FRUIZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VILLA ROMANA DEL NANIGLIO A GIOIOSA JONICA Messa in sicurezza della Cisterna semipogea -

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2 1 FRUIZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VILLA ROMANA DEL NANIGLIO A GIOIOSA JONICA Messa in sicurezza della Cisterna semipogea - RELAZIONE GEOLOGICA

3 2 Indice Premessa... 3 Obiettivi Principali dello Studio... 3 Metodologie... 3 L Arco Calabro... 4 Localizzazione dell area di interesse... 8 Assetto geologico... 9 Assetto geomorfologico Condizioni idrogeologiche Piano delle Indagini geognostiche Compatibilità PAI Conclusioni... 16

4 3 Obiettivi Principali dello Studio Tale studio è stato svolto in ottemperanza alla normativa vigente: Norme Tecniche per Le Costruzioni DM 14/01/2008; Legge Urbanistica della Calabria n.19 del 16/04/2002; Legge Regionale n. 35 del 10 Agosto 2012 (modifiche ed integrazioni alla Legge Regionale 16 Aprile 2002 n.19); Legge Regionale n. 35 del 19/10/2009 (testo coordinato con le modifiche ed integrazioni di cui alle LL. RR. 5 Gennaio 2010, n 1; 28 Maggio 2010, n. 13; 17 Dicembre 2010 n. 33, 30 Giugno 2011, n. 16; 15 Giugno 2012, n. 25); Regolamento Regionale n. 7 del 28/06/2012; Regolamento Regionale n. 2 del 19/03/2013; Normativa PAI ai sensi dell art. 1-bis della L. 365/2000 (ed aggiornamenti approvati dal Comitato Istituzionale con Delibera n. 27 del ), dell art.17 Legge 18 maggio 1989 n. 183, dell art.1 Legge 3 agosto 1998 n. 267); Metodologie Le informazioni necessarie alla realizzazione del modello geologico di riferimento relativo alla zona d intervento sono state acquisite secondo la seguente modalità operativa: Raccolta ed analisi critica di dati pregressi e di documentazione bibliografica relativa all area in esame; studio ed interpretazione stereoscopica delle foto aeree; esecuzione di rilievi a carattere geologico geomorfologico studio della circolazione idrica superficiale e sotterranea; elaborazione dei dati raccolti.

5 4 L Arco Calabro La complessità geologica che caratterizza la Calabria, che ha da sempre attirato l'attenzione di studiosi di tutto il mondo, deriva dalla tormentata storia tettonica che la regione ha subito durante la sua strutturazione. La struttura geologica della regione è costituita essenzialmente da una serie di falde cristalline, denominata nell'insieme Arco Calabro, derivante dalla deformazione di crosta oceanica e continentale. Due importanti sistemi strutturali trasversali delimitano le coltri cristalline dell'arco Calabro rispetto alle catene sud-appenninica e maghrebide: la linea di Sangineto a nord e la linea di Taormina a sud (fig.1). Fig. 1 - Schizzo del sistema appenninico-maghrebide (da Amodio-Morelli et al., 1976). L'Arco Calabro è stato differenziato in due distinti settori che vengono a contatto lungo un allineamento strutturale, poco a sud di Catanzaro, che da Capo Vaticano, attraverso la Valle del Mesima, si estende fino a Soverato. I due settori sono caratterizzati da un assetto tettono-stratigrafico e da una storia evolutiva differente che si traduce per il settore meridionale, rispetto al settore settentrionale, nell'assenza di un'unità ofiolitica e di un metamorfismo alpino nelle unità

6 5 cristalline, nella mancanza delle unità carbonatiche appenniniche sottostanti alle unità cristalline, ed infine nella vergenza meridionale delle falde. Il settore settentrionale (fig. 2) è formato da una serie di falde, costituita da rocce granitiche e da rocce metamorfiche ed ofiolitiche di alto e di basso grado, che presenta piani di accavallamento e strutture caratterizzate da polarità europea. Tali coltri poggiano sulle unità carbonatiche appartenenti alla catena appenninica; queste ultime unità affiorano lungo la Catena Costiera e nel Massiccio del Pollino. Fig. 2 - Schema geologico-strutturale del settore settentrionale dell'arco Calabro-Peloritano. Legenda: 1) sequenze medio-supraplioceniche-pleistoceniche; 2) sequenze tortonianoinfraplioceniche; 3) Unità di Stilo; 4) Unità Polia-Copanello; 5) Unità di Castagna; 6) Unità di Bagni; 7) Unità ofiolitifere (Unità del Frido + Unità ofiolitica superiore); 8) Unità di Longobucco, copertura sedimentaria; 9) Unità di Longobucco, basamento; 10) Unità Sicilidi; 11) Unità del Cilento; 12) unità carbonatiche della catena appenninica (datortorici, 1982). Cinque sono le unità riconosciute e che di seguito vengono sinteticamente descritte nei loro caratteri essenziali. L'unità più profonda è l'unità del Frido; questa unità affiora un po' su tutto il settore ed è costituita da metasedimenti cui sono associate ofioliti costituite prevalentemente da meta basalti e serpentiniti. Segue l'unità di Malvito costituita da lave a pillow su cui poggia una copertura costituita da argilliti silicee, radiolariti, calcari marnosi e quarzoareniti.

7 6 Si ha poi l'unità di Bagni costituita da un basamento prevalentemente filladico, con intercalazioni di micascisti, metareniti e porfiroidi, ed una copertura costituita da dolomie, calcari torbiditici e radiolari; l'unità affiora in Sila Piccola e nell'alta Valle del Crati. Segue al dì sopra l'unità di Castagna; questa unità che affiora in Sila Piccola, sul bordo orientale della Valle del Crati e nelle Serre settentrionali è rappresentata essenzialmente da micascisti a granato, paragneiss biotitici e gneiss occhiadini. L'unità cristallina tettonicamente più elevata è l'unita di Polia-Copanello che affiora nel Massiccio Silano; essa è costituita prevalentemente da gneiss kinzigitici con intercalate masse di anfiboliti e metaperidotiti. Nella porzione orientale del Massiccio Silano tali unità ricoprono l'unità di Longobucco; la quale è costituita da un basamento di filladi e da una copertura terrigena e carbonatica. Trasgressivi su tutto l'edificio a falde poggiano i terreni sedimentari marini e continentali del Tortoniano inferiore-pliocene inferiore (con intercalati livelli costituiti da sedimenti appartenenti alle Unità Sicilidi) e del Pliocene medio superiore- Pleistocene. Il settore meridionale (fig. 3), che comprende le Serre, l'aspromonte e proseguendo in Sicilia i Peloritani, è rappresentato da una serie di coltri costituita da rocce granitiche e metamorfiche che si sono sovrapposte con polarità meridionale. Fig. 3 - Schema geologico-strutturale del settore meridionale dell'arco Calabro-Peloritano. Legenda: 1) vulcaniti etnee; 2) sequenze medio-supraplioceniche-pleistoceniche; 3) sequenze tortonianoinfraplioceniche; 4) Unità Sicilidi; 5) Formazione di Stilo-Capo d'orlando; 6) Unità di Stilo, coperture mesozoiche; 7) Unità di Stilo, basamento; 8) Unità dell'aspromonte; 9) Unità di Mandanici; 10) Unità Longi-Taormina, coperture meso-cenozoiche; 11) Unità Longi-Taormina, basamento; 12) unità cristalline del settore settentrionale dell'arco Calabro-Peloritano (da Tortorici,1982).

8 7 Nell'insieme le coltri cristalline della Calabria meridionale e dei Monti Peloritani si sono accavallate sulle unità sedimentarie della catena delle Maghrebidi siciliane. Di seguito sono sinteticamente descritte nei loro caratteri essenziali le unità che caratterizzano tale settore. L'unità più profonda è l'unità di Longi-Taormina costituita da un basamento e da una copertura sedimentaria terrigena ed affiora lungo il margine meridionale dei Peloritani. Su di essa poggia l'unità di Mandanici che affiora estesamente nella porzione centrale dei Peloritani e nel settore meridionale dell'aspromonte; questa unità è costituita da filladi, quarziti, calcescisti e metabasalti ed una copertura sedimentarie. In posizione ancora più elevata si rinviene l'unità dell'aspromonte rappresentata da paragneiss, micascisti con intercalazioni di anfiboliti e marmi che affiora estesamente in tutta la parte meridionale dei Peloritani ed in Aspromonte. In posizione apicale si trova l'unità di Stilo; questa unità che affiora nelle Serre meridionali presenta un basamento costituito da paragneiss, micascisti e filladi ed una copertura costituita da una successione calcareo-dolomitica. Sull'edificio costituito da tali unità si deposita, tra l'aquitaniano ed il Langhiano, la Formazione di Stilo-Capo d'orlando costituita da una successione di torbiditi arenaceoconglomeratiche ed arenaceo-pelitiche e coltri di argille variegate scagliose. Trasgressive su tutto l'edificio, costituito dall'impilamento di tali unità, poggiano le successioni del Tortoniano, del Pliocene inferiore e del Pliocene superiore-pleistocene costituiti da rocce sedimentarie evaporitiche e terrigene. L'Arco Calabro è interpretato come un frammento di una catena alpina Europa-vergente, formato da più falde sovrapposte derivanti dalla litosfera continentale ed oceanica africana, sovrascorse nel Miocene inferiore sulla catena appennino- maghrebide Africa-vergente. Durante il Neogene, l'arco Calabro subisce una serie di fasi tettoniche distensive e trascorrenti collegate all'inizio dell'apertura del Mar Tirreno. A seguito di tali deformazioni l'arco Calabro risulta segmentato da importanti sistemi di faglie organizzati secondo sistemi longitudinali e trasversali rispetto alle direttrici strutturali della catena calabra. I due sistemi di faglie sono i principali responsabili dell'apertura di importanti bacini sedimentari continentali e marini, sia longitudinali (bacino del Crati, del Mesima, di Crotone - Capo Spartivento, di Paola-Gioia) sia trasversali (fossa del basso Crati-Sibari, fossa di Catanzaro, fossa di Siderno).

9 8 Durante il Quaternario la catena calabra è caratterizzata da una tettonica estensionale, che determina movimenti normali su tutte le preesistenti strutture. Il sollevamento tettonico è ancora attivo e ciò è testimoniato dall'intensa attività sismica della regione. Localizzazione dell area di interesse L area su cui sorge il parco archeologico della villa romana del Naniglio, è ubicata nella periferia del centro abitato di Gioiosa Jonica, e precisamente nella località denominata Annunziata ex Feudo di Santa Maria delle Grazie. La villa romana, è orientata in direzione Ovest Est con un inclinazione rispetto il Nord di circa 63, le coordinate geografiche sono le seguenti: Lat. Nord: ,12 Long. Est: ,92 Fig. 4 particolare dell area di interesse I resti della villa si dispongono a declivio su una collinetta di m s.l.m. che scende dolcemente verso il limitante torrente Torbido. Una posizione geotopografica, a breve distanza dal mare, sul costone orientale della vallata che prende il nome dall omonimo fiume.

10 9 Assetto geologico Le litologie affioranti nell area oggetto di studio e nelle zone ad essa limitrofi sono costituite esclusivamente da litotipi di natura sedimentaria. Tali litotipi sono di seguito descritti ed organizzati stratigraficamente dal più recente al più antico (vedi Carta Geologica). Olocene Depositi alluvionali mobili e fissati, sono costituiti da sabbie e ghiaie con clasti di dimensioni molto variabili di natura metamorfica e migmatitica immersi in una matrice limosa argillosa, tali materiali provengono dal disfacimento delle formazioni marine e continentali che costituiscono il bacino montano. Miocene Calcare evaporitico bianco giallastro, talora arenaceo con sottili intercalazioni di silts ed argille siltose. Questo complesso presenta una moderata resistenza all erosione e permeabilità media. Argille policrome, con sottili intercalazioni di arenarie e conglomerati. Questo complesso presenta in superficie un aspetto caotico. Esso si caratterizza per una scarsa resistenza all erosione e permeabilità bassa, e sovente lungo i pendii più ripidi, le argille tendono a dar luogo a movimenti franosi. Argille siltose, con sottili intercalazioni di arenarie ben cementate. Questo complesso per quanto attiene alle proprietà geomeccaniche e idrogeologiche presenta le stesse caratteristiche afferenti alle argille policrome. Conglomerati, grossolani grigiastri, occasionalmente rossastri, ben cementati, con ciottoli, da arrotondati ad angolari, di rocce cristalline. Verso il tetto sono presenti intercalazioni di arenarie grossolane brune. Questo complesso si contraddistingue per una moderata resistenza all erosione ed elevata permeabilità.

11 10 Assetto geomorfologico L area di interesse si colloca alla base di su un altura collinare, delimitata a S, E ed O da versanti che degradano sino alla piana alluvionale dei fiumi Torbido e Gallizzi; il rilievo, comunque, si trova a grande distanza dagli alvei attuali dei suddetti torrenti, e pertanto i versanti non risentono di azioni di scalzamento al piede da parte delle acque incanalate. Dallo studio geomorfologico non sono emersi problemi di grande stabilità, si consideri però che il sito di interesse ricade su una piccola altura, di dolce morfologia, ai limiti delle zone subpianeggianti della piana alluvionale della Fiumara Torbido. Comunque, in definitiva, l azione morfogenetica predominante è quella delle acque diffuse, che ricadono sul rilievo e che scorrono in superficie o si infiltrano facilmente entro i terreni conglomeratici. Il suolo è costituito da abbondante frazione detritica, in matrice terrosa bruno rossastra, si tratta della copertura detritica dell orizzonte conglomeratico che compone l ampia dorsale che si sviluppa lungo buona parte della destra idrografica della f.ra Gallizzi, immergendosi, più a valle nelle alluvioni della parte alta della conoide che lo stesso Gallizzi forma prima di confluire nel Fiume Torbido. Dallo studio geomorfologico non sono emersi grandi problemi di stabilità, in quanto i conglomerati presenti nel sito di intervento giacciono in condizioni geomorfologiche poco acclivi. La situazione topografica/morfologica stabilisce per l area in esame la categoria: Categoria topografica T1 Data la condizione geomorfologica e litologica, in corrispondenza della zona in esame, non si riscontrano possibilità di instabilità dei terreni interessati dallo studio.

12 11 Condizioni idrogeologiche Per quanto concerne l idrogeologia locale, il deflusso superficiale del territorio del Comune di Gioiosa Ionica è caratterizzato dalla presenza dei seguenti organismi idrografici: torrente Torbido e torrente Gallizzi. Specificatamente, il sito di interesse è situato al limite tra due litologie, ovvero terreni conglomeratico sabbiosi con ciottoli di natura cristallina di dimensioni variabili immersi nella matrice sabbiosa di colore bruno e depositi alluvionali. L area è interessata dall azione delle acque diffuse che ricadono direttamente sul rilievo e che scorrono in superficie o si infiltrano facilmente poiché i litotipi in affioramento sono caratterizzati da una permeabilità elevata. Le acque di infiltrazione determinano la riduzione delle resistenze meccaniche dei litotipi ed appesantimenti delle coltri degradate. L idrografia superficiale non interessa in alcun modo l area di interesse, poiché non vi è la presenza di valloni, compluvi o torrentelli tali da comportare soggezione idraulica per l opera che si andrà a realizzare; l elemento idrografico superficiale più importante presente in zona è la Fiumara Torbido che scorre a notevole distanza dall area di intervento e quindi non costituisce alcuna soggezione idraulica per l area in oggetto. Allo stato attuale non sussistono condizioni limitanti l area di interesse né l instaurarsi di processi erosivi a rapida evoluzione; inoltre sono da escludere penalizzazioni locali di carattere idrologico.

13 12 Localizzazione area di intervento Piano delle Indagini geognostiche Villa Romana del Naniglio Pianta della cisterna semipogea Zona interna Ubicazione area destinata all esecuzione delle indagini geognostiche

14 13 Le opere in progetto Gli interventi che si prevede di realizzare riguardano nello specifico alcune sezioni che fanno parte della cisterna: - ZONA ESTERNA: accesso, ed estradosso della volta; - ZONA INGRESSO: ambiente orientale con edicola, ambiente occidentale, e scala elicoidale; - ZONA INTERNA: campate con la volta, pozzo centrale, pareti perimetrali, pilastri; Qui di seguito si indicano per ogni zona della cisterna i singoli interventi con priorità da effettuare al fine di rendere fruibile il bene: ZONA ESTERNA ACCESSO ESTRADOSSO DELLA VOLTA Diserbo e decespugliamento delle erbe ed arbusti infestanti; Puntellatura/Centinatura e messa in sicurezza dell accesso; Diserbo e decespugliamento delle erbe infestanti Eliminazione del manto stradale; Ricucitura di lesioni in muratura; Rinforzo strutturale con fibra di carbonio; Impermeabilizzazione della volta. AMBIENTE ORIENTALE EDICOLA CON Diserbo e decespugliamento delle erbe ed arbusti infestanti; Impermeabilizzazione delle pareti; Consolidamento strutturale dell edicola votiva; Ricucitura di lesioni in muratura; Restauro degli apparati decorativi; ZONA INGRESSO AMBIENTE OCCIDENTALE SCALA ELICOIDALE Diserbo e decespugliamento delle erbe ed arbusti infestanti Impermeabilizzazione delle pareti; Ricucitura di lesioni in muratura; Diserbo e decespugliamento delle erbe ed arbusti infestanti; Consolidamento strutturale della scala; Ricucitura di lesioni in muratura; Puntellatura di struttura

15 14 ZONA INTERNA PAVIMENTO CAMPATE CON LA VOLTA POZZO CENTRALE PARETI PERIMETRALI PILASTRI PAVIMENTAZIONE Diserbo e decespugliamento delle erbe ed arbusti infestanti; Pulitura manuale con rimozione di depositi superficiali; Integrazione di elementi lapidei; Centinatura e puntellatura di tutta la struttura della cisterna; Consolidamento strutturale della volta; Ricucitura di lesioni in muratura; Restauro di murature; Impermeabilizzazione delle pareti del pozzo; Pulitura degli strati dell intonaco; Trattamento devitalizzante di attacchi biologici; Consolidamento dei giunti decoesi; Stilatura dei giunti; Reintegrazioni di lacune; Chiusura dei fori di andito Pulitura degli strati dell intonaco; Consolidamento dei giunti decoesi; Stilatura dei giunti; Reintegrazioni di lacune; Pulitura manuale con rimozione di depositi superficiali; Integrazione di elementi lapidei; Piano delle indagini geognostiche Visti gli interventi in progetto si ritiene opportuno pianificare una adeguata campagna di indagini geognostiche, la quale sarà volta alla definizione del modello geologico/tecnico dell area di interesse. E opportuno precisare che le indagini geologiche da eseguire, vista l ubicazione dell area di interesse in zona archeologica, dovranno essere svolte e distinte in due fasi operative, che di seguito sono schematizzate. I FASE

16 15 Esecuzione di indagini di tipo indiretto, da espletare per mezzo di tecniche geofisiche non invasive, la cui applicazione risulterà priva di alterazione ed estrazione di materiale dal sottosuolo. A tal proposito si consiglia di utilizzare metodologie di indagine che prevedano l impiego di georadar o in alternativa di tomografia geoelettrica o sismica. II FASE Dopo aver eseguito le indagini della fase precedente, specificatamente rivolte all individuazione di possibili manufatti o opere sepolte, sarà possibile eseguire le indagini utili alla ricostruzione del modello geologico tecnico (per come normato dal DM ). A tal proposito, vista la natura del terreno e l intervento in progetto si consiglia di eseguire almeno n. 2 prove penetrometriche di tipo DPSH e n. 1 indagine sismica a rifrazione di tipo MASW. Compatibilità PAI Il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico della Regione Calabria redatto ai sensi dell art. 1- bis della L. 365/2000 ed aggiornato dal Comitato Istituzionale con Delibera n. 27 del , ha valore di Piano Territoriale di Settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d uso riguardanti la difesa del rischio idrogeologico del territorio calabrese. In ottemperanza alla normativa PAI vigente che regolamenta le Norme di Attuazione e Misure di Salvaguardia ai sensi dell art. 1-bis della L. 365/2000, dell art.17 Legge 18 maggio 1989 n. 183, dell art.1 Legge 3 agosto 1998 n. 267 ed aggiornamenti approvati dal Comitato Istituzionale con Delibera n. 27 del , è stato eseguito un inquadramento dell area interessata dalle opere in progetto rispetto alle perimetrazioni delle aree considerate a Rischio Frana e Idraulico. Rischio Frana Dallo studio eseguito sulla Carta Inventario delle Frane e delle Relative Aree a Rischio Comune di Gioiosa Ionica a scala 1: (elaborato 15.2 tav ), risulta che l area di interesse non rientra tra le aree classificate a rischio frana, ma è limitrofe ad una zona individuata dal PAI come area a rischio R3 e collocata subito a ridosso del perimetro del cimitero comunale (vedi fig.). Dunque in Fase Esecutiva, si consiglia di valutare

17 16 l influenza dell intervento in progetto in merito alle condizioni di stabilità generali caratterizzanti l area in di interesse. Area a rischio Area a Area di Area di Figura 6 Stralcio Cartografia PAI Frane Figura 7 Stralcio Cartografia PAI Idraulico Rischio Idraulico Dallo studio eseguito sulla Carta delle Perimetrazioni delle Aree a Rischio Idraulico Comune di Gioiosa Ionica a scala 1: (tav. RI 80039/B), risulta che la zona di interesse non rientra tra aree classificate a rischio idraulico. Conclusioni L area di interesse risulta essere di pertinenza del parco archeologico della villa romana del Naniglio, ed è ubicata nella periferia del centro abitato di Gioiosa Jonica, subito a valle del cimitero comunale e più precisamente nella località denominata Annunziata ex Feudo di Santa Maria delle Grazie. La villa romana, è orientata Ovest Est con un inclinazione rispetto il Nord di circa 63, le coordinate geografiche sono le seguenti: Lat. Nord: ,12 Long. Est: ,92 Il presente studio geologico svolto nell ambito della redazione del Progetto Definitivo:

18 17 FRUIZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VILLA ROMANA DEL NANIGLIO A GIOIOSA JONICA MESSA IN SICUREZZA DELLA CISTERNA SEMIPOGEA, ha avuto come scopo principale quello di descrivere il modello geologico afferente l area di interesse e definire la campagna di indagini geognostiche da eseguire nella fase progettuale esecutiva. Dallo studio geologico si è potuto evincere quanto segue: L area di interesse si colloca alla base di un altura collinare, posta al limite tra due unità litologiche, ovvero tra i depositi conglomeratici del Miocene e le Alluvioni fissate dell Olocene. Il contesto geomorfologico di riferimento indica per l area di interesse una categoria topografica T1 Per quanto attiene all assetto idrogeologico, il sito in oggetto è contraddistinto dalla presenza di litotipi caratterizzati da un buon grado di permeabilità. Per quanto riguarda la presenza/assenza di falde idriche si rimanda alla successiva fase progettuale, poiché dopo l esecuzione delle indagini geognostiche si potranno acquisire utili indicazioni in merito. Dalle argomentazioni esposte e dai dati di sintesi riportati in conclusione, attinenti allo studio geologico eseguito, si afferma, per il sito in esame, un parere positivo sulla fattibilità geologica inerente le opere in progetto subordinato alla esecuzione delle indagini geologiche previste nella presente relazione. Il Geologo Dott. Monteleone Domenico

19 18 Allegati Tavola Cartografica di Inquadramento Territoriale

20 1 Relazione Geologica

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