Fragilità ambientali e paesaggistiche in un agricoltura toscana in cambiamento. Prof. Enrico Bonari Scuola Superiore Sant Anna
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1 Fragilità ambientali e paesaggistiche in un agricoltura toscana in cambiamento Prof. Enrico Bonari Scuola Superiore Sant Anna
2 Premessa culturale condivisa: «Gli agricoltori gestiscono la gran parte del territorio, determinando così il livello di godimento e di sicurezza della cornice della nostra esistenza; essi determinano altresì lo stato [di conservazione] delle risorse naturali. la qualità della vita dipende dunque largamente dalla loro azione» Cauderon, gi Prof. André Cauderon già: Secrétaire perpétuel honoraire de l'académie d Agriculture de France, Directeur de recherche honoraire à l INRA (il paesaggio come) una determinata porzione del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall azione azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni Convenzione Europea del Paesaggio (Art.1)
3 Premessa metodologica (Land Lab) La prospettiva agronomica del paesaggio agrario: Vocazionalità dell ambiente naturale (terreno e clima in primo luogo) Sistema produttivo agrario (aziendale e comprensoriale) Paesaggio agrario Campagna toscana Il paesaggio agrario di cui oggi godiamo (o di cui ci lamentiamo) è il frutto dell ingegno e del lavoro dell uomo (non solo degli agricoltori), profuso sull ambiente naturale per renderlo sempre più consono alle sue varie esigenze (peraltro mutevoli nel tempo)
4 La realizzazione di un sistema (spazio fisico e comunità antropica) orientato all agricoltura agricoltura richiede azioni tra cui: opere di drenaggio ed altre sistemazioni idraulico-agrarie (p.e.reti di fosse e canali, livellamenti, terrazzamenti, ecc.), il tracciamento di viabilità ed altre infrastrutture di accesso, la costruzione di edifici dedicati (stalle, fienili, magazzini, cantine, ecc.), l impianto di frutteti od altri sistemi di colture permanenti (oliveti, vigneti, agrumeti, ecc.). l impianto di siepi come frangivento, Queste azioni diventano veri e propri segni sul territorio agrario ( landmarks ) fissati nel paesaggio in modo più o meno permanente
5 Sezione tipo di un terrazzamento viminate scolina di guardia scoline Sistemazioni idraulico-agrarie Segni permanenti
6 Colture promiscue Colture permanenti
7 Anche i modelli gestionali di breve periodo sono una componente attiva del paesaggio agrario: - la scelta delle colture e la loro alternanza (omosuccessione o pluricoltura) cromatismo - colture arative/colture pluriennali, la gestione delle scoline, set-aside ventennale, presenza di siepi, ecc. - le lavorazioni del terreno, le epoche e le modalità di esecuzione di queste (pianura e collina) - il sistema irriguo e le conseguenti attrezzature mobili Ed è evidente che, se il ruolo rivestito dall agricoltura agricoltura su un territorio determina situazioni paesaggistiche e ambientali diverse, differenti dovranno essere anche le relative modalità di programmazione e di pianificazione
8 Monocolture Prati-pascoli; Lunigiana (Toscana) Rotazioni colturali (colline pisane) Cereali; Val d Orcia (Toscana) Cereali; Val d Orcia (Toscana)
9 Colza in Toscana Segni labili: Campo di lavanda; Arezzp le fioriture Coltivazioni di tulipani; (Olanda) Campo di sulla a Pisa
10 La scelta del sistema colturale (del cosa e del come coltivare) non è quindi solo un problema dell agricoltore: la somma dei singoli modi di fare agricoltura incide - più o meno radicalmente - sul territorio e, quindi, sul paesaggio agrario Agronomia territoriale (Landscape agronomy) Cosa coltivare? Come coltivare? Cosa e come coltivare sistema colturale
11 Se dalla conservazione di un dato sistema produttivo locale dipende la salvaguardia di un paesaggio tipico,, quel sistema produttivo (o le sue indispensabili varianti) deve risultare sostenibile, sia sotto il profilo agronomico ed ambientale, che dal punto di vista economico (per gli agricoltori e per la società tutta).
12 Studiare i paesaggi agrari oggi: ottica di sistema, modi e priorità di intervento 11 analisi paesaggistica segni genesi del cambiamento 33 programmazione gestionale analisi territoriale sistemi produttivi, identità locali caratterizzazione 22 analisi agronomica
13 di tipo tradizionale,sistemazioni, impianti e ordinamenti produttivi propri di un agricoltura promiscua (superfici parzialmente meccanizzate, mantenimento di elementi di naturalità,, ordinamenti misti e non intensivi, ecc.) di tipo industriale,, con modellamento spinto delle superfici agrarie, strutture e delle infrastrutture in funzione della meccanizzazione e dell efficienza efficienza (segni visibilmente tracciati dalla mano dell uomo: la viabilità,, la regolarità delle superfici, la presenza di impianti di irrigazione); di tipo terziarizzato,, caratterizzati dalla integrazione dell attivit attività produttiva con l erogazione l di servizi (spazi destinati alla ristorazione e ricezione, intrattenimento come piscine, maneggi, ecc.) di tipo marginale o naturale di ritorno,, caratterizzati da evidenti tracce di abbandono che in alcuni casi si sono trasformate in un vero e proprio processo di rinaturalizzazione.
14 La qualità dei paesaggi è quindi espressione di un corretto modello gestionale. I processi di trasformazione dei modelli gestionali possono comportare fragilità che devono essere conosciute e controllate. Per fragilità dei paesaggi da un punto di vista agronomico si intende la propensione al degrado non solo in termini di qualità estetica ma anche funzionale.
15 Sistemi collinari periurbani: Monte Pisano Terrazzamenti rilevati: 1911 km su 1812 ha di S.A.U. La densità media è pari a 1050 ml/ha, con valori massimi di 2000 ml/ha = ca 1000 mq/ha >> /ha? :: pendenza media 37%; >> oltre 80% dell area ha un valore > 20% :: piovosità media: mm/anno, :: temperatura media annuale: tra 14,5 C (piana dell Arno) e 10,2 C (M.te Serra) :: il sistema agro-territoriale: 1. fascia boscata 2. area terrazzata 3. insediamenti di pianura :: estensione totale: 160 Km 2 ; :: area indagata 62 Km 2 cambiamenti nelle dinamiche socioeconomiche
16 La stima della fragilità PARAMETRI di INPUT individuazione ed elaborazione CLASSAZIONE REGOLA DECISIONALE somma lineare non pesata MAPPE di OUTPUT: priorità gestionali agronomici strutturali primari secondari pericolosità geomorfologica agro-pedologia altimetria* esposizione* densità dei terrazzamenti* Sistemazioni idraulico-agrarie copertura agricola e stato delle colture attribuzione di punteggio somma somma fragilità fragilità strutturale strutturale fragilità fragilità complessiva complessiva classe classe 1 classe classe 2 classe classe 3 classe classe 4 interventi ordinari ordinari straordinari straordinari costi costi e manodopera manodopera
17 Fragilità strutturale (parametri strutturali) Buti classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 Calci Buti Vicopisano Calci Fragilità complessiva (parametri strutturali e gestionali) Vicopisano
18 Sistemi collinari vocati In mancanza di economicità: dalla coltivazione all abbandono, abbandono, dalla conservazione attiva del territorio, allo spopolamento e al degrado del paesaggio collinare
19 Rischi agroambientali in Provincia di Grosseto Obiettivo: evidenziare le aree in cui i nuovi modelli di sviluppo (vocazionalità) devono tener conto anche della vulnerabilità (fragilità) del territorio. AGGREGATI COMUNALI % DELLE CLASSI RISCHIO AGRO- AMBIENTALE PER AREA Nullo Basso Medio Alto Molto alto Colline metallifere 3,8 28,9 35,0 22,1 10,2 Area costiera 3,2 38,9 44,0 13,1 0,8 Colline interne 3,1 30,2 34,4 22,4 9,9 Colline amiatine 0,5 13,6 25,5 24,5 36,0
20 Erosione del suolo : - con sistemi convenzionali (a sin) - con tecniche protettive (sotto) Riduzione dell erosione erosione sull intera Valdera = 30 % -30 %
21 La tutela attiva delle relazioni funzionali tra agricoltura e assetto paesaggistico è possibile solo coniugando la complessità tradizionale degli ordinamenti produttivi e l innovazione necessaria per garantire la competitività economica del sistema.
22
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24 Valutazioni economiche medie pluriennali ( ( ha - 1 anno - 1 ) per la pianura pisana; terreni di buona fertilità; ; coltura asciutta. S.R.F. 17,7 Barbabietola da zucchero 66,2 Frumento duro 4,5 Sorgo da granella 7,0 Girasole 3,4 Frumento duro 3,8 (*) prezzo di 55 /t con umidità 30-35% Oggi circa /t S.R.F. Pioppo Avvic. Erbaceo Costi mezzi tecnici Costi meccanici Costi totali P.l.v. coltura Rese t/ha/anno (*) 1.958? (da Bonari et al., 2004, rivisitata al 2008) ? R.L. coltura
25 VOCAZIONALITA - ANALISI GIS-MULTICRITERI Un processo che combina e trasforma dati geografici (strati informativi di input) in decisone (output) (Malczewski 1999) Criterio 1 Criterio 2 Criterio 3 Criterio j Mappa della vocazionalità (ranking delle unità spaziali) A i = j w j x ij A i = i th unità spaziale o evento x ij = valore del criterio j th nella localizzazione I th w j = importanza o peso relativo del criterio j th
26 VOCAZIONALITA : Stima delle superfici per colture dedicate Seminativi non irrigui (CORINE 2000) con pendenza < 15% (DTM) Indice di Aridità stagionale (AGROMETEO) Tessitura dei suoli (JRC) Profondità dei suoli (JRC)
27 GJ; 11,6 MWe GJ; 4,5 MWe GJ; 5,9 MWe GJ; 11,8 MWe GJ; 40,4 MWe GJ; 19,2 MWe GJ; 47,7 MWe GJ; 41,4 MWe GJ; 63,5 MWe Stima del potenziale energetico da biomasse agroforestali in Toscana (CREAR +CRIBE) GJ; 65,6 MWe Ca GJ/anno (310 MWe)
28 Principali colture dedicate in Toscana (CRIBE) Superficie colture dedicate < 10% Residui agricoli erbacei < 20% ha Residui agricoli legnosi < 75% Legno / biomassa totale > 50%
29 Ipotesi di utilizzo delle colture dedicate da biomassa nell area critica del bacino del lago di Massaciuccoli Lago e padule = ca. 7 Kmq. Superf.. Bacino = 114 Kmq. Viareggio Lucca Fiume Serchio Circa 20 Kmq., pari al 17,5% della superficie del bacino del lago ed al 50% della sua SAU Pisa
30 Area di studio (circa 2000 ha) Anno 2008 Mais = 39% Cereali = 25% Incolti = 10% Girasole = 6% Olivo = 5% Ortive = 5% Medica = 4% Prati = 2% Altre = 4%
31 Sorgenti diffuse: ipotesi di intervento ammettendo di trattare tutte le acque di run-off che arrivano al lago; nell area si dovrebbero trattare circa 2.0 milioni di mc. all anno; anno; corrispondenti ad una superficie pari a ha; pari al 5-10% 5 della SAU dei sub-bacini bacini considerati
32 Grazie per l attenzione! l
33 classi Sistemi collinari vocati Le Trasubbie (Scansano, GR) superfici (ha) differenze % / / /2007 vigneti 83,04 180,93 306,23 1,14 1,48 2,63 oliveti 337,55 439,38 573,7 1,18 1,60 2,78 orticole 6,51 12,1 14,83 0,07 0,03 0,10 cereali autunno-vernini 6839, , ,34-7,76-18,10 colture industriali/estive 0,08 204,26 88,39 2,39-1,35 1,04 pascoli permanenti 1235, , ,67 5,50 6,13 11,63 incolto 11,66 15,95 2,38 0,05-0,16-0,11 TOTALE 8513, , ,58
34 in un agricoltura sempre più chiamata a valorizzare anche gli usi non alimentari delle colture (multifunzionalità). e la necessità di ridurre le emissioni di CO2 suggerisce un più deciso ricorso alle fonti rinnovabili di energia le colture dedicate e le filiere dell agrienergia possono contribuire a diversificare le scelte degli imprenditori agricoli i e ad incrementare la biodiversità degli agroecosistemi PNERB, 1999 portare a Mtep/anno la produzione di energia dalle biomasse nel (metà biocombustibili liquidi e metà solidi) contro gli attuali 3-3,5; 3 3,5; incrementare a breve termine le colture dedicate fino a ha ed in tempi medio-lunghi fino a ha; 34
35 Genesi degli agroecosistemi: suolo clima vincoli/risorse piante coltivabili animali allevabili scelta delle colture e degli allevamenti organizzazione e gestione del sistema colturale fattori socio- economici Fattori agronomici e tecnici
36 Nuove funzioni: In aree con una crescente popolazione urbana, il mercato domanda sempre à la carte dai paesaggi rurali un ampio spettro di funzioni (Vos & Meeks, 1999) Ed anche dall U.E. vengono chieste all agricoltura agricoltura cose sempre diverse dalla produzione di cibo: paesaggi rurali con valore ricreativo ed estetico; conservazione/aumento della biodiversità; riduzione delle perdite di suolo (erosione, etc.); smaltimento di rifiuti e reflui, bonifica e recupero di aree contaminate; colture no-food; riduzione del consumo di sorgenti di energia non rinnovabile e di gas serra.
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