FIUMI INFORMA MARCHE 2011

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1 FIUMI INFORMA MARCHE 2011 Stato di salute delle acque marchigiane Indagine realizzata nell ambito di Fiumi Informa Marche 2011 campagna per la qualità delle acque di Legambiente Marche L'acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale DIRETTIVA 2000/60/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO Si ringrazia per la messa a disposizione dei dati le Agenzie seguenti: Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche (ARPAM). Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare delle Marche (ASSAM).

2 Premessa. Obiettivo del presente rapporto è quello di fornire un aggiornamento sintetico relativo alla regione Marche sullo stato di qualità dei corsi d'acqua e sulla situazione di depurazione delle acque reflue urbane. Nella prima il rapporto, dopo aver presentato i dati della la piovosità ed un sintetico inquadramento delle norme confrontate con la realtà marchigiana, riporta il valore medio SACA (Stato di qualità ambientale dei corsi d acqua) regionale ed il valore medio SACA per ogni corso d'acqua. Nella seconda parte il rapporto elenca per ATO (Ambito Territoriale Ottimale) gli agglomerati superiori a abitanti equivalenti (AE) non conformi alla normativa nel trattamento delle acque reflue urbane. Il rapporto termina con l'indicazione di alcune buone pratiche per risparmiare l'acqua e per non inquinarla. L'Acqua e mutamenti climatici I fiumi rappresentano un patrimonio importantissimo per le Marche. Questi corsi d'acqua però, troppo spesso abbandonati a se stessi, aggrediti dall inquinamento e dalla captazione delle acque soffriranno anche dei mutamenti climatici. I cambiamenti climatici sono ormai chiaramente intesi dalla comunità scientifica e non solo come variazioni attribuibili, direttamente o indirettamente, alle attività dell uomo che creano alterazioni nella composizione dell atmosfera globale. La stima dei cambiamenti climatici si basa sulle valutazioni delle concentrazioni di gas serra in atmosfera, la cui massiccia presenza porta ad un aumento della temperatura terrestre. Tale aumento di temperatura implica una serie di cambiamenti che vanno ad influire in maniera diretta sugli ecosistemi. Fiumi e torrenti rispondono rapidamente ai cambiamenti della temperatura dell aria perché sono relativamente poco profondi e ben mescolati. Pertanto, ci si aspetta che il futuro riscaldamento climatico porterà a un diretto aumento delle temperature stagionali nella maggior parte degli ecosistemi fluviali. I cambiamenti climatici avranno conseguenze anche sulle economie; la desertificazione porterà problemi all agricoltura, ai metodi di irrigazione e alla disponibilità di acqua. In Italia i modelli di simulazione prevedono una riduzione delle precipitazioni alle medie e basse latitudini e questo fenomeno dovrebbe interessare anche la regione Marche. Questo fenomeno porterà ad una riduzione delle nostre riserve idriche. Le precipitazioni Dati delle precipitazioni nelle Marche Fonte: Assam Centro Operativo Agrometeorologia. FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 2 di 13

3 La qualità delle acque dei fiumi marchigiani. I fiumi custodiscono ecosistemi di primaria importanza. Attraverso il bacino idrografico, l acqua meteorica non assorbita dal suolo viene raccolta e convogliata al mare svolgendo un azione modificatrice sul paesaggio, modellando le zone elevate e colmando quelle depresse mediante l azione combinata di erosione e trasporto. I fiumi regolano il microclima delle zone attraversate grazie alla diffusione dell umidità nel terreno circostante e sono una delle principali risorse naturali per le piante, gli animali e per l uomo stesso. Le zone di vegetazione ripariale, oltre a filtrare le sostanze drenate dai suoli e a consolidare le rive, costituiscono degli habitat (le zone umide ) insostituibili per numerose specie animali e vegetali, rappresentando uno degli ambienti a maggiore diversità biologica. Nonostante l introduzione di obiettivi di qualità dell acqua a livello comunitario e l attenzione attribuita alla qualità dell acqua all interno del programma di azione ambientale per l Europa i risultati ottenuti non sono ancora in linea con le attese. Una politica dissennata di utilizzo e sfruttamento del territorio, e soprattutto delle sponde, sta negli ultimi decenni mettendo a dura prova l habitat fluviale, sia dal punto di vista della qualità delle acque che della sicurezza idrogeologica. Tra le cause di questo degrado ci sono sicuramente la rettificazione degli alvei, lo sfruttamento intensivo delle fasce fluviali a fini agricoli con il relativo consumo idrico per uso irriguo e, soprattutto, gli scarichi abusivi e non depurati che riversano le loro sostanze inquinanti all interno dei corsi d acqua. Nella tabella di seguito viene riportata la normativa relativa alla qualità delle acque interne e la situazione regionale. Normativa D.lgs 152/06 art. 77 prevede: entro il 31 dicembre 2008 ogni corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire almeno i requisiti dello stato di sufficienza D.lgs 152/06 art. 76 prevede: entro il 22 dicembre 2015 sia mantenuto o raggiunto l'obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato buono entro il 22 dicembre 2015 sia mantenuto, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale elevato. Regione Marche La rete di monitoraggio delle acque superficiali interne individuata nella Regione Marche secondo i criteri stabiliti nel D.Lgs. 152/99 comprende 59 stazioni di campionamento posizionate sui principali corsi d acqua e 3 stazioni sono posizionate sui laghi ritenuti significativi: lago di Gerosa, lago del Fiastrone, lago di Castreccioni. Le stazioni che non rispondono almeno al requisito dello stato di sufficienza sono 10 e sono i seguenti: Torrente Arzilla; Fiume Chienti a monte del ponte Montecosaro-Casette d'ete; Fiume Ete Vivo alla foce; Fiume Foglia a Pesaro; Fiume Metauro a Fano; Fiume Misa a Senigallia; Fiume Aspio; Fiume Musone a Numana; Torrente Tavollo; Torrente Tesino. Dal 1 gennaio 2009, le stazioni fuori norma sono il 16,1%. Se la situazione, restasse immutata alla data del 22 dicembre 2015, oltre alle stazioni sopra riportate si aggiungerebbero altre 25 stazioni attualmente classificate come stato di Sufficienza e sono le seguenti: Torrente Conca; Fiume Foglia nei pressi di Borgo S. Maria; Fiume Musone nei pressi di Padiglione di Osimo; Fiume Potenza bivio per Chiarino; Fiume Potenza alla foce; Fiume Chienti nei pressi della Abbazia S. Claudio; Fiume Esino presso La Chiusa di Jesi; Fiume Chienti ponte SS Adriatica Civitanova Marche; Fiume Esino alla foce; Fiume Metauro nei pressi di Fossombrone; Fiume Metauro in località Ripe di Friano; Torrente Fiastra nei pressi di Petriolo; Fiume Foglia nei pressi di Sassocorvaro; Torrente Nera nel bivio per Preci; Fiume Misa località Osteria di Serra dei Conti; Fiume Cesano nei pressi di Mondolfo; Fiume Esino a monte confluenza con Giano; Torrente Nevola a monte confluenza con Misa; Fiume Foglia nei pressi di Auditore; Fiume Tenna FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 3 di 13

4 D.lgs 152/06 art. 77 (comma 5 e 7) prevede: Le regioni possono chiedere deroghe all'obiettivo di raggiungere uno stato buono. Le ragioni invocate possono consistere in impossibilità tecnica, costi sproporzionati o condizioni naturali. D.lgs 152/06 art. 77 (comma 6 e 7) prevede: Le regioni possono chiedere deroghe temporali all'obiettivo di raggiungere uno stato buono ed esso può essere prorogato al 2021, o al massimo al 2027, con un'attuazione a scaglioni. Le ragioni invocate possono consistere in impossibilità tecnica, costi sproporzionati o condizioni naturali. Direttiva 2000/60/CE art.13 Predisposizione ed approvazione dei Piani di Gestione dei distretti idrografici (contenenti i programmi di misure) Il decreto, infine, individua, come peraltro già fatto dal D.Lgs. n. 152/1999, nel Piano di Tutela delle Acque lo strumento del quale le Regioni debbono dotarsi per il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici. zona foce; Fiume Tronto ponte S.S. Bonifica; Fiume Giano a monte confluenza con Esino; Fiume Tronto presso ponte S.S. Adriatica. Dal 23 dicembre 2015, restando questa situazione 55,5% delle stazioni saranno fuori norma e di queste per il 42,9 % è stata richiesta una deroga (vedi di seguito). La regione Marche nel Piano di Tutela delle Acque ha identificazione dei corpi idrici fortemente modificati i corpi idrici seguenti: Torrente Tavollo (Gabicce Mare); Fiume Aspio (Numana); Fiume Ete Vivo (Fermo); FIUME Foglia (Pesaro); Torrente Arzilla (Fano); Fiume Musone (Numana); Fiume Tesino (Grottamare) Per questi tratti fluviali l'obiettivo di qualità da raggiungere è quello di sufficiente. La regione Marche nel Piano di Tutela delle Acque ha identificazione dei corpi idrici fortemente modificati i corpi idrici seguenti: Fiume Foglia (Pesaro); Fiume Metauro (Candigliano); Fiume Misa (Senigallia);; Torrente Giano (Fabriano); Fiume Esino (Falconara Marittima); Fiume Chienti (Montegranaro); Fiume Chienti (Civitanova Marche) Fiume Tenna (Porto S.Elpidio); Fiume Tronto (S. Benedetto del Tronto). Per questi tratti fluviali l'obiettivo di qualità buono è da raggiungere entro il La regione Marche è divisa in due distretti idrografici: il distretto idrografico dell'appenino settentrionale, che comprende le provincie di Pesaro ed Ancona; il distretto idrografico dell'appenino centrale, che comprende le provincie di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno I piani di gestione del distretto dell'appennino settentrionale e del distretto dell'appennino centrale sono stati approvati il 24 febbraio FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 4 di 13

5 Qualità dei fiumi marchigiani Gli indici per la valutazione della qualità dei corpi idrici sono stati introdotti dalla legge quadro sulla tutela delle acque, il D.Lgs 152/99, e si basano su parametri chimici, fisici e biologici. Scala di valutazione dello stato ambientale dei corsi d'acqua (SACA -Stato di qualità ambientale dei corsi d acqua) è la seguente Classe Giudizio Descrizione 1 Elevato Ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile 2 Buono Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o di alterazione 3 Sufficiente Ambiente inquinato o comunque alterato 4 Scadente Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato; 5 Pessimo Ambiente fortemente inquinato e fortemente alterato Riepilogo del valore medio della qualità ambientale (SACA) negli anni Classe Anno Giudizio Media regionale ,2 Sufficiente/Scadente ,4 Sufficiente/Scadente ,9 Sufficiente/Buono ,1 Sufficiente/Scadente Sufficiente/Scadente ,0 Sufficiente Sufficiente/Buono ,8 Sufficiente/Buono ,9 Sufficiente/Buono ,9 Sufficiente/Buono ,8 Sufficiente/Buono ,8 Sufficiente/Buono Fonte: ARPAM Elaborazione Legambiente Marche I corsi d'acqua della Regione Marche nell'anno 2010 hanno la qualità ambientale seguente: Numero Classe Giudizio % stazioni 1 Elevato 1 1,6% 2 Buono 26 42,0% 3 Sufficiente 25 40,3% 4 Scadente 8 12,9% 5 Pessimo 2 3,2% FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 5 di 13

6 Classifica 2010 dei Corsi d'acqua delle Marche (Indicatore SACA) # FIUME PROV Staz. n CLASSE MEDIA GIUDIZIO 1 Aso FM 3 2,7 2,0 Buono 1 Burano PU 1 2,0 2,0 Buono 1 Candigliano PU 2 2,0 2,0 Buono 1 Fiastrone MC 2 2,0 2,0 Buono 1 Fluvione AP 1 2,0 2,0 Buono 1 Sentino AN 1 2,0 2,0 Buono 1 Tennacola MC 1 2,0 2,0 Buono 8 Tenna FM/MC 4 2,5 2,3 Buono/Sufficiente 9 Cesano AN/PU 2 2,5 2,5 Buono/Sufficiente 9 Giano AN 2 2,5 2,5 Buono/Sufficiente 9 Tronto AP 4 2,5 2,5 Buono/Sufficiente 12 Potenza MC 5 2,6 2,6 Sufficiente/Buono 13 Musone AN/MC 3 2,7 2,7 Sufficiente/Buono 14 Chienti MC 5 2,8 2,8 Sufficiente/Buono 14 Esino AN/MC 3 2,8 2,8 Sufficiente/Buono 16 Conca PU 1 3,0 3,0 Sufficiente 16 Fiastra MC 1 3,0 3,0 Sufficiente 16 Metauro PU 5 3,0 3,0 Sufficiente 16 Nera MC 1 3,0 3,0 Sufficiente 16 Nevola AN 1 3,0 3,0 Sufficiente 21 Foglia PU 4 3,5 3,5 Sufficiente/Scadente 21 Misa AN 2 3,5 3,5 Sufficiente/Scadente 23 Arzilla PU 1 4,0 4,0 Scadente 23 Aspio AN 1 4,0 4,0 Scadente 23 Ete Vivo FM 1 4,0 4,0 Scadente 23 Tesino AP 1 4,0 4,0 Scadente 27 Tavollo PU 1 5,0 5,0 Pessimo Fonte: ARPAM Elaborazione Legambiente Marche FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 6 di 13

7 LA DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE Direttiva comunitaria relativa alle reti fognarie Il D.Lgs. n. 152/2006 (modificato dal D.Lgs. n 4/2008) ha ripreso sostanzialmente le indicazioni e le strategie individuate dal decreto precedente, recando disposizioni generali sulla realizzazione di reti fognarie e misure per il trattamento delle acque reflue urbane. La norma prevede che gli agglomerati con un numero di abitanti equivalenti (AE) superiore a devono essere provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane e che queste siano sottoposte, ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente qualora scarichino in acqua dolce o in estuario. Tabella riassuntiva delle conformità e non conformità per AATO (Le tabelle seguenti riportano informazioni presenti nel Piano di Tutela delle Acqua (PTA) approvato dell'assemblea legislativa regionale delle Marche con delibera DACR n.145 del 26/01/2010 e fanno riferimento a dati di dicembre 2005). Agglomerati maggiori a AE CONFORMI NON COMFORMI AATO AATO AATO AATO AATO Fonte: PTA Piano di tutela delle acque regione Marche Totale Elenco degli agglomerati con almeno AE non conformi in quanto non tutto il carico viene sottoposto ad un trattamento secondario o equivalente. AATO1 Provincia di PESARO FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 7 di 13

8 AATO2 Provincia di ANCONA AATO3 Provincia di MACERATA e ANCONA FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 8 di 13

9 AATO4 Provincia di MACERATA e FERMO AATO5 Provincia di ASCOLI PICENO Nota bene: Il trattamento secondario o equivalente altre ad esistere ed avere una copertura al 100% deve essere anche efficiente, cioè deve garantire che gli scarichi rispettino i valori limite di legge. Al momento non sono disponibili sufficienti informazioni in merito alla conformità degli impianti al di sotto dei AE FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 9 di 13

10 CONCLUSIONI I dati riportati nel dossier rilevano: che la qualità media dei nostri corsi d'acqua misurata come SACA (Stato di qualità ambientale dei corsi d acqua) è da alcuni anni pressoché costante, nonostante la legge ci chieda un forte impegno di miglioramento. Stante questa situazione al 1 gennaio 2016 le stazioni di monitoraggio che non rientreranno nei parametri saranno 35 (il 55,5% del totale); che gli agglomerati con più di AE non conformi alle norme sulla depurazione delle acque reflue nel 2005 erano 55 (pari al 58%) ed in base alle nostre conoscenze, non sono disponibili dati ufficiali più aggiornati, la situazione non è di molto migliorata. Il quadro complessivo fornisce in prospettiva futura luci ed ombre: quando va bene la situazione è leggermente migliorata a conferma che la gestione del territorio e della risorsa idrica non è ancora in grado di rispondere agli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva europea al 2015, nonostante gli sforzi compiuti per la depurazione delle acque. L'esperienza ci indica che la depurazione classica da sola non basta per garantire l integrità ecologica dei nostri corsi d acqua. Sebbene sia necessario continuare ad eliminare gli scarichi puntiformi che ancora insistono sui nostri corsi d'acqua. Queste azioni vanno integrate con una politica di gestione dei corsi d acqua che preveda: un iniziativa estesa di riqualificazione; il ripristino della vegetazione perifluviale con la sua azione filtro di fascia tampone; lo sviluppo di zone umide nelle aree di pertinenza fluviale; una maggiore diversità morfologica in alveo che permette anche il miglioramento della capacità autodepurativa; una gestione sostenibile delle derivazioni. Riqualificare i corsi d acqua e i loro bacini serve all ambiente, ma è anche la soluzione necessaria per conseguire importanti obiettivi socio-economici: minor rischio idraulico, maggiore disponibilità idrica, migliore qualità dell acqua, ecc. Può avere costi elevati, ma vale la pena, perché rompe il circolo vizioso più spese, più danni e conduce ad un equilibrio più sostenibile tra attività umane e territorio. Dall'Unione Europea ci viene la richiesta di affrontare il tema dell assetto dei corsi d acqua e del territorio con un approccio di tipo integrato e multiobiettivo. Considerare cioè contemporaneamente, oltre agli aspetti idraulici, anche quelli geomorfologici ed ambientali. E questo obiettivo è perseguibile solo attraverso l adozione di una politica che riduce la pressione antropica sulle fasce di pertinenza dei corsi d acqua e che restituisce al sistema fluviale lo spazio vitale indispensabile per una corretta gestione sia ai fini della sicurezza idraulica sia dal punto di vista della qualità ambientale. Non è quindi sufficiente l introduzione di migliorie tecniche, come quelle dell ingegneria naturalistica, ma è necessario rivedere in senso più ambientale e socio-economico l intero modo di pensare, pianificare, progettare e gestire l assetto dei corsi d acqua in particolare e il territorio nel suo insieme, alla ricerca di un nuovo punto d equilibrio. E questa interazione è necessaria non solo a livello di pianificazione ma deve avvenire a vari livelli fino a quello strettamente operativo. FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 10 di 13

11 FITODEPURAZIONE E RIUSO In questa ottica di progettazione generale dei corsi d'acqua nel suo insieme l'agricoltura può e deve avere un ruolo importante attraverso l'incentivazione delle pratiche agricole sostenibili ed interventi di manutenzione ordinaria degli ambienti fluviali e dei corsi d'acqua minori. Poco praticate sono ancora nella nostra regione le pratiche seguenti: fitodepurazione; riuso dell'acqua. Fitodepurazione Il ricorso a tecniche di depurazione naturale per il trattamento dei reflui rappresenta ormai una scelta ampiamente diffusa a livello mondiale. Tali tecniche rappresentano sicuramente una valida soluzione impiantistica, nonché una scelta ottimale per i centri abitativi sparsi e in generale per piccole e medie utenze, in quanto, da un lato, consentono uno straordinario inserimento nell'ambiente e nel paesaggio e, dall'altro, possono sopportare carichi inquinanti discontinui, anche con punte di inquinamento non diversamente trattabili, che si verificano nei centri a forte sviluppo turistico. Numerose sono le applicazioni delle tecniche di depurazione naturale realizzate all'estero (Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Germania, Svezia, Slovenia, USA, Australia), che hanno fornito risposte positive sia in termini di inserimento paesaggistico-ambientale, sia di efficienza depurativa, sia di capacità di sopportare variazioni quali-quantitative dei reflui, sia di economicità di realizzazione e di gestione. In Italia, la recente normativa in materia di tutela delle risorse idriche (D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152 recante "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole" e successive disposizioni correttive ed integrative di cui al D. Lgs. 18 agosto 2000, n.258) ha ribadito l'importanza dell'impiego di tali tecniche in alternativa ai sistemi tradizionali, per il trattamento dei reflui provenienti da piccole comunità, o per il trattamento di finissaggio dei reflui provenienti dai comuni depuratori. Il Decreto auspica, per piccoli insediamenti abitativi (con abitanti equivalenti inferiori a A.E.) il ricorso a tecniche di depurazione a ridotto impatto ambientale, quali la fitodepurazione e il lagunaggio. Il riuso dell'acqua Il riutilizzo delle acque reflue depurate può essere considerato un espediente innovativo ed alternativo nell'ambito di un uso più razionale della risorsa idrica. Il vantaggio economico del riutilizzo risiede nel fornire alla comunità un approvvigionamento idrico, almeno per alcuni usi per i quali non si richieda acqua di elevata qualità, a costi più bassi, poiché il riciclo costa meno dello smaltimento. Un notevole passo avanti è stato fatto con la pubblicazione del Decreto del 12 giugno 2003, n. 185 "Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell'articolo 26, comma 2, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152" per la depurazione e la distribuzione delle acque reflue al fine del loro recupero e riutilizzo in campo domestico industriale e urbano. Il decreto stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue domestiche, urbane ed industriali attraverso la regolamentazione delle destinazioni d'uso e dei relativi requisiti di qualità, ai fini della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche, limitando il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, riducendo l'impatto degli scarichi sui corpi idrici recettori e favorendo il risparmio idrico mediante l'utilizzo multiplo delle acque reflue. In particolare, il provvedimento indica tre possibilità di riutilizzo di queste acque recuperate: in campo agricolo per l'irrigazione, in campo civile per il lavaggio delle strade, per l'alimentazione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e per l'alimentazione delle reti duali di adduzione, in campo industriale per la disponibilità dell'acqua antincendio e per i lavaggi dei cicli termici. Per poter riutilizzare l'acqua per uno qualsiasi di questi scopi, si deve comunque raggiungere FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 11 di 13

12 un certo grado di qualità, soprattutto igienico-sanitaria. I trattamenti di tipo convenzionale non sono quasi mai sufficienti e quindi la tecnologia si sta orientando verso la messa a punto di nuovi sistemi alternativi di trattamento terziario e di disinfezione, finalizzati all'ottenimento di un elevato grado di qualità dell'acqua, attraverso l'abbattimento della carica microbica, dei nutrienti e delle sostanze tossiche. Nello scenario dei vantaggi e delle prospettive future che può offrire il riciclo delle acque usate, si collocano pertanto nuove tecnologie che cercano di ottenere processi efficienti a garanzia di un approvvigionamento di acqua depurata a costi contenuti. La Commissione europea fa presente che da anni invita gli Stati membri ad adottare politiche finalizzate a migliorare gli strumenti di gestione idrica, misure atte ad aumentare l'efficienza e risparmio idrico. In vista del riesame della politica in materia di carenza idrica e siccità, previsto per il 2012 da parte della Commissione europea, sarà necessario dare indicazioni più restrittive agli Stati membri e pensare a degli obiettivi comunitari per l'acqua così come sono stati individuati per il settore energetico. FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 12 di 13

13 Le buone pratiche Oltre al rispetto delle leggi che ne regolano l'uso, ognuno di noi è in dovere di adottare comportamenti che tutelino qualitativamente e quantitativamente l'acqua. Quotidianamente infatti si consuma molta più acqua di quanto sarebbe necessario se adottassimo semplici regole: lavare le verdure o la frutta lasciandole a mollo anziché sciacquarle sotto l'acqua corrente: ogni famiglia può risparmiare circa litri di acqua all'anno; riutilizzare l'acqua quando possibile: ad esempio l'acqua usata per lavare la frutta e la verdura può essere riutilizzata per innaffiare le piante e l'acqua di cottura della pasta per lavare i piatti; fare la doccia anziché il bagno: ogni famiglia può risparmiare circa litri di acqua all'anno; chiudere i rubinetti dell'acqua quando non serve (es. mentre ci laviamo i denti, ci facciamo la barba, ci insaponiamo, ecc.) e riaprirli solo quando dobbiamo risciacquarci, per evitare inutili sprechi; riparare le perdite dei rubinetti: un rubinetto che gocciola ci fa perdere litri di acqua all'anno. Un foro di un millimetro in una tubatura provoca in un giorno una perdita di circa litri di acqua potabile; mettere in funzione le lavatrici e le lavastoviglie solo a pieno carico: il consumo energetico e idrico è il medesimo che a carico ridotto; applicare ai rubinetti dei frangigetti: arricchiscono il getto di aria riducendo la fuoriuscita dell'acqua e consentendo quindi di risparmiarne notevoli quantità; per lavare la macchina utilizzare secchi di acqua anziché l'acqua corrente; applicare allo scarico del water un sistema a doppio tasto o a manovella, che permette di regolare la durata dello scarico. Oltre a limitare l'abuso di acqua dovremmo sforzarci di inquinarla meno per non alterarne troppo la qualità: fare un uso parsimonioso di saponi e detersivi, che andando a finire nelle reti di scarico producono inquinamento e rendono più difficile la depurazione delle acque; non gettare rifiuti nello scarico del water per non compromettere la funzionalità del sistema fognario; prestare attenzione allo smaltimento di alcune sostanze particolarmente inquinanti. Ad esempio non versare gli oli di frittura e di lubrificazione nello scarico, ma gettarlo in appositi contenitori. Un litro di olio rende imbevibile un milione di litri di acqua!; non lavare la macchina presso fiumi, laghi o altri corsi d'acqua. I detersivi provocano un danno irreparabile andando ad inquinare tutto il reticolo idrografico superficiale ed anche quello sotterraneo. FIM _DOSSIERFIM _DOSSIER Pag. 13 di 13

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