I servizi sociali come organizzazione

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1 I servizi sociali come organizzazione LABORATORIO DI TIROCINIO 3 CONTESTI ORGANIZZATIVI DEL LAVORO SOCIALE UNICAL 22 OTTOBRE 2015

2 Programma della giornata - Interazione iniziale di apertura lavori (10 minuti) - Approfondimento teorico: «I servizi sociali come organizzazione» (45 minuti) - Pausa (15 minuti) - Lavori di gruppo (30 minuti) - Restituzione e conclusione (20 minuti)

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4 Attenzione! Presenza di domanda con trabocchetto! Cosa sono i «servizi alla persona»? Quale è il loro scopo? Che cosa si intende per i «mille volti» del privato sociale? Che cosa è il Terzo Settore?

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6 Le organizzazioni si trovano a operare in un sistema/scenario sempre più complesso, imprevedibile, in continuo cambiamento. Callini evidenzia almeno 3 fenomeni che caratterizzano e determinano il contesto in cui le organizzazioni devono muoversi: Il Mutamento sociale Le innovazioni tecnologiche Le trasformazioni economiche Fonte: D. callini, «Organizzazioni allo specchio», I Saggi del Tempo Editore, Faenza, 2010

7 Mutamento sociale: fatto per di trasformazioni socio-demografiche, nuovi stili di vita, varietà di valori, nuove aspirazioni e ideologie degli individui, ecc., e tutto ciò interessa la vita delle organizzazioni rispetto la mission Innovazioni tecnologiche: l autonomazione della produzione, o la gestione differente delle informazioni influenzano le scelte strategiche e produttive delle organizzazioni Trasformazioni economiche: terziarizzazione interna ed esterna alle aziende, processo di globalizzazione, passaggio dall economia di scala a economia flessibile, richiedono nuove strategie organizzative

8 Fattori «MACRO e Micro» che caratterizzano l ambiente di un organizzazione: Assetto politicoistituzionale Assetto economico Sistema socioculturale Ogni organizzazione deve confrontarsi Situazione demografica Mercato del lavoro tecnologia territorio

9 I cambiamenti/mutamenti riguardano tutte le tipologie organizzative. Ogni fattore differisce a secondo i contesti /sistemi di riferimento

10 22 Ottobre dott.ssa Isabella Saraceni

11 Il servizio sociale professionale è il complesso di attività fondato su principi, conoscenze, tecniche, metodi, abilità, comportamenti dell assistente sociale, volto ad affrontare i bisogni/problemi delle persone, dei gruppi, delle comunità di un determinato sistema sociale per migliorarne le condizioni di vita e per promuoverne l adeguata realizzazione (fonte: A. Zilianti, B. Rovai, Assistenti sociali professionisti. Metodologia del lavoro sociale, Carocci Editore, Roma, 2014)

12 Il servizio sociale professionale è differente da i «servizi sociali» organizzazioni semplici e/o complesse, tecnico-amministrative di pubblica utilità, rivolte a tutti i cittadini e preposte per il loro sostegno e tutela. I servizi sociali possono essere di natura pubblica o privata, e si avvalgono di strumenti specifici, di professionisti e operatori differenti a secondo l ambito per cui essi sono preposti. (fonte: A. Zilianti, B. Rovai, Assistenti sociali professionisti. Metodologia del lavoro sociale, Carocci Editore, Roma, 2014)

13 I servizi sociali che si rivolgono alle persone vengono denominati «servizi alla persona». Si tratta di servizi territoriali che non sono solo di esclusiva pertinenza del comparto sociale, sanitario o educativo, ma includono opportunità trasversali di risorse differenti; Rappresentano il sistema integrato di una rete a disposizione del cittadino; Inoltre includono attività che coinvolgono gli operatori in un rapporto diretto con i beneficiari, di comunicazione e relazione tra gli stessi (fonte: A. Zilianti, B. Rovai, Assistenti sociali professionisti. Metodologia del lavoro sociale, Carocci Editore, Roma, 2014)

14 Servizi alla persona come OBIETTIVO come supporto, integrazioni e strategie PERSONA E CONTESTO DI VITA PER PRODURRE APPARTENENZA E CITTADINANZA SOCIALE

15 In Italia i Servizi alla Persona rappresentano la risultante della collaborazione tra: Settore pubblico Settore privato (soprattutto non profit) Riscoperta della Comunità come risorsa (Welfare Mix) Fonte: F. Franzoni, M. Anconelli, La rete dei servizi alla persona. Dalla Normativa all organizzazione, Carocci Faber, Roma, 2013

16 Tipologia di servizi: 1) Servizi gestiti direttamente da Enti Pubblici (Comuni e Aziende ASL gestiscono direttamente servizi per anziani, disabili, asili nido, scuole materne, ecc.) 2) Servizi finanziati da Enti pubblici (la gestione di questi è affidata interamente o in parte a privati) 3) Servizi gestiti da privati ma che per la loro ragione di utilità sociale si avvalgono una tantum di contributi privati (attività di animazione culturale o sportiva) 4) Servizi privati a cui l ente pubblico paga le rette corrispondenti all assistenza/prestazioni erogate (es: centri residenziali e semiresidenziali per disabili, tossicodipendenti, ecc.) 5) Servizi privati non finanziati da Enti pubblici i cui servizi hanno rilevanza a livello economico e sociale nel territorio e che un Ente pubblico non può non tenere in considerazione (Es. Fondazioni) Fonte: F. Franzoni, M. Anconelli, La rete dei servizi alla persona. Dalla Normativa all organizzazione, Carocci Faber, Roma, 2013

17 ENTI PUBBLICI (gestori di servizi e finanziatori) ENTI LOCALI ASL/ASP Altri enti ENTI REGIONALI ENTI PROVINCIALI NB approfondimento prossimo incontro

18 TERZO SETTORE e/o PRIVATO SOCIALE COOPERATIVE SOCIALI VOLONTARIATO ASSOCIAZIONISMO FONDAZIONI L azione non profit di imprese profit Fonte: F. Franzoni, M. Anconelli, La rete dei servizi alla persona. Dalla Normativa all organizzazione, Carocci Faber, Roma, 2013

19 COOPERATIVE Presenti in alcune regioni a partire dalla metà degli anni 70. Nacquero soprattutto «cooperative di lavoro» Cooperative di servizi sociali in cui si producevano servizi ma lo scopo principale era garantire il lavoro ai soci (mutualità interna) Cooperative di solidarietà sociale, sviluppate dalla trasformazioni di gruppi di volontariato la cui finalità era quella di offrire aiuto alle persone in difficoltà (mutualità esterna). Nel tempo aumentò il numero dei soci-lavoratori retribuiti Cooperative integrate, operano in diversi settori produttivi e sono finalizzate all inserimento lavorativo di persone in difficoltà Legge 381/1991 «Disciplina delle cooperative sociali» distingue al suo interno 2 tipologie di cooperative

20 COOPERATIVE Legge 381/1991 «Disciplina delle cooperative sociali» distingue al suo interno 2 tipologie di cooperative A si occupano della gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi e possono comprendere soci volontari B Finalizzate all inserimento lavorativo di persone svantaggiate*, attraverso svolgimento di attività diverse *NB: «Persone svantaggiate» accezione ampia

21 VOLONTARIATO I servizi sociali come organizzazione Con la legge 266/91 (legge quadro sul volontariato) si mette in evidenza che le organizzazioni di volontariato si qualificano per il perseguimento dei fini di solidarietà che sono propri dell attività di volontariato le cui prestazioni degli aderenti sono prestazioni personali volontarie e gratuite Non si ha una definizione chiara del volontario nelle legge, se non con la Fondazione italiana per il volontariato (FIVOL) e il Gruppo Abele, in cui il volontario viene visto come: «Persona che liberamente e gratuitamente, adempiuti i propri doveri civili e di stato, si pone a disposizione della comunità, promuovendo risposte efficaci e creative ai bisogni del territorio» e che dunque «ispira e motiva la propria vita a fini di solidarietà, responsabilità e giustizia sociale, utilizzando le proprie capacità e competenze a favore degli altri e del bene comune»

22 FONDAZIONI Previste dal codice civile rispondono a fini di utilità sociale e promozione dello sviluppo economico del territorio Dispongono di mezzi (patrimonio) destinati a uno scopo di interesse sociale che può riguardare il benessere di alcune categorie di persone, o la promozione di particolari attività artistiche ecc. Esistono corporate foundation (unico donatore e si guarda più all interesse dello stesso) e community foundation (donazione da più donatori che appartengono alla comunità in cui essa opera) Fondazioni Bancarie, i cui statuti prevedono di destinare gli utili per finalità collettive, ma si è in fase di discussione sull argomento. Oggi sostengono più interventi di azione per risorse pubbliche calanti rispetto al sostegno di innovazioni e sperimentazioni

23 ASSOCIAZIONI (mondo dell associazionismo) La legge 383/2000 «Disciplina delle associazioni di promozione sociale» che definisce le APS come Le associazioni riconosciute e non, i movimenti, i gruppi e i loro coordinamenti o federazioni costituiti al fine di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi, senza finalità di lucro e nel rispetto della libertà e della dignità degli associati. Traggono finanziamenti da: quote, contributi, eredità donazioni, contributi pubblici (stato, regioni, enti locali, Unione Europea, ecc.) Si avvalgono di prestazioni volontarie e di lavoro dipendente o autonomo

24 ASSOCIAZIONI (mondo dell associazionismo) Esistono varie tipologie di associazioni esse promuovono: - Iniziative di mutuo auto-aiuto - Sostengono relazioni tra persone - Funzioni di sensibilizzazione rispetto a problemi sociali, culturali, ambientali, ecc. - Esempio: associazioni di familiari, associazioni ambientaliste, associazioni sportive, associazioni culturali, ecc.

25 IMPRESE PROFIT «SOCIALMENTE RESPONSABILI» Sono imprese private a scopo di lucro, che si fanno carico di alcune responsabilità sociali nei confronti dei propri dipendenti o del territorio La responsabilità sociale è rivolta di fatto verso: 1. Risorse umane (propri dipendenti) 2. Ambiente (tutela) 3. Proprio Territorio (sviluppo) Non offrono risorse sostitutive rispetto a quelle pubbliche, ma danno un loro contributo per azioni e progetto particolari (es. attrezzature per ospedale, sistemare il tetto di una casa di un anziano, ecc.)

26 LAVORI DI GRUPPO

27 Attività Alla luce delle organizzazioni individuate la scorsa volta come pensate che esse funzionino? Chi fa che cosa, come, perché? (ruoli, attività, compiti, responsabilità, metodologie, ecc.). 5 MINUTI RIFLESSIONE INDIVIDUALE 25 MINUTI LAVORO DI GRUPPO - (scegliere un portavoce per il gruppo) 20 MINUTI RESTITUZIONE E CONCLUSIONE

28 RESTITUZIONE E CONCLUSIONI

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