Investire nella qualità delle relazioni valorizzando le differenze. Barbara Pojaghi Università di Macerata
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1 Investire nella qualità delle relazioni valorizzando le differenze Barbara Pojaghi Università di Macerata
2 La premessa L approccio di cui parleremo va applicato a qualsiasi classe, che abbia o meno ragazzi con problemi di apprendimento o altri problemi
3 Usare un modello ecologico da Lewin auspicato e concretizzato da Bronfenbrenner per spiegare quali sono le influenze A-P (ambiente-persona) Il modello ecologico di Bronfenbrenner intende l ambiente di sviluppo dell individuo come una serie di sistemi concentrici, legati tra loro da relazioni, dirette o indirette, e ordinati gerarchicamente. Uno degli elementi più significativi del contributo di questo autore sta quindi nell aver articolato il contesto in più livelli; due di questi, il microsistema e il mesosistema, sono direttamente in contatto con il soggetto, gli altri due, l esosistema e il macrosistema, sono ambiti di cui il soggetto non fa esperienza diretta, ma che hanno egualmente un influenza sul suo sviluppo.
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5 Usare un approccio probabilistico-multicausale vs uno deterministico unicausale il battito delle ali di una farfalla in una foresta tropicale può avere come effetto un ciclone dall altra parte del pianeta. La suggestiva immagine chiarisce molto bene come non esista un nesso deterministico tra il battito delle ali della farfalla ed il ciclone: il movimento delle ali della farfalla, di per sé impercettibile, non può evidentemente provocare un ciclone in modo diretto, ma può essere l innesco di una serie di modificazioni nell atmosfera, le quali, influenzandosi tra loro, possono condurre nell arco di un certo tempo ad esiti grandiosi e devastanti
6 Ne deriva una visione dello sviluppo come costruzione all interno di relazioni molteplici e in contesti differenziati, derivante da una concatenazione di cause; non esiste una sola causa, ma complessi rapporti tra cause.
7 Assumere un modello probabilistico multicausale significa: costruire ogni volta una modalità di intervento, non cercando di usarne una già precostituita tipica di situazioni simili; mettere in gioco le proprie capacità di analizzare i tanti elementi che si intrecciano; cercare il coinvolgimento delle persone che fanno parte del contesto più vicino ai bambini; essere convinti che l obiettivo che ci si pone è raggiungibile in quanto le esperienze fatte dall individuo sono sì molto rilevanti nel suo sviluppo, ma non al punto da impedirgli di rideterminare il suo futuro.
8 Lo spostamento di ottica Un ottica che va dall individuo al gruppo classe
9 Lo spostamento di ottica Il benessere del ragazzo/a è legato ad una molteplicità di fattori, individuali e relazionali; in particolare alla qualità delle relazioni a casa in classe a scuola al di fuori del contesto casa e dal contesto scuola
10 La qualità delle relazioni nel contesto classe È importante chiedersi quali azioni può fare l insegnante per favorire il crearsi di un senso di appartenenza e quindi di uno clima positivo in classe e che cosa al contrario NON lo favorisce (lo ostacola)
11 La qualità delle relazioni nel contesto classe Le azioni che favoriscono Le azioni che NON favoriscono
12 I motivi dello spostamento dell ottica dall individuo al gruppo classe Di fronte abbiamo una classe (K. Lewin direbbe la classe è qualcosa di diverso dalla somma degli individui che la compongono) Nel loro rapporto di interdipendenza i ragazzi possono ottenere, qualitativamente, di più (nel raggiungimento di obiettivi comuni tutti possono avere competenze che altri non hanno) La nostra società, anche se individualista, ci chiede di saper stare con gli altri, lavorare con gli altri, collaborare (colloqui di lavoro) Oltre che competere c è necessità di cooperare; bisogna sapere quando è utile competere (gara sportiva, gare, concorsi ), quando non è utile emergere come individuo ma al contario cooperare con gli altri (progetti, equipe,.) Sviluppare il sentimento di appartenenza educa i ragazzi al rispetto dell altro, delle sue potnzialità e dei suoi limiti
13 Gli strumenti dell insegnante L ascolto attivo L empatia per capire bene le caratteristiche dei propri allievi e gestire il gruppo classe sapendo dare ad ognuno un ruolo idoneo (flessibile) Il contratto di lavoro
14 Ascolto attivo Raccogliere informazioni da chi parla astenendosi dal giudicare e assumendo un atteggiamento empatico Dimostrare attenzione a chi parla in modo da incoraggiare la continuazione della comunicazione Intervenire con osservazioni limitate ma incoraggianti, portando un po più avanti l idea del nostro interlocutore Saper ascoltare è uno degli aspetti più difficili ma più gratificanti della comunicazione
15 Esercitazione Figlia: non so perché ma ultimamente non mi capisco più con Anna (l amica del cuore) Madre: lo credo, frequenti un sacco di altra gente che non ha niente a che fare con voi Figlia: non è quello, è come se parlassimo due lingue diverse Madre: lei non è cambiata, sei tu che non sei più quella di prima Figlia: ma che ne sai tu di ciò che accade tra di noi? Madre: io so che la gente che frequenti non mi piace Figlia: tu ribatti sempre su questo punto
16 L empatia Capacità di comprendere sentimenti e pensieri dell altro,mettendosi nei suoi panni Mettersi nei suoi panni non significa abbandonare i propri Capire, conoscere uscendo fuori dalla propria prospettiva, cercando di capire la prospettiva dell altro non significa assumerla
17 Il contratto di lavoro Le regole comportamentali e di lavoro (reciproche) > che succede se. 1. Comportamento individuale 2. Comportamento sociale in classe (relazioni con i compagni, rispetto degli altri,.) 3. Rispetto dei ruoli 4. Rispetto dell Istituzione
18 ... e il ragazzo con disturbi dell apprendimento? Inserire un ragazzo con DSA in un contesto come questo ha gli stessi vantaggi che ha per gli altri ragazzi, ma ci sono senz altro vantaggi ulteriori 1.Relativizza i limiti individuali 2.Valorizza le competenze di tutti (anche del ragazzo con DSA, che ne ha sicuramente) 3.Favorisce l aiuto dei compagni
19 K. Lewin Il concetto di tutto: il gruppo non come sommatoria di membri, ma come totalità. Il concetto di dinamica: il gruppo non tanto come realtà statica ma dinamica. Centro di forze, tensioni, conflitti che determinano trasformazioni e mutamenti. Il concetto di interdipendenza: in un gruppo non è importante la similarità ma la consapevolezza dell interdipendenza, cioè della reciproca dipendenza dei membri tra di loro; da qui il mutamento in una parte determina un mutamento, e quindi un riequilibrio, nel resto del gruppo (ad esempio l entrata e l uscita). Il concetto di equilibrio: ogni gruppo pur caratterizzato dalla sua dinamicità tende all equilibrio; esiste un continuo contrasto tra forze tendenti alla coesione e forze che spingono alla disgregazione.
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