POSSIBILE RUOLO DELLA NUTRIZIONE NELLA PREVENZIONE E NEL TRATTAMENTO DI: DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE, TURBE DELL'UMORE, DEPRESSIONE

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1 POSSIBILE RUOLO DELLA NUTRIZIONE NELLA PREVENZIONE E NEL TRATTAMENTO DI: DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE, TURBE DELL'UMORE, DEPRESSIONE Daniela Metro Dipartimento di Scienze Biochimiche, Fisiologiche e della Nutrizione Università di Messina

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3 I disordini alimentari sono una serie di comportamenti complessi, attitudini personali, strategie di imitazione, e condizioni che accomunano la gente in relazione a problemi legati all aspetto fisico e al peso corporeo basati su sentimenti emotivi, immoderati e spesso patologici Le patologie legate all alimentazione costituiscono un problema delle nazioni industrializzate che hanno abbondanza di cibo, per cui essere magri diventa requisito essenziale per avere successo e per essere attraenti

4 Circa 8 milioni di persone negli Stati Uniti soffrono di problemi legati a disordini alimentari, e circa il 90% di questi sono di sesso femminile casi di anoressia documentati in Italia, con un incremento annuale di 8.500

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6 Comprendono 3 quadri clinici che impegnano i dietologi, gli internisti e gli psichiatri: 1. ANORESSIA NERVOSA 2. BULIMIA NERVOSA 3. ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE NON ALTRIMENTI SPECIFICATE

7 Anoressia nervosa Bulimia nervosa Binge eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata

8 Esperienza soggettiva del proprio corpo Schema corporeo Esperienze negative Distorsione della propria immagine Diete incongrue ANORESSIA BULIMIA

9 L Immagine Corporea La definizione più comunemente accettata di immagine corporea è quella proposta da Schilder (1935) il quale per la prima volta la descrisse come: l immagine del nostro corpo che formiamo nella mente, vale a dire il modo in cui il corpo appare a noi stessi

10 L Immagine Corporea IMMAGINE CORPOREA APPARENZA FISICA Apparenza Fisica: è una valutazione della taglia, del peso e di molti altri aspetti del corpo che determinano l aspetto fisico esteriore del soggetto

11 L Immagine Corporea APPARENZA FISICA 3 componenti 1. PERCETTIVA (del corpo) 2. SOGGETTIVA (elaborazione cognitiva) 3. COMPORTAMENTALE (situazioni che elicitano reazioni di disagio)

12 L Immagine Corporea Quando c è disagio elevato per uno dei 3 aspetti della propria apparenza DISTURBO DELL IMMAGINE CORPOREA

13 Il termine anoressia dal greco an (prefisso negativo = senza) e dal sostantivo òrektos = appetito

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15 ANORESSIA NERVOSA -FOBIA DI AUMENTARE DI PESO -PERDITA DI PESO -AMENORREA

16 Un modello cognitivo dell anoressia nervosa Condizioni antecedenti distali Condizioni antecedenti prossimali Sintomatologia Conseguenze Vulnerabilità genetica? Ambiente familiare peculiare? Variabili individuali Scarsa autostima Ipercondiscendenza Conflitti di autonomia Perfezionismo Grandiosità Preferenza per la semplicità e la certezza CONVINZIONI La magrezza è la soluzione al proprio disagio Rinforzi positivi Sensazioni di successo, valore,orgoglio, superiorità Incremento del senso di autocontrollo Attenzione e/o interesse agli altri Variabili socio culturali Ambiente che associa la magrezza alla bellezza ed al valore personale COMPORTAMENTI Dieta, esercizio fisico,vomito,lassativi e altre misure di controllo del peso Rinforzi negativi Evitare di ingrassare, Evitare altri conflitti e/o problemi Stress DIGIUNO Esperienza di perdita, di fallimento, di delusione Inizio della pubertà Pensiero concreto Isolamento Perdita di ricettività Depressione

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19 Epidemiologia dei DCA L insorgenza dell anoressia nervosa avviene tipicamente in età adolescenziale, dalla prima adolescenza ai anni, con una distribuzione bimodale che mostra due picchi, a 14,5 e a 18 anni. Sono descritti però anche casi ad insorgenza tardiva oltre ai 30 anni. La prevalenza nella fascia di popolazione femminile più a rischio (12-25 anni) varia dal 10 al 20% Il DSM-IV riporta, per AN, tassi di prevalenza pari allo 0,5% - 1%. AN è più frequente nel sesso femminile con un rapporto femmine/maschi di circa 10:1 (DSM-IV)

20 FATTORI PREDISPONENTI GENETICI PSICOLOGICI FISIOLOGICI SOCIOLOGICI Atleti a rischio Rischio elevato Seguire consigli volti a perdere peso senza sorveglianza Inizio precoce degli allenamenti sportspecifici Inizio precoce di diete dimagranti Scarsa accettazione della pubertà Aumento improvviso delle ore di allenamento Infortuni Assenza di un allenatore Basso rischio Essere seguiti durante la dieta Inizio degli allenamenti sportivi ad un età maggiore Sottoporsi a diete speciali non precocemente Buona accettazione della pubertà

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22 Caratteristiche e sintomi associati con l anoressia nervosa Eccessivo perfezionismo (nelle attività scolastiche e non) Disturbi relativi all umore con progressiva chiusura rispetto ad amici o parenti (oscillando da un iniziale euforia ed iperattività ad una progressiva depressione, con profonda tristezza, apatia, perdita d interesse e di concentrazione) Notevole interesse per libri di cucina e ricette Tendenza a cucinare per parenti e amici, veri e propri manicaretti (senza assaggiarli) Tendenza a nascondere il cibo, a sminuzzarlo in piccoli pezzi e a mangiarlo lentamente

23 Quasi tutti i soggetti assumono grandi quantità di caffè o tè bollente; tali bevande, oltre ad agire come stimolanti, se ingerite molto calde, possono essere efficaci per combattere le sensazioni di fame

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25 Anoressia Nervosa: quadro internistico Apparato cardiovascolare Alterazioni metaboliche ed elettrolitiche Apparato muscolo-scheletrico Alterazioni ematologiche Apparato gastroenterico Alterazioni dermatologiche Sistema nervoso centrale Bradicardia, Ipotensione ortostatica Acrocianosi Lipotimie Aritmie e Alterazioni ECGrafiche Alcalosi metabolica Ipocloremia, Iponatremia, Ipopotassiemia Edemi periferici Metabolismo basale diminuito Ipercolesterolemia Osteopenia Anemia, Leucopenia, Linfocitosi relativa, Piastrinopenia, Ipoplasia midollare Svutamento gastrico ritardato, Aumentato tempo di transito, Dispepsia, Stipsi Lanugo, Colorazione giallastra, Pelle secca e squamosa Alterazioni aspecifiche EEGrafiche, Atrofia cerebrale e dilatazione dei ventricoli (reversibili),

26 Anoressia Nervosa: complicanze Apparato riproduttivo Ipogonadismo Fertilità diminuita Rischio di aborto aumentato Alla nascita: peso inferiore alla norma Apparato muscolo-scheletrico Apparato gastroenterico Osteoporosi, Fratture spontanee Dilatazione gastrica acuta (rara) Perforazione gastrica (rara) Pancreatite Apparato cardiovascolare Complicanze renali Massa miocardica diminuita Prolasso della mitrale Scompenso cardiaco congestizio Danno tubulare irreversibile Diabete insipido, Litiasi

27 ANORESSIA NERVOSA ESITO DELLA MALATTIA 1. 40% riacquista il peso normale 2. 25% resta emaciato 3. 20% rimane magro (non a livelli patologici) 4. 15% accumula sovrappeso o muore di fame

28 Ciò che il pediatra o il medico di famiglia non dovrebbero mai fare è: incentrarsi sul problema alimentare dare farmaci che stimolino l'appetito dare sollecitazioni e raccomandazioni sull'apporto alimentare. (Un tale comportamento può ostacolare la nascita di un rapporto di intesa e di fiducia reciproca con il paziente alla luce di un'eventuale collaborazione per risolvere il problema, perché il medico, involontariamente, utilizzerebbe strategie sbagliate ed analoghe a quelle della famiglia, che spesso sono causa della malattia stessa). provocare artificialmente le mestruazioni in caso di amenorrea (In realtà, le mestruazioni sono fonte di maggiore angoscia in quanto ricordano la femminilità, la corporeità da cui spesso la paziente vuole fuggire). una medicalizzazione intempestiva con alimentazione forzata.

29 Ciò che si dovrebbe fare, invece, è: coinvolgere entrambi i genitori, rinforzando la competenza paterna sottolineare che il problema non è fisico, ma psicologico offrire il cibo in piccole quantità e più volte al giorno sottolineare il livello di angoscia che ha pervaso tutta la famiglia e attraverso ciò motivare la famiglia ad un appoggio psicologico.

30 Compiti del Dietista: Riabilitazione Psiconutrizionale Raccolta dell anamnesi alimentare Presenza/assistenza durante i pasti Concordare il menù con la paziente Predisposizione dello schema alimentare nelle varie fasi del percorso Rilevamento dei rifiuti, delle fobie e delle difficoltà relativi ai cibi proposti Verifica e discussione dei dati raccolti nel diario alimentare

31 Rilevamento dei rituali e delle difficoltà relativi al pasto Adeguamento dello schema alimentare in rapporto al momento terapeutico ed alle singole capacità Verifica delle capacità di autonomia ed autogestione sul piano alimentare Coordinamento e svolgimento dei gruppi psicoeducazionali Coordinamento con il personale di reparto e di cucina Raccordo e confronto con gli altri membri dell equipe

32 Refeeding syndrome (sindrome da rialimentazione) Conseguenze metaboliche e fisiologiche della malnutrizione e rialimentazione, caratterizzata da ipofosfatemia, ipomagnesemia, ipokaliemia, ritenzione di liquidi e sodio Insorge tipicamente entro la prima settimana dall inizio della nutrizione in pazienti denutriti

33 Prevenzione Refeeding syndrome Riconoscere la sindrome ed i pazienti a rischio (abuso cronico d alcool, anoressia nervosa, pazienti cronicamente malnutriti, cachettici,..) Aumentare progressivamente l apporto calorico in particolare nel paziente denutrito Misurare gli elettroliti Controllo regolare di potassio, fosforo, magnesio e glucosio

34 STRATEGIE PER EVITARE LA SINDROME DA RIALIMENTAZIONE Identificare i pazienti a rischio (per es. qualsiasi paziente cronicamente malnutrito o che non abbia mangiato per 7-10 giorni) Misurare i livelli serici di elettroliti e correggere le anomalie prima della rialimentazione Misurare i valori serici chimici a giorni alterni per i primi 7-10 giorni, quindi settimanalmente durante il periodo restante di rialimentazione Cercare di aumentare lentamente l assunzione calorica giornaliera di kcal ogni tre-quattro giorni finchè il livello di assunzione calorica non è adeguato Controllare attentamente il paziente per l eventuale insorgenza di tachicardia ed edema

35 Il termine bulimia dal greco boùs (= bue) e limòs (= fame) significa letteralmente fame da bue

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37 BULIMIA NERVOSA -FOBIA DI AUMENTARE DI PESO -ABBUFFATE COMPULSIVE (Binge eating) -COMPORTAMENTI DI COMPENSO

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39 Caratteristiche e sintomi associati con la bulimia nervosa Frequenti disturbi dell umore come depressione ed ansia. Marcate oscillazioni dell umore con momenti di euforia alternati a momenti di profonda tristezza (che solitamente anticipano e/o seguono le abbuffate) Maggiore percentuale di comportamenti autolesivi, come provocarsi ferite o bruciature, consumare alcolici o stupefacenti, associati a marcata sofferenza Tentativi di suicidio Peso solitamente normale Irregolarità mestruali

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41 Bulimia Nervosa: aspetti internistici e complicanze Complicanze odontoiatriche Complicanze gastroenteriche Alterazioni metaboliche ed elettrolitiche Complicanze cardiovascolari Complicanze dermatologiche Complicanze ginecologiche Erosione dello smalto, carie, patologie paradontali Ipertrofia ghiandole salivari, ematemesi, perforazione esofagea, pancreatite, dilatazione gasrica acuta, rottura gastrica, alterazioni funzione epatica. Alcalosi metabolica Acidosi metabolica. Ipotensione, cardiomiopatia, edema idiopatico, anomalie ECGrafiche, prolasso della mitrale. Cute secca Rischio di aborto raddoppiato Complicanze renali Complicanze polmonari Complicanze neurologiche Nefropatia ipokaliemica Polmonite ab ingestis Convulsioni, anomalie EEGrafiche

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43 Disturbi del comportamento alimentare atipici Binge eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata Spesso correlato con l obesità (20-30% dei soggetti che richiedono un trattamento per l obesità ne sono affetti) Questi soggetti si distinguono dai bulimici per l assenza di: dieta ferrea (non è presente né prima né dopo l abbuffata); comportamenti di compenso (vomito autoindotto, lassativi, diuretici, digiuno, eccessivo esercizio fisico); valore estremamente positivo attribuito alla magrezza.

44 Cos è un abbuffata? Per abbuffata si intende mangiare in un definito periodo di tempo (es. mezz ora) una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili, accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo sul cibo (sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando). Spesso la spinta a mangiare voracemente è così forte che il soggetto non riesce neppure a scegliere cosa mangiare, ma consuma a caso pietanze dolci, salate, senza riuscire a sentire nessun sapore. Solitamente l abbuffata termina quando il soggetto inizia a sentirsi male per l eccesso di cibo introdotto, oppure quando è finito tutto quello che era possibile mangiare. Di solito esperienze di un abbuffata provocano profondi sensi di colpa e/o di paura di acquistare peso e lascia il soggetto assai spossato e triste

45 L abbuffata Esperienza molto dolorosa per la paziente

46 Anoressia e bulimia nascondono una sofferenza profonda perché rappresentano una richiesta di aiuto espressa attraverso un cambiamento radicale del proprio corpo. Un tunnel buio, dunque, ma dal quale si può uscire il il percorso è lungo, non sempre facile, MA POSSIBILE!

47 I CASO - MARTINA M. PRIMA DOPO Peso Altezza Età Massa Cellulare 17.6 Kg (52.1%) 17.7 Kg (46.9%) Acqua Totale 24.7 litri (70.5%) 27.5 litri (68.9%) Acqua Extracellulare 11.6 litri (47.2%) 14.3 litri (52.1%) Acqua Intracellulare 13.1 litri (52.8%) 13.2 litri (47.9%) Peso Massa Grassa 1.3 Kg (3.7%) 2.4 Kg (5.9%) Peso Massa Magra 33.7 Kg (96.3%) 37.6 Kg (94.1%) Massa Muscolare 21.7 Kg (62.0%) 22.2 Kg (55.5%) BMI (indice massa corporea) BCMI (indice massa cellulare) 6 7

48 II CASO - ROSANNA G. PRIMA DOPO Peso Altezza Età Massa Cellulare 24.2 Kg (65.5%) 21.7 Kg (52.2%) Acqua Totale 29.0 litri (84.1%) 31.0 litri (61.9%) Acqua Extracellulare 13.6 litri (47.0%) 14.7 litri (47.4%) Acqua Intracellulare 15.4 litri (53.0%) 16.3 litri (52.6%) Peso Massa Grassa -2.5 Kg (-7.2%) 8.5 Kg (17.0%) Peso Massa Magra 37.0 Kg (107.2%) 41.5 Kg (83.0%) Massa Muscolare 29.6 Kg (85.7%) 26.8 Kg (53.6%) BMI (indice massa corporea) BCMI (indice massa cellulare) 8 9

49 III CASO - DARIA C. PRIMA DOPO Peso Altezza Età Massa Cellulare 18.7 Kg (51.3%) 21.5 Kg (53.8%) Acqua Totale 28.0 litri (62.2%) 30.0 litri (60.0%) Acqua Extracellulare 12.6 litri (45.1%) 13.8 litri (46.0%) Acqua Intracellulare 15.4 litri (54.9%) 16.2 litri (54.0%) Peso Massa Grassa 8.7 Kg (19.2%) 10.0 Kg (20.0%) Peso Massa Magra 36.3 Kg (80.8%) 40.0 Kg (80.0%) Massa Muscolare 23.1 Kg (51.3%) 26.5 Kg (53.0%) BMI (indice massa corporea) BCMI (indice massa cellulare) 6 8

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51 FAME E SAZIETA SISTEMA SEROTONINERGICO: esercita un azione eccitatoria sul centro della sazietà SISTEMA ADRENERGICO: α adrenergico inibisce il centro della sazietà β adrenergico inibisce il centro della fame (come le anfetamine) SISTEMA DOPAMINERGICO: attiva il centro della fame SISTEMA GABAERGICO I: esercita azione inibitoria sulla via serotoninergica, quindi provoca fame SISTEMA GABAERGICO II: sopprime l attività dopaminergica sul centro della fame e quindi causa sazietà

52 Gli scienziati non hanno ancora messo a punto una dieta contro la depressione, tuttavia per mantenersi in un buono stato di salute e per tenere sotto controllo l umore, si raccomanda di seguire un alimentazione bilanciata

53 TRIPTOFANO SEROTONINA

54 Pasto ricco di carboidrati INSULINA AMINOACIDI NEUTRI Ad elevato peso molecolare B E E TRIPTOFANO

55 Alcuni disturbi del comportamento, quali: il Disturbo affettivo stagionale (SAD), l Obesità da consumo eccessivo di carboidrati (CCO) e la Sindrome premestruale (PMS) comportano depressione, apatia ed incapacità di concentrazione e sono caratterizzati da occasionali periodi di ipernutrizione (in particolare dall assunzione di cibi ricchi di carboidrati) livelli cerebrali di serotonina tono dell umore eccessivo aumento di peso.

56 OPPIOIDI ENDOGENI ASSUNZIONE DI CIBO PREFERENZE ALIMENTARI verso i carboidrati

57 L impulso di mangiare dolci non ha quasi mai a che fare con l appetito o con il sapore del cibo; quasi tutti affermano di mangiare per combattere la tensione, l ansia o l affaticamento mentale momentanei. Dopo un appagamento transitorio dovuto all aumento della serotonina, questi soggetti, nel constatare l ulteriore, inevitabile aumento di peso, cominciano a nutrire grandi sensi di colpa, che a loro volta sono responsabili di uno stato depressivo sempre più grave.

58 Secondo una ricerca finlandese, condotta dallo psichiatra Antti Tanskanen, sembra che esista una relazione tra pesce e depressione. Si è rilevato infatti che le persone che mangiano prodotti ittici meno di una volta a settimana hanno il 31 per cento di possibilità in più di soffrire di depressione di quelle che lo mangiano più frequentemente.

59 L iperico porta con sé da tempo la fama di erba miracolosa contro la depressione. La sua efficacia però è ancora tutta da dimostrare. Il mondo scientifico decisamente scettico si è espresso con un articolo apparso di recente su Jama, sostenendo che le precedenti ricerche, che attestavano la sua presunta efficacia come antidepressivo, non sono state svolte correttamente. Nel nuovo studio, al contrario, i soggetti, un campione di 200 pazienti adulti con depressione grave, trattati con iperico non hanno mostrato significative riduzioni nei sintomi tipici della depressione.

60 Alcuni qualificati studiosi, come quelli della Boston University e della Harvard University hanno eletto il cioccolato ad una sorta di elisir di lunga vita. Altri lo hanno definito il sostituto legale della marijuana.

61 Il cioccolato agisce da catalizzatore, facilitando la produzione di endorfine, con un'azione simile a quella della morfina, stimolando le sensazioni di euforia e attenuando il dolore. Va aggiunto che il cioccolato contiene una certa quantità di feniletilamina (PEA, 1 mg ogni etto ), che fa parte delle sostanze cosiddette simillisergiche simili all'lsd.

62 Uno studio recente ha messo in evidenza la presenza nel cioccolato dell anandamide simile al tetraidrocannabinolo (THC) che è un principio attivo della marihuana.

63 La novità più recente è stata presentata dal Neuroscience Institute di San Diego. Gli acidi grassi del cioccolato sono in grado di indurre la produzione di composti cannabinoidi endogeni (simili cioè alla cannabis ma prodotti dal nostro organismo)

64 Gordon Parker, ricercatore del Black Dog Institute di Sydeny e coordinatore dello studio, evidenzia che stando ai dati ottenuti gli effetti del cioccolato sull'umore terminano nel momento stesso in cui finisce di sciogliersi in bocca

65 Secondo Parker il cioccolato può fornire un piacere di tipo emotivo che viene soddisfatto solo mentre lo si mangia Infatti, ci sono studi che hanno dimostrato che anche mangiando cioccolato per giorni i livelli di feniletilamina nel corpo risultano praticamente inalterati.

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