CHIMICA È... CULTURA COLLANA DI FONDAMENTI E DIVULGAZIONE DELLA CHIMICA

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1 CHIMICA È... CULTURA COLLANA DI FONDAMENTI E DIVULGAZIONE DELLA CHIMICA 8

2 Direttore Vincenzo VILLANI Università degli Studi della Basilicata Comitato scientifico Giovanni VILLANI Istituto di Chimica dei Composti Organometallici, CNR Vincenzo SCHETTINO Università degli Studi di Firenze Maurizio D AURIA Università degli Studi della Basilicata Stefano SUPERCHI Università degli Studi della Basilicata Luciano D ALESSIO Università degli Studi della Basilicata Gaetano GIAMMARINO Università degli Studi della Basilicata

3 CHIMICA È... CULTURA COLLANA DI FONDAMENTI E DIVULGAZIONE DELLA CHIMICA Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. Immanuel KANT La collana nasce con una vocazione dichiaratamente interdisciplinare: la Chimica viene intesa come link di un network molto più ampio, una scena nel grande affresco della cultura moderna. Mentre è difficile sopravvalutare il ruolo della Chimica nella società moderna per le sue infinite utili applicazioni, è facile sottovalutarne le implicazioni culturali dal punto di vista concettuale, al di là dei puri tecnicismi. Quali sono i fondamenti culturali della Chimica: la ricchissima storia, la visione della natura, il rapporto con le arti, la riflessione filosofica e più in generale il contributo ad una società sostenibile? Tutti questi aspetti e implicazioni sono i temi approfonditi dai volumi pubblicati in questa collana.

4 I libri utilizzati nelle varie parti di questo scritto fanno parte della biblioteca di mio padre, Antonio Aquilini. Sono libri ingialliti e un po spaginati. Sottolineature e annotazioni hanno permesso un dialogo ormai impossibile. E hanno indicato la strada.

5 Eleonora Aquilini I programmi scolastici di scienze nell Italia unita Dal 1860 al 1955

6 Aracne editrice Copyright MMXVI Gioacchino Onorati editore S.r.l. unipersonale via Sotto le mura, Canterano (RM) (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: ottobre 2016

7 Indice 9 Introduzione Parte I Leggere, scrivere e far di conto L educazione nazionale e l istruzione dei sensi Parte II L istruzione formale e l istruzione pratica L idealismo Parte III La cultura e il lavoro, l individuo e la società Il globalismo, l ambiente e i cicli di studio 45 Bibliografia 7

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9 Introduzione La scuola elementare, tuttavia, non nasce per la opinione pubblica e nella vita sociale se non concepita come Scuola di Stato a cui si legano gli indispensabili attributi di essere scuola per tutti, obbligatoria e gratuita. Non nasce cioè se non quando si impone e si riconosce il valore della massa popolare nella vita politico economico sociale del paese, per cui le classi dirigenti si impegnano finalmente, con gesto protettivo, a formare il popolo... sarà soprattutto la diversa concezione del popolo... che, oltre a dare una diversa organizzazione alla scuola, porterà ad una diversa formulazione dei programmi... 1 I programmi di Scienze e Igiene per la scuola elementare non compaiono prima del Costituiscono una innovazione e sono un segno dei tempi: il positivismo entra nella scuola ispirando metodi e insegnamenti. Prima di analizzarli e di confrontarli con quelli del 1905, ancora più caratterizzati in questo senso, e con quelli successivi, è opportuno dare uno sguardo alla situazione della scuola italiana nel momento in cui la legge Casati, nata per il solo Piemonte, viene assunta come legge per tutto il Regno 2. In Piemonte la prima organica riforma generale della scuola risale al 1848, ma ci sono due precedenti atti amministrativi, che sono di fondamentale importanza: il Regolamento del 23 luglio 1822, e il R. Biglietto 10 Luglio 1827 che lo completa. Attraverso i due provvedimenti si impone «l obbligo di una scuola elementare gratuita a tutte le città, ai borghi e capoluoghi di Mandamento, e, per quanto è possibile, a tutte le terre; e di due scuole distinte dove gli alunni superino i settanta 3» (una di lettura scrittura e catechismo, l altra degli elementi di lingua italiana, di aritmetica e della dottrina cristiana). I maestri sono sottoposti al controllo dei Riformatori (poi Provveditori) e dei Vescovi. I Comuni si fanno carico dei locali, del patrimonio scolastico e dello stipendio dei maestri. Con il R.R.P.P. 30 Novembre 1847 nasce 1. I. PICCO, I programmi scolastici, Biblioteca dell educatore, Milano, Anonima Edizioni Viola, 1950, p Ivi, p D. BERTI, Del metodo applicato all insegnamento elementare, Vol.1, Torino, 1849, p. 8. 9

10 10 Introduzione il Ministero della Pubblica Istruzione e nell Ottobre 1848, la struttura scolastica e amministrativa è completamente definita «in modo tale da destare l ammirazione dell Europa tutta» 4. Con la legge del 13 Novembre 1859 un altro obbligo si affianca a quello dei Comuni di istituire scuole primarie, quello «a tutti i fanciulli, entro un determinato limite d età di frequentare la scuola» (fino alla terza classe, ossia fino al compimento del grado inferiore). Secondo Iclea Picco dall incontro di questi due obblighi, nasce la Scuola di Stato. E la scuola italiana nasce come Scuola di Stato. Da ciò emerge la necessità di formulare un programma valido di massima per tutti. L art. 315 della legge Casati stabilisce: L istruzione elementare è di due gradi, inferiore e superiore. L istruzione del grado inferiore comprende l insegnamento religioso, la lettura, la scrittura, l aritmetica elementare, la lingua italiana, nozioni elementari sul sistema metrico. La istruzione superiore comprende, oltre allo svolgimento delle materie del grado inferiore, le regole della composizione, la calligrafia, la tenuta dei libri, la geografia elementare, l esposizione dei fatti più notevoli della storia nazionale, le cognizioni di scienze fisiche e naturali applicabili principalmente agli usi ordinari della vita. Alle materie sovr accennate saranno aggiunti, nelle scuole maschili superiori, i primi elementi di geometria e disegno lineare; nelle scuole femminili, i lavori donneschi. 5 Gli alunni devono, alla fine di ogni semestre sostenere un esame pubblico nelle materie d insegnamento e ai maestri delle scuole pubbliche e private è richiesta categoricamente una patente d idoneità oltre a un attestato di moralità. Tuttavia, poco dopo, il 15 Settembre 1860, vengono proposti (e poi approvati) da Terenzio Mamiani una serie di emendamenti che annullano la richiesta di titoli legali per Insegnanti nelle scuole e negli asili per l Infanzia, sottolineando che «per le scuole private non debba esigersi in modo assoluto una patente formale, ma basti la capacità riconosciuta per via d altri documenti più facili a procurarsi». Conseguentemente nelle scuole private «l ispezione non si estenda all ammaestramento, ma solo a tutelare la moralità, l igiene e l ordine pubblico» 6. La scuola italiana nasce purtroppo all insegna del compromesso. Ancora oggi, a distanza di 150 anni la scuola pubblica non ha rapporti 4. Codice dell Istruzione secondaria classica e tecnica e della Primaria e Normale, Torino, Tip. Scolastica di Seb. Franco e Figli e Comp., 1861, p Ivi, p Ivi, p

11 Introduzione 11 chiari con la scuola privata, prova ne siano le graduatorie pubbliche degli insegnanti, ignorate nelle scuole private a dispetto di punteggi e di patenti (le attuali abilitazioni) o i tentativi recenti di togliere valore legale al titolo di studio.