SCHEDATURA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE NEL CENTRO URBANO DELLA FRAZIONE DI TAVARNUZZE RELAZIONE

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1 1 SCHEDATURA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE NEL CENTRO URBANO DELLA FRAZIONE DI TAVARNUZZE RELAZIONE 1. Aree omogenee Tavarnuzze è stata suddivisa in otto aree omogenee, nelle quali è operabile una lettura del patrimonio edilizio che presenta elementi caratterizzanti e comuni alla gran parte del territorio come delimitato, con rare eccezioni: A. L area a nord, a sinistra della Strada Statale n.2 Cassia, in parte a destra ed in parte a sinistra rispetto al fiume Greve, pianeggiante, caratterizzata dalle grandi aree della centrale Enel e del depuratore, con pochissimi insediamenti di civile abitazione (una diecina di unità), lungo la strada, di impianto storico, alle due estremità nord e sud dell area, dopo l Enel, che tuttavia conservano, in quanto pesantemente ristrutturate, pochi elementi di interesse in tal senso; B. Area omogenea, a carattere produttivo industriale, a nord, alla destra della Strada Statale, in posizione pedecollinare, costituita dagli estesi complessi di tre fabbriche, delle quali una attualmente dismessa; C. Con qualche parentela con l area A, e sotto di essa, come questa a sinistra della Strada Statale, a cavallo della Greve e pianeggiante, prevalentemente non edificata anche se urbanizzata, in quanto caratterizzata in gran parte dai due grandi complessi sportivi della Polisportiva Tavarnuzze Impruneta con campo sportivo e dello Zodiac con i campi da tennis, nonché dagli uffici e garages dell Enel. Pochi gli edifici residenziali, anche qui una diecina nella parte nord, molto recenti o comunque del dopoguerra, quindi senza valori storicoarchitettonici; D. Area omogenea, in posizione collinare di crinale, (sopra l incrocio fra la Cassia e via Repubblica), quindi panoramica, costituita da dieci condomini recenti non intensivi, relativamente radi e bassi, coevi nell epoca di costruzione e piuttosto simili architettonicamente. E. Piuttosto vasta ma soprattutto, a differenza delle altre finora illustrate, con tessuto edilizio serrato, pedecollinare o di mezza costa. Occupa la parte più centrale della frazione, con le vie Repubblica, Resistenza, parte iniziale di via Montebuoni e loro adiacenze. E, con la I, la più interessante storicamente ed architettonicamente, in quanto comprende un centinaio di edifici, dei quali un certo numero di impianto precedente al XX secolo, ma in piccoli gruppi, non sufficienti per determinare ambienti urbani con tali caratteri, ma anche molti altri, fino a costituirne la maggioranza, precedenti agli anni 50, e quindi costruiti ancora in gran parte secondo canoni tradizionali come tecniche e materiali. Pur senza elementi architettonici di particolare rilievo nei singoli edifici, costituisce quindi, nell insieme, un tessuto con propri caratteri meritevoli di salvaguardia. Non molti sono gli edifici decisamente dissonanti nel contesto architettonicamente e storicamente per quanto riguarda l aspetto esteriore. Gli interni sono invece quasi tutti compromessi con pesanti interventi, specie nei materiali, pavimenti, soffitti), e non esiste nessun caso, o quasi, in cui

2 l edificio abbia conservato, se antico, cioè anteriore al XX secolo, ma anche storicizzato (dei primi decenni del XX secolo), in misura soddisfacente e ben leggibile i caratteri originali in questo senso, mentre è per ovvii motivi, più frequente il caso di conservazione in edifici più recenti. F. Vasta area relativamente omogenea, in quanto costituita, nella quasi totalità, da un centinaio di villette, o piccoli condomini che hanno anch essi un simile carattere tipologico, in posizione di mezzacosta, sostanzialmente a destra (sud-est) della via di Montebuoni fino alla sua diramazione alla sommità. Le costruzioni sono anche sostanzialmente coeve, dalla fine degli anni 50 agli anni 70, e non presentano alcun carattere notevole da un punto di vista storico-architettonico. L insieme è comunque di una qualche qualità urbana, costituita dalla buona manutenzione, dal contenimento delle dimensioni, dagli spazi verdi interclusi a giardini o più raramente ad orti, piccoli, ma che sommandosi costituiscono un effetto d insieme. G. La più grande, e sicuramente popolosa, delle zone in cui è stata suddivisa la frazione, costituente tutto il quadrante ovest, compresa la parte oltre la Greve ed oltre la Superstrada, è in pianura con qualche propaggine pedecollinare-di mezzacosta. Comprende circa centotrenta edifici, in netta prevalenza condomini, che, pur non essendo particolarmente grandi in dimensione planimetrica né altimetrica, e anch essi spesso forniti di qualche area a verde, determinano un ambiente urbano affatto diverso da quello dell area F, anche per l edificazione ben più serrata. L epoca di costruzione è prevalentemente degli anni 70 ed 80. In alcune vie (1 Maggio, 2 Giugno), vi è una certa presenza di tipologie a villetta che per mancanza di contiguità non sono state accorpate all area F, e per esiguità non costituiscono ambiente urbano a sé. Per quest ultima ragione fanno parte di questa zona anche alcuni edifici sulla Cassia nella zona della Fuma e della propaggine ovest, di antico impianto, che tuttavia sono state pesantemente ristrutturate e per tale motivo non presentano caratteri storicoarchitettonici di particolare rilievo. H. Suddivisa in due piccole aree, H1 e H2, una diecina di edifici in tutto, costituite entrambe da recenti lottizzazioni, (similmente alla D), degli anni 70-80, la prima più disomogenea ed intensiva, a condomini non molto serrati, la seconda costituita sempre da condomini ma radi, con tipologia a villette, entrambe in posizione di mezzacosta alta, quasi panoramica, non contigue ma vicine, la prima sopra il gomito di via Montebuoni, la seconda sotto il Borgo di Sopra. I. E la più interessante delle aree se si cumulano gli elementi storici e paesaggistici. Costituita da edificato rado, una trentina di edifici, che è sull ultimo tratto di via Montebuoni che va dalla sella in sommità alle sue due biforcazioni: fino alla Vallombrosina da una parte e alla strada provinciale Imprunetana dall altra, seguendo sostanzialmente il crinale, in posizione, quindi, panoramica. Per quanto non omogenea più di tanto, ed estesa, per la relativa esiguità dell edificato, ed il contesto paesaggistico simile, può essere letta come area unica. La zona della Vallombrosina è costituita dall emergenza dell albergo, con qualche valenza storica, e da villette nessuna di grandi valori in tal senso. Quella dalla sella di Montebuoni alla Provinciale ha invece valenze notevoli anche in tal senso, con alcune coloniche ristrutturate, alcune ville sette-ottocentesche di rilevante valore, ed il piccolo nucleo del Borgo, più antico (probabilmente un ex convento). 2

3 3 La parte di maggiori valori storici è tuttavia senz altro costituita dalla parte intorno alla sella di Montebuoni, che coincide con il percorso della vecchia via Cassia, in cui trovasi l antico borgo con le tracce della vecchia osteria (e probabilmente dazio), e soprattutto l ex convento-ospedale di San Giuliano, con la chiesa annessa, e l antica chiesa di San Pietro, con abitazioni annesse. Purtroppo, anche nel caso di questa zona, per quanto vi siano tracce di valore storico-architettonico, la conservazione non è stata soddisfacente. 2. Individuazione - Dati generali Tessuti urbani Come già in parte descritto nel capitolo precedente sugli agglomerati omogenei, sono classificabili a tessuto compatto gli agglomerati E e G, e non compatti quelli A,B,C,D,F,H,I. La eccessiva sintesi della classificazione nella scheda impedisce una sfumatura che sarebbe opportuna specie nell agglomerato F, intermedio frai due. La dizione periferia consolidata non è particolarmente pregnante nel nostro caso, ma indica comunque un area serrata a tessuto in gran maggioranza recente. In quanto all antico impianto, in senso stretto, cioè ante XX secolo, soltanto (salvo rari edifici isolati), alcune piccole aree degli agglomerati E e I sono classificabili come tali, mai comunque di dimensioni tali da essere un vero e proprio tessuto urbano, si è comunque classificato come centro storico (vedi tratteggio della carta ), la gran parte della zona omogenea E, ove tali edifici, assieme a quelli della prima metà del novecento, determinano un area piuttosto estesa, e la piccola ma pregiata area della sella di Montebuoni, in mezzo alla zona omogenea I. Zone omogenee di Piano La stragrande maggioranza degli edifici ricade nelle zone B (r) del vecchio piano. Sporadiche anche se diffuse, di qualcuna non si concorda con la valutazione, le zone A, (e viceversa in qualche caso dovrebbe essere A una B). Non vi sono zone C. Non vi sarebbero neanche le D, ma sono state classificate come tali le Ba, in quanto palesemente così indicate le produttive esistenti. Solo un caso ha la zona E. Pochi sono quelli di zona F; le tre scuole, per quanto B con cerchio sono state valutate doppie: B ed F. Piuttosto infrequenti anche le zone VP. Catasto Leopoldino Intuitivamente, in base a quanto già illustrato, ben pochi edifici risultano esistenti in esso, e diversi di essi sono difformi. Una doppia valutazione conforme/difforme, indica una parziale conformità, in genere sul fronte principale.

4 4 Caratteri morfologici e paesaggistici Anche qui come in parte già illustrato, il carattere di Tavarnuzze è abbastanza variegato ed equamente distribuito fra zone di pianura, pedecollinari, di mezzacosta e di crinale, mentre sono molto episodici la visibilità panoramica, ë ancor più gli elementi di pregio ambientale, e pressochè inesistenti i rapporti prospettici. Una doppia valutazione mezzacosta e crinale indica la sella di via Montebuoni. Intorno agricolo paesaggistico Ovviamente segnalato soltanto nel caso di unità non entro il tessuto urbano, ossia quelle che almeno su di un lato si affaccino decisamente su contesti non urbani, c è una netta prevalenza di bosco (ad esempio in tutta la zona della Vallombrosina ë della strada Provinciale), e di incolto abbandonato. Spesso il contesto comprende entrambi i due intorni. Piuttosto episodici gli altri. Uso in atto Fondamentale dato di analisi, in cui ha nettissima prevalenza la residenza civile. In alcuni aggregati omogenei come D, F, H1, H2, I, salvo casi assolutamente episodici, diviene l uso pressochè esclusivo. Per gli aggregati A e C è insieme solo alle funzioni già descritte come caratterizzanti gli aggregati stessi. Il B, come detto, è produttivo industriale. Più variegati sono gli usi dei rimanenti aggregati E e G, dei quali è interessante notare la coincidenza, fra l altro logica, con la compattezza del tessuto. La gran parte delle funzioni specie commerciali e di tipo ristorativo di Tavarnuzze, si trova luogo su alcune vie limitate, quali la prima parte bassa di via Montebuoni, via Repubblica, via Di Vittorio e la parte centrale della via Cassia. L artigianato, quando di servizio, (officine, etc), è segnalato nelle note. Altre funzioni più episodiche, produttive, sanitarie, direzionali e amministrative, sono sparse negli stessi aggregati in modo molto rado. Quelle turistico-ricettive sono limitate all albergo della Vallombrosina, e le ricreativo-culturali e religiose alla casa del Popolo in via Gramsci, alla parrochiacircolo MCL di via Imprunetana, quelle scolastiche alle due scuole dell aggregato G e una nell F. Le tecnologiche notevoli sono state già descritte. Molto rari sono i casi di patrimonio non utilizzato e in abbandono, e praticamente inesistenti le funzioni agricole e le abitazioni temporanee. 3. Descrizione dell interno Numero dei piani La nettissima prevalenza è di due o tre piani. Facendo un estrema e grossolana sintesi, i due piani a loro volta lo sono nettamente sulla tipologia a villetta e conseguenzialmente negli aggregati in cui queste sono dominanti, ed analogamente i tre-quattro piani nelle tipologie condominio. Molto limitati sono i casi di un solo piano, ma circoscritti anche quelli di appena quattro piani, e rarissimi quelli oltre tale quantità di livelli.

5 5 E opportuno specificare che nel computo dei piani non si è tento conto di quelli seminterrati o non abitabili per altezza di vano, tipo garages anche se non interrati. Una doppia valutazione indica, naturalmente, che l edificio è per parti significative con diverso numero di piani, mentre si trascura un doppio livello quando non corposo (ad esempio edificio a due piani con un garage adiacente è segnalato a due piani). Caratteri Architettonici e decorativi Quale considerazione generale, non è frequente trovare elementi di notevole pregio architettonico negli interni, e più ancora, rilevarne una corretta conservazione in tutto l edificio, anzi, si può affermare che quasi nessuna delle unità corrisponda a tale requisito, e questo in conseguenza di più elementi: La scarsità di edifici storici, intendendo con tale definizione quelli precedenti al XX secolo; Un certo numero di edifici della prima metà del XX secolo, cioè di un periodo in cui sussisteva ancora una artigianalità nella produzione edilizia, che però hanno in genere carattere di scarsa ricchezza decorativa; Le pesanti manomissioni avvenute in modo pressochè generalizzato sugli edifici sopracitati, (il che riguarda in particolare il capitolo successivo). Si può poi procedere ad analizzare i vari elementi richiesti nella scheda. Non si sono mai riscontrate vere e proprie scale di carattere monumentale, ma vi è una certa frequenza di scale in pietra di semplice fattura, spesso molto strette e ripide. La lavorazione della pietra era infatti diffusa abbondantemente, usufruendo del materiale dalle cave dei dintorni. L elemento della scala in pietra è quello che più frequentemente si riscontra come elemento originale di pregio, anche per il fatto che essendo nelle parti comuni degli edifici, e funzionale alla distribuzione, ha subito minori pressioni di ristrutturazione, che ha invece operato più facilmente ed abbondantemente nelle singole proprietà. Non infrequenti sono, nelle tipologie più antiche, solai in legno a vista, ma, come detto, essi risultano quasi sempre conservati solo parzialmente. Al massimo totalmente solo all interno di una singola unità immobiliare, ma non nell intero edificio. Sono quasi sempre di semplice e rustica fattura, senza elementi decorativi particolari. In alcuni casi si sono riscontrate voltine in mattoni con longarine in ferro, struttura tipica a cavallo fra il XIX e il XX secolo. In quanto ai pavimenti in materiale originario, si deve ripetere anche per essi che la loro conservazione è quasi sempre parziale anche all interno dei singoli appartamenti. Essi sono costituiti sostanzialmente dal cotto, più antico e rustico, o dalla ceramica fiorentina ad esagoni o dalla graniglia, talvolta con pregevoli disegni, tipologie, queste ultime due, tipiche della prima metà del XX secolo. Sono rarissimi soffitti e le pareti dipinte, decorate, stuccate, e completamente assenti gli infissi interni decorati.

6 6 Altri elementi di rilievo sono costituiti più frequentemente da cornici lapidee delle porte, talvolta da cimase di scale od altro in pietra arenaria, (la stessa delle scale). O molto raramente da camini sempre in pietra. Specificandone l ubicazione, soltanto pochissimi edifici, localizzati sulla sella di via Montebuoni (la vecchia via Cassia), o poco oltre, verso il Borgo, presentano qualche elemento interno veramente notevole: il convento di San Giuliano, la vecchia osteria con l edificio adiacente, l ex convento, la villa settecentesca ed il complesso del Borgo sulla parte nord (altro ex convento). Modifiche e manomissioni dell impianto Non sono molto frequenti né il cambiamento di gran parte delle tramezzature, né l accorpamento o suddivisione dell unità, ed è quasi inesistente il cambiamento delle scale. In quanto ai solai, non c è quasi mai un rilevabile cambio d imposta (che implicherebbe, ovviamente, un cambio radicale anche delle aperture esterne), mentre è piuttosto frequente un loro rifacimento, specie parziale, con la sostituzione dei materiali originali(segnalato come tale nelle note). Questo, unito, come già detto, alle ancor più praticati cambiamenti di alcune tramezzature, o meglio, aggiunte di esse nei vecchi edifici, (senza che ne costituiscano la gran parte ), e soprattutto dalla sostituzione dei pavimenti originari, (che la scheda non chiede di rilevare), genera spesso un risultato complessivo di snaturamento degli interni, più frequente e rilevabile, per intuibili motivi, negli edifici più antichi. Degrado igienico I casi di degrado igienico sono piuttosto sporadici. In particolare, assenti totalmente sono la carenza di dotazione di impianto igienico, la presenza di vani separati dall unità, la presenza di vani con accesso subordinato. La presenza di umidità permanente in misura lesiva per la salute degli abitanti, è riscontrabile in non più di quattro o cinque casi. Molto rara è anche la presenza di vani con altezza inferiore a mt. 2,40 adibiti naturalmente ad abitazione. Che si ha in qualche edificio antico, e comunque, se non un caso o due, mai in tutto l alloggio. Ben più ampi sono i casi di residenza in piano interrato o seminterrato e la carenza di aereazione e soleggiamento, fra loro strettamente legati, in quanto quest' ultima, in sostanza è riscontrabile solo a causa del primo motivo: infatti non vi sono, stante la natura piuttosto ariosa dell edificato di Tavarnuzze, casi in cui questa sia ascrivibile a cortine/barriere non costituite dall andamento dell edificio rispetto al terreno. Va detto che anche qui, salvo pochissimi casi, non più di cinque, la residenza al piano seminterrato (non ve ne sono al piano interrato), che ha una certa frequenza data l ubicazione di mezzacosta di buona parte del centro urbano, è, per lo stesso motivo, quasi sempre parziale, in quanto gli alloggi seminterrati lo sono dal lato monte e non da quello valle, per cui nella quasi totalità usufruiscono almeno su di un lato di una sufficiente aereazione e soleggiamento.

7 7 Degrado fisico Come è logico aspettarsi, una carenza di manutenzione degli interni ha una certa frequenza, anche se sempre piuttosto contenuta e circoscritta. Si può infatti affermare che tale carenza è pressochè assente sul patrimonio edilizio che ha una delle seguenti caratteri tipologici od ubicazioni: tipologia in linea, villette (che costituiscono la gran parte dell edificato; zone B, C, D, F, G, H, essendo quindi praticamente circoscritta alle rimanenti zone con edificazione più antica, ed anche in esse, comunque non molto frequente. Decisamente piuttosto sporadico anche il caso di presenza di lesioni sulle strutture. Che in misura grave si sono riscontrate soltanto in un edificio a metà di via Montebuoni per la presenza di una frana in atto. 4. Descrizione dell esterno Caratteri tipologici Per gerarchia è opportuno partire dai caratteri dell erdificio: le due tipologie nettamente prevalenti sono quella in linea (condomini) e quella a villetta, che con la loro nettissima prevalenza in alcune zone, ne hanno determinato la perimetrazione (vedi capitolo precedente). Può essere comunque di maggior chiarezza ripetere che vi è prevalenza piuttosto netta di tipologia in linea nelle zone D, G, H, e di villette nella zona F. Va precisato che la maggioranza delle tipologie schedate a villetta, sono bifamiliari, o talvolta anche tri- o quadrifamiliari, ma sono state comunque classificate come tali per una serie di altre caratteristiche, quali la contenuta dimensione planimetrica ed altimetrica, l essere isolate da tutti i lati da altri edifici, spesso la forma articolata, che hanno fatto decisamente propendere per questa classificazione anziché per quella di condominio (tipologia in linea), associata ad una certa dimensione, e all andamento lineare, ripetitivo, a modulo. Nell edificato fino al 1940, ed in particolare nella zona E è invece prevalente la tipologia a schiera, che si riscontra anche nella A nei due piccoli nuclei residenziali. Più variegata è la situazione delle zone A, C, ed I. La zona B è invece costituita interamente da tipologie produttive. Comunque, tutte le altre tipologie non ancora citate sono estremamente sporadiche: L impianto tipologico particolare specialistico in senso stretto è circoscritto alle due scuole ed alla casa del Popolo, al circolo MCL, all albergo della Vallombrosina; gli edifici religiosi sono costituiti dalle tre chiese, delle quali due, alla sella di via Montebuoni, sono di notevole interesse architettonico: San Pietro e quella (abbandonata), dell ex convento di san Giuliano, anch esso di notevole interesse, ora abitazione; solo quattro o cinque sono le case coloniche, e meno ancora gli annessi; una la ex fattoria sulla metà di via Montebuoni, che, ristrutturata, ha ormai più l aspetto di villa. Pochissimi sono anche gli edifici ai quali è attribuibile l aspetto di villa, quasi tutti nella zona I. Sono infine completamente assenti la casa torre, gli edifici unitari con annessi, gli edifici complessi, gli edifici dispersi intorno all aia, l aggregato complesso.

8 8 La posizione orografica dominante o rilevante, se per essa si intende non solo una posizione di crinale, che si riscontra in molti dei casi della zona I, ma, visto che questa è già precedentemente segnalata, anche una effettiva dominanza rispetto all edificato, un quasi sovrastarlo, si riscontra anch essa in ben pochi casi. Circostanziata deve essere invece la considerazione sul giardino. Questo è invece frequentissimo, ed addirittura generalizzato nelle zone F ed I, praticamente tutti gli edifici ne hanno uno di pertinenza, e questo costituisce, con la sua reiterazione, specie per la zona F l elemento forse ambientalmente dominante, non raramente associato o sostituito da un orto. In quanto emergente e che salva il contesto rendendolo gradevole o quantomeno accettabile, su un edilizia contenuta, piuttosto banalizzata e senza valori architettonici. Tuttavia, presi singolarmente, è raro rilevare giardini di notevole valore qualitativo (manufatti storici e piantumazioni caratteristiche sono pressochè assenti), o anche semplicemente come estensione: si è perciò segnalato nelle note se il giardino è piccolo (ed ha quindi valore ambientale solo nella suo essere sistema con quelli vicini), o grande, (in pochi casi, come si è detto). La mancanza di note indica un giardino di media grandezza, orientativamente di estensione rapportabile a quella planimetrica dell edificio. Considerando naturalmente come giardino la parte effettivamente curata a verde, e con piantumazioni arboree. Le piccole zone di verde che si riscontrano spesso, se non quasi sempre, anche in altre zone ed in altre tipologie, che non hanno dignità singola di giardino, né valenza ambientale, in quanto insignificanti sia singolarmente che nel contesto in cui sono inserite, non si sono invece segnalate nella stesura definitiva delle schede; ne resta comunque traccia nella copia da lavoro. Si è trovato invece opportuno segnalare la presenza di ampie resedi non a giardino ma pavimentate, adibite ad usi diversi da quelli residenziali. Mancando per queste una singola casella, si sono messe nelle note afferenti i caratteri tipologici. Tre di essi segnalati nella scheda: colombaia, sottopasso e scala esterna di impianto originale, non si sono riscontrati in neppure un caso, e solo in due si è rilevato il viale di accesso. E invece generalizzata ovunque, salvo in alcuni condomini di più recente realizzazione, la copertura a falda di tipo tradizionale. Va detto che anche in molti dei condomini più recenti, nei quali apparentemente la copertura è piana, ad un attento esame, vi è una copertura a scarsa pendenza. Questi casi sono comunque valutati senza copertura a falda tradizionale. Data la generalizzazione della copertura a falda, per distinguerne il valore, ci è sembrato interessante segnalare nelle note i casi, in buon numero, anche se minoritari, nei quali il manto di copertura, che nella maggior parte dei casi è in tegole marsigliesi, è in coppi ed embrici, più aderenti alla tradizione. Va da sé che questo caso si riscontra più frequentemente negli edifici più antichi. Le mensole sottogronda in legno tradizionali sono assolutamente generalizzate, salvo pochi casi di gronda in muratura, negli edifici fino alla prima metà del XX secolo, e piuttosto generalizzate anche in quelli fino agli anni 60; nonchè

9 9 riproposte anche in molti edifici recenti a villetta. Se, infatti, per essa si intende la presenza di travetti in legno, ne sono privi, generalmente, soltanto gli stessi edifici che non hanno la copertura a falda, ovvero alcune delle più recenti costruzioni con soletta in calcestruzzo. Va tuttavia specificato che nelle gran parte dei casi, che spesso corrisponde poi alla urbanizzazione non recentissima ma relativamente recente, la gronda è costituita da tavelle associate ai travetti semplici, non fitti, quindi di scarso valore complessivo. Anche qui, analogamente alla copertura, si è così segnalato alle note quando la gronda è costituita con pianelle e travetti fitti, di maggior valore ed aderenza alla tradizione, riscontrabile, come nel caso del manto con coppi, negli edifici più antichi, e tuttavia meno frequente rispetto al primo. Sono state considerate tradizionali anche i pochi casi, circoscritti quasi tutti alla parte iniziale di via Montebuoni, con gronda in muratura modanata, tipica della prima metà del XX secolo. Infine, per quanto riguarda i caratteri tipologici, gli infissi di tipo tradizionale sono abbondantemente presenti. Anche se non maggioritari. Scindendo al solito per tipologie e zone, questi sono in quasi tutti gli edifici a schiera, e in parte delle villette, mentre nelle tipologie in linea (condomini), dominano, come era logico aspettarsi, gli avvolgibili in plastica, presenti anche in parte delle stesse villette. Ne consegue, per quanto descritto per le zone, che gli infissi tradizionali sono maggioritari nella zona A, C, E, I, mentre gli avvolgibili sono quasi generalizzati nella G. La zona F è mista. Non molti, e circoscritti, sono i casi con infissi in ferro o alluminio, legati a tipologie particolari e specialistiche. Si precisa infine che per infissi di tipo tradizionale si è inteso le persiane alla fiorentina in legno. Ove l infisso sia in legno ma di tipologia diversa, il che si riscontra in pochi casi (esempio scuroni), questo si è segnalato nelle note. Degrado fisico Come detto anche per gli interni, la situazione generale è buona, in quanto la maggioranza degli edifici gode di un assenza di degrado. Alcune zone, come la D, la F, la H. la I si può affermare ne godano in maniera quasi generalizzata. La carenza di manutenzione è più frequente negli edifici più vecchi. Anche In quanto alle lesioni si può ripetere quanto detto per gli interni. Sono infine assenti casi sia di crolli parziali che di rudere. Una doppia valutazione del degrado indica uno stato intermedio. Tipo di conduzione attuale La maggioranza degli edifici è diretta dalla proprietà. Tale conduzione, nella zona F delle villette, e in quelle H ed I, è pressochè generalizzata. Nella zona E è più facile riscontrare il caso misto di proprietà ed affitto. Non esistono zone, anche ristrette, in cui sia generalizzato l affitto. E da osservare, anche se logico, che il tipo di conduzione ha un rapporto con il degrado fisico: la proprietà, ovviamente, si associa ad una miglior manutenzione.

10 10 Modifiche e manomissioni esterne Fatta la premessa che naturalmente si intendono come tali quegli interventi che, indipendentemente dall epoca di intervento successivo, si pongono come incoerenze stilistiche e architettoniche nei caratteri dell edificio. Per meglio spiegarsi, è ininfluente che vi siano ristrutturazioni su un fabbricato moderno con le stesse tecniche e materiali. Si possono subito scremare, dalla casistica proposta dalla scheda, alcuni casi che sono totalmente o pressochè assenti: copertura rialzata rispetto alla quota dei solai, aggiunta di scale, capanne in lamiera od altro materiale, disordine ambientale. Superfetazioni è un termine generico che comprende alcune delle voci successive. Molto rara è anche l aggiunta di corpi chiusi in aggetto (i classici wc sospesi), e la realizzazione delle terrazze a tasca. Non frequente anche quella di terrazzi o balconi in aggetto, e di corpi chiusi non in aggetto; questi ultimi sono tuttavia, nei casi in cui si è riscontrato, snaturanti l edificio, in quanto si tratta quasi sempre non di piccoli corpi, ma di ampliamenti rapportabili alla dimensione originaria. Le sopraelevazioni incongrue si sono rilevate in qualche caso; sono comunque sparse e non concentrate in alcun punto. Non è molto frequente nemmeno la modifica del manto di copertura, intendendo con ciò la sostituzione del vecchio manto in coppi ed embrici con uno di diverso tipo. La presenza di insegne non congrue si riscontra in modo quasi andante ove vi sia presenza di negozi in tipologie antiche, ovvero, in particolare, nel primo tratto di via Montebuoni. Va inteso (voce che non c è nella scheda), anche come presenza di infissi non congrui, nonché incongruo allestimento generale del negozio. L essenza delle manomissioni è data prevalentemente dalle rimanenti. Nella modifica delle aperture, con il suo negativo, il tamponamento delle forature, quasi sempre insieme, c è una certa frequenza di ciò negli edifici storici, ma in misura quasi sempre non stravolgente, che non incide molto sull aspetto complessivo; e sono quindi pochi i casi in cui vi sia un completo snaturamento. Come per l interno, buona parte della manomissione è costituita dalla sostituzione dei materiali originali. Anche qui, comunque il discorso va specificato. Vi sono alcuni elementi di facciata che per loro natura, e in quanto soggetti a degrado, non è pensabile siano mantenuti integri e nei loro materiali originali per più di un certo lasso di tempo, è insomma fisiologico che il materiale originale vada sostituito. La discriminante della effettiva manomissione del materiale originale non può quindi essere la sostituzione tout-court, ma quella con materiali non analoghi. Una considerazione simile si è già fatta per l intonaco.

11 11 Per le facciate, essendo scarsamente arricchite da altri elementi, tali materiali originali e tradizionali, sono costituiti essenzialmente proprio dall intonaco e dagli infissi, oltre che da cornici in pietra o muratura. Tale sostituzione, quindi, quando segnalata, è costituita essenzialmente dagli infissi, essendo le cornici in genere mantenute, ed intendendo appunto con questo un cambiamento della tradizionale persiana con altri tipi di infissi. E opportuno ripetere che, quindi, a parte la difficoltà di stimare ciò, non può considerarsi manomissione, ad esempio la sostituzione di una vecchia persiana alla fiorentina con altra analoga per forma e materiali. In quanto all intonaco, non sono considerati tali quelli rieseguiti grosso modo alla maniera tradizionale, richiamando comunque la già valutata opportunità di un più attento esame in tal senso. Nella voce insegne non congrue è implicita anche quella di infissi di negozi. Caratteri architettonici e decorativi Anche qui, come in altri capitoli della scheda, vi sono voci che non si sono mai riscontrate, quali il chiostro, le porzioni murarie affrescate, la scala esterna a carattere monumentale, e, più numerose, quelle che sono risultate assolutamente episodiche, ognuna rilevata in non più di cinque casi, ma più spesso solo in uno o due: torretta campanaria, barbacane, merlature, loggiati e/o porticato di impianto originale, aperture di particolare significato (circoscritto a pochissime porte), torretta, abbaini, e comunque, anche qualitativamente, mai eccezionali. Soltanto appena un po più frequenti, ma anch essi estremamente sporadici, decorazioni di sottogronda di tipo tradizionale, intendendo per esse le modanature in muratura eseguite in opera o prefabbricate di edifici a cavallo fra fine ottocento e primi decenni del novecento, elementi significativi di arredo urbano (in genere cancellate d ingresso o muri di cinta, se così questi possono essere definiti), paramento murario in pietra, balaustre. Ne consegue che, ovviamente sono i rimanenti a determinare la qualità architettonica di Tavarnuzze. Le cornici marcapiano/davanzale si rilevano con frequenza negli edifici fino alla metà del XX secolo. Questa voce, nella lettura, è da associarsi con le riquadrature delle aperture in pietra per le motivazioni e con le specifiche che seguono. Gli edifici più antichi presentano molto spesso davanzali in pietra, e con una certa frequenza anche riquadrature di finestre in pietra. Intendendo con ciò elementi che sporgano e siano con una certa evidenza in facciata, perché le finestre originali hanno comunque aperture con riquadrature in pietra, che essendo però spesso affogate alla maniera rustica, non costituiscono elemento architettonico. Quelli meno antichi ma storicizzati, presentano nella quasi generalità davanzali e riquadrature (e spesso anche cornici marcapiano, più di rado angolari), che possono essere anch essi in pietra, ma più frequentemente sono in muratura che imita la pietra stessa. Sia per la voce delle cornici marcapiano/davanzale, angolari, sia in quella delle riquadrature di aperture (in pietra), viene segnalato nelle note se siano in pietra, che è sempre quella bigia locale, o in muratura.

12 12 Per l importanza e la frequenza di tali elementi nel nostro caso, non è positivo che cornici marcapiano, davanzale ed angolari siano in una sola voce, in quanto, come detto, non è affatto scontato che se ne riscontri una presenza insieme. Nelle note delle schede (ed anche iin quelle da lavoro, con una freccetta), è indicato di quale di esse vi sia una presenza. Un tema da e circostanziare, è quello relativo all intonaco o muratura a vista di tipo tradizionale. Va subito detto che pochissimi, e segnalati in nota, sono i casi con muratura a vista tradizionale in pietra, mentre è assolutamente generalizzato alla stragrande maggioranza dei casi l intonaco di tipo tradizionale. Va poi specificato che per tale si intende l intonaco che dalla stima a vista si presenti liscio, a buccia o a grana non troppo grossa, e non graffiato o con palese e largo uso di materiali plastici o petrolderivati, e che insomma, anche se non antico, ne abbia un aspetto in qualche modo similare, anche se palesemente nuovo. Un approfondimento di questo tema, sarebbe la rilevazione della effettiva esecuzione e aderenza nei materiali e nei colori al modo di intonacare della tradizione storica, che però esula gli ambiti di questa ricerca. Infine, sempre su questo tema, non sono stati considerati come intonaci o muratura a vista tradizionale i paramenti a mattoni a faccia-vista eseguiti recentemente (non ve ne sono, o quasi, di antichi, solo due edifici d angolo all inizio di via Montebuoni e sulla Cassia), nonché i paramenti murari sempre recenti, in cui, sebbene parte sia ad intonaco, altra parte notevole è in cemento a vista, od altri materiali non tradizionali. Giova infine per chiarezza ribadire che non sono stati considerati tali gli intonaci plastici, graffiati, rustici a grana grossa o simili. Gli avvolgibili, elemento architettonico negativo in quanto di bassa qualità ed avulso dalla tradizione, sono generalizzati, come già detto, nelle tipologie in linea e quindi nella zona G, e piuttosto frequenti anche nella zona F. Nella stessa voce, distinguendoli nelle note, sono segnalati anche gli altri infissi non tradizionali e non lignei. Infine, in altri elementi decorativi di pregio od oltro, sono indicati, e specificati quei pochi casi, che costituiscono più curiosità che elementi architettonicamente qualificanti, che non potevano essere collocati nelle altre voci. 5. Valutazione di valore Anche se nella scheda è al capitolo sugli interni, per la sua importanza, si tratta a parte. Per tutto quanto detto, maggioranza degli edifici è di ridotto valore. Un buon numero di essi ha valore ambientale, intendendosi per esso, essendo in tessuto urbano, quasi sempre non un pregio " naturalistico, ma un carattere architettonico che pur non essendo emergente, contribuisce positivamente alla scena urbana.

13 Infine, molto pochi sono gli edifici con valore architettonico singolo, e quasi nessuno è monumentale. Una doppia valutazione indica una situazione intermedia od incerta. 13

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