Gestione, tutela e conservazione degli ecosistemi forestali nelle AANNPP del Lazio P. N. R. Monti Simbruini

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1 Gestione, tutela e conservazione degli ecosistemi forestali nelle AANNPP del Lazio P. N. R. Monti Simbruini La gestione dei boschi del Lazio tra Aree Naturali Protette, Siti della Rete Natura 2000 e abbandono delle aree rurali marginali Trevi nel Lazio, 5 settembre 2009 Pierluca Gaglioppa Antonio Zani

2 ringraziamenti Biol.. Marco Caporioni For.. Lucia Cavagnuolo For. Bachisio Bosa Geol. Francesco M. Mantero Arch. Vincenzo Cardarello Staff del Parco NR Monti Simbruini Adriano Savoretti

3 Natura 2000 nel Lazio AANNPP nel Lazio

4 Gestione Forestale Sostenibile (Sustainable( Forest Management)!!!

5 Regione Lazio (INFC, 2005) > ettari di boschi

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8 GFS aspetti normativi (LR 39/2002 e RR 7/2005) Tagli di superfici sotto i 3 ettari sono comunicati ai Comuni; Tagli di superfici superiori sono autorizzati o vanno in comunicazione alle Province; In aree Natura 2000 è necessaria la pronuncia di valutazione di incidenza regionale (periodo di taglio, contiguità ed estensione dei tagli, )) o la redazione di un progetto; In aree protette è necessario il nulla osta; In altre situazioni problematiche (boschi invecchiati rispetto alle norme, boschi indennizzati, ) è necessaria l autorizzazione l regionale dell Area Conservazione Foreste.

9 definizione della legge regionale: Una superficie coperta da vegetazione forestale di almeno 5000 metri quadri, di larghezza mediamente maggiore di 20 metri e copertura della superficie non inferiore al 20%

10 Piano Forestale Regionale - art. 80 (Misure a favore del sistema forestale) 1. La Regione con le modalità opportune ed in conformità alle disposizioni nazionali e comunitarie vigenti, anche attraverso la l concessione di contributi, favorisce gli interventi finalizzati a: a) migliorare, tutelare, pianificare e recuperare il sistema forestale ed i pascoli; b) prevedere, prevenire e lottare contro gli incendi boschivi; c) prevenire e monitorare i processi di degrado fitopatologico; d) valorizzare i prodotti ed i servizi forestali attraverso la certificazione della gestione forestale sostenibile e della catena di custodia in conformità agli schemi specifici riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale; e) valorizzare, conservare e recuperare il valore storico- culturale dei boschi,, in particolare quelli che siano stati oggetto di eventi di particolare rilevanza per la storia nazionale e delle le comunità locali; f) gestire i boschi in forma associata ai sensi dell articolo 23.

11 GFS aspetti selvicolturali Nella scelta delle matricine e delle specie arboree da favorire si cerca di mantenere o migliorare la composizione percentuale di quelle presenti per gli aspetti di biodiversità,, aumento delle nicchie ecologiche e produzione di bacche per la fauna; Nei tagli viene imposto il rilascio ad ettaro di una serie di piante secche in piedi e atterrate e di un numero di piante ad invecchiamento indefinito; Nei tagli vengono sovente scorporate le aree sommitali, gli ecotoni oni a margine tra pascolo e bosco e vengono previste delle fasce di rispetto lungo i corsi d acqua; d Nei tagli viene prescritto il rilascio di alcuni arbusti e il rispetto delle piante di Hedera elix e Loranthus europaeus sulle piante rilasciate; Tra l altro l si cerca di impedire la chiusura delle aperture interne alla copertura arborea per favorire la diversità strutturale e mantenere alcuni habitat importanti per molte specie. Si prescrive la regolamentazione dell accesso alle piste forestali

12 Popolamento disetaneo a gruppi Popolamento coetaneo con riserve

13 Popolamento coetaneo con strato di rinnovazione o bistratificato Popolamento coetaneo con buca di rinnovazione

14 GFS Pianificazione Forestale (DGR 126/2005) La pianificazione nasce come obbligatoria per gli enti pubblici nel Regio Decreto 3267 del 1923 in materia di vincolo idrogeologico. La pianificazione aveva lo scopo di assestare l uso l del patrimonio in modo da determinarne un profitto costante e continuo nel tempo. Oggi i Piani di Assestamento e Gestione Forestale sono volti anche al soddisfacimento economico dei proprietari ma sono strumenti atti alla gestione complessiva dei soprassuoli boscati e devono prevedere, nel rispetto della GFS, un approccio olistico che consideri tutti gli aspetti della componente biotica e abiotica di un territorio. Nelle aree protette e nei siti della Rete Natura 2000 è prevista una maggiorazione del contributo per sviluppare studi e ricerche più approfondite. La revisione della norma (in corso) ha previsto l obbligatorietl obbligatorietà della collaborazione di figure professionali specifiche per la pianificazione in AANNPP e siti Natura La pianificazione è la garanzia migliore per la governance del territorio in funzione dei vincoli, delle minacce e delle opportunità.

15 Le comprese

16 PIANIFICAZIONE ASSESTAMENTALE Il mutato contesto socio-economico economico,, da alcuni decenni caratterizzato dal progressivo abbandono delle aree agricole marginali (con la conseguente espansione dei i boschi su coltivi e pascoli) e dalla diminuzione d interesse d per la produzione legnosa, in relazione alle nuove funzioni sociali ed ambientali assegnate al bosco, ha fatto sìs che i piani di assestamento redatti, in larga misura impostati secondo l assestamento l classico che privilegia gli aspetti economico-produttivi, si mostrassero inadeguati e inattuali. Pianificazione a carattere multifunzionale: : il bosco è considerato un complesso biologico capace di erogare funzioni e servizi sociali multipli ed è ritenuto un bene di rilevanza pubblica polifunzionale. Molteplicità degli obiettivi da raggiungere e pluralità dei vari soggetti interessati. E necessario ridefinire ed aggiornare le metodologie e i criteri classici, su cui è stata da sempre fondata la pianificazione, per renderli adeguati alle nuove richieste che essa è chiamata a soddisfare, e costruire modelli di valutazione multifunzionale unzionale nonché modelli di valutazione multidecisionale per garantire il massimo della qualità della pianificazione. Il è stato emanato il Regolamento n. 7 il quale detta norme tecniche in materia di esercizio delle attività all interno delle aree boscate,, considerando contemporaneamente l insieme l delle funzioni dirette e indirette da esso assolte a favore delle popolazioni locali, della collettività generale e delle comunità biotiche presenti negli ecosistemi. All atto di definire la metodologia per la pianificazione forestale nella Regione Lazio, in modo da renderla organica e rispondente alla realtà locale, è stato importante definire alcuni indirizzi programmatici entro cui operare, espressi formalmente dalla DGR n. 126/2005.

17 Il bosco, fornitore di più servizi è spesso causa di interessi contrapposti. Quale beneficio è più valido ed importante? E possibile preservare l ambiente e tagliare i boschi?

18 Legname Prodotti non legnosi (paralegnosi e alimentari) Zootecnia Apicoltura Funzione produttiva Il bosco Funzione ecologica Turismo ricreativa Offerta lavorativa Qualità della vita Paesaggistica Culturale Funzione socio - economica Conservazione di acqua e suolo Antierosiva, stabilizzante e regimante Biodiversità (flora e fauna) Carbon sink Qualità dell aria (polveri e gas) Climatica

19 I piani di assestamento forestale L'assestamento, in definitiva, è la materia che sintetizza tutti i criteri della gestione del territorio forestale. Infatti può essere realizzato in modo completo solo tenendo presenti tutti gli insegnamenti delle singole discipline forestali. Assestare il bosco, o meglio il territorio forestale, significa oggi tendere al suo assetto più stabile e più consono a svolgere le funzioni che la società gli richiede. L'assestamento, se pur vi sono molti modi di intenderlo, è lo strumento per realizzare la gestione e la valorizzazione del patrimonio agro-silvo-pastorale.

20 alcuni punti di debolezza della pianificazione Numerose proprietà pubbliche (Comuni) hanno una scarsa conoscenza della consistenza del loro patrimonio forestale e delle opportunità che potrebbero derivare in termini economici, occupazionali, e di prevenzione delle d calamità dalla gestione di questo. La situazione sta peggiorando con l espansione naturale delle foreste sui territori prima investiti a prato pascolo o seminativo e l abbandono l di sistemi non in sempre in grado di reagire prontamente e in condizioni di sicurezza per l uomo, e che costituiscono perdita di habitat e nicchie ecologiche. e. Altra grande problematica è data dalla scarsa disponibilità degli Enti a costituire consorzi e quindi la pianificazione delle aree vaste manca così come quella di tante piccole proprietà. La progettazione di situazioni complesse che tengano giusto conto o di tutte le sensibilità ambientali non può più fare riferimento ad una unica categoria professionale che possa dirsi in grado di progettare in situazioni plurivincolate ma deve avere un approccio multidisciplinare e derivare dall associazione associazione di più professionisti.

21 Relazione del Piano di Assestamento 1) Descrizione della proprietà (dove si trova, quanto è estesa, come è suddivisa) 2) Descrizione dell ambiente Clima Geologia, geomorfologia e pedologia Vegetazione Fauna La gestione passata

22 Relazione del Piano di Assestamento 3) Obiettivi del Piano 4) Compartimentazione della proprietà - Le comprese - Il particellare 5) Il rilievo topografico (comparti forestali, viabilità) e dendro-auxometrico

23 Relazione del Piano di Assestamento 6) Assestamento (o gestione ) delle singole comprese - Tipo di trattamento selvicolturale - Parametri di normalità coetanea o disetanea (se richiesti): turno, numero di matricine, provvigione normale, distribuzione diametrica, ecc. - Calcolo della ripresa (mai superiore al tasso di accrescimento medio) - Altri aspetti colturali (es.: modalità di salvaguardia di valori floro-faunistici) - Piano dei tagli o degli interventi colturali

24 Relazione del Piano di Assestamento 7) Interventi sulla viabilità forestale 8) Modalità e tecniche di esercizio delle attività di utilizzazione forestale 9) Misure di prevenzione e lotta agli incendi boschivi 10) Usi civici 11) Gestione delle aree pascolive 12) Interazioni con il PdA o le norme di salvaguardia delle AANNPP

25 Gli allegati del Piano di Assestamento a) Descrizioni particellari complete dei dati dendroauxometrici b) Quadro sinottico elementi catastali e assestamentali c) Cartografia - carta catastale - carta assestamentale o particellare forestale in scala 1: su base topografica d) Valutazione di Incidenza

26 densità di popolazione Densità (ab/kmq) le aree rurali marginali n abitanti/kmq Canale Monterano Prov. Roma Prov. Roma - Roma Lazio - Roma Lazio Tratto da: Belloc Paolo, Analisi socio economica delle AANNPP del Lazio, ARP, Roma;

27 le aree rurali marginali cultura e tradizione

28 Prodotti tipici, tradizionali e biologici le aree rurali marginali

29 in sintesi INCREMENTARE LA COMPLESSITA DELLA SUPERFICIE FORESTALE FAVORIRE LA BIODIVERSITA CONSERVARE LO STATO DI SALUTE E VITALITA FAVORIRE LE FUNZIONI PROTETTIVE SOSTENERE LE FUNZIONI PRODUTTTIVE SUPPORTARE LE NECESSITA SOCIO- ECONOMICHE

30 INOLTRE Da qualche mese Magnani (Magnani F., Dewar R. C., Borghetti M., 2009 Leakage and spillover effects of forest management on carbon storage: theoretical insights from a simple model. Tellus Series B: Chemical and Physical Meteorology, 61B: ) ha prodotto un lavoro in cui si evidenzia che la relazione tra il livello di protezione a livello delle foreste delle zone temperate e l accumulo di carbonio a scala globale assomiglia ad una parabola lungo la quale, superato un certo livello di protezione della foresta, l accumulo di carbonio complessivo bruscamente crolla.

31 In sostanza, è nostro avviso: che tutta la Regione Lazio divenga, per Legge, Area Protetta,, con limiti e vincoli differenziati; che si strutturi una reale rete ecologica, funzionale a fauna e flora; che si riesca a pianificare uno sviluppo di vie di comunicazione e centri edificati coerente con la salvaguardia della matrice territoriale e paesistica; che il bosco sia una delle componenti principali di territori sottoposti a rigida tutela ma anche occasione di mantenimento per le popolazioni rurali; che il territorio marginale,, per buona parte, continui ad essere gestito e utilizzato perche si mantengano popolazioni, culture e prodotti.

32 Pertanto è nostro dovere morale come pubblici dipendenti, fare in modo che: si salvaguardi il patrimonio faunistico, floristico e culturale; si dia veramente inizio ad un processo partecipativo, lungo sicuramente, ma ricco di soddisfazioni; le aree protette funzionino sotto più aspetti; gli Uffici approvino Piani di Assestamento, Piani di Assetto, Piani di Gestione dei Siti Natura 2000, Piani di Sviluppo Socio Economico; tutta la superficie regionale venga pianificata; vi sia una semplificazione procedurale e un inasprimento contro le violazioni; e, come dicono quelli del National Parks Service (USA), continuare a fare in modo che il nostro sia uno dei lavori più belli.

33 grazie per l attenzionel Pierluca Gaglioppa pierlucagaglioppa@libero.it Antonio Zani azani@regione.lazio.it Regione Lazio - Assessorato Ambiente e Cooperazione tra i Popoli Area Conservazione Foreste Viale del Tintoretto, Roma Telefono

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