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1 Osservatorio su fallimenti, Marzo

2 Il triplo record negativo... Sintesi dei risultati I dati di Cerved Group relativi alle procedure concorsuali e alle liquidazioni indicano che la lunga recessione che ha investito l'economia ha avuto un impatto durissimo sul sistema delle aziende italiane nel : i fallimenti, le procedure non fallimentari e le liquidazioni volontarie hanno infatti abbondantemente superato i precedenti record negativi e complessivamente si contano 111 mila chiusure aziendali, il 7,3 in più rispetto al. Negli ultimi tre mesi del i fallimenti hanno proseguito la loro corsa con tassi a due cifre, Imprese non più operative per modalità nell anno Numero di procedure e tassi di variazione sull anno precedente Fallimenti Liquidazioni Altre procedure 3,1 12, 5,6,5 11,5 53, Procedure e liquidazioni di imprese Dati destagionalizzati e corretti per il numero di giornate lavorative 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q portando il totale dell'anno oltre quota 14 mila, il 12 in più rispetto al precedente massimo, toccato l'anno precedente. Il fenomeno è risultato in forte aumento in tutti i settori e in tutte le aree del Paese, riguardando anche segmenti in cui nel si erano manifestati timidi segnali di miglioramento, come l'industria (-4,5 nel /11, contro +12,9 nel /12) e il Nord Est (da -3,6 a +19,7). Nel si contano circa 3mila procedure concorsuali non fallimentari, il massimo da oltre un decennio e il 53,8 in più rispetto all'anno precedente. Il fenomeno è attribuibile all'impennata dei concordati preventivi, più che raddoppiati rispetto al, soprattutto per effetto dell'introduzione del concordato in bianco: questa procedura, che consente alle imprese di bloccare le azioni esecutive dei creditori in attesa di preparare un piano di risanamento, ha infatti trovato un larghissimo utilizzo tra le imprese (oltre 4,4 mila pre-concordati nell'anno) e in oltre un terzo dei casi (delle domande giunte a scadenza) si è trasformata in un 'vero' concordato preventivo.... Nel ai massimi fallimenti, procedure non fallimentari e liquidazioni volontarie; boom dei pre-concordati 2

3 I dati trimestrali indicano tuttavia che il numero di domande ha subito una brusca frenata nel corso della seconda metà dell'anno, probabilmente per effetto delle modifiche introdotte in estate con il Decreto del Fare. Il è stato anche l'anno record delle liquidazioni volontarie: nel hanno chiuso volontariamente l'attività 94 mila aziende, il 5,6 in più rispetto all'anno precedente, con un aumento del +7 tra le 'vere' società di capitale, quelle che hanno depositato almeno un bilancio valido nel triennio precedente alla liquidazione. In particolare, le statistiche relative agli exit ratio delle 'vere' società di capitale la percentuale di società uscite dal mercato per una procedura concorsuale o una liquidazione rispetto a quelle con almeno un bilancio valido indicano che nel la crisi ha colpito più duramente il sistema casa (8,6, contro una media complessiva del 6,6), il sistema moda e i servizi di informazione e intrattenimento (8,1), la filiera auto (8). Tra le regioni, l'impatto è stato particolarmente duro nelle Marche e in Molise (7,5) Procedure non fallimentari per tipologia nell anno 14,6 12,7 Concordati preventivi* 8,2-2, Altre procedure**. * Concordati preventivi con piano di risanamento ** Non include le procedure di cancellazione, di scioglimento per atto dell'autorità e le procedure che originano da atto dell'autorità 3

4 C I fallimenti ontinua a ritmi serrati la corsa dei fallimenti: nel quarto trimestre del sono entrate in procedura fallimentare oltre 4 mila imprese, il 1,4 in più dello stesso periodo del. Il numero complessivo di default del ha quindi superato quota 14 mila: il record negativo dell anno precedente è stato così abbondantemente superato (+12) e il risulta l anno con il maggior numero di fallimenti dall inizio della serie storica (21). Tre le varie forme giuridiche, sono le società di capitali a registrare il maggiore aumento: +13,4 rispetto al e numero di default oltre quota 1 mila. Si inverte la tendenza positiva dell anno precedente nel caso delle società di persone (+9,8) e delle altre forme giuridiche (+7), per cui i fallimenti hanno ripreso ad aumentare nel. L incremento dei fallimenti ha riguardato nel tutti i macrosettori, con una generale accelerazione rispetto ai tassi osservati nell anno precedente. A pagarne maggiormente le spese sono le imprese che operano nel terziario, con un aumento dei fallimenti del 15. Nell ambito dei servizi, i fallimenti aumentano con tassi a due cifre in tutti i settori: gli incrementi risultano maggiori tra le 4 3 Andamento dei fallimenti Dati trimestrali dati grezzi destagionalizzata e corretti per i gg lavorativi 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q Fallimenti per forma giuridica nell anno Valori assoluti e tasso di crescita sull'anno precedente -4,3 7, Altre forme Società di capitale Società di persone 13,4 5,8-2,8 9,8 società che operano nell ambito dei servizi finanziari (+4,5) e nel ramo utility/energia (+37,6). La distribuzione, con quasi 3 mila fallimenti nel (+11,6) e i servizi non finanziari con quasi 2 mila (+19,6) risultano i comparti con il maggior numero di procedure aperte nel terziario. Fallimenti per macrosettore nell anno Fallimenti nei servizi nell anno Altro 1,5 4,7 Distribuzione non finanziari 19,6 11,6 Costruzioni 4,2 8,6 Immobiliari Logistica e trasporti 2, 11, Industria -4,5 12,9 Informazione e intrattenimento finanziari 11,9 4,5 4,1 15, Energia e utility Aziende agricole 37,6-22,

5 Fallimenti nell industria nell anno Fallimenti per area geografica nell anno Sistema moda Meccanica 11,5-3,4 7,5 8,6 Nord Ovest Nord Est -3,6 19,7 Sistema casa Mezzi di trasporto 22,4 15,1 5,5 12,9 Centro Sud e isole 1, 1, Metalli 26, Prodotti intermedi Largo consumo 11,1 14,6. Hi-tech Chimica Altri beni di consumo Nel l industria ha invertito la tendenza positiva dell anno precedente, evidenziando un aumento dei fallimenti con tassi a due cifre (+12,9), che riguarda quasi tutti i segmenti manifatturieri. Fanno eccezione le imprese del sistema moda, in cui si registra un calo delle procedure fallimentari del 3,4, e quello degli altri beni di consumo (+2,9). Le procedure aumentano a ritmi particolarmente elevati nella chimica (+5), nella siderurgia (26,8) e nel sistema casa (+22,4). Nell edilizia, che da diversi anni attraversa una situazione particolarmente critica, i fallimenti aumentano ulteriormente (+8,6), anche se a ritmi inferiori rispetto a quelli osservati nell industria e nei servizi. Anche dal punto di vista geografico, la crescita dei fallimenti non ha risparmiato alcuna area del paese, con tassi di crescita ovunque più elevati rispetto a quelli registrati nel. 5, 2,9 1 24, 2 3 Il Nord Est fa registrare una decisa inversione di tendenza: nel il numero di procedure era diminuito del 3,6 sull anno precedente, mentre nel si osserva un incremento del 19,7, dovuto alla forte accelerazione osservata in Emilia Romagna (+25,4) e in Trentino Alto Adige (+21,7), e all incremento a tassi a 4 5 Valle d Aosta -33,3 Piemonte Liguria Toscana Sardegna Lombardia 1,9 due cifre in Veneto (+16,1) e in Friuli (+14,4). Crescono a ritmi sostenuti anche i fallimenti nelle regioni del Centro (+12,9) e del Sud (+1): i maggiori aumenti al Centro si registrano in Toscana (+18,3) e nel Lazio (+13,2), mentre nel Mezzogiorno l aumento registrato in Sicilia (+27,9) viene in parte attenuato dal calo delle procedure in Abruzzo (-15,5) e Basilicata (-3,8). Nel Nord Ovest i fallimenti superano quota 4 mila (+8,6 rispetto al ): pesa soprattutto l aumento della Lombardia (+12,7), mentre in Piemonte si registra un incremento più modesto (+1,9); il fenomeno risulta in calo in Liguria e in Valle d Aosta. Fallimenti per regione nell anno Tassi di variazione sull anno precedente -8,6 Trentino Alto Adige 21,7 14,4 Friuli Venezia Giulia 12,7 16,1 Veneto 25,4 Emilia Romagna Marche 18,3 5,6 Abruzzo 15,5 Umbria 2,5 Molise 13,2 9,3 Lazio 11,5 5,6 Campania -3,8 1,5 Balilicata 8,4 27,9 Sicilia Puglia Calabria 5

6 Le procedure non fallimentari Con le oltre 8 procedure non fallimentari registrate nel periodo Ottobre Dicembre (+73,5 rispetto allo stesso periodo del 8 ) nel è stata superata quota 3mila, in aumento rispetto al dato del del 53,8 e record assoluto in oltre dieci anni di osservazioni. Questa tendenza è attribuibile all impennata dei concordati preventivi (comprensivi di piano di risanamento), più che raddoppiati rispetto al (+12,7), mentre le altre procedure risultano in leggero calo (-2). All origine del boom di concordati preventivi vi è l introduzione del concordato in bianco nel Settembre del. Questa procedura, che consente a un impresa in crisi di bloccare le azioni esecutive dei creditori presentando una domanda in bianco in attesa di preparare il piano di risanamento, ha trovato ampio utilizzo tra le aziende italiane: complessivamente si contano oltre 4.4 pre-concordati nell anno (più di un terzo, secondo un analisi condotta su quelli presentati fino al 3 giugno, si trasforma in un concordato con piano di risanamento). I dati trimestrali indicano però una netta frenata nella seconda metà del : nel terzo e quarto trimestre sono 75 le domande in bianco, quasi la metà rispetto ai primi due trimestri dell anno. Su questo possono aver influito le correzioni normative entrate in vigore ad Agosto e, in particolare, la facoltà per i tribunali di nominare un Commissario Giudiziale che possa controllare anche nelle fasi di preammissione la condotta del debitore Andamento delle procedure non fallimentari Dati trimestrali dati grezzi destagionalizzata e corretti per i gg lavorativi 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q Non include i concordati in bianco, le procedure di cancellazione, di scioglimento per atto dell autorità e delle procedure che originano da atto dell autorità Procedure non fallimentari per tipologia nell anno 14,6 12,7 Concordati preventivi* 8,2-2, Altre procedure**. * Concordati preventivi con piano di risanamento ** Non include le procedure di cancellazione, di scioglimento per atto dell'autorità e le procedure che originano da atto dell'autorità Procedure non fallimentari per macrosettore nell anno Altro Costruzioni 16, 1,1 27,9 73,6 16 I concordati in bianco Numero di istanze per trimestre Industria 4, , ,8 46,9 q3 q4 q1 q2 q3 Fonte: stime Cerved Group. Note: il concordato in bianco è stato introdotto a settembre del. q Non include i concordati in bianco, le procedure di cancellazione, di scioglimento per atto dell'autorità e le procedure che originano da atto dell'autorità

7 Il boom di procedure non fallimentari riguarda tutta l'economia. Più della metà dei casi coinvolge imprese del terziario, per cui rispetto al si registra un aumento del 46,9. Ancora maggiori gli aumenti nell'industria (+76,2) e nelle costruzioni (+73,6). Anche dal punto di vista geografico, l'aumento delle procedure non fallimentari e in particolare dei concordati preventivi è un fenomeno generalizzato che non risparmia alcuna area della Penisola. I maggiori aumenti si registrano nelle regioni del Nord (+69,1 al Nord Est e +64,4 al Nord Ovest). 19,2 64,4 17,8 38,8 8 Procedure non fallimentari per area geografica nell anno Nord Ovest 6 4 Centro 2 Nord Est Sud e isole. Non include le procedure di cancellazione, di scioglimento per atto dell autorità e delle procedure che originano da atto dell autorità 2 4-1,3 69,1 9, 42,

8 Le liquidazioni 1 i stima che nel quarto trimestre del abbiano avviato procedure di liquidazione 43,5 mila aziende in bonis, in aumento Sdel 5,5 rispetto allo stesso periodo del. Con il dato del quarto trimestre, nel si è raggiunta quota 94 mila liquidazioni, in aumento del 5,6 rispetto al e, anche in questo caso, il record assoluto dal 21. Nel sono state liquidate volontariamente quasi 47 mila società di capitale 'vere' (con almeno un bilancio valido presentato nel corso degli ultimi tre anni), il 7 in più rispetto al, 4 mila società di persone (-1,7) e circa 7 mila società di capitale 'dormienti' (+54), attive sulla carta ma senza alcun bilancio valido depositato nel corso del triennio. Se si considerano le 'vere' società di capitale, i dati indicano che le liquidazioni sono cresciute in tutti i macrosettori: dell'8,4 nel terziario, del 5,6 nell'edilizia e del 4,6 nell'industria. Dal punto di vista geografico, il fenomeno risulta invece in forte aumento al Nord (+13,1 al Nord Ovest e +13,5 al Nord Est), in moderata crescita al Centro (+4,2) e in diminuzione nel Mezzogiorno (-1,6) Andamento delle liquidazioni Dati trimestrali, destagionalizzati e corretti per le giornate lavorative totale imprese società di capitale * (scala dx) 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q 1q 3q (*) esclude le società di capitale che non hanno mai depositato un bilancio nei tre anni precedenti alla chiusura Liquidazione di impresa per forma giuridica nell anno Numero di casi e tassi di variazione sull anno precedente , 11,9 54,4-18,5-7,2-1,7 Società di capitale* Senza bilancio Società di persone (*) esclude le società di capitale che non hanno mai depositato un bilancio nei tre anni precedenti alla chiusura Liquidazioni di società di capitale* per macrosettore nell anno Valori assoluti e tasso di crescita sull anno precedente Liquidazioni di società di capitale* per area geografica nell anno Altro 54, -,2 Nord Ovest Nord Est 12,6 13,5 16,8 13,1 Costruzioni 1,2 5,6 Centro Sud e isole 9,4 4, ,4-1,6 Industria 8,8 4,6 (*) esclude le società di capitale che non hanno mai depositato un bilancio nei tre anni precedenti alla chiusura 21 9,8 8, Per via di ritardi nell aggiornamento degli archivi camerali, il numero di liquidazioni dell ultimo trimestre è stimato e poi corretto e aggiornato nel successivo numero dell Osservatorio. Il numero effettivo di procedure del secondo trimestre (13,4 mila) è inferiore di circa 7 unità rispetto alla stima fornita nel precedente Osservatorio. (*) esclude le società di capitale che non hanno mai depositato un bilancio nei tre anni precedenti alla chiusura 8

9 La crisi morde di più nel sistema casa, in Molise e nelle Marche I dati di Cerved Group indicano che il è stato un anno di record negativi per tutte le procedure considerate dall'osservatorio: fallimenti, procedure concorsuali non fallimentari e liquidazioni volontarie. Ma quali aree o settori hanno risentito maggiormente di questo fenomeno? Un buon indice dell'impatto della crisi sulla mortalità d'impresa è dato dall'exit ratio, il rapporto tra le società di capitale uscite dal mercato e le società con un bilancio valido in un dato settore o territorio. I dati indicano che nel corso dell'anno sono uscite dal mercato 57 mila società di capitale 'vere' (con almeno un bilancio depositato nel precedente triennio), 47 mila 'volontariamente' e 1 mila attraverso un fallimento o un'altra procedura concorsuale. Si tratta di un exit ratio del 6,6 (1,2 dovuto alla componente de- fault e 5,4 alla componente liquidazioni), in netta crescita rispetto al 5,6 del 21. I quozienti indicano che la crisi ha avuto l'impatto più significativo nell'edilizia (7,1). Nell'ambito dell'industria, che fa segnare un exit ratio in linea con la media generale (6,6), gli indici risultano particolarmente elevati nel sistema casa (8,6), nel sistema moda (8,1), nella filiera auto (8) e nella produzione di altri beni di consumo (7,4); sono invece inferiori alla media generale quelli calcolati nella meccanica (6,1), nell'hi tech (6), nella produzione dei beni intermedi (5,8), nella siderurgia (5,4), nel largo consumo (4,9) e nella chimicafarmaceutica (4,6). Industria: exit ratio per settore Chiusure sulle imprese operative nel macrosettore (società di capitale*) Exit ratio per macrosettore Chiusure sulle imprese operative nel macrosettore (società di capitale*) Costruzioni 6,4 7,1 Sistema casa Sistema moda Mezzi di trasporto Altri beni di consumo 8,6 8,1 8, 7,4 Industria 5,8 Meccanica 6,1 6,6 Hi-tech 6, 5,8 6,4 Prodotti intermedi Metalli 5,8 5,4 Altro 9,6 9,1 Largo consumo Chimica e farmaceutica 4,9 4,6 (*) esclude le società di capitale che non hanno mai depositato un bilancio nei tre anni precedenti alla chiusura; l'indice è calcolato sulle operative con attivo maggiore di tre anni prima della chiusura. 9

10 - Osservatorio su fallimenti, Febbraio Nel terziario, informazione e intrattenimento (8,1), distribuzione (7,7), utility ed energia (7,6, con un peso significativo delle liquidazioni volontarie) e logistica e trasporti (7,1) sono i settori che hanno pagato il conto più salato alla crisi. e altri settori: exit ratio Procedure e liquidazioni sulle imprese operative del settore (società di capitale*) Informazione e intrattenimento Distribuzione Utility ed energia Logistica e trasporti non finanziari finanziari e assicurativi Immobiliari 4,2 8,1 7,7 7,6 7,1 6,9 6,5 (*) esclude le società di capitale che non hanno mai depositato un bilancio nei tre anni precedenti alla chiusura; l'indice è calcolato sulle operative con attivo maggiore di tre anni prima della chiusura. Dal punto di vista geografico si notano meno differenze tra le aree rispetto all'eterogeneità riscontrata a livello settoriale. Ad essere colpite maggiormente le società di capitale del Nord Ovest (6,9) e del Centro (6,6), più bassi i quozienti del Nord Est e del Mezzogiorno (6,5 e 6,4). Tra le regioni, gli exit ratio risultano particolarmente elevati in Molise e nelle Marche (7,5), in Lombardia e Puglia (7), in Liguria (6,9) e in Sicilia (6,8); viceversa, Val d'aosta (4,5), Calabria (5,2), Sardegna (5,5) e Basilicata (5,8) risultano le regioni con le percentuali più basse. Exit ratio per regione Procedure e liquidazioni sulle imprese operative della regione (società di capitale*) Valle d Aosta Piemonte Sardegna Lombardia 6,1 6,5 4,5 7, 6,4 6,6 6,7 6,9 Liguria 6,6 Toscana 6,3 Umbria 6,5 5,5 Lazio Trentino Alto Adige Veneto Emilia Romagna 7,5 Campania Friuli Venezia Giulia Marche Abruzzo Molise 7,5 6,1 Balilicata 5,8 Puglia 7, 5,2 Calabria Exit ratio per area geografica Procedure e liquidazioni sulle imprese operative dell area (società di capitale*) Sicilia 6,8 Nord Ovest Nord Est 6,1 6,9 5,6 6,5 Centro Sud e isole 6,2 6,6 6,3 6,4 1

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