OSSERVATORIO MINORI REGIONE LOMBARDIA. Doc. 2/4 Report sulla condizione dei minori entro la realtà dei genitori separati (*)

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1 CeSDES s.a.s Meina Via Sempione 187 Milano Via P.Caldirola 6 sc.q OSSERVATORIO MINORI REGIONE LOMBARDIA Doc. 2/4 Report sulla condizione dei minori entro la realtà dei genitori separati (*) Febbraio 2011 (*) La redazione del testo e le relative analisi sono state curate da Gisella Accolla. 1

2 MINORENNI E GENITORI SEPARATI: DIFFUSIONE, CARATTERISTICHE E CONSEGUENZE DEL FENOMENO Premessa La rottura dei legami familiari è un fenomeno che riguarda un numero sempre maggiore di famiglie, e i primi ad esserne coinvolti oltre alla coppia sono i figli, in particolare quelli minorenni. La conseguente alterazione degli equilibri familiari produce in molti casi conseguenze che riguardano tanto l ambito economico quanto quello relazionale, sia in termini di rapporto fra genitori e figli, sia sotto l aspetto delle abitudini quotidiane. Inoltre per i figli coinvolti, il rischio più grave che potrebbe derivare dallo scioglimento del matrimonio dei genitori, è per l appunto l insorgere di limitazioni nelle possibilità di sviluppo delle proprie capacità. L obiettivo del presente lavoro è pertanto quello di fornire un quadro descrittivo sui minorenni lombardi che vivono in famiglie di separati o divorziati, descrivendo la consistenza numerica del fenomeno e le relative tendenze in atto; gli equilibri fra affidamento alla madre e/o al padre e le eventuali differenze rispetto agli altri minori, sia in termini di capacità economica e di contesto abitativo, sia nel rapporto con lo studio e nella gestione del tempo libero. La parte conclusiva è infine dedicata ai padri separati, al mantenimento dei figli e dell ex coniuge, e all alterazione delle relazioni, in termini di frequentazione, con i minori spesso affidati di fatto alla madre (quand anche formalmente in affido condiviso). 1. Crescere con genitori separati: un fenomeno in forte aumento Ogni anno sono sempre di più le coppie che divorziano, basti pensare che nel complesso del Paese, secondo gli ultimi dati del Sistema Territoriale della Giustizia (ISTAT), il numero di 2

3 divorzi concessi ha fatto registrare un incremento del 35% tra il 2000 e il Tale crescita sale addirittura al 42,5% considerando la sola Lombardia. In termini assoluti si tratta di oltre 10mila coppie lombarde che hanno divorziato nel corso del 2007; rapportando il dato sui divorzi con il numero di coniugati residenti nel territorio si osserva per il 2007 un indice di 211 divorzi ogni centomila coniugati, rispetto a un valore di 152 registrato nel Il 58% dei divorzi concessi in Lombardia nel 2007 riguardava coppie con figli nati dall unione. E quindi evidente come tale fenomeno coinvolga direttamente un numero non indifferente di bambini e di adolescenti che si ritrovano costretti a vivere in prima persona l esperienza della rottura familiare. Solo nel corso del 2007 il numero di minorenni lombardi, che sono stati oggetto di affidamento a seguito del divorzio dei genitori, supera i 5 mila casi e la tendenza all aumento spicca con evidenza: nel 2000 erano poco più di 3 mila i soggetti coinvolti, sette anni dopo il loro numero è aumentato di quasi il 67%. Figura 1 - Minori affidati nel corso dell'anno a causa di una sentenza di divorzio (per 1000 minori residenti). Lombardia e Italia. Anni ,5 3,1 3,2 3,0 2,5 2,0 1,5 2,1 1,7 2,6 1,8 2,5 2,0 2,6 2,6 2,1 2,1 2,7 2,2 2,4 2,5 1, Lombardia Italia Fonte: Dati ISTAT, Sistema Territoriale della giustizia Anche i dati rapportati al numero complessivo di minorenni residenti in regione confermano il trend di crescita: nel 2007 i casi di divorzio hanno coinvolto complessivamente il 3,2 per mille dei minorenni residenti in Lombardia, mentre nel 2000 il dato regionale si collocava al 2,1 per mille. Sul piano nazionale si registrano livelli inferiori di diffusione del fenomeno, tuttavia anche 3

4 in questo caso si riscontra la medesima tendenza: nel 2000 il numero di minorenni affidati a seguito della sentenza di divorzio dei genitori si attestava all 1,7 per mille, nel 2007 il corrispondente valore raggiungeva il 2,5 (per mille) (figura 1). Figura 2 - Distribuzione percentuale delle famiglie in cui vivono i minori in base allo stato civile del genitore. Lombardia e Italia. Anno % 95% 90% 2,7 2,5 3,6 3,4 2,8 3,4 85% 90,9 90,7 80% Lombardia Non separato/divorziato Separato legalmente Separato di fatto Divorziato Italia Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine EU-SILC Il risultato di queste tendenze, secondo le ultime stime al 2008, mostra un panorama regionale e nazionale caratterizzato da una famiglia con genitori separati o divorziati ogni dieci nuclei con soggetti minorenni. Questi dati di natura campionaria, rispetto a quelli di fonte ufficiale giudiziaria, considerano anche la quota di famiglie coinvolte nel fenomeno dello scioglimento del legame familiare il cui percorso giuridico non si è ancora concluso: nel caso lombardo si tratta di separazioni di fatto in 3 casi su 10 casi di scioglimento, di separazioni legali in 4 casi su 10 e di divorzi nei restanti 3 (figura 2). 2. L affidamento dei figli: equilibri fra madre e padre Le informazioni di fonte giudiziaria sull affidamento dei figli minorenni mostrano come nel corso degli ultimi anni, sia nella nostra regione che nel resto del Paese, siano avvenuti sostanziali 4

5 cambiamenti verso un maggiore equilibrio fra i partner. Se nel 2000, in Lombardia, in circa l 85% dei casi il figlio veniva affidato esclusivamente alla madre e solo nel restante 15% al padre o in affido congiunto, i dati più recenti al 2007 mettono in evidenza come l affidamento condiviso venga ormai considerato la soluzione migliore e più frequente: tale decisione viene presa infatti in ben il 52% dei casi. Va comunque segnalato che per la restante quota di famiglie la madre risulta unico genitore affidatario (nel 45% dei casi) (figura 3). Figura 3 - Distribuzione percentuale dei minori affidati nel corso dell'anno, a causa di una sentenza di divorzio, in base al genitore a cui vengono affidati. Lombardia e Italia. Anni 2000 e % 80% 60% 40% 20% 8,3 6,8 7,3 6,6 84,5 86,5 51,9 50,3 2,7 3,3 45,4 46,4 0% Lombardia Italia Lombardia Italia Esclusivamente alla madre Esclusivamente al padre affido congiunto e/o alternato Fonte: Dati ISTAT, Sistema Territoriale della giustizia L affido congiunto appare certamente una soluzione molto diffusa, tuttavia, in termini pratici, (di fatto) il minorenne convive prevalentemente con la madre. Secondo le ultime stime al 2008, in Lombardia, nel 95% dei casi il minore con genitori separati o divorziati abita con la madre (ed eventualmente con altre persone) e solo nel 5% dei casi con il padre. Il divario nel contesto lombardo risulta inoltre ancora più evidente rispetto all Italia, dove la divisione madre-padre risulta al 91% versus 9% (figura 4). 5

6 Figura 4 - Distribuzione percentuale dei minorenni figli di separati (di fatto o legalmente) o divorziati in base alle persone con cui vivono. Lombardia e Italia. Anno Italia 90,8 9,2 Lombardia 94,3 5,7 0% 20% 40% 60% 80% 100% madre padre Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine multiscopo sulle famiglie "Aspetti della vita quotidiana" 3. Differenze di possibilità: il quadro economico e il contesto abitativo dei minori con genitori separati 3.1 Le risorse economiche a disposizione Come già accennato, il divorzio dei genitori può causare una riduzione delle risorse economiche disponibili per la famiglia, e per il minorenne che ne fa parte. Le stime al 2008 mostrano infatti come i minorenni figli di genitori separati o divorziati vivano in nuclei che hanno mediamente a disposizione un reddito più basso: in Lombardia tali famiglie, il cui reddito medio annuo è di 21,5 mila euro, risultano avere solo la metà delle risorse economiche a disposizione delle altre famiglie in cui vivono soggetti minorenni (queste ultime hanno un reddito medio di oltre 43 mila euro annui). Va tuttavia considerato che le famiglie di separati hanno spesso un numero inferiore di componenti rispetto alle altre famiglie (con minorenni); pertanto, in tali realtà il reddito familiare 6

7 viene condiviso con un più ridotto numero di persone. Tenendo quindi conto della numerosità del nucleo e dell età dei componenti è possibile ottenere una misura più precisa dell effettivo potenziale economico della famiglia. Anche considerando questi fattori, tuttavia, le differenze fra le famiglie di minori con genitori separati/divorziati e le altre famiglie restano evidenti: nel caso lombardo il reddito equivalente 1 annuo delle prime è di circa 12 mila euro, mentre quello delle seconde è di 21 mila. Meno evidenti sono invece le differenze registrate nel Paese fra le due tipologie in esame, dove lo scarto in termini di reddito equivalente risulta solo di circa 3 mila e 500 euro all anno (contro i 9 mila in Lombardia). Tabella 1 - Reddito medio annuo reale ed equivalente delle famiglie con minori, differenziate fra figli di separati/divorziati e non. Lombardia e Italia. Anno Reddito reale Reddito equivalente Famiglie con minori Lombardia Italia genitori separati/divorziati Altre genitori separati/divorziati Altre Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine EU-SILC 3.2 La capacità di spesa e di risparmio Le differenze di potenziale economico risultano notevolmente evidenti anche in termini di capacità di risparmio. La minore disponibilità di risorse delle famiglie di separati/divorziati con figli, unita alla necessità di sostenere una serie di spese fisse che restano tali anche in assenza del partner (utenze, affitto, etc.), produce effetti consistenti sul risparmio familiare: in Lombardia solo il 19% di questi nuclei è riuscita a risparmiare denaro nel corso del 2008, contro un dato pari al 39% riferito agli altri. Anche in questo caso in Lombardia le differenze appaiono più marcate rispetto alla media italiana, dove lo scarto fra le due tipologie è solo di 8 punti percentuali rispetto ai 20 registrati in ambito lombardo (figura 5). 1 Il reddito equivalente familiare è pari al rapporto fra il reddito netto e il peso, associato alla famiglia, della scala d equivalenza OECD modificata. Il peso associato alla famiglia è pari alla somma dei pesi relativi a ciascun componente in base all età (peso 1 al primo componente, 0,5 ad ogni altro componente con più di 14 anni, 0,3 ad ogni componente con meno di 14 anni). 7

8 Figura 5 - Percentuale di famiglie con minori, differenziate fra figli di separati/divorziati e non, che hanno messo da parte dei risparmi nell'ultimo anno. Lombardia e Italia. Anno ,0 Lombardia 39,0 24,9 Italia 32,6 Famiglie di separati/divorziati con minori Altre famiglie con minori Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine EU-SILC Figura 6 - Percentuale di famiglie con minori, differenziate fra figli di separati/divorziati e non, che nell'ultimo anno hanno avuto momenti in cui non avevano denaro per sostenere almeno una delle voci di spesa fra alimentazione, abbigliamento, salute, istruzione, tasse. Anno ,2 Lombardia 20,8 36,1 Italia 27,9 Famiglie di separati/divorziati con minori Altre famiglie con minori Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine EU-SILC 8

9 Il divario fra le famiglie di separati o divorziati e le altre con figli minorenni non riguarda semplicemente la capacità economica di sostenere spese accessorie, bensì quella di far fronte a una serie di voci di spesa fondamentali, che non possono essere contratte oltre un certo limite, come ad esempio quelle per l alimentazione, l abbigliamento, la salute, l istruzione o il pagamento delle tasse. In Lombardia, ben il 41% delle famiglie di separati con figli minorenni, nel corso del 2008, ha avuto difficoltà in almeno una di queste voci di spesa, mentre nelle altre famiglie con minori la corrispondente quota si riduce al 21%. 3.3 Le condizioni abitative In generale, la minore disponibilità di risorse economiche nelle famiglie in cui i genitori sono separati o divorziati genera conseguenze anche sulla qualità dell abitazione, sia in termini di condizioni della casa, sia di contesto della zona di riferimento. Le stime al 2008 indicano infatti che le case in cui vivono queste famiglie lombarde presentano, con una probabilità leggermente superiore rispetto alle altre famiglie, problemi di umidità, una scarsa luminosità o tetti, soffitti, porte o finestre danneggiate (incontrano almeno uno di questi problemi il 23% delle prime e il 21% delle seconde). Lo scarto fra le due tipologie familiari, seppur su livelli inferiori, è in linea con la media italiana in cui il dato si colloca rispettivamente al 25 e al 22%. Così come rispetto alla qualità dell abitazione, le differenze permangono, e si fanno ancora più evidenti, per quanto concerne la qualità della zona di residenza. Il 43% delle famiglie lombarde con figli e genitori separati o divorziati nel 2008 segnala, in merito alla zona di residenza, almeno uno dei seguenti problemi: sporcizia delle strade, criminalità, vandalismo, violenza, presenza di persone che si prostituiscono, si ubriacano o si drogano; nel resto delle famiglie tale percentuale scende al 36%. Si noti inoltre che questo scarto così evidente, osservato per la Lombardia quando i genitori sono separati o divorziati, non trova conferma nella media nazionale, dove le zone di residenza delle due tipologie considerate sono più simili in merito alla presenza delle problematiche indagate (seppure i nuclei con genitori separati o divorziati risultano in svantaggio). 9

10 Figura 7 - Percentuale di famiglie con minori, differenziate fra figli di separati/divorziati e non, che vivono in un abitazione * o in un area di residenza** in cui vi è la presenza di alcuni disagi. Lombardia e Italia. Anno ,1 21,3 24,8 22,5 43,3 36,3 38,3 35,6 0 Lombardia Italia Lombardia Italia Prob. abitazione Prob. zona residenza Famiglie di separati/divorziati con minori Altre famiglie con minori * Almeno uno fra i seguenti problemi: umidità, tetti, soffitti, porte o finestre danneggiate, scarsa luminosità. ** Almeno uno fra i seguenti problemi: sporcizia delle strade, criminalità, vandalismo, violenza o persone che si drogano, ubriacano, prostituiscono. Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine EU-SILC 4. La vita quotidiana dei minori con genitori separati/divorziati 4.1 Il rapporto con lo studio Se è evidente come la rottura dei legami familiari abbia spesso conseguenze di ordine economico, meno diretta è invece la lettura degli eventuali effetti che la dissoluzione familiare potrebbe avere sulla vita quotidiana dei figli. Nonostante la maggiore difficoltà nel misurare tali conseguenze, esistono tuttavia alcuni specifici elementi che possono risultare foriere di significativi cambiamenti nella vita del minore. siderando un ambito di particolare rilievo, quale quello scolastico, si osserva infatti come i minori figli di genitori separati o divorziati hanno generalmente, rispetto agli altri minorenni, un rapporto peggiore nei confronti dello studio: in Lombardia solo il 13% dei figli di separati in età scolastica si impegna molto, con ottimi risultati contro un dato pari al 34% per gli altri 10

11 minorenni; e, viceversa, ben il 32% di loro si impegna solo quanto basta per avere la sufficienza contro il 16%. Va tuttavia segnalato che guardando ai minori che hanno un rapporto decisamente negativo con lo studio, per i quali il genitore intervistato ha dichiarato che è svogliato, non si impegna affatto, non vi sono significative differenze fra i due gruppi di minori. Tabella 2 - Distribuzione percentuale dei minori (6-17enni), differenziati fra figli di separati/divorziati e non, in base al comportamento nei confronti dello studio. Lombardia e Italia. Anno Famiglie di separati/divorziati con minori Altre famiglie con minori E' svogliato, non si impegna affatto 4,9 5,7 Studia con interesse solo le materie che gli piacciono Si impegna quanto basta per avere la sufficienza Si impegna con risultati più che sufficienti, ma potrebbe fare di più 12,2 10,2 31,5 16,3 38,7 34,1 12,7 33,8 Si impegna molto, con ottimi risultati Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine multiscopo sulle famiglie "Aspetti della vita quotidiana" 4.2 La gestione del tempo libero e il rapporto con i coetanei Un altro ambito di vita di particolare importanza riguarda la gestione del tempo libero. In merito a questo tema sono stati qui considerati sia la frequenza di corsi extrascolastici (musica, sport, etc.), sia i rapporti con gli amici. Le stime al 2008 hanno messo in evidenza innanzitutto come i figli di separati o divorziati in Lombardia con minore probabilità frequentino corsi extrascolastici rispetto gli altri minorenni (36% contro 41%). Risulta evidente come la più ridotta disponibilità economica di queste famiglie porti il genitore a fare scelte di contenimento delle spese ritenute meno prioritarie, come quelle necessarie alla frequentazione di corsi extrascolastici. 11

12 Figura 8 - Distribuzione percentuale dei minori (6-17enni), differenziati fra figli di separati/divorziati e non, in base alla frequenza con cui vedono i coetanei nel tempo libero. Lombardia e Italia. Anno % 80% 60% 40% 16,2 66,0 25,3 56,6 20% 0% 17,8 18,1 Famiglie di separati/divorziati con minori Tutti i giorni Non più di una volta a settimana Altre famiglie con minori Qualche volta a settimana Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine multiscopo sulle famiglie "Aspetti della vita quotidiana" Infine, per quanto riguarda i rapporti con i coetanei la situazione appare ribaltata verso una maggiore apertura all ambiente esterno alla famiglia: i minori figli di separati o divorziati, in Lombardia, hanno infatti livelli di frequentazione con gli amici più elevati. Questo fattore, pur non spiegando le cause di tali differenze, è comunque il segnale di come l amico, quando si è in situazione di instabilità familiare, possa assumere con maggiore probabilità un ruolo importante, se non addirittura affettivamente compensativo. Nel 2008 solo il 16% dei minorenni figli di separati o divorziati frequenta i coetanei nel tempo libero non più di una volta a settimana, un dato che negli altri minori sale al 25%. Maggiore è di conseguenza la quota di casi, per i figli di separati o divorziati, che frequentano gli amici giornalmente o comunque per più giorni durante la settimana (84% a fronte del 75% nei casi di famiglie non soggette a instabilità coniugale). 12

13 5. I difficile ruolo dei padri separati Quella di padre separato, quando non vive con il proprio figlio, è un esperienza non priva di problematiche e disagi. La non coabitazione comporta infatti spesso meccanismi che hanno implicazioni di notevole impatto. Innanzitutto, non in pochi casi emerge un problema di ordine economico, quando la madre non lavora o svolge un attività lavorativa poco redditizia, il padre si trova spesso nella condizione di dover mantenere due famiglie, due case e così via. Le risorse economiche restano quindi generalmente le stesse di cui si disponeva prima della separazione, mentre le spese aumentano in misura esponenziale. Per capire la dimensione del fenomeno si può fare riferimento ad alcune stime orientative che per il 2008 indicano, relativamente alla Lombardia, come il 56% dei padri separati con figli minori diano contributi economici all exmoglie (con la quale vive il minore). Questo dato regionale si colloca su livelli superiori rispetto alla media italiana (il 45%). Se le problematiche di ordine economico hanno una rilevanza per nulla insignificante, ancora più evidenti sono i cambiamenti che coinvolgono la sfera relazionale. Come si è visto nei precedenti paragrafi, nella maggior parte dei casi il minorenne vive di fatto con la madre e solo in pochi con il padre (5,7% in Lombardia) E quindi evidente come l alterazione della quotidianità dei rapporti possa far emergere difficoltà nel mantenere una relazione con i figli, comportando spesso anche la necessità di ridefinire il proprio ruolo di padre. frontando i livelli di frequenza con cui figlio e padre svolgono insieme una serie di attività con i corrispondenti livelli osservabili fra figlio e madre (convivente) le differenze risultano notevolmente marcate. Le stime al 2008 sulla frequenza con cui i minori con meno di 14anni svolgono attività comuni, come giocare, leggere, uscire, guardare la televisione con il padre (con cui non vivono) fanno emergere una quota consistente di casi in cui la risposta è stata poche volte all'anno o mai (circa un 0-14enne ogni cinque); mentre in presenza di madri conviventi la quota di questi casi è sostanzialmente nulla. La riduzione della quotidianità dei rapporti emerge con evidenza dall analisi dei casi in cui queste attività vengono svolte: ciò accade ogni giorno solo per l 11% dei padri, mentre per le madri il dato sale al 61%. Infine, è bene considerare come il livello di frequenza dei rapporti sia significativamente condizionato dall età del figlio. L entrata di quest ultimo nell età adolescenziale implica nella maggior parte dei casi un ulteriore riduzione dei rapporti fra padre e figlio: la quota di casi in cui le attività considerate vengono svolte quotidianamente dal genitore con il proprio figlio che è pari a circa il 20% dei casi nei bambini 13

14 con meno di 10 anni quasi si annulla allorché il figlio è in età da scuola media inferiore, con un conseguente incremento della fascia di frequenza almeno una volta a settimana (figura 9). Figura 9 - Distribuzione dei minorenni figli di separati/divorziati che vivono con la madre in base alla frequenza con cui svolgono una serie di attività con il padre e con la madre. Lombardia. Anno % 90% 80% 70% 21,3 5,5 5,6 33,2 10,2 14,9 31,6 30,4 26,3 36,9 13,9 32,2 60% 50% 40% 30% 20% 62,3 61,2 58,8 68,4 47,6 63,1 72,7 53,9 10% 0% 10,9 16,1 22,0 1,0 padre madre padre madre padre madre padre madre Totale 0-5enni 6-10enni 11-13enni tutti i giorni almeno una volta a settimana qualche volta al mese Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Indagine multiscopo sulle famiglie "Aspetti della vita quotidiana" 14

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