AZIENDA AGRICOLA MASIERO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE

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1 AZIENDA AGRICOLA MASIERO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE Per. Agr. Pradella Cinzia

2 Indice generale 1 REDAZIONE DELLO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE...6 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO...7 A. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO...8 A1. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO...8 A.1.1 Stato di fatto...9 A.1.2 Stato di Progetto...9 Dove prevede:...10 A.1.3 Il proponente : Masiero Giampaolo...10 A.2 UBICAZIONE DELL'INTERVENTO E INQUADRAMENTO DELLE ZONE CONSIDERATE...11 A.3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE...11 A.3.1 Descrizione di inquadramento del PRT per la parte che interessa il sito d'intervento...12 A.3.2 Descrizione di inquadramento del PTPR per la parte che interessa il sito d'intervento...12 A.3.3 Descrizione di inquadramento del PRCP di Rovigo per la parte che interessa il sito d'intervento...13 A.3.4 PRG del Comune di Gavello...16 A.3.5 Descrizione di inquadramento dei vincoli naturalistici (anche in relazione ai Siti d'importanza comunitaria -SIC ed alle Zone di Protezione Speciale ZPS individuati per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e della Direttiva 7/409/CEE...18 Provincia di Rovigo...18 B.FATTORI ANTROPICI SINERGICI E INDIPENDENTI DAL PROGETTO IN ESAME...19 B1. PRESENZA DEI CONSUMI DI RISORSE NATURALI O FATTORI D'IMPATTO...19 B.1.1 Descrizione sullo stato geologico ed idrogeologico del territorio B.1.2 Descrizione dei consumi energetici per usi produttivi presso il sito d'intervento...21 C.2 PRESENZA DI SISTEMI DI MONITORAGGIO E CONTROLLO AMBIENBIENTALI ESISTENTI...21 C.2.1 Descrizione dei sistemi di monitoraggio ambientale esistenti nelle aree di studio...21 C.3. COERENZA DEL PROGETTO CON NORME...21 Per. Agr. Pradella Cinzia

3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE INQUADRAMENTO PROGETTUALE DESCRIZIONE DEL PROGETTO E DELLE ALTERNATIVE CONSIDERATE Descrizione della storia del progetto Descrizione delle alternative possibili considerate in relazione alla differente localizzazione del territorio Descrizione delle alternative considerate in relazione alla diversificazione del dimensione delle opere Descrizione delle alternative considerate in relazione alla diversificazione della accessibilità' alle opere Descrizione della valutazione sull'attualità del progetto e delle tecniche prescelte, anche con riferimento alle migliori tecnologie disponibili Descrizione e motivazione delle scelte compiute per alternative, tenendo conto degli impatti ambientali AZIONI DI CANTIERE SISTEMAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO E STRUTTURE DI CANTIERE NORMATIVA IPPC ,1 BPA: ,2 RIDUZIONE CONSUMI IDRICI ,3 BUONE PRATICHE DELL'USO AGRONOMICO DEGLI EFFLUENTI ,4 ALIMENTAZIONE PER FASI ,5 NORMATIVA DI BIOSICUREZZA ,6 GESTIONE DELL'ALLEVAMENTO AVICOLO...39 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE...41 STATO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO STATO DEL CLIMA E DELL'ATMOSFERA Descrizione di inquadramento del clima locale STATO DELLA FLORA E DELLA VEGETAZIONE Descrizione d'inquadramento sullo stato della vegetazione presente...47 Fauna...50 Lungo il fiume...50 Canali, golene fluviali, casse di espansione...51 Lagune e valli, barene e dossi...51 Sacche e bonelli...52 Spiagge e scanni...52 Lagune salmastre ed Adriatico...52 Canali, fiumi e paludi d'acqua dolce...53 Valli da pesca...53 Acque salmastre...54 Per. Agr. Pradella Cinzia

4 Boschi litoranei...55 Zone adiacenti al fiume Mammiferi STATO AMBIENTALE PER RUMORE E VIBRAZIONI Descrizione del clima acustico esistente presso le zone d'intervento ,2 Descrizione delle vibrazioni presenti presso i siti in progetto STATO DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELL'UOMO Descrizione di inquinamento sullo stato locale di salute e di benessere dell'uomo IMPATTI AMBIENTALI DEL PROGETTO SINTESI E SCELTA TRA LE ALTERNATVE PRESE IN CONSIDERAZIONE Descrizione sintetica dei modelli, riferimenti utilizzati per la valutazione e la stima degli impatti...58 VALUTAZIONE DELL'OPERA RISCHI DA PRODUZIONE DI RIFUTI E RISCHIO IGENICO SANITARIO IMPATTO SUL SUOLO E SULLE COLTIVAZIONI RISCHIO DI EMISSIONE DI RUMORI RISCHI PER LA POPOLAZIONE IMPATTO DA TRAFFICO E IMPATTO SULLA VIABITLIA...63 L attività di allevamento comporta inevitabilmente un aumento al traffico veicolare locale attribuibile principalmente alla necessità di movimentazione degli animali, di rifornimento mangime e di conseguenza delle uova prodotte, oltre allo smaltimento della pollina: TEMPI DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO EVENTUALE DISMISSIONE DELL IMPIANTO VALIDITA ECONOMICA DELL IMPIANTO...65 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL'ALLEVAMENTO PREMESSA STRUTTURA DEL PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO: ASPETTI GENERALI ATTIVITÀ ANALITICA FONTE E REGISTRAZIONE DEI DATI PREVISTI DA PIANO DI MONITORAGGIO ECONTROLLO QUADRO SINOTTICO COMPONENTI AMBIENTALI...73 Consumo materie prime...73 Tabella - Materie prime...74 Tabella Consumo risorse idriche...76 Tabella Consumo energia...77 Per. Agr. Pradella Cinzia

5 1.4.1 Tabella Combustibili Tabella - Punti di emissione (emissioni convogliate) Tabella - Inquinanti monitorati...78 Tabella Punti di emissione...78 Tabella - Inquinanti monitorati...78 Rumore...79 Tabella Rifiuti pericolosi...79 Tabella - Rifiuti non pericolosi...80 Suolo e sottosuolo Tabella Acque di falda...81 Tabella Terreni GESTIONE DELL IMPIANTO INDICATORI DI PRESTAZIONE...83 CHECK LIST A VERIFICA DELLE VALUTAZIONI FINALI...85 CONCLUSIONI...89 Per. Agr. Pradella Cinzia

6 1 REDAZIONE DELLO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE Lo Studio di Impatto Ambientale riguarda l'ampliamento di un allevamento di galline ovaiole alla capacità massima di capi; sito nel comune di Gavello via Scolo Zucca Superiore nella Provincia di Rovigo. Esso è condotto dall'azienda denominata MASIERO GIAMPAOLO. Questo studio è stato redatto come previsto dalla normativa vigente, Legge Regionale n.10 del e sucessive modifiche ed integrazioni in materia di Valutazione di Impatto Ambientale. COMMITTENTE: Cognome e Nome: Masiero Giampaolo Data di Nascita: 10/02/1955 Luogo di nascita:gavello (RO) residenza o sede Legale: Scolo Zucca Superiore 3/a Comune: Gavello (Ro) Telefono: alessandro.jale@live.it Codice fiscale: MSRGPL55B10D942N Partita Iva: TECNICO: Cognome e Nome: Pradella Cinzia Data di Nascita: 05/12/1980 Luogo di nascita: Mantova residenza o sede Legale: via Nogarole 6b Comune: Povegliano Veronese Telefono: fcinzia.pradella@ortostudioverona.it Codice fiscale: PRDCNZ80T45E897R Azienda Rappresentata: ORTOSTUDIO Per Agr Pradella Cinzia Con sede Operativa via Piave 14 Povegliano Veronese (Vr) Partita Iva: Per. Agr. Pradella Cinzia

7 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO Per. Agr. Pradella Cinzia

8 A. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO A1. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO L'intervento oggetto del presente studio di impatto ambientale (SIA) è l'ampliamento della capacità recettiva dell'allevamento del Sig. Masiero Giampaolo ubicata nel comune di Gavello (RO). Tale modifica risulta necessaria in quanto attualmente l'allevamento è appena stato convertito dal metodo biologico potendo così allevare circa Galline Ovaiole a metodo convenzionale con un'autorizzazione di 59,000 galline circa; mentre, con la fine dell'estate l'intenzione è quella di attuare un nuovo allevamento di tipo convenzionale con una capacità di allevamento di circa Galline Ovaiole e quindi assoggettato alla procedura atta al rilascio contestuale del giudizio di compatibilità ambientale e dell'autorizzazione integrata ambientale ai sensi degli art. 23 del dlvo 152 del 3 aprile 2006 e s.m e art 5 del dlvo 18 febbraio 2005 n 59. Lo studio è strutturato secondo uno schema che ricalca quanto previsto dalle vigenti normative a livello regionale, nazionale ed europeo. Il seguente elaborato è stato articolato sostanzialmente in quadri di riferimento: il Quadro di Riferimento Programmatico prende in esame la compatibilità dell'opera con gli strumenti di pianificazione e di programmazione territoriali e settoriali vigenti, nonché con le legislazioni ambientali di riferimento; il Quadro di Riferimento Progettuale descrive i rapporto esistente tra il progetto e il sito interessato dallo stesso, considerando i criteri di scelta delle tecnologie considerate, fornendo le caratteristiche del progetto di massima e dei processi principali analizzando le azioni di progetto e le interferenze prodotte dalle stesse sull'ambiente. Per. Agr. Pradella Cinzia

9 Il Quadro di riferimento Ambientale fornisce la descrizione generale dell'area di inserimento. La caratterizzazione dello stato attuale dei componenti ambientali potenzialmente impattanti su progetto e l'analisi prevista degli effetti/impatti prodotti su tali comparti della realizzazione del medesimo con individuazione, qualora necessarie, delle misure di mitigazione e/o compensazione ambientale e di monitoraggio. A.1.1 Stato di fatto L'azienda agricola Masiero Giampaolo è affittuaria di un un fondo ubicato in via Scolo Zucca 3A a Gavello in provincia di Rovigo, ormai specializzata nell'allevamento di galline ovaiole attualmente ad indirizzo biologico. l'allevamento è composto da 3 capannoni ed una serie di attrezzature e macchinari necessari al corretto svolgimento dell'attività intrapresa. Attualmente l'attività ha l'autorizzazione Integrata Ambientale con determina 2885 del 23/10/2013 della Provincia Di Rovigo. A.1.2 Stato di Progetto Con la presente proposta si intende convertire l'allevamento esistente di galline ovaiole Biologiche a galline ovaiole tradizionali secondo la nuova normativa sul benessere animale : RIFERIMENTI Atto Data di entrata in vigore Data limite di trasposizione negli Stati membri Gazzetta ufficiale Direttiva 1999/74/CE GU L 203, Atto(i) modificatore(i) Data di entrata in vigore Data limite di trasposizione negli Stati membri Gazzetta ufficiale Regolamento (CE) GU L 122, Per. Agr. Pradella Cinzia

10 Atto Data di entrata in vigore Data limite di trasposizione negli Stati membri Gazzetta ufficiale Direttiva 1999/74/CE GU L 203, n. 806/2003 Dove prevede: Che tutte le gabbie attrezzate dovranno rispondere almeno ai seguenti requisiti: ogni gallina dispone di: 1.almeno 750 cm² di superficie della gabbia, 2.un nido, 3.una lettiera che consenta di beccare e razzolare, 4.un posatoio adeguato di almeno 15 cm; una mangiatoia è prevista per un'utilizzazione senza restrizioni. La sua lunghezza minima è di 12 cm moltiplicata per il numero delle galline presenti nella gabbia; ogni gabbia comporta un sistema adeguato di abbeverata; le file delle gabbie devono essere separate da passaggi di larghezza minima pari a 90 cm e uno spazio di almeno 35 cm è previsto fra il pavimento e le gabbie delle file inferiori; le gabbie sono attrezzate con dispositivi adeguati di accorciamento degli artigli. Termine ultimo per l'adeguamento giugno L'Italia è già in fase sanzionatoria a tal riguardo in quanto la normativa è del A.1.3 Il proponente : Masiero Giampaolo L'allevamento in questione è presente sul territorio da circa un decennio con l'allevamento di galline ovaiole e circa una ventina di ettari a seminativo. Ad oggi non sono pervenute all'azienda denunce per inquinamento ambientale ne tanto meno acustico. Per. Agr. Pradella Cinzia

11 Le deiezioni animali vengono attualmente smaltite tramite fatture di vendita a terzi. A.2 UBICAZIONE DELL'INTERVENTO E INQUADRAMENTO DELLE ZONE CONSIDERATE L'allevamento preso in esame è ubicato nella campagna del comune di Gavello in provincia di Rovigo. I capannoni sono accessibili da una strada bianca mantenuta agibile e manutentata dallo stesso Masiero. Il territorio circostante è formato da prevalenti zone agricole nelle quali si trovano i seguenti centri abitati: Ceregnano a circa 5 km nord; Gavello centro a 300 mt sud Pontecchio Polesine a 10 km ovest La viabilità principale del territorio è costituita da strade provinciali di cui la principale è la SP4 Rovigo_Adria Gavello è un comune di abitanti della, situato pressappoco al centro del territorio comunale, nella parte medio-orientale del Polesine e del quale riprende le caratteristiche geografiche salienti: terreno pianeggiante ad uso agricolo e ricco di corsi d'acqua, in gran parte artificiali, necessari per la regolamentazione delle acque reflue. A.3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Viene considerata la compatibilità dell'impianto in progetto ai seguenti strumenti di piano (pianificazioni territoriali ed urbanistiche) e legislazione ambientale: Piano Territoriale Regionale (PTR); Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) Per. Agr. Pradella Cinzia

12 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) PRG comunale Vincoli Naturalistici (DPR n 357/97 e smi) Vincoli paesaggistici e storico -culturali (Dlgs n 42/2004 e smi) A.3.1 Descrizione di inquadramento del PRT per la parte che interessa il sito d'intervento Il PTRC vigente, approvato nel 1992, risponde all obbligo- emerso con la legge 8 agosto 1985, n.431- di salvaguardare le zone di particolare interesse ambientale, attraverso l individuazione, il rilevamento e la tutela di un ampia gamma di categorie di beni culturali e ambientali. Il PTRC si articola per piani di area, previsti dalla legge 61/85, che ne sviluppano le tematiche e approfondiscono, su ambiti territoriali definiti, le questioni connesse all organizzazione della struttura insediativa ed alla sua compatibilità con la risorsa ambiente. Ai sensi della L.R , n.61 e della L.R , n.40, il P.T.R.C. gerarchicamente sovraordinato ad ogni altro piano settoriale o particolare. La collocazione dell'impianto in oggetto appare coerente con le linee guida riportate. A.3.2 Descrizione di inquadramento del PTPR per la parte che interessa il sito d'intervento La Regione del Veneto e il Ministero per i beni e le attività culturali hanno inteso procedere congiuntamente all elaborazione del Piano paesaggistico regionale, sottoscrivendo, il 15 luglio 2009, un protocollo d intesa. Detto protocollo attribuisce al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), adottato dalla Giunta regionale il 17 febbraio 2009, la specifica considerazione dei valori paesaggistici Per. Agr. Pradella Cinzia

13 prevista dalla legge. Ai sensi di quanto previsto dal Codice, la redazione congiunta del Piano permetterà di accedere ad alcune semplificazioni di carattere amministrativo, ottenendo un significativo snellimento dei procedimenti di autorizzazione paesaggistica a tutto vantaggio della qualità progettuale degli interventi. Ai sensi di quanto disposto dall articolo 135 del Codice, la regione è stata suddivisa in 39 ambiti di paesaggio, definiti sulla base degli aspetti e dei caratteri peculiari del territorio. Per completezza si riporta l'immagine e la scheda descrittiva dell'area oggetto d'indagine: 32 Bassa Pianura tra il Brenta e l Adige 33 Bassa Pianura tra i Colli e l Adige 34 Bassa Pianura Veronese 35 Valli Grandi 36 Bonifi che del Polesine Occidentale 37 Bonifi che del Polesine Orientale 38 Corridoio Dunale sulla Romea 39 Delta e Lagune del Po A.3.3 Descrizione di inquadramento del PRCP di Rovigo per la parte che interessa il sito d'intervento Con la legge regionale 11/2004 si è avviata una nuova fase nella pianificazione territoriale, che ha superato la precedente impostazione gerarchica degli strumenti urbanistici, dando vita ad un sistema fondato sulla co-pianificazione; ovvero sulla condivisione, sia pure su scale diverse, di una comune visione dell uso del territorio e dello sviluppo che in esso può essere promosso e realizzato. Per. Agr. Pradella Cinzia

14 Il territorio provinciale di Rovigo presenta un agricoltura sviluppata, innovativa, con un rilievo nell economia locale ben superiore alle altre aree del Veneto che esige venga assunto come obiettivo fondamentale la tutela delle zone agronomiche più produttive e più qualificate. In sintesi le parole chiave degli scenari di sviluppo del settore agricolo nei prossimi anni,che il P.T.C.P. assume in linea con le indicazioni comunitarie, sono: Qualità Sostenibilità Multifunzionalità. P.T.C.P. della provincia di Rovigo si propone anche obiettivi di tutela e gestione delle risorse naturali ed ambientali che, come per gli altri sistemi, mirano a: individuare le aree ad alto valore ambientale, ad elevata integrità e funzionalità ecologica; valorizzare gli ambienti in funzione della stabilità idrogeologica, della valenza ecosistemica e della sostenibilità ambientale, anche in funzione degli obiettivi di Kyoto e di contrasto ai cambiamenti climatici; integrarne la continuità ecologica, attraverso il sistema dei nuclei e dei corridoi ecologici, al fine di promuovere la biodiversità animale e vegetale, ma anche un sistema di zone umide in diretta continuità con la rete idrografica per salvaguardare la qualità della risorsa idrica; collegare e completare la rete ecologica, attraverso l individuazione parchi provinciali, ambienti naturali di rilevanza naturalistica, sia in zone verdi (boscate, arginali, dunali, paleoalvei e altri elementi del paesaggio), sia in zone umide integrate al sistema idrografico; caratterizzare a livello provinciale ambiti di paesaggio agrario e individuare strategie di tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano funzionali al perseguimento della salvaguardia della qualità della risorsa idrica, del miglioramento della qualità dell aria, della riduzione delle emissioni di anidride Per. Agr. Pradella Cinzia

15 carbonica, del contrasto ai cambiamenti climatici; caratterizzare gli ambienti naturali in funzione della conservazione della fauna selvatica e del mantenimento degli elementi del paesaggio, per la qualificazione del territorio rispetto ad una fruibilità di turismo rurale e fluviale inserita in un contesto di multifunzionalità agricola e di complementarietà ed integrazione al sistema produttivo, e per la valorizzazione dei prodotti ed identificazione territoriale delle produzioni; integrare ed infrastruttuturare sotto il profilo ambientale il sistema di mobilità lenta che si sta sviluppando nel territorio, seguendo le direttrici dei grandi fiumi, ma che non può prescindere dal contesto agro-ambientale e da una efficace presentazione dei percorsi ambientali strutturati in itinerari naturalistici, didattici, di ricerca e conoscenza del territorio, oltre che di promozione dei prodotti tipici; valorizzare l inserimento del sistema ambientale nel contesto del patrimonio storico ed architettonico e del paesaggio rurale; collegare il sistema produttivo agrario attraverso l identificazione territoriale dei prodotti tipici. Si allegano le seguenti tavole: 1) Elaborato I litologia 2) Elaborato II Geomorfologia 3) Elaborato V Armatura della Rete Ecologica 4) Elaborato VII Rete delle Infrastrutture e Mobilità 5) Elaborato XI Potenzialità e Criticità 6) Elaborato XXI Rischio Percolazione Azoto 7) Elaborato XXII Zone Agronomiche Omogenee Per. Agr. Pradella Cinzia

16 A.3.4 PRG del Comune di Gavello Il PRG disciplina gli usi e le trasformazioni del territorio in funzione delle esigenze di sviluppo economico e sociale della popolazione, della tutela dei valori culturali e ambientali, della salvaguardia e della valorizzazione delle risorse naturali e produttive. L'area d'intervento è classificata come zona agricola E2 al fg 9 mn 707. Sono aree di primaria importanza per la funzione produttiva, anche in relazione all'estensione, composizione e localizzazione dei terreni. Interventi ammessi: - manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento con le modalità di cui all'art. 4 della L.R. N 24/85, costruzione di annessi rustici ai sensi dell art. 6 L.R. 24/85; possibilità di costruire una nuova abitazione ai sensi art. 3 e 5 della L.R. n 24/85. In caso di intervento edilizio mirato al recupero di fabbricati ad uso abitazione esistenti in zona agricola, anche se ampliati ai sensi della normativa vigente, è consentita la realizzazione anche di pìu unità abitativa residenziali all interno del medesimo edificio, istituendo i vincoli di destinazione e inedificabilità previsti dalla Per. Agr. Pradella Cinzia

17 L.R. 24/85. Gli interventi consentiti saranno di norma compatibili, su conforme parere della C.E., con le tipologie tipiche del luogo, nel rispetto degli allineamenti pianoaltimetrici delle preesistenze e dei materiali tradizionalmente impiegati. E' opportuno, che nuove strade necessarie al collegamento dei fondi, utilizzino i tracciati esistenti (capezzagne, sentieri), avendo cura di prevedere modalità costruttive atte a garantire un corretto inserimento ambientale. - La creazione di nuovi accessi nella pubblica viabilità è consentita esclusivamente nel caso di riscontrate necessità al fine di una razionale organizzazione del fondo. - E' opportuno prevedere la salvaguardia dei filari alberati esistenti, dei fossi di scolo e dei canali irrigui, evitando tombinature non indispensabili alla funzionalità del fondo. - Gli ampliamenti debbono armonicamente comporsi con le preesistenze affinché il nuovo edificio, considerato nella sua globalità, risulti organicamente definito. Gli ampliamenti debbono armonicamente comporsi con le preesistenze affinché il nuovo edificio, considerato nella sua globalità, risulti organicamente definito. - La realizzazione degli annessi rustici è ammessa in adiacenza ad edifici già esistenti o entro il perimetro degli aggregati abitativi. - La destinazione d'uso delle costruzioni esistenti non più funzionali alle esigenze del fondo, dovrà sempre essere finalizzata alla dotazione di attività connesse alla produzione agricola. h) Nel caso in cui non sussistano aree contigue ad edifici preesistenti, per garantire la massima tutela del territorio agricolo, gli ambiti entro i quali si potranno realizzare le nuove edificazioni, dovranno rispettare il frazionamento del territorio agricolo; pertanto saranno privilegiate le aree localizzate in prossimità di collegamenti viari di servizio esistenti. Per. Agr. Pradella Cinzia

18 A.3.5 Descrizione di inquadramento dei vincoli naturalistici (anche in relazione ai Siti d'importanza comunitaria -SIC ed alle Zone di Protezione Speciale ZPS individuati per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e della Direttiva 7/409/CEE La Rete ecologica Natura 2000 è costituita dall'insieme delle aree (siti) individuate per la conservazione della diversità biologica. Essa trae origine dalla Direttiva dell'unione Europea n.43 del 1992 ( Habitat ) finalizzata alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari indicati nei relativi Allegati I II. La Direttiva Habitat prevede che gli Stati dell'unione Europea contribuiscano alle costituzione della rete ecologica europea Natura 2000 in funzione della presenza e della rappresentatività sul proprio territorio di questi ambienti e della specie, individuando aree di particolare pregio ambientale denominate Siti D'Importanza Comunitaria (SIC), che vanno ad affiancare le Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva n 409 del 1979, denominata Uccelli. Provincia di Rovigo Estensione complessiva (in ettari): Percentuale complessiva del territorio provinciale: 16% Numero di ZPS (tra parentesi i siti interprovinciali): 4 (1) Estensione di ZPS (in ettari): Percentuale di ZPS del territorio provinciale: 14% Numero di SIC (tra parentesi i siti interprovinciali): 8 (2) Estensione di SIC (in ettari): Percentuale di SIC del territorio provinciale: 14% Per. Agr. Pradella Cinzia

19 IT IT IT IT IT IT :Dune di Donada e Contarina Il sito SIC IT ha un estensione di 105 ettari ed una estensione di 8 km IT : Delta del Po: Il sito ZPS IT ha un estensione di ettari di cui 9659 nel distretto IT : Delta del Po: tratto terminale e delta veneto: Il sito SIC IT ha un estensione di ettari ed una lunghezza di 628 km. B.FATTORI ANTROPICI SINERGICI E INDIPENDENTI DAL PROGETTO IN ESAME B1. PRESENZA DEI CONSUMI DI RISORSE NATURALI O FATTORI D'IMPATTO B.1.1 Descrizione sullo stato geologico ed idrogeologico del territorio L area d'intervento si trova in territorio comunale di Gavello, ca. 1,00 km ad Ovest dal capoluogo e più precisamente in Via Scolo Zucche Superiore (vedi seguente estratto da TAVOLETTA I.G.M. scala 1:25.000). Per. Agr. Pradella Cinzia

20 Area di intervento CARATTERISTICHE TOPOGRAFICHE: AREA PIANEGGIANTE I tipi litologici superficiali della zona sono rappresentati da alluvioni quaternarie fini quali argille e limi; nel substrato si rinvengono sedimenti di analoga natura e granulometria che si alternano fra loro con giacitura lenticolare; i sedimenti registrano frequenti variazioni di litologia e potenza degli strati anche in ambiti areali limitati. Quanto sopra appare evidente nella cartografia geologica consultata, dove sono indicati i seguenti depositi: CARTA GEOLOGICA DEL VENETO (scala 1: ): depositi alluvionali e fluvioglaciali a limi ed argille prevalenti (QUATERNARIO); CARTA GEOLOGICA DELLE TRE VENEZIE F. 64 ROVIGO (scala 1: ): Alluvioni in prevalenza del Po (OLOCENE). Per. Agr. Pradella Cinzia

21 B.1.2 Descrizione dei consumi energetici per usi produttivi presso il sito d'intervento Si allega modulo specifico pratica IPPC/AIA C.2 PRESENZA DI SISTEMI DI MONITORAGGIO E CONTROLLO AMBIENBIENTALI ESISTENTI C.2.1 Descrizione dei sistemi di monitoraggio ambientale esistenti nelle aree di studio Si allega piano di monitoraggio ambientale C.3. COERENZA DEL PROGETTO CON NORME Con il presente studio di impatto ambientale, predisposto in conformità alle disposizioni del D.lgs 152/2006 si provvede ad attivare, Presso l'autorità competente- Provincia di Rovigo, il procedimento di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) relativo all'allevamento di Galline ovaiole. La richiesta dell'autorizzazione alla gestione dell'allevamento comporta la presentazione dell'autorizzazione ambientale (AIA), nella cui istruttoria dovranno essere conseguiti i pareri degli enti competenti coinvolti, nello specifico: Parere Comunale di Gavello (RO) Per. Agr. Pradella Cinzia

22 Parere Provinciale di Rovigo (RO) Parere ARPA Parere ULSS Per. Agr. Pradella Cinzia

23 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Per. Agr. Pradella Cinzia

24 1. INQUADRAMENTO PROGETTUALE 1.1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO E DELLE ALTERNATIVE CONSIDERATE Descrizione della storia del progetto L'allevamento originale nato circa negli anni 2000, prevedeva la realizzazione di 3 capannoni adibiti ad allevamento di galline ovaiole con metodo biologico ed un quantitativo di capi potenzialmente allevabili inferiore a in quanto per l'allevamento biologico occorre assicurare agli animali uno standard di vita migliore, rispetto al tradizionale con spazi più ampi. Ogni capannone possedeva un o spazio esterno recintato ed un giardino d'inverno" Giardino D'inverno Recinzione esterna Con la presente proposta si intende realizzare un ampliamento del numero di animali Per. Agr. Pradella Cinzia

25 mantenendo inalterate le strutture esterne. Ciò risulta possibile in quanto con la stessa superficie utile è possibile accasare circa capi Descrizione delle alternative possibili considerate in relazione alla differente localizzazione del territorio. L'impianto in esame è ubicato nell'immediata periferia del comune di Gavello (RO). Il progetto non ha preso in considerazione ipotesi alternative in merito alla localizzazione territoriale in quanto la struttura risulta già esistente e strutturata e risulterebbe quasi impossibile creare un simile impianto nuovo Descrizione delle alternative considerate in relazione alla diversificazione del dimensione delle opere Il progetto non ha considerato ipotesi alternative in merito al diverso dimensionamento delle opere. 1.4 Descrizione delle alternative considerate in relazione alla diversificazione della accessibilità' alle opere Il progetto non ha considerato ipotesi alternative in merito a diverse accessibilità alle opere in quanto esistenti da più di 10 anni ed ormai collaudate. 1.5 Descrizione della valutazione sull'attualità del progetto e delle tecniche prescelte, anche con riferimento alle migliori tecnologie disponibili. Il progetto è stato concepito adottando criteri progettuali improntati al rispetto dell'impianto esistente, al conseguimento della massima garanzia contro eventuali inquinamenti, all'ottimizzazione della funzionalità e della logistica ed alla riduzione dei fattori di impatto ambientale così come richiede la normativa AIA/IPPC D.Lgs 59/05 conseguenti leggi Nazionali e Regionali e s.m.i.. Per. Agr. Pradella Cinzia

26 1.6 Descrizione e motivazione delle scelte compiute per alternative, tenendo conto degli impatti ambientali Il sig. Masiero è affittuario di un'area agricola, ormai attrezzata e specializzata nell'allevamento di galline ovaiole con sede a Gavello in via Scolo Zucca 3A, all'interno del quale sono presenti 3 capannoni, silos e tutte le attrezzature/strutture accessorie all'allevamento. In funzione a queste caratteristiche il sig. Masiero ha deciso di convertire da Biologico a Convenzionale per una necessità economica. Le Galline Biologiche necessitano di superfici maggiori all'interno del capannone, di un paddok esterno per la bella stagione ed un giardino d'inverno per i mesi più rigidi. Ciò provoca per la zona climatica in cui ci troviamo, un notevole incremento della mortalità degli animali che, nonostante la zona esterna sia protetta, soffrono enormemente dello sbalzo di temperatura. La nuova scelta dell'azienda non avrà alcun impatto ambientale se non di tipo positivo visto il rinnovo delle strutture. Per. Agr. Pradella Cinzia

27 2.AZIONI DI CANTIERE 2 SISTEMAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO E STRUTTURE DI CANTIERE B.2.1 Descrizione dei criteri adottati per il dimensionamento dei cantieri Le scelte progettuali fanno riferimento alle normative vigenti. Per quanto riguarda la progettazione, sono stati esaminati tutti gli aspetti riconducibili al massimo livello di garanzia per la protezione delle acque, sotterranee e superficiali, e contro le eventuali fughe di percolato delle deiezioni, ed adottati criteri che tendano al contenimento delle emissioni in atmosfera come odori e/o gas, rumori ed ogni emissione potenzialmente impattante nei confronti delle matrici ambientali presenti. Le scelte adottate per la progettazione dell'opera sono così così riassumibili: 1) Capannoni in ferro zincato,tamponamento laterale in mattoni, tetto a due acque con pannello sandwich. Per. Agr. Pradella Cinzia

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36 3 NORMATIVA IPPC Il riferimento nazionale ufficiale che riporta le Linee Guida pubblicate con Decreto Ministeriale del 29 gennaio 2007 Emanazione di linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione delle migliori tecniche Disponibili, in materia di allevamenti, macelli e trattamento carcasse, per le attività elencate nell'allegato I del Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n.59 riporta: 1) è MTD la tipologia di allevamento - punto Gabbie con nastri trasportatori sottostanti per la rimozione frequente della pollina umida verso uno stoccaggio esterno chiuso 2) sono MTD le buone Pratiche agricole adottate: 3,1 BPA: - attuazione di programmi di informazione e formazione del personale aziendale; - accurata registrazione dei consumi di energia e di materie con l'acqua, il mangime, ecc. predisposizione di una procedura di emergenza da applicare nel caso di emissioni non previste e incidenti, come inquinamento delle acque superficiali o profonde o rischi di incendi; messa a punto di un programma di manutenzione ordinaria e straordinaria per avere la sicurezza che le strutture e le attrezzature siano sempre in buone condizioni operative; interventi sulle strutture di servizio perché siano sempre pulite e asciutte; Silos, aree di esercizio, aree caricamento animali, ecc. pianificazione delle attività nel sito di allevamento nel modo più appropriato: corretto uso agronomico degli effluenti, acquisto e consegna dei materiali che Per. Agr. Pradella Cinzia

37 entrano in allevamento. L'importanza della pianificazione di suddette è pari alla pianificazione di tutte le materie che escono dall'impianto (prodotti animali, carcasse, ecc.). 3,2 RIDUZIONE CONSUMI IDRICI pulizia degli ambienti e delle attrezzature con acqua ad alta pressione o con idropulitrici quando si è a fine ciclo in assenza di animali e deiezioni. Esecuzione periodica dei controlli sulla pressione degli abbeveratoi onde evitare sprechi; Installazione e mantenimento dei contatori idrici così da avere registrazioni affidabili dei consumi che dovranno essere riportati per monitorare i consumi ed evidenziare eventuali perdite. Controllo frequente dei raccordi di rubinetti e abbeveratoi così da provvedere a tempestive riparazioni. Isolare le tubazioni fuori terra in modo tale d scongiurare il rischio congelamento e conseguente rottura degli impianti - Riduzione dei consumi energetici Controllo e taratura minuzioso delle giunture e delle tubazioni Ottimizzazione dello schema progettuale dei ricoveri ventilati artificialmente, in modo da fornire un buon controllo termico e ottenere portate di ventilazione minime nella stagione invernale; Prevenzione di fenomeni di resistenza nei sistemi di ventilazione con frequenti ispezioni e pulizia dei condotti e dei ventilatori; 3,3 BUONE PRATICHE DELL'USO AGRONOMICO DEGLI EFFLUENTI La riduzione al minimo delle emissioni dall'effluente al suolo e alle acque atteaverso il bilancio dei nutrienti principali qali azoto e fosforo. Per. Agr. Pradella Cinzia

38 Astenersi dallo spargere gli effluenti sui terreni saturi di acqua, inondati, gelati o ricoperti di neve; lo spargimento degli effluenti il più possibile vicini alla fase di massima crescita colturale e asportazioni di nutrienti; L'operazione di spargimento, condotta in modo da evitare diffusione di odori, come non spargere con vento contrario Rispetto della distanz di 5 m dalle sponde dei corsi d'acqua naturali e di quelli non arginati del reticolo principlae di drenaggio 3) è mtd la Tecnica di Alimentazione: 3,4 ALIMENTAZIONE PER FASI -Prevede l'adattamento della dieta e dei suoi contenuti in minerali e aminoacidi alle specifiche esignze dei capi allevati nei vari stadi di sviluppo. Per le galline ovaiole l'alimentazione per fasi comporta l'aggiustamento dei livelli di calcio e fosforo nei diversi stadi produttivi, attuando un passaggio graduale ad una dieta suggessiva divisa per gruppi omogenei di animali. 4) è MTD lo Stoccaggio di materiale palabile - In ricoveri coperti, con pavimento impermeabilizzato e adeguata ventilazione; - per accumuli temporanei in campo, il posizionamento del cumulo lontano da ricettori come corsi d'acqua in cui il percolato potrebbe entrare e lontano da abitazioni civili. 5) È MTD lo spargimento del Materiale Palabile - si è riconosciuto che per lo spargimento dei materiali palabili non è tecnica il fattore che aiuta a ridurre le emissioni, ma l'intervallo di tempo che intercorre tra lo spargimento e l'incorporazione del materiale entro le 24 ore avendo così una riduzione delle emissioni fino al 50%. 6) è MTD la riduzione delle emissioni dai ricoveri - Il sistema adottato è considerato MTD 3,5 NORMATIVA DI BIOSICUREZZA Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Per. Agr. Pradella Cinzia

39 1) I locali di allevamento sono provvisti di: - pavimento in cemento per facilitare le operazioni di pulizia e disinfezione; - pareti e soffitti lavabili; - attrezzature facilmente lavabili e disinfettabili, - reti antipassero poste su tutte le aperture; - chiusure adeguate e munite di maniglioni antipanico; 2) L'allevamento è dotato di: - concello posto all'ingresso dell'impianto di allevamento idoneo ad evitare l'ingresso di persone e mezzi non autorizzati; - piazzole di carico e sscarico dei materiali d'uso e degli animali delimitate nel piazzale antistante i capannoni avicoli, realizzate in cemento; - zona inerbita superiore ad un metro, mantenuta pulita e rasata, intorno ai capannoni; - locali di stoccaggio dei materiali d'uso; - una zona dotata di spogliatoi, lavandini, doccia, wc e detergenti all'entrata dell'azienda e vietata agli estranei; - Locale di deposito degli inndumenti con materiale d'uso a perdere; - uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti. 3,6 GESTIONE DELL'ALLEVAMENTO AVICOLO - Tutti gli automezzi, le attrezzature e i macchinari di allevamento, sono sottoposti ad accurato lavaggio e dinsinfezione ad ogni ingresso ed uscita; - Nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun matriale; - I locali di allevamento sono dotati di un unico ingresso; - Per lo stoccaggio degli animali morti è installata una idonea cella frigo per la congelazione. Per quanti riguarda: UTILIZZO DELLE MATERIE PRIME Per. Agr. Pradella Cinzia

40 ALTRI PRODOTTI APPROVIGIONAMENTO IDRICO CONSUMO ENERGTICO si allega la scheda B (IPPC) modficata con i parametri potenziali riferiti alla nuova capacità per cui si richiede l'autorizzazione. Per. Agr. Pradella Cinzia

41 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Per. Agr. Pradella Cinzia

42 STATO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO 1 STATO DEL CLIMA E DELL'ATMOSFERA 1.1 Descrizione di inquadramento del clima locale Il territorio della provincia è interamente pianeggiante e rientra nella regione geografica dell'attuale Polesine, di cui occupa quasi l'intera superficie (fatta eccezione per una porzione dell'area delle Valli Grandi Veronesi, all'estremo ovest e per una parte del Comune di Cavarzere (VE) a centro-est). Essa si estende longitudinalmente per circa 100 km, dal confine con la provincia di Verona al litorale adriatico, ove si situano le bocche di Po, nei Comuni di Rosolina, Porto Viro, Porto Tolle e Ariano nel Polesine. Come detto, il territorioprovinciale coincide sostanzialmente con il Polesine odierno ovvero ne è interamente compreso; è una striscia di terra lunga circa 100 km in direzione ovest-est e larga circa 18 km in direzione nord-sud; ha una superficie di km² e un'altitudine compresa tra -2 e 15 m s.l.m.[4]. Il territorio è compreso tra il basso corso dei fiumi Adige e Po, che ne delimitano i confini rispettivamente a nord da Badia Polesine alla foce (con la sola eccezione del territorio di Cavarzere in provincia di Venezia) e a sud da Melara alla foce (Po di Goro). La parte orientale della provincia corrisponde al delta del Po e si espande costantemente verso est a causa dei sedimenti depositati dal fiume alle sue foci[3]. Il Po e l'adige sono il primo e il terzo fiume italiano per portata, e inoltre un altro fiume attraversa la provincia in tutta la sua lunghezza, ilcanal Bianco; questo significa che la maggior parte delle acque dolci in Italia sfocia in mare lambendo o attraversando la provincia di Rovigo. A causa dell'ingente quantità di acqua da gestire, sono presenti un gran numero di canali di scolo su tutto il territorio, tra cui i principali sono il Collettore Padano Polesano, lo Scolo Ceresolo e lo Scolo Valdentro. Per. Agr. Pradella Cinzia

43 Altri corsi d'acqua, la cui importanza è oggi soprattutto storica, sono l'adigetto, corrispondente all'antico corso dell'adige, che staccandosi dal corso attuale dell'adige a Badia polesine attraversa Lendinara ed il capoluogo, il Poazzo, corrispondente all'antico corso del Po, e la fossa Polesella, interrata in seguito all'alluvione del 1951, che collegava il Canal Bianco al Po. Il terreno, di formazione relativamente recente, è stato soggetto al fenomeno della subsidenza, sia per cause naturali (consolidamento dei sedimenti conseguente ai lavori di bonifica) sia a causa dell'estrazione di acqua metanifera dal sottosuolo, avvenuta con particolare consistenza negli anni cinquanta e sessanta (in seguito a tale attività, proprio per gli effetti della subsidenza, particolarmente gravi per territori posti anche sotto la quota del medio mare, è stata messa al bando)[5]. Il clima è semicontinentale e condizionato dalla notevole umidità, con estati afose e inverni nebbiosi; le precipitazioni rientrano nella norma e si concentrano in primavera e autunno[5]. La provincia è tradizionalmente divisa in tre zone geografiche, da ovest verso est, seguendo il percorso ideale delle bonifiche del territorio: l'alto Polesine, il cui capoluogo è Badia Polesine; il Medio Polesine, il cui capoluogo è Rovigo; il Basso Polesine, il cui capoluogo è Adria. Altri centri importanti della provincia sono Porto Viro, Lendinara, Porto Tolle e Taglio di Po. Negli ultimi decenni il comune di Occhiobello ha assunto un ruolo rilevante, anche per via della vicinanza alla città di Ferrara. D.1.2 Descrizione di inquadramento del clima locale Il clima è caratterizzato da un'ampia escursione termica annuale Per. Agr. Pradella Cinzia

44 con temperature medie basse in inverno (0º/4 C) ed alte in estate (le medie massime estive oscillano dai 25 C ai 30 C. Nella stagione fredda, le temperature minime possono attestarsi anche diversi gradi al di sotto dello zero nelle ore notturne, e talvolta permanere negative o prossime allo zero anche nelle ore centrali del giorno (specialmente in caso di nebbia); nella stagione invernale, causa il ristagno dell'aria le temperature massime si attestano su valori decisamente bassi: in alcuni casi si possono registrare, anche se di poco, giornate di ghiaccio ossia con valori termici che restano negativi anche durante il giorno, con fenomeni come la galaverna. In estate invece le temperature massime possono toccare, in caso di anticiclone sub-tropicale, punte di 38 C, talvolta, superiori. Recenti misurazioni di questi valori estremi: nell'estate 2003, con l'anticiclone subtropicale, sono stati toccati i 41º/43º; nel gennaio e nel dicembre 2009, grazie all'effetto albedo e all'inversione termica, si sono toccati i -12º/ 14º. La piovosità è concentrata principalmente nei mesi primaverili ed autunnali, ma nelle estati calde e umide sono frequenti i temporali, soprattutto a nord del Po. La caratteristica conformazione "a conca" della pianura padana fa sì che sia in inverno che in estate vi sia un notevole ristagno dell'aria (è una delle aree meno ventilate d'italia), con effetti diversi nelle due stagioni. In inverno, quando vi è un accumulo di freddo e scarsità di vento, si forma un cuscinetto freddo che può perdurare anche diversi giorni, specie nelle giornate umide e nebbiose, causando giornate molto rigide e gelo. Tuttavia in questa stagione vi sono anche diverse giornate più secche, ma comunque sempre rigide, poiché entra direttamente sulla pianura vento freddo dalla "porta della bora" (da nord-est) e dalla valle del Rodano (da nord-ovest) sotto forma di fohn; ed è proprio la bora ad essere foriera di perturbazioni fredde provenienti dalle zone polari, che possono portare forte maltempo con temperature molto basse e neve. In alcune occasioni soffia Per. Agr. Pradella Cinzia

45 anche il buran, vento orientale di origine russa che in certe occasioni riesce a raggiungere la pianura padana sferzandola con intense raffiche gelide. Ed è proprio in questi casi che fa spesso la sua comparsa la neve, con copiose precipitazioni derivanti da perturbazioni provenienti dalle latitudini polari, rinforzate dal vento freddo già presente sulla pianura. Cessato questo vento però, se il cielo è sereno, le temperature calano sensibilmente nella notte (anche 10 C in 3-5 ore). Il bacino della pianura padana, delimitato dalle Alpi a nord e a ovest e dagli Appennini a sud che la isolano dalla regioni limitrofe, ha quindi un clima a sé, diverso in particolare dal comune clima mediterraneo a cui di solito viene abbinata l'italia. Il mare Adriatico peraltro si limita a mitigare solo le zone costiere poiché troppo basso e lungo per incidere profondamente. In estate, invece, l'effetto cuscinetto della pianura padana produce effetti opposti, favorendo il ristagno di aria calda e molto umida che produce temperature alte, connesse a tassi di umidità altrettanto alti, che causano frequenti giornate molto calde ed afose (specialmente in presenza dell'anticiclone africano). Tale umidità, inoltre, tende spesso a scaricarsi sotto forma di violenti temporali e grandine, che portano temporaneo refrigerio e permettono di rimescolare le masse d'aria, causando un rapido ridimensionamento termico. Ma di solito questa situazione dura poco, con un veloce aumento delle temperature e degli indici di umidità. Tuttavia questa regione geografica è una zona di "transizione", nel continente europeo, tra il tipico clima mediterraneo (a sud) e quello oceanico o marittimo temperato (a nord, nord-ovest). Secondo la classificazione dei climi di Köppen il clima che caratterizza la pianura del Po è detto " "Cfa - Humid subtropical" (quello mediterraneo è "Csa, Csb - Mediterranean"). Alla luce delle caratteristiche evidenziate, in linea generale, si può definire il clima della pianura padana anche come subcontinentale, con caratteristiche di semi-continentalità molto più marcate rispetto al resto dell'italia. Per. Agr. Pradella Cinzia

46 Una delle caratteristiche del clima padano, comune a tutta la pianura, è la scarsità della ventilazione, che in estate rende le giornate ancora più calde e afose e in generale accresce i livelli d'inquinamento dell'aria, contribuendo a fare della pianura padana una delle zone più inquinate d'europa. Provincia di ROVIGO Stazioni Agrometeorologiche Adria Bellombra (115) Castelnovo Bariano (113) Concadirame (Rovigo) (98) Frassinelle Polesine (116) Coordinate Gauss-Boaga fuso Ovest Quota m s.l.m. X Y Anno attivazione Lusia (121) Pellizzare Bagnolo di Po (96) Pradon Porto Tolle (101) Rosolina Po di Tramontana (112) San Bellino (99) Sant' Apollinare (Rovigo) (231) Trecenta (221) Villadose (114) Per. Agr. Pradella Cinzia

47 Stazioni Metereologiche ARPAV 2. STATO DELLA FLORA E DELLA VEGETAZIONE 2.1 Descrizione d'inquadramento sullo stato della vegetazione presente. Nel profilo indiscutibilmente unico del Delta del Po c'è il territorio creato sia dalla sedimentazione del fiume, che dall'opera dell'uomo che nei secoli ne ha regimentato le acque e bonificato i terreni. Nell'area del Delta, natura, storia, tradizione, cultura ed arte si intrecciano, offrendo al visitatore un paesaggio inedito e sorprendente. Nel Delta si distinguono vari ambienti, ognuno con caratteristiche peculiari: la campagna con i paleoalvei, le dune fossili, gli argini, le golene, le valli da pesca, le lagune o sacche e gli scanni. Questi elementi del paesaggio si incontrano arrivando da est, scendendo lungo la corrente del Po e quindi seguiremo quest'ordine per addentrarci nel Delta. - Delta attivo e Delta fossile - Campagna - Dune fossili - Argini - Golene - Valli da pesca - Lagune e sacche Scanni Per parlare della flora del Delta del Po seguiamo un percorso che dalla campagna procede verso le zone più prossime al mare, differenziando la vegetazione a seconda degli ambienti che si incontrano. Formazioni boschive Oggi sopravvivono solo pochi lembi di bosco autoctono. Per. Agr. Pradella Cinzia

48 Nelle zone asciutte, sulle dune fossili più recenti, domina il leccio (Quercus ilex), la specie arborea più diffusa. Nelle depressioni interdunali, dove soprattutto in inverno l'acqua ristagna a lungo, crescono invece frassino ossifilo (Fraxinus oxycarpa), pioppo bianco (Populus alba) e olmo comune (Ulmus minor).nel settore occidentale, sulle dune più antiche e livellate dal tempo, trova spazio la tipica formazione boschiva di pianura:farnia (Quercus robur) e carpino comune (Carpinus betulus). Attorno, sulle creste dunali (i cosiddetti "staggi"), si sviluppa un rigoglioso bosco di pioppo bianco, salice bianco (Salix alba) e frassino ossifilo, specie arboree legate agli ambienti umidi e ripariali. - Pinete Le pinete che caratterizzano buona parte del paesaggio del litorale (Rosolina, Porto Viro, ecc.) sono state tutte impiantate artificialmente in tempi più o meno remoti. Le pinete sono formate soprattutto da pino domestico (Pinus pinea) e da pino marittimo (Pinus pinaster). Accanto al pino domestico crescono le piante del bosco spontaneo (leccio, farnia, pioppo bianco, frassini), sotto le quali prosperano moltissime specie di arbusti e di orchidee Zone umide d'acqua dolce Le lanche, le mortizze dei fiumi, i canali, le cave abbandonate e le casse diespansione ospitano una ricchissima vegetazione palustre. Su argini, sponde e golene troviamo salici e pioppi. Sui prati si trovano densi ciuffi di carice spondicola (Carex riparia), i fiori di vilucchio bianco (Calystegia sepium) o le inflorescenze di giunco (Butomus umbellatus). Legate a questi ambienti sono alcune specie di orchidee rare. Le aree perimetrali a primavera si accendono del giallo del giaggiolo acquatico (Iris pseudarocus). Le aree marginali, dove l'acqua é poco profonda, ospitano il canneto (Phragmites australis) che si accompagna spesso alle tifa (Typha angustifolia) e al falasco (Cladium mariscus). Dove la profondità aumenta, si Per. Agr. Pradella Cinzia

49 trova la lisca lacustre (Schoenoplectus lacustris). Al centro delle mortizze, dove l'acqua supera il mezzo metro, si trovano la ninfea bianca (Nymphaea alba), il nannufaro (Nuphar luteum). Coprono di verde le anse d'acqua ferma e stagnante le parti vegetative dei generi Myriophyllum, Ceratophyllum e altre piccole piante natanti come il morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae), la lenticchia d'acqua (Lemna minor), la castagna d'acqua (Trapa natans), il limnantemo (Nymphoides peltata). Zone umide d'acqua salmastra Nelle valli da pesca la specie più diffusa è il fieno di mare (Ruppia marittima); altrettanto prolifica è la lattuga di mare (Ulva lactuga), che può svilupparsi fino a creare ostacolo al passaggio delle barche. Dove la salinità non è elevata, prevale la canna di palude (Phragmites australis), associata a ciuffi di giunco marittimo (Juncus maritimus). Sui bordi delle barene, domina lo spartineto (Spartina marittima e Spartina juncea), mentre dove la salinità sale troviamo le salicornie (Arthrocnemum fruticosum, A. perenne, A. glaucum, Salicornia veneta). Accanto, crescono la Suaeda marittima e la granata irsuta (Bassia irsuta). Il tamerice (Tamarix gallica) è uno dei pochi arbusti in grado di abitare questo ambiente. Tra le piante protette merita di essere ricordato, per le sue belle infiorescenze, il limonio (Limonium sp.). L'enula bacicci (Inula crithmoides) e l'astro marino (Astro tipolium) ravvivano con macchie di colore i panorami delle valli. Dune, spiagge e scanni La parte di spiaggia più vicina al mare è colonizzata da cespi erbacei di ruchetta di mare (Cakile maritima), nappola italiana (Xanthium italicum), calcatreppola (Eryngium maritimum). In seconda fila cresce la robusta gramigna delle spiagge (Agropyron junceum), l'eringio di mare (Eryngium maritimum), l'elicriso (Helichrysum italicum), lo zigolo delle spiagge (Cyperus Per. Agr. Pradella Cinzia

50 kalli) e l'erba medica di mare (Medicago marina). Sulla cima delle dune cresce lo sparto pungente (Ammophila littoralis). La sommità delle dune stabilizzate è ricoperta di muschio (Tortula ruralis), accompagnato dalla vedovina delle spiagge (Scabiosa argentea) e dal paleo (Vulpia membranacea). Più all'interno, si possono trovare i primi arbusti di asparago pungente (Asparagus acutifolius), fillirea (Phyllirea angustifolia), olivello spinoso (Hippophae rhamnoides), ginepro comune (Juniperus communis) e incontrare il Cardo asinino (Cirsium vulgare). Fungh i Al fine di assicurare l equilibrio naturale del parco e di garantire le culture agrarie, la raccolta dei funghi è disciplinata dalle norme del regolamento regionale per la raccolta dei funghi epigei commestibili all interno del Parco Regionale Veneto del Delta del Po. Fauna L'ambiente del Delta limita la vita degli animali terricoli, eccetto che nei boschi e sulle dune costiere. E' invece un vero paradiso per gli uccelli, sia stanziali che migratori, e per pesci e molluschi. Per parlare della fauna del Delta del Po seguiamo un percorso che dalla campagna procede verso le zone più prossime al mare, differenziando gli ambienti che si incontrano e andandovi a descrivere gli animali che maggiormente li frequentano. Uccelli Gli uccelli, con oltre 370 specie di nidificanti, migratori e svernanti regolari, sono la parte più interessante della fauna del delta del Po. Qui li identifichiamo in base agli ambienti dove è più facile trovarli. Lungo il fiume Si può osservare il lento volo dell'airone cinerino (Ardea cinerea). Per. Agr. Pradella Cinzia

51 Esiste un buon numero di svassi (Podiceps cristatus) e cormorani (Phalacrocoras carbo). Tra gli ardeidi vi sono la garzetta (Egretta garzetta), la nitticora (Nycticorax nycticorax), la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) e il tarabuso (Ixobrychus minutus). Canali, golene fluviali, casse di espansione Sono in assoluto gli ambienti più ricchi di specie per l'ampia varietà di situazioni che presentano. Tra i canneti nidificano specie come l'airone rosso e il falco di palude (Circus aeroginosus), e vi si rifugiano e nutrono aluni passeriformi come il basettino (Panurus biarmicus), il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus), e l'usignolo di fiume (Cettia cettii). In alcune zone, il mignattino e il rarissimo mignattino piombato costruiscono il loro nido di steli sulle ninfee. Lagune e valli, barene e dossi Nidificano il fraticello (Sterna albifrons), la sterna comune (Sterna hirundo), la sterna zampenere (Gelochelidon nilotica), il beccapesci (Sterna sandvicensis), il gabbiano reale (Larus argentatus), il gabbiano comune (Larus ridibundus), la pettegola, il cavaliere d'italia e l'avocetta. Sono da segnalare inoltre l'airone rosso (Ardea purpurea), la spatola (Platalea leucoridia), l'ibis mignattaio (Plegadis falcinellus) e la volpoca (Tadorna tadorna). Per gli uccelli migratori il delta è zona di svernamento e di rifugio, come per il quattrocchi (Buccephala clangula). Durante le migrazioni e in inverno questi ampi specchi d'acqua si popolano di migliaia di folaghe (Fulica atra) e di varie specie di anatre: anatre tuffatrici, come moretta (Aythya fuligula) e moriglione (Aythya ferina); anatre di superficie, come germano reale (Anas platyrhynchos), codone (Anas acuta), marzaiola, mestolone (Anas clypeata) e fischione (Anas penelope). Per. Agr. Pradella Cinzia

52 Sacche e bonelli I fondali più bassi ospitano limicoli come l'avocetta (Recurvirostra avosetta), il cavaliere d'italia (Himantopus himantopus) e, d'inverno, il beccaccino (Gallinago gallinago) e la pittima reale (Limosa limosa). Spiagge e scanni Nidifica ancora la beccaccia di mare (Haematopus ostralegus), ormai scomparsa dal resto d'italia. Molluschi Lagune salmastre ed Adriatico Vivono diverse specie di mitili: la cozza (Mytilus galloprovincialis), le ostriche (Ostrea edulis e Crassostrea angulata), i cannolicchi (Ensis ensis) e la vongola verace (Tapes decussatus). Il progetto Pesca Amica Miglio Zero Nato dalla collaborazione di Ente Parco Regionale Veneto dle Delta del Po, Coldiretti Rovigo e UNCI Pesca, allao scopo di far conoscere, valorizzare e promuovere pesci e molluschi tipici e tradizionali della pesca polesana del Delta del Po. Pesci e molluschi di qualità eccellente, allevati e pescati nelle lagune, sacche, valli e lungo la costa del mare Adriatico, riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con D.M. 18 luglio 200: oltre all'anguilla il cefaloe il pesce azzurro la vonvola verace del Polesine e la Cozza di Scardovari, importantissimi per la nostra nutrizione, molto digeribili, ricchi di proteine, sali minerali, vitamina A, acidi grassi buoni omega 3 La Vongola verace del polesine La vongola verace (Tapes Philippinarum) è stata introdotta nella laguna veneta e Per. Agr. Pradella Cinzia

53 nel Delta del Po negli anni 70 e si alleva nelle lagune comprese tra il fiume Adige e il Po di Goro. E' un mollusco con conchiglia di forma ovale di 4-6 cm, leggermente tronca nella parte posteriore, valve solcate da striature radiali incrociate con solchi concentrici. La colorazion esterna della conchiglia è biancastra o bruna chiara, talvolta giallastra con macchie e striature più scure. La polpa del mollusco è turgida, apprezzata per il sapore dolce e delicato. Il consumo è consigliato tutto l'anno. La cozza di Scardovari La cozza è un mollusco ricoperto da due valve simmetriche, ovali allungate, di color nero o nero violaceo all'esterno e madreperlaceo all'interno e lunghezza di circa 6-8 cm. L'animale racchiuso è turgido di colore giallo intenso nella femmina, bincastro nel maschio, ha profumo tenue. La cozza di Scardovari si alleva nell'omonima Sacca d'acqua salmastra tra il po di Gnocca e il Po di tolle, che conferisce al mollusco qualità superiore e sapore delicato. nel Delta del Po, sono fiorenti allevamenti in mare aperto, dove si ottiene un eccellente mollusco. Il consumo è consigliato da aprile a settembre. I pesci Canali, fiumi e paludi d'acqua dolce Le specie più caratteristiche sono luccio, carpa, tinca, persico sole e pesce gatto. Sui fondali fangosi vivono triglie, sogliole, passere e rombi. Sono quasi scomparsi gli storioni ed il gambero d'acqua dolce, mentre si è diffuso molto rapidamente il pesce siluro. Valli da pesca Si allevano soprattutto branzini, orate, cefali ed anguille. Per. Agr. Pradella Cinzia

54 Acque salmastre Ghiozzo e latterino sono due specie di pesci che trascorrono tutta la loro vita nelle acque salmastre delle lagune. L'anguilla passa gran parte della vita nelle acque interne e va a riprodursi in mare. Anche diverse specie marine (cefali, spigole e orate) spesso penetrano nelle zone umide costiere dove crescono più rapidamente degli individui rimasti in mare. L'Anguilla del Delta del Po L'anguilla ha corpo cilindrico allungato serpentiforme, testa lunga, bocca con piccoli denti, occhio rotondo, pinna dorsale unita alla pinna codale e pinne pettorali corte tondeggianti, pelle viscida ricca di muco. Nel periodo delle migrazioni riproduttive, l'anguilla assume colore bruno-verdastro scuro e ventre argenteo. le anguille giovani sono pigmentate di giallo-verdastro. le femmine raggiungono anche l alunghezza di 1,5 m e il peso di 6 kg capitoni; i maschi la lunghezza massima di 50 cm e peso g. L'anguilla si riproduce in mare ma vive e si alleva nelle acwue salmastre lagunari e fluviali del Delta del Po. Il consumo è consigliato da gennaio a marzo e da ottobre a dicembre. Cefalo del Polesine Per. Agr. Pradella Cinzia

55 Il cefalo è un pesce a corpo cilindrico color grigio con riflessi azzurri e verdastri, fianchi argentei, capo allargato e appiattito, occhi ricoperti da membrana trasparente e due pinne sul dorso di colore giallastro. Nelle valli del Po vivono cinque specie di cefali: bosega (Chelon labrosus) di cm, si pesca in autunno; caostelo o custelo (Liza ramada) di 30 cm, si pesca nella stagione estiva; lotregan (Liza aurata) di 20 cm, si pesca d'inverno fino ad aprile verzelata (Liza saliens) di 40 cm, si pesca in primavera e autunnovolpina (Mugil cephalus) di 60 cm, si pesca tutto l'anno. Il consumo è consigliato tutto l'anno. Anfibi e rettili Boschi litoranei E' comune la rana agile, mentre assai rara è la più specializzata rana di Lataste. Ad essi si è di recente affiancata la rana toro, grossa specie di origine americana. Nel Giardino Botanico di Caleri sono visibili le testuggini terrestri e l'unica colonia nel Veneto del raro Pelobate fosco. La vipera comune sopravvive negli ultimi lembi di foreste e pinete costiere. Zone adiacenti al fiume Piuttosto comuni sono i tritoni crestato e punteggiato. Tra i rettili la testuggine palustre è senza dubbio il più tipico del parco. Abbondanti sono le bisce d'acqua: la biscia dal collare, lunga anche 150 cm, e la biscia tassellata, di minori dimensioni. Si tratta di serpenti timidi e non mordaci che, se avvicinati, si difendono emettendo sibili e evacuando un liquido di odore repellente. Per. Agr. Pradella Cinzia

56 Zone umide Ospitano la rana verde, il rospo comune e il piccolo rospo smeraldino, in grado di riprodursi anche in acque salmastre. Molto diffusa è anche la raganella. -Mammiferi Oltre a ricci, talpe e toporagni, troviamo il toporagno acquaiolo, il topolino delle risaie, l'arvicola d'acqua, la volpe e la famigerata nutria. 3 STATO AMBIENTALE PER RUMORE E VIBRAZIONI 3.1 Descrizione del clima acustico esistente presso le zone d'intervento Per la classificazione acustica del sito d'interesse è necessario fare riferimento al documento comunale del Comune di Gavello. L'area su cui insiste l'allevamento è definita come Classe III/A area agricola. I valori limite espressi in Leq (A) sono riassunti nella tabella sottostante: Per. Agr. Pradella Cinzia

57 3,2 Descrizione delle vibrazioni presenti presso i siti in progetto La zona d'intervento, non risentirà di particolari vibrazioni provenienti dalle operazioni di allevamento. I rumori che maggior mente potrebbero interessare sono riferiti ai ventilatori ed alle macchiene/attrezzi accessori all'allevamento stesso. La matrice rumore è trascurabile nella maggior parte degli allevamenti. In alcuni casi, come ad esempio la presenza di attività particolarmente rumorose e ripetutamente segnalate, può essere necessario redigere una valutazione d impatto acustico al perimetro dell azienda. Solo in questi rari casi, in istruttoria verrà valutata la necessità di Per. Agr. Pradella Cinzia

58 ripetere la valutazione d impatto acustico ogni tre anni. 4 STATO DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELL'UOMO 4.1 Descrizione di inquinamento sullo stato locale di salute e di benessere dell'uomo L'allevamento in esame è entrato in esercizio tra la fine degli anni ' 90 e i primi anni 2000 e, secondo i dati e le informazioni a disposizione degli scriventi, non si sono mai manifestate situazioni di disagio da parte della popolazione locale provocate dalla gestione dell'impianto. 5 IMPATTI AMBIENTALI DEL PROGETTO 5.1 SINTESI E SCELTA TRA LE ALTERNATVE PRESE IN CONSIDERAZIONE Descrizione sintetica dei modelli, riferimenti utilizzati per la valutazione e la stima degli impatti Per individuare gli impatti sulle componenti ambientali, è necessario definire una metodologia di valutazione che consenta di rilevare gli effetti negativi e positivi che scaturiscono dalla realizzazione all'intervento in oggetto. Nella presente valutazione si è optato per un approccio valutativo di tipo qualiquantitativo, utilizzando una metodologia finalizzata ad individuare tutti gli impatti generati dal progetto, ad evidenziare le componenti ambientali per le quali è necessario adottare misure di mitigazione specifiche in progetto definendoli sinteticamente. Si sono quindi descritti gli impatti generati dalle modifiche in progetto realizzati con l'impiego di varie tecniche basate comunque sulla semplicità e sulla metodica del principio. Per. Agr. Pradella Cinzia

59 Per la valutazione degli impatti complessivi, quindi si è redatta una tabella riassuntiva (matrice cromatica -metodo R Cossu per la valutazione dell'impatto ambientale) contenente i dati riepilogativi della significatività degli aspetti ambientali di tutte le attività in fase di gestione dell'impianto e di post-chiusura, che rappresenta una proposta di valutazione dell'impatto ambientale prodotto. In sostanza si sono evidenziati in ordinata l'elenco dei fattori casuali che si ritiene possano indurre degli impatti ed in ascissa si sono riportati, invece, gli impatti prodotti da tali fattori sia in fase di gestione, sia in fase di post-chiusura impianto. Per l'individuazione e valutazione degli impatti si è confrontato un ante operam, da ricondursi alla situazione impiantistica attuale, con lo stato post operam che prevede la realizzazione di un allevamento di galline ovaiole descritto nell'inquadramento progettuale. FATTORI CASUALI Consumi di risorse energetiche: combustibili fossili, energia elettrica, altre risorse energetiche; Consumi di materie prime: acqua. Legno, ferro e metalli, inerti, altre materie prime; Scarichi idrici: acque reflue; Emissioni: emissioni gassose; Rifiuti prodotti: non pericolosi, pericolosi; Impatti locali: rumore, cattivi odori, polvere, possibilità inquinamento, impatto visivo, viabilità e traffico locale; Impatti generali: impatto su acque superficiali e non, modifica habitat vegetali/animali, viabilità, traffico, qualità del servizio. Per. Agr. Pradella Cinzia

60 IMPATTI Gestione dell'impianto x x x x x Occupazione del suolo Trasporti da e verso l'allevamento Movimentazione Rifiuti Gestione pollina ed acque meteoriche; Manutenzione Impianto Post-chiusura dell'impianto x x x x x Chiusura dell'impianto Sistemazione Finale Gestione e Manutenzione sito, Rifiuti Emergenza Per. Agr. Pradella Cinzia

61 VALUTAZIONE DELL'OPERA Per. Agr. Pradella Cinzia

62 1 RISCHI DA PRODUZIONE DI RIFUTI E RISCHIO IGENICO SANITARIO Il rischio legato alla produzione di rifiuti può essere considerato irrilevante a seguito dell adozione di una loro corretta gestione. In azienda tra i rifiuti veri e prorpi possiamo riconoscere gli imballaggi ed i contenitori principalmente in plastica di disinfettanti e detergenti debitamente risciacquati e le acque di queste operazioni andranno aggiunte a quelle nelle vasche in cui sono utilizzati i prodotti. Allo stesso modo i contenitori dei prodotti veterinari, farmaci, saranno stoccati in appositi locali segnalati all esterno con adeguato cartello con codice CER. Dal punto di vista sanitario la gestione degli animali morti avverrà nel rispetto delle vigenti norme igieniche. Questi animali verranno prelevati dai capannoni, da parte del personale aziendale addetto e risposti nella cella frigorifera, dopo essere stati registrati, per essere poi ritirati da una ditta specializzata allo smaltimento. La gestione della pollina, stoccata in concimaia per un periodo che può variare da tre a sei mesi, verrò utilizzata agronomicamente parte sui terreni aziendali, parte venduta a terzi e parte consegnata ad una ditta che la utilizzerà per una centrale a Biogas. La nuova comunicazione nitrati verrà presentata alla Provincia di Padova. La raccolta delle uova, quindi la selezione e l imballaggio, avviene in un locale apposito separato dalle aree di deposito dei prodotti non alimentari, con pareti e pavimentazione lavabile. 2 IMPATTO SUL SUOLO E SULLE COLTIVAZIONI Questo impatto potrà essere condizionato dall uso agronomico della lettiera avicola che verrò utilizzata in parte nei terreni aziendali sempre nel rispetto dei quantitativi previsti della normativa vigente in materia e in relazione alle: Per. Agr. Pradella Cinzia

63 - Caratteristiche chimico-fisiche del terreno; - Fabbisogno specifico della coltura praticata; - Periodi utili, con riferimento alle condizioni climatiche; - Rispetto dei limiti di spargimento medio annuo previsto dalla Direttiva Nitrati 3 RISCHIO DI EMISSIONE DI RUMORI L allevamento è localizzata, secondo il piano di zonizzazione acustica comunale in classe III come descritto nei paragrafi precedenti. I normali impianti classificati come sorgenti sonore non causano rumore tale da ledere la quiete delle case limitrofe. 4 RISCHI PER LA POPOLAZIONE Il funzionamento dell impianto non avrà effetti negativi sulla popolazione viste le adeguate distanze dal centro abitato e comunque anche per le abitazioni della vicinanze non sono previsti fenomeni di emissioni pericolose di alcun genere. 5 IMPATTO DA TRAFFICO E IMPATTO SULLA VIABITLIA L attività di allevamento comporta inevitabilmente un aumento al traffico veicolare locale attribuibile principalmente alla necessità di movimentazione degli animali, di rifornimento mangime e di conseguenza delle uova prodotte, oltre allo smaltimento della pollina: Movimentazione Stima viaggi/anno Mezzo di trasporto Accasamento 11 Autotreno peso lordo ton 36 Mangime 90 Autotreno peso lordo ton 45 Consegna uova 200 Autotreno peso lordo ton 36 GPL 2 Autocarro cisterna peso Per. Agr. Pradella Cinzia

64 lordo ton. 14 Visite Veterinarie 40 Autovettura Trasporto animali al macello 2 Autotreno peso lordo ton 36 Carcasse 2 Autocarro cisterna peso lordo ton. 16 Rifiuti 1 Autocarro cisterna peso lordo ton. 21 Trasporto pollina Da valutare Spandiletame del peso complessivo di ton. 14 trainato da trattrice agricola L area è fornita di una adeguata rete viaria interna che supporta le esigenze di traffico dei mezzi locali Per. Agr. Pradella Cinzia

65 6 TEMPI DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO L intervento proposto presenta un tempo di realizzazione pari a circa un mese, esso rientra nell attuale attività di cantiere: STRUTTURE IN FERRO, TAMPONAMENTI, SERRAMENTI IMPIANTISTICA 10 GG 30/40GG 7 EVENTUALE DISMISSIONE DELL IMPIANTO Data la connessione delle opere con il fondo agricolo non si prevede la dismissione dell impianto in quanto la tipologia dello stesso è di recente conversione da Biologico a convenzionale con un notevole esborso economico per l azienda, pertanto si potrà ritenere possibike una conversione dell impianto ad altri usi in ambito agricolo, ma non la totale dismissione delle strutture. 8 VALIDITA ECONOMICA DELL IMPIANTO Valutando i beni prodotti l intervento è sicuramente conveniente Uva prodotte mediamente (da 320/330 uova capo anno) Nella valutazione econimica dell intervento si prendono a riferimento i dati merceologici medi per gli allevamenti in soccida degli ultimi 3 anni daando valore 0,77 ad uovo. Considerando che l adeguamento strutturale per la tipologia di allevamento richiede un investimento pari a,,1,000,000 ne risulta che il tempo di rientro dell investimento sia nell ordine di: * 0,0077= ,000,000 / /anno = 4,18 anni Per. Agr. Pradella Cinzia

66 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL'ALLEVAMENTO Per. Agr. Pradella Cinzia

67 1 PREMESSA Il Piano di Monitoraggio e Controllo è un documento nato in seguito all attuazione della Direttiva IPPC (Direttiva 96/61/CE e Direttiva 2008/1/CE) che ha introdotto il procedimento di rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per le principali attività industriali indicate nell allegato I della Direttiva stessa. La normativa europea vuole introdurre la necessità di mettere in atto un nuovo atteggiamento nei confronti della tutela dell ambiente e della salute dei cittadini sollecitando un innovazione nella metodologia e nell operatività rispetto alle questioni ambientali, sia per quanto riguarda i processi industriali sia per le modalità di approccio dei controlli sull inquinamento. Il nuovo concetto di controllo integrato, infatti, si pone l obiettivo di prevenire, ridurre e, per quanto è possibile, eliminare l inquinamento intervenendo direttamente sulle fonti delle attività che lo producono. Il Piano di Monitoraggio e Controllo è di fatto parte integrante della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale. Nella scheda E Modalità di Gestione degli aspetti ambientali e Piano di Monitoraggio presente nella modulistica predisposta dalla Regionale Veneto dall allegato B alla DGR del 20 marzo 2007, n. 668, si richiede infatti la predisposizione di un piano di autocontrollo delle aziende su tutta una serie di aspetti ambientali e gestionali dell azienda. Il documento deve essere compilato dall azienda stessa e successivamente valutato dall autorità competente, Provincia o Regione ed ARPAV, con scopo di chiarire quali sono gli aspetti ambientali che devono essere monitorati e controllati dal gestore dell impianto. In seguito alla nascita di un Tavolo Tecnico di lavoro con REGIONE-PROVINCE-AR- PAV per l applicazione della direttiva IPPC negli allevamenti zootecnici, il modello generale di Piano di Monitoraggio e Controllo elaborato da ARPA Veneto su un modello più generale di ISPRA (ex APAT) è stato rivisto e modificato in modo da costituire un esempio esemplificativo da applicare ad un settore particolare come quello degli allevamenti zootecnici. Per. Agr. Pradella Cinzia

68 2 STRUTTURA DEL PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO: ASPETTI GENERALI Il Piano di Monitoraggio dell impianto comprende due parti principali: - i controlli a carico del Gestore - i controlli a carico dell Autorità pubblica di controllo (ARPA e Amministrazioni Provinciali mediante misurazioni periodiche) L autocontrollo delle emissioni è la componente principale del piano di controllo dell impianto e quindi del più complessivo sistema di gestione ambientale di un attività IPPC che, sotto la responsabilità del Gestore dell impianto, assicura, nelle diverse fasi di vita di un impianto stesso, un efficace monitoraggio degli aspetti ambientali dell attività quali le emissioni nell ambiente (emissioni in atmosfera, scarichi idrici, smaltimento rifiuti e consumo di risorse naturali). Il monitoraggio delle emissioni di una attività IPPC può essere costituito dalla combinazione di: - misure in continuo; - misure discontinue (periodiche ripetute sistematicamente); - stime basate su calcoli o altri algoritmi basati su parametri operativi del processo produttivo. Il documento che segue è strutturato in tre sezioni che rispecchiano le tre principali tematiche da monitorare all interno dell azienda. La sezione 1 permette di descrivere schematicamente tutte le componenti ambientali che entrano in gioco nei processi gestiti dall impianto in esame: Il paragrafo 1.1 va ad elencare e quantificare tutte le materie prime che entrano nel ciclo produttivo dell azienda e i prodotti che ne derivano, mentre nei paragrafi 1.2, 1.3, 1.4 si vanno ad affrontare gli approvvigionamenti da fonti naturali ed energetiche (acqua, energia e combustibili) che l azienda deve utilizzare; nei paragrafi 1.5, 1.6, 1.7, 1.8, 1.9 si vanno a identificare qualitativamente e quantitativamente le emissioni di inquinanti in acqua, aria e suolo e l eventuale produzione di inquinamento acustico e rifiuti. La sezione 2 invece va a focalizzare l attenzione su tutti quei fattori di gestione dell impianto che di fatto sono inscindibili dal processo produttivo e dall inquinamento prodotto, facendo un analisi accurata delle fasi critiche dell impianto, degli interventi di manutenzione ordinaria e sull esistenza di aree di stoccaggio presenti nell ambito aziendale. La sezione 3, infine, elenca gli indicatori di pressione monitorati (indicatori di performance ambientale). Tali indicatori sono in grado di fornire le informazioni qualitative e quantitative che consentono di effet- Per. Agr. Pradella Cinzia

69 tuare una valutazione dell efficienza, dell efficacia e del consumo delle risorse al fine di permettere al gestore di adottare le strategie migliori atte a rafforzare il più possibile il perseguimento degli obiettivi ambientali. Gli indicatori di performance ambientale possono essere utilizzati come strumento di controllo indiretto tramite indicatori di impatto (ad esempio emissione di CO dovuta alla combustione) ed indicatori di consumo delle risorse (ad esempio consumo di energia in un anno). Quanto sopra descritto è riassunto da un quadro sinottico iniziale dove, oltre alle frequenze di autocontrollo da parte delle aziende, ARPAV indica la tipologia di controllo (se ispezioni programmate o campionamento/analisi) che può svolgere nell arco di validità dell Autorizzazione Integrata Ambientale così come previsto dall articolo 11 comma 3 del D. Lgs n. 59/ ATTIVITÀ ANALITICA I metodi di campionamento ed analisi per le varie attività di autocontrollo dovranno essere concordati con il Dip. Prov. ARPAV competente, comunicando la propria proposta secondo i tempi previsti dall'art.11 c.1 del D.lgs n. 59/05, e comunque prima di eseguire le analisi di cui all'art.11 c.2 del citato D.lgs n. 59/05. In caso di silenzio da parte dell ente, entro 30 giorni, le indicazioni contenute nella proposta fatta si intendono accettate. L'azienda è comunque obbligata a comunicare ad ARPAV e Provincia, con almeno 15 giorni naturali e consecutivi di preavviso, le date di esecuzione delle attività di autocontrollo di emissioni, scarichi, rifiuti o rumore. 4 FONTE E REGISTRAZIONE DEI DATI PREVISTI DA PIANO DI MONITORAGGIO ECONTROLLO E opportuno evidenziare che, in linea di massima, non si richiede la compilazione di nuovi registri appositi per la Direttiva IPPC oltre i registri già in possesso dell azienda per obbligo di legge. Ove non sia previsto un registro per la raccolta dei dati la modalità di registrazione, a discrezione del gestore, deve essere opportunamente indicata nel PMC. Il report annuale dei dati raccolti verrà effettuato attraverso un supporto informatico, fornito dall ente competente, a cui sarà allegata l autocertificazione sulla veridicità dei dati dichiarati. Per. Agr. Pradella Cinzia

70 5 QUADRO SINOTTICO FASI GESTORE GESTORE ARPA ARPA Frequenza Reporting Ispezioni Campionamenti autocontrollo programmate / analisi (*) 1 COMPONENTI AMBIENTALI 1.1 Materie prime e prodotti Materie prime Prodotti Finiti Alla ricezione Annuale X Fine Ciclo Annuale X 1.2 Risorse idriche Risorse idriche Annuale Annuale X 1.3 Risorse energetiche Energia Annuale Annuale X 1.4 Consumo Combustibili Combustib ili Annuale Annuale X 1.5 Emissioni in Aria (solo in presenza di emissioni di tipo convogliato) Punti di emissioni (emissioni convogliat e) Inquinanti monitorati N.A N.A X 1.6 Emissioni in acqua (solo in presenza di impianto di depurazione o scarichi autorizzati ai sensi della normativa vigente) Punti di emissione N.A Inquinanti monitorati N.A X 1.7 Emissioni di Rumore 8solo per casi particolari elencati nelle presenti linee guida) Per. Agr. Pradella Cinzia

71 1.7.1 Rumore sorgenti e misure Autocertificazio ne -- X X (su segnalazione) 1.8 Emissioni di Rifiuti Controllo Rifiuti Pericolosi Controllo Rifiuti non Pericolosi Annuale SI X Annuale SI X 1.9 Suolo e sottosuolo (acque di falda monitorate solo per i casi previsti dall articolo 8, comma 2 della DGRV 2495/06) Acque di falda Terreni(* ***) N.A X N.A. -- X X 2 GESTIONE IMPIANTO 2.1 Controllo fasi critiche/manutenzione/stoccaggi Sistemi di controllo delle fasi critiche del processo Interventi di manutenzi one ordinaria Aree di stoccaggi o N.A. -- X X Ogni fine ciclo NO (***) X Annuale NO X 3 INDICATORI PRESTAZIONE 3.1 Monitoraggio degli indicatori di performance Per. Agr. Pradella Cinzia

72 3.2 Monitorag gio annuale -- X Note: inseriti i controlli ARPAV (*) Le modalità di controllo analitico verranno specificate in dettaglio (sulla base di quanto ritenuto rilevante come impatto ambientale) nella lettera che verrà trasmessa da ARPAV entro il 15 gennaio dello stesso anno in cui verrà eseguita l ispezione ambientale integrata o preventivamente alla comunicazione di cui all art. 29 decies, c. 1 del D.Lgs 152/06. (**) La Relazione dell attività di monitoraggio è da inviare all Autorità competente e al Dipartimento Provinciale ARPAV competente, una volta conclusa, con la periodicità stabilita, in concomitanza dell invio del reporting annuale. (***) Indicare nel report annuale i controlli con esiti negativi ovvero che hanno riscontrato criticità ed eventi straordinari. Invece i dati con frequenza di autocontrollo continua, se richiesti, dovranno essere inviati sempre, su supporto informatico, in file tipo.xls o altro database compatibile, in allegato al report. (****) ARPAV si riserva di effettuare il controllo analitico su terreni oggetto di spandimento dei liquami; tale eventualità verrà specificata nella lettera dell avvio all ispezione Per. Agr. Pradella Cinzia

73 1 COMPONENTI AMBIENTALI Consumo materie prime La tabella del paragrafo 1.1 si propone di elencare tutte le materie prime che entrano nel ciclo produttivo. Nel caso di un allevamento si tratta soprattutto di animali allevati (suini e pollame) e del mangime che viene somministrato agli stessi. La composizione del mangime somministrato ai capi può avere un importante ruolo sull impatto ambientale soprattutto per il contenuto di fosforo e azoto. A discrezione dell azienda proponente e dell Ente competente, nei casi in cui vengono utilizzati mangimi con diverse concentrazioni di P e N può essere utile inserire il dato nella tabella dividendolo in più classi corrispondenti a diversi range di concentrazione dei due elementi. Non sono richiesti, in quanto non pertinenti in questa sede, il quantitativo di farmaci e additivi utilizzati. Per quanto riguarda la frequenza di autocontrollo delle materie prime si chiede all azienda di fare una proposta all Ente competente in base alla propria organizzazione aziendale: se l azienda ha l abitudine di comprare il mangime mensilmente, proporrà nel PMC una frequenza di autocontrollo mensile, se l acquisto non ha tale regolarità sarà indicato alla ricezione. L azienda dovrà conservare i dati sul consumo di materie prime e comunicarli unitamente agli altri dati di autocontrollo richiesti annualmente attraverso un report su supporto informatico che verrà predisposto dalla Regione del Veneto. I dati richiesti per la comunicazione annuale sono già in possesso dell azienda (fatture, bollette, contatori) e nella maggior parte dei casi sono anche già registrati (registri fiscali e/o sanitari). Poiché eventuali registri vidimati non verranno consegnati insieme al report annuale è indispensabile un autocertificazione sulla veridicità dei dati dichiarati. Per i dati indicati nelle tabelle , , (tonnellate all anno di mangime o capi all anno allevati) sirichiede la comunicazione del dato su base annuale indipendentemente dalla frequenza di autocontrollo indicata nel PMC. L azienda conserverà le fatture d acquisto e i cartellini allegati ai mangimi con relativa composizione.

74 Tabella - Materie prime Denominazi one Capi di bestiame Modalità stoccaggio Fase di utilizzo UM Frequenza autocontrollo Fonte Dato Capannoni Stabulazione Unità Alla ricezione Contabilità Aziendale Galline Alimenti Silos Alimentazione t/anno Alla ricezione Contabilità Aziendale Lettiera ZR3 Durante il ciclo kge/anno Fine ciclo Direttiva Nitrati Detergenti ZR1 Fine ciclo l/anno Alla ricezione Contabilità Aziendale Topicida ZR1 Durante il ciclo Kg/anno Alla ricezione Contabilità Aziendale Nota: *Per lo stoccaggio vedi Planimetria Allegata

75 Tabella Prodotti Finiti Processo Denominazio ne Peso Unitario UM Frequen za autocon trollo Fonte del Dato Galline Capi Venduti unità Unità Peso kg Kg/anno Fine ciclo Fine ciclo Registro del gestore Registro del gestore Numeri Cicli Numero cicli/anno annuale Registro del gestore Durata Cicli giorni Fine ciclo Registro del gestore Uova unità Numero/an no Annuale Contabilità Registro del gestore Capi Deceduti Capi Unità Unità/anno Alla morte Peso Kg Kg/anno Alla morte Contabilità Registro del gestore Contabilità Registro del gestore Reflui Palabili mc Annuale Contabilità Registro del gestore

76 1.2 - Consumo risorse idriche Come già ampiamente descritto nelle Linee Guida è necessario razionalizzare l utilizzo di risorse idriche da parte dell azienda. La quantificazione dei consumi può essere fatta grazie alla lettura da contatore o contalitri, se si utilizza acqua di falda. Si propone di applicare una frequenza di lettura a fine ciclo o minima annuale salvo diversa determinazione della provincia. I dati verranno inseriti e inviati all autorità competente attraverso il report annuale riportando tutte le misurazioni effettuate con la frequenza stabilita dal PMC e i supporti, di tipo cartaceo o informatico, su cui vengono apposte volta per volta le letture, saranno a disposizione dell autorità competente per eventuali controlli durante il corso di validità dell autorizzazione. Tabella Consumo risorse idriche Tipologia di approvvigionamento Fase di Utilizzo UM Frequenza autocontrollo Fonte del dato Acquedotto Alimentazione mc/a Annuale Bolletta/Contatore Acquedotto Diluizione Medicinali mc/a Annuale Bolletta/Contatore Acquedotto Pulizia mc/a Annuale Bolletta/Contatore Anche per le tabelle 1.3 e 1.4 si ritiene opportuno effettuare una frequenza di autocontrollo a fine ciclo o minima annuale. Come per i consumi idrici nel report annuale dovranno essere indicate tutte le misurazionie ffettuate secondo la frequenza concordata ed i supporti, di tipo cartaceo o informatico, su cui saranno apposte le letture dovranno essere a disposizione dell autorità competente per tutta la durata di validità dell autorizzazione.

77 Tabella Consumo energia Descrizione Tipologia Punto misura Energia importata da rete esterna Energia elettrica UM Contatore KWh Frequenza autocontrollo Mensile Fonte del dato Bolletta/Contato re Tabella Combustibili Tipologia UM Frequenza autocontrollo Fonte del dato Metano M3 NON UTILIZZATI PER L ALLEVAMENTO E LA Gasolio litri CONFEZIONE UOVA 1.5. Emissioni in aria Le emissioni in aria di un allevamento sono sempre da considerare di tipo diffuso anche se vi sono camini che convogliano l aria dalle strutture di stabulazione. Le emissioni provengono dalle stalle ma anche dalle strutture di stoccaggio e di spandimento dei reflui zootecnici. L attuale tecnologia non permette di quantificare analiticamente queste emissioni diffuse di conseguenza è importante stimare almeno le emissioni principali, quali AMMONIACA e METANO. Questa stima può essere fatta attraverso i parametri forniti dal DM 29 gennaio 2007 o attraverso applicativi già disponibili per l utente (ad es. gli applicativi delcrpa). Nel report annuale si richiede esclusivamente la comunicazione delle emissioni di tipo convogliato che sono soggette ad autorizzazione.

78 Fase Fattore Unità misura fattore F1-F2-F3-F4-F5- F6- F1-F2-F3-F4-F5- F Kg NH3/posto/anno Kg CH4/posto/anno Fonte del dato LG Ministeriali LG Ministeriali t/anno 8,7 7,9 1. Tabella - Punti di emissione (emissioni convogliate) Non ci sono emissioni soggette ad autorizzazione 2. Tabella - Inquinanti monitorati Non ci sono emissioni soggette ad autorizzazione Tabella Punti di emissione Non ci sono scarichi soggetti ad autorizzazione Tabella - Inquinanti monitorati Parametro / inquinante UM Punto di emissione Frequenza autocontroll o Fonte del dato Reporting Pollina Kg/anno allevamento Fine Ciclo Direttiva Nitrati SI

79 Rumore Tabella Rumore, sorgenti La matrice rumore è trascurabile nella maggior parte degli allevamenti. 1.8 Rifiuti 1.8 Rifiuti L azienda registra, per obbligo di legge, i rifiuti prodotti e trasportati dal registro di carico e scarico e formulario. Annualmente il gestore dell'allevamento invierà il quantitativo annuale di rifiuti prodotti (tonnellate all anno). Nelle tabelle in basso, e 1.8.2, sono indicate le tipologie di rifiuti pericolosie non pericolosi che sono presenti in allevamento. Tabella Rifiuti pericolosi Descrizione Rifiuti Codice CER Modalità stoccaggio Destinazion e (R/D) Fonte del dato Olii esausti Fusti in un bacino di contenimento R Registro carico/scarico *

80 Batterie Contenitori R Registro carico/scarico* Imballaggi contenenti sostanze Contenitori R Registro carico/scarico* pericolose talvolta l azienda effettua la manutenzione in officina. Tabella - Rifiuti non pericolosi Descrizione Rifiuti Codice CER Modalità stoccaggio Destinazion e (R/D) Fonte del dato Imballaggi in vetro Zona Rifiuti* R Formulario rilasciato da ditta specializzata Imballaggi in materiali misti Zona Rifiuti* R Calendario con scadenze settimanali comunali

81 Imballaggi cartone Zona Rifiuti* R Calendario con scadenze settimanali comunali Carcasse Cella Frigo* R Formulario rilasciato da ditta specializzata talvolta l azienda effettua la manutenzione in officina. Suolo e sottosuolo - Tabella Acque di falda NON APPLICABILE Tabella Terreni NON APPLICABILE 2 - GESTIONE DELL IMPIANTO Tabella - Sistemi di controllo delle fasi critiche del processo Fase /attività Criticità Parametro esercizio UM Frequenza autocontroll o Fonte del dato Stabulazion e Gestione pollina Sostanza secca Solidi totali % Fine Ciclo Ditta incaricata

82 N tot Metalli pesanti (Rame e Zinco) allo smaltimento Alimentazio ne Concentraz ione di azoto e fosfati Sostanza secca Proteina Grezza* Fosforo* % -- A cura del soccidante *il mangime viene preparato e fornito direttamente dal soccidante Tabella -Interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria Macchinario/Impiant o Tipo di intervento Fonte del dato Frequenza autocontrollo Reporting (*) Abbeveratoi Centralina controllo automatismi capannoni Controllo funzionalità -- Inizio ciclo REGISTRO AZIENDALE Manutenzione -- al bisogno REGISTRO AZIENDALE Mangiatoie/dispositivControllo i per distribuzione funzionalità Inizio ciclo REGISTRO AZIENDALE Ventilatori Controllo funzionalità Inizio ciclo REGISTRO AZIENDALE Sensori termici/lampade Controllo funzionalità Inizio ciclo REGISTRO AZIENDALE

83 Dispositivi elettrici Controllo funzionalità Inizio ciclo REGISTRO AZIENDALE Finestre Controllo funzionalità Inizio ciclo REGISTRO AZIENDALE Mezzi Meccanici Controllo e Manutenzione Al bisogno SI(x manutenzione) Sonde monitoraggio Controllo temperatura/umidità Funzionalità (*) indicare nel report i controlli con esiti negativi Inizio ciclo REGISTRO AZIENDALE Tabella Aree di Stoccaggio Strutture di stoccaggio Tipo di controllo Frequenza Modalità di Registrazione Sebatoio gpl Silos mangime NON UTILIZZATI PER L ALLEVAMENTO E LA CONFEZIONE UOVA -- Cella morti Temperatura mensile INDICATORI DI PRESTAZIONE 3.1 Tabella - Monitoraggio degli indicatori di performance

84 Indicatore e sua descrizione Descrizione Modalità di calcolo U.M. Frequenza di monitoraggio Consumo specifico risorsa idrica* Produzione di reflui specifica* Consumo specifico mangimi* Quantitativo di acqua prelevata rispetto al numero di capi allevati Quantitativo di reflui prodotti in relazione ai capi allevati Quantitativo di mangimi consumato rispetto al numero di capi allevati Mc/capo Calcolo Annuale Mc/capo Calcolo Annuale Kg/capo Calcolo Annuale Consumo specifico energia* Quantitativo di energia consumato rispetto al numero di capi allevati KWh /capo carne Calcolo Annuale Consumo specifico gasolio* Quantitativo di gasolio consumato rispetto al numero di capi allevati t/capo Calcolo Annuale *nella realtà aziendale non viene effettuato un monitoraggio degli indicatori di performance ma attraverso i report annuali derivanti dal soccidante ed i costi effettuati è possibile dedurli.

85 CHECK LIST A VERIFICA DELLE VALUTAZIONI FINALI A verifica della sostenibilità del progetto proposto si ritiene non vi siano significative problematiche legate ai rischi ambientali. Analizzando i singoli fattori di rischio possiamo sostenere quanto segue: 1. Per le componenti fisiche del terreno Non si prevedono volumi di sterro e riporto di terreno all'interno del fondo agricolo; Non si prevede la realizzazione di nuove strade per il transit dei mezzi; Non è previsto un aumento significativo del traffico veicolare; Non vi è necessità di creare nuove infrastrutture di rilievo per l'approvvigionamento di acqua, energia elettrica e combustibile. 2. Habitat, territorio e popolazione I terreni interessati, ad oggi coltivati, hanno solo valore agricolo;

86 Non esistono modificazioni all'habitat (flora e fauna), per le limitate superfici interessate dal progetto, visto che già inserito nel contesto agricolo attuale; Non può esserci sensibilità, per la popoazione, al rischio di impatto ambientale, inquinanti atmosferici all'attuazione del progetto, in quanto tale rischio è considerato inesistente: Non si può ipotizzare un impatto da abbandono dell'opera, trattandosi di un opera economicamente conveniente; Non verranno modificate le condizioni sanitarie del territorio 3. Paesaggio Non si ritiene l'intervento una modifica paesaggistico ambientale di tipo sostanziale. 4. Utilizzo delle risorse energetiche Non si richiedono grandi apporti di energia elettrica; Non si richiedono particolari apporti di risorsa idrica: Non si prevede l'impiego di combustibili per il riscaldamento dei capannoni avicoli. 5. Produzione di rifiuti Non si ha il problema dello smaltimento della pollina in quanto i terreni asserviti all'allevamento sono sufficienti a soddisfare le

87 necessità; Non si pratica l'incenerimento dei rifiuti. 6. Inquinamento e disturbi ambientali Non si manifestao effetti negativi significativi sulla popolazione in termini di emissione di odori molesti in atmosfera e nell'ambiente, data la tipologia dell'impianto; Non costituisce rischio di inquinamento delle falde acquifere la pollina depositata in concimaia chiusa costruita con elementi che ne garantiscono la tenuta; Non si avranno significative emissioni in atmosfera generate dall'utilizzo di combustibili; Non si daranno luogo a scarichi idrici di sostanze organiche ed inorganiche o tossiche in corsi d'acqua; Non si produrranno immissioni nell'ambiente di rumori significativi, di vibrazioni, di luce, di calore; Non si daranno luogo ad elementi di perturbazione di processi geologici o geotecnici; Non si avranno alterazioni dei dinamismi spontanei di caratterizzazione del paesaggio sia dal punto di vista visivo, sia con riferimento agli aspetti storico-monimentali e culturali. 7. Rischio incidenti

88 Non si Prevede l'uso di sostanze pericolose; Non si prevede l'uso regolare di diserbanti Non esiste il rischio di rilascio di sostanze nocive nell'ambiente; 8. Aspetti Programmatici e Giuridici Non è prevedibile l'infrazione di norme ambientali; Non sono probabili conflitti con la politica i materia di uso dei terreni/assetto territoriale; Non sono probabili conflittualità con la politica ambientale; Non si modificheranno in alcun modo le condizioni sanitarie del territorio; 9. Aspetti della formazione L'attività manageriale incide notevolmente sul buon esito del funzionamento dell'impianto, pertanto essendo obbligatoria la formazione professionale, tutti gli operatori dovranno eseguire appositi corsi di aggiornamento in continuo tali da permettere agli stessi il mantenimento degli standard gestionali; 10. Consapevolezza pubblica L'opinione pubblica dovrebbe vedere favorevolmente l'iniziativa perchè:

89 - non sono prevedibili impatti ambientali significativi; - trattandosi di attività agricola, si può ritenere che la stessa sia compatibile con gli obiettivi programmatici del comune; - l'intervento ha contributo ad accrescere l'indotto economico ed occupazionale della zona per la fornitura e l'istallazione dei manufatti e degli impianti; - in fase di esercizio sarà possibile la crescita occupazionale per l'impiego di operatori, per la gestione quotidiana dell'attività di allevamento e di produzione delle uova; L'allevamento di galline ovaiole contribuisce alla produzione nazionale di uova riducendo il fabbisogno di importazioni da altri paesi, riducendo quelli che sono gli impatti ambientali dovuti al trasporto. L'allevamento provvederà inoltre alla fornitura di sostanza organica ad altre aziende agricole sprovviste di allevamento permettendo una minor impiego di concimi chimici. CONCLUSIONI In conclusione, possiamo sostenere che lo Studio d'impatto Ambientale del progetto porta ad una valutazione complessiva di inesistenza di significativi rischi ed impatti. Povegliano Veronese 27/02/2013

90 Il Tecnic Per Agr Pradella Cinzia

91 SCHEMA A BLOCCHI DEL PROCESSO PRODUTTIVO AUSILIARI FLUSSI DI PROCESSO EMISSIONI-SCARICHI 1) CARICO PULCINI (59950 capi/anno) FARMACI (quantità variabile a seconda delle specifiche prescrizioni veterinarie) LETTIERA (non presente) ACQUA DI ACQUEDOTTO (4796 MC/ANNO) MANGIME E INTEGRATORI (2400 Q.LI) ENERGIA TERMICA (MWH/ANNO) ENERGIA ELETTRICA (419kwt/h) 2) PRODUZIONE UOVA NH3 (5,3/ANNO) CH4 (4,9/ANNO) OLII ESAUSTI (non prodotti) IMBALLAGGI (10KG) IMBALLAGGI FARMACI (10KG/ANNO) CARCASSE ANIMALI (1900/ANNO) ANIMALI GASOLIO (NP) 3) CARICO CAPI PER MACELLO (MORTALITA 3%) CAPIA FINE CICLO (58050 CAPI/ANNO) DISINFETTANTI (10 L/ANNO) 4) PULIZIA E DISINFEZIONE ACQUE DI LAVAGGIO (18 MC/ANNO)

92 SCHEDA 2B - DATI E NOTIZIE SULL IMPIANTO ATTUALE B.1.1 Consumo di materie prime (parte storica) * 2 B.1.2 Consumo di materie prime (alla capacità produttiva) 3 B.2.1 Consumo di risorse idriche (parte storica) * 4 B.2.2 Consumo di risorse idriche (alla capacità produttiva) 5 B.3.1 Produzione di energia (parte storica) * 6 B.3.2 Produzione di energia (alla capacità produttiva) 6 B.4.1 Consumo di energia (parte storica) * 7 B.4.2 Consumo di energia(alla capacità produttiva) 7 B.5.1 Combustibili utilizzati (parte storica) * 8 B.5.2 Combustibili utilizzati (alla capacità produttiva) 8 B.6 Fonti di emissione in atmosfera di tipo convogliato 9 B.7.1 Emissioni in atmosfera di tipo convogliato (parte storica) * 10 B.7.2 Emissioni in atmosfera di tipo convogliato (alla capacità produttiva) 10 B.8.1 Fonti di emissioni in atmosfera di tipo non convogliato (parte storica) * 11 B.8.2 Fonti di emissioni in atmosfera di tipo non convogliato (alla capacità produttiva) 12 B.9.1 Scarichi idrici (parte storica) * 13 B.9.2 Scarichi idrici (alla capacità produttiva) 14 B.10.1 Emissioni in acqua (parte storica) * 15 B.10.2 Emissioni in acqua (alla capacità produttiva) 15 B.11.1 Produzione di rifiuti (parte storica) * 16 B.11.2 Produzione di rifiuti (alla capacità produttiva) 16 B.12 Aree di stoccaggio di rifiuti 17 B.13 Aree di stoccaggio di materie prime, prodotti ed intermedi 18 B.14 Rumore 19 B.15 Odori 20 B.16 Altre tipologie di inquinamento 21 B.17 Linee di impatto ambientale 22 pagina 1 di 24

93 SCHEDA B - DATI E NOTIZIE SULL IMPIANTO ATTUALE Le schede e gli allegati contrassegnati (*) riguardano solo impianti esistenti. B.1.1 Consumo di materie prime (parte storica) * Anno di riferimento: 2012 Eventuali sostanze pericolose contenute Descrizione Produttore e scheda tecnica Tipo Fasi di utilizzo Stato fisico N CAS Denominazione % in peso Frasi R Frasi S Classe di pericolosità Consumo annuo Galline OVOPEL MP F2 Solido capi Mangime OVOPEL MP F2-F3-F4 Solido 1620 t Lettiera MP F1 Solido Non presente Medicinali OVOPEL MP ausiliaria F3 F4 Liquido 1,5 Kg Vaccini OVOPEL MP ausiliaria F2-F3 Liquido dosi Detergente Da valutare MP ausiliaria F6-F7 Liquido 10 Lt Disinfettante Da valutare MP ausiliaria F6-F7 liquido 10 Lt Topicida Da valutare MP ausiliaria F1-F2-F3-F4- F5-F6-F7 Bustine da 30gr 50 gr pagina 2 di 24

94 B.1.2 Consumo di materie prime (alla capacità produttiva) 2014 (presunta) Eventuali sostanze pericolose contenute Descrizione Produttore e scheda tecnica Tipo Fasi di utilizzo Stato fisico N CAS Denominazione % in peso Frasi R Frasi S Classe di pericolosità Consumo annuo Galline Mangime EUROVO EUROVO MP MP F2 F2-F3-F4 Solido Solido capi 2400 t Lettiera Medicinali EUROVO MP MP ausiliaria F1 F3 F4 Solido Liquido Non presente 3 Kg Vaccini EUROVO MP ausiliaria F2-F3 Liquido dosi Detergente EUROVO MP ausiliaria F6-F7 Liquido 10 Lt Disinfettante EUROVO MP ausiliaria F6-F7 liquido 10 Lt Topicida EUROVO MP ausiliaria F1-F2-F3- F4-F5-F6- F7 Bustine da 30gr 50 gr pagina 3 di 24

95 B.2.1 Consumo di risorse idriche (parte storica) * Anno di riferimento:2012 n. Approvvigionamento Fasi di utilizzo Utilizzo Volume totale annuo, m 3 Consumo giornaliero, m 3 Portata oraria di punta, m 3 /h Presenza contatori Mesi di punta Giorni di punta Ore di punta igienico sanitario 10 no Fine ciclo 1 Pozzo F1-F2-F3- F4-F7 industriale Diluiz. disinfettanti 7 no Fine ciclo raffreddamento 10 np estivi Abbeverata estivi igienico sanitario industriale processo raffreddamento altro (esplicitare)... pagina 4 di 24

96 B.2.2 Consumo di risorse idriche (alla capacità produttiva) 2014 STIMATA n. Approvvigionamento Fasi di utilizzo Utilizzo Volume totale annuo, m 3 Consumo giornaliero m 3 Portata oraria di punta, m 3 /h Presenza contatori Mesi di punta Giorni di punta Ore di punta igienico sanitario 18 no Fine ciclo 1 Pozzo F1-F2- F3-F4-F7 industriale Diluiz. disinfettanti 15 no raffreddamento 18 np estivi Fine ciclo Abbeverata 4796 estivi igienico sanitario industriale processo raffreddamento altro (esplicitare)... pagina 5 di 24

97 B.3.1 Produzione di energia (parte storica) * Fase Apparecchiatura Combustibile utilizzato Potenza termica di combustione (kw) ENERGIA TERMICA Energia prodotta (MWh) Anno di riferimento: NON PERTINENTE Quota ceduta a terzi (MWh) Potenza elettrica nominale (kva) ENERGIA ELETTRICA Energia prodotta (MWh) Quota ceduta a terzi (MWh) TOTALE B.3.2 Produzione di energia (alla capacità produttiva) NON PERTINENTE Fase Apparecchiatura Combustibile utilizzato Potenza termica di combustione (kw) ENERGIA TERMICA Energia prodotta (MWh) Quota ceduta a terzi (MWh) Potenza elettrica nominale (kva) ENERGIA ELETTRICA Energia prodotta (MWh) Quota ceduta a terzi (MWh) TOTALE pagina 6 di 24

98 B.4.1 Consumo di energia (parte storica) * Fase o gruppi di fasi F1 F2 (Riscaldamento pulcini) F1 F2 F3 F4 (Controllo ambientale, illuminazione e nutrizione) F1 F5 - F6 F7 (Movimentazione mezzi) Energia termica consumata (MWh) Energia elettrica consumata (MWh) Anno di riferimento:2012 Prodotto principale Consumo termico specifico (kwh/unità) Consumo elettrico specifico (kwh/unità) 0 GALLINE kwt annui GALLINE/UOVA 0-0, GALLINE/UOVA -- - TOTALE 276 kwt B.4.2 Consumo di energia (alla capacità produttiva) 2014 STIMATA Fase o gruppi di fasi F1 F2 (Riscaldamento pulcini) F1 F2 F3 F4 (Controllo ambientale, illuminazione e nutrizione) F1 F5 - F6 F7 (Movimentazione mezzi) Energia termica consumata (MWh) Energia elettrica consumata (MWh) Prodotto principale GALLINE Consumo termico specifico (kwh/unità) 419 kwt annui GALLINE/UOVA 0 0,007 GALLINE/UOVA Consumo elettrico specifico (kwh/unità) TOTALE 419 pagina 7 di 24

99 B.5.1 Combustibili utilizzati (parte storica) * Anno di riferimento:stimata Combustibile % S Consumo annuo (t) PCI (kj/kg) Energia (MJ) B.5.2 Combustibili utilizzati (alla capacità produttiva) Combustibile % S Consumo annuo (t) PCI (kj/kg) Energia (MJ) pagina 8 di 24

100 B.6 Fonti di emissione in atmosfera di tipo convogliato N totale camini NESSUNO n camino Posizione amministrativa Caratteristiche del camino Altezza dal suolo Area sez. di uscita Fasi e dispositivi tecnici di provenienza Sistemi di trattamento Monitoraggio in continuo delle emissioni: si no n camino Posizione amministrativa Caratteristiche del camino Altezza dal suolo Area sez. di uscita asi e dispositiv tecnici di proveni nza Sistemi di trattamento Monitoraggio in continuo delle emissioni: si no pagina 9 di 24

101 B.7.1 Emissioni in atmosfera di tipo convogliato (parte storica) * Anno di riferimento: Camino Portata Nm 3 /h Inquinanti Flusso di massa, kg/h Flusso di massa, kg/anno Concentrazione, mg/nm 3 % O 2 B.7.2 Emissioni in atmosfera di tipo convogliato (alla capacità produttiva) Camino Portata Nm 3 /h Inquinanti Flusso di massa, kg/h Flusso di massa, kg/anno Concentrazione, mg/nm 3 % O 2 pagina 10 di 24

102 B.8.1 Fonti di emissioni in atmosfera di tipo non convogliato (parte storica) * Anno di riferimento: Fase Emissioni fuggitive o diffuse Descrizione Tipologia Inquinanti presenti Quantità F1-F6 DIF FUG Movimentazione mezzi CO2 Polveri irrilevante- irrilevante- F1 F2 F3 F4 F5 F6 F7 DIF FUG NH3, CH4, derivanti dalla fermentazione della lettiera Polveri derivanti dalla ventilazione forzata NH3 5,3 CH4 4,9 Polveri -irrilevante DIF FUG DIF FUG DIF FUG Note pagina 11 di 24

103 B.8.2 Fonti di emissioni in atmosfera di tipo non convogliato (alla capacità produttiva) Fase Emissioni fuggitive o diffuse Descrizione Tipologia Inquinanti presenti Quantità DIF FUG DIF FUG DIF FUG DIF UG DIF FUG Note pagina 12 di 24

104 B.9.1 Scarichi idrici (parte storica) * Anno di riferimento: N totale punti di scarico finale n scarico finale _SF1 Recettore Portata media annua Caratteristiche dello scarico Scarico parziale Fase o superficie di provenienza 2 Impianti di % in volume Modalità di scarico Superficie relativa, m trattamento Temperatura ph - - n scarico finale _SF2 Recettore Pozzetti di Raccolta Portata media annua Caratteristiche dello scarico Scarico parziale Fase o superficie di provenienza 2 Impianti di % in volume Modalità di scarico Superficie relativa, m trattamento Temperatura ph - - n scarico finale _SF3 Recettore Pozzetto di raccolta Portata media annua Caratteristiche dello scarico Scarico parziale Fase o superficie di provenienza 2 Impianti di % in volume Modalità di scarico Superficie relativa, m trattamento Temperatura ph pagina 13 di 24

105 B.9.2 Scarichi idrici (alla capacità produttiva) N totale punti di scarico finale n scarico finale Recettore Portata media annua Caratteristiche dello scarico Scarico parziale Fase o superficie di provenienza 2 Impianti di % in volume Modalità di scarico Superficie relativa, m trattamento Temperatura ph n scarico finale Recettore Portata media annua Caratteristiche dello scarico Scarico parziale Fase o superficie di provenienza 2 Impianti di % in volume Modalità di scarico Superficie relativa, m trattamento Temperatura ph pagina 14 di 24

106 B.10.1 Emissioni in acqua (parte storica) * Anno di riferimento: Scarichi parziali Inquinanti Sostanza pericolosa Flusso di massa g/h Concentrazione mg/l SI, P, PP, NO B.10.2 Emissioni in acqua (alla capacità produttiva) Scarichi parziali Inquinanti Sostanza pericolosa Flusso di massa g/h Concentrazione mg/l pagina 15 di 24

107 B.11.1 Produzione di rifiuti (parte storica) * Anno di riferimento: STIMATA Codice CER Descrizione Stato fisico Rifiuti in vetro biomedicali Quantità annua prodotta Imballaggi misti Solido 7 Kg Imballaggi in plastica Emulsioni non clorurate Fase di provenienza Stoccaggio N area Modalità Destinazione Solido 20Kg F2-F3-F4 ZR1 Contenitori Recupero Solido 10 Kg F2 F3 F4 F5 F6 F7 F2 F3 F4 F5 F6 F7 ZR1 Contenitori Recupero ZR1 Contenitori Recupero Solido 10 Kg F7 ZR1 Contenitori Recupero Carcasse Solido 8 t F2-F5 ZR2 Cella Frigo Pollina Solido t F1-F2-F3-F4-F5- F6-F7 Campagnola Adriano (VR) capannoni Smaltimento PROGEO (RE) B.11.2 Produzione di rifiuti (alla capacità produttiva) Codice CER Descrizione Stato fisico Quantità annua prodotta Fase di provenienza Stoccaggio N area Modalità Destinazione pagina 16 di 24

108 B.12 Aree di stoccaggio di rifiuti Il complesso intende avvalersi delle disposizioni sul deposito temporaneo previste dall art. 6 del D.Lgs. 22/97? no si Indicare la capacità di stoccaggio complessiva (m 3 ): - rifiuti pericolosi destinati allo smaltimento - rifiuti non pericolosi destinati allo smaltimento - rifiuti pericolosi destinati al recupero - rifiuti non pericolosi destinati al recupero 6 m 2 - rifiuti pericolosi e non pericolosi destinati al recupero interno N area Identificazione area Capacità di stoccaggio Superficie Caratteristiche 1 ZR - 6 m 2 adibita allo Area esterna, stoccaggio dei rifiuti Tipologia rifiuti stoccati Contenitori in plastica e vetro, elencati in B.11.1 pagina 17 di 24

109 B.13 Aree di stoccaggio di materie prime, prodotti ed intermedi< N area Identificazione area Capacità di stoccaggio Sup. Modalità Caratteristiche Capacità Materiale stoccato 1 S q.li - Silos 760 q.li Mangime 2 SA 12 m 3 6 m 2 Cella congelatore 12 m 3 Spoglie animali pagina 18 di 24

110 B.14 Rumore Classe acustica identificativa della zona interessata dall impianto: _ IIIA (agricola/forestale) Limiti di emissione stabiliti dalla classificazione acustica per la zona interessata dall impianto: _55-60 db(a) (giorno) / db(a)_(notte) Impianto a ciclo produttivo continuo: si no Sorgenti di rumore Localizzazione Pressione sonora massima (db A ) ad 1 m dalla sorgente giorno notte Sistemi di contenimento nella sorgente Capacità di abbattimento (db A ) pagina 19 di 24

111 B.15 Odori Sorgenti note di odori Segnalazioni di fas idi da odo i nell area circ stante l impianto SI NO SI NO Descrizione delle sorgenti Sorgente Loclizzazione Tipologia Persistenz a Intensità Estensione della zona di percet ibilità Sistemi di contenimento Lettiera F3 F4 F5 F6 C1 C2 Decomposizione sostanze organiche Ridotta (Maggiore in periodo estivo) Poco Percettibile Immediati dintorni Utilizzo di una tecnologia di stabulazione BAT pagina 20 di 24

112 B.16 Altre tipologie di inquinamento Riportare in questa sezione le informazioni relative ad altre forme di inquinamento non contemplate nelle sezioni precedenti, quali per esempio inquinamento luminoso, elettromagnetismo, vibrazioni, amianto, PCB L allevamento riporta alcune carenze per la parte della gestione delle deiezioni nel momento in cui verranno inserite le galline con la nuova capacità ben superiore a quella attuale.. pagina 21 di 24

113 B.17 Linee di impatto ambientale ARIA Contributi potenziali all'inquinamento atmosferico locale di macro-inquinanti emessi da sorgenti puntuali Contributi potenziali all'inquinamento atmosferico locale da micro-inquinanti emessi da sorgenti puntuali Contributi potenziali ad inquinamenti atmosferici transfrontalieri Rischi di inquinamento atmosferico da sorgenti diffuse Rischio di produzione di cattivi odori Rischio di produzione di aerosol potenzialmente pericolosi Rischi di incidenti con fuoriuscita di nubi tossiche SI NO SI NO SI NO SI NO SI NO SI NO SI NO CLIMA Potenziali modifiche indesiderate al microclima locale Rischi legati all emissione di vapor acqueo Potenziali contributi all emissione di gas-serra SI NO SI NO SI NO ACQUE SUPERFICIALI Consumi di risorse idriche SI NO pagina 22 di 24

114 Deviazioni permanenti di corsi d acqua ed impatti conseguenti Rischi di interferenze negative con l esistente sistema di distribuzione delle acque Rischio di inquinamento di acque superficiali da scarichi diretti Rischio di inquinamento di corpi idrici superficiali per dilavamento meteorico di superfici inquinate Rischi di inquinamenti acuti di acque superficiali da scarichi occasionali Rischi di inquinamento di corpi idrici a causa di sversamenti incidentali di sostanze pericolose da automezzi SI NO SI NO SI NO SI NO SI NO SI NO ACQUE SOTTERRANEE Riduzione della disponibilità di risorse idriche sotterranee Consumi di risorse idriche sotterranee Interferenze dei flussi idrici sotterranei (prime falde) da parte di opere sotterranee Rischio di inquinamento delle acque di falda da percolazione di sostanze pericolose conseguente ad accumuli temporanei di materiali di processo o a deposito di rifiuti Rischio di inquinamento delle acque di falda da percolazione di sostanze pericolose attraverso la movimentazione di suoli contaminati SI NO SI NO SI NO SI NO SI NO SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDRO GEOMORFOLOGICO Potenziale incremento di rischi idrogeologici conseguenti all alterazione (diretta o indiretta) dell assetto idraulico di corsi d acqua e/o di aree di pertinenza fluviale Potenziale erosione indiretta di litorali in seguito alle riduzioni del trasporto solido di corsi d acqua SI NO SI NO pagina 23 di 24

115 Consumi di risorse del sottosuolo (materiali di cava, minerali) Potenziali alterazioni dell assetto esistente dei suoli Induzione (o rischi di induzione) di subsidenza Rischio di Inquinamento di suoli da parte di depositi di materiali con sostanze pericolose SI NO SI NO SI NO SI NO RUMORE Potenziali impatti diretti da rumore su ricettori sensibili in fase di esercizio Potenziali impatti da rumore su ricettori sensibili in fase di esercizio da traffico indotto SI NO SI NO VIBRAZIONI Possibili danni a edifici e/o infrastrutture derivanti da vibrazioni in fase di esercizio Possibili danni a edifici e/o infrastrutture derivanti da vibrazioni in fase di esercizio prodotte dal traffico indotto SI NO SI NO RADIAZIONI NON IONIZZANTI Introduzione sul territorio di sorgenti di radiazioni elettromagnetiche, con potenziali rischi conseguenti Rischio di modifica dell attuale distribuzione delle sorgenti di onde elettromagnetiche, con potenziali rischi conseguenti Potenziale produzione di luce notturna in ambienti sensibili SI NO SI NO SI NO pagina 24 di 24

116 SCHEDA C - DATI E NOTIZIE SULL IMPIANTO DA AUTORIZZARE Indicare se l impianto da autorizzare:...2 Coincide con l assetto attuale non compilare la scheda C...2 x Nuovo assetto compilare tutte le sezioni seguenti...2 Riportare sinteticamente le tecniche proposte...2 Nuova tecnica proposta...2 Sigla...2 Fase...2 Linea d impatto...2 Sistema a gabbie arricchite...2 Tutta la linea produttiva...2 tutta...2 Variazioni...3 Variazioni...4 Descrizione delle variazioni...4 B B Linee di impatto...5 Aria...5 Clima...5 Acque superficiali...5 Acque sotterranee...5 Suolo, sottosuolo...5 Rumore...5 Vibrazioni...5 Radiazioni non ionizzanti...5 ARRICCHIMENTO GABBIE...5 Tecnica Tecnica Tecnica Intervento...6 pagina 1 di 6

117 SCHEDA C - DATI E NOTIZIE SULL IMPIANTO DA AUTORIZZARE Le schede e gli allegati contrassegnati (*) riguardano solo impianti esistenti. C.1 Impianto da autorizzare * Indicare se l impianto da autorizzare: Coincide con l assetto attuale non compilare la scheda C x Nuovo assetto compilare tutte le sezioni seguenti Riportare sinteticamente le tecniche proposte Nuova tecnica proposta Sigla Fase Linea d impatto Sistema a gabbie arricchite Tutta la linea produttiva tutta pagina 2 di 6

118 C.2 Sintesi delle variazioni* Temi ambientali Variazioni Consumo di materie prime Consumo di risorse idriche SI SI Produzione di energia NO Consumo di energia SI Combustibili utilizzati Fonti di emissioni in atmosfera di tipo convogliato SI NO Emissioni in atmosfera di tipo convogliato NO Fonti di emissioni in atmosfera di tipo non convogliato Scarichi idrici Emissioni in acqua Produzione di rifiuti Aree di stoccaggio di rifiuti Aree di stoccaggio di materie prime, prodotti ed intermedi Rumore Odori Altre tipologie di inquinamento NO NO NO SI NO SI NO NO NO pagina 3 di 6

119 C.3 Consumi ed emissioni (alla capacità produttiva) dell impianto da autorizzare* Riferimento alla scheda B B.1.1 B.2.1 B.3.1 B.4.2 Variazioni SI SI NO NO Descrizione delle variazioni Dal momento che il numero di animali verrà incrementato di più del doppio ovviamente tutte le materie prime saranno incrementate L acqua utilizzata per i processi di abbeverata subirà un incremento mentre quella di refrigerazione e per la pulizia rimarrà invariata visto che non subiranno variazioni i capannoni La corrente utilizzata dovrebbe rimanere invariata dal momento che il suo utilizzo non è collegato al riscaldamento ma ad una serie di altre fasi relazionabili alla dimensione dei capannoni e pertanto invariate B.5.2 NO B.6 NO B.7.2 NO B.8.2 NO B.9.2 NO B.10.2 NO B.11.1 SI Sicuramente avremmo un incremento di rifiuti B.12 NO B.13 NO B.14 NO B.15 NO B.16 NO pagina 4 di 6

120 C.4 Benefici ambientali attesi* Linee di impatto Aria Clima Acque superficiali Acque sotterranee Suolo, sottosuolo Rumore Vibrazioni Radiazioni non ionizzanti ARRICCHIMENTO GABBIE NO NO NO NO NO NO NO NO Tecnica 2 SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO Tecnica 3 SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO Tecnica 4 SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO SI /NO pagina 5 di 6

121 C.5 Programma degli interventi di adeguamento* Intervento Inizio lavori Fine lavori Note 1 DISMISSIONE CAPANNONE 1 E SUO SUCCESSIVO ADEGUAMENTO A CONCIMAIA 2 ARRICCHIMENTO GABBIE DEI RIMANENTI DUE CAPNANNONI CON RIFACIMENTO COMPLETO DELL IMPIANTO IDRICO ED ELETTRICO /06/ /06/14 Tempo di adeguamento complessivo 1 ANNO Data conclusione 30/06/14 pagina 6 di 6

122 Piano di Monitoraggio e Controllo AZIENDA AGRICOLA MASIERO GIAMPAOLO CAT IPPC A GAVELLO (RO) STATO FUTURO (da agosto 2013) Marzo 2013 Pagina 3 di 12

123 1 PREMESSA Il Piano di Monitoraggio e Controllo è un documento nato in seguito all attuazione della Direttiva IPPC (Direttiva 96/61/CE e Direttiva 2008/1/CE) che ha introdotto il procedimento di rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per le principali attività industriali indicate nell allegato I della Direttiva stessa. La normativa europea vuole introdurre la necessità di mettere in atto un nuovo atteggiamento nei confronti della tutela dell ambiente e della salute dei cittadini sollecitando un innovazione nella metodologia e nell operatività rispetto alle questioni ambientali, sia per quanto riguarda i processi industriali sia per le modalità di approccio dei controlli sull inquinamento. Il nuovo concetto di controllo integrato, infatti, si pone l obiettivo di prevenire, ridurre e, per quanto è possibile, eliminare l inquinamento intervenendo direttamente sulle fonti delle attività che lo producono. Il Piano di Monitoraggio e Controllo è di fatto parte integrante della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale. Nella scheda E Modalità di Gestione degli aspetti ambientali e Piano di Monitoraggio presente nella modulistica predisposta dalla Regionale Veneto dall allegato B alla DGR del 20 marzo 2007, n. 668, si richiede infatti la predisposizione di un piano di autocontrollo delle aziende su tutta una serie di aspetti ambientali e gestionali dell azienda. Il documento deve essere compilato dall azienda stessa e successivamente valutato dall autorità competente, Provincia o Regione ed ARPAV, con scopo di chiarire quali sono gli aspetti ambientali che devono essere monitorati e controllati dal gestore dell impianto. In seguito alla nascita di un Tavolo Tecnico di lavoro con REGIONE-PROVINCE-ARPAV per l applicazione della direttiva IPPC negli allevamenti zootecnici, il modello generale di Piano di Monitoraggio e Controllo elaborato da ARPA Veneto su un modello più generale di ISPRA (ex APAT) è stato rivisto e modificato in modo da costituire un esempio esemplificativo da applicare ad un settore particolare come quello degli allevamenti zootecnici. 2 STRUTTURA DEL PIANO DI MONITORAGGIO IO E CONTROLLO: ASPETTI GENERALI Il Piano di Monitoraggio dell impianto comprende due parti principali: - i controlli a carico del Gestore - i controlli a carico dell Autorità pubblica di controllo (ARPA e Amministrazioni Provinciali mediante misurazioni periodiche) L autocontrollo delle emissioni è la componente principale del piano di controllo dell impianto e quindi del più complessivo sistema di gestione ambientale di un attività IPPC che, sotto la responsabilità del Gestore dell impianto, assicura, nelle diverse fasi di vita di un impianto stesso, un efficace monitoraggio degli aspetti ambientali dell attività quali le emissioni nell ambiente (emissioni in atmosfera, scarichi idrici, smaltimento rifiuti e consumo di risorse naturali). Il monitoraggio delle emissioni di una attività IPPC può essere costituito dalla combinazione di: - misure in continuo; - misure discontinue (periodiche ripetute sistematicamente); - stime basate su calcoli o altri algoritmi basati su parametri operativi del processo produttivo. Il documento che segue è strutturato in tre sezioni che rispecchiano le tre principali tematiche da monitorare all interno dell azienda. La sezione 1 permette di descrivere schematicamente tutte le componenti ambientali che entrano in gioco nei processi gestiti dall impianto in esame: Il paragrafo 1.1 va ad elencare e quantificare tutte le materie prime che Pagina 3 di 12

124 entrano nel ciclo produttivo dell azienda e i prodotti che ne derivano, mentre nei paragrafi 1.2, 1.3, 1.4 si vanno ad affrontare gli approvvigionamenti da fonti naturali ed energetiche (acqua, energia e combustibili) che l azienda deve utilizzare; nei paragrafi 1.5, 1.6, 1.7, 1.8, 1.9 si vanno a identificare qualitativamente e quantitativamente le emissioni di inquinanti in acqua, aria e suolo e l eventuale produzione di inquinamento acustico e rifiuti. La sezione 2 invece va a focalizzare l attenzione su tutti quei fattori di gestione dell impianto che di fatto sono inscindibili dal processo produttivo e dall inquinamento prodotto, facendo un analisi accurata delle fasi critiche dell impianto, degli interventi di manutenzione ordinaria e sull esistenza di aree di stoccaggio presenti nell ambito aziendale. La sezione 3, infine, elenca gli indicatori di pressione monitorati (indicatori di performance ambientale). Tali indicatori sono in grado di fornire le informazioni qualitative e quantitative che consentono di effettuare una valutazione dell efficienza, dell efficacia e del consumo delle risorse al fine di permettere al gestore di adottare le strategie migliori atte a rafforzare il più possibile il perseguimento degli obiettivi ambientali. Gli indicatori di performance ambientale possono essere utilizzati come strumento di controllo indiretto tramite indicatori di impatto (ad esempio emissione di CO dovuta alla combustione) ed indicatori di consumo delle risorse (ad esempio consumo di energia in un anno). Quanto sopra descritto è riassunto da un quadro sinottico iniziale dove, oltre alle frequenze di autocontrollo da parte delle aziende, ARPAV indica la tipologia di controllo (se ispezioni programmate o campionamento/analisi) che può svolgere nell arco di validità dell Autorizzazione Integrata Ambientale così come previsto dall articolo 11 comma 3 del D. Lgs n. 59/ ATTIVITÀ ANALITICA I metodi di campionamento ed analisi per le varie attività di autocontrollo dovranno essere concordati con il Dip. Prov. ARPAV competente, comunicando la propria proposta secondo i tempi previsti dall'art.11 c.1 del D.lgs n. 59/05, e comunque prima di eseguire le analisi di cui all'art.11 c.2 del citato D.lgs n. 59/05. In caso di silenzio da parte dell ente, entro 30 giorni, le indicazioni contenute nella proposta fatta si intendono accettate. L'azienda è comunque obbligata a comunicare ad ARPAV e Provincia, con almeno 15 giorni naturali e consecutivi di preavviso, le date di esecuzione delle attività di autocontrollo di emissioni, scarichi, rifiuti o rumore. 4 FONTE E REGISTRAZIONE DEI DATI PREVISTI DA PIANO DI MONITORAGGIO ECONTROLLO E opportuno evidenziare che, in linea di massima, non si richiede la compilazione di nuovi registri appositi per la Direttiva IPPC oltre i registri già in possesso dell azienda per obbligo di legge. Ove non sia previsto un registro per la raccolta dei dati la modalità di registrazione, a discrezione del gestore, deve essere opportunamente indicata nel PMC. Il report annuale dei dati raccolti verrà effettuato attraverso un supporto informatico, fornito dall ente competente, a cui sarà allegata l autocertificazione sulla veridicità dei dati dichiarati. Pagina 3 di 12

125 INDICE 1 PREMESSA STRUTTURA DEL PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO: ASPETTI GENERALI ATTIVITÀ ANALITICA FONTE E REGISTRAZIONE DEI DATI PREVISTI DA PIANO DI MONITORAGGIO ECONTROLLO QUADRO SINOTTICO COMPONENTI AMBIENTALI Consumo materie prime Tabella - Materie prime Tabella Prodotti Finiti Tabella Consumo risorse idriche Tabella Consumo energia Tabella Combustibili Tabella - Punti di emissione (emissioni convogliate) Tabella - Inquinanti monitorati Tabella Punti di emissione Tabella - Inquinanti monitorati Rumore Tabella Rifiuti pericolosi Tabella - Rifiuti non pericolosi Suolo e sottosuolo Tabella Acque di falda Tabella Terreni GESTIONE DELL IMPIANTO Tabella - Sistemi di controllo delle fasi critiche del processo Tabella -Interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria Tabella Aree di Stoccaggio INDICATORI DI PRESTAZIONE Tabella - Monitoraggio degli indicatori di performance Pagina 3 di 12

126 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO (P.M.C.) 5 QUADRO SINOTTICO FASI GESTORE GESTORE ARPA ARPA Frequenza autocontrollo Reporting Ispezioni programmate Campionamenti/ analisi (*) 1 COMPONENTI AMBIENTALI 1.1 Materie prime e prodotti Materie prime Alla ricezione Annuale X Prodotti Finiti Fine Ciclo Annuale X 1.2 Risorse idriche Risorse idriche Annuale Annuale X 1.3 Risorse energetiche Energia Annuale Annuale X 1.4 Consumo Combustibili Combustibili Annuale Annuale X 1.5 Emissioni in Aria (solo in presenza di emissioni di tipo convogliato) Punti di emissioni (emissioni N.A convogliate) Inquinanti monitorati N.A X 1.6 Emissioni in acqua (solo in presenza di impianto di depurazione o scarichi autorizzati ai sensi della normativa vigente) Punti di emissione N.A Inquinanti monitorati N.A X 1.7 Emissioni di Rumore 8solo per casi particolari elencati nelle presenti linee guida) Rumore sorgenti e misure Autocertificazione -- X X (su segnalazione) 1.8 Emissioni di Rifiuti Controllo Rifiuti Pericolosi Annuale SI X Controllo Rifiuti non Pericolosi Annuale SI X 1.9 Suolo e sottosuolo (acque di falda monitorate solo per i casi previsti dall articolo 8, comma 2 della DGRV 2495/06) Acque di falda N.A X Pagina 3 di 12

127 1.9.2 Terreni(****) N.A. -- X X 2 GESTIONE IMPIANTO IANTO 2.1 Controllo fasi critiche/manutenzione/stoccaggi Sistemi di controllo delle fasi critiche N.A. -- X X del processo Interventi di manutenzione Ogni fine ciclo NO (***) X ordinaria Aree di stoccaggio Annuale NO X 3 INDICATORI PRESTAZIONE 3.1 Monitoraggio degli indicatori di performance 3.2 Monitoraggio annuale -- X Note: inseriti i controlli ARPAV (*) Le modalità di controllo analitico verranno specificate in dettaglio (sulla base di quanto ritenuto rilevante come impatto ambientale) nella lettera che verrà trasmessa da ARPAV entro il 15 gennaio dello stesso anno in cui verrà eseguita l ispezione ambientale integrata o preventivamente alla comunicazione di cui all art. 29 decies, c. 1 del D.Lgs 152/06. (**) La Relazione dell attività di monitoraggio è da inviare all Autorità competente e al Dipartimento Provinciale ARPAV competente, una volta conclusa, con la periodicità stabilita, in concomitanza dell invio del reporting annuale. (***) Indicare nel report annuale i controlli con esiti negativi ovvero che hanno riscontrato criticità ed eventi straordinari. Invece i dati con frequenza di autocontrollo continua, se richiesti, dovranno essere inviati sempre, su supporto informatico, in file tipo.xls o altro database compatibile, in allegato al report. (****) ARPAV si riserva di effettuare il controllo analitico su terreni oggetto di spandimento dei liquami; tale eventualità verrà specificata nella lettera dell avvio all ispezione Pagina 3 di 12

128 1 COMPONENTI AMBIENTALI 1.1 Consumo materie prime La tabella del paragrafo 1.1 si propone di elencare tutte le materie prime che entrano nel ciclo produttivo. Nel caso di un allevamento si tratta soprattutto di animali allevati (suini e pollame) e del mangime che viene somministrato agli stessi. La composizione del mangime somministrato ai capi può avere un importante ruolo sull impatto ambientale soprattutto per il contenuto di fosforo e azoto. A discrezione dell azienda proponente e dell Ente competente, nei casi in cui vengono utilizzati mangimi con diverse concentrazioni di P e N può essere utile inserire il dato nella tabella dividendolo in più classi corrispondenti a diversi range di concentrazione dei due elementi. Non sono richiesti, in quanto non pertinenti in questa sede, il quantitativo di farmaci e additivi utilizzati. Per quanto riguarda la frequenza di autocontrollo delle materie prime si chiede all azienda di fare una proposta all Ente competente in base alla propria organizzazione aziendale: se l azienda ha l abitudine di comprare il mangime mensilmente, proporrà nel PMC una frequenza di autocontrollo mensile, se l acquisto non ha tale regolarità sarà indicato alla ricezione. L azienda dovrà conservare i dati sul consumo di materie prime e comunicarli unitamente agli altri dati di autocontrollo richiesti annualmente attraverso un report su supporto informatico che verrà predisposto dalla Regione del Veneto. I dati richiesti per la comunicazione annuale sono già in possesso dell azienda (fatture, bollette, contatori) e nella maggior parte dei casi sono anche già registrati (registri fiscali e/o sanitari). Poiché eventuali registri vidimati non verranno consegnati insieme al report annuale è indispensabile un autocertificazione sulla veridicità dei dati dichiarati. Per i dati indicati nelle tabelle , , (tonnellate all anno di mangime o capi all anno allevati) sirichiede la comunicazione del dato su base annuale indipendentemente dalla frequenza di autocontrollo indicata nel PMC. L azienda conserverà le fatture d acquisto e i cartellini allegati ai mangimi con relativa composizione Tabella - Materie prime Denominazione Capi di bestiame Galline Modalità stoccaggio Fase di utilizzo UM Frequenza autocontrollo Fonte Dato Capannoni Stabulazione Unità Alla ricezione Contabilità Aziendale Alimenti Silos Alimentazione t/anno Alla ricezione Contabilità Aziendale Lettiera ZR3 Durante il ciclo kge/anno Fine ciclo Direttiva Nitrati Detergenti ZR1 Fine ciclo l/anno Alla ricezione Contabilità Aziendale Topicida ZR1 Durante il ciclo Kg/anno Alla ricezione Contabilità Aziendale Nota: *Per lo stoccaggio vedi Planimetria Allegata Pagina 7 di 12

129 1.1.2 Tabella Prodotti Finiti Processo Denominazione Peso Unitario UM Frequenza autocontrollo Fonte del Dato Galline Capi Venduti unità Unità Fine ciclo Registro del gestore Peso kg Kg/anno Fine ciclo Registro del gestore Numeri Cicli Numero cicli/anno annuale Registro del gestore Durata Cicli giorni Fine ciclo Registro del gestore Uova unità Numero/anno Annuale Contabilità Registro del gestore Capi Deceduti Capi Unità Unità/anno Alla morte Contabilità Registro del gestore Peso Kg Kg/anno Alla morte Contabilità Registro del gestore Reflui Palabili mc Annuale Contabilità Registro del gestore Consumo risorse idriche Come già ampiamente descritto nelle Linee Guida è necessario razionalizzare l utilizzo di risorse idriche da parte dell azienda. La quantificazione dei consumi può essere fatta grazie alla lettura da contatore o contalitri, se si utilizza acqua di falda. Si propone di applicare una frequenza di lettura a fine ciclo o minima annuale salvo diversa determinazione della provincia. I dati verranno inseriti e inviati all autorità competente attraverso il report annuale riportando tutte le misurazioni effettuate con la frequenza stabilita dal PMC e i supporti, di tipo cartaceo o informatico, su cui vengono apposte volta per volta le letture, saranno a disposizione dell autorità competente per eventuali controlli durante il corso di validità dell autorizzazione Tabella la Consumo risorse idriche Tipologia di Frequenza Fase di Utilizzo UM Fonte del dato approvvigionamento autocontrollo Acquedotto Alimentazione mc/a Annuale Bolletta/Contatore Acquedotto Diluizione Medicinali mc/a Annuale Bolletta/Contatore Acquedotto Pulizia mc/a Annuale Bolletta/Contatore Anche per le tabelle 1.3 e 1.4 si ritiene opportuno effettuare una frequenza di autocontrollo a fine ciclo o minima annuale. Come per i consumi idrici nel report annuale dovranno essere indicate tutte le misurazionie ffettuate secondo la frequenza concordata ed i supporti, di tipo cartaceo o informatico, su cui saranno apposte le letture dovranno essere a disposizione dell autorità competente per tutta la durata di validità dell autorizzazione. Pagina 8 di 12

130 1.3.1 Tabella Consumo energia Descrizione Tipologia Punto misura UM Frequenza autocontrollo Fonte del dato Energia importata da rete esterna Energia elettrica Contatore KWh Mensile Bolletta/Contatore Tabella Combustibili Tipologia UM Frequenza Fonte del dato autocontrollo Metano M3 NON UTILIZZATI PER L ALLEVAMENTO E LA Gasolio litri CONFEZIONE UOVA 1.5. Emissioni in aria Le emissioni in aria di un allevamento sono sempre da considerare di tipo diffuso anche se vi sono camini che convogliano l aria dalle strutture di stabulazione. Le emissioni provengono dalle stalle ma anche dalle strutture di stoccaggio e di spandimento dei reflui zootecnici. L attuale tecnologia non permette di quantificare analiticamente queste emissioni diffuse di conseguenza è importante stimare almeno le emissioni principali, quali AMMONIACA e METANO. Questa stima può essere fatta attraverso i parametri forniti dal DM 29 gennaio 2007 o attraverso applicativi già disponibili per l utente (ad es. gli applicativi delcrpa). Nel report annuale si richiede esclusivamente la comunicazione delle emissioni di tipo convogliato che sono soggette ad autorizzazione. Fase Fattore Unità misura fattore Fonte del dato t/anno F1-F2-F3-F4-F5-F Kg NH3/posto/anno LG Ministeriali 7,50 F1-F2-F3-F4-F5-F Kg CH4/posto/anno LG Ministeriali 6, Tabella - Punti di emissione (emissioni convogliate) Non ci sono emissioni soggette ad autorizzazione Tabella - Inquinanti monitorati Non ci sono emissioni soggette ad autorizzazione Tabella Punti di emissione Non ci sono scarichi soggetti ad autorizzazione Tabella - Inquinanti monitorati Parametro/ Punto di Frequenza UM inquinante emissione autocontrollo Pollina Kg/anno allevamento Fine Ciclo Fonte del dato Direttiva Nitrati Reporting SI Pagina 9 di 12

131 1.7 Rumore Tabella Rumore, sorgenti La matrice rumore è trascurabile nella maggior parte degli allevamenti. 1.8 Rifiuti 1.8 Rifiuti L azienda registra, per obbligo di legge, i rifiuti prodotti e trasportati dal registro di carico e scarico e formulario. Annualmente il gestore dell'allevamento invierà il quantitativo annuale di rifiuti prodotti (tonnellate all anno). Nelle tabelle in basso, e 1.8.2, sono indicate le tipologie di rifiuti pericolosie non pericolosi che sono presenti in allevamento Tabella Rifiuti pericolosi Descrizione Rifiuti Codice CER Modalità stoccaggio Destinazione (R/D) Fonte del dato Olii esausti Fusti in un bacino di contenimento R Registro carico/scarico * Batterie Contenitori R Registro carico/scarico* Imballaggi contenenti sostanze Contenitori R Registro carico/scarico* pericolose * talvolta l azienda effettua la manutenzione in officina Tabella - Rifiuti non pericolosi Descrizione Rifiuti Codice CER Modalità stoccaggio Destinazione (R/D) Fonte del dato Imballaggi in vetro Zona Rifiuti* R Formulario rilasciato da ditta specializzata Imballaggi in materiali misti Zona Rifiuti* R Calendario con scadenze settimanali comunali Pagina 10 di 12

132 Imballaggi cartone Zona Rifiuti* R Calendario con scadenze settimanali comunali Carcasse Cella Frigo* R Formulario rilasciato da ditta specializzata * talvolta l azienda effettua la manutenzione in officina. 1.2 Suolo e sottosuolo Tabella Acque di falda NON APPLICABILE ILE Tabella Terreni NON APPLICABILE 2 - GESTIONE DELL IMPIANTO Tabella - Sistemi di controllo delle fasi critiche del processo Fase /attività Stabulazione Alimentazione Criticità Gestione pollina Concentrazione di azoto e fosfati Parametro esercizio Sostanza secca Solidi totali N tot Metalli pesanti (Rame e Zinco) Sostanza secca Proteina Grezza* Fosforo* UM *il mangime viene preparato e fornito direttamente dal soccidante Tabella -Interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria Macchinario/Impianto Tipo di intervento Fonte del dato Frequenza autocontrollo % Fine Ciclo Fonte del dato Ditta incaricata allo smaltimento % -- A cura del soccidante Frequenza autocontrollo Abbeveratoi Controllo funzionalità -- Inizio ciclo Centralina controllo automatismi capannoni Mangiatoie/dispositivi per distribuzione Manutenzione -- al bisogno Controllo funzionalità Inizio ciclo Ventilatori Controllo funzionalità Inizio ciclo Sensori termici/lampade Controllo funzionalità Inizio ciclo Dispositivi elettrici Controllo funzionalità Inizio ciclo Reporting (*) REGISTRO AZIENDALE REGISTRO AZIENDALE REGISTRO AZIENDALE REGISTRO AZIENDALE REGISTRO AZIENDALE REGISTRO AZIENDALE Pagina 11 di 12

133 Finestre Controllo funzionalità Inizio ciclo Mezzi Meccanici Controllo e Manutenzione Al bisogno Sonde monitoraggio temperatura/umidità Controllo Funzionalità Inizio ciclo (*) indicare nel report i controlli con esiti negativi REGISTRO AZIENDALE SI(x manutenzione) REGISTRO AZIENDALE Tabella Aree di Stoccaggio Strutture di stoccaggio Tipo di controllo Frequenza Modalità di Registrazione Sebatoio gpl NON UTILIZZATI PER L ALLEVAMENTO E LA CONFEZIONE UOVA -- Silos mangime Cella morti Temperatura mensile INDICATORI DI PRESTAZIONEP 3.1 Tabella - Monitoraggio degli indicatori di performance Indicatore e sua descrizione Consumo specifico risorsa idrica* Produzione di reflui specifica* Consumo specifico mangimi* Consumo specifico energia* Consumo specifico gasolio* Descrizione Quantitativo di acqua prelevata rispetto al numero di capi allevati Quantitativo di reflui prodotti in relazione ai capi allevati Quantitativo di mangimi consumato rispetto al numero di capi allevati Quantitativo di energia consumato rispetto al numero di capi allevati Quantitativo di gasolio consumato rispetto al numero di capi allevati Modalità di calcolo U.M. Frequenza di monitoraggio Mc/capo Calcolo Annuale Mc/capo Calcolo Annuale Kg/capo Calcolo Annuale KWh /capo carne Calcolo Annuale t/capo Calcolo Annuale *nella realtà aziendale non viene effettuato un monitoraggio degli indicatori di performance ma attraverso i report annuali derivanti dal soccidante ed i costi effettuati è possibile dedurli. Pagina 12 di 12

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141 AZIENDA AGRICOLA MASIERO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE SINTESI NON TECNICA Per. Agr. Pradella Cinzia

142 Indice generale 1 REDAZIONE DELLO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE INQUADRAMENTO AZIENDALE INQUADRAMENTO TERRITORIALE DESCRIZIONE DEL PROGETTO E DELL'INTERVENTO...11 Per. Agr. Pradella Cinzia

143 1 REDAZIONE DELLO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE Lo Studio di Impatto Ambientale riguarda l'ampliamento di un allevamento di galline ovaiole alla capacità massima di capi; sito nel comune di Gavello via Scolo Zucca Superiore nella Provincia di Rovigo. Esso è condotto dall'azienda denominata MASIERO GIAMPAOLO. Questo studio è stato redatto come previsto dalla normativa vigente, Legge Regionale n.10 del e successive modifiche ed integrazioni in materia di Valutazione di Impatto Ambientale. COMMITTENTE: Cognome e Nome: Masiero Giampaolo Data di Nascita: 10/02/1955 Luogo di nascita:gavello (RO) residenza o sede Legale: Scolo Zucca Superiore 3/a Comune: Gavello (Ro) Telefono: alessandro.jale@live.it Codice fiscale: MSRGPL55B10D942N Partita Iva: TECNICO: Cognome e Nome: Pradella Cinzia Data di Nascita: 05/12/1980 Luogo di nascita: Mantova residenza o sede Legale: via Nogarole 6b Comune: Povegliano Veronese Telefono: fcinzia.pradella@ortostudioverona.it Codice fiscale: PRDCNZ80T45E897R Azienda Rappresentata: ORTOSTUDIO Per Agr Pradella Cinzia Con sede Operativa via Piave 14 Povegliano Veronese (Vr) Partita Iva: Per. Agr. Pradella Cinzia

144 2. INQUADRAMENTO AZIENDALE L'intervento oggetto del presente studio di impatto ambientale (SIA) è l'ampliamento della capacità recettiva dell'allevamento del Sig. Masiero Giampaolo ubicata nel comune di Gavello (RO). Tale modifica risulta necessaria in quanto attualmente l'allevamento è appena stato convertito dal metodo biologico potendo così allevare circa Galline Ovaiole a metodo convenzionale con un'autorizzazione di 59,000 galline circa; mentre, con la fine dell'estate l'intenzione è quella di attuare un nuovo allevamento di tipo convenzionale con una capacità di allevamento di circa Galline Ovaiole e quindi assoggettato alla procedura atta al rilascio contestuale del giudizio di compatibilità ambientale e dell'autorizzazione integrata ambientale ai sensi degli art. 23 del dlvo 152 del 3 aprile 2006 e s.m e art 5 del dlvo 18 febbraio 2005 n 59. L'azienda agricola Masiero Giampaolo è affittuaria di un un fondo ubicato in via Scolo Zucca 3A a Gavello in provincia di Rovigo, ormai specializzata nell'allevamento di galline ovaiole attualmente ad indirizzo biologico. l'allevamento è composto da 3 capannoni ed una serie di attrezzature e macchinari necessari al corretto svolgimento dell'attività intrapresa. Attualmente l'attività ha l'autorizzazione Integrata Ambientale con determina 2885 del 23/10/2013 della Provincia Di Rovigo. L'allevamento in questione è presente sul territorio da circa un decennio con l'allevamento di galline ovaiole e circa una ventina di ettari a seminativo. Ad oggi non sono pervenute all'azienda denunce per inquinamento ambientale ne tanto meno acustico. Le deiezioni animali vengono attualmente smaltite tramite fatture di vendita a terzi. Per. Agr. Pradella Cinzia

145 L'allevamento preso in esame è ubicato nella campagna del comune di Gavello in provincia di Rovigo. I capannoni sono accessibili da una strada bianca mantenuta agibile e manutentata dallo stesso Masiero. Il territorio circostante è formato da prevalenti zone agricole nelle quali si trovano i seguenti centri abitati: Ceregnano a circa 5 km nord; Gavello centro a 300 mt sud Pontecchio Polesine a 10 km ovest La viabilità principale del territorio è costituita da strade provinciali di cui la principale è la SP4 Rovigo_Adria L'allevamento originale nato circa negli anni 2000, prevedeva la realizzazione di 3 capannoni adibiti ad allevamento di galline ovaiole con metodo biologico ed un quantitativo di capi potenzialmente allevabili inferiore a in quanto per l'allevamento biologico occorre assicurare agli animali uno standard di vita migliore, rispetto al tradizionale con spazi più ampi. Ogni capannone possedeva un o spazio esterno recintato ed un giardino d'inverno" Per. Agr. Pradella Cinzia

146 3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Viene considerata la compatibilità dell'impianto in progetto ai seguenti strumenti di piano (pianificazioni territoriali ed urbanistiche) e legislazione ambientale: Piano Territoriale Regionale (PTR); Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) PRG comunale Vincoli Naturalistici (DPR n 357/97 e smi) Vincoli paesaggistici e storico -culturali (Dlgs n 42/2004 e smi) Il PTRC vigente, approvato nel 1992, risponde all obbligo- emerso con la legge 8 agosto 1985, n.431- di salvaguardare le zone di particolare interesse ambientale, attraverso l individuazione, il rilevamento e la tutela di un ampia gamma di categorie di beni culturali e ambientali. La collocazione dell'impianto in oggetto appare coerente con le linee guida riportate. La Regione del Veneto e il Ministero per i beni e le attività culturali hanno inteso procedere congiuntamente all elaborazione del Piano paesaggistico regionale, sottoscrivendo, il 15 luglio 2009, un protocollo d intesa. Detto protocollo attribuisce al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), adottato dalla Giunta regionale il 17 febbraio 2009, la specifica considerazione dei valori paesaggistici prevista dalla legge. Ai sensi di quanto previsto dal Codice, la redazione congiunta del Piano permetterà di accedere ad alcune semplificazioni di carattere amministrativo, ottenendo un significativo snellimento dei procedimenti di autorizzazione paesaggistica a tutto vantaggio della qualità progettuale degli interventi. Ai sensi di quanto disposto dall articolo 135 del Codice, la regione è stata suddivisa in 39 ambiti Per. Agr. Pradella Cinzia

147 di paesaggio, definiti sulla base degli aspetti e dei caratteri peculiari del territorio. Con la legge regionale 11/2004 si è avviata una nuova fase nella pianificazione territoriale, che ha superato la precedente impostazione gerarchica degli strumenti urbanistici, dando vita ad un sistema fondato sulla co-pianificazione; ovvero sulla condivisione, sia pure su scale diverse, di una comune visione dell uso del territorio e dello sviluppo che in esso può essere promosso e realizzato. Il territorio provinciale di Rovigo presenta un agricoltura sviluppata, innovativa, con un rilievo nell economia locale ben superiore alle altre aree del Veneto che esige venga assunto come obiettivo fondamentale la tutela delle zone agronomiche più produttive e più qualificate. In sintesi le parole chiave degli scenari di sviluppo del settore agricolo nei prossimi anni,che il P.T.C.P. assume in linea con le indicazioni comunitarie, sono: Qualità Sostenibilità Multifunzionalità. P.T.C.P. della provincia di Rovigo si propone anche obiettivi di tutela e gestione delle risorse naturali ed ambientali che, come per gli altri sistemi, mirano a: individuare le aree ad alto valore ambientale, ad elevata integrità e funzionalità ecologica; valorizzare gli ambienti in funzione della stabilità idrogeologica, della valenza ecosistemica e della sostenibilità ambientale, anche in funzione degli obiettivi di Kyoto e di contrasto ai cambiamenti climatici; integrarne la continuità ecologica, attraverso il sistema dei nuclei e dei corridoi ecologici, al fine di promuovere la biodiversità animale e vegetale, ma anche un sistema di zone umide in diretta continuità con la rete idrografica per salvaguardare la qualità della risorsa idrica; collegare e completare la rete ecologica, attraverso l individuazione parchi provinciali, ambienti naturali di rilevanza naturalistica, sia in zone verdi Per. Agr. Pradella Cinzia

148 (boscate, arginali, dunali, paleoalvei e altri elementi del paesaggio), sia in zone umide integrate al sistema idrografico; caratterizzare a livello provinciale ambiti di paesaggio agrario e individuare strategie di tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano funzionali al perseguimento della salvaguardia della qualità della risorsa idrica, del miglioramento della qualità dell aria, della riduzione delle emissioni di anidride carbonica, del contrasto ai cambiamenti climatici; caratterizzare gli ambienti naturali in funzione della conservazione della fauna selvatica e del mantenimento degli elementi del paesaggio, per la qualificazione del territorio rispetto ad una fruibilità di turismo rurale e fluviale inserita in un contesto di multifunzionalità agricola e di complementarietà ed integrazione al sistema produttivo, e per la valorizzazione dei prodotti ed identificazione territoriale delle produzioni; integrare ed infrastruttuture sotto il profilo ambientale il sistema di mobilità lenta che si sta sviluppando nel territorio, seguendo le direttrici dei grandi fiumi, ma che non può prescindere dal contesto agro-ambientale e da una efficace presentazione dei percorsi ambientali strutturati in itinerari naturalistici, didattici, di ricerca e conoscenza del territorio, oltre che di promozione dei prodotti tipici; valorizzare l inserimento del sistema ambientale nel contesto del patrimonio storico ed architettonico e del paesaggio rurale; collegare il sistema produttivo agrario attraverso l identificazione territoriale dei prodotti tipici. Si allegano le seguenti tavole: 1) Elaborato I litologia 2) Elaborato II Geomorfologia 3) Elaborato V Armatura della Rete Ecologica 4) Elaborato VII Rete delle Infrastrutture e Mobilità Per. Agr. Pradella Cinzia

149 5) Elaborato XI Potenzialità e Criticità 6) Elaborato XXI Rischio Percolazione Azoto 7) Elaborato XXII Zone Agronomiche Omogenee PRG del Comune di Gavello L'area d'intervento è classificata come zona agricola E2 al fg 9 mn 707. Sono aree di primaria importanza per la funzione produttiva, anche in relazione all'estensione, composizione e localizzazione dei terreni. Gli interventi consentiti saranno di norma compatibili, su conforme parere della C.E., con le tipologie tipiche del luogo, nel rispetto degli allineamenti pianoaltimetrici delle preesistenze e dei materiali tradizionalmente impiegati. E' opportuno, che nuove strade necessarie al collegamento dei fondi, utilizzino i tracciati esistenti (capezzagne, sentieri), avendo cura di prevedere modalità costruttive atte a garantire un corretto inserimento ambientale. - La creazione di nuovi accessi nella pubblica viabilità è consentita esclusivamente nel caso di riscontrate necessità al fine di una razionale organizzazione del fondo. - E' opportuno prevedere la salvaguardia dei filari alberati esistenti, dei fossi di scolo e dei canali irrigui, evitando tombinature non indispensabili alla funzionalità del fondo. - Gli ampliamenti debbono armonicamente comporsi con le preesistenze affinché il nuovo edificio, considerato nella sua globalità, risulti organicamente definito. Gli ampliamenti debbono armonicamente comporsi con le preesistenze affinché il nuovo edificio, considerato nella sua globalità, risulti organicamente definito. - La realizzazione degli annessi rustici è ammessa in adiacenza ad edifici già esistenti o entro il perimetro degli aggregati abitativi. - La destinazione d'uso delle costruzioni esistenti non più funzionali alle esigenze del fondo, dovrà sempre essere finalizzata alla dotazione di attività connesse alla produzione agricola. Per. Agr. Pradella Cinzia

150 La Rete ecologica Natura 2000 è costituita dall'insieme delle aree (siti) individuate per la conservazione della diversità biologica. Essa trae origine dalla Direttiva dell'unione Europea n.43 del 1992 ( Habitat ) finalizzata alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari indicati nei relativi Allegati I II. La Direttiva Habitat prevede che gli Stati dell'unione Europea contribuiscano alle costituzione della rete ecologica europea Natura 2000 in funzione della presenza e della rappresentatività sul proprio territorio di questi ambienti e della specie, individuando aree di particolare pregio ambientale denominate Siti D'Importanza Comunitaria (SIC), che vanno ad affiancare le Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva n 409 del 1979, denominata Uccelli. Provincia di Rovigo IT :Dune di Donada e Contarina Il sito SIC IT ha un estensione di 105 ettari ed una estensione di 8 km IT : Delta del Po: Il sito ZPS IT ha un estensione di ettari di cui 9659 nel distretto IT : Delta del Po: tratto terminale e delta veneto: Il sito SIC IT ha un estensione di ettari ed una lunghezza di 628 km. Descrizione sullo stato geologico ed idrogeologico del territorio L area d'intervento si trova in territorio comunale di Gavello, ca. 1,00 km ad Ovest dal capoluogo e più precisamente in Via Scolo Zucche Superiore I tipi litologici superficiali della zona sono rappresentati da alluvioni quaternarie fini quali argille e limi; nel substrato si rinvengono sedimenti di analoga natura e granulometria che si alternano fra loro con giacitura lenticolare; i sedimenti registrano frequenti variazioni di litologia e potenza degli strati anche in ambiti areali limitati. Quanto sopra appare evidente nella cartografia geologica consultata, dove sono Per. Agr. Pradella Cinzia

151 indicati i seguenti depositi: CARTA GEOLOGICA DEL VENETO (scala 1: ): depositi alluvionali e fluvioglaciali a limi ed argille prevalenti (QUATERNARIO); CARTA GEOLOGICA DELLE TRE VENEZIE F. 64 ROVIGO (scala 1: ): Alluvioni in prevalenza del Po (OLOCENE). Per. Agr. Pradella Cinzia

152 4.DESCRIZIONE DEL PROGETTO E DELL'INTERVENTO Con la presente proposta si intende realizzare un ampliamento del numero di animali mantenendo inalterate le strutture esterne. Ciò risulta possibile in quanto con la stessa superficie utile è possibile accasare circa capi. Il progetto è stato concepito adottando criteri progettuali improntati al rispetto dell'impianto esistente, al conseguimento della massima garanzia contro eventuali inquinamenti, all'ottimizzazione della funzionalità e della logistica ed alla riduzione dei fattori di impatto ambientale così come richiede la normativa AIA/IPPC D.Lgs 59/05 conseguenti leggi Nazionali e Regionali e s.m.i.. La nuova scelta dell'azienda non avrà alcun impatto ambientale se non di tipo positivo visto il rinnovo delle strutture. Le scelte progettuali fanno riferimento alle normative vigenti. Per quanto riguarda la progettazione, sono stati esaminati tutti gli aspetti riconducibili al massimo livello di garanzia per la protezione delle acque, sotterranee e superficiali, e contro le eventuali fughe di percolato delle deiezioni, ed adottati criteri che tendano al contenimento delle emissioni in atmosfera come odori e/o gas, rumori ed ogni emissione potenzialmente impattante nei confronti delle matrici ambientali presenti. Le scelte adottate per la progettazione dell'opera sono così così riassumibili: 1) Capannoni in ferro zincato,tamponamento laterale in mattoni, tetto a due acque con pannello sandwich. Per. Agr. Pradella Cinzia

153 Per. Agr. Pradella Cinzia

154 Per. Agr. Pradella Cinzia

155 Per. Agr. Pradella Cinzia

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