 100% (come Austria, Germania, Grecia e Finlandia) del loro carico inquinante totale.

7 6 ACEGAS APS AMGA La fabbrica dell acqua Cos è e quali sono le fasi del ciclo idrico integrato Per ciclo idrico integrato s intende la gestione dei servizi di captazione, approvvigionamento, trasporto e distribuzione di acqua potabile. Il ciclo dell acqua si completa poi con la gestione dell intero sistema fognario e di depurazione delle acque reflue, per restituirle pulite all ambiente. Le fasi del ciclo idrico integrato 1 captazione/prelievo 2 potabilizzazione 3 distribuzione La captazione è l attività con cui l uomo reperisce l acqua, attingendola da fonti superficiali (corsi d acqua, laghi, mari) o sotterranee (falde e sorgenti). A seconda del tipo di fonte, le acque potabili, quelle per uso irriguo e uso industriale, sono prelevate dall ambiente naturale con opere di captazione diverse. Per fare arrivare l acqua al rubinetto si mette in moto un vero e proprio processo industriale, costituito di fasi complesse e ad alta tecnologia. Per rendere l acqua potabile possono essere necessari interventi mirati a rimuovere gli agenti inquinanti che derivano dall attività umana (es. metalli pesanti o ammoniaca) o forme batteriche pericolose per la salute contenute, ad esempio, nelle acque di falda e in quelle vulcaniche. L acqua è quindi sottoposta a trattamenti specifici per assicurare i requisiti di qualità stabiliti dalla legge. Le tecniche più utilizzate sono: la sedimentazione, la chiariflocculazione, l ossidazione e la disinfezione, per cui viene spesso usato il cloro, che distrugge i microrganismi patogeni. Una volta resa potabile, l acqua è immessa nella rete di distribuzione. Lungo le reti, che seguono le direttrici stradali e su cui agiscono sistemi che regolano la pressione idrica, si diramano, proprio come un albero, gli allacciamenti interni verso gli utenti e, dunque, i rubinetti. Il sistema acquedottistico è costituito da reti e impianti in grado di garantire le portate e le pressioni necessarie nelle diverse aree, nonché di preservare le caratteristiche qualitative dell acqua. captazione/prelievo potabilizzazione distribuzione

8 SERVIZIO IDRICO 7 4 fognatura 5 depurazione 6 restituzione all ambiente La fognatura è un sistema di reti e impianti che convoglia le acque reflue domestiche e industriali agli impianti di depurazione. Raccolta e trattamento delle deiezioni e delle acque di scarico, provenienti dai singoli edifici e dai tombini stradali, sono dunque attività fondamentali per assicurare condizioni igieniche adeguate per il benessere e il sano sviluppo di un territorio. La depurazione avviene attraverso varie fasi di filtrazione per isolare la materia inquinante (olio, grassi, proteine, carboidrati e batteri) che poi è demolita da colonie di batteri in grado di divorarla, per poi procedere al trattamento biologico dei liquidi fognari. Mediante questo procedimento le sostanze inquinanti sono trasformate in elementi innocui (anidride carbonica, acqua, ecc.), generando come prodotto di scarto i fanghi, che a loro volta sono poi sottoposti a un ulteriore processo di depurazione, per poter essere smaltiti nell ambiente. Gli impianti di depurazione migliorano le caratteristiche delle acque reflue attraverso processi chimico-fisici e biologici, garantendo che il loro scarico non alteri gli ecosistemi naturali. Al termine del ciclo idrico integrato, infatti, le acque depurate sono restituite all ambiente, in genere attraverso l immissione in fiumi o mari. fognatura depurazione restituzione all ambiente

9 8 ACEGAS APS AMGA UN FORTE IMPEGNO SULL INNOVAZIONE Per un servizio idrico che garantisce la massima qualità ed efficienza con uno sguardo verso il futuro AcegasApsAmga, anche grazie al know-how e alle risorse del Gruppo Hera, è fortemente impegnata per garantire la massima qualità del servizio idrico: sia attraverso l investimento costante nella manutenzione e rinnovo degli impianti, che attraverso metodici controlli per garantire la massima sicurezza dell acqua (approfondimento a pag. 9). Di particolare rilievo è l orientamento all innovazione del ciclo idrico, che si traduce nell implementazione di strumenti di telecontrollo, nel favorire la ricerca applicata e nel promuovere progetti di smart grid (le cosiddette reti intelligenti) per consentire, ad esempio, la telelettura dei contatori o segnalare eventuali anomalie di consumo. In questo ambito, per AcegasApsAmga assumono particolare importanza i progetti di modellazione delle reti idriche e fognarie, finalizzati, rispettivamente, a ridurre ulteriormente le perdite idriche di rete e prevenire gli allagamenti grazie a una gestione più efficiente del sistema fognario. Queste attività si traducono in un tangibile vantaggio per gli abitanti dei territori serviti, se si considera che nel panorama nazionale la garanzia della continuità nei servizi idrico, depurativo e fognario spesso non è scontata.

10 SERVIZIO IDRICO 9 In buone acque: qualità e controlli AcegasApsAmga gestisce il servizio idrico garantendo ai propri clienti un acqua buona da bere, nel rispetto dei requisiti normativi Grazie ai due laboratori del Centro Idrico Novoledo e di Trieste, AcegasApsAmga garantisce 365 giorni all anno un monitoraggio continuo ed efficiente del servizio idrico. Le acque captate alle fonti e distribuite nella rete cittadina sono controllate senza soluzione di continuità con sonde installate in linea, per verificare che i parametri di qualità siano conformi alla legge. I tecnici, attraverso molteplici analisi chimico-fisiche e microbiologiche, analizzano quotidianamente la qualità dell acqua distribuita, lungo tutto il suo percorso dalla fonte al rubinetto. Questa costante attività si concretizza nelle oltre 39 mila analisi che AcegasApsAmga e le Aziende Sanitarie Locali effettuano ogni anno. Il 99,9% dei controlli fatti indica il pieno rispetto dei requisiti di qualità stabiliti dalla legge. TRASPARENTI COME L ACQUA Ti puoi fidare dell acqua di rubinetto. Lo dicono 110 analisi al giorno analisi svolte nel 2013 Per un informazione corretta e trasparente a tutti gli stakeholder, sul sito sono disponibili e costantemente aggiornati i dati sulla qualità delle acque nei comuni serviti da AcegasApsAmga, oltre che la versione navigabile e scaricabile del report In buone acque, che rendiconta annualmente le attività svolte. I dati sulla qualità delle acque sono anche comunicati periodicamente ai cittadini attraverso una specifica comunicazione inserita in bolletta. All interno del sito del Gruppo Hera invece è disponibile il canale acqua ( una sezione speciale che raccoglie numerose informazioni e ricerche sul ciclo idrico, fra cui, ad esempio, l impronta idrica dei principali alimenti (cioè la quantità d acqua necessaria a produrli). circa 110 analisi al giorno il 99,9% delle analisi è risultato conforme alla legge I laboratori analisi del Gruppo

11 10 ACEGAS APS AMGA LA RETE ACQUEDOTTO A PADOVA L acqua che disseta i padovani proviene per la maggior parte dai pozzi e dalle risorgive situate ai piedi delle Alpi e giunge in città attraverso tre condotte L acquedotto di Padova utilizza le risorse idriche dei pozzi artesiani che si trovano nel vicentino (tra i comuni di Dueville, Monticello Conte Otto, Caldogno, Vicenza) e dei 180 pozzi situati all interno dell oasi di Villaverla con una potenzialità di metri cubi l ora. Quest acqua attraversa diversi strati di ghiaia che la filtrano naturalmente, la depurano e la arricchiscono di sali minerali. Una parte arriva in profondità e forma le falde artesiane, mentre la restante si raccoglie a un livello meno profondo dando origine alle falde freatiche e alle risorgive, dove sgorga spontaneamente dopo un percorso depurativo lungo anche 10 anni. L acqua incontaminata delle Prealpi venete è proprio la stessa che raggiunge gli impianti di Saviabona (a carboni attivi), Brentelle Nord e Brentelle, dove si completa il ciclo di potabilizzazione con la clorazione. A questo punto, le risorse idriche sono immesse nella rete cittadina attraverso tre linee di adduzione: la canaletta trapezoidale in calcestruzzo del 1890, che parte direttamente da Villaverla; una tubatura di 900 millimetri di diametro del 1958, che convoglia l acqua dei pozzi posti a Nord di Vicenza; una linea di adduzione del diametro di millimetri del 2000 che si sviluppa dallo stabilimento di Saviabona (Vi) fino a raggiungere Padova, con un tracciato parallelo alla condotta da 900 millimetri. L acqua proveniente dalla zona pedemontana del vicentino alimenta anche la rete idrica di Abano Terme e in parte la rete che rifornisce i dieci comuni della Saccisica serviti da AcegasApsAmga. Il centro della città di Padova

12 SERVIZIO IDRICO 11 LE RETI E GLI IMPIANTI DI PADOVA villaverla 30 pozzi di captazione Saviabona ANNO 1890 canaletta trapezioidale in calcestruzzo ANNO acquedotto tubazione in cemento amianto diametro 900 mm ANNO acquedotto tubazione in acciaio diametro 1300 mm sile 12 stazioni di sollevamento 7 serbatoi di stoccaggio CANALETTA condotta da 900 mm condotta da 1300 mm km DI RETE BRENTELLE montà PADOVA Codalunga Stanga brenta abitanti serviti volta brusegana Abano giusti Abano terme RETE PRINCIPALE Acegasapsamga FIUMI E BACINI IMPIANTI DI POTABILIZZAZIONE ALIMENTATI con acque di falda IMPIANTI DI POTABILIZZAZIONE ALIMENTATI CON ACQUE DI SUPERFICIE Punti di captazione impianti di sollevamento legnaro sant angelo di piove di sacco polverara brugine Pontelongo cona arzergrande correzzola codevigo cavarzere 44,04 mln di m 3 di acqua addotta L acqua di Dueville disseta i padovani dal 1888 Per soddisfare il proprio fabbisogno idrico, da sempre, Padova può beneficiare di fonti idriche di ottima qualità. L antica Patavium, infatti, era rifornita da un acquedotto costruito dai Romani, alimentato dal fiume Medoacus (Brenta) e dalle ricchissime falde acquifere superficiali presenti nel territorio su cui sorgeva la città. Nella seconda metà del 1800, quando gli amministratori della città dichiararono non più potabile l acqua del fiume e dei pozzi cittadini, si rese necessaria la costruzione di un acquedotto moderno. Dopo accesi dibattiti sulla scelta delle fonti di approvvigionamento fu approvato il lungimirante progetto dell ingegnere Vincenzo Stefano Breda, che individuò le sorgenti di Villaverla, situate a 40 chilometri di distanza dalla città, nel vicentino. I lavori per la realizzazione del nuovo acquedotto iniziarono nel 1885 e si conclusero nell arco di tre anni: il 13 giugno 1888 una colonna d acqua si innalzò nel cielo di Padova, fuoriuscendo da una fontana provvisoria, posta al centro dell attuale piazza dei Signori.

13 12 ACEGAS APS AMGA L OASI NATURALISTICA DI VILLAVERLA Da Villaverla al rubinetto: l acqua incontaminata che bevono i padovani L acqua che sgorga dai rubinetti dei padovani arriva dai pozzi e dalle risorgive dell oasi naturalistica di Villaverla, di proprietà del Comune di Padova dal 1885 e gestita da AcegasApsAmga. L oasi si trova in località Novoledo (Vi), a pochi chilometri dal piede dei rilievi montuosi dell Altopiano di Asiago e si estende su un area di oltre 258 mila metri quadri. Villaverla è uno dei laboratori verdi più importanti d Italia, dove è stato favorito il ripopolamento e lo sviluppo delle specie arboree e arbustive che, secoli o millenni fa, ricoprivano l intera pianura padana, quali: farnia, quercia, carpino bianco, acero campestre, frassino ossifillo, ontano nero, salice bianco, pioppo nero. Al suo interno sopravvivono indisturbate specie di uccelli quasi scomparse nelle altre zone della pianura veneta, come i rapaci diurni (poiana, falco pecchiaiolo) e notturni (allocco, gufo, civetta); uccelli che nidificano nelle cavità degli alberi (picchio, cinciallegra e torcicollo); e gli uccelli che mangiano i semi degli alberi del bosco (frosone, lucherino). D inverno, quando gli alberi sono privi di foglie, è possibile osservare i nidi, mentre in primavera ed estate la loro presenza è confermata dai canti che risuonano tra gli alberi. Non di rado, tra la vegetazione si scorgono esemplari di capriolo. Nelle acque delle risorgive nuota il pesce marsone, la cui presenza è la dimostrazione più sicura del fatto che il contesto ambientale è incontaminato. Per questo motivo il marsone è stato scelto come simbolo dell oasi. L area naturalistica è uno scrigno verde destinato a proteggere e preservare un prezioso tesoro sotterraneo: l acqua che impregna uno strato di ghiaia profondo fino a 140 metri. Grazie ai 180 pozzi dai quali si prelevano le risorse idriche presenti in profondità, l acquedotto padovano può attingere a una fonte di approvvigionamento in pratica illimitata e di primissima qualità organolettica e chimico-fisica. L acqua prelevata dai pozzi di Villaverla non richiede alcun trattamento di potabilizzazione: prima di essere immessa in rete è esclusivamente addizionata con prodotti disinfettanti (ipoclorito di sodio). Al fine di migliorare la qualità dell acqua attinta nell area del vicentino e favorire il rispetto dei parametri di legge, dal 2002 è attivo l impianto di Saviabona, che dotato di 40 filtri a carbone attivo, può trattare l intera portata dell acquedotto.

14 SERVIZIO IDRICO 13 Il centro idrico di Brentelle Nel 1971 prese avvio la realizzazione del progetto di costruzione del centro idrico di Brentelle. L impianto costituisce il punto di arrivo in città della canaletta ottocentesca proveniente da Villaverla e permette sia il sollevamento in rete dell acqua in arrivo, sia l accumulo di quella non direttamente assorbibile dalla rete stessa, in tre giganteschi serbatoi alti 18 metri, della capienza di 25 milioni di litri ciascuno. Nell area del centro, a ridosso del canale Brentella, trova posto anche un impianto di captazione di acqua dalle falde golenali, che fu realizzato in tempi immediatamente successivi e attualmente utilizzato solo in condizioni di emergenza. Il centro idrico di Montà Presso il centro idrico di Montà termina la sua corsa l acqua che da Villaverla fluisce alla città, dopo il passaggio da Brentelle. Contemporaneamente, parte della portata d acqua che fluisce nella condotta forzata da 900 millimetri, viene deviata verso questa centrale e confluisce nei suoi serbatoi, della capacità complessiva di 46 mila metri cubi. L impianto ha la capacità di distribuire nella rete cittadina oltre litri di acqua al secondo. La rete idrica della Saccisica E DI ABANO AcegasApsAmga gestisce il ciclo idrico anche ad Abano Terme e nella Saccisica. Dal centro idrico di Montà partono due conduttrici che alimentano la rete del comune di Abano Terme, con la stessa acqua distribuita a Padova. L acqua potabile utilizzata dagli abitanti del Piovese, invece, ha origine da due fonti: la centrale di Boscochiaro nel comune di Cavarzere, dove l acqua arriva da otto pozzi golenali e dalla superficie del fiume Adige, per rifornire i comuni di Cona, Correzzola, Pontelongo e Codevigo; il punto di collegamento all acquedotto di Padova situato nel Comune di Saonara, che permette di dissetare i cittadini dei comuni di Brugine, Legnaro, Piove di Sacco, S. Angelo di Piove e Polverara. Al centro del territorio servito, c è la centrale di Arzergrande dove confluiscono le condotte adduttrici di grosso diametro (250 e 400 millimetri) che provengono dalla centrale di Boscochiaro e dalla presa di Padova. Da qui l acqua è distribuita a tutte le utenze allacciate alla rete. L impianto di Montà ha la capacità di distribuire nella rete cittadina oltre litri di acqua al secondo La sala pompe del centro idrico Brentelle

15 14 ACEGAS APS AMGA IL SISTEMA FOGNARIO E DEPURAtivo NEL PADOVANO Costituito da oltre chilometri, il sistema fognario tratta oltre 29 milioni di metri cubi di acqua reflue Il sistema fognario dell area di Padova gestito da AcegasApsAmga è costituito da una rete di oltre chilometri. Ogni anno grazie agli impianti di depurazione di Cà Nordio, Guizza, Abano Terme e Codevigo (al servizio dei comuni della Saccisica) oltre 29 milioni di metri cubi di acque reflue sono trattati per essere restituite pure all ambiente. che raccoglie i reflui provenienti dal centro storico, dai quartieri Sant Osvaldo, Forcellini e Terranegra-San Gregorio; il collettore Fossetta (acque miste) raccoglie i reflui provenienti dalla Zona Nord di Padova, Zona Industriale Padova (Zip), Zona di Camin e dall area del Comune di Noventa Padovana. L impianto di depurazione principale è certamente Cà Nordio, verso cui sono convogliate le acque di scarico dei due collettori principali: il collettore Centro Storico (acque nere) Il sistema fognario del Comune di Abano Terme è costituito invece da reti separate; la rete di acque nere è recapitata al depuratore Comunale della capacità di 35 mila abitanti equivalenti. Il depuratore di Cà Nordio a Padova

16 SERVIZIO IDRICO 15 i flussi di depurazione di PADOVA DEPURATORE DI CÀ NORDIO GAS ENERGIA ELETTRICA PADOVA BIO GAS BIODIGESTORE SCARICHI DOMESTICI TOMBINO IMPIANTI FOGNATURE ACQUE METEORICHE RETE PUBBLICA (attraverso la digestione anaerobica dai fanghi si ricava il biogas per la produzione di energia elettrica) FANGHI DISINFEZIONE ACQUA DEPURATA ACQUA DEPURATA CANALE RONCAJETTE FANGHI SEDIMENTATORE (SEPARAZIONE: i FANGHI vanno al biodigestitore e l ACQUA DEPURATA defluisce nel canale di scolo) SCARTO FANGHI OLII ACQUA TRATTAMENTO BIOLOGICO DEI LIQUIDI FOGNARI (colonie di batteri divorano la materia organica e trasformano le sostanze inquinanti in elementi innocui) SABBIA RACCOLTA ACQUE DA POZZI NERI SGRIGLIATURA (per eliminare i materiali più grossolani) ARIA COMPRESSA ASPIRA SABBIA PASSAGGIO SU GRIGLIA PIÙ FINE (per rimozione più fine di altro materiale flottante) L impianto di depurazione di Cà Nordio Gli impianti di depurazione della Saccisica Nel depuratore di Cà Nordio, i reflui sono sottoposti a un trattamento biologico a fanghi attivi, con recapito finale nel Canale Roncajette. La zona Guizza è servita, invece, da un depuratore locale di tipo biologico a fanghi attivi con recapito finale nello Scolo Amolari: soddisfa le esigenze di 15 mila abitanti. Alcune delle zone periferiche del Comune di Padova sono servite dai depuratori dei Comuni di Albignasego, Cadoneghe e Ponte San Nicolò. Le sempre più restrittive direttive comunitarie riguardanti gli impianti di depurazione, di pari passo con l incremento demografico e delle attività produttive nell area urbana di Padova, hanno imposto la realizzazione della terza linea di trattamento del depuratore di Cà Nordio. Nei prossimi anni è prevista la realizzazione di un ampliamento, grazie al quale la capacità complessiva dell impianto salirà a 320 mila abitanti equivalenti. Il progetto prevede la confluenza a Cà Nordio di tutti i reflui che attualmente sono trattati negli impianti di depurazione periferici (Guizza, Ponte San Nicolò e Albignasego), attraverso condotte di nuova costruzione. Il depuratore più importante della Saccisica è quello di Codevigo, che ogni anno tratta 3,5 milioni di metri cubi di materiale fognario. Nella Saccisica altri cinque depuratori sono in servizio a Civè, Concadalbero, Pontelongo, Pegolotte di Cona e Villa del Bosco. Il depuratore di Codevigo

17 16 ACEGAS APS AMGA LA RETE DELL ACQUEDOTTO DI Trieste La città di Trieste è alimentata da risorse idriche di elevata purezza provenienti dalla Piana Isontina e da acque di origine carsica, trasportate in città da due condotte, di cui una sottomarina L acqua che si beve a Trieste proviene prevalentemente dalle falde artesiane della Bassa Pianura Isontina, collocate fra i 100 e i 300 metri di profondità in località San Pier d Isonzo, dove l acqua proveniente dal corso del fiume Isonzo si raccoglie dopo aver attraversato diversi strati del terreno ed essere stata sottoposta a un processo di filtrazione naturale che può durare dai 12 mesi ai 7 anni. Alla fine di questo processo, le risorse idriche sono caratterizzate da un elevata purezza e da un arricchimento di sali minerali disciolti che la rendono oligominerale. Per queste sue caratteristiche, l acqua non necessita di alcun trattamento di potabilizzazione e prima di essere immessa in rete è unicamente addizionata di cloro. Dalla Piana Isontina, l acqua raggiunge un grande serbatoio situato sulla collina della Rocca di Monfalcone (lungo 120 metri, largo 6 metri, alto 6 metri e mezzo) e defluisce fino all impianto di Randaccio (in località S.Giovanni di Duino) dove confluiscono anche le acque delle altre fonti di approvvigionamento, le risorgive del Timavo, del Sardos e del Sàblici. Le acque sotterranee contenute nelle fratture allargate dal carsismo nei calcari del Carso Classico alimentate dalle piogge, dal fiume Reka o Timavo Superiore e dalle acque dell Isonzo, attualmente sono mantenute come riserva, e utilizzate soprattutto durante i periodi di siccità, ma possono garantire un continuo e capillare approvvigionamento idrico anche a zone in cui l acqua è meno abbondante, come la vicina Istria. A causa dell assenza di filtrazione naturale da parte degli strati del terreno, legata alla natura classica del luogo, queste acque per essere immesse in rete, sono trattate con un sistema di filtri a sabbia nell impianto di Randaccio. Da qui, attraverso due condotte, di cui una sottomarina l acqua raggiunge le case dei triestini, oltre ad alimentare anche le reti dei comuni di Duino Aurisina, San Dorligo della Valle e Muggia.

18 SERVIZIO IDRICO 17 A TRIESTE UN ACQUA INTERNAZIONALE: IL PROGETTO HYDROKARST. Il sistema di approvvigionamento delle risorse idriche di Trieste ha un importante peculiarità: l internazionalità. Infatti, l acquifero carsico costituisce anche la fonte delle risorse idriche della confinante Slovenia, con cui è condivisa l esigenza di salvaguardare la salute di queste acque. A tal fine AcegasApsAmga è capofila del progetto Hydrokarst (finanziato dal Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia , dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e dai fondi nazionali) che si pone l obiettivo prioritario di raggiungere una gestione coordinata dell acquifero del Reka-Timavo, attraverso l elaborazione di proposte normative e azioni condivise per la sua tutela. San Pier D isonzo 10 stazioni di sollevamento 12 pozzi di captazione Staranzano 1 pozzo di captazione sorgenti sardos san giovanni di duino randaccio 55 serbatoi di stoccaggio risorgive timavo duino aurisina km DI RETE condotta sottomarina abitanti serviti 50,4 mln di m 3 di acqua addotta TRIESTE RETE PRINCIPALE Acegasapsamga FIUMI E BACINI San dorligo della valle IMPIANTI DI POTABILIZZAZIONE ALIMENTATI con acque di falda IMPIANTI DI POTABILIZZAZIONE ALIMENTATI CON ACQUE DI SUPERFICIE Punti di captazione Muggia impianti di sollevamento

19 18 ACEGAS APS AMGA RANDACCIO, IL CUORE DEL SISTEMA ACQUEDOTTISTICO TRIESTINO Il centro idrico intitolato a Giovanni Randaccio è il sito principale del sistema acquedottistico di Trieste, dove confluisce tutta l acqua prelevata in natura La realizzazione dell Acquedotto Randaccio a San Giovanni di Duino fu avviata nel All epoca l impianto utilizzava come fonte d approvvigionamento le sorgenti del Sardos e Timavo. Nel corso della storia l acquedotto Randaccio è stato oggetto di successivi interventi di ampliamento e ha assunto la sua fisionomia definitiva nei primi anni 90 con la conclusione dei lavori per la realizzazione dell acquedotto dell Isonzo, di cui è la stazione terminale. Attualmente l acqua prelevata dai pozzi della Piana Isontina, attraverso due condotte in acciaio dal diametro di millimetri, raggiunge la vasca di oscillazione collocata in località Le Mucille, un grande serbatoio situato sulla collina della Rocca di Monfalcone (lungo 120 metri, largo 6 metri, alto 6 metri e mezzo), per poi defluire fino allo stabilimento Randaccio. L impianto è circondato da un parco in cui l acqua scorre lontana da potenziali fonti d inquinamento. Qui si concentrano le attività di raccolta di tutta l acqua prelevata in natura, destinata al processo di potabilizzazione in imponenti vasche, dotate di 36 filtri costruiti in modo da replicare il funzionamento del letto di un fiume, il miglior filtro che la natura abbia saputo creare; strati sovrapposti di ghiaie di misura diversa, infatti, separano le impurità dall acqua in modo assolutamente naturale. L acqua filtrata giunge poi alla sala pompe e, dopo la clorazione, è immessa sotto pressione nella rete distributiva articolata in due tronconi distinti. La città, infatti, è collegata all acquedotto da due condutture: la più vecchia, risale al 1929 e misura 900 millimetri di diametro, attraverso la sua inclinazione l acqua raggiunge la torre piezometrica sita sul costone di Sistiana e seguendo il tracciato della strada costiera scorre verso Trieste. Mentre la più moderna, una tubatura di millimetri di diametro, prevede la confluenza delle riserve idriche alla torre piezometrica collocata sul Dosso Petrinia e il loro naturale deflusso verso la città per mezzo di una condotta sottomarina che scorre per 18 chilometri sul fondale del Golfo di Trieste, a circa 200 metri dalla riva. Ogni anno queste due condotte portano a Trieste oltre 50 milioni di metri cubi d acqua. L Acquedotto Randaccio a San Giovanni di Duino

20 SERVIZIO IDRICO 19 Una mansio romana a Randaccio Durante l esecuzione degli scavi per completare l interconnessione tra l acquedotto Randaccio e il più recente acquedotto dell Isonzo sono emersi interessanti reperti archeologici di epoca romana. L intervento della Soprintendenza per i Beni artistici, architettonici e storici del Friuli Venezia Giulia ha consentito di riportare alla luce una mansio romana risalente al primo secolo, probabilmente adibita a stazione di posta. Un po di storia: dagli acquedotti romani al Randaccio Già nel II secolo a.c., Trieste riceveva dell Acquedotto fino al 1920). del diametro di millimetri che acqua potabile da due acquedotti Nel 1857 poi, fu inaugurato l acquedotto dal Villaggio del Pescatore, attraversa romani, di cui alcuni resti sono visibili di Aurisina, che collegava le polle il Golfo di Trieste per rifornire la città. ancora oggi in Val Rosandra. dell omonima località con il centro Alla fine degli anni 70, a causa Per molti secoli, gli abitanti della città di Trieste. dell aumento del consumo procapite furono costretti ad attingere l acqua Nel 1929 cominciò la realizzazione di acqua e del crescente inquinamento da pozzi e piccole sorgenti, fino a dell acquedotto Randaccio, che in parte del fiume Timavo, fu necessario quando, nel 1749, l Imperatrice si congiunse con l acquedotto individuare nuove fonti per il rifornimento d Austria Maria Teresa, fece costruire di Aurisina, incrementandone la capacità idrico di Trieste. La fonte ottimale fu Costruzione un nuovo acquedotto. Realizzato in soli fino a 75 mila metri cubi giornalieri. individuata nelle acque di falda artesiana dell approdo al Molo 2 anni, portava l acqua da San Giovanni In seguito, la portata dell acquedotto della Bassa Pianura Isontina, alimentate Zero della condotta al centro della città attraverso l attuale fu ulteriormente aumentata: nel 1971 anche dalle dispersioni profonde sottomarina viale XX Settembre (chiamato viale entrò in esercizio la condotta sottomarina del fiume Isonzo. da millimetri

21 20 ACEGAS APS AMGA il sistema depurativo e fognario DI trieste Costituito da circa 460 chilometri, la rete fognaria tratta quasi 50 milioni di metri cubi di acque reflue all anno Nel territorio triestino AcegasApsAmga gestisce complessivamente circa 460 chilometri di rete fognaria. Attraverso gli impianti di depurazione di Servola, Zaule, Basovizza e Barcola, sono trattati circa 50 milioni di metri cubi di acque reflue all anno. Il sistema fognario triestino convoglia i reflui principalmente verso l impianto di depurazione di Servola, che tratta le acque reflue per oltre 220 mila abitanti. A Servola, situato ai piedi dell omonimo colle, le acque sono sottoposte a un trattamento di tipo chimico-fisico (mentre per la parte fanghi è prevista la digestione anaerobica riscaldata con il recupero del biogas prodotto). Le acque sono poi smaltite nel mare mediante una condotta sottomarina di oltre 7 chilometri di lunghezza. I liquami fognari provenienti dalla zona industriale di Trieste, dai Comuni di Muggia, San Dorligo della Valle, nonché dalla Zona Sud dell abitato di Trieste, unitamente alle portate di magra dei torrenti Pozar, Zaule e Sant Antonio, invece, sono convogliati al depuratore di Zaule situato a Sud-Est della città, e affacciato sul Canale navigabile in diretta comunicazione con il mare Completano il sistema di depurazione della città di Trieste gli impianti di Basovizza e Barcola. AcegasApsAmga, inoltre, gestisce il sistema fognario e depurativo per il Comune di Duino Aurisina, dotato di un impianto di depurazione seminterrato per circa 750 abitanti equivalenti; l impianto di depurazione di Sistiana riceve i liquami provenienti dall omonimo centro abitato, da Aurisina, Visogliano e parte di Santa Croce e l impianto di Dolina, situato sulla riva del torrente Rosandra. Nel 2014, è stato dato avvio a un importante progetto di ammodernamento dell intero sistema depurativo di Trieste, necessario per l adeguamento alle normative comunitarie (si veda pag. 5). Il progetto prevede due macro interventi: l adeguamento del depuratore di Servola, che sarà portato a termine in quattro anni e la dismissione del depuratore di Barcola prevista per il 2015, i cui reflui convergeranno su Servola grazie a una condotta in pressione di 4,5 chilometri circa, che si snoda attraverso la riviera barcolana. UN FUTURO PIÙ EUROPEO PER IL DEPURATORE DI SERVOLA L ammodernamento del sistema di depurazione triestino è uno dei più importanti progetti che saranno sviluppati in Italia nei prossimi anni nel settore depurativo. Gli interventi per il progressivo adeguamento del sistema di depurazione delle acque presso l impianto di Servola sono finalizzati a mitigare l impatto ambientale del trattamento dei reflui sul sistema idrico del Golfo di Trieste. L adeguamento dell impianto avverrà attraverso l implementazione di una seconda fase di trattamento dei reflui, che seguirà l attuale trattamento primario, basata sulla cosiddetta biofiltrazione. Attraverso l attività di batteri aerobici, questa tecnologia è in grado di abbattere fosforo e azoto, elementi nutrienti responsabili dell eutrofizzazione delle acque, fenomeno che produce alghe e mucillagini. A completamento del processo è prevista una fase di disinfezione delle acque con raggi ultravioletti UV. Il progetto garantisce la sostenibilità ambientale del sistema di smaltimento dei reflui cittadini, dando una risposta efficace e risolutiva. Un opera fondamentale per la tutela ambientale del territorio, che doterà la città di un infrastruttura fra le più all avanguardia nel Paese. Il depuratore di Servola

22 SERVIZIO IDRICO 21 i flussi al depuratore di zaule DEPURATORE ENERGIA ELETTRICA GAS MUGGIA BIO GAS BIODIGESTORE SCARICHI DOMESTICI TOMBINO IMPIANTI FOGNATURE ACQUE METEORICHE RETE PUBBLICA FANGHI (attraverso la digestione anaerobica dai fanghi si ricava il biogas per la produzione di energia elettrica) ACQUA DEPURATA AD USO INDUSTRIALE GOLFO DI TRIESTE FANGHI SEDIMENTATORE (SEPARAZIONE: i FANGHI vanno al biodigestitore e l ACQUA DEPURATA defluisce nel canale di scolo) SCARTO FANGHI OLII ACQUA TRATTAMENTO BIOLOGICO DEI LIQUIDI FOGNARI (colonie di batteri divorano la materia organica e trasformano le sostanze inquinanti in elementi innocui) SABBIA RACCOLTA ACQUE DA POZZI NERI SGRIGLIATURA (per eliminare i materiali più grossolani) ARIA COMPRESSA ASPIRA SABBIA PASSAGGIO SU GRIGLIA PIÙ FINE (per rimozione più fine di altro materiale flottante)

23 22 ACEGAS APS AMGA DIFFONDERE LE BUONE PRATICHE E UNA SANA CULTURA SULL ACQUA AcegasApsAmga, in coerenza con i valori del Gruppo Hera, è impegnata nel diffondere le buone pratiche come la divulgazione di una cultura dell acqua di rete, al fine di ridurre l impatto ambientale derivante dal consumo delle acque in bottiglia, massiccio nel nostro Paese. L Italia, infatti, è tra i più grandi consumatori di acqua in bottiglia al mondo, al primo posto in Europa, con un consumo annuo medio procapite paria circa 192 litri (Fonte: Beverfood Guida online alle acque minerali 2012). Esistono invece ottime ragioni per preferire l acqua di rubinetto: È PIÙ CONTROLLATA I controlli sono regolamentati da normative differenti e più rigide rispetto a quelli previsti sull acqua in bottiglia. È PIÙ ECONOMICA Considerando un consumo medio di mille litri all anno per una famiglia di tre persone e il prezzo medio di 30 centesimi per litro di alcune acque minerali naturali in commercio, la spesa annua per l acqua in bottiglia è di circa 300 euro. Invece, la spesa per la stessa quantità di acqua proveniente da acquedotto è di 1,71 euro all anno. CONTRIBUISCE A PRODURRE MENO RIFIUTI Le bottiglie contribuiscono sensibilmente ad aumentare la quantità di rifiuti prodotti, soprattutto plastica (PET), che stanno soffocando il pianeta.130 litri di acqua imbottigliata producono circa 4 chili di rifiuti. INQUINA MENO E RIDUCE GLI SPRECHI DI ENERGIA Il trasporto delle confezioni d acqua influisce sulla qualità dell aria, poiché le bottiglie percorrono molti chilometri su strada prima di arrivare sulle nostre tavole, viaggiando solo per il 18% del totale su ferrovia. Inoltre per produrre acqua in bottiglia è necessario un notevole impiego di energia elettrica. 400 mila litri di acqua di rubinetto erogati nelle mense e negli uffici Hera nel 2013: oltre 630 mila bottiglie di plastica in meno! un Confronto tra il costo dell acqua di rubinetto e in bottiglia Le Emissioni di CO 2 necessarie per produrre un litro di acqua I Consumi elettrici necessari per produrre un litro di acqua 1,7 mille litri di acqua di rubinetto 300 mille litri di acqua in bottiglia 2% di rubinetto 100% in bottiglia 3% di rubinetto 100% in bottiglia

24 SERVIZIO IDRICO 23 Le case dell acqua AcegasApsAmga, per valorizzare l uso dell acqua di rete, promuove le case dell acqua. Impianti progettati per fornire in luoghi pubblici (ad es. piazze, parchi) l acqua della rete locale, che può essere erogata, oltre che liscia refrigerata, anche frizzante. Alcune case dell acqua sono già state installate nei comuni di Abano Terme e Legnaro, nel padovano, mentre altre installazioni sono allo studio con diverse amministrazioni del territorio. AcegasApsAmga ha anche collaborato alla recente installazione di 3 case dell acqua nel Comune di Trieste. Stili di vita e impatto idrico Nel mondo della produzione e dei consumi globalizzati l acqua è una risorsa sempre più preziosa da preservare. Il collegamento tra produzione e acqua può essere misurato con un indicatore chiamato impronta idrica, studiato dal professor Arjen Y. Hoekstra, direttore scientifico del Water Footprint Network. Il water footprint o impronta idrica consente di calcolare l uso di acqua, prendendo in considerazione il suo consumo diretto e indiretto per produrre beni e servizi, ad esempio: un chilo di carne, un ortaggio, un foglio di carta, una t-shirt, un mobile. Conoscere l impronta idrica degli alimenti e dei prodotti che si acquistano o più in generale collegata alle abitudini per la pulizia della casa o all igiene personale, consente di fare scelte più consapevoli, orientate verso stili di vita più sostenibili e a minor impatto idrico. In Italia, come dimostra l infografica sotto, l impatto idrico è particolarmente elevato m3/anno a testa impronta idrica media dell italia m3/anno a testa impronta idrica media globale Fonte: Water Footprint Network

25 24 ACEGAS APS AMGA USO RESPONSABILE DELL ACQUA: CONSIGLI PER RIDURRE GLI SPRECHI Nonostante nei territori serviti da AcegasapsAmga l acqua scorra abbondante e di ottima qualità, per garantire anche alle generazioni future salubrità e abbondanza, è importante fare un uso responsabile di questa risorsa vitale. Per evitare gli sprechi bastano piccoli accorgimenti, che si traducono in una buona pratica di sostenibilità e in un concreto risparmio sulla bolletta. Ecco alcuni consigli utili: Fare una manutenzione costante della rete idrica domestica Per verificare la presenza di perdite d acqua, chiudere tutti i rubinetti e controllare che il contatore non giri. Un rubinetto che gocciola o un water che perde sprecano decine di litri d acqua al giorno. Una corretta manutenzione consente anche di risparmiare sulla bolletta. Preferire la doccia al bagno Il consumo d acqua per un bagno può essere fino a quattro volte superiore rispetto a quello per una doccia: una vasca da bagno contiene litri d acqua, mentre una doccia di cinque minuti fa consumare litri. Evitare di tenere aperto il rubinetto inutilmente Chiudendo l acqua quando ci si lava i denti, ci si rade la barba, ci s insapona, si evita di sprecare inutilmente fino a litri di acqua l anno. In cucina usare acqua corrente solo quando serve Per lavare le verdure è meglio metterle a mollo anziché usare l acqua corrente. Anche per lavare i piatti non è indispensabile usare l acqua corrente; conviene raccogliere la giusta quantità nel lavello per risparmiarne alcune migliaia di litri all anno. Usare razionalmente lo scarico del WC Lo scarico del WC costituisce il 20-30% dei consumi idrici domestici. Installare nuove cassette a incasso a due tasti (o per rilascio differenziato), consente di diminuire gli sprechi.

26 crediti Progetto editoriale: Riccardo Finelli, Responsabile Relazioni Esterne AcegasApsAmga Chiara Crestani, Relazioni Esterne AcegasApsAmga Design: Koan moltimedia Stampa: Grafiche Damiani Fotografie: Archivio fotografico AcegasApsAmga; Archivio fotografico Hera; istockphoto LP; Damiano Rotondi, Relazioni Esterne AcegasApsAmga Per la realizzazione di questo progetto è stata usata una carta: Igloo Offset Finito di stampare nel mese di febbraio 2015

27 Acegas Aps Amga Società a socio unico, soggetta alla direzione e al coordinamento di Hera S.p.A. SEDE LEGALE TRIESTE: via del Teatro, 5 telefono C.F. / P. IVA e Reg. Imp. TS CAPITALE SOCIALE I.V ,84 SEDE DI PADOVA: C.so Stati Uniti, 5 telefono SEDE DI UDINE: via Del Cotonificio, 60 telefono SEDE DI GORIZIA: via Anton Gregorcic, 25 telefono

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