REGIONE MARCHE. PIANTE OFFICINALI: Verso un approccio di filiera. 17 novembre2014

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1 REGIONE MARCHE PIANTE OFFICINALI: Verso un approccio di filiera 17 novembre2014 Servizio Ambiente e Agricoltura Dr. Angelo Zannotti

2 Qualche definizione PIANTA OFFICINALE Secondo la Legge N 99, 6 gennaio 1931, col termine piante officinali si intendono le piante medicinali, aromatiche e da profumo. Il termine officinale è una accezione esclusiva della lingua italiana. La pianta officinale deriva il suo nome dal latino "officina o opificina" con cui viene messo in luce l'aspetto della trasformazione e della lavorazione effettuato presso le officine farmaceutiche. Sinonimi: erba aromatica, erba aromatica infusionale, droga vegetale, herbal drug, botanicals, herb, herbal infusion (dried). Piante aromatiche Piante medicinali Piante da profumo Piante da liquore Piante da cosmesi Piante tintorie

3 Cosa viene coltivato in Italia Nel 1932 fu pubblicato l Elenco delle piante officinali spontanee (R.D. 772, 26/05/1932) soggette alle disposizioni della Legge 99 del 6 gennaio Questo elenco rappresentò il 1 tentativo di organizzare questa materia per ciò che riguarda l uso, la raccolta, la detenzione e la commercializzazione di queste piante. La revisione più recente è quella effettuata nel 1987 (P.Gastaldo, 1987, Compendio della Flora Officinale Italiana). Le specie coltivate oggi in Italia sono oltre 100. meno di 40 specie occupano il 90% della superficie totale coltivata

4 Principali colture officinali in Italia Specie officinale Zona di coltivazione 1. Assenzio gentile Piemonte, Sardegna 2. Assenzio romano Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia 3. Bardana Toscana, Abruzzo, Emilia, Veneto, ecc. 4. Bergamotto Calabria 5. Borragine Emilia, Lombardia, Toscana, ecc. 6. Calendula Emilia, Lombardia, Marche, Sicilia, 7. Camomilla comune Toscana, Puglia, Piemonte, Abruzzo, Campania ecc 8. Camomilla romana Piemonte 9. Carciofo Toscana e piccole superfici altre regioni 10. Cardo mariano Abruzzo, Sardegna, Marche e Sicilia 11. Coriandolo Piemonte, Sicilia e piccole superfici altre regioni 12. Dragoncello Piemonte e piccole superfici in altre regioni 13. Frassino da manna Sicilia (Palermo) 14. Galega Emilia, Marche e piccole superfici in altre regioni 15. Gelsomino Non rilevante

5 Principali colture officinali in Italia Specie officinale Zona di coltivazione 16. Genepì Piemonte 17. Giaggiolo Toscana e piccole superfici in altre regioni 18. Iperico Piemonte, Umbria, toscana, Lombardia, Marche, Abruzzo, Lazio ecc. 19. Issopo Piemonte, Emilia, Marche, ecc. 20. Lavanda e lavandino Piemonte, Liguria, Emilia, Marche, Abruzzo ecc 21. Lino Toscana 22. Liquirizia Calabria, Sud Italia 23. Malva Toscana, Piemonte, Marche, Veneto, ecc. 24. Manna Sicilia 25. Meliloto Marche 26. Melissa Piemonte, Toscana, Emilia, Lombardia, Marche ecc 27. Menta piperita Piemonte e piccole superfici in altre regioni 28. Origano Sicilia ecc 29. Passiflora incarnata Toscana, Marche, Abruzzo ecc 30. Psillio Umbria, Toscana, Emilia, Marche e Sicilia

6 Principali colture officinali in Italia Specie officinale Zona di coltivazione 31. Rosmarino Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia ecc 32. Salvia officinale Piemonte, Emilia, Lombardia, Toscana ecc 33. Salvia sclarea Piemonte, Abruzzo, Emilia, Marche 34. Santoreggia Piemonte, Veneto, Umbria e in altre regioni 35. Tarassaco officinale Toscana, Piemonte e in altre regioni 36. Tiglio Marche e Emilia 37. Timo Piemonte, Emilia e in moltissime altre regioni 38. Valeriana Lombardia e in altre regioni 39. Zafferano Sardegna, Abruzzo, Umbria

7 Superfici investite in colture (ettari ) Fig. 1 - Superficie investita nei paesi europei nel 2010 (ettari)* Paesi con superfici superiori a ha Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat

8 Evoluzione delle aziende per classi di SAU

9 Evoluzione delle aziende e delle superfici per Regione Censimento 2000 Censimento 2010 Var.% Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Piemonte , ,18 12,7 21,5 Valle d'aosta 5 1, ,73 540,0 520,2 Liguria , ,50-78,2-61,2 Lombardia , ,11 41,7-26,0 Trentino-Alto Adige 28 11, ,18 153,6 65,9 Veneto 79 82, ,13-5,1 39,3 Friuli Venezia Giulia 6 3, ,67 516, ,9 Emilia Romagna , ,30 186,0 680,5 Toscana , ,65 46,3 241,4 Umbria 42 65, ,56 61,9 144,8 Marche , ,01 410, ,5 Lazio , ,73-40,2 350,2 Abruzzo , ,74-57,9 84,6 Molise 24 34, ,64-62,5-3,3 Campania , ,80-63,2 209,4 Puglia , ,75 29,5 297,6 Basilicata 60 15, ,60-83,3 51,9 Calabria 99 43, ,11 60,6 183,4 Sicilia , ,79-69,6 26,2 Sardegna , ,90-50,3 203,2 Italia , ,08-28,9 217,3 Var.% Superficie

10 Imprese biologiche nel settore delle piante aromatiche Regione Totale di cui produttori esclusivi di cui produttoripreparatori/ importatori di cui preparatori e preparatori/ importatori Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino Alto Adige Umbria Val D'Aosta Veneto Totale complessivo Fonte: Elaborazioni ISMEA su dati Federbio/OdC

11 Punti di Forza del settore (Italia e Marche) 1) Trend positivo della domanda (interesse del consumatore per il prodotto naturale), per i prodotti certificati e biologici, per i brand riconosciuti (imprese a filiera integrata); 2) Aumento dei canali di vendita e possibilità di espansione delle vendite all'estero; 3) Diffusione delle conoscenze e della cultura delle piante officinali; 4) Domanda in aumento, soprattutto per il prodotto di qualità; 5) Colture che si adattano a terreni marginali; 6) Diminuzione degli aiuti PAC per colture tradizionali; 7) Risultati economici soddisfacenti possibilità della vendita diretta. 8) Buon know-how delle imprese italiane specializzate nel settore derivante da esperienza; 9) Vocazione naturale del territorio italiano; 10)Presenza di distretti produttivi (liquoristica, oli essenziali); 11)Condizioni pedoclimatiche favorevoli all'ottenimento di una larga gamma di produzioni coltivate in, pieno campo o in serra fredda, con buoni standard qualitativi; 12)Ricchezza varietale della flora mediterranea che dà origine a numerose produzioni cosiddette tipiche o prodotti di nicchia ben inserite anche nei mercati esteri;

12 Punti di Debolezza del settore (Italia e Marche) 1/2 1) Pressione concorrenziale dei Paesi esteri con una competizione basata sul prezzo; 2) Normative imposte a livello europeo limitanti per lo sviluppo del settore e l'innovazione; es. normativa sui Claims Reg. CE 1924/2006; 3) Carenze normative e inadeguatezze nei sistemi di classificazione (ad es. codici doganali) che comportano confusione e presenza sul mercato di prodotti sostitutivi spesso ricostruiti chimicamente; 4) Saturazione del mercato per alcuni prodotti (soprattutto per le aromatiche fresche, ma anche per prodotti tradizionali come la camomilla; 5) Mancanza di filiera e di centri di prima trasformazione; 6) Difficoltà di mercato Oligopsonio; 7) Mancanza di una meccanizzazione specifica; 8) Elevati costi di produzione, soprattutto per il fabbisogno di manodopera; 9) Concorrenza dei Paesi con basso costo della manodopera. 10) Carenza nella conoscenza degli aspetti tecnici, agronomici ed economici del settore; 11) Difficoltà di accesso al credito; 12) Necessità di politiche di marchio;

13 Punti di Debolezza del settore (Italia e Marche) 1/2 13) Scarsa organizzazione del settore; 14) Vincoli amministrativi, burocratici, difficoltà interpretative; 15) Insufficiente collegamento tra le imprese e la ricerca scientifica; 16) Difficoltà di approvvigionamento sul mercato nazionale, anche di pr. biologico (grossisti); 17) piccola dimensione produttiva e la scarsa continuità dell'offerta; 18) Offerta da sviluppare per alcune specie e per la produzione certificata biologica; 19) Scarse ricambio generazionale nelle imprese agricole che limita anche la spinta all'innovazione delle tecniche produttive; 20) Barriere all'entrata nel settore rappresentate da: elevato know-how richiesto, normative complesse, difficoltà a entrare nel mercato; 21) Mancanza di standard qualitativi cui collegare i prezzi e in generale, un fabbisogno di informazioni sui prezzi e sull'andamento del mercato. 22) Scarsa presenza di strutture organizzative del settore (cooperative, consorzi. ecc.); 23) Difficoltà a integrare la produzione a valle (complessità organizzativa, alti investimenti); 24) Necessità di potenziamento delle relazioni contrattuali con gli acquirenti al fine di stabilizzare l'offerta e consentire un'adeguata remunerazione dell'attività agricola.

14 Principali obiettivi e azioni del Piano di Filiera Obiettivo - realizzare un monitoraggio (annuale) sulla SAU per la coltivazione delle piante officinali e sui dati quali/quantitativi di produzione di piante officinali Azione istituire un Osservatorio economico e di mercato permanente di indagine affiancato dalle organizzazioni agricole interessate atto a realizzare e tenere aggiornati i dati - ISMEA Obiettivo - acquisire informazioni economiche, sociali e ambientali delle piante officinali nelle aree rurali per valorizzare le caratteristiche multifunzionali delle aziende produttrici Azione promuovere studi volti alla conoscenza delle caratteristiche di sostenibilità economica, sociale e ambientale delle piante officinali nonché realizzare un osservatorio economico del mercato delle piante officinali con il compito di effettuare altresì studi sui mercati italiani ed esteri

15 Principali obiettivi e azioni del Piano di Filiera Obiettivo favorire la realizzazione di un marchio di certificazione delle erbe officinali italiane che permetta di valorizzare e riconoscere il prodotto nazionale in ambiti internazionali Azione avviare la creazione di disciplinari per la definizione dei requisiti a marchio DOP, IGP e prodotti con requisiti di qualità Obiettivo facilitare l accesso delle imprese agricole ai finanziamenti previsti dal PSR per il sostegno allo sviluppo rurale. Azione le Regioni dovranno prevedere nei propri PSR specifici interventi a favore delle aziende agricole del settore Obiettivo facilitare gli imprenditori agricoli e i portatori d interesse del settore all accesso ai finanziamenti previsti dai bandi Horizon Azione le Regioni favoriscono la partecipazione ai bandi Horizon 2020 in sinergia con gli strumenti previsti dal Regolamento europeo

16 Principali obiettivi e azioni del Piano di Filiera Obiettivo incentivare la creazione e l attivazione di reti di imprese nel territorio per la produzione/trasformazione di piante officinali. Azione prevedere un sostegno economico, all interno del PSR, per l attivazione di progetti integrati di filiera (PIF) Obiettivo incentivare la produzione di piante officinali biologiche nel prossimo quadro di sostegno del PSR Azione prevedere a livello di singole regioni delle misure ad hoc o delle soglie di premi superiori o delle priorità alle imprese che intraprendono un percorso di riconversione verso la coltivazione di piante officinali biologiche Obiettivo incoraggiare la riconversione di aree demaniali, pubbliche, oggi abbandonate o semiabbandonate, alla coltivazione di piante officinali. Azione prevedere un affidamento agevolato, se non a titolo gratuito, di queste terre agli agricoltori interessati alla coltivazione di piante officinali.

17 Principali obiettivi e azioni del Piano di Filiera Obiettivo - superare le difficoltà del mercato (incontro domanda/offerta, mercato non trasparente) e la conseguente difficoltà nello stipulare contratti per il collocamento del prodotto prima di partire con la coltivazione Azione - avviare un borsino o listino pubblico e trasparente dei prezzi praticati ai coltivatori, supportato ufficialmente da organizzazioni specifiche e no-profit Obiettivo - facilitare la trasparenza del mercato e la comprensione dell andamento dei prezzi Azione - favorire la nascita di un organizzazione di tipo interprofessionale, (modello francese), per pianificare la produzione Obiettivo evitare di avere imposte diverse per le varie piante officinali, o per forme diverse della stessa pianta Azione - uniformare le aliquote IVA delle diverse specie di piante officinali (origano diverso da salvia, aglio e rosmarino, ecc.)

18 Principali obiettivi e azioni del Piano di Filiera Obiettivo contenimento dei costi di produzione, (forte apporto di forza lavoro e talora di energia per la climatizzazione delle serre Azione - favorire l entrata del settore nella PAC (in linea con i nuovi indirizzi comunitari stabiliti con la recente riforma della PAC) Obiettivo - maggiore diffusione delle norme di coltivazione GACP, che darebbero migliori garanzie sulla qualità della pianta coltivata. Azione Avvio di corsi di formazione appositi, rivolti soprattutto a persone che non siano in possesso di un titolo di studio pertinente Obiettivo avere a disposizione sementi certificate, e di cui fosse nota anche la varietà derivanti da piante coltivate mediante le norme GACP (analogamente a quanto avviene nel resto d Europa) Azione - coinvolgimento di Centri di ricerca nazionali del settore per giungere al completamento dell iter per la certificazione delle sementi GACP.

19 Principali obiettivi e azioni del Piano di Filiera Obiettivo - favorire, ove possibile, l impiego di macchine agricole. Azione agevolare la realizzazione di semplici macchine agricole o di attrezzature destinate a facilitare la raccolta Obiettivo avere la possibilità di attuare la difesa delle coltivazioni di piante officinali mediante idonei prodotti fitosanitari, già in uso in altri Paesi Europei Azione - applicare il mutuo riconoscimento dei prodotti fitosanitari specifici, su richiesta da parte dei vari organismi abilitati. Parallelamente andrà anche stimolato lo sviluppo e l applicazione di tecniche di coltivazione e difesa sanitaria biologica Obiettivo - migliorare le conoscenze statistiche ed economiche sulla natura delle importazioni e delle esportazioni di piante officinali e derivati. Azione - promuovere una revisione dei codici doganali allo scopo di renderli più chiari ed omogenei in collaborazione con l Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

20 Principali obiettivi e azioni proposti nel Piano di Filiera Obiettivo - creare e/o aggregare professionalità per realizzare servizi ai privati soprattutto agli imprenditori; Azione - costituire dei Poli di Eccellenza sul territorio in grado di offrire ai produttori servizi e supporti qualificati e concordati in termini di ricerca, d innovazione, nonché sotto l aspetto logistico Obiettivo - migliorare la competitività del settore attraverso l adozione e lo sviluppo di un processo innovativo per l analisi e la sorveglianza nutrizionale. Azione - Sviluppare e/o utilizzare metodi analitici innovativi per la valutazione della qualità e sicurezza del prodotto; stabilire i punti e i limiti critici che debbono essere osservati per assicurare che ogni punto critico della filiera, per minimizzare la probabilità di riduzione dei valori qualificanti dei parametri di qualità.

21 Dove concentrare l attenzione: Sviluppare una ricerca che risponda alle finalità EIP (European Innovation Partnership) Sviluppare una ricerca che possa avere immediate ricadute applicative (dal laboratorio al mercato) Valorizzazione dei punti di forza esistenti: Centro per l estrazione di olii essensiali e l essicamento (APPO) Laboratorio ASSAM Jesi Favorire scambi colturari con altre regioni produttive e nell ambito della stessa zona produttiva

22 REGIONE MARCHE Grazie ed arrivederci! 14 aprile 2014 Dr. Angelo Zannotti Servizio Ambiente e Agricoltura angelo.zannotti@regione.marche.it tel

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