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1 Università Ca' Foscari -Venezia IX CICLO SSIS A.A INDIRIZZO TECNOLOGICO ABILITAZIONE A071- TECNOLOGIA E DISEGNO TECNICO LE TOLLERANZE DIMENSIONALI Relatore Prof. Francesco IACCARINO Specializzando CIOTOLA ing. Ciro SVT Prof. Giovanni PANOZZO

2 INDICE INTRODUZIONE - RIFLESSIONI CRITICHE SULL ATTIVITÀ DI TIROCINIO L ATTIVITÀ DI TIROCINIO TIROCINIO INDIRETTO CON I SUPERVISORI I ANNO TIROCINIO INDIRETTO OSSERVATIVO I ANNO TIROCINIO DIRETTO II ANNO INTRODUZIONE E CONTESTO SCOLASTICO FINALITA ARTICOLAZIONE TEMPORALE PREREQUISITI CONTENUTI OBIETTIVI DIDATTICI METODOLOGIE SUSSIDI E STRUMENTI DIDATTICI VERIFICHE CRITERI DI VALUTAZIONE INTERVENTI DI RECUPERO...15 SVILUPPO DEI CONTENUTI DELL UNITA DIDATTICA INTRODUZIONE AL CONCETTO DI TOLLERANZA L importanza delle tolleranze Cenni storici sullo studio delle tolleranze DEFINIZIONI SISTEMI DI TOLLERANZA ISO Tolleranza ISO Posizione degli scostamenti fondamentali Gradi di Tolleranze normalizzati IT I gruppi di dimensioni nominali Valori normalizzati ACCOPPIAMENTI CON TOLLERANZE ISO Definizioni ISO Accoppiamento con giuoco Accoppiamento con interferenza Accoppiamento incerto Criteri di scelta degli accoppiamenti Sistema foro base e albero base Accoppiamenti raccomandati Procedura di scelta: indicazioni INDICAZIONI DELLE TOLLERANZE SUI DISEGNI Indicazioni generali Indicazioni dei simboli ISO Indicazioni degli scostamenti limite Simboli ISO più scostamenti limite Dimensioni limite Tolleranze negli accoppiamenti ESEMPI TESTI DELLE VERIFICHE SOMMATIVE GRIGLIA DI VALUTAZIONE CONCLUSIONI...51 BIBLIOGRAFIA...52

3 INTRODUZIONE - Riflessioni critiche sull attività di tirocinio 1. L ATTIVITÀ DI TIROCINIO Durante il biennio della Scuola di Specializzazione per la Formazione degli Insegnanti di Scuola Secondaria si è svolta un attività di tirocinio per un totale di 300 ore e che ha costituito: Un periodo di formazione; Un momento di alternanza lavoro; Un avvio alla responsabilità professionale. I principali obiettivi perseguiti lungo questo percorso sono stati: Acquisizione della consapevolezza del ruolo e della funzione docente nell ambito dell autonomia scolastica e della libertà di insegnamento; Capacità di lettura e interazione professionale del e con il territorio; Capacità di lettura e di interpretazione critica, ai fini progettuali, della documentazione in entrata (leggi, decreti, circolari, ); Capacità di strutturare e documentare le esperienze e le conoscenze su supporto informatico; Acquisizione di padronanze nel relazionarsi, comunicare e mediare; Capacità di progettare interventi formativi. Durante il primo anno di specializzazione si è svolta un'attività di tirocinio della durata complessiva di 90 ore articolate nel seguente modo: 30 ore di Tirocinio Indiretto con i Supervisori, consistente nella preparazione dei tirocinanti alla realtà scolastica attuale e nella sensibilizzazione all'attività di tirocinio; 60 ore di Tirocinio Indiretto Osservativo, orientate alla ricerca, all'analisi e alla produzione di strumenti di osservazione e di interpretazione dell'azione didattica. Durante il secondo anno di specializzazione si è svolta un attività di Tirocinio Diretto della durata complessiva di 210 ore finalizzate all analisi, allo studio e all esercizio delle pratiche professionali dentro e fuori della classe. 2. TIROCINIO INDIRETTO CON I SUPERVISORI I ANNO Per svolgere il Tirocinio Indiretto con i SVT (E. Tarzariol, E. Zogli), sono stati organizzati sei

4 incontri, organizzati con le seguenti modalità: Presentazione dell'attività; Relazione curata da uno o più SVT; Lavoro di gruppo degli specializzandi con la supervisione di un SVT; Esposizione in sintesi dei risultati dei lavori dei singoli gruppi. Nei vari incontri si sono trattati i seguenti argomenti: Durante il primo incontro (15/11/2007) con i supervisori di tirocinio sono state illustrate le fasi di questo primo anno di tirocinio. In particolare è stato illustrato il calendario degli incontri con i SVT e le attività di tirocinio indiretto osservativo da svolgere presso le scuole. E stato spiegato anche la certificazione delle ore, la frequenza e l utilizzo del libretto rosa. Inoltre è stato illustrato l utilizzo della piattaforma BSCW per le attività on line (pubblicazione attività individuali o di gruppo, forum, disponibilità materiale fornito dai SVT). Nel secondo incontro (14/12/2007) sono stati trattati due argomenti importanti, la verifica e la valutazione. Di tali argomenti si è messo in luce la loro funzione e correlazione, presentandoli quindi come momenti inseparabili di un unico processo di analisi che porta al giudizio di sintesi di promozione o non promozione. La verifica quindi associata al concetto di misurazione mentre la valutazione come un giudizio sulla prestazione dell'allievo. Nel terzo incontro (08/02/2008) sono stati trattati gli argomenti inerenti l'autonomia scolastica, le normative in merito all'attività di docente con i relativi diritti e doveri e la funzione docente. A tal riguardo si è fatto riferimento all'art. 26 comma 1, all art. 27 comma 1, e all art. 29 comma 1 del CCNL comparto scuola Per quanto concerne la libertà di insegnamento, si è fatto riferimento al D.lgs 297/94 all'art. 1, che dice che ai docenti è garantita la libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. Nel quarto incontro (07/03/2008) i supervisori di tirocinio hanno illustrato approfonditamente le direttive inerenti le nuove regole dell esame di stato a partire dal 2009, confrontandole con quelle attualmente in vigore. In particolare si è sottolineato il concetto di superamento dei debiti scolastici per i maturandi, nonché la differente ripartizione tra i punteggi attribuibili alle prove di esame e di quelli derivanti dal credito scolastico. Nel quinto incontro (11/04/2008) è stato spiegato il convegno di matematica computazionale

5 che si sarebbe svolto al lido di Venezia dal 30 maggio al 5 giugno. In particolare oltre al tema dello stesso, si sono discussi gli aspetti organizzativi di un convegno, dalla scelta del luogo alla sua pubblicizzazione. 3. TIROCINIO INDIRETTO OSSERVATIVO I ANNO Questo primo ingresso nella scuola (senza il contatto diretto con gli allievi), aveva i seguenti obiettivi: 1. un'attività di ricerca presso gli istituti scolastici, per individuare documenti, circolari, normative scolastiche, progetti scolastici (didattici e/o organizzativi), regolamenti di Istituto, regolamenti di laboratori, strumenti per la didattica,...; tutto questo è stato effettuato in modo personale ed autonomo, con l'aiuto del personale della scuola (collaboratori del dirigente, docenti referenti di progetto, responsabili di disciplina,..), nominato di volta in volta dal dirigente scolastico; 2. un'attività di analisi, studio, valutazione ed elaborazione di quanto raccolto nella precedente attività di ricerca, che si è concretizzata nella partecipazione alla classe virtuale e nella produzione/pubblicazione di schede o relazioni di ricerca. Durante questo tirocinio osservativo si sono svolte le seguenti quattro attività : prima attività (dicembre/gennaio 8 ore) : durante questa attività il sottoscritto, si è recato presso l ITIS A. Malignani di Udine, dove è impartita la disciplina Aerotecnica e Costruzioni Aeronautiche (Classe di concorso A001), per ricevere dai docenti della disciplina, delle opinioni a riguardo della formulazione dei Test d ingresso. Dal prof. Taliercio Vincenzo mi sono stati spiegati i criteri impiegati per la realizzazione e per la correzione degli stessi. In particolare, tali colloqui hanno poi consentito ai docenti interessati, di riflettere sulla collocazione temporale di alcune Unità Didattiche svolte nel programma di terza della stessa materia, i cui apprendimenti sono propedeutici per le Unità Didattiche affrontate nel I quadrimestre della classe quarta. Tale attività è stata pubblicata sulla piattaforma on-line del tirocinio. seconda attività (3-10 marzo 6 ore): durante questa attività, il sottoscritto ha svolto alcune interviste rivolte ai docenti della disciplina Aerotecnica e Costruzioni Aeronautiche (Classe di concorso A001), in servizio presso l ITIS A. Malignani di Udine. L'intervista aveva come oggetto la programmazione annuale ed il programma ministeriale inerente alla disciplina in oggetto. Durante lo svolgimento di dette

6 interviste, che sono state svolte sotto forma di colloqui individuali, si è utilizzato una griglia di domande precedentemente realizzata. Successivamente a tali interviste il sottoscritto ha svolto un lavoro di comparazione delle risposte date dai diversi docenti ottenendo utili informazioni sulle strategie utilizzate nella programmazione annuale della materia. Anche tale attività è stata pubblicata sulla piattaforma on-line del tirocinio. terza attività (11-12 aprile - 6 ore): durante questa attività il sottoscritto ha svolto alcune interviste rivolte ai docenti della disciplina Aerotecnica e Costruzioni Aeronautiche (Classe di concorso A001), in servizio presso l ITIS A. Malignani di Udine. L'intervista aveva come oggetto la seconda prova di esame della materia aerotecnica ed impianti di bordo. A tal riguardo il prof. Quitadamo, responsabile della sezione aeronautica dell istituto Tecnico Malignani di Udine, mi ha fornito una traccia ministeriale, illustrandomi alcuni aspetti didattici da tener presente nello svolgimento e nella correzione della prova. Successivamente a tali interviste il sottoscritto ha risolto la traccia ministeriale fornita dal prof. Nicola Quitadamo. Il lavoro è stato successivamente pubblicato sulla piattaforma on-line del tirocinio. quarta attività: in questa attività lo scrivente, in collaborazione con il collega Iogna Prat, ha prodotto una presentazione multimediale di una unità di apprendimento della disciplina Aerotecnica ed impianti di bordo. In particolare l u.a. scelta è stata il Decollo, che viene somministrata agli allievi del quinto anno, nella metà del secondo quadrimestre. Inoltre è stato anche prodotto un elaborato inerente ad un confronto tra due identici progetti inseriti nel POF di due differenti istituti. In particolare i progetti analizzati hanno riguardato le attività di Stage svolte durante l anno scolastico presso aziende del territorio, in riferimento all alternanza scuola-lavoro. La ricerca è stata effettuata presso due scuole superiori della provincia di Udine. Il tutto, unitamente alla relazione finale del tirocinio del I anno, è stato pubblicato sulla piattaforma on line del tirocinio. 4. TIROCINIO DIRETTO II ANNO Durante il periodo del Tirocinio diretto si sono svolte le seguenti attività: Presso le scuole convenzionate si sono svolte attività connesse alla professione docente, al fianco del docente accogliente: osservazione in classe, cooperazione in gruppi di lavoro in classe, svolgimento delle lezioni, correzione elaborati,

7 partecipazione ai CdCl, analisi e discussione con il docente accogliente del progetto formativo, ; Con i supervisori di tirocinio abbiamo svolto diversi incontri finalizzati alla: costruzione di percorsi formativi a partire dalle esperienze concrete, simulazione di attività d aula, comparazione e riflessione di esperienze, elaborazione di materiali per la mediazione insegnamento/apprendimento, Grazie alla sinergia tra i diversi attori del progetto di tirocinio svolto, e cioè tra tirocinante, docente accogliente e supervisore, ho potuto raggiungere in modo più o meno soddisfacente le seguenti competenze: conoscere, assumere e controllare comportamenti di insegnamento tramite procedimenti e strumenti condivisi; utilizzare il feed back per il cambiamento di atteggiamenti; lavorare con gli altri (nel gruppo di lavoro, nelle riunioni istituzionali, nella guida dei gruppi); assumere responsabilità formative; essere in grado di fare ricerca didattica (particolari percorsi, moduli, unità, ecc.) nell'ambito della propria disciplina. Ed è proprio grazie ai due docenti accoglienti assegnati (Prof. Quitadamo per l abilitazione A001 e il Prof. Colmari per l abilitazione A071), e all eccellente lavoro di coordinamento svolto dal supervisore (Prof. G. Panozzo), ho potuto vivere una esperienza di osservazioneriflessione e di progetto-azione attraverso cui acquisire tutte le competenze prefissate e necessarie per la professione didattica-educativa di docente nella scuola superiore. Soprattutto con tale esperienza diretta ho potuto crescere e maturare professionalmente proprio grazie al rapporto instaurato con l istituzione scuola e con gli studenti nel momento formativo dell insegnamento. Quindi il tirocinio diretto, realizzato attraverso un attenta e critica osservazione, ha consentito di raccogliere e interpretare i dati e di individuare i nodi problematici. Data la disponibilità dei docenti accoglienti e grazie alla preparazione fornita dai corsi SSIS, durante tutto il percorso di tirocinio diretto non si sono presentate particolari difficoltà. Il punto di forza dell esperienza è stato l inserimento graduale nel contesto-scuola che il tirocinio diretto permette di fare; infatti grazie al tutor e al coordinamento del supervisore si riesce a vivere una vera e propria esperienza della pratica professionale di docente, utile per tutti quelli che vogliono intraprendere la via della docenza. Infatti, pur essendo da nove anni docente nella scuola statale superiore, ho potuto sperimentare una nuova realtà che mi ha

8 portato a riflettere, a pensare, e quindi a mettere in discussione critica il mio modo di fare scuola. L unico punto di debolezza è stato concentrare il tirocinio diretto di entrambe le abilitazioni in un unico anno, o meglio in 6 mesi; sarebbe stato meglio distribuire tale periodo lungo tutti i due anni di specializzazione. PROGETTAZIONE DI UNA UNITA DIDATTICA 1. INTRODUZIONE E CONTESTO SCOLASTICO La presente unità didattica sulle tolleranze dimensionali viene progettata per essere somministrata agli alunni di una classe seconda del Liceo Scientifico Tecnologico dell'istituto Tecnico Industriale A. Malignani di Udine. La disciplina interessata è Tecnologia e Disegno. Tale disciplina prevede, in tale classe, 6 ore settimanali di insegnamento, di cui 3 da effettuarsi in compresenza con un insegnante tecnico-pratico (I.T.P.). Il programma ministeriale prevede per questo insegnamento due criteri generali, che possono orientare l'azione didattica del docente: I. L'insegnamento integrato di Tecnologia e Disegno richiede innanzitutto che si scelgano, a partire dai contenuti del programma, itinerari didattici il più possibile comprensivi di tre momenti essenziali: la progettazione, la realizzazione e la verifica. Ciascuno di questi tre momenti è cronologicamente separato dagli altri e comporta metodologie e competenze diverse, ma unico è, nella realtà, il processo nel quale si inseriscono e comuni sono alcune caratteristiche operative e procedurali (la chiarezza, la precisione, la coerenza, l'organizzazione, la regolazione, la misura, ecc.). II. Un insegnamento integrato comporta in secondo luogo un'attenzione costante alla complementarità delle due discipline. Ciò può significare, ad esempio, che lo svolgimento di argomenti di Tecnologia, sia nel momento teorico che in quello di laboratorio, si deve accompagnare all'esecuzione e alla lettura di disegni tecnici e che lo studio del Disegno, sia nel momento produttivo che in quello interpretativo, deve servire anche per identificare meglio le condizioni di funzionamento dei meccanismi e le relazioni di interdipendenza fra le esigenze di forma, di montaggio, di scelta dei materiali e del tipo di lavorazione.

9 L unità didattica si colloca all interno del contesto curricolare della disciplina come parte del modulo: Modulo Il disegno tecnico finalizzato alla progettazione - unità didattiche: Rappresentazione degli oggetti mediante sezione, Sistemi e convenzioni per le quotature Rugosità superficiale Le tolleranze dimensionali Zigrinature Disegno tecnico a mano libera e rilievo dal vero. Si fa riferimento quindi ad una progettazione per obiettivi che riconduce ad un modello lineare-tecnologico. Gli approcci seguiti dal docente sono sia di tipo teorico, con lezioni frontali e sia di tipo pratico, grazie alle esperienze di laboratorio supportate dall insegnante tecnico-pratico. Il contesto territoriale in cui è inserito l Istituto Tecnico Industriale A. Malignani è quello della Provincia di Udine, caratterizzata da un importante tessuto industriale, costituito per lo più da piccole imprese, che offre notevoli possibilità occupazionali alla popolazione locale. Detto territorio, storicamente caratterizzato da un economia prevalentemente agricola, negli ultimi decenni ha subito una notevole evoluzione, diventando sede di un polo industriale tra i più dinamici del Nord Est. In esso vi sono insediate aziende legate prevalentemente all industria meccanica, alla lavorazione del legno ed al comparto del mobile. A sostegno del tessuto produttivo, la rete ferroviaria e quella autostradale, Venezia Trieste ed Udine Villach (Austria), svolgono un ruolo di primaria importanza. Una spinta al rinvigorimento della vivacità industriale della zona è sicuramente sopraggiunta in seguito al processo di allargamento delle frontiere dell Unione Europea, che ha favorito il recente ulteriore sviluppo degli scambi commerciali con i Paesi dell Europa dell Est, in primis Slovenia, Ungheria e Romania. Il suddetto corridoio autostradale costituisce per tali Paesi la via di accesso al mercato italiano più battuta. Ciò ha comportato un progressivo incremento del trasporto su gomma, da e per i Paesi dell Est Europa, che ha finito per aumentare esponenzialmente il flusso di traffico stradale sul tratto di competenza delle Autovie Venete della A4. Si sta recentemente discutendo sulla possibilità di realizzare una terza corsia per ogni senso di marcia, con le associazioni degli autotrasportatori schierate in prima linea nella perorazione di tale proposta. E ragionevole aspettarsi che il potenziamento della rete autostradale, in osservanza dei vincoli ambientali, possa sicuramente portare a nuove opportunità di sviluppo dell economia locale, richiamando flussi di denaro che darebbero ulteriore vitalità all intero

10 territorio. In ambito culturale, costituiscono validi ed autorevoli punti di riferimento l Università degli Studi di Udine e la vicina Università di Trieste, ma anche gli Atenei di Padova e Venezia, ben collegati dalla strada ferrata. Si ripropongono di ampliare il ventaglio di opportunità in materia occupazionale i vari enti regionali di formazione al lavoro come l ENAIP e lo IAL, ben distribuiti sul territorio regionale. Lo sviluppo economico, oltre ad offrire ottime prospettive occupazionali agli studenti laureati, spinge le imprese del territorio alla ricerca di figure professionali intermedie, da reperire nella scuola secondaria di secondo grado. A tal riguardo l ITIS Arturo Malignani, risulta tra i più accreditati a livello regionale ad assolvere a tale funzione, operando a stretto contatto con la Confindustria, nella quale primeggiano aziende del territorio che competono a livello internazionale come la DANIELI S.p.a., le FERRIERE NORD S.p.a., la FANTONI, la SNAIDERO, e tutte quelle del settore del legno. L ITIS Arturo Malignani ha da tempo instaurato un solido legame con la DANIELI S.p.a., con stretti rapporti di scambio d informazioni per il potenziamento della formazione teorica, grazie alla fornitura da parte dell azienda di specifiche tecniche, materiale didattico di supporto ai testi di studio e di attività di avvio al lavoro degli studenti di area meccanica, tramite degli stage aziendali. L Istituto collabora costantemente con il mondo della produzione e la visione tecnoumanistica che caratterizza la preparazione dei suoi studenti consente di formare una figura professionale dalle caratteristiche rinnovate: flessibile ai cambiamenti di ruolo e di responsabilità, con capacità progettuali di pianificazione, realizzazione e documentazione, con conoscenze e competenze nel campo dell informatica e dell automazione industriale, senza trascurare però l importanza delle relazioni umane e della comunicazione. Il corso quinquennale di Liceo Scientifico Tecnologico, attivato negli ultimi anni, propone un modello di istruzione liceale scientifica rinnovato attraverso una maggiore integrazione delle componenti umanistica e scientifico-tecnologica e il superamento della divisione tra culture, potenziando l applicazione trasversale di conoscenze e metodi. 2. FINALITA Contribuire al processo di formazione globale dell allievo; Provocare nuovi stimoli e interessi negli studenti; Rendere lo studente protagonista attivo del suo apprendimento, abituandolo all uso delle

11 sue conoscenze ovvero a tradurre il sapere nel saper fare. In particolare l insegnamento della disciplina si propone come finalità, nel settore del disegno e della tecnologia: Far acquisire la capacità di comprendere le immagini proposte attraverso il perfezionamento della percezione visiva, e di rappresentare oggetti, processi, fatti, sistemi e fenomeni con il linguaggio grafico; Attivare processi di lettura e consultazione autonomi che gradualmente conducono verso una conoscenza più approfondita; Far comprendere il valore concettuale dell attività grafica mettendo in evidenza che ogni processo di fabbricazione è innescato da un disegno e che quindi il disegno è progetto. Rendere esplicito il rapporto tra il disegno come metodo di rappresentazione di idee e i processi tecnologici che le realizzano. 3. ARTICOLAZIONE TEMPORALE Il curricolo scolastico prevede per le classi seconde 6 ore di lezione settimanali di cui 3 in compresenza. Il tempo previsto per lo svolgimento dell unità didattica è di 9 ore totali così suddivise: - 4 ore di lezione frontale d aula per la presentazione dei contenuti e la loro applicazione; - 2 ore di Laboratorio per le esercitazioni in Autocad; - 2 ore per lo svolgimento delle verifiche; - 1 ore per la consegna, correzione collettiva e discussione dei risultati delle verifiche in classe e per eventuale attività di recupero. Il periodo previsto per lo svolgimento della presente unità didattica è tra febbraio e marzo. 4. PREREQUISITI Conoscenza dei segni grafici convenzionali; Conoscenza degli spessori e dei tipi di linea; Conoscenza delle rappresentazioni in scala e dei sistemi di rappresentazione; Conoscenza della quotatura di singoli elementi o di insiemi di elementi; Conoscenza del concetto di errore; Conoscenza dei materiali e dei vari tipi di lavorazione;

12 Capacità di determinare la precisione di una lavorazione; Capacità manuale di usare i principali strumenti di misura meccanici; Capacità di interpretare la misura e di convertirla in una unità di misura adeguata. 5. CONTENUTI Introduzione al concetto di tolleranza Definizioni principali Tolleranze degli alberi e dei fori Accoppiamenti Rappresentazione delle tolleranze nei disegni 6. OBIETTIVI DIDATTICI Conoscenze - Concetto di intercambiabilità; - Tolleranze: Le principali definizioni, le tolleranze degli alberi e dei fori; posizione e ampiezza del campo di tolleranza; - Accoppiamenti: I vari tipi di accoppiamento (gioco, interferenza, incerto), sistemi albero base e foro base, le tolleranze e gli accoppiamenti raccomandati, le procedure di scelta; - Normativa UNI ISO relativa all argomento. Capacità - Rappresentazioni delle tolleranze nei disegni; - Saper utilizzare un linguaggio specifico; - Calcolo delle tolleranze degli alberi e dei fori; - Utilizzo delle tabelle UNI ISO per la risoluzione di esercizi. Competenze (del modulo) - Applicazione pratica delle procedure di scelta degli accoppiamenti; - Utilizzazione delle conoscenze acquisite per risolvere situazioni problematiche in

13 maniera autonoma e funzionale; - Utilizzazione dei vari contenuti appresi in modo personalizzato; - Uso delle terminologie specifiche in modo adeguato e consapevole; - Utilizzazione dei contenuti delle materie affini in ambito interdisciplinare; - Applicazione delle conoscenze acquisite in base alla situazione. 7. METODOLOGIE Per le lezioni teoriche e quella di laboratorio si utilizza il metodo espositivo partecipativo, dove gli studenti vivono alternativamente periodi di ascolto e periodi di intervento; durante quest ultimi i ragazzi possono sia porre domande, che intervenire sugli argomenti trattati. Alla fine si procede con dei feedback per verificare se gli argomenti sono stati compresi correttamente. Utile è anche la metodologia didattica del problem solving che consiste nell iniziare a lavorare su un argomento attraverso la discussione di un problema, che obbliga l allievo a mettere in moto una serie di ragionamenti e di ricerche che lo porteranno, da solo, al raggiungimento della soluzione (non necessariamente unica). 8. SUSSIDI E STRUMENTI DIDATTICI Gli spazi utilizzati sono: Aula della classe; Laboratorio Tecnologico. Gli strumenti da utilizzare sono: 1. COLLETTIVI: Lavagna tradizionale, computer con videoproiettore, apparecchiature e strumentazione disponibile in laboratorio; 2. INDIVIDUALI: Libro di testo ( Dal progetto al prodotto - L. Caligarised. Paravia), dispense e appunti. 9. VERIFICHE Le verifiche comprendono prove scritte e discussioni-dibattiti. Le verifiche scritte sono del

14 tipo strutturato con domande aperte (quesiti) e con item a risposta chiusa per i contenuti di natura teorica. Per i contenuti di natura pratica le verifiche riguardano esercizi da svolgere con e senza l ausilio del libro di testo e che prevedono l utilizzo delle tabelle UNI ISO sulle tolleranze. Verifica formativa Come verifica formativa si prevedono interrogazioni ad ogni lezione. La valutazione finale terrà conto anche dell impegno, dell interesse verso i contenuti trattati, della partecipazione durante le lezioni, del livello di qualità del metodo di studio e degli interventi durante le attività didattiche. Verifica finale Gli studenti dovranno affrontare la prova soltanto al termine dell unità di didattica del modulo. E prevista un unica prova per valutare conoscenze e capacità acquisite relative all unità didattica trattata della durata di 2 ore. Il docente valuterà dall elaborato le conoscenze, le capacità e gli obiettivi raggiunti. Tale elaborato consisterà in una serie di domande vero/falso, e a risposta aperta. La verifica sarà costruita sulla base delle domande riportate nel capitolo relativo alle verifiche sommative, dal quale ne saranno scelte un congruo numero. 10. CRITERI DI VALUTAZIONE Tramite una Griglia di Valutazione presente nel testo della verifica, si è assegnato ad ogni domanda un punteggio in decimi in funzione della difficoltà e dell importanza dell argomento trattato. Alle domande vero/falso verrà assegnato il punteggio dato se la risposta segnata è quella corretta o un punteggio pari a zero se la risposta non è stata data o data in modo sbagliato. Alle domande a risposta aperta verrà assegnato il punteggio in base ai seguenti indicatori: Griglia Attribuzione Punteggio per domande aperte Indicatore Peso in riferimento al punteggio massimo assegnabile 1. Correttezza concettuale 50 %

15 2. Conoscenza/Attinenza argomentativa 30 % 3. Terminologia tecnica 20 % 11. INTERVENTI DI RECUPERO Se necessario, dopo la consegna della verifica finale, verrà impiegata un'ulteriore lezione di recupero riguardante gli argomenti soggetti a più frequenti errori. Si tratta di spiegazioni rivolte all'intera classe e/o al singolo allievo, dirette a correggere eventuali lacune nell'apprendimento degli obiettivi didattici; per gli allievi che sono risultati sufficienti tale lezione avrà scopo di consolidamento. Inoltre si prevede un eventuale corso pomeridiano extra curricolare per gli studenti ancora in difficoltà anche a valle del recupero indicato.

16 SVILUPPO DEI CONTENUTI DELL UNITA DIDATTICA 1 - INTRODUZIONE AL CONCETTO DI TOLLERANZA 1.1. L importanza delle tolleranze La tolleranza è il massimo scarto dimensionale (errore) ammesso nella lavorazione di un pezzo, risultando come differenza tra la dimensione massima e minima ammissibile, affinché siano soddisfatte le condizioni di accoppiamento fra le parti. Infatti, a causa degli inevitabili errori che intervengono nelle lavorazioni, le dimensioni reali non sono mai perfettamente coincidenti con le dimensione nominale, cioè con quelle espresse dalla semplice quota, che indica solo in termini teorici l ingombro dei manufatti e che rappresenta quindi solo un valore di riferimento. Il pezzo o elemento disegnato deve prevedere quindi una certa variabilità nelle dimensioni e nella forma che tenga conto dell imprecisione, sia dimensionale che geometrica, derivante da ogni procedimento di fabbricazione e che tuttavia ne permetta l accoppiamento. Una dimensione nominale scritta sul disegno approssima tanto più la dimensione reale quanto maggiormente spinta è la precisione di lavoro e quella degli strumenti di misura usati per il controllo. La differenza tra una dimensione nominale e una dimensione effettiva si dice scostamento; il disegno di ogni pezzo che fa parte di un insieme va quindi corredato sia delle dimensioni nominali sia dell ammontare degli errori ammissibili affinché il pezzo stesso conservi inalterate le sue caratteristiche funzionali. La produzione va quindi mantenuta ogni volta entro due opportune dimensioni limite la cui differenza in valore assoluto si dice tolleranza dimensionale. L introduzione del concetto di tolleranza nelle lavorazioni meccaniche ha avuto due essenziali ricadute positive: permettere l intercambiabilità dei pezzi aventi la stessa tolleranza, che quindi possono essere costruiti in serie; considerevole riduzione del costo della produzione in serie mediante l uso di calibri passa-non passa. E stata quindi abolita la lunga e costosa operazione di aggiustaggio prima necessaria per conferire ai pezzi le dimensioni richieste.

17 Figura 1: Calibro passa- non passa Nelle lavorazioni di pezzi meccanici non è sempre sufficiente rispettare solo le tolleranze dimensionali ma vanno anche rispettate anche le tolleranze geometriche (riferite alle superfici dell'oggetto) Cenni storici sullo studio delle tolleranze Lo studio delle tolleranze, dovuto alle esigenze relative agli accoppiamenti, si è imposto presso i diversi Enti Nazionali di Unificazione intorno al Successivamente l ISA (Federazione Internazionale degli Enti Nazionali di Unificazione) ha elaborato i diversi criteri normativi ed ha stabilito un sistema di tolleranze e di accoppiamenti che è rimasto in vigore fino al Il sistema ISA, aggiornato e completato dall ISO (International Standard Organization) ha introdotto il titolo di Sistemi ISO di tolleranze e accoppiamenti da cui ha preso avvio la stesura di una serie di tabelle UNI e successivamente UNI ISO e UNI EN che partendo dalla codificazione di termini e definizioni nel settore, tratta oggi separatamente i campi di tolleranza dei pezzi aventi dimensioni nominali da 1 a 500 mm e da oltre 500 mm fino a 3150 mm. 2 - DEFINIZIONI Tra i vari metodi di unione di due elementi meccanici il più diffuso è quello albero foro, nello studio delle tolleranze le parole albero e foro assumono questo significato: l albero è la parte che costituisce il pieno - lettere minuscole (d, d max, d min )

18 il foro è la parte che indica il vuoto - lettere maiuscole (D, D max, D min ) La temperatura di riferimento è 20 C; le dimensioni, definite nelle varie tabelle, e le misure sui pezzi, devono essere effettuate a 20 C. Se la misura è effettuata a un altra temperatura, è necessario tenere presenti i coefficienti di dilatazione dei pezzi e dei calibri. dimensione nominale, è la quota riportata sul disegno dimensione massima, è la maggiore misura ammessa per quella quota dalla funzionalità del pezzo o dall accoppiamento dimensione minima, è la minore misura ammessa per quella quota dalla funzionalità del pezzo o dall accoppiamento dimensione effettiva, è quella rilevata dagli strumenti di misura tolleranza, differenza tra la dimensione massima e la dimensione minima. Anche se la tolleranza è disposta tutta intorno all albero o al foro, si immagina che la tolleranza sia distribuita intorno all albero (o al foro) nel modo seguente: linea dello zero: nella rappresentazione grafica è la linea corrispondente alla dimensione nominale. scostamento superiore (e s, E s ) è la differenza algebrica tra la dimensione massima e la

19 linea dello zero. scostamento inferiore (e i, E i ) è la differenza tra la dimensione minima e la linea dello zero. scostamento fondamentale (e f, E f ) è lo scostamento più vicino alla linea dello zero. Lo scostamento fondamentale varia al variare della posizione del campo di tolleranza: quando assume valori positivi è al di sopra della linea dello zero e corrisponde quindi allo scostamento inferiore. Quando assume valori negativi è al di sotto della linea dello zero e corrisponde quindi allo scostamento superiore. Le tabelle UNI sulle tolleranze introducono una linea di misura orientata verso l alto; gli scostamenti sono quindi dei numeri relativi per cui le tolleranze possono trovarsi al di sopra, a cavallo o al di sotto della linea dello zero.

20 ESEMPIO: Calcolo degli scostamenti t (tolleranza) = S I = 79,96 79,93 = 0,03 mm s (scostamento superiore) = S D = 79,96 80,00 = - 0,04 mm i (scostamento inferiore) = I D = 79,93-80,00 = mm N.B. Perché il pezzo sia accettabile: d min < d eff < d max 3 SISTEMI DI TOLLERANZA ISO 3.1. Tolleranza ISO La tabella UNI ISO 286 ha sostituito le UNI 6386 e la UNI Il sistema di tolleranza ISO prende in esame le misure da oltre 0 fino a 3150 mm.

21 L unità di misura della tolleranza e degli scostamenti è il micron (µm). 1 mm = 1000 µm Nel sistema ISO le tolleranze sono indicate nel seguente modo: Ø 60 f 7 Dove: Ø - l'elemento a cui si fa riferimento è circolare 60 - dimensione nominale f - posizione del campo di tolleranza (la lettera minuscola indica l albero) 7 - è l ampiezza del campo di tolleranza detta grado di tolleranza La tolleranza è sempre positiva per definizione in quanto è la differenza tra la dimensione massima e quella minima Posizione degli scostamenti fondamentali

22 Osservando la figura precedente si nota che: il sistema ISO prevede sia per i fori che per gli alberi 27 posizioni diverse da A a ZC. la posizione è indicata mediante un simbolo letterale, maiuscolo per i fori, minuscolo per gli alberi. per i fori, le posizioni al di sopra della linea dello zero (da A ad H) hanno scostamento fondamentale positivo e coincidente con lo scostamento inferiore E i per i fori le posizioni tra J e M sono a cavallo della linea dello zero, le altre ne sono al di sotto le posizioni corrispondenti dei fori e degli alberi (es. A, a) sono simmetriche rispetto alla linea dello zero alcune posizioni dei fori (K, M, N) e degli alberi (k) sono divise in due parti perché lo scostamento fondamentale varia al variare del grado di tolleranza la posizione di tolleranza base, contraddistinta dalla lettera h per gli alberi e H per i fori, è quella con scostamento fondamentale nullo. Inoltre i valori degli scostamenti fondamentali per i fori e per gli alberi sono riportati in ulteriori due tabelle (vedi allegati) Gradi di Tolleranze normalizzati IT L ampiezza del campo di tolleranza è indicata con un simbolo numerico.

23 Il sistema ISO prevede 20 gradi di tolleranza (IT); originariamente erano 17, da IT1 a IT17, ai quali furono successivamente aggiunti IT18 per lavorazioni ancora più grossolane e, solo per le misure fino a 500 mm, e IT0 - IT01 per lavorazioni molto precise. L ampiezza del campo di tolleranza aumenta con l aumentare del grado IT, per cui tra due lavorazioni la più precisa è quella che ha un grado minore La tabella mostra il valore dei gradi di tolleranza per i vari gruppi di dimensioni nominali. Dal prospetto si rileva che: per ogni gruppo dimensionale (ad es ) l ampiezza del campo di tolleranza aumenta all aumentare del grado IT; per ogni grado di tolleranza IT, l ampiezza cresce all aumentare della dimensione nominale I gruppi di dimensioni nominali Gli scostamenti fondamentali e le tolleranze dimensionali non vengono calcolati singolarmente per ciascuna dimensione nominale, ma per gruppi di dimensioni nominali. La suddivisione prevede n. 13 gruppi principali nell ambito delle dimensioni minori o uguali a 500 mm e n. 8 gruppi principali per le dimensioni nominali maggiori di 500 mm e minori o uguali a 3150 mm. I valori degli scostamenti fondamentali e delle tolleranze per ciascun gruppo di dimensioni nominali vengono calcolati per la media geometrica D delle dimensioni estreme D1 e D2 del gruppo considerato, cioè per: D = D1 D Valori normalizzati Per gradi di tolleranza normalizzati da IT5 a IT18 e per dimensioni nominali minori o uguali a 500 mm, i valori del campo di tolleranza vengono determinati quali multipli di una grandezza i, detta unità di tolleranza, che, espressa in micrometri, viene calcolata mediante la seguente relazione: 3 i = 0,45 D + 0, 001 D

24 Per gradi di tolleranza normalizzati da IT1 a IT18 e per dimensioni nominali maggiori di 500 mm e minori o uguali a 3150 mm, i valori del campo di tolleranza vengono calcolati in funzione di una unità di tolleranza I, che, espressa in micrometri, viene calcolata mediante la seguente relazione: I = 0,004 D + 2,1 ESEMPIO: calcolare la tolleranza corrispondente alla dimensione D=20 e al grado di tolleranza IT7 D = = 23,238 i = 0, ,238+ 0,001 23,238= 1, 307 T = 16 i = 16 1,307= 20,912µ m 21 µ m nella tabella

25 Lavorazioni e applicazioni tipiche corrispondenti ai gradi di tolleranza ESEMPI: calcolo delle tolleranze degli alberi e dei fori (cercare i valori di tolleranza nelle tabelle) 1) 70 F 7 IT7 = 35 µm E f = E i = + 30 µm D max = D n + E s D min = D n + E i T = E s - E i D min = ,030 = 70,030 mm E s = T + E i = = 65 µm D max = ,065 = 70,065 mm

26 2) 70 f 7 IT7 = 35 µm e f = e s = - 30 µm d max = d n + e s d min = d n + e i T = e s - e i d max = 70 0,030 = 69,970 mm e i = e s T = = - 65 µm d min = 70 0,065 = 69,935 mm In conclusione gli scostamenti degli alberi e dei fori sono simmetrici rispetto alla linea dello zero

27 4 ACCOPPIAMENTI CON TOLLERANZE ISO 4.1. Definizioni ISO L accoppiamento è la connessione di un albero con un foro. Secondo le posizioni relative delle tolleranze vi sono tre tipi di accoppiamenti: con giuoco (libero) con interferenza (bloccato) incerto Per designare un accoppiamento si devono scrivere in successione: dimensione nominale comune per l albero e per il foro; posizione e grado di tolleranza del foro; simbolo / ; posizione e grado di tolleranza dell albero. Negli accoppiamenti quasi sempre, si rispetta la regola di indicare per l albero un grado qualitativo inferiore a quello del foro per il fatto che le superfici esterne si lavorano meglio di quelle interne.

28 4.2. Accoppiamento con giuoco La dimensione massima dell albero è più piccola della dimensione minima del foro. Assicura la possibilità di moto relativo tra i due elementi dell accoppiamento. Il giuoco minimo è la differenza positiva tra la dimensione minima del foro e la dimensione massima dell albero. Il gioco massimo è la differenza positiva tra la dimensione massima del foro e minima dell albero. G min = D min d max = E i - e s G max = D max d min = E s e i 4.3. Accoppiamento con interferenza Il diametro minimo dell albero è maggiore del diametro massimo del foro. Assicura, dopo il montaggio, il bloccaggio dei due elementi dell accoppiamento. L interferenza minima è la differenza positiva tra la dimensione minima dell albero e la dimensione massima del foro. L interferenza massima è la differenza positiva tra la dimensione massima dell albero e la dimensione minima del foro. I min = d min D max = e i - E s I max = d max D min = e s - E i

29 4.4. Accoppiamento incerto Si verifica sovrapposizione totale o parziale dei campi di tolleranza. Si passa quindi dal gioco all interferenza. Il giuoco massimo è la differenza positiva tra la dimensione massima del foro e la dimensione minima dell albero. L interferenza massima è la differenza positiva tra la dimensione massima dell albero e minima del foro. G max = D max d min = E s e i I max = d max D min = e s - E i 4.5. Criteri di scelta degli accoppiamenti Gli accoppiamenti con giuoco vengono adottati quando i pezzi da connettere debbono essere smontati con facilità, senza che le superfici a contatto vengano deteriorate. Sono pertanto impiegati per pezzi che si devono muovere liberamente l uno rispetto all altro. Di sovente il giuoco compreso tra le superfici accoppiate è occupato da lubrificante. Gli accoppiamenti con interferenza vengono adottati quando si vuole che dopo la connessione, risulti impedito qualsiasi mutuo movimento dei due membri dell accoppiamento. I due pezzi connessi risultano pertanto solidali tra loro. Il montaggio può avvenire secondo tre modalità: - mediante pressa, forzando i due membri da accoppiare; - mediante calaggio a caldo, ottenuto dilatando con riscaldamento il foro, il quale, a montaggio avvenuto si contrae per effetto del successivo naturale raffreddamento; - mediante calaggio a freddo, ottenuto contraendo per mezzo di raffreddamento l albero, il quale dopo il montaggio, si dilata per effetto del successivo naturale riscaldamento.

30 Gli accoppiamenti incerti vengono adottati quando non esiste una delle specifiche esigenze descritte. Sono impiegati con valori molto modesti e rappresentano un tipo di accoppiamento che, sul piano di una corretta tecnologia, va possibilmente evitato. ESEMPIO: per un corretto funzionamento della carriola la ruota viene montata con interferenza sull albero e l albero viene montato con gioco nell apposita sede:

31 4.6. Sistema foro base e albero base Per sistema di accoppiamento foro base si intende un sistema organizzato di accoppiamenti in cui i giuochi o le interferenze richieste vengono ottenuti accoppiando alberi di diverse classi di tolleranza con fori aventi un unica classe di tolleranza. Nel sistema di tolleranze ed accoppiamenti UNI ISO, per il foro viene prescelta la classe di tolleranza H che prevede una dimensione minima del foro uguale alla dimensione nominale: vale a dire corrispondente ad uno scostamento inferiore nullo. Es.: H7/g6 oppure H7/r6 La figura illustra il sistema di accoppiamento foro base, nel quale la dimensione minima del foro coincide con la linea dello zero. Si può constatare quali sono gli accoppiamenti con giuoco, incerti o con interferenza.

32 Accoppiamenti foro base Per sistema di accoppiamento albero base si intende un sistema organizzato di accoppiamenti in cui i giuochi o le interferenze richieste vengono ottenuti accoppiando fori di diverse classi di tolleranza con alberi aventi un unica classe di tolleranza. Nel sistema di tolleranze ed accoppiamenti UNI ISO, per l albero viene prescelta la classe di tolleranza h che prevede una dimensione massima dell albero uguale alla dimensione nominale: vale a dire corrispondente ad uno scostamento superiore nullo. Es.: G7/h6 oppure P6/h5 La figura illustra il sistema di accoppiamento albero base, nel quale la dimensione massima dell albero coincide con la linea dello zero. Si può constatare quali sono gli accoppiamenti con giuoco, incerti o con interferenza.

33 Accoppiamenti albero base Osservazioni: Lo scopo fondamentale dei sistemi semplificati foro base e albero base, è quello di ridurre drasticamente il numero degli accoppiamenti possibili; Risulta pertanto molto più conveniente l uso dei calibri passa non passa, per la quota che ha posizione H o h.

34 4.7. Accoppiamenti raccomandati Per avere fabbricazioni più economiche è necessario limitare il numero degli utensili e degli strumenti di misura impiegati nelle officine. L introduzione dei sistemi albero base e foro base, anche se diminuisce il numero degli accoppiamenti possibili, da solo non raggiunge lo scopo. Le stesse tabelle UNI riportano zone di tolleranza raccomandate; una prima selezione può essere considerata quella della UNI dalla quale sono estratte le seguenti tabelle. Qualità di lavorazione consigliate per ogni posizione di tolleranza ALBERI Qualità di lavorazione consigliate per ogni posizione di tolleranza FORI 4.8. Procedura di scelta: indicazioni Decidere se utilizzare il sistema albero base o foro base. Si tenga presente che nelle officine

35 generiche, il sistema albero base viene scelto solo nei casi in cui si verifica sicuramente un vantaggio economico, come avviene per esempio nel montaggio di più fori, aventi zone di tolleranza diverse su uno stesso albero di acciaio utilizzato senza ulteriori lavorazioni nelle zone di accoppiamento. In assenza di un vantaggio economico certo è preferibile l uso del sistema foro base. Basandosi sui prospetti indicati, scegliere la tolleranza dell albero e del foro in modo che giochi e interferenze massimi e minimi corrispondano alle migliori condizioni di impiego. Tenere presente che un accoppiamento incerto diviene in pratica, quasi sempre, un accoppiamento con leggera interferenza. Nelle lavorazioni, infatti, gli alberi tendono ad essere prodotti con dimensione più vicine alla massima che alla minima. Il contrario avviene per i fori. Negli accoppiamenti con gioco accertarsi che il gioco minimo sia tale da garantire la scorrevolezza anche al variare della temperatura. Il gioco massimo deve inoltre garantire la guida a seguito di eventuali usure. Per gli accoppiamenti forzati l interferenza minima deve prevenire il distacco dei pezzi, quella massima non deve causare danneggiamento dei pezzi. Si devono scegliere le zone di tolleranze più larghe compatibili con le condizioni di impiego. Si dicono accoppiamenti equivalenti quelli nei quali è possibile scambiare tra loro, nel simbolo, le lettere di foro e albero (lasciando ferme le rispettive lavorazioni) realizzando gli stessi giochi o interferenze ad es: H7/g6 e G7/h6 Per scegliere gli accoppiamenti nel modo giusto è necessaria una notevole esperienza, quindi uno studente può precedere nel modo seguente: - consultare una selezione di accoppiamenti raccomandati nei quali siano indicati anche il tipo di montaggio. - controllare i disegni utilizzati per la costruzione di complessi funzionanti correttamente, per analizzarne le soluzioni.

36 5 - INDICAZIONI DELLE TOLLERANZE SUI DISEGNI 5.1. Indicazioni generali Si fa riferimento alla tabella UNI 3976 che è equivalente alla ISO 406. Le indicazioni delle tolleranze vanno scritte sulla linea di misura dopo la dimensione nominale e hanno un altezza minore, sono indicate secondo il criterio A o secondo il criterio B. L indicazione della tolleranza sulle singole quote può avvenire secondo uno dei quattro metodi: indicazioni dei simboli ISO indicazioni degli scostamenti limiti simboli ISO più scostamenti limite dimensioni limite 5.2. Indicazioni dei simboli ISO Dopo il simbolo Ø, e la dimensione nominale, si indica il valore della tolleranza ISO:

37 Le tolleranze rispettano i criteri A e B di quotatura Indicazione della tolleranza mediante la simbologia ISO: a)foro b)albero 5.3. Indicazioni degli scostamenti limite Dopo la dimensione nominale si indicano gli scostamenti superiori e inferiori. L unità di misura degli scostamenti è la stessa delle dimensioni nominali quindi, se non diversamente indicato, è il mm. Gli scostamenti devono contenere tutti lo stesso numero di cifre, fa eccezione lo zero Simboli ISO più scostamenti limite Sono indicati contemporaneamente i due metodi precedenti Dimensioni limite Sono indicate la dimensione massima e minima del foro o dell albero, si può indicare anche una sola delle due dimensioni

38 5.6. Tolleranze negli accoppiamenti Le regole per indicare le tolleranze negli accoppiamenti sono le stesse viste per gli elementi singoli. Se si utilizza la simbologia ISO si indica prima il foro e poi l albero, in ogni caso non vi deve essere alcun dubbio su quale sia la tolleranza del foro e quale quella dell albero.

39 6 - ESEMPI 1) Valutare il seguente accoppiamento, calcolando i giochi e/o interferenze e gli scostamenti limite dell albero o del foro. 40H7/n6 Accoppiamento foro base Foro: 40H7 IT = 7 t (tabella qualità) = mm E i = 0 E s = E i + t = mm Albero: 40n6 IT = 6 t (tabella qualità) = mm e i = mm e s = e i + t = mm Tipo d accoppiamento: INCERTO I max = d max -D min = (D+e s ) (D+E i ) = G max = D max -d min = (D+E s ) (D+e i ) = ) Accoppiamento foro base 40 H6/p5 Foro t = + 16 µm (IT6 tabella qualità) Posizione H E i = 0 E s = E i + t = + 16 µm Albero

40 t = + 11 µm (IT5 tabella qualità) Posizione p e i = + 26 µm e s = e i + t = + 37 µm Accoppiamento I max = (D + e s ) (D + E i ) = + 37 µm I min = (D + e i ) (D + E s ) = + 10 µm N.B. Si dicono accoppiamenti equivalenti quelli nei quali è possibile scambiare tra loro, nel simbolo, le lettere di foro e albero (lasciando ferme le rispettive lavorazioni) realizzando gli stessi giochi o interferenze come ad es: H7/g6 e G7/h6 3) Esempio di calcolo: Ø 120 H7/f6 E un accoppiamento con giuoco Foro E f = E i = 0 IT6 = 35 µm D max = D + e s D min = D + e i T = E s - E i D min = = 120 mm E s = T + E i = = 35 µm D max = ,035 = 120,035 mm Albero e f = E s = -36 µm

41 IT6 = 22 µm d max = d + e s d min = d + e i T = e s - e i d max = 120-0,036 = 119,964 mm ei = e s T = = - 58 µm d min = 120 0,058 = 119,942 mm G max = E s - e i = 35 (-58) = 93 µm G min = E i - e s = 0 (-36) = 36 µm

42 7 - TESTI DELLE VERIFICHE SOMMATIVE A - Eseguire il test senza ausilio del libro di testo indicando se le seguenti affermazioni sono vere o false. V F 1) Nelle tolleranze, albero e foro non hanno sempre una forma circolare. 2) Le dimensioni limite sono le dimensioni massime e minime. 3) I gradi di tolleranza IT sono 18. 4) In un accoppiamento con gioco, l'albero è sempre più piccolo del foro. 5) In un accoppiamento con interferenza la tolleranza del foro è più distante di quella dell'albero dalla linea dello zero. 6) Si preferisce utilizzare il sistema foro base perché la rettifica dei fori è più semplice di quella degli alberi. 7) Nel sistema albero base lo scostamento inferiore corrisponde alla linea dello zero, cioè la dimensione minima è equivalente alla dimensione nominale. 8) Gli accoppiamenti con interferenza del sistema albero base sono corrispondenti agli accoppiamenti con interferenza del sistema foro base. 9) Gli accoppiamenti incerti in un sistema foro base sono quelli con la posizione dell'albero compresa tra h e m. 10) Un accoppiamento H7/j s 6 è incerto. 11) Le posizioni J (per il foro) e j per l'albero sono simmetriche rispetto alla linea dello zero.

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