PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO SETTORE PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, ATTIVITA PRODUTTIVE E AGRICOLTURA, POLITICHE DI SVILUPPO

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1 PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO SETTORE PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, ATTIVITA PRODUTTIVE E AGRICOLTURA, POLITICHE DI SVILUPPO Assetto agro-forestale Il sistema dell agricoltura specializzata 1

2 1 IL SISTEMA DELL AGRICOLTURA SPECIALIZZATA 1.1 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Di seguito viene descritta sinteticamente la normativa di riferimento. 1.2 NORMATIVA EUROPEA Regolamento (CE) del Consiglio n del 21 Giugno 2005 relativo al finanziamento della politica agricola comune; Regolamento (CE) del Consiglio n. 1968/2005 del 20 Settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR); Regolamento (CE) della Commissione n. 1974/2006 del 16 Dicembre 2006, recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR); Regolamento (CE) della Commissione n. 1975/2006 del 7 Dicembre 2006, che stabilisce modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio per quanto riguarda le procedure di controllo e la condizionalità per le misure di sostegno allo sviluppo rurale; Decisione del Consiglio 20 febbraio 2006, n. 2006/144/CE relativa ad Orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale (periodo di programmazione ) ; Regolamento (CE) n della Commissione, del 5 settembre 2006 recante disposizioni per la transazione di sostegno allo sviluppo rurale istituito dal regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio. 1.3 NORMATIVA NAZIONALE D.P.R. 01 Dicembre 1999 n. 503 Regolamento recante norme per l istituzione della Carta dell agricoltore e del pescatore e dell anagrafe delle aziende agricole, in attuazione dell art. 14, comma 3, del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173; D.Lgs 29 marzo 2004, n. 99 e smi Disposizione in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell art. 1, comma 2, lettere d), f), l), ed e), della legge 7 marzo 2003, n. 38; Documento Nazionale Disposizioni sull ammissibilità delle spese relative allo sviluppo rurale e a interventi analoghi approvato in sede di Conferenza di Stato Regioni il 14 febbraio 2008; D.M. 20 Marzo 2008, n Disposizioni in materia di violazione riscontrate nell ambito del regolamento CE n. 1782/03 del Consiglio del 23 settembre 2003 sulla PAC e del regolamento CE n, 1698/2005 del 20 settembre 2005 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR); D.Lgs 6 Febbraio 2004, n Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Autonoma della Sardegna concernenti il conferimento di funzioni amministrative alla regione in materia di agricoltura. 1.4 NORMATIVA REGIONALE Programma Sviluppo Rurale per la Sardegna ciclo 2007/2013. Deliberazione n. 24 del ; 2

3 L.R. 12 giugno 2006, n. 9 - Conferimento di funzioni e compiti agli EE.LL. 1.5 NORMATIVA DI SETTORE La L.R. n. 9 del 12 giugno Conferimento di funzioni e compiti agli Enti Locali, all Art. 33, per quanto riguarda l agricoltura, disciplina l'esercizio da parte della Regione e delle Province delle funzioni, in attesa della legge regionale di attuazione del D.Lgs 6 febbraio 2004, n. 70 (Norme di attuazione dello Statuto concernenti il conferimento di funzioni in agricoltura), all art. 35 per quanto attiene l attribuzione alle Province di compiti e funzioni amministrativi specifici. 1.6 COMPETENZE DELLA PROVINCIA Il Piano Urbanistico Provinciale rappresenta lo strumento tecnico amministrativo e politico che, coniugando le risorse ambientali, naturali,, storico culturali e socio economiche, indirizza le azioni di sviluppo del territorio. Grazie alla presenza dell elevata quantità di produzioni agricole locali, il settore dell Agricoltura è uno dei principali campi di intervento della provincia OT nell ambito della pianificazione e programmazione. In un contesto internazionale fortemente globalizzato, infatti il processo di pianificazione provinciale può essere sviluppato come un vero e proprio processo di integrazione tra lo sviluppo istituzionale, quello ambientale, quello sociale e quello socio-economico. 3

4 2 QUADRO GENERALE DI RIFERIMENTO 2.1 INQUADRAMENTO ZONE RURALI DI APPARTENENZA Secondo la classificazione delle aree rurali effettuata nel Programma di Sviluppo Rurale della Sardegna, la Provincia di Olbia-Tempio, secondo la metodologia proposta nel PSN, che apporta delle modifiche alla metodologia OCSE e introduce ulteriori specifiche, classifica la provincia di Olbia- Tempio come Prevalentemente rurale D. Area rurale con problemi complessivi di sviluppo al 100%. Il PSN, avvalendosi di indicatori aggiuntivi rispetto all OCSE, classifica infatti il territorio nazionale in quattro macro-categorie di aree per identificare tipologie più appropriate alle specificità regionali: - A poli urbani - B aree rurali ad agricoltura intensiva e specializzata, - C aree rurali intermedie, - D aree rurali con problemi complessivi di sviluppo. La classificazione del territorio regionale effettuata nel PSR Sardegna coincide con quella riportata nel PSN. Nel complesso, il territorio rurale della Sardegna è pari al 99,6% della superficie complessiva e la popolazione ivi residente ammonta al 90% della popolazione regionale. La Regione Sardegna è connotata da una complessiva ruralità anche se è possibile riconoscere situazioni diverse all interno dei singoli territori provinciali. La tabella seguente evidenzia per ogni provincia il risultato del processo di articolazione del territorio regionale nelle macro-tipologie di aree indicate dal PSN, rispetto alla classificazione OCSE. All interno di questa diffusa ruralità, in Sardegna distinguiamo: - le aree rurali con problemi complessivi di sviluppo D, che comprendono 295 Comuni (pari al 78% della Regione), interessano l 81,6% dell intero territorio ed il 53,6% della popolazione, e caratterizzano interamente le Province di Carbonia-Iglesias, Nuoro, Olbia-Tempio e Ogliastra; - le aree rurali intermedie C, che comprendono 71 Comuni, interessano il 15,9% della superficie regionale e il 29% della popolazione e si sviluppano nelle Province di Cagliari, Medio Campidano, Sassari e Oristano; - le aree ad agricoltura intensiva specializzata B, nelle quali è possibile rilevare fenomeni consistenti di sviluppo del settore agricolo (che comprendono solo 10 Comuni), interessano il 2,2% della superficie, e si localizzano nelle sole Province di Cagliari e Oristano; - il polo urbano A (il solo Comune di Cagliari) che assorbe il 10% della popolazione in un area che rappresenta lo 0,4% del totale regionale. 4

5 Tab. 1 Articolazione del territorio regionale Province Classificazione OCSE Classificazione PSN Ripartizione % della sup. provinciale per area PSN Olbia Tempio Prevalentemente rurale D. - Area rurale con problemi complessivi di 100% sviluppo Cagliari Significativamente A. - Polo urbano 1,9% rurale B. - Area rurale ad agricoltura intensiva e 8,4% specializzata C. - Area rurale intermedia 20,9% D. - Area rurale con problemi complessivi di sviluppo 68,8% Carbonia Iglesias Prevalentemente rurale D. - Area rurale con problemi complessivi di sviluppo 100% Medio Campidano Prevalentemente rurale D. - Area rurale con problemi complessivi di sviluppo 100% Nuoro Prevalentemente rurale D. - Area rurale con problemi complessivi di sviluppo 100% Sassari Significativamente rurale D. - Area rurale con problemi complessivi di sviluppo 100% Oristano Prevalentemente rurale D. Area rurale con problemi complessivi di sviluppo 100% Ogliastra Prevalentemente rurale D. Area rurale con problemi complessivi di sviluppo 100% 5

6 Fig. 1 Territorializzazione della Sardegna P.S.R

7 2.2 AMBITI PRIORITARI INQUADRAMENTO GENERALE Dall analisi dei dati dell osservatorio economico del Nord Sardegna (anno 2010), il numero totale delle aziende attive nel settore agricolo in provincia di Olbia-Tempio è di 3.174, pari al 17,5% del numero complessivo di aziende attive sul territorio provinciale (18.567). Se si analizza il dato dal punto di vista della dinamica del settore, si può notare che l'andamento di breve periodo ( ) ha un tasso di crescita negativo, passando dalle imprese registrate del 2006 alle imprese del Tab. 2 - Movimentazione delle imprese per settore agricoltura - andamento di breve periodo ( ) Movimentazione delle imprese nel Settore agricoltura Registrate Attive Iscritte Cessate Analizzando invece la distribuzione a livello comunale delle imprese agricole attive, si evidenzia che il maggiore numero di imprese attive nel comparto agricolo è localizzato nel Comune di Olbia (528), seguito con un forte distacco, quasi pari al 50%, dal Comune Arzachena (235) e dal Comune di Tempio Pausania (222), oltre che in alcuni comuni della fascia interna (es.: Buddusò, Monti). Fig. 2 Imprese attive (Osserv. Economico 2010 CCIAA Sassari) 7

8 Dal punto di vista della dimensione aziendale, la variazione della superficie agricola totale tra il 1990 e il 2000 (dati censimento Istat) risulta negativa per tutti i Comuni della Gallura, soprattutto per quanto riguarda i comuni costieri, a causa dell' espansione dei centri abitati, dei villaggi turistici e della costruzione di case nell' agro. La superficie agricola utilizzabile (S.A.U.) è pari a Ha, pertanto la S.A.T. media aziendale è di 34 Ha, mentre la SAU media delle aziende è di 16,17 Ha. Il rapporto S.A.U./S.A.T., pari al 47% da quindi un'idea dell' orografia del territorio che spesso è accidentato e ricco di tare e superfici forestali. Il territorio provinciale è in buona parte incolto destinato a macchia mediterranea e a bosco: infatti la S.A.U. rappresenta poco più della metà della superficie agricola: ciò mostra come il territorio sia vocato alla destinazione foraggiera, interessando questa una grossissima fetta della S.A.U. Dall esame della ripartizione colturale della S.A.U. si evidenzia una netta predominanza della superficie investita a prati permanenti e pascoli (82%) seguita dai seminativi (la cui scarsità incide anche sullo sviluppo del comparto zootecnico in generale )e dalle coltivazioni legnose. Relativamente alle coltivazioni legnose nel territorio insiste un patrimonio viticolo, come dai dati provvisori definiti nell ambito del censimento eseguito dall AGEA, pari a circa ettari. Il Censimento ISTAT registra invece una superficie di circa 2.211,92 ettari. Queste caratteristiche spiegano perché nel territorio gallurese, caratterizzato da una situazione orografica e pedologica limitante perché non favorevole alle colture intensive e ad alta redditività, ed in regime asciutto, si è sviluppata una modalità di allevamento in cui la specie maggiormente rappresentata è quella bovina, ma affiancata da ovini, capre, maiali, cavallo, nonché gli animali di bassa corte, che hanno contribuito al reddito aziendale in modo non esclusivo ma ognuno come componente necessaria, affiancandosi ad altre fonti di reddito aziendale quali quelle derivanti dalla coltivazione della vite e della quercia da sughero e prefigurando quindi l impostazione multi-reddito che viene considerata necessaria nell azienda agricola attuale. Nell area vitata della Gallura, accanto a vigneti di tipo familiare, ubicati in prossimità dei centri abitati, caratterizzati da forme di allevamento di tipo tradizionale (alberello) con sesti di impianto piuttosto stretti e con superfici ridotte, si è sviluppata una viticoltura intensiva. Negli ultimi decenni, la Regione, prima con l ERSAT e poi con le Agenzie Regionali LAORE e ARGEA, ha favorito la valorizzazione del Vermentino di Gallura e l evoluzione verso le moderne forme di allevamento. Pertanto la viticoltura, da una tipologia tradizionale, si è evoluta nelle forme espanse, facilmente meccanizzabili, assumendo in tutto il territorio dimensioni ragguardevoli. Accanto alla produzione del Vermentino, che caratterizza in maniera qualificata l intero territorio gallurese, attualmente si assiste al recupero di altre varietà come il Moscato di Tempio, il Nebbiolo di Luras e di altri vitigni tipici di tutto l areale (Muristellu, Ritagliadu, Caricagiola, ecc.). Si assiste inoltre all introduzione, dovuta alle prioritarie esigenze commerciali delle cantine, di varietà non propriamente autoctone quali il Carignano, Cagnulari, Cabernet, ecc. Questi vini sono attualmente prodotti da circa 15 cantine, di cui 3 sociali e circa 12 private, che operano su una superficie complessiva di quasi ha. La dimensione media dei vigneti presenti, fatta eccezione per le realtà più evolute, per almeno il 70% della S.A.U. viticola è rappresentata dalla classe di ampiezza compresa tra 0 e 2 ettari. Le forme di allevamento più diffuse sono il Guyot, il cordone speronato, il tendone modificato, la cortina semplice e qualche esempio di G.D.C., che coabitano con forme meno importanti. In considerazione dell attuale dinamica del mercato del vino, buona parte delle Cantine presenti nel territorio indirizzano i nuovi impianti viticoli verso la produzione di uve rosse ottenute prevalentemente da varietà regionali. 8

9 Con D.M. dell è stata istituita la D.O.C.G. Vermentino di Gallura che, unica in Sardegna, disciplina la produzione dell omonimo vitigno all interno della seguente zona di produzione che comprende i seguenti comuni: Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Budoni, Calangianus, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Palau, Sant Antonio di Gallura, Santa Teresa di Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d Agultu e Viddalba. Tab. 3 - Distribuzione della SAU Provincia di Olbia Tempio Comune SAU - seminativi (ha) SAU - coltivazioni legnose agrarie (ha) SAU - prati e pascoli permanenti (ha) SAU - arboricoltura da legno (ha) SAU - boschi (ha) SAU - superficie agricola non utilizzata (ha) SAU - altra superficie (ha) Aggius 470, , , Aglientu 756, , , Alà dei Sardi 433, , , Arzachena 1.288, , , Badesi 341, , , Berchidda 2.083, , , Bortigiadas 513, , , Buddusò , , , Budoni 623, , , Calangianus 494, ,637, , Golfo Aranci 117, , , La Maddalena 6, , , Loiri Porto San Paolo 791, , , Luogosanto 564, , , Luras 693, , , Monti 374, , , Olbia 2.137, , , Oschiri 2.260, , , Padru 739, , , Palau 224, , , San Teodoro 455, , , Santa Teresa Gallura 337, , , Sant' Antonio di Gallura 401, , , Telti 914, , , Tempio Pausania 1,632, , , Trinità d' Agultu e Vignola 399, , , Totali , , ,

10 Tab. 4 - Ripartizione colturale della SAU Provincia di Olbia Tempio Comune cereali - superficie (ha) ortive - superficie (ha) foraggiere - superficie (ha) vite - superficie (ha) olivo - superficie (ha) agrumisuperficie (ha) fruttiferi - superficie (ha) Aggius ,1 3,6 Aglientu ,3 1,7 Alà dei Sardi ,6 Arzachena ,37 3,88 Badesi ,18 4,52 Berchidda ,62 3,11 Bortigiadas ,16 6,4 Buddusò ,65 Budoni ,52 3,09 Calangianus ,71 9,8 Golfo Aranci La Maddalena Loiri Porto San Paolo ,68 3,02 Luogosanto ,18 0,99 Luras ,57 9,89 Monti ,92 0,53 Olbia ,03 10,63 Oschiri ,55 Padru ,7 1,1 Palau ,97 1,16 San Teodoro ,94 Santa Teresa Gallura ,3 13,7 Sant' Antonio di Gallura ,63 0,87 Telti ,21 0,59 Tempio Pausania ,87 134,4 Trinità d' Agultu e Vignola ,2 Totali ,02 239,92 10

11 ANALISI VALORI E CRITICITA L analisi dei punti di forza del settore passa attraverso l individuazione degli elementi di specificità di questo territorio, che risultano legati a: tradizione e riconoscimento dell identità del territorio; alla cultura dell accoglienza, alla qualità della vita rurale; alle produzioni enogastronomiche tipiche e all artigianato, inseriti in un contesto ambientale e paesaggistico di grande pregio, caratterizzato dalla presenza di centri storici di notevole importanza, che sicuramente rappresentano la vetrina della Gallura, e da uno sviluppo rurale diffuso in tutto il territorio, ancora legato alla cultura degli stazzi, nel quale, per effetto della forte connotazione identitaria del territorio e dell importante ruolo affidato nei secoli alla famiglia rurale individuano la matrice per il possibile sviluppo e consolidamento economico del territorio. Altro elemento di analisi da non sottovalutare è il fatto che la Gallura, grazie anche alla posizione territoriale strategica che occupa, diventa sempre più oggetto di interesse da parte di soggetti esterni, sia di provenienza nazionale che estera, che individuano in tale contesto il luogo ideale nel quale vivere in modo permanente e creare i propri interessi personali ed economici. A fronte di questa situazione appena analizzata, che rappresenta appunto i punti di forza del territorio, vanno però evidenziate le criticità legate ai punti di debolezza e alle minacce sopra riportati, fra i quali i più allarmanti sembrano essere: la fuga dei giovani dai centri minori dell interno e dalle campagne verso i centri costieri, nei quali seppur per un periodo limitato dell anno, si riesce ancora ad avere garanzie di reddito; il crescente abbandono dell agricoltura e della zootecnia da parte degli addetti la cui la cui età media supera i 50 anni; l invecchiamento della popolazione rurale senza che si sia innescato in maniera regolare un meccanismo di ricambio generazionale, con la conseguente e sempre maggiore perdita di forza lavoro in campo agricolo e della connotazione identitaria del territorio; la constatazione che spesso si è in presenza di un inadeguato livello di servizi offerti dalle strutture presenti a livello locale (agriturismi, B&B, ) che sebbene sempre più orientati verso meccanismi economici di tipo standardizzato non tengono conto della specificità delle produzioni locali e della trasmissione della memoria ; i centri storici e i villaggi rurali che sebbene riconosciuti unanimemente come belli sono sempre più vuoti. In questo contesto, le occasioni di sviluppo del territorio rurale di riferimento possono essere ricercate in primo luogo nelle diverse opportunità messe a disposizione dalla Regione Sardegna con il nuovo PSR. In particolare si trovano elementi significativi di sviluppo e miglioramento nelle seguenti misure relative a: nuove opportunità di sviluppo economico delle attività non agricole da inserire nel contesto rurale (riqualificazione e sviluppo di attività agrituristiche Mis. 311 Azioni I e II, realizzazione di spazi aziendali attrezzati per il turismo equestre, per lo svolgimento di attività didattiche e/o sociali in fattoria Mis. 311 Azioni IV e V, realizzazione piccoli impianti aziendali di trasformazione e/o spazi attrezzati per la vendita di prodotti aziendali - Mis Azione III, realizzazione in azienda di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili - Mis. 311 Azione VI, servizi di piccola ricettività Mis. 313 Azione IV); creazione di micro imprese ( Sviluppo delle attività artigianali, del commercio e dei servizi Mis. 312 Azioni I, II e III); 11

12 creazione di percorsi per la valorizzazione rurale, enogastronomici, religiosi, e di nuove forme turismo motivazionale (Itinerari, informazione e Accoglienza, Servizi inerenti il turismo in area rurale Misura 313 Azione I II e III); promozione e riqualificazione centri storici e villaggi rurali (Sviluppo e rinnovamento dei villaggi Misura 322 Azioni I e II, Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale Misura 323 Azioni II e III); servizi per l economia e la popolazione rurale (Servizi sociali, Interventi a sostegno dell attività didattica, culturale e ricreativa a favore della popolazione rurale, servizi ambientali, accessibilità alle tecnologie di informazione e comunicazione Misura 321 Azioni I, II, III, IV, Stesura di Piani di gestione Siti Natura 2000, predisposizione indagini e rilevazione per l aggiornamento dei piani di gestione, iniziative di sensibilizzazione per i cittadini e le imprese sulle opportunità di Rete Natura 2000 Misura 323 Azione I. In tale contesto determinante diventa il ruolo svolto dalla Provincia e dagli altri Enti Territoriali (come per es. il GAL, l Unione dei Comuni) che, attraverso l utilizzo e messa disposizione di risorse finanziarie possono essere in grado di rappresentare per gli operatori un punto di riferimento nel quale far convergere professionalità sia provenienti dal settore pubblico che dal settore privato, al fine di orientare il territorio rurale e le sue popolazioni alla massimizzazione degli effetti positivi derivanti dall utilizzo trasversale delle risorse finanziarie derivanti da tutti gli Assi del PSR 2007/2013. PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITÀ MINACCE Scarsa redditività dell attività agricola e zootecnica Elevata qualità delle produzioni agricole locali Accelerazione dell arretramento delle attività e delle iniziative imprenditoriali nel territorio Accentuazione della polverizzazione aziendale Inadeguate politiche di differenziazione e riconoscimento delle produzioni di eccellenza Basso livello delle qualifiche professionali Disponibilità di risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali Politiche di sostegno (informazione e formazione) rivolte agli agricoltori Inesistenza di una rete infrastrutturale adeguata Isolamento delle aree più interne Carente cooperazione tra comparto turistico e agroalimentare con conseguente incapacità di fare sistema Elevati costi per il trasporto e la distribuzione delle merci 12

13 FILIERA DEL BOVINO DA CARNE Per quanto riguarda il territorio della Gallura, le attività zootecniche svolgono un ruolo centrale nell agricoltura provinciale. Il modello di allevamento del bovino rustico in Gallura si caratterizza per un ridotto impatto ambientale considerato il fatto che il tipo di alimentazione del bovino comporta una minore pressione sulle comunità vegetali, rispetto a quella praticata dall allevamento ovino. Sia i dati ISTAT che gli ultimi diffusi dalla Banca Dati Nazionale Anagrafe Zootecnica mostrano la netta predominanza dell' allevamento bovino da carne per un totale di circa capi. I comuni in cui è maggiormente praticato questo allevamento sono: Tempio Pausania, Olbia, Buddusò, Arzachena, Aggius, Luogosanto, Trinità d Agultu e Aglientu. Il dato più caratteristico comunque è la diffusione dell attività di allevamento dei bovini da carne in tutta la provincia, compresi i comuni che il senso comune ritiene maggiormente caratterizzati da una tipologia costiera. Esemplificativo di questa situazione sono i comuni di Olbia e Arzachena. Tab. 5 Allevamenti Zootecnici Bovini Provincia di Olbia Tempio Comune N capi N aziende/ comune N capi medio/ azienda AGGIUS ,05 AGLIENTU ,57 ALÀ DEI SARDI ,13 ARZACHENA ,01 BADESI ,88 BERCHIDDA ,94 BORTIGIADAS ,83 BUDDUSÒ ,48 BUDONI ,45 CALANGIANUS ,24 GOLFO ARANCI ,31 LA MADDALENA 0 3 0,00 LOIRI PORTO SAN PAOLO ,17 LUOGOSANTO ,97 LURAS ,10 MONTI ,38 OLBIA ,66 OSCHIRI ,22 PADRU ,16 PALAU ,25 SAN TEODORO ,29 SANTA TERESA GALLURA ,17 SANT'ANTONIO DI GALLURA ,19 TELTI ,12 TEMPIO PAUSANIA ,31 TRINITÀ D'AGULTU E VIGNOLA ,33 TOTALE COMPLESSIVO ,6 (Fonte Banca Dati Nazionale - ASL Teramo dati aggiornati al ) 13

14 Fig. 3 Allevamenti Zootecnici Bovini Provincia di Olbia Tempio L allevamento bovino in queste zone ha infatti origini antiche, la razza indigena, di taglia molto piccola, cattiva fornitrice di latte, scarsa di carne, ma molto resistente e adatta al lavoro agricolo e al tiro, era l unica che venisse allevata nell isola fino al Successivamente vennero effettuati degli incroci con la tecnica dell incrocio industriale di 1 a generazione con razze da carne, il che assicurava la produzione di capi destinati all ingrasso, alla successiva macellazione o da inviare ai centri di ingrasso della penisola (il cosiddetto ristallo). Attualmente in Gallura il modello prevede l incrocio della Bruna o della Bruno-sarda con la Charolais o la Limousin. In termini generali, la carne bovina si può dire che è a pieno titolo un prodotto tradizionale della Gallura, dove inoltre esiste un Consorzio, costituito nel 2004 da circa 80 aziende, che si propone di programmare, razionalizzare, trasformare, valorizzare, promuovere e commercializzare le produzioni delle imprese consorziate. Il Consorzio è depositario di un marchio di identificazione del prodotto e ha avviato un sistema di tracciabilità. Le criticità risiedono principalmente in: insufficiente dimensione aziendale, in media poco più di 9 capi per azienda, il che non consente l introduzione efficace di moderne tecnologie e quindi in una generale scarsa remuneratività dell attività d ingrasso, aggravata dal fatto che la zona non è vocata per la produzione di alimenti concentrati, principale voce di spesa dell azienda allevatrice, che deve quindi acquistare mangimi per assicurare una produzione regolare; debolezza del comparto relativa alla gestione eco compatibile, spesso non razionale, degli allevamenti, dell alimentazione e delle emissioni azotate, la non adeguata attenzione agli aspetti dell igiene e benessere animale e della sicurezza e tracciabilità delle produzioni; emergenze sanitarie. 14

15 Sono inoltre presenti delle diseconomie della filiera, la principale delle quali è l assenza di un mattatoio in grado di recuperare il quinto quarto e di abbattere così i costi di macellazione. Manca inoltre una linea per la macellazione del prodotto biologico. Altrettanto importante come elemento critico è la scarsa capacità di penetrazione dei produttori nel mercato dovuta alla preferenza dei consumatori per i prodotti dei pregiati tagli posteriori, da cui consegue una marcata difficoltà di vendita dei prodotti dell anteriore. Tra le minacce, con particolare riflesso agli aspetti di mercato, occorre evidenziare la tendenza all aumento delle importazioni dall Italia e dall estero, la forte concorrenza di prodotti extra-regionali e le crisi sanitarie che hanno investito il comparto (BSE). In sintesi l analisi del comparto ha evidenziato esigenze legate principalmente a carenze di natura strutturale ed organizzativa: migliorare le condizioni strutturali e organizzative di gestione, alimentazione, igiene, sanità e benessere degli allevamenti; adeguamento delle strutture locali di allevamento e macellazione; favorire l estensivizzazione degli allevamenti e la bassa utilizzazione dei pascoli; migliorare l informazione e la qualificazione degli addetti; favorire il ricambio generazionale; favorire il risparmio energetico, la produzione e l utilizzo di fonti energetiche alternative; potenziare le infrastrutture connesse all allevamento (energia, acqua potabile, ecc.); favorire l assistenza tecnica alle imprese; adeguamenti strutturali e organizzativi connessi all aggregazione di filiera finalizzata alla definizione di strategie commerciali, concentrazione dell offerta, valorizzazione dell offerta, diffusione di sistemi di qualità e rintracciabilità del prodotto. OBIETTIVI L obiettivo generale è la valorizzazione della produzione del bovino da carne gallurese, attraverso il miglioramento delle condizioni di produzione e di redditività delle imprese agricole, il rafforzamento della capacità produttiva nelle fasi di trasformazione, una maggiore incisività nella fase di commercializzazione e un generale miglioramento della qualità e reputazione dei prodotti della filiera. Obiettivi operativi potrebbero essere: diversificare le attività di allevamento e sviluppare economie multireddito a sostegno del sistema rurale; migliorare l infrastrutturazione delle aziende agricole anche favorendo l accorpamento fondiario; migliorare l offerta della filiera anche attraverso l introduzione di nuovi prodotti o di modalità di presentazione e confezionamento più aderenti alle esigenze del mercato (ad esempio con prodotti sezionati); dotare le imprese che partecipano ai diversi segmenti delle filiere dei macchinari e delle attrezzature necessarie per l introduzione di nuovi prodotti o di modalità di presentazione e confezionamento più aderenti alle esigenze del mercato; acquisizione di nuove competenze per gli operatori agricoli al fine di favorire una maggiore competitività delle imprese; 15

16 apertura di nuovi mercati per la commercializzazione delle produzioni della filiera, con particolare riferimento alla ristorazione e al settore alberghiero localizzato nell area costiera della provincia di Olbia Tempio; favorire il risparmio energetico, la produzione e l utilizzo di fonti energetiche alternative. STRATEGIE La strategia dell intervento è fondata sul rafforzamento delle potenzialità produttive e commerciali della filiera mediante il consolidamento del processo di organizzazione del mercato e il completamento di alcuni segmenti della filiera che appaiono particolarmente carenti, nello specifico la fase della trasformazione e del sezionamento. Alla realizzazione di iniziative imprenditoriali nelle suddette fasi, in particolare il sezionamento, è conseguente la possibilità di incidere in modo duraturo sul mercato. Senza il completamento della filiera il bovino da carne nella provincia di Olbia Tempio non riuscirà ad esprimere le sue potenzialità, mentre nel caso contrario si potrà aprire un mercato che, con il supporto di politiche di commercializzazione e di riconoscimento della genuinità, tracciabilità, qualità delle produzione, appare disponibile a riconoscere adeguatamente queste specificità mediante prezzi al produttore di sicura remunerazione. In relazione a quanto sopra detto, i risultati attesi sono: migliore qualità e redditività degli allevamenti; più adeguate dotazioni di infrastrutture per ottenere migliori condizioni di lavoro per gli operatori e abbassare i costi di produzione; estensione della gamma dei prodotti della filiera e crescita delle competenze nella presentazione e nel confezionamento dei prodotti; migliore dotazione di macchinari e attrezzature, soprattutto nel segmento delle filiera relativo alla trasformazione; acquisizione di nuove competenze per gli operatori agricoli; apertura di nuovi mercati per la commercializzazione delle produzioni della filiera. 16

17 FILIERA OVICAPRINA Sia i dati ISTAT che gli ultimi diffusi dalla Banca Dati Nazionale Anagrafe Zootecnica mostrano la netta predominanza dell' allevamento ovino con capi su quello caprino di capi. I comuni in cui è maggiormente praticato questo allevamento sono: Oschiri, Olbia, Berchidda, Buddusò, Alà dei Sardi. Tab. 6 Allevamenti Zootecnici ovi-caprini Provincia di Olbia Tempio Comune N capi ovini N capi caprini N az.ovini/ comune N az.capri/ comune N capi medio/ azienda ovin. N capi medio/ azienda capr. AGGIUS ,18 9,41 AGLIENTU ,84 11,02 ALÀ DEI SARDI ,93 19,59 ARZACHENA ,62 9,95 BADESI ,50 9,40 BERCHIDDA ,69 70,21 BORTIGIADAS ,41 11,59 BUDDUSÒ ,05 29,79 BUDONI ,26 9,93 CALANGIANUS ,00 11,32 GOLFO ARANCI ,54 5,50 LA MADDALENA ,00 4,50 LOIRI PORTO SAN PAOLO ,85 9,77 LUOGOSANTO ,07 6,95 LURAS ,48 13,86 MONTI ,00 15,92 OLBIA ,28 7,39 OSCHIRI ,89 18,52 PADRU ,12 13,80 PALAU ,38 7,38 SAN TEODORO ,48 12,79 SANTA TERESA GALLURA ,88 6,32 SANT'ANTONIO DI GALLURA ,26 7,70 TELTI ,51 5,67 TEMPIO PAUSANIA ,25 15,31 TRINITÀ D'AGULTU E VIGNOLA ,34 12,49 TOTALE COMPLESSIVO ,69 13,70 (Fonte Banca Dati Nazionale - ASL Teramo dati aggiornati al ) 17

18 Fig. 4 Allevamenti Zootecnici Ovini Provincia di Olbia Tempio Fig. 5 Allevamenti Zootecnici Caprini Provincia di Olbia Tempio La consistenza degli allevamenti ovini ha una media di 79 capi/azienda. Il settore ha un ruolo di grande rilievo nell economia provinciale anche perché l intera filiera produzione -trasformazione - commercializzazione è presente in ambito provinciale sia con caseifici cooperativi che privati. I caseifici, presenti nel territorio sono ubicati a: Olbia, Berchidda, Buddusò e Oschiri, i quali trasformano buona parte della produzione: il prodotto più rappresentato è il pecorino Romano, destinato all esportazione. Gli obiettivi di miglioramento si possono così sintetizzare: migliorare le condizioni strutturali e organizzative di gestione, alimentazione e igiene degli allevamenti e di benessere animale; favorire il risparmio energetico, la produzione e l utilizzo di fonti energetiche alternative; favorire l estensivizzazione degli allevamenti e la bassa utilizzazione dei pascoli; favorire la destagionalizzazione e la diversificazione delle produzioni. 18

19 FILIERA VITIVINICOLA COMUNI INTERESSATI Aggius, Aglientu, Alà dei Sardi, Arzachena, Berchidda, Bortigiadas, Buddusò, Calangianus, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Padru, Palau, Sant Antonio di Gallura, Santa Teresa di Gallura, Telti, Tempio Pausania, Trinità d Agultu e Vignola. Nel territorio della provincia Olbia Tempio attualmente, insiste un patrimonio viticolo, come dai dati provvisori definiti nell ambito del censimento eseguito dall AGEA, pari a circa Ha, superiore al dato registrato dal 5 censimento ISTAT che registra una superficie di circa Ha (tab. 4 pag. 10). Nell area dedicata alla vite, accanto a vigneti di tipo familiare, ubicati in prossimità dei centri abitati e caratterizzati da forme di allevamento di tipo tradizionale (alberello) con sesti di impianto piuttosto stretti e con superfici ridotte, si è comunque sviluppata una viticoltura intensiva. Infatti negli ultimi decenni, l ex ERSAT in applicazione della L.R. 44/76 (zone di sviluppo agropastorale) ha favorito la valorizzazione del Vermentino di Gallura, e l evoluzione verso le moderne forme di allevamento. La viticoltura, quindi, da tipologia tradizionale si è evoluta nelle forme espanse, facilmente meccanizzabili, assumendo in tutto il territorio dimensioni ragguardevoli. Accanto alla produzione del Vermentino, che caratterizza in maniera qualificata l intero territorio gallurese, attualmente si assiste al recupero di altre varietà come il Moscato di Tempio, il Nebbiolo di Luras e di altri vitigni tipici di tutto l areale (Muristellu, Ritagliadu, Caricagiola, ecc.). Si assiste inoltre all introduzione, dovuta alle prioritarie esigenze commerciali delle cantine, di varietà non propriamente autoctone quali il Carignano, Cagnulari, Cabernet, ecc. La dimensione media dei vigneti presenti, fatta eccezione per le realtà più evolute è rappresentata dalla classe di ampiezza compresa tra 0 e 2 ettari per almeno il 70% della S.A.U. viticola. Le forme di allevamento più diffuse sono il Guyot, il cordone speronato, il tendone modificato, la cortina semplice e qualche esempio di G.D.C., che coabitano con altre tipologie meno importanti. In considerazione dell attuale dinamica del mercato del vino, buona parte delle Cantine presenti nel territorio indirizzano i nuovi impianti viticoli verso la produzione di uve rosse ottenute prevalentemente da varietà regionali. All interno della Provincia le zone maggiormente interessate alla coltivazione della vite sono: la zona di Monti - Olbia con Ha, la zona di Berchidda con 311 Ha, la zona di Tempio Luras con Ha, la zona di Badesi con 207 Ha. Per quanto riguarda i punti di forza, si nota che con Decreto Ministeriale dell è stata istituita la D.O.C.G. Vermentino di Gallura che, unica in Sardegna, disciplina la produzione dell omonimo vitigno all interno della seguente zona di produzione che comprende i seguenti comuni: Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Budoni, Calangianus, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Palau, Sant Antonio di Gallura, Santa Teresa di Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d Agultu e Viddalba. Inoltre le tre principali cantine cooperative (Tempio, Berchidda e Monti) hanno creato un Consorzio che le raggruppa e indirizza verso vie comuni di commercializzazione. In generale si registra un processo di incremento nel numero dei produttori, alcune aziende di medie dimensioni si sono affermate sul mercato e attualmente esportano una notevole quota di prodotto, mentre altre di piccole dimensioni, nate di recente senza sostegno statale, dimostrano che il settore della produzione vitivinicola anche se condizionato da un regime di limitazione imposto dalla UE, è remunerativo ed in crescita. 19

20 Tra le criticità segnaliamo che l incremento numerico delle cantine di limitata dimensione potrà determinare un eccessiva frammentazione dell offerta, l impossibilità di aprirsi a segmenti di mercato in cui è necessario un adeguato volume di produzione, la competizione a livello internazionale con altre realtà che si stanno affacciando sul mercato del vino con quantità e costi decisamente più competitivi. Inoltre nella provincia di Olbia Tempio non viene offerto un servizio di assistenza tecnica specializzata, sia nel campo della coltivazione, che tantomeno nella trasformazione. Questo svantaggia le piccole cantine che non sono in grado di dotarsi della consulenza di un enologo. PUNTI DI FORZA Realtà produttive affermate (vini galluresi prodotti da circa 15 cantine, di cui 3 sociali e circa 12 private) Positiva visibilità sui mercati nazionali e internazionali OBIETTIVI GENERALI Intensificare i rapporti tra i produttori locali sia per quanto riguarda le attività di ricerca e sperimentazione che per la promozione e commercializzazione; radicare maggiormente le produzioni vitivinicole nei processi di valorizzazione del territorio e dei prodotti tipici locali OBIETTIVI SPECIFICI Sostenere le attività di promozione e commercializzazione, soprattutto delle cantine maggiori Avviare progetti di ricerca e sperimentazione sulle modalità di coltivazione di nuove tipologie di vitigni locali o comunque regionali, al fine di completare l'offerta dei produttori locali qualificandola con un consolidamento della tipicità Avviare progetti di ricerca e sperimentazione di nuove modalità di coltivazione e vinificazione dei vitigni locali (specificamente vermentino) Inserire tutti i produttori in un circuito di valorizzazione del territorio come le "strade del vino" LIMITI E PROBLEMI Pochi soggetti di dimensioni medie o medio-grandi che operano con un contatto diretto con i mercati nazionali e internazionali Presenza piccole cantine di nuova o nuovissima costituzione non inseriti in circuiti di valorizzazione del territorio Inserire tutti i produttori in un circuito di valorizzazione del territorio STRATEGIE E AZIONI Rafforzare la propensione alla qualità della produzioni anche in riferimento alla sperimentazione delle modalità di produzione di vini rossi derivanti da vitigni locali o comunque regionali, al fine di completare l'offerta dei produttori locali sostituendo, dove possibile, i vitigni internazionali presenti e migliorare quindi la capacità di affrontare il mercato dei produttori della provincia 20

21 Integrare le piccole cantine nei circuiti locali di valorizzazione dei prodotti tipici Individuare modalità di integrazione con il settore del sughero, anche in un contesto di valorizzazione locale dei prodotti tipici Le prospettive di sviluppo si basano su una crescita qualitativa delle produzioni, su una modernizzazione della commercializzazione e sull adeguamento alle normative. Si deve tendere a ridurre i costi di produzione attraverso l ammodernamento dei vigneti, modificando le strutture produttive, al fine di consentire una maggiore meccanizzazione anche con forme di gestione associata. A questo proposito la R.A.S. ha predisposto il Piano di ristrutturazione e riconversione viticola che nell anno 2012 prevede uno stanziamento di circa 4 milioni di euro su tutto il territorio regionale con superficie minima ammissibile di Ha 0,5. Le aree territoriali di applicazione della misura ristrutturazione e riconversione sono quelle individuate dai disciplinari di produzione dei vini a Denominazione di Origine e Indicazione Geografica. Le varietà ammesse sono le varietà autoctone e le varietà consigliate per la coltivazione nella Regione Sardegna, costituenti la base ampelografica per vini a D.O. e a I.G.. Le varietà idonee alla coltivazione nella Regione Sardegna, di cui alla D.G.R. n. 27/19 del 8 giugno 2004, potranno essere ammesse come vitigni integratori nelle percentuali previste dai relativi disciplinari di produzione e per la produzione di vini IGT di cui è dimostrato lo sbocco commerciale. Il Programma nazionale di sostegno nel settore del vino, per la Campagna viticola 2011/2012. Annualità finanziaria 2012 prevede invece il finanziamento di un aiuto per la realizzazione di investimenti materiali e immateriali in impianti di trasformazione, in infrastrutture vinicole e nella commercializzazione del vino. Gli investimenti possono riguardare uno o più dei seguenti aspetti: - la produzione e/o la commercializzazione dei prodotti di cui all allegato XI ter del Reg. (CE) n. 491/2009; - lo sviluppo di nuovi prodotti, trattamenti e tecnologie connessi con i prodotti di cui all allegato XI ter del Reg. (CE) n. 491/2009. L obiettivo della misura è quello di favorire il miglioramento del rendimento globale dell impresa, soprattutto in termini di adeguamento alla domanda del mercato e di raggiungimento di una maggiore competitività. Nella ristrutturazione in senso quanti-qualitativo, le strutture cooperative dovranno compiere uno sforzo di coordinamento della fase produttiva, in quanto è noto che la qualità della materia prima conferita è indispensabile per realizzare politiche di prodotto e di marca efficaci. Le possibili ipotesi di soluzioni si basano quindi, essenzialmente sulle tre fasi della: - produzione - trasformazione - commercializzazione. Intervenire sulla produzione significa ottimizzare le rese, una diffusione capillare di assistenza tecnica specialistica, il costante collegamento con la ricerca scientifica finalizzata, l ampliamento della dimensione media aziendale al fine di migliorare l economia di gestione, il maggior accordo con le 21

22 strutture di trasformazione al fine di orientare la produzione in funzione delle prospettive commerciali, e infine l adeguamento delle normative d intervento settoriale e reperimento dei mezzi finanziari necessari. Nella fase di trasformazione si ritiene di interviene nella ricerca e nello sviluppo di prodotti innovativi e di qualità (novello, biologico) che tengano conto dei gusti dei consumatori e dei loro mutamenti. Fondamentale è l adeguamento strutturale degli impianti di trasformazione nel favorire l introduzione delle moderne tecnologie di lavorazione, conservazione e confezionamento in linea con il raggiungimento della qualità certificata di processo e di prodotto richiesta dal mercato. Fondamentale è anche il raggiungimento di processi di utilizzazione dei sottoprodotti e di smaltimento ecocompatibile dei rifiuti al fine di ottenere la qualità ambientale. Il raggiungimento di un alto livello qualitativo serve anche a favorire l attività promozionale del prodotto vino nella sua forma più completa come espressione del luogo storico - geografico, della popolazione e della sua cultura. In questo senso iniziative come Le Strade del Vino, Cantine Aperte e le Viniadi, oppure strutture come il Museo del Vino di Berchidda possono essere l occasione di promuovere il territorio e le sue risorse turistiche, ricreative e ambientali. 22

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