Valutazione di impatto ambientale Modifica impianto di recupero rifiuti

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1 Sede legale: Località Ca Nova Tacconi Bussolengo (VR) Impianto: Località Ca Cerè Pescantina (VR) PROGETTO DI MODIFICA DI UN IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI INERTI SITO IN LOCALITÀ CA CERÈ PESCANTINA (VR) D.LGS 152/06 ART.19 E SEGUENTI L.R. 3/2000, ARTT.22 E SEGUENTI Valutazione di impatto ambientale Modifica impianto di recupero rifiuti Studio di impatto ambientale dott. ing. Marco Torresendi Inerti San Valentino s.r.l.

2 INDICE 1 PREMESSA Riferimenti normativi QUADRO PROGETTUALE Inquadramento territoriale Viabilità Inquadramento catastale Caratteristiche dell impianto di recupero rifiuti Disposizione planimetrica delle aree dell impianto Stato autorizzato Stato di variante Tipologia di rifiuti in ingresso e potenzialità dell impianto di recupero rifiuti Stato autorizzato Stato di variante Area di stoccaggio rifiuti in ingresso Stato autorizzato Stato di variante Sistema di raccolta acque di dilavamento Stato autorizzato Stato di variante Impianto di vagliatura-frantumazione Stato autorizzato Stato di variante Descrizione del processo di recupero rifiuti QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Premessa Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (P.T.R.C.) Piano Area Quadrante Europa (P.A.Q.E.) I Piani Territoriali Provinciali (P.T.P. e P.T.C.P.) Piano Regolatore Generale e Piano di Assetto del Territorio del Comune di Pescantina...31 SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 2 di 74

3 3.6 Screening di incidenza ambientale Piano di risanamento atmosfera Altri piani settoriali QUADRO AMBIENTALE Premessa Relazioni tra stato di variante e componenti ambientali Atmosfera Ambiente idrico...59 Litosfera...61 Ambiente fisico...61 Biosfera...62 Ambiente umano...64 Sistema Socio-Economico VALUTAZIONE DI SINTESI DEGLI IMPATTI POTENZIALI Atmosfera Ambiente idrico Litosfera Ambiente fisico Biosfera Ambiente umano Sistema Socio-Economico CONCLUSIONI SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 3 di 74

4 1 PREMESSA La presente relazione viene presentata dalla ditta Inerti San Valentino s.r.l., con sede legale in Loc. Ca Nova Tacconi c.a.p Comune di Bussolengo (VR), per la realizzazione di una modifica all impianto di recupero rifiuti inerti ubicato nel Comune di Pescantina, località Ca Cerè c.a.p Viene chiesta l approvazione del progetto di variante (ai sensi dell articolo 208 comma 20 del Decreto Legislativo n. 152/06 e della L. R. 3/2000 art. 6, 22, 23, 24) su un impianto per la lavorazione meccanica di rifiuti inerti mediante le operazioni di selezione e cernita, frantumazione, vagliatura ed eventuale miscelazione con materia prima inerte (le procedure indicate nei suddetti articoli si applicano non solo ai nuovi impianti, ma anche alle varianti sostanziali in corso di esercizio, che comportano modifiche per cui gli impianti di recupero e smaltimento non sono più conformi all autorizzazione rilasciata). Presso il sito in questione viene esercitata una attività di escavazione, di stoccaggio, di trattamento e vendita di inerti costituiti da ghiaia e sabbia di diverse granulometrie, autorizzata all esercizio con D.G.R.V. n del L impianto di recupero rifiuti inerti tramite frantumazione cernita, selezione e vagliatura, separati dal resto dell'attrezzatura in disponibilità dell'attività estrattiva, in località Cà Cerè nel Comune di Pescantina (VR), è stato autorizzato in procedura ordinaria dal Settore Ambiente della Provincia di Verona con Determinazione n 2216/13 del 13/05/2013. Il progetto è stato autorizzato inizialmente con Determinazione n 4441/09 del 10/08/2009 del Settore Ambiente della Provincia di Verona. A seguito di parere di esclusione dalla procedura di VIA, espresso dalla Provincia di Verona con Determinazione n 3977/09 del 15/07/2009, con successiva Determinazione n 4550/10 del 03/09/2010, viene approvata la realizzazione di un primo progetto di variante. Successivamente, sono state autorizzate ulteriori modifiche con Determinazione n. 3127/12 del 17/07/2012. L impianto in questione è configurato e autorizzato per il trattamento di rifiuti inerti di natura grossolana (principalmente ciottoli, frammenti rocciosi, blocchi e aggregati di pezzatura grossolane) con una potenzialità complessiva fino a 600 m 3 /giorno corrispondenti a circa 900 t/giorno (da cui consegue una potenzialità annua di m 3 /anno corrispondenti a circa t/anno). Il progetto di variante in oggetto prevede la modifica dell attuale piattaforma per la lavorazione anche di inerti di diversa pezzatura, tipicamente terre provenienti da scavi o altri materiali aventi granulometria assimilabile a limi o sabbie, attraverso un ampliamento della zona di stoccaggio dei rifiuti in ingresso e l utilizzo di un impianto di vagliatura dedicato. Per questo motivo, si propone anche l integrazione di nuove tipologie di rifiuti e l adattamento della disposizione delle zone di stoccaggio e di conferimento, il tutto contestualmente ad un aumento della potenzialità dell impianto. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 4 di 74

5 1.1 RIFERIMENTI NORMATIVI Le norme di riferimento per la presentazione del progetto sono di fatto contenute nel Decreto Legislativo n. 152/06 del 3 aprile 2006 e nella Legge Regionale n. 3 del 21/01/2000. In particolare, del Decreto Legislativo n. 152/06 si fa riferimento agli articoli: 208 comma 1 (approvazione del progetto e autorizzazione alla realizzazione degli impianti di smaltimento e recupero rifiuti); 208 comma 6 (autorizzazione all esercizio); 208 comma 20 (procedure per la realizzazione di varianti sostanziali). Della L.R.V. n. 3 del 21/01/2000 si fa riferimento agli art.: 6 (competenza delle Province) comma 1 lettera b) punto 3) e lettera c) competenza all approvazione dei progetti e loro eventuali modifiche, degli impianti relativi al recupero rifiuti speciali e rilascio autorizzazione all esercizio degli impianti di smaltimento e recupero rifiuti; presentazione del progetto degli impianti, approvazione dei progetti e conferenza dei servizi; l approvazione del progetto è effettuata con il ricorso alla conferenza di servizi di cui all art. 208 comma 3 del D. Lgs. n. 152/06; il provvedimento di approvazione del progetto produce gli effetti sostitutivi di cui all art. 208 comma 6 del D. Lgs. n. 152/06 e sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionale, provinciali e comunali. L approvazione costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico comunale e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori; le procedure all art. 23 si applicano anche alle varianti sostanziali in corso di esercizio, che comportano modifiche per cui gli impianti di recupero e smaltimento non sono più conformi all autorizzazione rilasciata. Si fa riferimento anche all art. 21 della L R. n. 3 del 21/01/2000 che prevede al comma 2 - I nuovi impianti di smaltimento e recupero di rifiuti sono ubicati, di norma, nell ambito delle singole zone territoriali omogenee produttive o per servizi tecnologici e al comma 3 quanto previsto al comma 2 non si applica: [ ] lett. B) agli impianti di recupero dei rifiuti inerti come individuati al punto della D.C.I 27/7/84 ed al paragrafo 7 dell allegato1 sub. 1 del D.M. 5/2/98, realizzati all interno di aree destinate ad attività di cava in esercizio o estinte. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 5 di 74

6 2 QUADRO PROGETTUALE 2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE L area in oggetto è ubicata ad una quota di m.s.l., nell alta pianura veronese, a nord del corso del fiume Adige. L area è inserita tra i capoluoghi di Pescantina, da cui dista circa 3 km in direzione S.S.E., San Pietro in Cariano, da cui dista circa 1,5 km in direzione N.E. e Sant Ambrogio di Valpolicella, da cui dista circa 2,5 km in direzione N.O.. Si trova a circa 1,5 km in direzione Est della località di Ospedaletto di Pescantina, a circa 500 metri dalla Linea Ferroviaria Verona Brennero, in direzione Nord e immediatamente ad Ovest della Tangenziale ovest di Verona. A circa 500 m in direzione S.E. è ubicata la discarica controllata di prima categoria di Pescantina Ca Fillissine (la Figura 1 mostra la collocazione dell area oggetto dell intervento con riferimento alla tangenziale di Verona ed alla discarica di Cà Filissine). L area è ubicata tra le località Ca sotto Ceo e Ca Cerè, al confine settentrionale del territorio comunale di Pescantina, circondata da fondi agricoli (vedi Figura 1). L accesso alla cava avviene dalla strada vicinale del Rovero, che risulta asfaltata fino all ingresso della cava, attraverso un accesso posto a sud. Da qui si raggiunge direttamente la Tangenziale Ovest di Verona, attraverso lo svincolo a servizio della discarica di Ca Fillissine. AREA IN OGGETTO Figura 1 - Ubicazione dell'area oggetto di intervento. I terreni in oggetto e quelli limitrofi, per un intorno superiore a 200 m, sono destinati nei vigenti strumenti urbanistici dei comuni di Pescantina, S. Ambrogio di Valpolicella e San Pietro in Cariano SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 6 di 74

7 a zona E agricola. La cava è ubicata nelle vicinanze della Prognetta Lena, presso la quale il locale Consorzio di Bonifica ha realizzato delle opere di canalizzazione, sfioro e laminazione degli eventi di piena eccezionali a tutela dei territori circostanti. 2.2 VIABILITÀ Il raccordo con le principali vie di comunicazione avviene attraverso la strada di proprietà che dal fondo raggiunge la strada vicinale del Rovero e da questa allo svincolo della Tangenziale Ovest di Verona. Dalla Tangenziale è possibile procedere verso Nord in direzione della Valpolicella, verso Sud in direzione del casello autostradale Verona Nord e della porzione meridionale della pianura veronese. Attraverso il limitrofo svincolo è accessibile la S.S. 12 direzione Verona o Lago di Garda e Trentino. A poca distanza dall area oggetto dell intervento è accessibile la strada provinciale SP1 che si collega alle principali direttrici di traffico. Attraverso la viabilità descritta è possibile evitare tutti i centri abitati limitrofi all area. 2.3 INQUADRAMENTO CATASTALE L area si colloca al Catasto Terreni del Comune di Pescantina come segue: Foglio: 4 Mappali: n. 25, 27, 45, 46, 48, 49, 52, 84, 121, 370, 371, 372, 373, 374, 375, 376, 377, 378 con le seguenti specifiche: mappali n zona E2 RURALE mappali n parte in zona E2 RURALE, parte in 377 zona Cava Attiva o Riporto mappali n Zona Cava Attiva o Riporto mappali n In parte in fascia di rispetto stradale mappali n Sono all interno delle zone di tutela ambientale art. 142 del D. Lgs. 42/04 mappali n Sono in parte all interno delle zone di tutela ambientale art. 142 del D. Lgs. 42/04 Tabella 1 Mappali con relativa destinazione urbanistica. I vincoli evidenziati in Tabella 1 non sussistono nell area in cui insistono specificatamente gli impianti. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 7 di 74

8 2.4 CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI La parte di area dedicata al trattamento rifiuti è inquadrata nel mappale 375, ad una distanza di circa 180 metri dal sedime demaniale del Torrente Lena. L impianto è ubicato sul fondo cava, ad una profondità di circa 21 metri rispetto al piano campagna. Le operazioni di recupero attuate sono quelle elencate nell allegato C del D.Lgs. 152/2006 con la sigla R5, R12 e R13. Inoltre si effettua l operazione di stoccaggio dei rifiuti ivi prodotti. Nello specifico le operazioni che si effettuano sono: R5 riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche; R13 messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti). Riassumendo, le operazioni svolte all interno del centro di recupero riguardano: la messa in riserva (R13) di rifiuti speciali non pericolosi; il recupero di rifiuti speciali non pericolosi (R5) per l'ottenimento di prodotti o di materie prime o di materie prime secondarie con caratteristiche merceologiche conformi alla normativa tecnica di settore o, comunque, nelle forme usualmente commercializzate. 2.5 DISPOSIZIONE PLANIMETRICA DELLE AREE DELL IMPIANTO STATO AUTORIZZATO Le diverse aree funzionali all interno dell impianto autorizzato possono così essere schematizzate: 1. Ingresso/uscita nell area di pertinenza dell attività di gestione rifiuti (interna all area di cava): per comodità operativa l ingresso principale è sul lato est del perimetro dell impianto, mentre l ingresso sul lato nord è utilizzato esclusivamente per manutenzioni alle attrezzature e ai macchinari. 2. Piazzola di pre-stoccaggio: è situata in prossimità dell ingresso principale. 3. Messa in riserva del rifiuto: il rifiuto è stoccato in quelle che in Tavola 4a sono indicate come Zona 1 e Zona 2; da qui è poi avviato all area di carico e, successivamente, al frantoio. 4. Area di carico: per agevolare le operazioni di alimentazione al frantoio è stata realizzata una area sopraelevata di carico per consentire l operatività dei mezzi d opera (escavatori o pale meccaniche). 5. Stoccaggio temporaneo materie prime secondarie. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 8 di 74

9 6. Vasca di raccolta delle acque di dilavamento dei rifiuti posti in stoccaggio: la vasca è in posizione esterna all area perimetrale dell impianto e in prossimità del lato ovest (vedi Tavola 1a). L impianto di recupero rifiuti sfrutta alcune delle strutture esistenti all interno della cava quali la pesa, il box ufficio, l approvvigionamento di carburante per i mezzi d opera. Per il recupero dei materiali si utilizza un frantoio posto all interno dell area dedicata alla gestione dei rifiuti, come mostrato nella planimetria in Tavola 4a STATO DI VARIANTE Le aree relative allo stato di variante, nella loro nuova disposizione, sono evidenziate nella Tavola 4b allegata alla presente relazione. L area complessiva occupata dall impianto nello stato autorizzato viene ampliata in direzione est per rendere possibile una redistribuzione ottimale delle zone di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti. L ingresso all impianto è posizionato sul lato sud (a differenza dello stato autorizzato dove l ingresso è collocato sul lato est); l accesso (presente nello stato autorizzato) sul lato nord viene mantenuto per consentire la manutenzione del frantoio esistente, che non viene modificato. Lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso avviene in una serie di box posizionati lungo il perimetro nord dell impianto: queste aree sono separate da pareti mobili, auto stabili e modulari, che possono essere spostate in modo da allargare/restringere ciascuna area all occorrenza e in base alle esigenze del momento. Lo stoccaggio è definito in base alla tipologia dei rifiuti da stoccare, di conseguenza l ordine di collocazione delle aree come riportata nella Tavola 4b deve intendersi come dinamica e soggetta a possibili variazioni in funzione delle tipologie di rifiuti effettivamente presenti. La gestione degli stoccaggi potrà avvenire anche con diverso posizionamento dei box, attivando una procedura di tracciabilità ad hoc per la definizione dello stoccaggio del singolo carico in entrata. Infatti, può succedere ad esempio il caso di attivazione di un cantiere che richieda la consegna di rilevanti quantità di rifiuti in periodi di tempo relativamente brevi (per esempio scavi di sbancamento). Tale tipologia di materiali pertanto dovrà essere necessariamente stoccata in un box di grandi dimensioni. Dovendo comunque l impianto assicurare il costante funzionamento, vale a dire dovendo stoccare anche altre tipologie di rifiuto sia pur in quantità più limitate, il box dedicato al cantiere di cui all esempio dovrà trovare spazio tra quelli definiti e quindi dovrà essere possibile ubicarlo in una posizione conveniente per poter poi consentire la prosecuzione delle lavorazioni successive. Evidentemente, con una struttura fissa degli stoccaggi questa evenienza sarebbe preclusa, e quindi è necessario poter riuscire a gestire in maniera più flessibile gli stoccaggi in ingresso. Si evidenzia che, comunque, la gestione flessibile degli stoccaggi verrà accompagnata da una opportuna procedura interna di gestione che garantisca in ogni momento la tracciabilità dei rifiuti SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 9 di 74

10 introitati che verrà definita nel periodo di avviamento dell impianto (esercizio provvisorio) ed eventualmente verificata in fase di collaudo dell impianto stesso. In ogni caso, sarà comunque assicurata la corretta individuazione del rifiuto stoccato, anche attraverso opportuna segnaletica di cantiere che definisce univocamente i box utilizzati. Dalla zona di stoccaggio il rifiuto viene avviato all alimentatore del frantoio percorrendo una rampa (vedi Tavola 4b). Rispetto allo stato autorizzato, viene mantenuta inalterata la posizione del frantoio (con il relativo alimentatore) mentre la zona di carico viene spostata creando una nuova rampa in direzione ortogonale al frantoio stesso. Un nastro trasportatore corre lungo il perimetro nord ovest dell impianto e convoglia il materiale in uscita dal frantoio alla zona di stoccaggio delle MPS ubicata nei pressi dell ingresso (alternativamente le MPS stesse possono essere indirizzate direttamente all impianto di cava adiacente all impianto di recupero rifiuti). In alternativa, potrà essere attivata anche un box di stoccaggio per eventuali MPS prodotte in attesa di utilizzo. In posizione prossima all ingresso è posizionato anche un vaglio mobile per l ottenimento di determinati fusi granulometrici. 2.6 TIPOLOGIA DI RIFIUTI IN INGRESSO E POTENZIALITÀ DELL IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI STATO AUTORIZZATO I rifiuti ammissibili all impianto sono riassunti nella seguente tabella: CER Descrizione Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce Rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi Polveri e residui affini diversi da quelli di cui alla voce Scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce Scarti di sabbia e argilla Polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci e Cemento Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce Rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e Tabella 2 Tipologia di rifiuti autorizzati. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 10 di 74

11 Trattasi di materiale inerte in pezzatura e forma varia, comprese le polveri. Inoltre, per scopi operativi potrebbe rendersi necessaria la miscelazione con materiali lapidei vergini, vale a dire materie prime derivanti da attività estrattiva o sabbie e ghiaie. Per quanto riguarda il codice (rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce ), si specifica che non vengono ritirati fanghi filtropressati provenienti dalla industria lapidea delle marmo resine. La potenzialità totale autorizzata di recupero rifiuti è la seguente: Potenzialità totale n ore lavorative/giorno n giorni lavorativi /anno m 3 /giorno: 600 t/giorno: m 3 /anno: t/anno: Tabella 3 Potenzialità autorizzata dell impianto. La quantità massima di rifiuti stoccabili istantaneamente è riportata in Tabella 4. TIPO DI QUANTITA' MASSIMA RIFIUTO m 3 t 1. Rifiuti speciali non pericolosi Rifiuti speciali pericolosi / / Tabella 4 Quantità massima di rifiuti stoccabili istantaneamente. Dall attività di recupero rifiuti si generano rifiuti appartenenti alle seguenti categorie: Ferro A Ditta che lo raccoglie per il riutilizzo Metalli non ferrosi A Ditta che lo raccoglie per il riutilizzo Legno A Ditta che lo raccoglie per il riutilizzo Altri materiali (es. plastica, polistirolo) Eventuale discarica o ditta per il riutilizzo Tabella 5 Rifiuti derivanti dalle operazioni di recupero. La tabella seguente elenca la tipologia e capacità dei contenitori per lo stoccaggio dei rifiuti derivanti dalle operazioni di trattamento. Tipo di Contenitore Materiale costituente il contenitore Capacità m³ n contenitori tipi di rifiuti contenuti 1. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 1 1 Legno 2. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 1 1 Plastica 3. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 1 1 Ferro e metalli 4. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 1 1 Altri materiali TOTALE 4 4 Tabella 6 Tipo di contenitori dei rifiuti derivanti dal processo di trattamento. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 11 di 74

12 Le aree di stoccaggio dei rifiuti derivanti dal processo di recupero sono indicate nella Tavola 4a STATO DI VARIANTE Con la presente modifica si intendono introitare anche altri rifiuti, provenienti anche da altre attività edilizie o industriali, composti sempre da materiali inerti di granulometria grossolana utilizzabili nella produzione o nell integrazione di aggregati sciolti utilizzati in edilizia. La tabella dei codici CER diventa la seguente: CER Descrizione Specifiche (per CER generici) rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi polveri e residui affini diversi da quelli di cui alla voce rifiuti non specificati altrimenti rifiuti di rocce da cave autorizzate scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce scarti di sabbia e argilla polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi diversi dai fanghi provenienti da quelli di cui alla voce dall industria lapidea delle marmo resine fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci contenente barite fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio fanghi inerti contenenti carbonato di calcio polveri di scarto di rivestimenti scarti di rivestimenti ceramici inerti sabbie dei reattori a letto fluidizzato sabbie di scarto inerti forme e anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce scarti di materiali in fibra a base di vetro scarti di mescole non sottoposte a trattamento imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e termico, diverse da quelle di cui alla voce frammenti di vetro, rottami di vetro rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e frammenti di vetro, rottami di vetro lucidature di vetro e fanghi di macinazione diversi da imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e frammenti di vetro, rottami di vetro sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico smaltati e cotti sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi stampi di scarto smaltati e cotti SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 12 di 74

13 CER Descrizione Specifiche (per CER generici) stampi di scarto sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico) rifiuti non specificati altrimenti calchi di gesso esausti rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci e rifiuti e fanghi di cemento rifiuti non specificati altrimenti calchi di gesso esausti, sfridi della produzione di manufatti di gesso materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce imballaggi in vetro imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e vetro frammenti di vetro, rottami di vetro rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 16 miscele di sabbia/loppa/clinker proveniente dalle banchine portuali cemento mattoni mattonelle e ceramiche il termine scorie di cemento è da miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e intendersi come frammenti, pezzi, ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce scaglie di cemento vetro miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce sabbia e conchiglie che residuano dalla vagliatura dei rifiuti provenienti dalla pulizia degli arenili pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello pietrisco tolto d'opera di cui alla voce materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi fanghi inorganici inerti da quelli di cui alla voce rifiuti vetrificati rifiuti dell'eliminazione della sabbia fanghi inorganici inerti fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue fanghi inorganici inerti industriali, diversi da quelli di cui alla voce SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 13 di 74

14 CER Descrizione Specifiche (per CER generici) rifiuti solidi prodotti dai processi di filtrazione e materiali inorganici inerti prodotti dalla vaglio primari potabilizzazione delle acque fanghi prodotti dai processi di chiarificazione materiali inorganici inerti prodotti dalla dell'acqua potabilizzazione delle acque vetro imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e frammenti di vetro, rottami di vetro minerali (ad esempio sabbia, rocce) altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce miscugli di rifiuti inerti provenienti da impianti di recupero (solo da codici presenti in questa tabella) rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni diversi da solo per rifiuti costituiti da inerti vetro imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e frammenti di vetro, rottami di vetro terra e roccia rifiuti provenienti da parchi e giardini rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari rifiuti urbani non differenziati e i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali, purché privi di amianto rifiuti urbani non differenziati calchi di gesso esausti rifiuti urbani non differenziati conglomerato bituminoso, frammenti di piattelli per il tiro al volo sabbia e conchiglie che residuano dalla residui della pulizia stradale vagliatura dei rifiuti provenienti dalla pulizia degli arenili Tabella 7 Tipologia di rifiuti in ingresso richiesti nello stato di variante. Come nel progetto autorizzato, trattasi di materiale inerte in pezzatura e forma varia, comprese le polveri. Inoltre, per scopi operativi potrebbe essere necessaria la miscelazione con materiali lapidei vergini, vale a dire materie prime derivanti da attività estrattiva o sabbie e ghiaie. Per quanto riguarda il codice (rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce ), come già indicato nel progetto autorizzato, si specifica che non verranno ritirati fanghi filtropressati provenienti dall industria lapidea delle marmo resine. La potenzialità totale richiesta per il recupero di rifiuti nello stato di variante è la seguente: Potenzialità totale n ore lavorative/giorno n giorni lavorativi /anno m 3 /giorno: t/giorno: m 3 /anno: t/anno: Tabella 8 Potenzialità dell impianto nello stato di variante. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 14 di 74

15 La quantità massima di rifiuti stoccabili istantaneamente è riportata in Tabella 4. TIPO DI QUANTITA' MASSIMA RIFIUTO m 3 t 1. Rifiuti speciali non pericolosi Rifiuti speciali pericolosi / / Tabella 9 Quantità massima di rifiuti stoccabili istantaneamente. Dall attività di recupero rifiuti si generano rifiuti appartenenti alle seguenti categorie: Ferro A Ditta che lo raccoglie per il riutilizzo Metalli non ferrosi A Ditta che lo raccoglie per il riutilizzo Legno A Ditta che lo raccoglie per il riutilizzo Altri materiali (es. plastica, polistirolo) Eventuale discarica o ditta per il riutilizzo Tabella 10 Rifiuti derivanti dalle operazioni di recupero. La tabella seguente elenca la tipologia e capacità dei contenitori per lo stoccaggio dei rifiuti derivanti dalle operazioni di trattamento. Tipo di Contenitore Materiale costituente il contenitore Capacità m³ n contenitori tipi di rifiuti contenuti 1. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 1 1 Legno 2. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 1 1 Plastica 3. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 1 1 Ferro e metalli 4. Cassonetti/bidoni Ferro/plastica 2 1 Altri materiali TOTALE 5 4 Tabella 11 Tipo di contenitori dei rifiuti derivanti dal processo di trattamento. Le aree di stoccaggio dei rifiuti derivanti dal processo di recupero sono indicate nella Tavola 4b. Come detto sopra, l organizzazione delle aree, ed in particolare quella di stoccaggio dei rifiuti derivanti dal processo di recupero, sono state riviste al fine di ottimizzare la gestione dell impianto. Il nuovo layout operativo è indicato nella Tavola 4b. 2.7 AREA DI STOCCAGGIO RIFIUTI IN INGRESSO STATO AUTORIZZATO La pavimentazione pertinente all area di gestione rifiuti è stata autorizzata per un area di circa 850 m 2. Tale superficie ha anche lo scopo di assicurare una adeguata mobilità al nastro trasportatore brandeggiante. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 15 di 74

16 L accesso principale è posizionato lungo il lato est dell area, mentre quello posto a nord viene utilizzato esclusivamente per la manutenzione del frantoio e dell alimentatore. L area di conferimento dove vengono scaricati i rifiuti è collocata in corrispondenza del nuovo accesso. Lo stoccaggio viene usualmente effettuato nelle zone 1 o 2, intendendo le due aree intercambiabili per lo stoccaggio delle diverse tipologie di rifiuto introitato o, in assenza di una tipologia, utilizzabili interamente per lo stoccaggio della tipologia rimanente. Successivamente i rifiuti vengono prelevati da un escavatore o tramite pala meccanica posti nella zona di carico sopraelevata per l alimentazione della tramoggia del frantoio (si rimanda alla Tavola 4a). La sopraelevazione dell area di carico è ottenuta mediante un rilevato realizzato direttamente in opera con MPS prodotte o con misto da cava in funzione delle esigenze di cantiere. L area di stoccaggio rifiuti è suddivisa nelle seguenti sotto aree: - area di stoccaggio rifiuti e frantoio; - area di conferimento; - zona di carico sopraelevata; - area di stoccaggio cassonetti; - area dedicata alla verifica caratteristiche MPS. Si evidenzia che la disposizione planimetrica riportata nella tavola allegata deve essere intesa come dinamica, cioè dipendente dalle tipologie di rifiuto di volta in volta disponibili al variare delle condizioni temporali e di mercato. In ogni caso i rifiuti da recuperare sono stoccati separatamente dalle materie prime, eventualmente presenti in impianto, dalle MPS e dai rifiuti derivanti dalle operazioni di recupero e destinati ad ulteriori operazioni di recupero o smaltimento STATO DI VARIANTE Lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso, a seconda della tipologia del rifiuto stesso, avviene in una serie di box posizionati lungo il perimetro nord dell impianto: queste aree sono separate da pareti mobili, auto stabili e modulari, che possono essere spostate in modo da allargare/restringere ciascuna area all occorrenza e in base alle esigenze del momento. Le superfici di stoccaggio e conferimento dei rifiuti saranno pavimentate attraverso la realizzazione di una pavimentazione in calcestruzzo. Le altre aree (transito, deposito dei prodotti recuperati, area di sosta del vaglio mobile) saranno realizzate per mezzo di una pavimentazione in macadam, considerata la natura dei prodotti di recupero, così come definiti dalla DGRV n del 24 giugno Lo stoccaggio è definito in base alla tipologia dei rifiuti da stoccare, di conseguenza l ordine di collocazione delle aree come riportata nella Tavola 4b deve intendersi come dinamica e soggetta a possibili variazioni in funzione delle tipologie di rifiuti effettivamente presenti. La gestione degli stoccaggi potrà avvenire anche con diverso posizionamento dei box, attivando una procedura di SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 16 di 74

17 tracciabilità ad hoc per la definizione dello stoccaggio del singolo carico in entrata. Infatti, può succedere ad esempio il caso di attivazione di un cantiere che richieda la consegna di rilevanti quantità di rifiuti in periodi di tempo relativamente brevi (per esempio scavi di sbancamento). Tale tipologia di materiali pertanto dovrà essere necessariamente stoccata in un box di grandi dimensioni. Dovendo comunque l impianto assicurare il costante funzionamento, vale a dire dovendo stoccare anche altre tipologie di rifiuto sia pur in quantità più limitate, il box dedicato al cantiere di cui all esempio dovrà trovare spazio tra quelli definiti e quindi dovrà essere possibile ubicarlo in una posizione conveniente per poter poi consentire la prosecuzione delle lavorazioni successive. Evidentemente, con una struttura fissa degli stoccaggi questa evenienza sarebbe preclusa, e quindi è necessario poter riuscire a gestire in maniera più flessibile gli stoccaggi in ingresso. Si evidenzia che, comunque, la gestione flessibile degli stoccaggi verrà accompagnata da una opportuna procedura interna di gestione che garantisca in ogni momento la tracciabilità dei rifiuti introitati che verrà definita nel periodo di avviamento dell impianto (esercizio provvisorio) ed eventualmente verificata in fase di collaudo dell impianto stesso. In ogni caso, sarà comunque assicurata la corretta individuazione del rifiuto stoccato, anche attraverso opportuna segnaletica di cantiere che definisce univocamente i box utilizzati. L area di carico è posizionata diversamente rispetto allo stato autorizzato (vedi Tavola 4b): i rifiuti sono prelevati da un escavatore o tramite pala meccanica e scaricati nell alimentatore del frantoio. Inoltre, è stata aggiunta una area dedicata alla vagliatura dei materiali, che verrà effettuata per mezzo di una attrezzatura mobile, al fine di poter produrre anche tipologie diverse di prodotti recuperati, eventualmente destinati alla vendita. La pavimentazione pertinente all area di gestione rifiuti è pari a circa 2700 m 2. Le superfici di stoccaggio e conferimento dei rifiuti saranno pavimentate attraverso la realizzazione di una pavimentazione in calcestruzzo. Le altre aree (transito, deposito dei prodotti recuperati, area di sosta del vaglio mobile) saranno realizzate per mezzo di una pavimentazione in macadam, considerata la natura dei prodotti di recupero, così come definiti dalla DGRV n del 24 giugno E possibile schematizzare le diverse zona dell impianto in questo modo (vedi Tavola 4b): - area di stoccaggio rifiuti/mps; - area di movimentazione rifiuti e zona di carico (rampa); - area macchinari (frantoio, nastri trasportatori, nastro brandeggiante, deferrizzatore); - area di vagliatura - area di stoccaggio MPS. 2.8 SISTEMA DI RACCOLTA ACQUE DI DILAVAMENTO STATO AUTORIZZATO SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 17 di 74

18 Nello stato autorizzato l area di gestione rifiuti è dotata di sistema di raccolta delle acque di dilavamento con invio ad un sistema di raccolta dimensionata con una capacità eccedente la quantità riferibile alla sola prima pioggia. Le acque meteoriche sono raccolte mediante una caditoia raccordata da tubazione in P.V.C. del diametro minimo di 20 (cm) ad un sistema di vasche di raccolta acque. Il sistema di vasche realizzato ha una capacità pari a 20 m 3, ed è dotato di una pompa asservita ad un controllo di livello per l invio delle acque ad una sezione di disoleazione. Con richiesta di modifica non sostanziale del 8 aprile 2014 si è prevista la posa di un pozzo perdente a servizio dello scarico in quanto è stato necessario disconnettere il rilancio delle acque all impianto di lavaggio inerti di cava STATO DI VARIANTE Come sopra evidenziato, il sistema di vasche già realizzato è dotato di una capacità pari a 20 m 3, ed è dotato di un disoleatore in uscita. Il sistema è dotato di una pompa che disconnette idraulicamente la sezione di sedimentazione dal disoleatore, potendo quindi far lavorare i due sistemi (il primo di sedimentazione, il secondo di disoleatura) secondo i propri parametri di funzionamento ottimale. Il disoleatore che è già presente presso l impianto è dimensionato secondo una portata di 4 l/s. Nello stato di variante si interverrà sul sistema di trattamento delle acque, inserendo un pozzetto scolmatore in testa a tutto l impianto, in modo che quando le vasche di accumulo sono piene si attivi il bypass, in questo modo si riesce a trattare una quantità pari a circa 7,4 mm di pioggia distribuita sulla superficie dell impianto così come ampliata. La pompa sarà poi tarata per rimanere al di sotto della portata massima di disoleazione e in modo da assicurare al volume nel frattempo accumulato un tempo di residenza sufficiente per consentire la sedimentazione delle sabbie dentro le vasche. In questo modo, a partire dall impianto già in opera, sarà sufficiente intervenire installando a monte un opportuno pozzetto scolmatore che, una volta riempite le vasche di dissabbiatura, possano bypassare verso lo scarico le acque eccedenti, equivalenti ad una pioggia eccedente i circa 7,4 mm di pioggia, come sopra evidenziato. Successivamente, a monte del pozzo perdente verrà posto in opera un ulteriore pozzetto di raccordo ove sarà possibile effettuare i campionamenti per la verifica della conformità dello scarico. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 18 di 74

19 2.9 IMPIANTO DI VAGLIATURA-FRANTUMAZIONE STATO AUTORIZZATO Nello stato autorizzato il frantoio è caratterizzato da una bocca di carico pari a 1130x915 mm. La produzione massima dipende dalla regolazione di scarico misurata in posizione chiusa. La Tabella 12 riporta la potenzialità in t/h. Produzione massima (1) con regolazione (2) t/h 100 mm ca mm ca mm ca mm ca mm ca. 350 (1) per materiali di media durezza con peso in mucchio di 1,6 t/m 3, in pezzatura mista, con alimentazione regolare e ininterrotta. (2) regolazione di scarico misurata in posizione chiusa Tabella 12 Produzione massima del frantoio nello stato autorizzato. Il frantoio è ovviamente collegato ad un alimentatore a sua volta rifornito mediante l ausilio di un escavatore o di una pala meccanica dall area di carico. L eventuale manutenzione del frantoio e dell alimentatore è garantita attraverso l ingresso/uscita presente in prossimità della zona perimetrale superiore dell area dell impianto. Il frantoio scarica su di un nastro pressoché orizzontale il quale è dotato di un deferrizzatore a nastro. Le figure seguenti mostrano il frantoio in sezione (lato) e in pianta. Le materie prime seconde ottenute dal processo di recupero attraverso il nastro brandeggiante, possono essere stoccate all interno dell area di stoccaggio per la verifica delle caratteristiche, e quindi essere destinate al riutilizzo, oppure alimentate direttamente al vaglio sgrossatore dell impianto di lavorazione degli inerti di cava per una loro utilizzo ad integrazione degli inerti naturali. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 19 di 74

20 Figura 2 Vista laterale e in pianta del corpo macchina del frantoio in uso STATO DI VARIANTE Nello stato di variante il frantoio rimane il medesimo di quello presente nello stato autorizzato. Tuttavia, grazie all inserimento di un nuovo vaglio mobile per l ottenimento di determinati fusi granulometrici, è possibile intervenire con una diversa regolazione del frantoio aumentando l apertura della bocca di carico, con conseguente aumento di potenzialità istantanea. Si noti infatti che la massima potenzialità oraria dell impianto è stata calcolata nell ipotesi di massima apertura operativamente utile, vale a dire considerando una produzione massima di punta di circa 300 t/h durante il giorno di massima produzione. Si evidenzia tuttavia, che tale potenzialità non equivale a quella media effettivamente possibile, date anche le altre dotazioni impiantistiche e organizzative dell impianto. Inoltre, a completare le operazioni di recupero per le tipologie di rifiuto contenenti una maggior percentuale di materiali fini, si prevede di utilizzare una macchina vagliatrice mobile a ruote, dotata di tramoggia a griglia per gli scarti, vaglio vibrante a due griglie e tre nastri convogliatori. Peso totale 18 t Lunghezza 14,6 m Larghezza 2,8 m Dimensione vagli 2,5 x 2,5 m Rimorchio a traino con pneumatici 2 assi Tabella 13 Scheda tecnica vaglio mobile. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 20 di 74

21 2.10 DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI RECUPERO RIFIUTI Nello stato di variante il rifiuto segue lo stesso processo realizzato nello stato autorizzato, con le uniche differenze dovute alla nuova disposizione planimetrica delle diverse aree dell impianto. Il rifiuto in entrata verrà stoccato in cumuli nell area predisposta, come descritta al paragrafo 2.7 Area di stoccaggio rifiuti in ingresso, a pag. 15. Dai cumuli il rifiuto sarà trasportato verso l area di carico ed immesso nella tramoggia dell impianto di frantumazione tramite l uso di una pala meccanica. Le operazioni possono essere così schematizzate: ingresso rifiuti e primo controllo di qualità per l ammissibilità all impianto dei rifiuti in arrivo; stoccaggio temporaneo, movimentazione nell area di carico ed alimentazione impianto di frantumazione; secondo controllo di qualità, durante l immissione, per eliminare eventuali materiali inquinanti; riduzione volumetrica e ottenimento di materia prima secondaria o per successiva fase di vagliatura; eventuale miscelazione con gli inerti di cava (assortimento granulometrico). Per una descrizione dettagliata delle materie prime secondarie ottenute si rimanda al Piano di gestione operativo, nel quale sono state riportate le norme tecniche di riferimento, le specifiche e le verifiche condotte per assicurare che i materiali possano essere recuperati a tutti gli effetti, uscendo dall ambito di applicazione della normativa rifiuti (end of waste). SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 21 di 74

22 3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 3.1 PREMESSA Il quadro di riferimento programmatico fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l opera e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale. Sono, quindi di seguito analizzati i piani territoriali in vigore ed individuati gli eventuali vincoli e le prescrizioni che insistono sull area, che riguardano, in particolare: le norme e prescrizioni di strumenti urbanistici, piani paesistici e territoriali e piani di settore; i vincoli paesaggistici, naturalistici, architettonici, archeologici, storico-culturali, demaniali ed idrogeologici, servitù ed altre limitazioni alla proprietà; i condizionamenti indotti dalla natura e vocazione dei luoghi e da particolari esigenze di tutela ambientale. I piani presi in considerazione, al fine di identificare e valutare l'inserimento dell'opera nel territorio e le eventuali disarmonie con la pianificazione, sono i seguenti: Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.); Vincoli di cui alla Legge Regionale n. 3/00; Piano Territoriale Provinciale della Provincia di Verona (P.T.P.); Piano Regolatore Generale del Comune di Pescantina; Regione del Veneto - Piano Regionale per il Risanamento delle Acque (P.R.R.A.); Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.R.T.A.) Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del bacino dell Adige (PAI); Regione del Veneto - Piano Regionale per la tutela e il risanamento dell'atmosfera (P.R.T.R.A.). Piano d Area Quadrante Europa (PAQE); Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.). Lo scenario normativo - programmatico di riferimento, con l approvazione della nuova legge urbanistica regionale n. 11 del 23 aprile 2004 Norme per il governo del territorio, è mutato ed è tuttora in evoluzione. La nuova legge urbanistica, infatti, ridefinisce il ruolo ed i contenuti del Piano territoriale di coordinamento provinciale (P.T.C.P.) ed introduce due livelli di programmazione comunale: il Piano di assetto del territorio (PAT) che sostituirà il PRG ed il Piano degli interventi (PI). Attualmente è in corso l iter per la redazione del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Regionale in quanto il piano attualmente in vigore, e quindi comunque preso a riferimento, è stato approvato in base alla vecchia L.R. 61/1985. Si deve inoltre ricordare che ad oggi nessun piano provinciale del Veneto è stato approvato e quindi, pur facendo in seguito riferimento al P.T.P. di Verona, si è consapevoli che tale piano non è mai risultato efficace. La rassegna degli strumenti di pianificazione sovra ordinata e locale che SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 22 di 74

23 segue, vuole comunque fornire un inquadramento del territorio e individuare gli obiettivi di programmazione in atto, al fine di verificare la conformità delle scelte progettuali con tali indirizzi pianificatori e di sostenibilità dello sviluppo del territorio. 3.2 PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO DEL VENETO (P.T.R.C.) Il Piano territoriale regionale di coordinamento del Veneto P.T.R.C. - approvato con Provvedimento del Consiglio Regionale n. 250 del 13 dicembre 1991 e n. 382 del 28 maggio 1992, in quanto strumento massimo di governo dell'ambiente e dell'insediamento, si costituisce come termine di riferimento per le proposte di pianificazione locale e settoriale che si vanno predisponendo sul territorio, al fine di renderle tra di loro compatibili e di ricondurle a sintesi coerente. Il PTRC viene espressamente qualificato come piano urbanistico territoriale con specifica valenza paesistica ed ambientale, in quanto: individua il sistema delle risorse naturalistiche ambientali; formula direttive, prescrizioni e vincoli per la tutela del paesaggio e dell'ambiente immediatamente prevalenti o che dovranno essere disciplinati in sede di successiva pianificazione (Piani di Area, Piani di settore, Piani Territoriali Provinciali) o subordinata (Piani Regolatori Generali); stabilisce quali, tra gli ambiti unitari con rilevanti caratteri ambientali e paesistici di interesse generale, debbano essere pianificati contestualmente al P.T.R.C. a livello di Piano di Area, ed indica gli ambiti che saranno pianificati in una successiva fase con piani di area o di settore; regola le iniziative di pianificazione paesistica successive e/o subordinata che possono essere adottate dalle Province e dai Comuni o da loro consorzi mediante opportune forme di coordinamento. Dalla consultazione degli elaborati cartografici e delle Norme tecniche di attuazione emergono i vincoli e le destinazioni di seguito descritti. Tavola Difesa del suolo e degli Insediamenti (vedi Tavola 3 Estratti degli strumenti urbanistici riguardanti i vincoli e la pianificazione territoriale ) Dalla tavola 1 del piano (vedi Tavola 3 Estratti degli strumenti urbanistici riguardanti i vincoli e la pianificazione territoriale ) risulta che l area interessata dal progetto di variante (come per lo stato autorizzato) ricade all interno della fascia di ricarica degli acquiferi e soggetto alle prescrizioni e vincoli contenuti nella norme di attuazione (art. 12 direttive e prescrizioni per le aree ad elevata vulnerabilità ambientale per la tutela delle risorse idriche ) di cui si riporta uno stralcio Art Nelle seguente aree a più elevata vulnerabilità ambientale, come individuate nella tavola n.1: a) la Fascia di ricarica degli acquiferi (omissis) è vietato il nuovo insediamento di attività industriali (omissis) con acque reflue non collegate alla rete fognaria pubblica o di cui non SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 23 di 74

24 sia previsto (omissis) uno smaltimento compatibile con le caratteristiche ambientali dell area. (omissis) Relativamente alle prescrizioni contenute nell art. 12 richiamato, il progetto di variante non risulta in contrasto in quanto le acque di dilavamento verranno scaricate a suolo previo idoneo trattamento. Tavola Ambiti naturalistico - ambientali e paesaggistici di livello regionale (vedi Tavola 3 Estratti degli strumenti urbanistici riguardanti i vincoli e la pianificazione territoriale ) L area in esame (che è la medesima dello stato autorizzato) non è soggetta a vincolo per la tutela dei beni culturali, né ad alcun vincolo paesaggistico da parte del P.T.R.C. (vedi Tavola 3 Estratti degli strumenti urbanistici riguardanti i vincoli e la pianificazione territoriale ); inoltre non è soggetta a pericolo di valanghe, né a rischio sismico e non appartiene a zone esondabili o litoranee. Non è stata individuata nel sistema degli ambiti naturalistico - ambientali e paesaggistici di livello regionale. Essa pertanto non appartiene: agli ambiti naturalistici di livello regionale; alle aree di tutela paesaggistica, vincolate ai sensi delle leggi 1497/39 e 431/85; alle zone umide. Dall esame del P.T.R.C. non si individuano prescrizioni particolari, riguardanti la compatibilità delle modifiche all impianto con la zona, ad eccezione della ubicazione all interno della fascia di ricarica degli acquiferi; questo sottopone il progetto in esame all obbligo di assoggettare le acque reflue connesse all attività svolta ad uno smaltimento compatibile con le caratteristiche ambientali dell area. Tale obbligo viene ottemperato dalle specifiche di progetto inerenti la gestione delle acque reflue e di prima pioggia previste (obbligo peraltro già rispettato nello stato autorizzato). 3.3 PIANO AREA QUADRANTE EUROPA (P.A.Q.E.) Approvato con D.C.R. n.69 in data , il Piano d Area Quadrante Europa interessa l area metropolitana di Verona comprendente 22 comuni, tra i quali Villafranca, e si articola in 6 Sistemi, rispettivamente riferiti alla Mobilità, alla Produzione ed alla Innovazione, all Ecologia, ai Paesaggi aperti ed urbani, ai Beni Storico-Culturali ed alla Ricreazione e Tempo Libero. Dall'entrata in vigore del piano d area, la Provincia e i Comuni ne recepiscono le prescrizioni e i vincoli. Dall analisi della cartografia di piano emergono i seguenti temi presenti nell area di studio. All articolo 49 delle N.t.A., che regolamenta i Siti con impianti di lavorazione e/o trattamento dei rifiuti, gli ampliamenti di discariche esistenti, vengono vincolati a miglioramenti significativi dell ambiente circostante: Articolo 49 - Siti con impianti di lavorazione e/o trattamento dei rifiuti.. SIA - Modifica impianto autorizzato Pagina 24 di 74

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