Relazione Patto Locale di Sicurezza Urbana 2009

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1 Relazione Patto Locale di Sicurezza Urbana 9. La riqualificazione dell ambiente urbano Il patto locale di sicurezza urbana individua gli interventi finalizzati alla riqualificazione dell ambiente urbano e all attuazione di politiche sociali che permettano di migliorare la vivibilità del territorio e la qualità della vita delle comunità. Si tratta delle azioni per la sicurezza, dei progetti per il superamento del disagio giovanile, degli interventi per l integrazione degli immigrati, dei progetti di riqualificazione urbana e di tutela del territorio urbano attraverso l incremento dei controlli sulle aree e parchi pubblici. L intensificazione del controllo sulle aree e parchi pubblici è preordinato a migliorare la qualità della vita e dell ambiente urbano, dall altro, e si inserisce tra le attività finalizzate alla prevenzione del degrado urbano soprattutto con riguardo alla popolazione giovanile. Il patto locale di sicurezza urbana consente alle forza di Polizia Locale di realizzate in concreto un rafforzamento dei controlli stradali durante il fine settimana e negli orari notturni. Questi interventi vanno ad aggiungersi agli interventi di carattere ordinario effettuati dalla Polizia Locale di Seregno quali i controlli presso locali notturni, discopub e discoteche, finalizzati alla prevenzione degli incidenti stradali e alla sensibilizzazione dei giovani alla legalità Tale attività, infatti, cerca di affrontare le problematiche legate al fenomeno del bullismo, all utilizzo di sostanze stupefacenti e alle altre forme di disagio giovanile All intensificazione dei controlli sulle strade, specie negli orari e nelle giornate più a rischio, vanno, dunque, ad aggiungersi i controlli nei locali frequentati soprattutto dai giovani e le attività di vigilanza predisposte nelle aree limitrofe ad istituti scolastici, aree verdi e parchi, ricorrendo. Alcune considerazioni di sintesi Sul piano dei contenuti il patto siglato ha individuato un programma diretto al miglioramento del tessuto urbano e della qualità della vita dei cittadini. L obiettivo di tutta l attività realizzata e descritta nel P.L.S.U. è indirizzato verso un incremento degli interventi finalizzati al controllo e al mantenimento della sicurezza sul territorio, finalizzato a fornire concretamente a una risposta inevitabile alle continue richieste di sicurezza. Gli interventi effettuati dalle Guardie Ecologiche Volontarie, dall Associazione Nazionale Carabinieri e dal Gruppo di Volontari Coordinati dalla Protezione Civile hanno prodotto e producono un forte impatto emotivo nella cittadinanza, incrementando di fatto l effettiva percezione di un controllo costante su tutto il territorio comunale ivi comprese quelle aree che apparentemente apparivano meno interessate da verifiche. Permettere alla collettività di vivere la città in tutti i suoi spazi e di favorire l integrazione sociale non solo migliora la qualità della vita delle persone, rafforzando la percezione di sicurezza che tanto le amministrazioni locali si propongono di conseguire, ma al contempo funziona come prevenzione e deterrente per la criminalità. Una comunità più integrata attua a suo modo una rete di protezione e controllo che accompagna l attività di prevenzione della polizia ed al contempo contribuisce ad impedire il radicamento di fenomeni criminali. Emerge un nuovo ruolo delle comunità locali nell attivazione di politiche di prevenzione e di contrasto all esclusione sociale quale fattore causale della criminalità. A livello locale si manifesta l intimo legame tra sicurezza e valori fondamentali: la sicurezza riguarda l esercizio dei diritti di libertà costituzionalmente garantiti e concorre a promuovere la condivisione dei valori su cui poggia l identità civica della comunità. La comunità locale è, dunque, chiamata a sperimentare nuove forme di prevenzione sociale che vanno dalla riqualificazione urbana all assistenza degli emarginati, dall educazione civica alla mediazione dei conflitti. In concreto il ricorso al patto consente di formalizzare stabili collaborazioni dell amministrazione locale con la realtà territoriali di carattere volontario che consentono di sviluppare una rete capillare finalizzata al miglior controllo del territorio, alla raccolta di informazioni che permettono di cogliere adeguatamente e complessivamente lo stato di fatto dei luoghi e degli utenti di tali aree al fine di adottare

2 tutti gli opportuni provvedimenti al riguardo per i necessari interventi da attuarsi a livello locale. Obiettivo può essere raggiunto se a monte, come primo passo, si assume la rilevazione dei problemi e dei mezzi a disposizione e la diagnosi locale di sicurezza mentre a valle si attiva un adeguato sistema di garanzia e di verifica dell adempimento degli impegni reciproci. E pertanto auspicabile la possibilità di rinnovare (negli anni a venire) il patto in quanto permetterebbe di adattare e modificare gli accordi negoziali in relazione agli obiettivi raggiunti e alle nuove esigenze che possono emergere anche come conseguenza delle prime attività realizzate. Le politiche di intervento locale sviluppate nel corso degli anni futuri potranno così essere verificate nella loro efficacia ed eventualmente subire adattamenti in corso di applicazione attraverso un sistema di valutazione a cura dell amministrazione interessata. In primo luogo il patto opera sullo sfondo di un generale riordino delle competenze degli enti locali e tenta in alcuni casi di individuare nuove forme di collaborazione tra enti locali e realtà associative aperte al volontariato. È, inoltre, evidente che alla diffusione degli strumenti negoziali ha contributo l introduzione dell elezione diretta del sindaco ad opera della legge n. 8 del 993, a seguito della quale il vertice politico delle amministrazioni locali si è sentito maggiormente chiamato a rispondere direttamente alle istanze di sicurezza avanzate dai propri cittadini. Dunque, il ricorso alla stipula di patti ha affiancato l ampliamento delle responsabilità politiche ed amministrative delle istituzioni locali, dapprima con le cosiddette riforme Bassanini e successivamente con novella del Titolo V della Costituzione. In secondo luogo il patto ha contribuito, insieme alla legislazione regionale, a delimitare la materia della sicurezza urbana. Un contributo che oltre a definire la sicurezza quale diritto primario dei cittadini da garantire in via prioritaria per assicurare lo sviluppo sociale ed economico del Paese ed un adeguata qualità della vita, include nel governo della sicurezza urbana le iniziative capaci di migliorare la vivibilità del territorio e la qualità della vita, coniugando prevenzione, mediazione dei conflitti, controllo e repressione. Si tratta di una definizione secondo cui la sicurezza urbana è un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale. Il tutto finalizzato ad evidenziare alcuni specifici ambiti nei quali il sindaco può adottare provvedimenti, anche contingibili ed urgenti, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l incolumità pubblica e la sicurezza urbana: lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l'accattonaggio e i fenomeni di violenza legati anche all'abuso di alcool; il danneggiamento al patrimonio pubblico e privato; l'incuria, il degrado e l'occupazione abusiva di immobili; l abusivismo commerciale e l illecita occupazione di suolo pubblico; la prostituzione su strada o l'accattonaggio molesto. Il patto siglato dalla Provincia di Milano, dal Comune di Seregno, dalle Guardie Ecologiche Volontarie, dall Associazione Nazionale Carabinieri e dal Gruppo di Volontari coordinati dalla Protezione Civile rispondono ad una nuova visione plurale della sicurezza, in cui il bene sicurezza è riconosciuto come un bene pubblico realizzato in maniera integrata e percepito localmente. Gli istituti consensuali, infatti, cercano di far fronte a due istanze: il bene sicurezza che è un bene nazionale viene percepito a livello locale; l effettività di tale bene è assicurata dall azione sinergica delle parti interessate ed diversi livelli istituzionalmente coinvolte nel nuovo sistema amministrativo policentrico. L obiettivo si sposta verso una sicurezza più partecipata, risultato di un coordinamento orizzontale. Nel rispetto delle competenze e dell organizzazione delle funzioni di ciascuno dei soggetti coinvolti, con la disciplina attuativa dell art. 8, comma 3, della Costituzione anche agli enti locali, sempre sulla base di una volontaria assunzione di responsabilità da parte di tali soggetti al fine di ampliare le possibili sinergie e consentire la realizzazione di accordi territoriali integrati tra i diversi livelli di governo. Ciò consentirebbe, attraverso l attività di coordinamento, di integrare le politiche sociali e territoriali, di competenza delle regioni e degli enti locali, con le politiche di sicurezza in senso stretto, degli organi statuali.

3 In conclusione, il modello negoziale riconosciuto nei patti per la sicurezza dovrebbe offrire la cornice condivisa non solo per l esercizio dei poteri sindacali, ma anche per lo svolgimento di attività di interesse generale in materia di sicurezza urbana. Il Patto Locale di Sicurezza Urbana dovrebbe quindi essere inteso come uno strumento privilegiato attraverso il quale, ferme restando le competenze di ciascun soggetto istituzionale, si realizza l integrazione tra le politiche sociali, le azioni di natura preventiva, le pratiche di conciliazione e mediazione dei conflitti e per tutti gli interventi tesi a migliorare le condizioni di sicurezza urbana del territorio di riferimento. Guardie Ecologiche Volontarie Gruppo di Protezione Civile Associazione Nazionale Carabinieri Giugno Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Giugno 9 CARABINIERI DI,8,6,,,8,6,, CONTRO CARABINIERI DI

4 ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI GIUGNO 9 Totale ore G.E.V 8 Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI 8 Luglio ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI LUGLIO 9 Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI Agosto

5 Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Agosto 9 9 DALL'ASSOCIAZI ONE CARABINIERI DI DALLA PROTEZIONE CIVILE DI 5 3 CONTROLLI CARABINIERI DI DI ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI AGOSTO 9 Totale ore G.E.V 6 Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI 8 Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI 6 Settembre

6 Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Settembre DI 3 CONTROLL CARADINIERI DI DI 7 ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI SETTEMBRE 9 Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI 8 TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI 3

7 Ottobre Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Ottobre 9,8,6, DI,,8,6,, CONTROLL CARADINIERI DI DI ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI OTTOBRE 9 Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI 8 TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI

8 Novembre Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Novembre 9,9,8 DI,7,6,5,,3,, CONTRO DI ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI NOVEMBRE 9 Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI

9 Dicembre ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI DICEMBRE 9 Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI Gennaio ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI GENNAIO Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI Febbraio ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI FEBBRAIO Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI

10 Marzo Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Marzo 3,5 3 DI,5,5,5 CONTRO DI ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI MARZO Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI 6 TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI

11 Aprile Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Aprile DI CONTRO ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI APRILEE Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI

12 Maggio Grafico relativo ai controlli effettuati dai soggetti coinvolti durante il mese di Maggio,8,6 DI,,,8,6,, CONTRO DI ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI MAGGIO Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI 8 TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI

13 Giugno ORE DI CONTROLLO EFETTUATE NEL MESE DI GIUGNO Totale ore G.E.V 8 Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI 8 Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI RIEPILOGO DELL ATTIVITÀ PRESTATA DURANTE IL PROGETTO ORE DI CONTROLLO COMPLESSIVAMENTE EFETTUATE DURANTE IL P.L.S.U. 9- Totale ore G.E.V 8 Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI 8 Totale ore GRUPPO DI TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI 96 GIORNATE DEDICATE AL CONTROLLO DURANTE IL PERIODO DI SVOLGIMENTO DEL P.L.S.U. 9- Totale ore G.E.V Totale ore ASSOCIAZIONE CARABINIERI Totale ore GRUPPO DI 35 TOTALE ORE COMPLESSIVE DI CONTROLLI 9 L Amministrazione Comunale di Seregno a fronte di un contributo pari ad Euro., ricevuto dalla Provincia di Milano, ha deciso di destinarne una quota pari ad Euro., a favore dei soggetti che hanno partecipato al P.L.S.U. 9- mentre la rimanente quota di Euro., verrà destinata a favore di futuri progetti SCHEMA DI ATTRUBUZIONE DEL CONTRIBUTO EROGATO DALLA PROVINCIA A EURO FAVORE SINGOLI SOGGETTI ADERENTI AL P.L.S.U. 9- G.E.V.5, ASSOCIAZIONE CARABINIERI 3, GRUPPO DI 5., Coordinatore progetto Ag.Istr.RAMPIN ALBERTO., Coordinatore progetto Comm.Agg. Barazzetta Carlo., Seregno, 8 Novembre Il DIRIGENTE DELLA P.L. IL COMANDANTE DELLA P.L. IL COMMISSARIO AGGIUNTO DI P.L. L AGENTE ISTRUTTORE DI P.L. PETROCELLI dott.ssa Antonella VERNO Damiano BARAZZETTA dr.carlo RAMPIN Alberto

Art. 54 del T.U.E.LL. (D.Lgs n. 267) ome sostituito dall'art. 6 del decreto- legge n. 92 del 2008 convertito in Legge 125/2008

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