BISOGNI RISORSE RESILIENZA. PROGETTO DI FORMAZIONE E SUPERVISIONE SUI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI- Carla Simoni

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1 BISOGNI RISORSE RESILIENZA PROGETTO DI FORMAZIONE E SUPERVISIONE SUI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI- Carla Simoni 1

2 LA STORIA DELLA SCIMMIA E DEL PESCE Un giorno una scimmia vide un pesce nuotare la scimmia non sapeva che il pesce vivesse nell acqua. Vedendo che il pesce non usciva dal lago, preoccupata che stesse per annegare, la scimmia, desiderando tanto aiutarlo, lo prese e lo tolse dall acqua»ti ho salvato!» disse la scimmia al pesce, ma questi dopo poco che era fuori 2 dall acqua morì.

3 I BISOGNI DELLA PERSONA Nel corso del secolo scorso la definizione del concetto di bisogno ha subito un evoluzione importante. Fino agli anni 40, si riconoscevano solamente i bisogni materiali dell essere umano. E solo a metà del secolo scorso che è stata riconosciuta la dimensione psicologica dei bisogni umani (amare e essere amato, capire, donare un senso, creare legami ) Le teorie dei bisogni considerano che la motivazione ad agire come suscitata dal desiderio di soddisfare competamente i bisogni. Le teorie più cnosciute sno quelle Maslow, Yves Saint- Arnaud,Herzberg. 3

4 I bisogni sono ciò che una persona deve possedere per crescere, svilupparsi, condurre una vita soddisfacente e avere una buona «salute». I bisogni sono universali, innati e propri della natura umana. In modo naturale, quotidianamente, i bisogni emergono spontaneamente e orientano l azione verso scopi precisi che si definiscono anche in rapporto con il contesto. Il raggiungimento di questi obiettivi permette la soddisfazione dei bisogni e ciò favorisce lo sviluppo della perosna in armonia con il contesto. 4

5 Esempio: Un bambino decide di prendere un gioco. Se prova un grande bisogno di sicurezza, darà molta importanza alle informazioni relative a Se prova un grande bisogno di esplorazione, darà molta importanza alle informazioni relative a 5

6 La persona ha bisogni materiali, sociali e psicologici. I bisogni psicologici o interni sembrano meno evidenti in relazione agli altri bisogni, ma è importante che coloro che vogliono aiutare gli altri li comprendano e ne riconoscano l importanza. L incapacità a identificare un bisogno, legittimarselo, o sopravvalutarne uno rispetto agli altri rischia di produrre, nel tempo, tristezza, scoraggiamento, depressione, senso di vuoto.

7 RICONOSCIMENTO DEL PROPRIO BISOGNO INDIVIDUARE LE DIFFERENTI MODALITA PER RISPONDERE AL BISOGNO/ CREARNE DELLE NUOVE SCEGLIERE LE MODALITA PIU ADEGUATE PER RISPONDERE AL PROPRIO BISOGNO IN RELAZIONE AL CONTESTO SVILUPPO DI RISORSE INTERNE 7

8 BAMBINI 3-6 ANNI BISOGNI COME LI COMUNICANO RISPOSTE RISORSE INTERNE SVILUPPATE Bisogno di accudimento Pianto, Parole. Cura fisica Vicinanza affettiva Ripetitività Attaccamento Fiducia in sè Appartenenza. Prevedibilità..

9 LAVORO DI GRUPPO 9

10 CIASCUNO DI NOI SVILUPPA, NELLA SUA RICERCA DI RISPOSTE AI SUOI BISOGNI DELLE RISORSE, ATTRAVERSO LE SUE RELAZIONI, LE SUE ATTIVITA E GLI ASPETTI PSICOLOGICI 10

11 IL MONDO DELLA PERSONA Le relazioni, le attività, gli aspetti psicologici rappresentano le dimensioni fondamentali del mondo della persona e possono essere rappresentati in tre verbi: IO HO (relzioni) IO FACCIO (attività, partecipazione sociale) IO SONO (aspetti psicologici) 11

12 IO HO I genitori Gli amici IO SVILUPPO appartenenza sostegno IO POSSO IO SVILUPPO Studiare iniziativa Lavorare senso di efficacia IO SONO IO SVILUPPO Valori La mia identità Credenze sentimenti Cultura 12

13 LA VULNERABILITA LA VULNERABILITA : indica la possibilità che una situazione, un evento traumatico o critico determinino risultati patologici, ma non è di per sé una garanzia di patologia. Vulnus, ferita. Fattori di rischio: rappresentano caratteristiche che aumentano lo stato di rischio Fattori protettivi: possono ridurre direttamente gli effetti del rischio, favorire le competenze e rafforzare l individuo nei confronti delle avversità, consolidando le sue capacità di coping e resilience.che prevengono, limitano e modulo la direzione degli 13 effetti della situazione o dell evento.

14 La vulnerabilità è una consizione determinata da tutte quelle situazioni della vita o eventi critici che provocano un disequilibrio tra le dimensioni del «Mondo della persona». IN SITUAZIONI DI VULNERABILITA ALCUNI FRA I BISOGNI FONDAMENTALI NON VENGONO SODDISFATTI E CI SONO DEI BISOGNI SPECIALI 14

15 ALCUNI FATTORI DI RISCHIO Disabilità patologie psichiche Violenze e maltrattamenti Prematurità Povertà Isolamento Basso livello socioculturale della famiglia Lutti Devianza familiare Disagio familiare Dipendenze familiari Psicopatologie familiari Life events acuti Conflittualità genitoriale Presenza di un solo genitore Migrazione Guerre e catastrofi naturali 15

16 IL MONDO DELLA PERSONA E LA RESILIENZA Le relazioni, le attività e gli aspetti psicologici ci permettono di sviluppare delle risorse. La capacità di utilizzare queste risorse diviene la RESILIENZA. 16

17 LA RESILIENZA NON è SOLAMENTE la capacità di gestirsi in una situazione difficile la capacità di resistere Ma un PROCESSO EVOLUTIVO che da alla persona la capacità di far fronte ad una situazione di difficoltà e uscirne trasformata con un nuovo percorso di vita. Teorici della resilienza: Emmy Werner; E.J. Antony; Michael Rutter;Normand Garmezy; Manciaux; Vanistendael; Cyrulnik; Grotberg; Malagutti. 17

18 CONCLUSIONE La resilienza non è solamente un tratto che si possiede o meno, ma un processo composto da comportamenti, pensieri, azioni, relazioni che possono essere appresi e sviluppati. Ruolo di chi svolge un lavoro psico-socioeducativo è sostenere nello sviluppo di resilienza e ciò è possibile solo partendo dalla conoscenza dei bisogni dei bambini. 18

19 LA TEORIA DELL ATTACCAMENTO «I legami sono per sempre». V. Cigoli 19

20 1. Legami d attaccamento positivi favoriscono la resilienza 2. I bambini che non hanno un legame di attaccamento positivo possono costruire legami di attaccamento sicuro con altri adulti di riferimento Riferimenti teorici:la teoria degli attaccamenti multipli (Shaffer, 1984; Van IJzendoorn, Sagi, Lambermon, 1992); studi sui possibili legami di attaccamento che si formano tra le educatrici del nido e i bambini loro affidati (Howes, Mattheson, Hamilton, 1994); studi sul legame tra la qualità di attccamento insegnante della scuola dell infanzia- bambino e la sua capacità di costruire relazioni con il gruppo pari (R. Pianta 1992; Linch e Cicchetti 1992) 20

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